Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

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L'essere straniero per me non è altro che una via diretta al concetto di identità. In altre parole, l'identità non è qualcosa che già possiedi, devi invece passare attraverso le cose per ottenerla. Le cose devono farsi dubbie prima di potersi consolidare in maniera diversa.

Wim Wenders
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Sucar Drom (del 30/07/2013 @ 09:02:32, in blog, visitato 1471 volte)

Cervello e razzismo
Quanti hanno coraggio di definirsi razzisti? Eppure, anche se non ci riteniamo tali, ricerche recenti basate sul neuroimaging hanno mostrato che di fronte a fotografie di persone appartenenti a gruppi etnici diversi nel cervello di individui bianchi...

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Una nuova legge regionale su sinti e rom, che sia "più in sintonia con le indicazioni europee e nazionali" ed una strategia "per l'inclusione quale strumento di indirizzo e programmazione deg...

Sulla pelle dei rom
"Il nostro Piano Nomadi sarà una rivoluzione copernicana", disse nel 2008 il neo sindaco Gianni Alemanno; "Un modello da esportare in tutta Europa" aggiunse il ministro dell'Interno Maroni. Questo libro-inchiesta svela...

Corso di formazione per attivisti rom e sinti: al via le iscrizioni
L'Associazione 21 luglio e il Centro Europeo per i Diritti dei Rom (ERRC) invitano tutti gli interessati a presentare la propria candidatura per il Corso di formazione per attivisti rom e sinti. Il Corso, st...

La Lombardia non si impegna contro il razzismo
Si chiedeva un "impegno" della giunta a "finanziare una campagna contro il razzismo" con spot, inserzioni e corsi per i pubblici amministratori. Contro l’odg hanno votato i partiti della maggioranza Pdl-Lega, così come la giunta - presente in aula il governatore Roberto Maroni...

Ungheria, a fuoco i rom
Una serie di delitti costata la vita a 6 rom ed il ferimento di molti altri sarebbe stata coperta da alcune strutture statali. I roghi neonazisti contro i rom non interessano all’Ungheria. Der Spiegel racconta il processo ai neon...

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L'UNAR organizza martedì 30 luglio il Primo Meeting del Gruppo Nazionale di Lavoro per l’elaborazione del Piano Nazionale Antirazzismo. Ne fanno parte le associazioni, tra cui la Sucar Drom e la Federazione Rom e Sinti Insieme, che h...

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Di Fabrizio (del 31/07/2013 @ 09:01:50, in Europa, visitato 1617 volte)
 Frescoes porta turisti, speranza al villaggio rom - thv11.com

In questo remoto villaggio rom dell'Ungheria Orientale, è in pieno svolgimento un festival musicale. E' parte di un progetto in corso dal 2009 - per attirare visitatori che amano la musica e i murales, portando contemporaneamente soldi nel villaggio di Bodvalenke (vedi QUI, ndr).

Dice Ezster Pastor, creatore del progetto muralista: "L'idea dietro il nostro progetto è semplice. Pittori rom creano murales sulle pareti delle case. Abbiamo due obiettivi principali: combattere i pregiudizi anti-rom, che qui sono comuni e dare a questa gente lavoro per contrastare la povertà."

Il progetto di Pastor, finanziato da due banche, ha già portato 29 murales. E i turisti stanno affluendo a vedere i risultati: circa 3.500 visitatori ogni anno, e visite guidate aiutano a spiegare l'ispirazione che sta dietro i murales.

Dice Peter Boros, turista ungherese: "E' molto importante capire questa cultura piena di colore, attraverso il cibo, la gente, l'atmosfera e naturalmente, i murales sulle case, che raccontano storie meravigliose. Simbolizzano qualcosa di cui sappiamo pochissimo. Qui, la si può scoprire ed imparare."

In questa parte impoverita dell'Ungheria, i reddito medio è di 30 euro al mese. La maggior parte dei 200 abitanti è disoccupata e vive di sussidi. Dall'inizio del progetto, la loro vita è cambiata in meglio. I festival permettono ai residenti di impiantare bancarelle per gli spuntini, vendere prodotti da forno e artigianali.

Racconta Katalin Egri, che risiede a Bodvalenke: "Ogni anno nel nostro villaggio, c'è il festival del drago e altre celebrazioni. Ci visitano molte persone e questo ci aiuta a vivere. Prima, era solo uno dei tanti villaggi poveri."

Gizi, un altro residente, dice: "E' cambiato tutto. Abbiamo visto i cambiamenti nei nostri figli durante gli ultimi 4 anni, da quando hanno visto così tante persone venire nel nostro villaggio.I prati delle case sono più puliti e ci sono più opportunità di lavoro."

