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\\ Mahalla : VAI : musica e parole (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 27/11/2011 @ 09:22:12, in musica e parole, visitato 1982 volte)

Young4young.com chi viene e chi va di Ana Cvitan - Raccontare la situazione rom in Italia attraverso l'arte e lo spettacolo. Si può, se hai come santi protettori Daniela e Silvio - giovedì 24 novembre 2011

Antun Blazevic in una foto di Marija Dzalto

Iniziare un'intervista con qualcuno che ti dice che puoi lasciare tranquilla la tua borsa vicino a lui, perché oggi "non lavora", e finirla sentendo la sua dichiarazione di essere invidioso di Berlusconi, perché appare solo lui alla TV italiana e non i rom, non è molto comune. Invece, la conversazione con Antun Blazevic, in Italia conosciuto come ToniZingaro, è andata proprio così. Lui è un mediatore culturale, ha radici zingare, vive in Italia da più di 30 anni e attraverso l'ironia racconta il suo popolo e le condizioni nelle quali si trova dentro la società italiana.

Da un anno gestisce l'associazione "Theatre Rom" che ha il ruolo, come lui stesso dice, «di promuovere la cultura e la tradizione del popolo rom e di far vedere alla società che i rom non sono tutti sporchi, brutti e cattivi, ma che sono pure persone che lavorano, persone che mettono passione nel proporre un messaggio costruttivo, e non solo quello distruttivo, che invece alla società italiana piace sentire e vedere». Nei media i Rom sono spesso presentati attraverso i pregiudizi; nessuno li presenta come persone che «cantano, suonano, recitano, dipingono quadri, lavorano il rame, fanno sculture».

L'associazione "Theatre Rom" non cerca di raggiungere l'obbiettivo attraverso grandi azioni politiche, ma, come dice ToniZingaro, vuole «raccontare lo stato dei Rom in Italia attraverso il palcoscenico e l'arte». Non vuole nemmeno cambiare le convinzioni degli altri, «perché ognuno può pensare quello che vuole. Ciò però non significa che egli non si debba confrontare con se stesso, ripensare i propri modi di ragionare, mettersi nelle condizioni di riflettere se tutti i suoi giudizi sono veri». Antun Blazevic, cosciente della presenza di pregiudizi nella società italiana, li affronta in un modo ironico. Considera che «una risata sana salva la vita» e proprio per questo usa l'ironia per far capire alle persone quale è la vera situazione. «Con l'ironia metti le persone davanti alla realtà, ma rendendola più leggera», dice.

Si intitola "la lettera" lo spettacolo d'ironia e di denuncia, andato in scena la settimana scorsa. Il testo, scritto proprio da lui, racconta il mondo rom attraverso l'umorismo: ad esempio, i figli del protagonista portano i nomi «dei santi protettori del popolo rom: Giulio, Silvio, Daniela, Mario, Umberto, Pier Silvio. È infatti merito loro, se i Rom in Italia si trovano "così bene"».

Tutto quello che fa l'associazione lo realizza con propri mezzi, perché «se con i nostri progetti denunciamo il fatto che il popolo rom per colpa dell'amministrazione è povero e a disagio, mi sembra poi contraddittorio chiedere all'amministrazione di sostenere economicamente questi stessi progetti».
L'associazione promuove anche laboratori per bambini, non solo rom. Si sceglie un'altra metodologia, «si mettono insieme i bambini rom con i gagè (tutti gli altri bambini), perché siamo convinti che la vera integrazione si realizza nel loro incontro. Il mondo occidentale vorrebbe che noi lasciassimo la nostra cultura e ci assimilassimo a loro, per entrare a pieno titolo nella loro società. Ma l'assimilazione è una cosa pericolosa – essa significa perdere l'identità, i valori, il modo di essere, di vivere, il modo di capire e percepire il prossimo».

Non solo attraverso lo spettacolo, ma anche in altri momenti Antun Blazevic è «portavoce dei rom» per richiamare l'attenzione del pubblico su alcuni diritti fondamentali di questo popolo che lo Stato dovrebbe riconoscere: «la minoranza linguistica - perché un uomo senza lingua è come un uomo senza l'identità; il diritto al lavoro; il diritto all'educazione, in modo tale che le scuole non siano più soltanto un "parcheggio" per i bambini rom, ma luoghi dove questi bambini sono trattati come tutti gli altri bambini. Alla fine si dovrebbe rispettare e conoscere la cultura dei Rom, perché soltanto così si arricchisce la propria».

