Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 08/11/2008 @ 09:28:59, in Italia, visitato 2196 volte)

Ricevo da Veniero Granacci

INCONTRO PUBBLICO DI RIFLESSIONE
GIOVEDI 13 NOVEMBRE 2008 –
Ore 21.00
a Metromondo: Via Ettore Ponti, 40 Milano

"Il razzismo è un cancro dell'umanità"
ESPERIENZE DIRETTE DI VITA A CONFRONTO...

Partecipano:
· HADIARA GUIEBRE, sorella di Abdoul, il giovane di origine del Burkina Faso ucciso a Milano;
· PAOLA DELL’ERBA, artista-cantante, argentina;
· DIJANA PAVLOVIC, attrice-mediatrice culturale, romnì serba.
Conduce: PAP KOUMA, scrittore senegalese.
L’incontro sarà preceduto dalla proiezione di un breve documentario a tema, a cura del collettivo Cineforum di Metromondo.

ARCI METROMONDO
Via Ettore Ponti, 40 - 20143 Milano - tel./fax 0289159168
metromondo@tin.it www.metromondo.it

IN COLLABORAZIONE CON ANPI BARONA
http://anpibarona.blogspot.com/

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Di Fabrizio (del 08/11/2008 @ 09:44:35, in scuola, visitato 1505 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

articolo tratto da Osce.org - nella foto: Redzep Ali Cupi nella sua casa di Gostivar, 26 luglio 2007

"La cosa più importante per la mia comunità, i Rom, è l'istruzione," dice Redzep Ali Cupi.

Redzep, 24 anni, ha ragione di essere preoccupato sull'istruzione dei Rom in Macedonia. Il 33% dei Rom non è riuscito a completare l'istruzione primaria, secondo il rapporto nazionale 2005 dell'Obiettivo di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite.

La mancanza di istruzione proviene da un certo numero di fattori collegati, come le deprivate condizioni economiche, svantaggi linguistici, pregiudizio contro i Rom, mancanza di motivazione e di applicazione delle leggi sull'istruzione obbligatoria. Senza un'istruzione adeguata, le opportunità per l'impiego e l'integrazione nella società maggioritaria sono limitate.

Ma il giovane avvocato vede davanti a sé dei miglioramenti. Ritiene che l'attuale processo di decentralizzazione del paese, iniziato ufficialmente nel giugno 2005, può fare la differenza.

Vede segni di progresso anche all'interno della comunità rom: "Negli ultimi 10 anni, ha messo molti sforzi nel far crescere la consapevolezza pubblica nell'aumento del numero dei Rom istruiti."

Decentralizzazione: chiave di svolta
La  decentralizzazione intende dare sempre più poteri all'auto-governo locale per venire incontro ai bisogni dei cittadini. "Attraverso la decentralizzazione, le comunità etniche più piccole finalmente hanno la possibilità di partecipare direttamente al processo decisionale locale, permettendo loro di risolvere tematiche come quelle dell'istruzione."

Ritiene anche che lo Stato dovrebbe sostenere lo sforzo di lavorare con la società civile per aumentare il livello dei tassi di istruzione e di impiego tra i Rom.

Redzep ha fatto sua l'importanza di una buona istruzione. Sta per laurearsi alla Facoltà di Legge di Skopje e spera di proseguire gli studi in legge all'estero. Dopodiché, intende ritornare per usare in patria le sue capacità professionali.

"Armato di conoscenza e capacità, si ha il potere," dice Redzep. "Questo potere dovrebbe essere condiviso col resto della comunità, per stabilire una buona qualità di vita e armonia tra tutti i componenti."

Insegnando la legge
Redzep sta già adoperando le sue conoscenze e capacità per migliorare la situazione dei Rom. Presso "Arka", un'OnG che promuove i diritti dei Rom, fa assistenza nell'ottenere i loro documenti di identificazione personali.