In Ungheria e in altri paesi dell'Est Europa, le comunità rom sono discriminate e tenute distanti dalle altre. Con questo progetto, si spera di cambiare questa mentalità, educando la gente sulla comunità rom e generando redito per gli abitanti del posto. E i progressi sono evidenti - alla scuola locale, la frequenza e le promozioni sono aumentati significativamente, da quando un po' di vernice e un'idea brillante hanno riportato in vita il villaggio.

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Di Fabrizio (del 01/08/2013 @ 09:01:18, in Europa, visitato 1815 volte)

Denitsa Mihaylova: una donna bulgara fiera delle sue origini rom THOMSON REUTERS FOUNDATION Source: Sun, 21 Jul 2013 11:03 PM Author: Nevena Borisova (Nevena Borisova is a freelance journalist in Bulgaria)

Denitsa Mihaylova e sua figlia Madona. Photo: Nevena Borisova

Denitsa Mihaylova è la prima e, sinora, l'unica donna di origine rom che lavora la Ministero degli Esteri. Parla a sua figlia Madona di 5 anni come ad un'adulta, chiedendole di prendere le sue decisioni, compresa quella di ordinare da un menu completo di piatti invitanti.

Nata in una famiglia di musicisti rom, Mihaylova è cresciuta in una famiglia che è sempre stata "al di qua e al di là delle comunità rom tradizionali."

Assieme ai genitori, apprezzati musicisti in Bulgaria, Mihaylova sin da bambina ha girato il mondo. Nei paesi visitati, compresi Spagna e Finlandia, i Rom sono una comunità rispettata con un proprio posto nella società.

"Mi definisco una zingara, nonostante la connotazione che questa parola ha in Bulgaria," spiega Mihaylova pranzando in un ristorante di Sofia, con sua figlia che ascolta con attenzione. Nessuno dei commensali avrebbe immaginato che Mihaylova fosse di origine rom, tranne quelli che la conoscevano, ma lei avrebbe comunque voglia di raccontarsi.

Secondo un censimento del 2011, in Bulgaria ci sono 325.343, cioè il 4,4% della popolazione. Tuttavia, secondo il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite all'inizio del XXI secolo c'erano tra i 700.000 e gli 800.000 Rom. Molti di loro sotto la linea di povertà.

Racconta. "L'integrazione dipende anche da noi e perché accada occorre avere un ruolo attivo. Nel complesso, la comunità deve uscire da un giro vizioso. Vale per donne, bambini e uomini. Il circolo vizioso risiede nel fatto che molte famiglie, non avendo reddito, non lasciano andare a scuola i loro figli. I loro bambini indossano abiti sdruciti, molti di loro abbandonano o vanno a scuola sino alla seconda o alla terza elementare, e dopo rinunciano per iniziare ad aiutare i loro genitori."

Molti conoscono Mihaylova per il ruolo interpretato nella serie drammatica Casa di Vetro, dove era Maya, una ragazza rom. Il regista Dimitar Gochev ha presentato, per la prima volta in una serie bulgara, una trama basata sui Rom e sulle sfide sociali che devono affrontare.

Quando iniziò la carriera al Ministero degli Esteri, gli amici avvisarono Mihaylova di non rivelare le proprie origini, così "sarebbe stato più facile avanzare in carriera." Ma lei lo fece lo stesso.

Aggiunge: "Sentivo in qualche modo l'obbligo di lavorare più di qualsiasi altro; ho questo peso sulle spalle - cercare di cambiare gli stereotipi su di noi."

La famiglia di Mihaylova appartiene al clan Yerli - una comunità di mentalità aperta. Altri clan, come i Kalderash, rifiutano l'idea che le donne vadano a scuola o lavorino (SIC, conosco molte kalderasha, in Italia e altrove che non corrispondono a questa immagine stereotipata, ndr). Fermamente contrari alle influenze esterne, le ragazze dei clan Kalderash si fidanzano a 15 anni. L'ex marito di Mihaylova è di origine Kalderash e non voleva affatto che lei avesse una carriera.

"Per loro le donne sono soltanto dei beni - forse avete sentito che le vendono. Sposano le loro parenti quando sono giovani, così il loro denaro rimane in famiglia. Non lo sapevo finché non ho incontrato il padre di mia figlia. Non avevo amici nella comunità. Così, scoprii ad un certo punto che ero stata tagliata fuori da tutto." dice.

Continua: "Ero incinta di Madona, quando lui cambiò completamente. Era diventato geloso e tirannico. Non mi era permesso di alzare gli occhi da terra... Dev'essere stato così sin dall'inizio, ma prima non me ne accorgevo. Capisci, sei innamorata... Stavo studiando e non avevo altra scelta che sopportare fino all'opportunità data dal mio attuale lavoro. Il mio ex marito è un uomo di molti mezzi, ma non mi aiutò, perché io non obbedivo."

Mihaylova ha lottato per completare la sua istruzione. Ha frequentato le lezioni col bambino addormentato in un cesto al suo fianco, come se avesse paura che qualcuno potesse portarle via Madona.

