Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 24/11/2008 @ 08:51:55, in Italia, visitato 2209 volte)

C'è chi è ancora nomade. Da L'Espresso local

IL CASO A SANNAZZARO
Un carovana di 120 persone accampata nel parcheggio dello stadio, devono sgomberare in due giorni

"Non allontanateci ancora"

I nomadi: vogliamo mandare a scuola i nostri bambini

SANNAZZARO - 20 novembre 2008 "Ci mandano via da ogni posto, o quasi. Noi vorremmo fermarci più di un giorno o due, per mandare a scuola i bambini e trovare lavoro". La carovana di roulotte - una trentina, circa 120 persone - è arrivata a Sannazzaro l’altra sera, occupando il parcheggio vicino al campo sportivo. Un’ordinanza del sindaco impone lo sgombero entro 48 ore. Ma i nomadi protestano, vorrebbero maggior tolleranza da amministrazione e residenti. Sono tutti imparentati fra loro, il grande gruppo famigliare degli Hudorovich. Originari del Montenegro, che hanno lasciato dopo la seconda guerra mondiale, "siamo cittadini italiani a tutti gli effetti - dicono i capi della comunità, Mario e Franco, cugini di 54 e 56 anni - però ci sentiamo discriminati".
Ieri all’ora di pranzo mangiavano all’aperto, sui tavoli da campeggio vicino ai caravan. Un bicchiere di vino rosso anche per gli ospiti, la storia del clan da raccontare.

"I primi Hudorovich sono arrivati in Veneto dopo la guerra, perché in patria - quella terra dove era nata la vostra regina Elena - si faceva la fame". Si sono moltiplicati, "siamo sparsi in tutto il Nord Italia, con almeno quattro o cinque figli per ogni donna". Tutte con i capelli sciolti e lunghi, a qualunque età. Gonnelloni multicolor come da copione, orecchini grandi e luccicanti. Oggi in Italia si contano tre o quattrocento Hudorovich, parenti più meno stretti, dice Mario. Si spostano suddivisi in gruppi più piccoli, che si formano e si separano di stagione in stagione. Quello arrivato a Sannazzaro è numeroso, con molte giovanissime mamme e bambini. Le donne curano i figli e realizzano piccoli oggetti di rame, portacenere e soprammobili, che vendono di casa in casa. Uomini e ragazzi fanno gli stagnini: "Per esempio, andiamo nei ristoranti a chiedere se hanno pentole rotte e le aggiustiamo. Affiliamo i coltelli". Ma per trovare qualche cliente, "si deve rimanere almeno qualche giorno nello stesso posto, a cercare qualche contatto".

Niente foto in primo piano, "perché altrimenti quando ci presentiamo a cercare lavoro dicono ecco gli zingari, e ci mandano via". Alla vita nomade certo non vogliono rinunciare: "Una casa fra quattro mura l’ho avuta - dice il cugino Franco - ma l’ho venduta, non ci resistevo. Soprattutto d’estate".

Ma la vita raminga crea anche problemi: "La gente che ci crede tutti ladri, e poi far studiare i bambini è complicato". Questo però è ovvio: "Certo, non possono andare tutto l’anno nella stessa scuola, lo sappiamo benissimo anche noi". Ma "se ci lasciano stare almeno qualche settimana nello stesso posto, possiamo mandarli in una classe a imparare qualcosa. Mica è possino andare in una scuola solo due giorni".

Le mamme cercano di dare qualche insegnamento, "fanno come possono". Ma molto presto, a dieci anni o poco più, soprattutto i maschi iniziano a lavorare con gli adulti. "Noi Hudorovich paghiamo le tasse e ci comportiamo bene. Quando ce ne andiamo da un posto, lasciamo tutto in ordine e pulito". Sottolineano i capi clan: "Siamo italiani come gli altri, andiamo regolarmente a votare. Lo Stato e quindi anche i sindaci dovrebbero aiutarci. In questo piazzale dove siamo ora, non ci sono nemmeno i collegamenti per l’acqua". Di fronte al parcheggio diventato campo nomadi c’è una fila di villette a schiera. Dai residenti un coro di proteste: "Servono aree attrezzate per i girovaghi. Perché le amministrazioni non si organizzano?"