E' anche aiuto formatore per un progetto finanziato dalla Missione OCSE a Skopje, volta a migliorare le capacità professionali dei consiglieri di Suto Orizari, l'unica municipalità in Europa dove i Rom sono la maggioranza. Insegna le leggi importanti per il governo locale che dovrebbero guidare il lavoro di tutti i giorni.

 "A causa del mio entroterra etnico e dell'energia che ho, ho deciso di coinvolgermi nel costruire capacità. Il mio obiettivo è di aprire la strada verso una società di benessere - per la mia comunità e per tutti gli altri," dice Redzep.

Percezione del cambiamento
Ramadan Berat, Assistente Anziano sulle Tematiche Rom per la Missione OCSE, è incaricato dell'esecuzione del progetto ed è felice della partecipazione di Redzep.

"Quello di cui i Rom hanno più bisogno per compensare il loro basso status sociale, è aumentare l'interazione tra i singoli Rom e le istituzioni nella società maggioritaria," dice. "Il coinvolgimento di gente come Redzep Ali Cupi genererà un cambio. I membri della comunità Ro diventeranno creatori di politiche, invece che oggetto del processo decisionale."

"Dopo il soddisfacente completamento dei suoi studi, Redzep sarà il modello di inclusione che metterà insieme Rom e non-Rom per discutere, articolare, difendere e negoziare le loro opinioni ed interessi."

Redzep ritieene che i giovani pieni di entusiasmo ed energia possono far progredire la società, mentre l'esperienza dei più anziani può offrire un'assistenza impagabile. "Se si potesse creare una sinergia tra la capacità e la conoscenza dei giovani e l'esperienza dei loro anziani, nessuno si sentirebbe rifiutato nella società."

Written by Borce Manevski

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Di Fabrizio (del 08/11/2008 @ 15:35:56, in Regole, visitato 1551 volte)

Da Tiscali notizie

Roma, 7 nov. (Apcom) - Via libera alla videosorveglianza e alle ronde di cittadini in materia di sicurezza. E' stato approvato nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato l'emendamento della Lega che permette agli Enti locali di "avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini al fine di segnalare agli organi di polizia locale ovvero alle forze di polizia dello Stato, eventi che possono arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale e cooperare nello svolgimento dell'attività di presidio del territorio".

Ritirato, invece, su richiesta del governo, l'emendamento sempre del Carroccio che prevedeva la possibilità di referendum locali per l'apertura di nuovi campi nomadi o di moschee e luoghi di culto di altre religioni che non hanno stipulato accordi con lo stato. La Lega, comunque, si riserva la possibilità di ripresentare la proposta di modifica in Aula, visto che il termine per la presentazione di emendamenti scade martedì.

Sarà consentito inoltre, agli enti locali, l'utilizzo di sistemi di videosorveglianza "in luoghi pubblici o aperti al pubblico" per la tutela della sicurezza urbana: la conservazione dei dati, oggi consentita per 24 ore, si estende ai 7 giorni successive alla rilevazione, salvo un prolungamento che "non può comunque superare i quattordici giorni".

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Di Fabrizio (del 09/11/2008 @ 08:52:08, in Italia, visitato 2050 volte)

Ricevo da Flora (QUI il file.pdf)

Università degli Studi di Firenze - Facoltà di Giurisprudenza

Da qualche secolo la coesistenza con "zingari", "nomadi", "Rom" è un problema irrisolto della società europea. Inconciliabile "diversità culturale"? Irriducibile
pregiudizio e intolleranza? Qualunque prospettiva si adotti, è inevitabile osservare come l'azione politica si trovi a ricorrere agli strumenti del diritto, confrontandosi con i suoi vincoli e limiti.

In otto incontri, aperti a tutti, chi voglia comprendere cosa gli Stati hanno fatto, e possono fare, rispetto alla "questione zingara", avrà a disposizione un'occasione di confronto con persone che, da vari punti di osservazione, hanno cercato di interpretare fatti e contesti.

