Rom e Sinti da tutto il mondo

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\\ Mahalla : VAI : musica e parole (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 17/07/2008 @ 09:32:27, in musica e parole, visitato 1917 volte)

Da Roma_Daily_News

La diversità culturale è MISTO alla seconda edizione di IRAF

L'Associazione Culturale TURN vi invita a raggiungerci al Cinema Estate in Romania, Timisoara tra il 6 e il 10 di agosto e diventare parte di un enorme fenomeno interculturale. La seconda edizione del Festival di Arte Romani Internazionale - Misto, organizzato sotto l'egida del "Decennio dell'Inclusione Rom 2005-2015" e dell'"Anno Europeo del Dialogo Interculturale Apre i suoi Cancelli".

Come l'anno scorso, IRAF vi porta musica, danza, teatro, film, fotografia, spettacoli pirotecnici e laboratori, presentazioni di libri, fiere artigiane, attività informative, attività per bambini e attività per incarcerati, in un evento che riunisce oltre 150 artisti di origine Rom ed oltre da Romania, Spagna, Ungheria, Francia, Serbia, Repubblica Ceca. Soprattutto, quest'anno una sfilata di venticinque capi di moda e chef ungheresi che vi aspettano con una ciotola di gulash zingareschi pieni di vapore.

I 15 concerti presentano il fenomeno musicale zigano dai suoni dell'antica tradizione alle ultime tendenze: spoon knocking, beatbox, hip-hop, drum and bass, jazz, fanfara, musica classica e flamenco.

  • Boban Marcovic (Serbia), conosciuto come il miglior suonatore di tromba dei Balcani;
  • Puerto Flamenco (Spagna), vincitori di numerosi premi e partecipanti ai più importanti festival di flamenco nel mondo;
  • Félix Lajkó (Ungheria), uno dei più complessi artisti dall'Ungheria;
  • Kal (Serbia), la banda Rom più cool dai sobborghi di Belgrado;
  • Karavan Familia (Ungheria), uno dei nomi più importanti della scena musicale mondiale zingara;
  • Marius Mihalache, "il maestro del cimbalo" ed Ovidiu Lipan Tandarica, "il miglior percussionista Rumeno di tutti i tempi" (Romania);
  • Amaro Del (Serbia);
  • Balkan Fanatic (Ungheria), un originale progetto che inietta il synth-pop, l'hip-hop e la musica elettronica nei suoni tradizionali dell'Est Europa;
  • Gipsy.cz (Repubblica Ceca), l'unica banda zingara hip-hop conosciuta internazionalmente;
  • DJ Click (Francia), promuove un suono autentico che combina la febbre balcanica con l'energia della musica elettronica;
  • Estelle Goldfarb (Francia), il violinista che rompe le barriere tra la musica tradizionale e quella moderna;
  • DJ Vasile (Shukar Collective), uno dei padri fondatori della musica elettronica in Romania;
  • Dj Leizaboy (Romania), Dj K-lu (Romania), Colombo de Niro (Romania),  il più nuovo progetto jazz a Timisoara.

Suona MISTO, non è vero?

Sponsors: Open Society Institute – Budapest, National Agency for the Roma, The Administration of the Cultural Fund, The National Agency for Supporting Youth Innitiatives, The National Youth Authority.

Partners: Banatul Philharmonic, The Maximum Security Penitentiary in Timisoara, Resita Volunteer Center, OSUT, The Students' Cultural House in Timisoara, The National Alliance of the Students' Organizations in Romania, The German Cultural Center in Timisoara, The Resource Center for Ethnocultural Diversity, The Students' Cultural House in Resita, Cesky Rozhlas (Czech Radio).

Media partners: Radio Guerilla, TVR timisoara, 24 FUN, Suplimentul de Cultura, Sunete, Alternativ, Dor de duca, 4elemente – Apollo, Cesky Rozhlas (Czech Radio), Port.ro, studentTM

Questa è l'amicizia di uno splendido inizio!

 
Di Fabrizio (del 23/07/2008 @ 19:23:43, in musica e parole, visitato 1535 volte)

Ricevo da Alexian Santino Spinelli

Memoria di un’infamia

In occasione del:
70° Anniversario del Manifesto degli scienziati razzisti

siete invitati al Concerto di Musica Popolare Europea
musica ebraica e musica rom

Ozen Orchestra
Alexian – Santino Spinelli

e con la partecipazione di
Miriam Meghnagi

Roma, giovedì 24 luglio ore 20,00
Piazza della Repubblica
Ex Magistero – Aula 2 II° piano

Patrocinato dal:
Dipartimento di Scienze dell’Educazione
Master Internazionale Didattica della Shoah

in collaborazione con:
Associazione Thèm Romanò
Associazione Medica Ebraica
Associazione Romana Amici di Israele

 
Di Fabrizio (del 24/07/2008 @ 08:51:35, in musica e parole, visitato 1753 volte)

Da Roma_Daily_News

Il Teatro Romen è il più vecchio e più famoso dei teatri Romani nel mondo. Il teatro è un obiettivo chiave della cultura Romani in Russia, e dal momento della sua fondazione nel 1931, è stato un centro di attrazione per gli artisti Romani in Russia.

Precursori del Teatro Romen

Nel XVIII e XIX secolo esistevano a Mosca e San Pietroburgo cori di Rom Russi.