L'esame per il posto al Ministero degli esteri ha cambiato la sua vita. C'erano molti candidati, ma alla fine venne scelta lei. Sorride tuttora ricordando quel punto di svolta.

Chiestole qual è il peggior problema della sua comunità, allora le si spegne il sorriso.

"I Rom sono tenuti nell'ignoranza e nella stupidità per ragioni politiche, vale a dire per essere usati durante le elezioni e corrotti con i soldi. Ne sono assolutamente convinta. I Rom sono tenuti apposta nell'ignoranza," sottolinea.

Le sue parole risuonano dei fatti legati all'educazione della comunità. Fu solo nel 2009 che ebbe inizio il primo programma anzionale per l'istruzione dei Rom.

"Tuttavia, lo scopo del programma era eccessivamente modesto," secondo un articolo del marzo 2013 su Duetsche Welle. Vi si legge: "Con un budget di poco superiore a 500.000 euro, il programma avrebbe raggiunto a fatica 1.200 rom"

Mihaylova ha una risposta sul perché questi progetti, rivolti all'integrazione dei Rom in Bulgaria, non hanno successo:

"Purtroppo, lo scopo della maggior parte dei partiti rom, o dei cosiddetti auto-proclamati leader, è di ottenere dividendi tramite alcuni eventi proforma, prendere voti e fare niente," dice. "Vendono i voti dei Rom senza avere richieste chiare. La nostra società rom ha bisogno di giovani che cambino questo modello di pensiero."

Mihaylova visita spesso gli insediamenti rom per entrare in contatto con la sua gente. Quello che la preoccupa maggiormente è il destino dei bambini.

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Di Fabrizio (del 02/08/2013 @ 09:07:08, in Kumpanija, visitato 2262 volte)

LA NUDA CRONACA: L'esito della II guerra mondiale era già cambiato, con la ritirata da Leningrado e lo sbarco anglo-americano in Normandia. In Polonia i Russi guadagnavano terreno ogni giorno. Per il grande esercito tedesco era già iniziato il richiamo dei riservisti. La notte tra il 2 e il 3 agosto, venne definitivamente liquidato dalle guardie naziste il campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Le cifre (discordi, tanto per cambiare) dicono di circa 3.000 Rom e Sinti gasati.

    Ricorrenze simili sono spiazzanti ad agosto (ogni agosto), mentre guardiamo i bambini giocare in spiaggia o i cani correre felici sulle colline. Un po' come festeggiare il natale in Brasile o in Australia. E tra una settimana, arriva per i milanesi un appuntamento simile, a due passi da casa mia.

Non voglio scrivere niente su questa comunanza, su questa storia che lega il mio popolo a quello dei Rom e dei Sinti. Perché sarei prolisso, cupo, e allora è meglio il silenzio.

    Perché chi può è giusto che si goda il casino dei bambini e dei cani, anche un momento di gioia può ricordare i tempi in cui erano più sfortunati. Godiamoceli ora.

Potrebbe essere un buon ricordo il concentrarsi sul silenzio, su chi ci è caro, su chi pagò quei tempi. Da anni i Rom e i Sinti commemorano il giorno con una candela accesa, questo si può fare e (credo di non mancare di rispetto a nessuno) si può scegliere una candela anti-zanzare, vista la stagione.

Insomma, non necessariamente questa

Il silenzio che vorrei: che ALMENO per un giorno la stampa e internet li lasciassero in pace, Rom e Sinti... questi ladri, sfigati, senza terra, che nessuno è mai riuscito a sterminare. Poi, domani, ricominciate pure, ma un giorno di tregua per rispettare il dolore è il minimo che può chiedere un essere umano. Vero che sono umani anche loro? Vero, che l'unica maniera per insegnare il rispetto è di praticarlo (almeno un giorno)?

Ma il silenzio, se dev'essere, che sia il nostro, di chi ha nella penna o nella tastiera un'arma. E se non voglio cadere nella cupezza, scelgo le parole tratte da un film, incredibilmente spiritoso e profondo:

... e rispetto ad Auschwitz mi sembra un punto vista leggero e interessante. D'altronde chi poteva esprimersi così se non un matto, sapendo che nei lager era una gara tra chi fosse messo peggio, tra matti, rom, sinti, ebrei e invalidi. Lasciamo a loro la parola, cerchiamo di imparare da loro

 Immagini dalla Polonia: 2 agosto 2011


 UNA CANDELA PER IL PORRAJMOS Di Sucar Drom

La notte tra il 2 e il 3 agosto 1944 le SS sterminarono gli ultimi sopravvissuti dello Ziguenerlager di Auschwitz - Birkenau. Migliaia di sinti e rom sono spinti nelle camere a gas e poi bruciati nei forni crematori.

