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Articoli del 06/12/2005

Di Fabrizio (pubblicato @ 23:45:26 in media, visitato 2297 volte)
da radicali.it

Radicali Milano: sui Rom scorrettezze e imprecisioni dal mondo dell'informazione

6 dicembre 2005 h. 19:09
Venerdì scorso, 2 dicembre, Luca Fortis, membro della Segreteria dell’Associazione Radicale Enzo Tortora, ha partecipato alla conferenza stampa indetta dai capifamiglia del campo Rom di via Idro 62.
I Rom hanno denunciano una scorretta informazione sugli arresti della banda dei rapinatori che ha messo a segno numerosi colpi in ville del lecchese. Infatti, gli arresti non sono stati eseguiti all’interno del campo comunale, come riportato dai mezzi di informazione, ma in insediamenti illegali, abitati anche da non rom, che sono sorti nei pressi del campo e che non hanno nulla a che fare con esso.
Una situazione che le forze dell’ordine conoscono bene, dal momento che tali insediamenti sono tollerati come “soluzione provvisoria” da parte dello stesso Comune in seguito a sgomberi avvenuti in altre zone della città.
Inoltre, nonostante l’amministrazione comunale conosca perfettamente gli abitanti del campo, tutti italiani di etnia Rom Harvati residenti nella zona da più di 15 anni, li ignora sistematicamente nella programmazione delle politiche a loro rivolte.
Particolarmente grave appare la condotta dei mezzi d’informazione: dopo aver pubblicato la notizia scorretta, pochissimi giornalisti hanno partecipato alla conferenza stampa, privando così i lettori di una corretta informazione. I pregiudizi e le incomprensioni nei confronti della comunità rom sono sufficientemente gravi perché tale disinformazione li renda ancora più insopportabili.
I membri dell’Associazione Radicale Enzo Tortora, impegnati a dare vita al nuovo movimento della Rosa nel pugno, si augurano quindi che i giornali provvedano a smentire la notizia data e contribuiscano a diffondere una più corretta versione dei fatti.

Milano, 6 dicembre 2005


Per informazioni
Luca Fortis, 3341612803

NdR: ringrazio Luca Fortis e l'
Associazione Radicale Enzo Tortora per l'attenzione prestata e per aver ripreso la notizia. Erano presenti anche il segretario della UdB DS Luciano Lama di Milano, due rappresentanti dell'ANPI di zona e il direttore del giornale Martesana2. Anche a loro ringraziamenti di cuore.
Fabrizio
 
Di Daniele (pubblicato @ 19:40:58 in Europa, visitato 2992 volte)
questo articolo del manifesto di oggi che sarà "leggibile" da domani... è veramente molto interessante! con molti dati e testimonianze direttissime...
domani ti mando la traduzione sull'articolo BBC.
buona serata!
daniele


REPORTAGE
pagina 11

apertura

Indipendenza del Kosovo? Che ne pensano i 260.000 rom cacciati nel terrore
Nessuno chiede agli zingari
Viaggio nei campi profughi dove da sei anni vivono decine di migliaia di rom espulsi a forza dal Kosovo, e rimasti privi di tutto. «Non ci sono più aiuti, né locali né internazionali, e non c'è lavoro. Ma non possiamo nemmeno tornare a casa, siamo minacciati di morte»
TOMMASO DI FRANCESCO
INVIATO A BELGRADO

«Sei del manifesto? Allora conosci Rossana Rossanda? Ti prego salutala, lei è stata per me un mito quando ero studente in Germania alla fine degli anni Sessanta». A parlare è Rajko Djuric, al secolo giornalista della Tanjug ma soprattutto famoso per essere il «re degli zingari». O meglio l'«ex-re», perché a quella carica è stato eletto dal congresso mondiale degli zingari per ben due mandati dal 1990 al 2000, poi è stato presidente del congresso mondiale e ora dirige il Centro internazionale degli zingari di tutto il mondo e da «re» ha pubblicato molti libri sulla condizione degli zingari, tradotti [...]

La versione integrale dell'articolo sarà disponibile domani.
Oggi, l'accesso al testo integrale è riservato ai soli abbonati.