Alla fine del XIX secolo, il direttore di un coro Romani, Nikolai Shishkin, creò la prima troupe teatrale Romani di sempre. La prima apparizione della troupe fu nell'operetta Canzoni Zingare in Faccia, con la troupe principale del Teatro Arcadia, nel 1886. L'operetta venne recitata per diversi anni. Il 13 aprile 1887 ebbe luogo nel Teatro Maly la prima performance dell'operetta di Strauss Il Barone Zingaro con la troupe di Shishkin che recitava il ruolo dei Rom.

Il 20 marzo 1888 fu presentata al Teatro Maly la prima operetta in lingua Romani, Bambini delle Foreste. Fu recitata interamente dalla troupe Romani. La produzione durò 18 anni e fu un grande successo.

Nel 1892 Shishkin produsse una nuova operetta, Vita Zingara.

Negli anni '20, molti gruppi Romani di cantanti, ballerini e musicisti lavorarono in URSS.

Storia del teatro

Il 24 gennaio 1931 aprì a Mosca lo studio teatrale Romani "Indo-Romen". In un mese, lo studio presentò il suo primo lavoro.

Il primo direttore e il primo compositore di "Indo-Romen" furono attivisti Ebrei, Moishe Goldblat e Semen Bugachevsky.

Il 16 dicembre lo studio presentò la sua prima completa performance drammatico-musicale, Vita sulle Ruote. Consisteva in tre atti ed era basata su un pezzo dell'autore Romani Alexandr Germano. Dopo questa performance, lo studio fu rinominato Teatro Romen. Il primo direttore fu Georgy Lebedev.

Dal 1940, tutti i pezzi sono recitati in russo.

L'attuale direttore teatrale è Nikolai Slichenko, un attore Romani famoso in Russia.

Articolo scritto per Wikipedia.

 
Di Fabrizio (del 30/07/2008 @ 09:04:42, in musica e parole, visitato 2164 volte)

Da Roma_Daily_News

Un dialogo interculturale: musica, cultura ed identità Yiddish e Rom
Introduzione di Dr. Alan Bern

Il Progetto

"Gli Altri Europei" è un progetto collaborativo di altra musica e. V. (Germania), il KlezMORE Festival di Vienna (Austria), ed il Festival di Cultura Ebraica di Cracovia (Polonia). Nel 2008-09, tutti e tre i festival presenteranno attività che esploreranno le relazioni storiche e contemporanee tra le culture degli Ebrei Aschenazi (Yiddish) e Rom. L'attività centrale è creare e presentare due nuove band, una Yiddish ed una Rom, composte di musicisti eccezionali Yiddish e Rom con base in Europa. Nel 2008,ogni gruppo svilupperà ed effettuerà repertori separati con comuni radici rumene, e nel 2009 le due bande collaboreranno nel creare un repertorio ed uno stile incrociati. A completamento di questo processo, i festival presenteranno anche simposi, laboratori sulla musica strumentale, musica vocale, danza e linguaggio, ed una serie di film, tutti focalizzati sulla comprensione interculturale delle culture Yiddish e Rom. (Per la lista delle attività di ogni festival, guardati i singoli siti web dei festival).

Premessa

Per diversi secoli, Ebrei e Rom hanno occupato ruoli importanti ma ambivalenti nelle società europee, economici, politici e culturali. Subordinati e sempre accettati solo provvisoriamente dalle culture dominanti entro cui vivevano, tanto gli Ebrei che i Rom hanno sviluppato complesse identità culturali; mantenendo le proprie tradizioni e nel contempo adattandosi e interagendo costantemente con i loro vicini. Per questa ragione, Ebrei e Rom rappresentano identità europee "transculturali", nei fatti e nell'immaginazione. Scopo dei partner del progetto è di promuovere scambi interculturali tra gli esecutori di musica Rom e Yiddish, sia per l'arricchimento dei musicisti e delle rispettive culture, che come contributo alla continua vasta discussione sull'identità e cultura europea.

Ricerca Focalizzata al Progetto

Anche se entrambe "transculturali", ci sono profonde differenze tra le culture Ebrea e Rom, ancorate nelle loro storie e tradizioni separate, e nelle economie politiche, storie e culture delle differenti società con cui hanno interagito. Molto più interessanti, quindi, sono le similarità nei ruoli giocati dai musicisti professionisti nelle due culture, particolarmente dove vivevano fianco a fianco. Nella Romania prima della guerra ed in alcune parti dell'Ucraina, per esempio, gli Ebrei Aschenazi (di lingua Yiddish) ed i Rom erano musicisti professionisti che suonavano un repertorio misto sia per loro che negli eventi dei loro vicini co-territoriali. Rappresentavano uno scambio interculturale di successo attraverso confini linguistici, politici e culturali. A seguito dello sterminio nazista degli Ebrei europei, furono spesso musicisti Rom, che avevano suonato nei gruppi Ebrei prima della guerra, a preservare e trasmettere il repertorio di musica Yiddish che altrimenti si sarebbe perso.

Precisamente la complessa interculturalità delle culture Rom ed Ebrea provocò nel passato ideologie nazionaliste e scioviniste che li denominarono come "senza radici", "parassiti", degenerati" e peggio. Tali attitudini non sono affatto relitti del passato, sono visibili attraverso tutta l'Europa odierna nei ricorrenti scoppi anti-Semiti ed anti-Rom. In contrasto, lo stesso carattere transculturale della musica Yiddish e Rom è romanticizzato ed abbracciato dall'odierna cultura pop della "world music", che la struttura come sovversiva e trasgressiva e quindi "hip". Attualmente c'è un'ondata popolare di musica Rom e pseudo-Rom ed un'ondata simile di musica post-klezmer ha ispirato la Musica Nuova Ebrea. Ci sono tanto affinità immaginarie tra loro come pure genuini contatti storici e musicali. Ma gli incontri attuali tra musicisti Rom ed Yiddish tendono ad essere promossi dagli interessi dell'industria della musica commerciale di negare gli altri impulsi creativi o storici, che hanno scarso appoggio o accesso al pubblico.