Secondo ToniZingaro è la musica la cosa più significativa del mondo rom. Davvero può arricchire la cultura occidentale: «La musica è una forza molto più potente della bomba atomica. La musica nel mondo rom è capace di aprire tutte le porte, le finestre, i cuori, le anime, le persone. Con la musica trasmetti gioia, dolore, amore, tristezza, felicità, pensieri. Tutto!». C'è poi un'altra cosa che a noi occidentali può insegnare molto: questo popolo ha una grande forza di sopravvivenza. «I rom non si arrendono mai. Anche dopo che qualcuno gli ha bruciato la baracca, essi riprendono subito a vivere, perché sono liberi, non hanno la necessità di essere proprietari di qualcosa, non hanno questo senso della proprietà al quale invece gli occidentali tengono così tanto».

Alla fine gli chiediamo di spiegare la parola "Rom". Ci risponde che preferisce essere chiamato ToniZingaro. La parola "rom", tradotta letteralmente dalla lingua romaní, significa "uomo": non vuole che qualcuno lo chiami con questo sostantivo, mentre poi non lo considera un essere umano.

 
Di Fabrizio (del 29/11/2011 @ 09:14:48, in musica e parole, visitato 1689 volte)

Megaevento domenica passata a Milano. Tanti gli ingredienti: storie di riscatto di piccoli musicisti che suonavano nelle metropolitane, un palco di tutto rispetto come quello del Conservatorio, un fronte inedito per la nuova santa alleanza, una riuscita campagna mediatica, commozione del pubblico... (clicca sull'immagine per leggere l'articolo)

Mancavamo solo noi, e credo che non se ne sia accorto nessuno (per fortuna). Però due righe di cronaca siamo riusciti a scriverle lo stesso:

C'era una volta, tanti e tanti anni fa, un paese chiamato Milano, dove regnava don Colmegna I, detto il buono.

La fama di don Colmegna era giunta anche all'orecchio di un suonatore zingaro di fisarmonica, Jovica Jovic (proprio quello di cui si parla spesso in Mahalla), che allora teneva corsi di fisarmonica dalle parti di via Morigi.

I corsi andavano esaurendosi, e forte della sua passione, professionalità ed esperienza, Jovica propose di tenere dei corsi presso Casa della Carità, aperti a tutti, Rom e no, perché secondo lui è stando insieme che si sconfigge il razzismo.

Don Colmegna mai rispose a Jovica, ma poco dopo iniziò il suo progetto di corsi di violino per giovani rom, gestito da un suo amico.

Probabilmente pensò che se proprio un Rom deve lavorare, non è conveniente che assuma un ruolo di responsabilità, o peggio direttivo.

Così adesso Jovica ha iniziato lo stesso i suoi corsi da un'altra parte,  senza troppa pubblicità e senza gli spot di RadioPop

 
Di Fabrizio (del 29/11/2011 @ 09:40:35, in musica e parole, visitato 1760 volte)

Osservatorio Balcani e Caucaso - Fazıla Mat | Istanbul 24 novembre 2011 (altre notizie di Sulukule su Mahalla)

La scuola di Sulukule (foto di Tansel Atasagun)

Per secoli Sulukule è stato il quartiere dei rom di Istanbul, poi le loro case son state distrutte per lasciar spazio a nuove costruzioni. Oggi la vivace tradizione musicale rom torna a vivere a Sulukule in un laboratorio artistico dedicato a tutti i ragazzi

"Amano il rosso, si lodano a vicenda. Sono fatti così i rom, non potrebbero vivere, morirebbero senza uno strumento musicale". Inizia così una famosa canzone rom suonata nelle cerimonie nuziali di strada. Fino a poco tempo fa la si sentiva riecheggiare nelle case delle viuzze di Sulukule, a ridosso delle mura di Teodosio, quando le orchestre del quartiere di insediamento rom più antico del mondo facevano musica nelle "case di divertimento" e la gente ballava e suonava insieme. Altre volte, al calar della sera, quando venivano poste le sedie davanti ai portoni delle case un via vai di violini, kanun, clarinetti, ud, cümbüş attaccavano con la musica, mentre le donne e le ragazze, vestite dei colori più sgargianti, li accompagnavano con le loro danze.