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NdR: inizia oggi la collaborazione del blogger Daniele (si definisce un lettore attento della Mahalla), il primo e l'unico, sinora : - (, a raccogliere l'appello di aiutarmi con le traduzioni.
Benvenuto!
Prima che si arrabbino gli amici di Mantova, mi permetto due appunti al Manifesto:
  1. Zingari rimane un termine dispregiativo e vagamente etnocentrico. Almeno loro dovrebbero saperlo.
  2. Ogni tanto si scoprono nuovi re e regine zingare. Per favore! IRU è un organismo elettivo, che da voce al Congressi Mondiale dei Rom. Re e regine lasciateli ai fotografii cerca di scoop!
  3. In ogni caso, se mi riesce domani traduco in italiano l'articolo di Rajko Djuric, apparso sulla stampa a fine novembre.
  4. A proposito di Kosovo e di stampa italiana: lo sapete che all'appello di questa estate contro i rimpatri forzati, hanno risposto più numerosi dal Lussemburgo che dall'Italia? CHAPEAU!
Fabrizio

 
Di Fabrizio (pubblicato @ 16:05:23 in conflitti, visitato 2567 volte)
UNA FERITA APERTA
(sul caso Hadareni cfr QUI ndr)

Un sanguinoso assalto che contrappose i Rumeni alla minoranza Rom nel 1993 lasciò un villaggio diviso. Ora, i sopravvissuti, stanno cooperando per restaurare l'armonia. (rif)

By Petru Zoltan, giornalista di Bucarest e collaboratore del Jurnalul National. Nipote di Mircea Zoltan, uno dei tre Rom uccisi negli avvenimenti di Hadareni.

29/11/2005 - Nel 1993 nel villaggio di Hadareni scoppiò uno dei più sanguinosi conflitti interetnici tra Rumeni e minoranza Rom. Dopo 12 anni, la vicenda si trascina ancora nei tribunali. L'ultimo appello, il 23 novembre in un giudizio locale, riguarda la somma che dovrebbe indenizzare i parenti delle vittime Rom, che in quella notte di violenza contarono tre morti e 14 case date alle fiamme. Tra i linciati dalla folla, mio zio Mircea Zoltan. Allora avevo 10 anni, mi ricordo soltanto mio padre che prendeva il treno per Hadareni, alla notizia che suo fratello era stato ammazzato. Da allora, oltre metà della mia vita, ho visto il rincorrersi di cause locali, nazionali, internazionali. Da quella notte, 20 settembre 1993, la memoria collettiva è rimasta segnata e solo ora si sta iniziando a ricostruire ponti tra le due comunità.

I fatti
Tutto cominciò quella sera quando tre Rom di Hadareni - Aurel Lacatus, suo fratello Rapa Lacatus e Mircea Zoltan - rivolsero la parola a una giovane non-Rom, Liana Bucur. Bucur racconterà poi in tribunale: "Non mi stavano infastidendo, e io non ho reagito male". Ma quella conversazione apparentemente innocua, aveva attitrato l'attenzione di Gligor Chetan, un anziano del villaggio, che si era avvicinato ai tre uomini e li aveva spintonati. Per tutta risposta questi l'avevano colpityo in faccia, raccontano i testimoni. Erano intervenuti intervenuti diversi Rumeni del villaggio, che aspettavano il bestiamo al ritorno dal pascolo. Nella confusione che era seguita, mio zio Mircea Zoltan e Aurel Lacatus avevano tentato la fuga. Rapa Lacatus circondato dala folla inferocita, aveva accoltellato Craciun Chetan (nessuna parentela con Gligor), che sarebbe morto il giorno stesso nell'ospedale della vicina Ludus. In quel periodo il villaggio di Hadareni - 900 persone, di cui 200 Rom e 130 di etnia ungherese - non aveva mai conosciuto tensioni etniche. Ma appena si venne a conoscenza della morte di Chetan, si radunarono 50 abitanti, armati di mazze, bastoni e bottiglie di benzina, che conversero verso l'insediamento dei Rom. I tre uomini furono trovati in una casa isolata, dove avevano trovato rifugio. Il capo della polizia della vicino paese di Chetani, Ioan Mega, arrivò sulla scena ma - come ricostruito da European Roma Rights Center (QUI ndr) - nel momento che i tre stavano per consegnarsi alla sua custodia, la casa venne data alle fiamme. In pochi minuti i tre morirono: Rapa Lacatus fu tolto dalle mani del commissario Mega e linciato, Pardalian Lacatus ucciso mentre tentava di sfuggire alle fiamme e Zoltan che riuscì a scappare, fu colpito a bastonate e ributtato nel fuoco. Quella notte, altre 13 case del quartiere Rom furono incendiate, e altre 5 saccheggiate. Alle 21.00 arrivarono altre forze di polizia dalla capitale distrettuale Tirgu Mures, senza però intervenire. Testimoni raccontano che furono gli stessi poliziotti ad incitare la popolazione contro i Rom. 