Nel film del 1998 del regista rumeno "Train de vie - Un treno per vivere" c'è una scena in cui u gruppo di Ebrei ed un gruppo di Rom, tutti e due fuggono dai nazisti, si incontrano e scoprono i loro profondi legami spirituali attraverso un'orgia musicale di solisti. La vera controparte di questa scena romanticizzata sarebbe un genuino incontro tra musicisti attuali Yiddish e Rom,  con lo scopo di esplorare le similitudini e le differenze dei vecchi repertori e di creare nuove sintesi musicali collegate alle loro storie reali. Il progetto fornirà la struttura per questo incontro e per differenziare tra le rappresentazioni vere e finte degli Ebrei e dei Rom. Sarà guidato da uno spirito di ricerca e dal desiderio di arrivare a termini creativi con le eredità universali della musica Rom e Yiddish.

 
Di Fabrizio (del 30/07/2008 @ 10:36:36, in musica e parole, visitato 2408 volte)

COMUNICATO STAMPA
VINCOLI SONORI - klezmer & gypsy music Festival
XIII edizione

Pinerolo
31 luglio - 3 agosto 2008

"Vincoli Sonori" è la rassegna musicale giunta alla tredicesima edizione, promossa e organizzata a Pinerolo da Sferaculture.

Quest'anno sul palco di "Vincoli Sonori" salirà ancora una volta il meglio del sound klezmer e gypsy, con gruppi provenienti da Romania, Macedonia, Francia e Italia: gli ACQUARAGIA DROM, con il loro stile zingaro italiano (venerdi 31 luglio), la PICIKATO BRASS BAND, banda di ottoni vera rivelazione della stagione (venerdì 1 agosto), ERIKA SERRE & LE FREYLEKH TRIO (sabato 2 agosto), che uniscono le melodie klezmer al virtuosismo del canto tzigano.

Nella loro unica data italiana chiuderanno domenica 3 agosto i mitici e straordinari TARAF DE HAIDOUKS, ensemble che ha scritto pagine memorabili della gypsy music contemporanea.

Accanto a loro,in Piazza Verdi, si esibiranno, per il consolidato tributo della kermesse a Django Reinhardt, NIGLOSWING e STRINGOLOGY e poi ancora il giovane approccio klezmer dei BUBE SAPRAVIE ed i canti rom dei BALVAL.

L'impianto dei quattro giorni prevede come di consueto un concerto alle 18.00 nella suggestiva Piazza Verdi ad ingresso libero, e uno alle 21.30 nel rinnovato Teatro Sociale (P.za V. Veneto, 24) con un biglietto di ingresso di 5 euro.

Giovedì 31 luglio
ore 18.00 > Piazza Verdi > NIGLOSWING
ore 21.30 > Teatro Sociale > ACQUARAGIA DROM

Venerdì 1 agosto
ore 18.00 > Piazza Verdi > BUBE SAPRÀVIE
ore 21.30 > Teatro Sociale > PICIKATO BRASS BAND
S
abato 2 agosto
ore 18.00 > Piazza Verdi > BALVAL
ore 21.30 > Teatro Sociale > ERIKA SERRE & LE FREYLEKH TRIO

Domenica 3 agosto
ore 18.00 > Piazza Verdi > STRINGOLOGY
ore 21.30 > Teatro Sociale > TARAF DE HAIDOUKS

more info:
http://www.sferaculture.com
http://www.myspace.com/vincolisonorifestival

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Associazione Sferaculture
Via San Domenico, 49
10122 Torino - Italy
Tel.+39 011 5217847
http://www.sferaculture.com

 
Di Fabrizio (del 06/08/2008 @ 12:55:19, in musica e parole, visitato 2355 volte)

Ricevo da Luisa

Da GEYGER DISF

Ieri è stato presentato alla regione Puglia il programma del Festival della "Notte della Taranta", la cui XI edizione si terrà fra il 7 e il 23 agosto nei Comuni della Grecìa Salentina, per concludersi nel concertone finale di Melpignano, durante il quale è prevista la partecipazione di Caparezza, Aprés la classe, Sud Sound System, Radiodervish, Richard Galliano e Rokia Traore' (nei prossimi giorni maggiori informazioni).

Benché siano in molti, anche qui in Puglia, ad associare la "Notte della Taranta" quasi soltanto al concertone di Melpignano, in realtà da anni questo Festival di pizziche e contaminazioni folk è diventato itinerante, e per molti seguaci, "carovaniero" per tutto il Basso Salento, con circa 15 serate sparse fra Calimera e Alessano, passando per Otranto e Galatina. Per non parlare di tutte le rassegne, sagre, piccoli festivals ed eventi che costellano il Salento per tutta l’estate, fornendo ampiamente scelte alternative per una stessa serata.