Nel 2009 la musica a Sulukule è stata bruscamente interrotta. Il quartiere è stato completamente raso al suolo per consentire al piano di riqualificazione urbana della municipalità metropolitana di Istanbul di costruire su 46mila metri quadrati un complesso di case moderne, destinate a nuovi inquilini. Le famiglie rom che abitavano nella zona sono state costrette a vendere le loro proprietà (dichiarate fatiscenti) a prezzi stracciati. In cambio hanno ricevuto nuove abitazioni a Taşoluk, a quaranta chilometri da Istanbul, con tanto di mutuo agevolato per pagarne il debito.

Ma delle 337 famiglie che erano partite, quasi tutte sono tornate indietro. Hanno trovato sistemazione, ciascuno secondo le proprie possibilità, nelle zone limitrofe del loro vecchio quartiere, perché vivere in appartamenti isolati, privi del sostegno comunitario essenziale per la loro quotidianità non è stato possibile.

Un innovativo atelier artistico per ragazzi

Lezione a Sulukule (foto di Tansel Atasagun)

La scomparsa di Sulukule e la disgregazione sociale che ne è seguita hanno portato con loro anche un altro rischio, quello di perdere la tradizione musicale tramandata tra i rom di generazione in generazione. Per questo motivo gli attivisti della Piattaforma di Sulukule, che fin dall'inizio del processo di demolizione nel 2006 hanno lottato per salvare il quartiere, hanno pensato di dare vita ad un laboratorio artistico rivolto ai bambini e alle bambine di Sulukule, presentando il loro progetto all'Agenzia per Istanbul Capitale Europea della Cultura 2010.

"Solo un terzo del budget che avevamo richiesto è stato accolto. Ma abbiamo deciso di accettare comunque per non vedere il nostro proposito sfumare del tutto", spiega a Osservatorio Balcani e Caucaso Funda Oral, direttrice del progetto e attivista della Piattaforma Sulukule.

Una piccola casa rosa a tre piani, al confine nord dell'area del quartiere abbattuto, è diventata nell'agosto del 2010 la sede di questo innovativo atelier artistico frequentato da 60 ragazzi e ragazze dai 6 ai 17 anni. "Non ci sono solamente bambini rom, ci vanno anche altri ragazzi della zona", aggiunge Şükrü Pündük, presidente dell'Associazione culturale rom di Sulukule ed altro promotore del progetto.

Tutti a studiare ritmica, danza, elementi di nota, chitarra, violino, kanun, ud, clarinetto, ma anche lettura e scrittura, inglese e da quest'anno sono previsti anche elementi di drammaturgia e cinema. "Avendo avuto modo di osservare negli ultimi cinque anni la vita culturale a Sulukule, ci siamo resi conto di quanto i rom siano naturalmente portati all'arte. I ragazzi hanno un grande interesse per la musica e molti l'hanno già imparata in famiglia, dove spesso ci sono dei musicisti, ma suonano a memoria, senza conoscere le note" aggiunge Oral.

Infatti, se gli allievi del primo livello devono ancora imparare gli elementi di base degli strumenti che hanno scelto, ascoltare quelli del secondo, durante una lezione, è estremamente piacevole, visto che ci si trova di fronte a degli abili esecutori che vengono seguiti anche da maestri della musica rom del calibro di Yaşar Akpençe.

Lezione di violino (foto di Tansel Atasagun)

La formula che unisce un ambiente piccolo ed accogliente ad un metodo didattico elastico, si è rivelata fondamentale per i docenti di musica turca del conservatorio dell'Università Tecnica di Istanbul (İTÜ) che insegnano al laboratorio. Aykut Büyükçınar, docente di violino, proviene lui stesso da una famiglia rom. Per esserci passato personalmente, conosce bene le tendenze e i problemi dei suoi studenti.

"È un dato di fatto", dice Büyükçınar, "noi abbiamo difficoltà a stare negli schemi". Come fare allora a non reprimere la vena naturale dei bambini insegnando loro anche le regole? "Lasciarli liberi di suonare quello che vogliono e insegnare loro le note sulla base dei pezzi che preferiscono. Applicare un nuovo sistema basato su una comunicazione diretta e informale che permetta di coniugare l'insegnamento accademico con quello tramandato dalla famiglia", ci spiega.