Il caso
Le indagini iniziarono già dal giorno successivo, ma i progressi furono lenti. I due poliziotti couinvolti - Ioan Mega e il sergente Alexandru Susca - seconda la legge rumena furono giudicati dalla giustizia militare nell'ottobre 1994, 13 mesi dopo quegli eventi. Nel 1995 furono prosciolti da tutte le accuse; il tribunale militarev stabilì che non avevano incitato alle violenze, non avevano preso parte agli evemnti e non erano stati in grado di contrastare la folla. Nel frattempo, nel 1997 il tribunale civile di Tirgu Mures identificò in - Nicolae Gall, Severius Ioan Precup, e tre cugiini, Pavel Bucur, Petru Bucur e Vasile Dorel Bucur (nessuno di loro parente di Liana Bucur) - come responsabili di "assassinio particolarmente violento", il massimo grado previsto dal codice criminale. Altri sei furono accusati di saccheggio e incitamento alla violenza. Nel 1998, quattro dei cinque accusati di assassinio furono condannati a pene tra i tre e i sette anni, mentre Petru Bucur vide mutata la sua condanna  in sei anni di prigione per danneggiamento di proprietà e incitamento alla violenza. Gli altri sentenziati di crimini minori furono condannati a pene tra i due e i cinque anni. Il giudice motivò la sentenza (l'omicidio di solito comporta tra i 15 e i 25 anni di pena) col fatto che le indagini avevano mostrato parecchie lacune e perciò non si potevano comminare pene più pesanti.

Gli iniziali dubbi del giudice portarono alla revisione del caso. Nel 1999 la corte suprema scagionò Nicolae Gall e commutò la pena di altri tre, cambiando il giudizio da  "assassinio particolarmente violento" ad omicidio. Nel 2000, l'allora presidente della repubblica, Emil Constantinescu, graziò due dei tre uomini ancora in carcere e ridusse la pena al terzo. Venne stanziata una somma (3 miliardi di Lei - 85.000 Euro) che il governo pagò a Gall per i tre anni passatiin prigione, a cui furono aggiunti 100 milioni di Lei (2.800 Euro) che sarebbero andati a rimborsare la vedova di Mircea Zoltan (indenizzo che tuttora è contestato). "Questa discrepanza mostra lo straordinario cinismo dei giudici, che considerano in 100 milioni di Euro le sofferenze di chi perse un familiare in maniera bestiale, e in  3 miliardi di Euro l'arresto di Gall" disse Meda Gama, avvocato che ha rappresentato i Rom dal 2003.