Gli incontri si svolgono presso il Polo delle Scienze Sociali di Novoli, palazzina D5, aula 0.10.
Per informazioni:
Università degli Studi di Firenze
Dipartimento di Diritto Comparato
e Penale, via delle Pandette 35,
50127 Firenze
e-mail: francesca.mariani@unifi.it

LEZIONI APERTE
Venerdì 14 novembre, ore 12.00, "Modernizzazione giuridica e 'questione zingara' nella formazione degli ordinamenti europei", lezione introduttiva di Alessandro Simoni.

Sabato 15 novembre, ore 9.00, "L'identità rom nella prospettiva dei giuristi: esiste una specificità italiana?", lezione introduttiva di Alessandro Simoni.

Giovedì 20 novembre, ore 12.00, "Una libertà ripugnante? Mendicità, Rom e politiche di 'legalità urbana' in Italia, Inghilterra, Francia e Stati Uniti", lezione-discussione con Alessandro Simoni.

Venerdì 21 novembre, ore 12.00, "Una pregiudiziale antizingara nella cultura delle istituzioni?", lezione-discussione con Eva Rizzin, OsservAzione. Centro di ricerca azione contro la discriminazione di Rom e Sinti.

Sabato 22 novembre, ore 9.00, "Le ordinanze 'emergenza nomadi': diritto, anti-diritto o politica?", lezione-discussione con Nazzarena Zorzella, avvocato in Bologna, e Costanza Hermanin, Ricercatrice, Istituto Universitario Europeo.

Giovedì 27 novembre, ore 12.00, "La mitologia antizingara e la macchina del diritto", lezione-discussione a partire dal volume di Sabrina Tosi Cambini, La zingara rapitrice. Racconti, denunce, sentenze (19862007), Roma, CISU, 2008. Partecipano l'autrice e Carlotta Saletti Salza, antropologa, Università di Torino.

Venerdì 28 novembre, ore 12.00, "La costruzione del 'problema zingaro' e la partecipazione politica di Rom e Sinti", lezione-discussione con Nando Sigona, ricercatore presso il Refugee Studies Centre, University of Oxford .

Sabato 29 novembre, ore 9.00, "I Rom e lo Stato. Una prospettiva storico-antropologica", lezione-discussione con Leonardo Piasere, professore di antropologia culturale nell'Università di Verona.

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Di Fabrizio (del 09/11/2008 @ 09:25:42, in Italia, visitato 2321 volte)

(AGO PRESS) "La Zingara rapitrice" è il tema di una conferenza stampa che si terrà lunedì 10 ottobre (alle 12.30 ndr) a Roma presso la sala Marconi della Radio Vaticana. Promossa dalla Fondazione Migrantes, sarà l'occasione per presentare una ricerca commissionata al Dipartimento di Psicologia e Antropologia Culturale dell’Università degli Studi di Verona sui presunti tentati rapimenti, addebitati ai rom nell’arco di tempo che va dal 1986 al 2007 in Italia. I casi sono stati individuati e analizzati partendo dalle notizie fornite dalla stampa nazionale e esaminati attraverso la consultazione dei fascicoli nei diversi tribunali italiani. Il risultato principale che emerge dalla ricerca è che "non esiste alcun caso in cui viene commesso un rapimento. Nessun esito, infatti, corrisponde ad una sottrazione dell’infante effettivamente avvenuta e provata oggettivamente. Anche laddove si apre un processo, il fatto contestato viene sempre qualificato come delitto tentato e non commesso, le cui circostanze aprono ad una complessa valutazione - all’interno della quale possono a volte far capolino le categorie del senso comune - dell’esistenza o meno della volontà dolosa".

Durante la conferenza stampa saranno presentati anche i dati di un’altra ricerca volta a verificare quanti bambini figli di rom e sinti siano stati dati in affidamento e/o adozione dai tribunali dei minori italiani a famiglie "gagè", non zingare.