Non solo musica

Il laboratorio però non funge solo da scuola di musica. Secondo Funda Oral, che l'anno scorso ha dedicato tutto il suo tempo per tenere in piedi il progetto, "la musica serve ai ragazzi per tenere testa ai problemi della vita. Ma per poter essere forti nella società devono avere anche un'istruzione". Scopo della scuola è anche quello di aiutarli ad accedere alle scuole d'arte e ai conservatori, un proposito che richiede un grande impegno da parte dei docenti del laboratorio, vista la scarsa scolarizzazione dei bambini. E per questo che Oral e Şükrü Pündük stanno cercando di organizzare anche dei corsi da privatisti per loro.

"Qui ci si sposa, si diventa adulti già a 15 anni", spiega Oral. "A scuola i ragazzi spesso vengono bocciati durante l'anno per le numerose assenze. La metà circa abbandona la scuola dopo la terza elementare. L'altra metà continua a stento fino alla conclusione della terza media. Solo due giovani nel quartiere frequentano l'università". Ma, aggiunge: "L'esperienza che abbiamo avuto ci ha dimostrato che attraverso l'arte è possibile avvicinare i ragazzi all'istruzione. In realtà la Convenzione sui diritti dell'infanzia delle Nazioni Unite prevede che i bambini ricevano un'istruzione in considerazione dei loro talenti, ma è un punto che viene spesso dimenticato. In più abbiamo un altro problema: non sappiamo dove indirizzare i ragazzi, dato che in tutta Istanbul c'è un solo liceo artistico".

I costi di mantenimento del laboratorio artistico sono molto bassi – volendo, se ne potrebbe aprire uno ogni tre vie – propone l'attivista. Si parla di 600 lire turche d'affitto al mese (circa 240 euro) e un piccolo stipendio per gli insegnanti. Ma c'è da integrare il numero degli strumenti musicali. Per alcuni bambini la carta, i pennarelli, i quaderni e i libri sono un lusso incontrato per la prima volta al laboratorio. Fortunatamente, all'inizio dello scorso agosto, proprio quando i soldi a disposizione del progetto erano esauriti, una fondazione ha deciso di finanziarlo per altri 6 mesi.

Un sostegno che i ragazzi del laboratorio si sono guadagnati suonando da soli per quindici minuti all'interno del concerto dell'orchestra giovanile venezuelana Simón Bolivar tenuto lo scorso agosto in Piazza Galata a Istanbul. Prima dell'evento, alcuni membri dell'orchestra, figlia del programma el Sistema Nacional de las Orquestas Juveniles e Infantiles de Venezuela ideato da José Antonio Abreu che in quasi quarant'anni ha trasformato mezzo milione di giovani venezuelani socialmente a rischio in musicisti, sono venuti ad ascoltare un saggio dei ragazzi di Sulukule per decidere sulla loro partecipazione al concerto e l'impressione è stata ottima.

Dopo il concerto Abreu ha fatto i complimenti ai giovani esecutori rom e delle promesse su una futura cooperazione musicale tra la Turchia e il Venezuela. Ma di fronte ad un'improbabile eventualità che lo Stato venezuelano finanzi anche il laboratorio artistico di Sulukule, sta alle amministrazioni turche capire l'importanza di iniziative come questa, investire meno nei centri commerciali e sostenere la crescita della cultura dei suoi giovani.

 
Di Sucar Drom (del 15/12/2011 @ 09:43:30, in musica e parole, visitato 1458 volte)

Venerdì 16 dicembre dalle 19.30
Arci Virgilio - vicolo Ospitale 2/6 MANTOVA

Tutti a Mantova sanno che alcuni giorni fa Aleksandar Stojkovic è stato vittima del furto della sua fisarmonica con cui suonava e cantava sotto i Portici Broletto.

In questi giorni moltissimi mantovani hanno chiamato l'Istituto di Cultura Sinta, l'Arci, la Sucar Drom, il Centro "Bruno Cavalletto" di via Tezze offrendosi per dare il proprio contributo.

Stimolati da tanta voglia di solidarietà abbiamo deciso di organizzare per venerdì prossimo un aperitivo con Aleksandar, dove raccogliere il contributo di tutti per acquistare una nuova fisarmonica. Il musicista Mirko Bianchi presterà per l'occasione la sua fisarmonica.