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Di Fabrizio (del 24/11/2008 @ 09:56:55, in Italia, visitato 1453 volte)

Ricevo da Roberto Malini

Fano, 22 novembre 2008 Lettera aperta a Davide Del Vecchio, Assessore ai Servizi Sociali e alle Politiche per la Solidarietà di Fano

Egregio Assessore Davide Del Vecchio,

in questi giorni la Commissione europea discute i provvedimenti da attuare verso l'Italia per le politiche governative e locali che combattono i comparti più deboli della società, a partire dai Rom e dai senzatetto. Ho letto, con tristezza, l'articolo pubblicato dall'edizione locale del Carlino di oggi. E' ormai evidente che i media diffondono odio e intolleranza verso gli esseri umani più vulnerabili, presentandoli secondo un'odiosa propaganda discriminatoria: le famiglie Rom sono descritte come bande di criminali e non come esseri umani in tragiche condizioni; i migranti sono "invasori" dediti ad attività illecite; i senzatetto sono così "per scelta" e costituiscono un pericolo pubblico. La verità la esprimono i numeri del Viminale, del Rapporto Censis, delle organizzazioni per i diritti umani. Furti, rapine e scippi sono in prevalenza azioni compiute da italiani; gli omicidi avvengono per la maggior parte all'interno delle pareti domestiche; il crimine, in Italia, è gestito dalle mafie, che si avvalgono di manovalanza nostrana e straniera. Non solo, perché come ricordato ieri da Roberto Saviano all'Unione europea, l'Italia è il più grosso esportatore mondiale di criminalità.

Questo è il degrado da combattere: un degrado morale, civile, politico e mediatico. La criminalità organizzata ha toccato quest'anno il suo fatturato record in Italia: 130 miliardi di euro, maturati su droga, violenza, armi, prostituzione, pornografia e pedopornografia, estorsione, corruzione, morte.

Continuare a evitare di perseguire la criminalità vera, per riempire le carceri di Rom e poveracci - o scacciarli da ogni angolo in cui si rifugiano - è qualcosa di aberrante. Definire i poveri, gli "ultimi" del Vangelo, come causa di insicurezza e degrado è una menzogna colpevole, perché i poveri vanno aiutati e a questo servono i servizi sociali. L'Italia e le sue città stanno scendendo ai più bassi livelli dell'abiezione, del razzismo, dell'intolleranza perché non ha il coraggio di guardarsi allo specchio. Tutti sanno la verità: non vi è ministro, parlamentare, sindaco, assessore, prefetto, autorità, giornalista che non sappia dove sono i veri problemi di sicurezza e dove vi è invece persecuzione degli innocenti. So che non sarà certo Fano a cominciare a dare il buon esempio, perché è più facile colpire il capro espiatorio - come si fa, in Italia, fin dall'antichità - che toccare interessi enormi. I Rom a piedi nudi e i mendicanti senza un tetto sulla testa sono bersagli così indifesi e a portata di mano! E' così facile colpirli e poi affermare a gran voce: avete visto, cittadini, vi abbiamo liberati dal pericolo pubblico numero uno! Intanto la vera criminalità ghigna, ingrassa e ringrazia. So che non partirà, la riscossa morale del nostro Paese, da Fano, perché Fano sta mostrando altri obiettivi (quelli facili e di "effetto") da perseguire, ma non rinuncio a inviarLe questa breve lettera. Scripta manent. Roberto Malini - Gruppo EveryOne

roberto.malini@everyonegroup.com
www.everyonegroup.com

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Di Sucar Drom (del 24/11/2008 @ 12:22:26, in blog, visitato 1911 volte)

Un "pacchetto sicurezza" che non è degno di uno stato di diritto
Dai lavori di questa settimana in Senato potrebbe uscire uno statuto legislativo piuttosto pesante nei confronti non solo degli immigrati – quattro milioni circa di persone, "regolari" o "irregolari"–, ma anche di ...

Nuovi immigrati, l'85% degli intervistati non li vuole
Gli immigrati? Troppi e con troppi diritti, secondo la maggioranza degli italiani. E' il dato allarmante che emerge da un'indagine condotta da Ipsos Pa per il Corriere della Sera Magazine in edicola oggi in cui è dedicato un'ampia inchiesta sul crescente fenomeno del razzismo in Italia...

Unicef: "Non discriminare i minori rom e sinti"
L'Unicef Italia ha chiesto ieri mattina al governo italiano un impegno per i bambini e gli adolescenti rom e sinti che vivono nel nostro Paese. La richiesta riguarda, in particolare, l'adozione di misure per prevenire ed eliminare la discriminazione; campagne di se...