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Di Fabrizio (del 09/11/2008 @ 09:32:43, in sport, visitato 1753 volte)

"Effettivamente, se stasera bruciassero le tende degli zingari, domani potremmo vincere la partita di calcio… Se brucia anche la casa di Andrei, che è fortissimo, domani non verrà a scuola".
Questo pensavo ieri sera, dopo aver origliato le discussioni da grandi che mio padre faceva nella tavernetta con i suoi amici. Mi aveva detto: "Andrea, vai in camera tua che dobbiamo fare discorsi da grandi!" Ero già molto agitato perché oggi si doveva giocare ancora, a scuola, una partita del torneo di calcetto.

Ieri pomeriggio mio padre aveva occupato il telefono per più di due ore. Appena metteva giù la cornetta, il telefono squillava di nuovo e papà urlava: "Adünansa… ci troviamo da me, prima di cena, vedi di trovare anche Giuanin il Viscunt e il Vunsc, Magher, Ratt, Tigher, Diaul, Busciun, Quader, Esercent, tucc!".
Tra tutti i sopranomi che avevano gli amici di papà Esercent era quello che mi piaceva di più. Sembrava il nome di un rapper d’oltreoceano. Gli amici chiamavano mio padre Parabula, forse perché ogni volta che iniziava un discorso diceva: "Par esempi…". Invece la mamma diceva che lo chiamavano così perché era un po’ la sua storia di impegno politico. E mia madre chiamava Parabula anche lo zio, il fratello del papà, che è nel sindacato. Ieri sera erano tutti lì, tranne lo zio, nella tavernetta di sotto, e Giuanin diceva: "Dobbiamo mandarli via quei baluba. Quelli che rubano nelle case e rubano i bambini e ammazzano la gente… zingari comunisti mangiabambini…"
Il mio sogno è quello di fare il calciatore. E sogno di fare gol come Mutu. Lo avevo visto quando ero andato allo stadio con il nonno, a San Siro. Il nonno m’aveva detto: "Si va allo stadio, Andrea. Per vedere il bel calcio e fare festa".

Oggi invece, a scuola, si doveva giocare contro quelli della sezione B, fortissimi. E sono diventati ancor più forti da quando è arrivato Andrei, “il rom”. Io invidio Sergio, il mio amico d’infanzia, non mi vergogno e gliel’ho detto in faccia. Sergio è il mio vicino di casa e siamo stati compagni di classe fino all’anno scorso. Poi Sergio ha cambiato sezione da quando mio padre aveva detto, alla riunione coi genitori, che la sezione A doveva rimanere degli italiani e non si dovevano inserire ragazzi stranieri. "E nemmeno terroni…" aveva aggiunto papà a denti stretti mentre si sedeva. Ma ormai gli altri genitori l’avevano sentito ed il padre di Sergio ha deciso di spostare suo figlio in un’altra classe.
Sergio fa le vacanze estive dai nonni a Palermo. Nella sezione B ha in classe un cinese, un marocchino, due filippini, un romeno e due zingari “rom”. "I rom non sono romeni", dice Sergio. Glielo ha spiegato Gabriel, il compagno romeno. Ma Andrei e Sergiu, i due rom, vengono dalla Romania. Giocano benissimo a pallone. Arrivano ogni giorno a scuola con un pulmino. Vivono in un campo nomadi in delle “tende provvisorie”. Li hanno mandati via dalle baracche di un altro campo.
"Sono un po’ vivaci, come noi" dice Sergio. E sono anche fortissimi nella corsa e nel calcio.