APPUNTAMENTO PER TUTTI

NON MANCATE E DIFFONDETE LA NOTIZIA

Per chi proprio non riuscirà a partecipare all'evento di venerdì, potrà comunque offrire il proprio contributo presso tutti gli Arci di Mantova: Donini, Salardi, Fuzzy, Tom, Papaqua e Te Brunetti e naturalmente al Virgilio.

Anche al Bar Lasagna in Piazza Broletto è possibile dare il proprio contributo.

VI ASPETTIAMO NUMEROSI!!

 
Di Fabrizio (del 17/12/2011 @ 09:03:56, in musica e parole, visitato 1763 volte)

Cliccare sull'immagine. Quello che riporto qui sotto, è la necessaria sintesi

Il Dirigibile di Daniele Barbieri

In poche ore Torino e poi Firenze. Ho provato a scrivere quel che penso in forma di poesia: mi sono ispirato a Martin Niemöller (chi non lo conoscesse troverà, alla fine, una breve nota biografica).

«Prima venne la Lega contro gli immigrati
ma io non dissi nulla
perché non sono un migrante.

Poi dichiararono clandestini persino i bambini e le donne incinte
io non dissi nulla
perché mia moglie e mio figlio sono italiani.

Poi accaddero cose terribili a Novi Ligure, a Erba, a Ponticelli....
e io non dissi nulla
perché abitavo altrove e dunque non sono affari miei.

Poi peggiorarono le condizioni di vita e di lavoro nelle fabbriche
ma perché avrei dovuto dire qualcosa?
io non sono un operaio.

Poi tassarono solo chi aveva pochi soldi
forse avrei potuto dire qualcosa
ma speravo lo facesse qualche altro.

Nello stesso periodo spesero montagne di soldi in armi
di nuovo pensai che avrei potuto dire qualcosa
ma ero quasi sicuro che questo compito spettasse ad altri.

Poi bruciarono il campo rom di Torino
e io non dissi nulla
perché non sono un rom.

Poi ammazzarono due senegalesi a Firenze
e io non dissi nulla
perché non sono senegalese.

Poi vennero ad arrestarmi.
Non so neanche perché,
avevo solo mugugnato.

Sperai che molti mi difendessero
però nessuno lo fece.
Forse nessuno di quelli rimasti si chiama Daniele».

Martin Niemöller era un pastore protestante che all'inizio si fece sedurre da Hitler ma poi capì e divenne un coerente e coraggioso oppositore del nazismo. I suoi sermoni infastidirono il regime ma per qualche anno ebbe relativamente pochi guai: di certo gli giovò l'avere amicizie influenti ed essere uomo di Chiesa. Nel 1937 la relativa tolleranza verso Niemöller (e altre/i) finì. Venne arrestato dalla Gestapo. Rimase sino alla fine della guerra in vari lager (fra cui Dachau) ma si salvò. Nel dopoguerra si impegnò nella riconciliazione ma chiedendo che il popolo tedesco non chiudesse gli occhi sulle radici dell'orrore, sulle complicità, sui silenzi. Proprio una sua poesia sull'apatia, sul silenzio divenne famosa. I versi di «Prima vennero» furono letti (persino cantati) in molte versioni e diverse occasioni. Come capita spesso vennero attribuiti per errore ad altre persone (in questo caso a Bertolt Brecht). Quando chiesero a Niemöller quale fosse il testo originale disse di non ricordarlo. Forse era vero oppure intese significare che in fondo era importante il senso della poesia non le parole esatte. Per questo anche io (come alcuni anni fa Lorenzo Guadagnucci, a proposito del decreto «anti lavavetri» di Firenze) mi sento autorizzato a darne una mia interpretazione.

 
Di Fabrizio (del 24/12/2011 @ 09:22:02, in musica e parole, visitato 2050 volte)

Da Slovak_Roma

Billboard.biz By Phil Gallo, LA - 9-12-01

A destra Hans Zimmer, con i musicisti della Slovacchia il cui talento appare nella colonna sonora di "Sherlock Holmes - Gioco di Ombre"

Può avere un risposta un mistero musicale, dopo l'uscita di "Sherlock Holmes - Gioco di Ombre" il 16 dicembre e il rilascio della colonna sonora da parte di Watertower Music tre giorni prima. Avendo usato per il film la musica zingara di un gruppo di strumentisti slovacchi, il compositore Hans Zimmer spera che la colonna sonora possa servire da trampolino per questi sconosciuti musicisti di un villaggio.