Per commemorare l'atto finale della follia nazista e fascista ti chiediamo di accendere delle piccole candele sul davanzale della tua finestra la notte tra il due e il tre agosto. Perchè ciò non possa più accadere!

Il comandante del campo di steriminio, Rudolf Höss, scrive: "Nell'Agosto del 1944, rimanevano ad Auschwitz circa 4.000 zingari da mandare nelle camere a gas. Fino all'ultimo momento essi non sapevano che cosa li attendesse. Cominciarono ad orientarsi soltanto quando furono condotti al V° crematorio. Non era facile introdurli nelle camere a gas."

Verso mezzanotte lo spogliatoio era pieno di persone. L’inquietudine cresceva di minuto in minuto. Si sarebbe potuto credere di essere in un gigantesco alveare. Da ogni parte si sentivano grida disperate, gemiti, lamenti pieni di accuse: “Siamo tedeschi del Reich! Non abbiamo fatto niente!” […].
Moll ed i suoi aiutanti tolsero la sicura alle pistole ed ai fucili e spinsero a tutta forza e senza pietà le persone che intanto si erano spogliate, fuori dallo spogliatoio e dentro le tre camere a gas, dove dovevano essere uccise.
Mentre percorrevano l’ultimo corridoio molti piangevano per la disperazione, altri si facevano il segno della croce ed imploravano Dio.
[…] Anche dalle camere a gas si potevano ancora sentire per un poco grida disperate e richiami, finché il gas letale non fece effetto e spense anche l’ultima voce.
F. Müller, Sonderbehandlung. Drei Jahre in den Krematorien und Gaskammern von Auschwitz, p.107, Monaco, 1979.

Vuoi conoscere cosa è successo in Italia?
Visita il primo museo virtuale sul Porrajmos in Italia: www.porrajmos.it

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Di Fabrizio (del 03/08/2013 @ 09:09:46, in conflitti, visitato 1309 volte)

Da Roma_Daily_News

30/07/2013 - Con l'emozione di chi da bambino subì i blitz su Londra, durante cui perirono 40.000 civili sotto i bombardamenti, aerei teleguidati e i primi attacchi balistici di missili, desidero esprimere a voi riuniti a Hiroshima la nostra sincera solidarietà, nella comune posizione che ci unisce contro la guerra e ogni tipo di stragi e genocidi.

I bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki furono un crimine contro tutta l'umanità e mai devono essere dimenticati e ripetersi.

Come risultato dell'ascesa del nazismo in Germania nel 1933, i Rom ebbero oltre 500.000 morti sino al 1945. Quanto vediamo e temiamo oggi è un ritorno dello stesso insensato razzismo, intolleranza, la medesima denigrazione nei media, l'adozione di politiche di espulsioni, sgomberi e deportazioni che caratterizzarono il cosiddetto "Nuovo Ordine" in Europa sotto il fascismo. Se questa buia tendenza non viene fermata, può solo portare a un secondo Porajmos, un secondo genocidio.

Siamo quindi orgogliosi di essere associati con voi tutti in Giappone, oggi che lottate per la pace, tolleranza e armonia tra i popoli del mondo. Anche sapendo che questa sia una meta lontana, è nostro desiderio che, collegati per la prima volta con voi, ora possiamo andare avanti assieme, facendoci coraggio e compagnia in solidarietà, amando la strada che abbiamo scelto con fermezza, e che mai abbandoneremo.

Grattan Puxon
8 April Movement
Presidium member
International Romani Union


Vorremmo dedicare le nostre sincere condoglianze a tutte le vittime di guerre brutali, e mandare il nostro messaggio di solidarietà a tutti quanti sono convenuti a Londra per ricordare le vittime sinte e rom dell'Olocausto.

Il 6 agosto 1945, la bomba atomica fu sganciata su Hiroshima e uccise in un colpo solo 200.000 persone. Hiroshima osserva ora il 68° anniversario di quella giornata. In quella stessa Hiroshima stiamo tenendo la manifestazione in memoria delle vittime dell'Olocausto, assieme alle organizzazioni partner: il Movimento Internazionale Contro Tutte le Forme di Discriminazione e il Racism--Japan Committtee (IMADR-JC).

Oggi in Giappone alcuni politici e gruppi di destra propagandano più apertamente le loro teorie negazioniste sui fatti del massacro di Nanchino o giustificano il sistema delle "schiavi del sesso per i militari", opera entrambe dell'esercito giapponese durante la II guerra mondiale.

Tutti noi sappiamo che ogni tentativo di negare i fatti storici o di cancellare la memoria, riporterebbero il mondo e l'umanità ad una situazione critica e pericolosa. E' giunto per noi il momento di entrare in azione perché non scoppino più guerre e per sradicare tutte le forme di discriminazione, inclusa il peggioramento della situazione discriminante per i Rom in Europa. Ognuno di noi in quanto singola persona è piccola, ma non impotente. Facciamo uno sforzo per realizzare un mondo che rispetti la dignità umana per tutti.