Sotto, nella tavernetta, mio padre stava urlando parolacce, ieri sera.
E domenica gioca il Milan, andremo allo stadio… Anche lì papà dice le parolacce…
Ieri sera papà ha tirato fuori la maglietta con la scritta: Tegn dur contro il sud magrebino. "Non si sa mai", ha detto alla mamma.
Quella maglietta papà l’ha comprata qualche anno fa, a una festa dove erano tutti vestiti di verde, come dei marziani o come la squadra dell’Irlanda. C’era un rito dell’acqua e tutti che gridavano: "Fuori i terroni dall’Italia, fuori l’Italia dalla Padania, fuori la Padania dall’Italia, e fuori l’Italia dall’Europa…". Poi col tempo hanno cambiato, gridano lo stesso, ma cose tipo: "Fuori gli zingari dall’Italia” e "Tutti i baluba a casa loro".
Ricordo che c’era quella volta un uomo col fazzoletto verde che urlava al microfono: "Noi quella gente non la vogliamo, padroni a casa nostra, stiamo bene da soli…".
Io pensavo che è triste vivere da soli. Si era agitato per un’ora quel signore col microfono. E tutti si agitavano con le bandiere quando lui alzava la voce, diciamo ogni due minuti circa. Aveva sbagliato qualche congiuntivo il signore col fazzoletto, ma ho capito che non era il momento per farglielo notare a mio padre.
Papà era impegnato a urlare, con bandiera verde legata al collo e con il volto rosso carminio: "Se-ces-siò-ne, Se-ces-siò-ne, Se-ces-siò-ne".
C’erano tutti a urlare e agitare bandiere: Giuanin il Viscunt, il Vunsc, Magher, Ratt, Tigher, Diaul, Busciun, Quader, Esercent. Col ritmo un po’ rap. "Se-ces-siò-ne, Se-ces-siò-ne, Se-ces-siò-ne". Il via alle urla l’aveva dato ancora l’uomo col microfono. Quello con la voce rauca, quello che poi mio padre aveva messo sul desktop del computer, a casa. La foto di quell’uomo vestito da Zio Sam con la scritta: "Mì te voeuri!"
Ogni volta che accendevo il pc mi ritrovavo la faccia di quell’uomo, con il cilindretto, il frac e il dito puntato minaccioso: "Mì te voeuri!". Altro che uomo nero. L’uomo verde ad ogni accensione del computer: "Mì te voeuri… mì te voeuri!" Era diventato l’incubo dello schermo, il tormento del monitor. "Mì te voeuri…?" In qualche modo l’uomo verde se l’era preso, mio padre. Infatti papà ogni tanto tornava la sera in garage vestito di salopette, come un imbianchino, sporco di vernice bianca e verde. E sentivo che diceva alla mamma che lo aspettava con il vin brulé: "Che ciulada sul cavalcavia!".
Scriveva sui muri di cemento cose tipo "Padania libera, Padania ai padani" e altri slogan sentiti al rito dell’acqua. Lo zio sindacalista, prendendolo in giro, le chiamava "installazioni artistiche".
Non penso che lo chiameranno mai alla Biennale di Venezia per una scritta da cavalcavia tipo "romaladrona, padaniastato"…
Per il compleanno il papà aveva regalato alla mamma, tempo fa, un "elegante set cucina sale pepe serigrafato con sole delle alpi", ordinato su Internet. La mamma aveva detto: "Adesso anche i miei regali sono diventati sovvenzioni per il partito". E ha messo il suo regalo nella tavernetta, per le riunioni degli amici di papà. Che a volte giocano al Risik Padan. E bevono grappa "Va’ Pensiero".
Papà dice che il comunismo ha fatto tante vittime e che non bisogna falsificare la storia. Lo zio gli risponde che forse è vero ma neanche bisogna dimenticare quando noi andavamo in America. Il papà dice che lo zio andrà all’inferno per quel "forse" e che noi però non eravamo "con le toppe al culo". Lo zio risponde: "Allora per chi fate la “toppa Sole delle Alpi”?".
Mio padre sotto la doccia canta: "Va’ pensierooo…". Che poi lo zio gli dice: "A furia di lavà el penser… ghe n’è pù… l’è andaa…". La mamma a volte fa dei lunghi sospiri e dice che quei due, fratelli, prima o poi si prenderanno a botte.
Lo zio ha sposato una pugliese. Papà chiama anche lei, quando non c’è la zia, baluba. "Maschile o femminile, sempre baluba è" mi disse papà quando gli chiesi se anche mio cugino fosse un “balubo”.
Il papà dice: "Ognuno a casa sua". Che tristezza, ognuno a casa sua! E ieri sera dicevano, nella tavernetta, gli amici di papà: "Organizziamoci, difendiamo il nostro… fratelli sul libero suol, meniamo i baluba… contro i baluba… uniamoci!". E poi sono usciti tutti insieme, ringraziando mia madre per la torta. E mia madre scuoteva la testa, preoccupata.