"Quello che sto cercando di fare, via iTunes, è aggiungere bonus track perché l'album resista più a lungo." dice Zimmer, seduto nel suo studio di Santa Monica, California. "Vediamo dove si arriva, non sono ancora sicuro di tutta la storia. Voglio vedere cosa se ne pensa un po' in tutto il mondo e se (la musica) piace, possiamo inciderne ancora."

Il video che racconta del viaggio di Zimmer in Slovacchia per registrare la musica dei Rom, sarà disponibile all'uscita dell'album, assieme a tre tracce.

Il cortometraggio ha particolarmente eccitato Zimmer. "C'era grande musica in tutti i villaggi dove siamo andati," dice. "Una cosa incredibile."

Due bande rom [...] sono nella partitura del film, gli otto elementi di Kokavakere Lavutara ed il quintetto Ciganski Baroni. La Mnozil Brass Band fornisce un elemento tedesco al lavoro orchestrale di Zimmer e del suo collaboratore Lorne Balfe.

"Dall'India al sud della Spagna e poi in Irlanda, c'è questa corrente di coscienza musicale che si può seguire," dice Zimmer. "Amo tutti questi chitarristi zingari."

Zimmer, che supervisionerà le musiche per gli Academy Awards assieme a Pharrell Williams, ha discusso "Sherlock Holmes" e3 la creazione del coro per il prossimo "Cavaliere Nero" in un'intervista con Billboard.biz.

Sembra che la tua immaginazione corra selvaggia su questo tema - sono più gli stili russo ed europeo, che quello dell'Inghilterra vittoriana. Però, è prominente la musica rom. Da dove arriva questa idea?

Ho accennato a temi zingari nel primo ed ho letto lqa sceneggiatura alla pagina IV dove si dice "la zingara indovina." Da lì ho telefonato (al regista) Guy (Ritchie) dicendogli "Andiamo!". Conosco la musica, ma non posso fare niente su stereotipi e pregiudizi. Volevo trovare i musicisti, vedere l'ambiente. Nei contatti siamo stati aiutati da Madeleine Albright e dal National Democratic Institute. La priorità era di trovare grandi musicisti e d'altra parte pensavamo che sarebbe stato simpatico documentare in una certa maniera. Mia sorella (Zoe) è fotografa di moda ed era d'accordo sarebbe stato bello in questo modo. Entrando nelle comunità rom, ho lasciato il mondo che conoscevo, prima non potevo immaginarmelo - si è nel mezzo dell'Europa, ma non te ne renderesti mai conto. C'è questa povertà ed ingiustizia mitigate da un'incredibile dignità e musicalità.

E' un'atmosfera molto diversa, non solo dal primo "Sherlock Holmes", ma anche da tutti i tuoi altri lavori. Canticchiavo una melodia mentre lasciavo il teatro.

Abbiamo ridotto la musica del film per vari motivi - sembra funzionare col moderno Zeitgeist. E' solo con i film d'animazione che si adoperano ancora lunghe ed ampie melodie. Inoltre l'idea del virtuosismo è diventata completamente marginale. Amo la musica virtuosistica. Potessi, passerei il resto della mia vita registrando Jeff Beck. (I virtuosismi) non si adattano (alle colonne sonore), ma i musicisti rom sì. Nel contempo, posso tornare al mio mondo minimalista. E' stato divertente avere tutti questi musicisti rom in una stanza e dire "OK, proveremo a fare una cosa minimalista come il ticchettio di un orologio." Portarli fuori da quello a cui erano abituati.

Facendo così, eri cosciente di mescolare la loro musica con quella orchestrale, permettendo loro contemporaneamente di esprimersi secondo le loro tradizioni?

Non potevo fare cose alla Django (Reinhardt). Troppo lontane dal loro mondo. Gli (spunti musicali) di Sherlock non erano troppo (basati su) Ennio Morricone, come può sembrare a molti, ci sono più Kurt Weill e Bertolt Brecht. Ho immaginato che lanciando la musica della repubblica di Weimar nell'Inghilterra vittoriana sarebbe stato qualcosa di interessante - piccole unghiate sporche e l'UNPA UNPA degli ottoni.