2 agosto, 2013
Kazufumi Oki
Chairperson
Hiroshima Organizing Committee for the Realization of the UDHR
(Universal Declaration of Human Rights)

Kinhide Mushakoji
President
IMADR

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Di Fabrizio (del 04/08/2013 @ 09:02:01, in Kumpanija, visitato 1664 volte)

  • Tutto comincia da una frase innocente, che sento ripetere spesso da amici e conoscenti di origine rom: "Non siamo tutti uguali."
  • Secondo flash: "Non demordiamo ma i tempi sono cupi e purtroppo gli stessi Rom non si rendono conto che l'unica vera grande ricchezza è la nostra cultura e se muore non avremo nulla da rivendicare. Tutti si dedicano al sociale e nessuno all'arte e ad elevare e promuovere la cultura." scrive Santino Spinelli.

E perché tutti si dedicano al sociale? Forse, perché c'è una situazione che perdura da decenni, e l'età media di un rom difficilmente arriva ai 60, e c'è chi muore per i morsi dei topi, chi per un incendio (accidentale o no), chi per inedia. Insomma, la situazione di questa minoranza (in tutto il continente) è di una vera e propria crisi sociale. Prima che dire se sia giusto o sbagliato, è quantomeno LOGICO e CONSEGUENTE che la cosa possa e debba preoccupare, a volta in modo giusto a volte in modo sbagliato.

  1. Alla stessa maniera, sospetto che esistano modi giusti e modi sbagliati di occuparsi di CULTURA, partendo dalla considerazione che i due termini (SOCIALE e CULTURA) non siano disgiunti, ma almeno a livello teorico vadano tenuti assieme, se non altro per provare a risolvere la situazione attuale di isolamento e discriminazione (culturale e sociale) di tutti i romanì.
  2. Il secondo nodo è quel "Non siamo tutti uguali", che non è solo un giudizio morale. Una comune origine etnica in un'Europa così sfaccettata socialmente, non può essere il viatico per unire assieme l'artista ricco e/o famoso e chi sopravvive a stento e mai è andato a scuola.

C'è un terzo punto e riguarda chi non è e non sarà mai rom o sinto, ma che come loro è destinato ad interagirvi: che immagine si può avere di questo popolo, quali i suoi aspetti da evidenziare?

Ho raccolto in ebook le testimonianze di giovani rom di tutta Europa, e notavo che da un decennio circa sta emergendo anche tra loro il nucleo di una futura borghesia, cioè di quella classe media che in passato ha accompagnato lo sviluppo dei nostri popoli in Occidente. Con tutte le ambiguità e imprecisioni nel definire come "borghesia" questo nucleo nascente, e la confusione aumenta in quanto non è tuttora possibile definire dove finisca il concetto di "borghesia" come classe produttiva ed intellettuale, e dove inizi il concetto di (sempre ipotetica) "classe dirigente".

"Classe dirigente" è un termine che adopero in quanto passare da LUMPENPROLETARIAT a CLASSE INTEGRATA provoca sempre e in chiunque cambiamenti di visione e di appetiti. Insomma: ci sono aspetti positivi in questo cambiamento, altri più complicati.

Spiego meglio quel "classe integrata": se, come avviene quasi sempre, l'integrazione passa per lo stomaco pieno - prima che da qualsiasi altra ragione identitaria, potremmo ragionare sulla storia nostra: a partire dal rivoluzioni di fine secolo XVIII - inizio secolo XIX, la borghesia in tutto l'Occidente emarginò l'aristocrazia e assunse nei singoli stati nazionali un ruolo dirigente, in senso politico, economico e culturale.

Ma il confronto non riguardò esclusivamente borghesia e aristocrazia: c'erano (ci sono tuttora) le plebi e il proletariato. La borghesia si ritagliò il proprio ruolo dirigente, facendosi forza della situazione di privazione estrema (culturale, economica, politica) di queste due classi, ed usandole come massa di sfondamento, suonando la ritirata quando le loro rivendicazioni superavano la soglia del conflitto e dell'interesse borghese, e tradendo spesso e volentieri le promesse iniziali. Il tutto, ovviamente, riassunto in maniera molto sintetica.

Da questo rapporto di forza, discende anche la questione di chi rappresenta chi. Cioè, chi scrive di proletariato, i loro rappresentanti nei parlamenti, ecc. quasi mai appartengono a quella classe, lo stesso vale per chi fa loro scuola, per chi realizza i programmi televisivi o le riviste destinate a loro.