Italia, razzismo 2008
Era l’alba di Obama: le 5 del mattino, ora italiana, del 5 novembre. E la possibilità – augurabile o temuta – che l’America, nel segreto dell’urna, non avrebbe votato un presidente nero, s’era appena squagliata in qualche residuale pillacchera di livore...

Berlusconi si vergogni!
Questa mattina il Presidente Berlusconi, a margine della Giornata nazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ritorna sulla questione delle ordinanze firmate il 30 maggio 2008. Ecco la dichiarazione lanciata dalle agenzie stamp...

Ue, il rapporto sulla situazione dei Sinti e dei Rom in Italia
«Le azioni perpetrate contro i Rom ad opera delle autorità italiane violano un certo numero di obblighi assunti dall' Italia nel quadro della legge internazionale sui diritti umani...

Rom e Sinti, no alle "classi ponte"
In relazione alla mozione approvata il 14 ottobre 2008 dalla Camera dei Deputati nell’ambito del Decreto di Legge n. 137 del 1° settembre 2008, la federazione Rom e Sinti Insieme esprime contrarietà a qualsiasi forma di separazione fra gli alunni della scuola pubblica i...

Milano, la Maiolo non vuole i Rom
Tiziana Maiolo continua ad agitare la politica milanese nel centro-destra. Il contendere: le elezioni provinciali e la carica di coordinatore regionale di Forza Italia. Affari Italiani ha intervistato l’ex assessore di...

Decreto sicurezza, la posizione della federazione Rom Sinti Insieme
In merito al disegno di legge A.S. 733 (decreto sicurezza) in discussione nel Parlamento Italiano, la federazione Rom e Sinti Insieme pone in evidenza quanto segue. L'emendamento 18.22 al disegno di legge A.S. 733 modifica i commi 1 e 1-bis dell'art. 32...

Labambina
“Non ha nome, Labambina”. È questo l’incipit del romanzo di Mariella Mehr, scrittrice Sinta Jenische di origini svizzere; e proseguendo nella lettura, ci accorgeremo che questa prima frase è pesante come una pietra, il primo degli infiniti macigni che dal racconto piovono su chi legg...

Razzismo, a Roma aggredita troupe del Tg1
Una troupe del Tg1 è stata aggredita a Roma, nella zona periferica del Trullo, mentre girava un'inchiesta sull'aggressione razzista da parte di giovani italiani ai danni di extracomunitari alla luce degli arresti di sabato. Un ragazzo incappucciato ha spintonato la gior...

Milano, un graffito di Alfred Breitman per denunciare le persecuzioni delle popolazioni rom
Martedì 18 novembre un grande graffito raffigurante la ruota rossa, simbolo delle popolazioni sinte e rom, è apparso a Milano, proprio sulla pavimentazione di piazza Duomo. Sotto il disegno - un cerchio rosso rubino con 16 raggi - la scritta "Interrompete la persecuzione dei Rom"...

Come si fabbrica l'insicurezza
E’ passato un anno, dodici mesi appena, ma l'Italia sembra un'altra. Meno impaurita e meno insicura. Infatti, l'inverno è vicino, ma il clima d'opinione registra un disgelo emotivo evidente. Come testimonia il 2° rapporto - curato da Demos e dall'Osservatorio di Pavia per Unipolis sulla rappresentazione della sicurezza - nella percezione sociale e...

Magenta (MI), cacciati perchè Sinti
Negli ultimi mesi sono decine e decine gli sgomberi subiti da Sinti italiani, soprattutto nel Nord Italia. Sono talmente tanti che non riusciamo più a darne notizia. Molti di questi sgomberi avvengono senza che nemmeno i giornali ne parlino...

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Di Fabrizio (del 25/11/2008 @ 09:22:23, in Europa, visitato 2530 volte)

Lungo e angosciante, siete avvertiti... da Roma-ex_Yugoslavia

New Kosova Report (chi vuole si legga anche i commenti in fondo all'articolo originale)

Bambino rom presso il centro di raccolta immondizia

By Paul Polansky - 17 novembre 2008 - Questo mese, la seconda OnG tedesca, la "Società per i Popoli Minacciati", invierà Paul Polansky, Capo Missione per il Kosovo, alla Casa dei Comuni a Londra ed al quartiere generale UE di Bruxelles nel tentativo di salvare 130 famiglie rom sistemate dalle Nazioni Unite in campi che costituiscono una minaccia alle loro vite.