Anche il pubblico è perciò eterogeneo ed itinerante. Ad uno stesso concerto del Festival, un terzo del pubblico è composto dalla popolazione locale- ma in buona parte sono migranti italianissimi. Un altro terzo è composto da vacanzieri con il culto dell’esotico, e l’ultimo terzo è costituito dai giovani travellers d’Italia e ormai anche d’Europa (l’anno scorso ho anche incontrato sudamericani). Al pubblico occorre aggiungere la non piccola comunità temporanea degli ambulanti e degli addetti ai lavori, dei giocolieri e degli artisti di strada, di chi organizza le varie rassegne e di chi fa commercio (anche di dischi, magliette e libri). A volte la distinzione fra festival e sagra s’assottiglia pericolosamente, a tutto vantaggio degli stands gastronomici, che pagano di più ai Comuni. Altre volte i vigili lasciano fare, e ciò rende la serata meno "istituzionalizzata" e "bottegaia".

Per molti giovani travellers il festival diventa davvero un’esperienza nomadica "per scelta", assai simile ai fasti dell’Umbria Jazz d’un tempo,durante la quale si incontrano, oltre il variegato mondo dell’ambulantato, anche gli "zingari", in particolare nelle celebrazioni di San Rocco a Torrepaduli. Bands di origine "zingara", come Mascarimirì di Claudio "Cavallo" Giagnotti, Crifiu, Ziringaglia, sono presenti in parecchie serate, ma in genere molte formazioni mixano ecletticamente ogni sorta di fonti musicali folk, etniche, world, afro, reggae. Vi sono poi serate particolari in cui si incontrano "maestri" e "regine", come a Sternatia lo scorso anno, Lucilla Galeazzi ed Esma Redzepova "the Queen of Gypsies" con il Canzoniere Grecanico Salentino.

Stratificazioni antiche, a volte rivendicate come "identitarie", e linee di fuga contemporanee si intrecciano in un meticciato culturale reso più eccitante da o’ sole, o’ mare, sex drugs and rock’n’roll, dai mille incontri occasionali a volte stimolanti, a volte divertenti, a volte convenzionali. Come sempre. Con la "paura" di tornare a casa, alla solita vita scuola-lavoro-famiglia. E sullo sfondo un Salento che con gli anni tende sempre più a "imborghesirsi", a sedentarizzarsi, a recintarsi, sempre meno "selvaggio" e "primitivo" sempre più "bottegaio". Prima di tutto lo "sviluppo", il "marketing del territorio", in funzione turistica: villaggi, resort, bed & breakfast, strade, porti, etc. L’alternativa fra nomadismo e sedentarietà oscilla fra le scorribande notturne e la noia vacanziera, compresenti sullo stesso territorio per qualche mese estivo.

Nulla che in fondo non sia un déjà vu, da queste parti. Dove al tradizionale incontro/scontro fra contadini, zingari e classi agiate si è sovrapposto quello post-moderno fra migranti, vacanzieri, nuovi nomadi, artisti di strada, giocolieri, e… affaristi. Più i nuovi Rom arrivati di recente dalla ex Jugoslavia, e in particolare dal Kosovo, in seguito alle guerre etniche ed "umanitarie".

Il gruppo più antico di Rom in Italia, proveniente dai Balcani, si è insediato fin dal XV sec. nell’Italia centro-meridionale, fra Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e Calabria. Esercitavano le attività di fabbri, mercanti di equini, giostrai. Fino agli anni successivi la seconda guerra mondiale durante la bella stagione giravano per i mercati con carrozzoni trainati da cavalli; svernavano vicino a qualche borgo, in stalle o fienili presi in affitto. Col tempo la lingua romani, già fortemente influenzata dai dialetti regionali, è stata quasi del tutto abbandonata o sopravvive nell’uso di alcune frasi gergali. Allo stesso modo, il nomadismo è diventato stagionale e i più si sono "fermati" in campi e baraccopoli alle periferie delle città.

La loro partecipazione ad alcune feste religiose le influenza in maniera determinante come nel caso della festa di S. Rocco a Torrepaduli e della festa dei SS. Cosma e Damiano a Riace (CZ). La presenza degli zingari è sensibilmente diversa da quella dei contadini:

"i contadini trascorrono la notte accampati in chiesa, seguono la processione cantando, suonano e danzano la tarantella solo in spazi e in momenti a margine della festa vera e propria; gli zingari si accampano in automobili, camion o furgoni, nei pressi del santuario. A Riace precedono la processione danzando; a Torrepaduli, dopo la processione, si impadroniscono del sagrato dando vita per tutta la notte a delle "ronde" di "pizzica". Qui agli zingari (e, in misura minore, ad altri marginali e a gente di malavita) spetta prevalentemente il ruolo di danzatori, ai contadini quello di suonatori di tamburello e di armonica a bocca. La tarantella ballata a Torrepaduli in occasione della festa di S. Rocco è detta la "scherma": due uomini si affrontano danzando, indice e medio della mano destra tesi a simulare la presenza di un coltello, e duellano fino a che uno dei due contendenti viene toccato per la terza volta dalle dita dell’avversario"(Nico Staiti).

La "pizzica-scherma" verrebbe dalla Calabria, dov’è chiamata anche "tarantella maffiusa", tipica non degli zingari, ma come danza di contadini, pastori, e gente di malavita. Ma i Rom salentini restano comunque gli interpreti principali della "scherma", e sono loro ad averla importata dalla Calabria nel Salento. Com’è tipico del nomadismo e degli zingari, sono questi ad aver svolto un ruolo di mediatori di tradizioni fra due diverse regioni dell’Italia meridionale, cosa impossibile fra culture "chiuse", e allo stesso tempo, a Torrepaduli come a Riace, svolgono un ruolo complementare rispetto agli altri partecipanti.