Succede così, è abbastanza ovvio, che chi si auto-proclama rappresentante di quell'umanità negletta che sono rom e sinti, abbia fatto una scelta per censo più che etnica. Ha bisogno, come ne ha bisogno il terzo settore - come ne ha bisogno la politica - come ne ha bisogno l'università, di una fetta negletta di umanità, per avere uno scalino ulteriore nella sua personale scalata, artistica, economica, culturale.

  • Ma puntualmente, se gli si chiede (noi gagé siamo ignoranti, purtroppo), un parere, un contributo anche personale (perché anche noi gagé non ce la facciamo più), ecco che mi sento dire: il problema è un altro (il problema è sempre un altro, gliel'abbiamo insegnato noi gagé), quella è gente ignorante. IGNORANTE, parola chiave, come una cartina al tornasole, che mi restituisce la dimensione di un nascente conflitto di classe, in una società che le classi come le intendiamo noi non le aveva ancora conosciute.
  • L'altro aspetto di questo conflitto in nuce, è che se vado a parlare con gli IGNORANTI, mi diranno con pochi giri di frase: "Se non vivi la nostra realtà, non puoi capire. Quella gente (gli ISTRUITI, ndr.) non ci rappresenta."

E allora, chi rappresenterà questa gente, cioè LA PIETRA DELLO SCANDALO? Chi può farlo lontano da grezzi interessi?

Non ho risposta, perché il problema è tuttora irrisolto anche per la NOSTRA di società.

L'unico suggerimento che mi sento di dare, è capire quanto può essere grande e comprensivo il concetto iniziale CULTURA. Se si fosse in grado di capire che anche il ghetto, anche la deprivazione, producono cultura e la fanno circolare, il confronto potrebbe continuare.

E poi non dite che non vado a cercarmele!

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Di Fabrizio (del 05/08/2013 @ 09:09:09, in Regole, visitato 1232 volte)

Segnalazione di Giacomo Marino

- Patrizia Maiocchi - 1 agosto 2013

Il blog razzista è un'associazione per delinquere. Per la Corte di Cassazione le pene per i reati associativi, previsti dalla legge 654/1975 in linea con la Convenzione di New York (modificata dalla legge 205/1993) sono estensibili alle comunità virtuali, dalle chat ai social network, che incitano all'odio razziale. Messaggi tanto più efficaci proprio perché affidati alla forza comunicativa delle nuove tecnologie.

La Suprema corte (sentenza 33179, depositata ieri) respinge il ricorso del coordinatore di un sito internet finalizzato a ingrossare le fila dei sostenitori della superiorità della razza. L'imputato chiedeva di essere assolto in nome della libertà di pensiero e negava la giurisdizione del giudice italiano perché il sito-madre era stato costituito negli Stati Uniti e operava su un server estero. Inoltre rivendicava il diritto ad essere trattato al pari di un direttore di giornale.

Contestazioni che la Cassazione non ha difficoltà a smontare. Il collegio della III sezione specifica che il giudice italiano è competente a esprimersi sulla diffamazione aggravata dall'odio razziale, anche nel caso in cui il sito web sia stato registrato all'estero, purché l'offesa sia stata percepita dai fruitori che si trovano in Italia.

Nel caso esaminato l'attività del ricorrente e dei suoi supporter aveva diversi scopi: fare proseliti, istigare a compiere azioni dimostrative nel territorio italiano, raccogliere fondi per la "causa" e dare giudizi sulle persone o sugli episodi. Uno dei punti forti degli "opinionisti" era quello di bollare come "traditori" e "delinquenti italiani" i sostenitori dell'uguaglianza e dell'integrazione con gli immigrati. Cade naturalmente anche la pretesa di avere la tutela costituzionale che garantisce la libera manifestazione del pensiero e di associazione: entrambe vengono meno quando la libertà viene male usata per istigare alla discriminazione. Nessuna possibilità per il ricorrente di essere assimilato al direttore di un giornale: in primo luogo, perché era stata riconosciuta la sua responsabilità come organizzatore e moderatore del blog incriminato, poi perché la stessa Cassazione ha chiarito (sentenza 23230/2012) che il blog non rientra nella definizione di "stampato    ".

Per finire, i requisiti di stabilità e di organizzazione propri di un sito internet, rendono la comunità virtuale idonea a configurare l'associazione per delinquere. "Il minimum organizzatorio necessario a integrare l'associazione a delinquere nelle diverse sfaccettature analizzate dalla giurisprudenza si modula in maniera specifica per le realtà associative cosiddette "in rete", le quali utilizzano le nuove tecnologie, privilegiando l'uso dei blog, chat o virtual communities in internet, non potendosi per tali strutture ricercare quella fisicità di contatti tra i partecipi, tipica dell'associazione a delinquere di tipo, per così dire classico".