Segue un riassunto del discorso di Polansky all'audizione di Bruxelles.

A due ore di aereo da qui, nell'Europa Orientale, ci sono due campi della morte, soprattutto per i bambini con meno di sei anni.

Se questi bambini non muoiono entro i sei anni, soffriranno per il resto della loro breve vita di danni irreversibili al cervello.

Questi campi ci sono da nove anni. Sono stati costruiti sul terreno delle più grandi miniere di piombo dell'Europa, ed accanto ad una discarica tossica di 100 milioni di tonellate.

Questi campi (quattro n origine) furono costruiti dall'amministrazione ONU in Kosovo e dal loro partner Azione delle Chiese che Lavorano Assieme. Pure le baracche sono state costruite con vecchi pannelli di piombo.

Sinora in questi campi sono morte 77 persone, principalmente per complicazioni da avvelenamento da piombo. Più di 50 donne hanno abortito per le medesime ragioni. Una donna e il suo bambino sono morti durante il parto. Durante la gravidanza era stata curata per avvelenamento da piombo. Dopo la sua morte venne scoperto da un rinomato laboratorio di Chicago che i due sopravissuti dei suoi nove figli avevano i più alti livelli di piombo nella storia medica.

Secondo esperti medici della Germania e degli USA che avevano visitato i campi, ogni bambino concepito in questi campi crescerà con danni irreversibili al cervello.

Nel novembre 1999, l'UNHCR prese in carico dei Rom rimasti senza casa e li spostò in quattro accampamenti improvvisati costruiti su una distesa tossica, l'unico posto disponibile per l'ONU. Protestai, richiamando l'attenzione degli ufficiali ONU e specialmente del capo dell'UNHCR a Pristina, che queste distese tossiche potevano danneggiare la salute di questi IDP (persone internamente disperse). L'UNHCR mi assicurò di aver firmato contratti con la municipalità locale, che questi IDP sarebbero rimasti lì per soli 45 giorni. Alla fine dei 45 giorni, le loro case sarebbero state ricostruite e loro rimpatriati, oppure portati in un altro paese come rifugiati. Disgraziatamente, dopo quasi nove anni e molte morti a causa del piombo, questi IDP vivono ancora su un terreno inquinato.

Durante l'estate del 2000 Bernard Koucher, amministratore ONU, chiese all'ufficiale sanitario ONU di compiere una ricerca medica su Mitrovica, perché molti poliziotti ONU e soldati francesi accusavano alti livelli di piombo nel sangue. Nel novembre 2000, questo rapporto del dottor Andrej Andrejew dell'ONU, venne presentato all'UNMIK, dove si dichiarava che la maggior parte della gente che viveva a Mitrovica soffriva di avvelenamento da piombo. Il rapporto stabiliva che i peggiori effetti si avevano sui Rom che vivevano nei campi ONU e si raccomandava l'evacuazione dei campi e di recintare le aree perché nessuno potesse entrarvi accidentalmente.

Invece di chiudere i campi, l'ONU costruì una trincea di 1,5 km. tra i due campi ed i depositi di scorie tossiche. Pose anche cartelli in quattro lingue chiamando questo percorso il Vicolo della Salute. Ma l'ONU costruì anche su un'area accanto a 100 milioni di tonnellate di rifiuti tossici un campo da calcio e uno da basket per i bambini Rom. Non venne detto loro che l'esercizio fisico, aprendo i loro polmoni, li avrebbe resi ancora più vulnerabili al piombo.

Nonostante i ripetuti appelli per aiutare i Rom, specialmente quelli che vivevano nei tre campi dell'area di Mitrovica nord, l'ONU fece esattamente l'opposto. Gli aiuti alimentari vennero sospesi nel 2002, dicendo che era tempo per i Rom che trovassero da loro come sopravvivere. Nel campo di Zitkovac, una volta l'acqua corrente venne tagliata per sei mesi, perché l'amministratore del campo, Chiese che Lavorano Assieme, trovò che i Rom usavano troppa acqua. Così, i Rom di Zitkovac dovevano camminare per quattro km. due volte al giorno per avere acqua potabile. In tutti e tre i campi. la maggior parte dei Rom doveva andare alla discarica locale per cercare qualcosa da mangiare.