La grande capacità degli zingari, come sottolineava Luca Guglielminetti nel post di ieri, "La nuova musica zingara: il Jazz dei Balcani", è quella di costruire i brani musicali attraverso "l'apprendimento, come per la lingua parlata, di arie e melodie popolari dai luoghi di passaggio, e l'estro individuale particolarmente esaltato dalla pratica molto frequente dell'improvvisazione. È difficile individuare una musica originale zingara. Si possono riconoscere però stili diversi…".

Questo tipo di "ibridazione", di "musica ibrida ai confini del mondo in un cocktail irresistibile di musiche balcaniche…ricche di echi arabi, turchi e mediorientali in un turbinio di ritmi etc." costituisce il contributo specifico della musica "zingara" alla musica "etnica" del Salento. La sua profondità (Liszt) riflette "un dato di precarietà sociale eccezionale" percepito con intensità e forza straordinarie, alla quale, forse, anche il più distratto vacanziero o migrante di ritorno, colto in un attimo di libertà fuori dalle consuete costrizioni del lavoro e del quotidiano, s’abbandona mollemente.

"Se il dato primario degli zingari è la capacità (necessità) di adattarsi a contesti sociali sempre nuovi, cui prestare attenzione per percepire quanto serve per sopravvivere, è ben possibile che, come per i neri americani, prestando orecchio a quanto le tradizioni musicali popolari fornivano nei contesti dei luoghi nei quali si aggiravano abbiano condotto a queste strepitose "sintesi" o "rivitalizzazioni" di tradizionali arie in forme dotate di una autonoma cifra stilistica" (Luca Guglielminetti).

 
Di Fabrizio (del 10/08/2008 @ 18:15:23, in musica e parole, visitato 1665 volte)

Dalla mailing list di Santino Spinelli

Lunedì 11 Agosto a partire dalle ore 23,00 su RAI TRE NAZIONALE nell'ambito dello speciale del TG3 "PRIMO PIANO" andrà in onda il servizio sullo spettacolo

"RAZZE -Una serata di amici nel nome dell'amicizia"

Lo spettacolo al quale hanno preso parte artisti del calibro di Alexian (nome d'arte di Santino Spinelli, docente universitario a Trieste e musicista rom) a Natalino Balasso, da Gualtiero Bertelli alla Compagnia delle Acque, da Lorenzo Monguzzi dei Mercanti di Liquore a Moni Ovadia, Marco Paolini, Renato Sarti, Gian Antonio Stella, Bebo Storti. Piu' un intervento video in collegamento con Antonio Albanese.

è dedicato tutti gli italiani vittime dell'odio, delle paure e della diffidenza altrui e insultati con nomignoli sanguinosi ("cingali", "chianti", "dago", "guinea", "papolitano"...) che viene dedicata a Treviso una serata speciale. Che collega la xenofobia di allora e di oggi. A parti rovesciate. Soprattutto quella contro gli "zingari" che troppo spesso, cavalcando sentimenti legittimi come il desiderio di piu' sicurezza, si nutre degli stessi stereotipi che furono fatti pesare sulle spalle dei nostri nonni, dei nostri padri, dei nostri fratelli maggiori.
Una serata "contro". Contro le paure. Per stare insieme. Suonare. Riflettere. Ridere. Ricordare. Cantare. Con un gruppo di amici uniti dalla voglia non di dividere ma di unire.


IL NUOVO CD DELL'ALEXIAN GROUP
"Me pasè ko Murdevèle - io ac -Canto a Dio"
il nuovo CD di Alexian Santino Spinelli prodotto dalla CNI (Compagnia nuove Indie)

Presentazione
Confesso che non è stato facile neanche per me superare certi pregiudizi riguardo alla cultura dei Rom e Sinti, fin dall'infanzia a me noti come “gli zingari”. Li guardavo con grande curiosità e anche con un po' di timore. Ci facevano divertire molto. Rimaneva comunque in me un certo pregiudizio che facevo fatica a superare.
Un primo superamento l'ho fatto quando in qualità di sottosegretario della CEI mi dovetti interessare di loro e dell'apostolato diretto alle loro persone: i lunaparchisti e i circensi. Ma il momento più decisivo ed estremamente bello si è verificato quando venni come vescovo in questa benedetta terra d'Abruzzo, segnatamente in questa cara arcidiocesi frentana. Conobbi subito in modo diretto alcuni di loro, in modo del tutto speciale il prof. Alexian Santino Spinelli, verso il quale ho nutrito subito grande stima e sincero affetto: verso di lui e verso la sua grande “famiglia d'arte”. Questa raccolta di canti religiosi Rom in lingua romanì dai quali colgo un forte messaggio di valore universale; soprattutto mi colpisce il costante riferimento al “Padre nostro” (Murdevèlë) e l'accorata preghiera che sale fino a Lui dal cuore di ogni autentico Rom. E' stato un vero godimento spirituale ascoltare questi canti e con dividere con nuovi fratelli e sorelle la gioia del nostro essere e riconoscerci come “figli di Dio”, figli dell'unico Padre che è nei cieli. Ringrazio il Signore per questo grande dono e col passar del tempo ne avverto tutta la preziosità, vedo infatti che qui si intreccino tesori di indubbio valore: il forte attaccamento alla famiglia, la solidarietà reciproca, la creatività artistica.
Mi è caro ripetere queste parole che Giovanni Paolo II vi ha rivolto, carissimi, in uno degli incontri con voi: “Potete essere sicuri che, quando gli uomini hanno come mestiere di offrire un poco di felicità, Dio non resterà al di fuori della festa”. E' questa anche la mia convinzione e il mio augurio:
Auguri cari a tutti con la più larga benedizione del Padre celeste. Vostro aff.mo
+ Carlo Ghidelli -Arcivescovo di Lanciano-Ortona


PROPOSTE ARTISTICHE STAGIONE 2008

Alexian Group...il ritmo della musica Rom...e...