Allora, se Andrei non si fosse presentato a scuola per il torneo noi avremmo sicuramente vinto… Andrei gioca scalzo ed è fortissimo. Sogna di fare gol come Inzaghi. Un giorno, all’intervallo, quando Sergio me lo ha presentato, gli ho detto: "Ciao, sono Andrea, quasi come Andrei. Ma tu, se giocasse Italia contro la Romania, chi tiferesti?". Andrei mi aveva risposto "la Romania", anche se dicono che lui è rom. Però viene dalla Romania. E aveva aggiunto: "Ma comunque deve vincere il migliore. E se nessuno migliore va bene anche uguale".
"Uguale?" ho chiesto io perché non capivo. "Sì, uguale, cioè pareggio", m’aveva risposto Andrei. Ma oggi non si è giocata la partita del torneo, a scuola. Andrei è arrivato tardi a scuola, lo hanno portato, col solito pulmino, delle persone grandi, preoccupate. Anche le prof erano preoccupate.
All’intervallo Andrei raccontava a Sergio: "Oggi tenevo stretto per mano mio papà… hanno bruciato le nostre tende… non si sa chi è stato. Papà dice che è gente razzista… “razzista” sembra cattivo… se brucia le tende in cui dovevamo abitare… forse lo è…"
"Era arrabbiato mio padre" - raccontava Andrei a Sergio - "voleva dire tante cose ai giornalisti ma secondo me sbagliava qualche parola. Io imparo l’italiano, non è facile ma papà dice di studiare che così avrò più fortuna di lui nella vita e saprò anche difendermi con le parole e parlare bene coi giornalisti".
Questo pensava Andrei oggi, nel giorno della partita del torneo a scuola. È venuto lo stesso a scuola e ci ha detto che gli dispiaceva per la partita ma anche perché ora sentiva dire che si doveva traslocare di nuovo, proprio sotto Natale, come un anno fa, perché si diceva che la gente qui non li vuole. Proprio ora che suo padre aveva trovato un lavoro e sua madre era contenta perché non si doveva più andare in giro a chiedere la carità, come qualche mese fa.
E ci ha detto Andrei che ieri sera erano pure felici, era il compleanno di sua sorella Adela, era venuto il Don, Massimone, Maria Grazia e tanti amici a portare una torta ed una bambola. Per Adela era il primo vero compleanno. Ma forse, diceva lei, non avrebbe potuto mai collezionare bambole. Traslocavano troppo spesso.
Mi dispiaceva vedere Andrei così triste. Poi lui mi ha detto: "Se vuoi possiamo giocare a pallone insieme qualche volta, se troviamo un luogo dove giocare…".

Avvertenze per i lettori: In quella scuola andavano anche Adela, Elena, Elisabeta, Georgia ed erano compagne di Adele, Elena, Elisabetta, Giorgia.
La faccia di quel signore vestito da Zio Sam che punta il dito: "Mì te voeuri!" esiste. E pure il Risik Padan. E se volete sapere di più delle ciulade padane fatevi un giro in rete.
Avete fato un po’ fatica a districarvi tra Andrea e Andrei, tra Sergio e Sergiu? Affari vostri. Quella piccola differenza nei nomi vi ha disturbato nella lettura? Affari vostri.
Quella piccola differenza nei nomi racconta molte altre differenze nelle loro vite. Ma non nei loro sogni da bambini. Che sono affari nostri, di tutti. Anzi, ci riguardano.

Dedica:
Ai ragazzi che menano il balòn sul campo di calcetto in un parco di Milano.
Ai sognatori che hanno regalato loro il campo per giocare, i palloni e qualche sogno in più.
A coloro che rendono i sogni dei bambini realtà.