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Di Fabrizio (del 06/08/2013 @ 09:04:31, in Italia, visitato 1153 volte)

di Centro Sociale Sos Fornace su MilanoinMovimento

Un'opera essenziale per Expo 2015
Il 15 luglio scorso le ruspe sono entrate in azione nell'insediamento rom di via Monte Bisbino al confine con Baranzate. In un paio di giorni buona parte delle case costruite dagli stessi abitanti, che avevano acquistato quei terreni trent'anni fa, sono diventate un cumulo di macerie per fare spazio allo svincolo Expo previsto dal secondo lotto del collegamento tra la SS11 all'altezza di Molino Dorino e l'A8 Milano - Laghi. Si tratta di un'opera considerata essenziale nel dossier di candidatura di Expo 2015, che devasterà la città di Pero all'altezza della fermata della MM1 Molino Dorino (formalmente territorio di Milano, ma sul confine con il Comune di Pero) tagliando in due il centro abitato, e proseguirà con un tunnel sotto l'area di Cascina Merlata per poi riemergere dietro al Cimitero Maggiore dove si diramerà una viabilità di servizio funzionale al nuovo quartiere residenziale previsto dall'adp di Cascina Merlata. Il tutto per un costo complessivo di 150 milioni di euro di cui 30 milioni a carico di Regione, Provincia e Comune di Milano; più o meno quanto il Comune di Milano conta di ricavare dall'aumento degli abbonamenti ATM che scatteranno a settembre per ripianare i buchi di bilancio.

Un'offerta che non potevano rifiutare
Il 21 dicembre 2011 Infrastrutture Lombarde spa notifica gli espropri alla famiglie di via Monte Bisbino e stabilisce un prezzo di esproprio pari a 7 euro al metro quadro in quanto la destinazione d'uso di quei terreni all'epoca era agricola. Successivamente - nel maggio 2012 - il Comune di Milano approva il PGT, che rende quei terreni edificabili permettendo ai nuclei familiari interessati dall'esproprio di rinegoziare gli indennizzi. A questo punto, l'offerta di Infrastrutture Lombarde spa sale a 30 euro al metro quadro per i proprietari dei terreni, più un'indennità aggiuntiva di 70 euro al metro quadro per le famiglie occupanti decisa con un provvedimento straordinario del Commissario Unico di Expo Giuseppe Sala e, il giorno della consegna degli assegni, i funzionari di Infrastrutture Lombarde spa si presentano con ruspe e forze dell'ordine al seguito per mettere subito in chiaro alle circa 200 persone interessate dall'esproprio, che si trattava di un'offerta che i rom non potevano rifiutare.

Dopo lo sgombero
Successivamente allo sgombero, alcune famiglie hanno acquistato i terreni ai lati del tratto espropriato. Altri hanno preso delle abitazioni in affitto a Baranzate; abitazioni trovate non senza difficoltà (per usare un eufemismo), perché nell'Italia razzista che vede il vice presidente del Senato dare dell'orango a un Ministro della Repubblica perché nera, mentre altri le lanciano delle banane mentre parla dal palco della festa del PD, se sei rom nessuna ti affitta un'abitazione a meno che tu non abbia un terzo che garantisca, meglio se un ente pubblico. Per cui quando le agenzie immobiliari capivano che si trattava di rom, gli appartamenti risultavano "magicamente" non più disponibili obbligando le famiglie rom a cercare qualcuno che affittasse in nero delle abitazioni. Una volta finiti i soldi ricevuti come corrispettivo dell'esproprio l'alternativa per le circa 200 persone sgomberate sarà la strada.

Expo 2015 e la pulizia etnica dei rom
Quando nel 2009 l'ex sindaco di Rho, Roberto Zucchetti, presidente del Patto del territorio nord ovest Milano in vista di Expo 2015 - a cui ha aderito anche il Comune di Baranzate - incontrò l'allora sindaco di Milano Letizia Moratti nella sua qualità di commissario straordinario per l'Expo, chiese che in vista del grande evento vi fosse un "raccordo operativo sulle azioni nei confronti dei campi nomadi" tra i comuni del Patto e quello di Milano. lo sgombero di via Monte Bisbino si inserisce in questo quadro - ma anche quelli di via Triboniano e via Barzaghi interessati dalla viabilità di accesso al sito Expo, oltre a via Novara dove sorgerà uno dei parcheggi remoti per l'esposizione universale.

L'insediamento di via Monte Bisbino si trova da un punto di vista amministrativo sul territorio del Comune di Milano, ma essendo sul confine con il Comune di Baranzate è questo a dover affrontare l'emergenza generata dallo sgombero effettuato per fare spazio allo svincolo per Expo.

Marco Granelli, assessore alla sicurezza del Comune di Milano, ha garantito al Comune di Baranzate l'impegno dell'amministrazione Pisapia per impedire che si stabilizzino altri insediamenti, anche attraverso l'inserimento dei rom nei progetti di integrazione che il Comune di Milano ha già in itinere. La verità, però, è che non esiste alcuna strategia sociale della giunta Pisapia - rispetto a progetti di integrazione e di inserimento scolastico e lavorativo - perché quando si parla di rom l'unica strategia adottata dalle amministrazioni locali è quella dello struzzo, che ha come corollario quello di delegare alla Prefettura e alla Questura il compito di risolvere la questione con l'uso della forza pubblica.