La situazione attuale
Nei cinque anni seguenti, i ricorsi non hanno cambiato il quadro d'insieme. "Nessun tribunale ha mai riconosciuto il pogrom o fatto niente per provare la partecipazione delle autorità [la polizia locale] agli avvenimenti", dice Gama, sottolineando i principali punti di controversia. I fatti hanno iniziato a muoversi più velocemente negli ultimi mesi. Nel 2003, un tribunale regionale di Mures ha condannato sette persone colpevoli di aver preso parte agli assalti di rifondere le proprietà date alle fiamme con 1,3 miliardi di Lei (circa 37.000 Euro) e con 580 milioni di Lei (circa 16.000 Lei) per i danni morali. Sentenza confermata a maggio 2005 dalla Cassazione. Nel 2000, 25 tra i superstiti dell'insediamento di Hadareni, hanno portato il loro caso al Tribunale Europeo dei Diritti Umani (ECHR) di Strasburgo; ritenendo colpevole lo stato rumeno di discriminazione, tolleranza di violenze e torture, non assicurare un equo processo e di non tutelare la vita degli individui e della famiglia, tutti diritti contenuti nella Convenzione Europea dei Diritti Umani. Entrambe i casi, hanno ottenuto soluzione nel 2005. A luglio, con due sedute separate, l'ECHR ha ordinato alla Romania di pagare complessivamente 500.000 Euro ai 25 superstiti. Diciotto di loro ne avevano già ricevuto 262.000 con un "accomodamento amichevole" con lo stato. Accordo rifiutato dagli altri sette, perché giudicato insufficiente, e che saranno indennizzati per un totale di 238.000 Euro. Sempre l'estate scorsa, la Corte d'Appello di Mures ha ordinato alla polizia di valutare le case dei sette giudicati condannati a pagare un compenso per il ruolo tenuto durante le violenze. La possibilità che le case siano confiscate, ha nuovamente aumentate le tensioni nel villaggio, che ora è presidiato da polizia e vigili del fuoco. Sinora, le proprietà non sono state vagliate. 

Forse galvanizzata dai recenti sviluppi e dalle critiche dell'ECHR, l'Agenzia Nazionale per i Rom (ANR), creata l'anno scorso dal governo al posto dell'ex Dipartimento degli Affari Rom, sta appoggiando progetti per migliorare le relazioni tra Rumeni, Ungheresi e i Rom rimasti nel villaggio. Uno schema ambizioso dello scorso settembre, che vuole coinvolgere le autorità, le OnG e la popolazione di Hadareni, vuole individuare come combattere la discriminazione nel villaggio. Intende formare gruppi di lavoro che intervengano nelle scuole nelle altre istanze comunitarie, e cerchi anche di affrontare i problemi dell'accesso al sistema sanitario, alla casa, alle infrastrutture e al lavoro. L'incontro fondativo è stato reso possibile grazie al Partnerariato per lo Sviluppo Locale (FPDL), una OnG indipendente. Per due giorni, Rom e non-Rom del villaggio si sono parlati e hanno progettato assieme - per la prima volta dopo 12 anni. Con la fine dell'anno, ANR e FPDL intendono presentare al governo un piano e una strategia per migliorare la situazione ad Hadareni, con soluzioni che coinvolgano tutte le comunità. "La soluzione è che non solo i Rom, ma l'intera comunità di Hadareni debba cambiare e le autorità le trattino tutte su basi paritarie" ha detto Simona Pascariu di FPDL. Sono stati stanziati 1 milione di Euro per migliorare le infrastrutture del villaggio, come pure il sistema sanitario ed educativo. "Il governo centrale deve mantenere le sue promesse e iniziare un cambio reale, non solo di facciata" dice Pascariu. FPDL e ANR ritengono che Hadareni subirà una trasformazione profonda, diventando un "Villaggio Europeo", dove i gruppi etnici convivono pacificamente. Sperano che i risultati siano tangibili nel 2008, un anno dopo l'ingresso della Romania nell'Unione Europea.

© Transitions Online http://www.tol.cz
riportato su Romanian_Roma
 
Di Fabrizio (pubblicato @ 13:42:27 in media, visitato 2007 volte)
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Si chiama Asteriscoradio.com con interviste, reportage, notizie e musica

red.

È nata la prima webradio interculturale italiana: è Asteriscoradio.com. La webradio riprende l’esperienza ormai biennale dell’Asterisco magazine radiofonico, un programma di approfondimento tematico sulle questioni dell´immigrazione e dell´interculturalità.

Asterisco era un insieme di interviste, reportage, notizie, il tutto intercalato da musiche dal mondo. L’esperienza, messa in campo da italiani e immigrati, voleva offrire un punto di vista diverso da quello imperante sui media nazionali.
Asteriscoradio.com è il seguito di questo progetto. Dal semplice programma radiofonico, il concetto di "asterisco" si è allargato fino a sposare i confini di una webradio, in tutto e per tutto paragonabile alla radio tradizionale, a diffusione continua 24 ore su 24. Dotata di un proprio palinsesto, Asteriscoradio.com offre, oltre al tradizionale magazine e alla musica, un ventaglio di programmi informativi, educativi e di intrattenimento che nessun altro fa ascoltare.

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