Mihai Mircea Butcovan è nato nel 1969 in Transilvania, Romania. In Italia dal 1991, vive a Sesto San Giovanni e lavora a Milano come educatore professionale. Vincitore nel 2003 del premio "Voci e idee migranti", ha pubblicato il romanzo "Allunaggio di un immigrato innamorato" (Lecce, Besa 2006) e con la raccolta di poesie "Borgo Farfalla" (Eks&Tra 2006) ha vinto, nel 2006, la XII edizione del Premio Eks&Tra. Collabora con vari giornali e riviste, tra cui Internazionale.

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Di Fabrizio (del 10/11/2008 @ 09:02:32, in Regole, visitato 1453 volte)

Da Roma_Francais

Actualité Boulogne - 07.11.2008, 04:58 - La Voix du Nord

Annullato dal tribunale amministrativo a febbraio, l'arresto anti-mendicità deciso dal sindaco di Boulogne, ha nuovamente occupato la giustizia. Il 30 ottobre, gli avvocati del comune e quelli della Lega dei Diritti dell'Uomo si sono nuovamente scambiati i loro argomenti a Lille.

Nel febbraio 2008, il tribunale amministrativo aveva condannato il sindaco di Boulogne ed annullato l'arresto anti-mendicità preso nel 2007.

La Lega dei Diritti dell'Uomo, a fianco dei Rom sin dal loro arrivo due anni fa, aveva fatto un reclamo ed aveva anche ottenuto una vittoria contro il sindaco di Wimeureux... che aveva deciso di non ricorrere in appello.

Frédéric Cuvillier invece ha contrattaccato. E' stata la corte d'appello amministrativa che ha ripreso il dossier evocato il 30 ottobre scorso. "Ho deposto le stesse conclusioni della prima istanza", spiega la signora Calonne, avvocato della Lega, vale a dire che stima che le misure erano senza dubbio sproporzionate nei confronti del rischio incorso: il famoso disturbo all'ordine pubblico. In attesa della decisione della corte, che potrebbe arrivare molto presto, nessun arresto proibisce più la mendicità. Il sindaco stima che "ormai ci siano meno" mendicanti in città.

O. M.

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Di Fabrizio (del 10/11/2008 @ 09:46:49, in Italia, visitato 1449 volte)

Da Chiesa Evangelica Zigana in Italia

L'Espresso- Repubblica di Sandro Mortari: Basta raduni dei sinti al Migliaretto
Il Comune ha destinato l’area solo a manifestazioni sportive!

Basta mega raduni al Migliaretto con tanto di tendone sotto il quale si radunano centinaia di persone, come ogni anno succede, sul finire dell’estate, con i sinti evangelici. Porte sbarrate anche per i turisti che arrivando a Mantova in camper decidessero di occupare le piazzole attrezzate con luce e acqua corrente. D’ora in poi quell’area attigua ai campi di calcio, rugby, atletica e agli impianti di tiro a segno e per il motocross avrà un uso esclusivamente sportivo. L’unica eccezione sarà fatta per le roulottes e gli autocaravan degli esercenti che installeranno le loro giostre, bancarelle e attrazioni varie al luna park del Te, in occasione della fiera di Sant’Anselmo. Ma solo per quanto riguarda l’occupazione dell’area attrezzata.

Tutto il resto dell’area (ad eccezione del sedime recintato, considerato ancora aeroporto dall’Ente nazionale per l’aviazione civile) sarà off limits. O meglio, potrà essere utilizzato solo in funzione delle manifestazioni sportive che verranno organizzate dalle società che gestiscono gli impianti sportivi nella zona.

Il giro di vite è stato deciso dalla giunta comunale dopo che il raduno della missione evangelica zigana dello scorso settembre aveva costretto i dirigenti del rugby Mantova e Viadana ad annullare il tradizionale torneo dei due fiumi.

