Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
da Sucar Drom
Trento, 16 dicembre 2005 - notizia ADN Kronos
I Sinti, residenti in Provincia di Trento ormai da generazioni, non sono nomadi, ma trentini a tutti gli effetti, con lingua e cultura diverse.
Per questo vanno riconosciuti come minoranza linguistica alla stregua di ladini, mocheni e cimbri e, conseguente, tutelati.
E´ una delle idee emerse nel corso della riunione del Consiglio Scolastico Provinciale che ha riunito, dirigenti, operatori e professori, su appello della presidente Lucia Coppola, che ha affermato: ''Si parla di riconoscimento come minoranza dei nonesi; tanto piu' lo si dovrebbe fare per gli zingari''.
(Waf/Pe/Adnkronos)
Un argomento già trattato in un
vecchio post, che mischiava cantieri, campi di calcio e campi sosta.
Vite da Cantiere.Nuovi schiavi e caporali a Milano e in Lombardia nel Millennio della globalizzazione.di Luigi Lusenti e Paolo PinardiContributi di don Luigi Ciotti, Franco De Alessandri, Guglielmo Epifani e Franco MartiniEdizioni Comedit 2000 - euro 13,00E’ la nuova pubblicazione di Comedit 2000, la piccola casa editrice milanese che fa dell’indagine sociale e della conoscenza del territorio il presupposto della propria militanza.
Insieme agli amici dell’Arci e di Libera e della rivista il ponte della Lombardia, promotori della Carovana Antimafie, e ai sindacalisti della Fillea Cgil della Lombardia si è voluto approfondire e far conoscere all’intera città la realtà del cantiere edile, paradigma nel suo sfruttamento e nella sua precarizzazione del lavoro di oggi e della società globalizzata.
In alcune piazze di Milano alle sei del mattino era possibile incrociare decine se non centinaia
di ragazzi e adulti marocchini o egiziani, rumeni o albanesi, in attesa del caporale che dopo veloce contrattazione smistava il suo carico umano in uno dei tanti cantieri della nostra città e regione; ora, dopo diverse denunce e iniziative sopratutto dei sindacalisti e della Carovana Antimafie, il mercato delle braccia è diventato più sotterraneo, ma non meno efficace.
Del resto questo dell’edilizia è uno dei pochi settori trainanti di questa economia in declino: grandi infrastrutture come la Tav o la nuova Fiera, il recupero delle aree dismesse come il Portello o l’Innocenti, i piccole e medi cantieri di una politica urbanistica milanese e lombarda a dir poco sfrenata per cui si costruisce dappertutto sotto (i box) e sopra (mansarde); l’importante è dar fiato alla bolla speculativa del mattone, poi si vedrà.
E allora perchè stupirsi se delle persone, spesso senza permesso di soggiorno, vengono reclutati a 3 euro all’ora con il caporale che spesso ne trattiene più della metà, se nei nostri cantieri si raggiungono percentuali di lavoro nero pari al 40% e in alcuni casi oltre la metà; buona parte di questa città rischia di essere un cantiere precarizzato che oggi c’è e domani non si sa: i giovani dei call center, i lavoratori dei centri commerciali e di molti servizi o agenzie, le migliaia di co.co.co e dei nuovi rapporti di lavoro della legge 30 perfino tantissime partite Iva.
Perchè stupirsi se dei ragazzi vengono sbattuti nei cantieri, senza formazione e senza nessuna misura di sicurezza: siamo il paese con la più alta percentuale di incidenti sul lavoro; situazioni assurde come il simulare incidenti stradali o risse tra marocchini, quando si verificano gravi e spesso mortali infortuni nei cantieri periferici, sono meno rari di quel che si pensa; in quelli più grandi e importanti si ha la fortuna di un immediato soccorso e di un commento sui giornali del giorno dopo.
Queste vite da cantiere sono raccontate nel libro; il mercato delle braccia, l’infiltrazione delle varie mafie è documentato da semplici lavoratori, sindacalisti, magistrati e associazioni.
Le classi dirigenti, i ceti politici di Milano e Lombardia nelle varie consultazioni elettorali, primarie comprese, farebbero bene ad interrogarsi del perchè siamo giunti a questo punto e se non è il caso di fermarsi e invertire la rotta.
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vedi). Serve ad incoraggiare il processo di inclusione attraverso la partecipazione a performances di lettura e altre attività creative di lettura e scrittura - svolte nelle comunità Rom della Bulgaria, Macedonia, Romania e Serbia-Montenegro. L'unicità del progetto è ch attraverso i mezzi artistici e la partecipazione diretta nella creazione del testo, i bambini romanì arrivano alla scoperta del mondo della scrittura. le attività creative saranno raccolte in seguito in volumi rivolti all'infanzia, che per i bambini sono i primi strumenti a loro disposizione, contenenti testimonianze sulla loro cultura e sulla vita contemporanea della gioventù romanì.
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