Volete organizzare con noi una serata/concerto per il vostro festival, manifestazione, festa della birra, di piazza, dell'unita', comunale, religiosa, sagre, feste di paese, feste di quartiere, raduni, in locali e chi piu' ne ha piu' ne metta?

L'Alexian Group vi propone un viaggio ideale attraverso l'intimità di un'arte assolutamente originale offrendovi un repertorio di musica Rom (zingara) che spazia dalle sonorità indiane a quelle dell'Europa dell'Est al Flamenco passando per il Jazz manouches.

Il gruppo propone 2 ore di spettacolo 2 ore dove l'emozioni tra pubblico e musicisti la faranno da padrone

Contattateci per informazioni e preventivi cell. 340 6278489

Stiamo organizzando il nuovo tour per un un altro anno di meravigliose emozioni: date estive, invernali in tutta italia.

Clikkate qui per l'elenco completo delle proposte: http://www.alexian.it/proposte_artistiche.htm

Per ulteriori informazioni visitate il sito ufficiale http://www.alexian.it

CONTATTI: Daniela De Rentiis tel. 0872 660099 cell. 340 6278489 email:spithrom@webzone.it


Ascolta gli mp3 del gruppo

Guarda il gruppo in concerto

video 1

video 2

video 3

 
Di Fabrizio (del 27/08/2008 @ 09:40:51, in musica e parole, visitato 1776 volte)

Il 28 agosto i Gogol Bordello suonano a Milano, all'Idroscalo. Dalle 21.00 diretta del concerto su Radiopopolare, che può essere ascoltata anche in streaming dal vostro computer

 
Di Fabrizio (del 28/08/2008 @ 18:07:41, in musica e parole, visitato 2390 volte)

Su Rom Sinti @ Politica è apparso un post sulla presentazione alla Mostra di Venezia del film PA-RA-DA di Marco Pontecorvo, ambientato a Bucarest sulla storia (vera) di Milud e dei ragazzi di strada.
Ho ritrovato questa vecchia intervista (22 marzo 2004) ai ragazzi di Miloud, che penso possa interessare:

Premessa tratta dalla presentazione in italiano del progetto (a cura di COOPI)

A seguito della grave crisi economica e sociale attraversata dalla Romania all’inizio degli anni Novanta dopo la caduta del regime di Ceasescu, migliaia di bambini e di ragazzi sono scappati dalle loro famiglie o dagli orfanotrofi finendo sulle strade di Bucarest e del resto del paese, esposti alla solitudine, alla violenza e alla povertà assoluta. Nel 1992 il clown francese Miloud Oukili li ha incontrati nei canali sotterranei della capitale dove si rifugiavano la notte per sfuggire al freddo e alla pioggia.

Da allora Miloud non li ha più lasciati: li ha conquistati con arti del circo e attraverso la creazione della Fondazione Parada ha offerto loro assistenza medica, sostegno psicologico e un tetto…

Il centro diurno accoglie regolarmente centinaia di bambini e di giovani provenienti da diversi paesi della Romania ed è diventato un punto di riferimento importante per la città. Al suo interno si svolgono laboratori teatrali, atelier di clownerie, giocoleria e acrobazia.

Gli educatori inoltre forniscono ai ragazzi supporto psicologico e propongono corsi di formazione scolastica e professionale.

Due équipe di educatori incontrano quotidianamente i ragazzi che ancora vivono sulla strada offrendo loro ascolto, assistenza e un’opportunità educativa.

Negli appartamenti sociali i ragazzi che hanno scelto di abbandonare la strada possono organizzare la propria vita con regolarità, mantenendo la propria autonomia e seguendo progetti personalizzati concordati con gli educatori.

Interviste di Marta Rabbiosi e Fabrizio Casavola al termine dello spettacolo di sabato 20 marzo a ASSOCIAZIONE COLORE via Moncucco 29, MILANO

Zamfir Mia
Da quanto conosci Parada?


Da 12 anni sono col gruppo Parada. Allora vivevo per strada e ci siamo conosciuti lì. C’era una casa, era di Terres des Hommes, che ospitava bambini che vivevano in strada. Andavamo lì la mattina per fare teatro e disegno. Più tardi, ho conosciuto Miloud, che stava con noi tutto il giorno, ma con noi allora non faceva il pagliaccio – questo l’ho capito solo quando abbiamo cominciato a fare spettacoli. Adesso quella casa è stata chiusa dalla polizia, c’erano problemi con i vicini che vedevano tutti quei ragazzi che andavano avanti e indietro.

Io adesso lavoro con Parada e con un gruppo di francesi ho fatto un giornalino.

Sembra una rivista per ragazzi

No, nessun ragazzo comprerebbe un giornalino fatto e venduto da ragazzi di strada! Viene venduto agli adulti in abbonamento. Ci sono alcune cose che sembrano per bambini: qui si parla di Mowgli e del libro della giungla, perché anche lui era stato abbandonato e ha vissuto come un animale. Qui invece uno di noi parla di religione, lui si chiama Costantin, ve lo traduco: “Se non c’era Dio, non c’ero neanch’io… se Adamo ed Eva non avessero fatto peccato, non ci sarebbe stato nessuno di noi…” E poi c’è un mio articolo, dove su un foglio quello che faccio adesso e sull’altro ci sono le foto di com’ero prima.