La decisione da parte delle due società sportive era stata presa perché 200 camper e più di 400 persone arrivati da tutt’Italia per il raduno annuale degli evangelici sinti avevano ridotto di molto gli spazi attorno agli impianti sportivi, abitualmente utilizzati da chi li frequenta. Inoltre, vari sopralluoghi della Polizia comunale avevano accertato la pericolosità per la circolazione pedonale e veicolare. Una situazione che solitamente si prolunga per due settimane, da metà a fine settembre. «Era un atto dovuto - dice l’assessore allo sport Fabio Aldini -. Le esigenze delle società sportive andavano salvaguardate. Se l’assemblea della missione evangelica zigana chiederà di venire a Mantova anche l’anno prossimo troveremo un’altra area».

La delibera della giunta comunale parla chiaro: dopo aver stabilito «la vocazione prevalentemente di natura sportiva e ricreativa» del Migliaretto, viene vietato l’utilizzo di quell’area «per qualsiasi manifestazione che non abbia carattere sportivo, ad eccezione dell’area attrezzata per la sosta dei caravan e delle roulottes utilizzate dagli operatori esercenti lo spettacolo viaggiante».
(02 novembre 2008)

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Di Fabrizio (del 10/11/2008 @ 10:48:51, in blog, visitato 1461 volte)

Da Postcrazia

L'idea "buona" di schedare i Senza Dimora l'aveva già avuta Alemanno ad agosto. Adesso rispunta dal cappello della Lega insieme a un'impressionante cocktail di porcherie e ieri sera è stata inserita nel "pacchetto sicurezza", in votazione martedì. Questo il testo dell'emendamento:

Dopo il comma 3 dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 1954, n. 1228 è aggiunto il seguente:
"3-bis. 1. E' comunque istituito presso il Ministero dell'interno un apposito registro delle persone che non hanno fissa dimora. 
2. Con decreto del Ministro dell'interno, da adottarsi nel termine di 180 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, sono stabilite le modalità di funzionamento del registro di cui al comma 1 attraverso l'utilizzo del sistema INA-SAIA.".

Il vizietto di schedare le persone anziché occuparsi dei loro problemi resta. Il problema in questione è la residenza. La mancanza di residenza anagrafica impedisce ai senza dimora di accedere ai propri diritti, perché li rende invisibili rispetto alla burocrazia. In molti comuni si è provveduto, in molti altri no: se si vuole fare qualcosa si parta da questo.

La sicurezza è prima di tutto un diritto delle persone più fragili. Spero che qualcuno se lo ricordi, prima o poi.

(grazie a Giro per la segnalazione)

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Ricevo da Tommaso Vitale

Il Coordinamento Rom (ACLI; Arci; Associazione Liberi; Associazione Nocetum;  Associazione Oltre il Campo; Aven Amenza;  Caritas Ambrosiana; CGIL Milano; Comitato per le libertà e i diritti sociali; Comitato Rom e Sinti Insieme; Comunità S.Egidio; Fondazione Casa della Carità; Gruppo Abele; Naga;  Opera Nomadi; Padri Somaschi) organizza un

Incontro con le associazioni e con gli operatori del diritto su:
Combattere la discriminazione strutturale contro i ROM: cause strategiche e ruolo della società  civile

con

Lilla Farkas Avvocato esperto in tutela dei diritti umani, Componente del  Network of Independent Experts in the Non-discrimination Field della Commissione Europea e dell’ Hungarian Equal Treatment Authority

e

Mariana Berbec Rostas Associate Legal Officer for Legal Capacity Development Program, Legal Aid and Community Empowerment Clinics  della Open Society Justice Initiative

Camera del Lavoro  di Milano
corso di Porta Vittoria 43
Sala De Carlini
12 novembre 2008 Ore 19.30

L’incontro sarà l’occasione per riprendere la discussione sulla costituzione a Milano di un Osservatorio sui diritti fondamentali, sui possano aderire operatori del diritto, docenti ed  esperti che intendono far valere gli strumenti legali di lotta alla xenofobia, al razzismo e alle discriminazioni e di tutela dei diritti fondamentali.

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