Per te stato davvero un anno di sequel -  "Pirates of the Caribbean: On Stranger Tides," "Kung Fu Panda 2," "Holmes" - per continuare con  "The Dark Knight Rises" and "Madagascar 3". Come ti cauteli dal rischio di ripetizioni?

Divento pazzo. Cerco di proporre idee che siano appropriate e poi vedere se c'è qualcun altro la fuori che io possa scuotere un poco. Mi piace il processo collaborativo - non dobbiamo semplicemente conformarci al sistema di Hollywood. Mi piace quando i miei registi sono parte della band. Quando ascolti (la colonna sonora) dell'album, c'è questa "Shadows Suite", cioè me stesso al livello più dittatoriale. Verificatane la solidità e che fosse proponibile, l'abbiamo data ai musicisti rom. Il mio partner Lorne è un grande quando dice "cosa succederebbe se" quando ho delle intuizioni. Molte volte se ne esce con un'idea armonica che io, troppo preso dalle mie certezze, non avrei mai avuto. Se l'architettura è solida per iniziare, è facile aprire le porte ed aggiungervi dell'individualità.

Nonostante la serie filmica per cui sei più conosciuto, Batman, hai collaborato con James Newton Howard, ora lavori da solo. Dove ti situi in questo processo?

Ho dato al (regista) Chris (Nolan) un po' di musica per "Dark Knight Rises". Ciò che ne ha accresciuto la visibilità è stato il nostro canto. Mi venne in mente un canto che coinvolgesse centinaia di migliaia di persone. Ed abbiamo usato una frazione dell'idea per rivelare un personaggio su Internet. La gente è molto intrigata da questo campo e dal suo risultato. Abbiamo soltanto (postato) su  Facebook e Twitter che tutti potevano partecipare su ujam.com. Mi piace l'idea che tramite gli ultimi due film (di Batman) abbiamo creato questo mondo, il mondo di Dark Knight. So che i fan hanno una vera comprensione e rispetto per questo mondo. Quindi, perché non renderli abitanti di questo mondo, renderli parte? Si svilupperà sino alla fine di dicembre. Tutto ciò che dico (ai potenziali cantanti) - se volete essere ascoltati, vi chiedo di essere un po' più aggressivi. Basta carinerie. Un po' più di atteggiamento. Questa idea si è evoluta dal coro di Eric Whitacre su YouTube. Una delle cose interessanti per un tecnico del suono è che ogni voce viene registrata nel suo proprio ambiente. Mettere assieme tutti questi ambienti non lo si ottiene spesso. Diventa un suono davvero interessante.

Zimmer ed i musicisti zingari slovacchi nello studio del compositore Santa Monica, Calif. Foto: Phil Gallo

 
Di Fabrizio (del 04/01/2012 @ 09:50:34, in musica e parole, visitato 1574 volte)

Da Djelem_Djelem

Spettabili,

Vorremmo che prendeste parte ai nostri prossimi eventi. Siamo gli "ZINGAROS", un trio argentino composto da violino, fisarmonica e chitarra, che mischia musica zingara dell'est col tango ed il jazz.

Abbiamo girato l'Europa nel 2009, 2010 e 2011, suonando in sedi diverse, tra le altre: Fusion Festival (Germania), Weltladen (Austria), Donauinselfest (Austria), Breminale Festival (Germania), Vamos Festival (GB), Gyspy Festival Slovakia (Slovacchia), Vincoli Sonori (Italia), Birmingham Jazz Festival (GB), Small Nations Festival (Galles), Aarhus Jazz Festival (Danimarca) ed in molti jazz club e centri culturali in questi paesi.

Inoltre, a gennaio 2010 il nostro CD "Cirkari" è stato rilasciato in 65 paesi dall'etichetta musicale inglese ARC (www.arcmusic.co.uk), ed alcune canzoni sono state incluse nella compilation per il 35° anniversario di ARC

Stiamo già pianificando il nostro quarto tour europeo ad agosto 2012, ed abbiamo già concerti confermati in GB e Finlandia, e stiamo cercando ulteriori piazze per i nostri concerti.

Se volete avere informazioni sul nostro gruppo, chiedeteci pure tutto il materiale necessario. Vi invitiamo anche a visitare il nostro sito web (in tedesco, inglese, spagnolo e russo) dove potete trovare esempi del nostro lavoro.