Se volete riceverlo, richiedetelo a:
Echipa “Strada
Strada Jului, nr. 37
sect. 1 Bucuresti
0742 330392 stradaziar@poste.net

In questi 12 anni la situazione a Bucarest è cambiata?

Credo che i ragazzi per strada stiano aumentando, ma la polizia li va a prendere e li riporta alle famiglie o li rinchiude in carcere molto più di prima. Probabilmente è perché la Romania sta per entrare nella NATO. I canali di Bucarest sono stati sigillati, perché erano il rifugio preferito dei ragazzi di strada e di chi li usava per nascondere la refurtiva.

Qualcosa di importante è cambiato con Miloud. Vedete, io adesso sto facendo questa intervista, ma anche quando vivevo per la strada mi ricordo che si parlava molto di noi, tutti facevano solo parole! C’erano i giornalisti che ci cercavano e ci facevano parlare, ma poi tutto rimaneva come prima. Miloud invece, lui diceva una cosa e la faceva. Così ci ha dato da mangiare!

Dove sei stata con Parada?

In Francia a Bordeaux e poi a Milano. Ogni tour dura un mese. L’Italia l’ho vista molto, ma non mi ricordo tutti i paesi.

Da 12 anni fai teatro e ce l’hai nel sangue. Vorresti continuare o fare qualcos’altro?

Devo dire che in questi 12 anni, ogni tanto ho lasciato Parada e magari sono tornata alla vita di prima. Io sono così. Adesso vorrei lavorare anche con altre compagnie. Miloud lo sa. Ormai sono grande e se potessi lascerei lo spazio agli altri. Magari, iniziare io a lavorare coi bambini.

Cosa studiate a Bucarest?

Studiamo circo e teatro. Parliamo di com’era la nostra vita. I bambini imparano anche a leggere e a scrivere.

Ad aprile, ci sarà un nuovo centro con gli spazi per i laboratori teatrali e la scuola, ed ufficio per l’assistenza legale e per fare i documenti.

Daniel Porcescu
Tu nello spettacolo facevi anche il fachiro. Ci spieghi come si fa?


Mah… E’ una questione di concentrazione. Bisogna stare attenti…

Sei anche uno dei più vecchi di questo gruppo

Ho 28 anni. Io, Corinne e Rafael siamo tra i più vecchi. Sono con Parada da 4 anni, ma ho conosciuto Miloud quasi 12 anni fa.

Ho conosciuto solo mio padre, ma in quel periodo lo frequentavo poco ed ero sempre per la strada, non mi drogavo – non l’ho mai fatto, ma avevo bisogno di aiuto e così mi hanno trovato.

Dodici anni fa c’era un'altra organizzazione, Terres des Hommes e Miloud vi lavorava come volontario.

Cosa ti ha attirato di ciò che ti proponevano?

Ci sono diversi tipi di studio: giocoleria, acrobazia, clownerie, piramide, andare sul motociclo.

Comunque, noi andavamo al centro perché si stava tranquilli e sicuri, poi abbiamo iniziato per divertimento e mi ricordo che mi è piaciuto molto.

Ho iniziato con Parada che ero già grande, e da noi chi lavora col circo viene pagato pochissimo, a meno che non si sia dei veri professionisti di un grande circo.

Adesso lavoro come animatore.

Com’è il lavoro dell’animatore?

Da un anno c’è una squadra di tre/quattro persone con una ragazza francese e lavoriamo sulla strada e negli orfanotrofi. Facciamo circo, sport, disegno, ogni tanto andiamo al cinema.

Lo scorso dicembre c’è stata un’iniziativa chiamata “Decembre magique” e siamo andati a fare uno spettacolo negli orfanotrofi.

Ogni giorno usciamo a cercare ragazzi, di solito 2 o 3 ogni giorno.

In questo gruppo che è qua a Milano, ci sono due ragazzi piccoli, di 14 e 16 anni, è da un anno e mezzo che sto lavorando con loro e solo da tre mesi sono usciti dalla strada.

Voglio continuare a fare l’animatore.

Quanti siete in tutto?

Siamo 4 animatori oltre all’animatore francese. Per i ragazzi che frequentano le attività, non saprei essere preciso: non esistono gruppi stabili di ragazzi coinvolti, il loro numero cambia continuamente. Per esempio: un giorno ne troviamo 2 in una piazza, e il giorno dopo magari si sono spostati in un’altra zona, oppure hanno altro da fare e magari riagganciamo qualcuno che avevamo conosciuto un’altra volta.

C’è qualche viaggio che ti ricordi?

Neanch’io ricordo tutti i posti dove siamo stati: le tournee sono molto piene e difficilmente troviamo il tempo di fare qualche visita.

Ho fatto 10 tourneé: 7 in Italia, 2 in Francia e una a Mostar, in Bosnia Herzegovina. Sono stato molto contento di essere andato a Mostar, perché per noi è stato il segno che la guerra fosse veramente finita. Quello di Mostar era un progetto veramente grande, si chiamava “Carovana dell’acqua”, c’erano tante organizzazioni francesi con Miloud, gruppi italiani da Novara, Varese, Torino e circhi professionisti. L’ultimo spettacolo che abbiamo fatto a Mostar, al solito la platea era divisa con i cattolici da una parte e i musulmani dall’altra, ma alla fine applaudivano mischiati tutti assieme.