Pubblicato da Furio_MiM il 5 agosto 2013.

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Di Fabrizio (del 07/08/2013 @ 09:04:49, in blog, visitato 1204 volte)

Un paio di anni fa, faceva furore in rete un video slovacco dove un cane sarebbe stato maltrattato da presunti ragazzi rom.

Questa una traduzione approssimativa del testo tramite GOOGLE TRANSLATOR:

    ho guardato la televisione rapporti Ahi,dove i bambini vittime di bullismo compagno di stanza. Mi venne in mente che noi vi invieremo un link al video, dove i bambini sono molestati irragionevolmente piccolo cucciolo.
    Cucciolo aveva frustato corda attorno al collo, seguito da uno dei figli (ovviamente con l'aspettativa degli altri) e versò della benzinacane ha cominciato a bruciare.
    Questo video è davvero disgustoso e terribile, è stato girato in Slovacchia, ma mi ha ricordato di Mira R. Rabca di che con i suoi amici uccisi Legare un cane. Il caso è di interesse anche alle autorità competenti. Più qui.

Naturalmente in Italia la notizia venne ripresa dal famigerato sito Resistenza nazionale - Tutti i crimini degli immigrati. Nel frattempo il video originale è stato rimosso. Già allora notavo che:

  1. Nel testo non si parlava di Rom o Sinti.
  2. Episodi simili sono denunciati quasi ogni settimana anche in Italia, ma non mi risultava che i colpevoli appartenessero ad un'etnia specifica.
  3. L'anno precedente aveva fatto scandalo il caso, avvenuto in Slovenia o in Croazia, della figlia di un professionista (gagio) che per gioco aveva annegato nel fiume una cucciolata.

E già allora c'era una discreta confusione mediatica, come appare in un altro post sempre di quel periodo.

Da qualche giorno spopola una notizia simile veicolata da Mattinonline.ch (sembra che agosto sia un periodo favorevole al filone "lo zingaro è il peggior nemico del nostro migliore amico").

Ma, questo è quello che preme, è vero o no? Non c'è verso di saperlo. "Mi sembra" una bufala, e il mio giudizio non nasce da antirazzismo, ma con la frequenza quotidiana con notizie simili:

  • dal punto di vista giornalistico (ammesso che oggi valga ancora qualcosa) mancano dati fondamentali, come il QUANDO e il DOVE preciso;
  • nessun'altra fonte ha riportato la notizia, si scrive che c'erano testimoni ma nessuno di loro è stato intervistato, si parla di associazioni, ma nessuna di loro ha emesso un comunicato. Mi sembra strano;
  • noto un "sottilissimo..." intento provocatorio nel titolo, nell'immagine scelta, e nel dare la responsabilità dell'accaduto a una precisa comunità, senza alcuna prova;
  • infine sulle pagine del canile Muratella (vedi QUI e QUI)  non c'è traccia dell'evento.

Insomma, sospetti di bufala ma non prove. Fate voi

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Di Barbara Breyhan (del 08/08/2013 @ 09:08:28, in casa, visitato 1011 volte)

La comunità rom rumena della città di Baia Mare da anni vive un rapporto tormentato con l'amministrazione comunale, testimoniato in passato su Mahalla. Ecco una nuova puntata dal sito di Amnesty.it

© ANDREI PUNGOVSCHI/AFP/GettyImages

7 agosto 2013 - Il 5 agosto 2013, 15 famiglie rom per un totale di almeno 60 persone hanno subito uno sgombero forzato nella città di Baia Mare e sono rimaste di conseguenza senza casa.

Le 15 famiglie vivevano nell'insediamento di Craica, uno dei più grandi della Romania. Il 2 agosto, la polizia locale aveva notificato l'ordinanza di sgombero a 30 nuclei familiari, sostenendo che i residenti erano privi di titoli di proprietà. Se avessero demolito autonomamente le loro case, avrebbero avuto il permesso di costruirne di nuove in un'altra zona di Craica. Dodici famiglie hanno rifiutato e le loro abitazioni sono state abbattute dai bulldozer, mentre alle tre che hanno accettato - come del resto alle altre - non è stato fornito alcun alloggio alternativo.

Le 15 famiglie, che comprendono numerosi neonati e bambini, si trovano in mezzo alla strada. Le autorità non stanno facendo nulla per aiutarle.

Le altre 15 famiglie che hanno ricevuto l'ordinanza potrebbero essere sgomberate da un giorno all'altro.

Approfondisci la campagna per i diritti dei rom in Europa

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