Aspettando una vostra risposta.

I più cordiali saluti

Alejandro Montero - Manager - Booking
zingaros@zingaros.com.ar
Skype: monteroalejandro
+54 935 169 672 28

Zingaros
Nuevo Tango Gitano - New Gypsy Tango
www.zingaros.com.ar
www.myspace.com/zingarostangogitano

 
Di Fabrizio (del 07/01/2012 @ 09:55:23, in musica e parole, visitato 1664 volte)

12 gennaio ore 22.00 - via Ascanio Sforza 49 - http://www.scimmie.it/

Roberto Durkovic e la sua affiatata band di musicisti Rom "I fantasisti del metrò" ritornano a "Le Scimmie", locale attento che, tra i primi, ha spalancato le sue porte per dare voce e visibilità a questa formazione.

Lasciatevi coinvolgere dalla festosità delle armonie balcaniche, gli aneddoti, le cover famose, il tutto magistralmente fuso per uno spettacolo di rara intensità.

Vi aspettiamo la vostra voglia di divertirvi ascoltando musica insolita dall'atmosfera avvincente sarà senz'altro appagata !

 
Di Fabrizio (del 12/01/2012 @ 09:33:26, in musica e parole, visitato 1716 volte)

Spazio Gloria - via Varesina 72, Como

GIOVEDI' 19 GENNAIO - Alle ore 21:00
proiezione del film LATCHO DROM di TONY GATLIF
Intenso e travolgente documentario di Tony Gatlif sui viaggi, le musiche e le danze dei gruppi Gipsy provenienti da Rajastan (India), Egitto, Turchia, Romania, Ungheria, Slovacchia, Francia e Spagna. Racconta il lungo percorso che dall'anno 1000 c.a. fino alla fine del 1900 il popolo zingaro ha intrapreso dal nord dell'India fino alla Spagna e la relativa evoluzione musicale che, raccogliendo tradizioni culturali musicali, trasforma la musica zingara, sfociando, alla fine, con il flamenco. Secondo film della trilogia che Gatlif ha dedicato ai gitani iniziata nel 1983 con 'Les Princes - L'uomo spezzato' e conclusasi con 'Gadjo Dilo - Lo straniero pazzo' del 1997.

A seguire CONCERTO acustico dei MUZIKANTI DI BALVAL, una piccola orkestra balcanica, eterogenea, multiforme che raccoglie in sé musicisti di diverse origini e bagagli culturali di lontane provenienze. Fonte d'ispirazione primaria del loro genere è la musica Rom, espressione artistica di un popolo che sa riunire in una voce sola i diversi caratteri dell'Europa balcanica. I Muzikanti sono la realizzazione di un autentico incontro di culture, che si esprime in un linguaggio musicale originale, fantasioso, libero, vitale. Ritmi incalzanti, intervalli orientaleggianti e virtuosismi si alternano a melodie struggenti dal potere evocativo, in una combinazione di esotismo ed energia che emoziona ogni tipo di pubblico. Presentano per l'occasione il loro nuovo album 'TUTTIFRUTTI', una raccolta di pezzi della tradizione Rom riarrangiati.

INGRESSO 8€ CON CONSUMAZIONE

 

spaziomusica live music, art & culture club since 1986 - via f. faruffini 5 - 27100 - pavia

20 gen 2012 ore 22.30 - ingresso a offerta – in collaborazione con ARCI
www.myspace.com/durkovicroberto

Roberto Durkovic è nato in Italia ma ha anche sangue praghese e questo spiega la forte influenza mitteleuropea che contraddistingue la sua musica.

Da oltre 10 anni ha iniziato la collaborazione artistica con un gruppo di musicisti tzigani incontrati nei vagoni della metropolitana di Milano.

Nei suoi concerti fonde armoniosamente raffinato cantautorato italiano e musiche della tradizione tzigana con il suo gruppo “I fantasisti del metrò”.

Il viaggio artistico di Roberto Durkovic, madre italiana e padre cecoslovacco, comincia così, dopo un incontro casuale e un po’ magico con un gruppetto di rumeni. Il risultato è una musica che ha patrie diverse, o forse non ne ha affatto, e la conferma arriva dall’ultimo lavoro: «Semplicemente vita» (etichetta Storie di Note).

Preserata con proiezione del documentario Terra (E)strema a Radio-Aut.

 

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