Emil … - assistente sociale del gruppo
Parlate tutti molto bene l’italiano

Sì, la lingua è simile e poi la perfezioniamo nelle tourneé. Inoltre, a Bucarest abbiamo rapporti non solo con i francesi, ma anche con molte organizzazioni italiane, COOPI ad esempio collabora col nostro progetto

Tu sei arrivato a Parada in un’altra maniera…

Non vengo dalla strada, me lo si legge in faccia! Ho studiato a Bucarest e come tutti cercavo qualcosa da fare, però volevo anche occuparmi degli altri in maniera seria.

Ho sentito parlare di Parada, questo gruppo di matti, e sono andato a vedere cosa c’era da fare. E’ stato 5 anni fa e da allora sto con Parada.

Il primo che ho conosciuto è stato Rafael, che oggi faceva il presentatore. Con lui e con gli altri nel tempo quella che all’inizio è un’amicizia spontanea e istintiva, diviene un rapporto vero e profondo, al di là dei ruoli reciproci.

Come si crea il rapporto con i ragazzi?

In realtà, il mio lavoro non ha molto a che fare con l’assistente sociale. Seguo i ragazzi nelle materie scolastiche e nelle uscite, principalmente il mio lavoro è parlare e farli parlare, metterli a confronto in ogni momento del giorno sui problemi che hanno avuto e che vogliono affrontare.

Verso le 7, le 8, raggiungo il centro e c’è da fare sino a mezzanotte, insomma è un lavoro serio e impegnativo.

Adesso disponiamo anche di un caravan, che gira per le strade per dare vestiti e assistenza sociale ai ragazzi abbandonati. La mattina lo adoperiamo per andare a cercare i ragazzi e qualche volta per portarli con noi al centro.

Anche per strada non mi presento come “assistente sociale”, ma chiedo: “chi sei, cosa fai?” e a loro volta mi chiedono chi sono io e cosa voglio da loro. Io gli dico che sono di Parada e non ho bisogno di dire altro, questo nome è conosciuto da tutti i ragazzi di strada. Loro sanno chi siamo e cosa facciamo, quindi se vogliono cominceranno a frequentare il centro. Anche al centro le regole e il lavoro sono chiari: succede anche che qualcuno appena arrivato mi chiede di partire in tournee, e gli dico: prima studia e poi vedremo…

Anche dopo lo spettacolo vi siete ritrovati a discutere

E’ un confronto diverso da quello che dicevo prima. In quel caso parliamo espressamente dello spettacolo che è appena terminato, cosa è andato bene e cosa si può migliorare. Questo pomeriggio è stata una riunione molto lunga.

I ragazzi di strada ci sono solo a Bucarest o anche nelle altre città?

Principalmente a Bucarest. Nelle altre città non è un fenomeno rilevante: di solito i ragazzi abbandonati vivono per un po’ di tempo nei pressi delle stazioni e appena possono raggiungono Bucarest, che vedono come una specie di La Mecca.

Ho sentito che gli altri dicevano che i ragazzi che vivono in strada stanno aumentando: io ho visto alcune statistiche (ma non so quanto siano veritiere) e sembra che invece stiano diminuendo. Anche la situazione sulla chiusura dei canali non è definita: la polizia li chiude per ragioni di sicurezza, ma spesso i ragazzi riescono a riaprire dei passaggi e tornano a rifugiarsi lì. Quello che può essere cambiato negli anni, è che prima i ragazzi di strada sopravvivevano per una specie di spirito di clan, che li univa e in parte serviva a proteggerli da loro stessi e dagli altri, mentre adesso ognuno è abbandonato a se stesso.

C’è qualche ragazzo che ha lasciato Parada per fare altro?

In 8 anni saranno stati una ventina. Manteniamo comunque i rapporti. Tutti hanno scelto un’attività in proprio. La maggior parte lavora nelle costruzioni o nel piccolo commercio, in regola con la legge e i suoi permessi.

Che altro dire? E’ dura, anche se una durezza differente dal vivere per strada.

Dopo intervista

· Con 10 euro al mese finanzi i laboratori di clownerie e giocoleria del centro diurno

· Con 25 euro al mese finanzi le attività del caravan notturno

· Con 50 euro al mese contribuisci allo stipendio di un educatore

· Con 100 euro al mese finanzi una borsa di studio per un ragazzo

NUMERO VERDE 800.11.77.55 – c.c. postale 142273 intestato a COOPI – Ragazzi di Bucarest
Tel./Fax 0376 73.00.77 ragazzi.Bucarest@coopi.org

 
Di Fabrizio (del 09/09/2008 @ 09:37:38, in musica e parole, visitato 2109 volte)

Ce l'abbiamo fatta!

L'Associazione Jazz Manouche Django Reinhardt comunica a tutto il suo pubblico che la 7^ edizione del Festival Internazionale Jazz Manouche Django Reinhardt si terrà nelle date del 18-19 e 20 Settembre 2008 nella città di Rivoli, sulle strade del centro storico e nel teatro della "Maison Musique".

Per tre giorni Rivoli ospiterà gruppi musicali provenienti da tutta Europa per far scoprire la musica del popolo Manouche, resa famosa dall'incontro di un loro figlio, Django Reinhardt, con il jazz americano degli anni '30, il valzer musette francese e la tradizione gypsy.

 

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