Nell'estate del 2004, L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) fece un'indagine speciale sull'avvelenamento da piombo nei tre campi, dopo che una bambina di quattro anni, Jenita Mehmeti, morì per quella causa. Sino allora 28 persone (soprattutto giovani e bambini) erano morti nei tre campi, ma Jenita era stata la prima a ricevere cure specifiche prima di morire. Nuovi esami del sangue presi dall'OMS, mostravano che i bambini, i più vulnerabili all'intossicazione, avevano i livelli più alti che gli analisti OMS avessero mai registrato.

La procedura standard per il trattamento medico dell'avvelenamento da piombo, richiede l'immediato allontanamento dalla fonte di avvelenamento e l'ospedalizzazione sei i livelli di piombo sono superiori a 40 μg/dL. I danni irreversibili al cervello iniziano a 10 μg/dL, specialmente nei bambini sotto i sei anni di età il cui sistema immunitario non è ancora pienamente sviluppato. Molti dei livelli di piombo nei bambini di questi tre campi erano superiori a 65 μg/dL, il livello più alto che le macchine OMS potessero leggere. Lo staff OMS sospettava che in alcuni bambini (causa i loro sintomi), ci fossero livelli di piombo tra gli 80 e i 90. E' risultato poi che due bambini avevano un livello di 120 μg/dL, il più alto mai registrato nella storia medica.

Nel novembre 2004, l'OMS presentò il proprio rapporto all'UNMIK, chiedendo l'immediata evacuazione dei campi. Anche se esistevano dei precedenti per l'ONU, che aveva evacuato migliaia di Albanesi e Serbi in Kosovo quando si trattava delle loro vite in pericolo, questi Rom non vennero evacuati. L'unica misura presa dall'ONU fu di indire riunioni bimensili tra le agenzie ONU e le altre OnG per studiare il problema. Anche se molte OnG, incluso il Comitato Internazionale delle Croce Rossa, fecero una petizione all'ONU per l'immediata evacuazione di questi "campi della morte" entro 24 ore, sino al 2006 l'ONU non intraprese alcuna azione.

Nel gennaio 2006 l'ONU in Kosovo chiuse uno dei campi e spostò 35 famiglie in una nuova sistemazione, a circa 50 metri dal loro vecchio campo. Il campo nuovo venne chiamato Osterode. Era una ex base dell'ONU francese a Mitrovica nord, che era stata abbandonata dopo che a molti soldati era stati trovati i sintoni di avvelenamento da piombo. Difatti, ai soldati venne detto dai dottori militari di non fare figli per almeno nove mesi dopo aevr lasciatoil campo, per gli alti livelli di piombo nel loro sangue.

Tuttavia, l'ONU nella sua saggezza spese oltre 500.000 €u. (donati dal governo tedesco) per rinnovare questo campo. Intuendo che l'avvelenamento arrivava soprattutto dal terreno, l'ONU asfaltò l'area ed in seguito ottenne dal CDC, Centro per il Controllo del Disagio - un'agenzia finanziata dagli USA, un certificato che il campo era "libero dal piombo". Ma dato che tutti questi campi erano costruiti sull'area delle miniere di Trepca, la maggior parte dell'inquinamento arriva attraverso l'aria dalle 100 milioni di tonnellate di scorie tossiche ammassate davanti ai campi.

Nel settembre 2006, alla sua prima conferenza stampa come capo dell'ONU in Kosovo, Joachim Ruecker annunciò con orgoglio che l'ONU stava facendo qualcosa per aiutare questi Rom che morivano di avvelenamento. Oltre che a spostarli dai loro campi verso Osterode, che non era più dichiarato libero da piombo ma "meno inquinato", l'ONU avrebbe iniziato a trattare la situazione con una dieta migliore. Per la prima volta in quattro anni venivano forniti ai Rom aiuti alimentari così che non dovessero più andare alla discarica. L'ufficio USA dell'ONU a Pristina donò 1.000.000 $ per questa "dieta migliore".

E' noto ai medici che una dieta appropriata può abbassare i livelli di piombo di circa il 20%, ma solo se la persona interessata viene allontanata dalla fonte di avvelenamento. Nel caso dei Rom, ridurre i loro livelli del 20%, li lasciava lo stesso in una situazione dove la loro vita era a rischio. Per la prima volta in quattro anni, l'ONU forniva anche uno staff medico per seguire la salute di questi Rom. Sfortunatamente, l'avvelenamento da piombo può essere trattato solo una volta che il paziente viene allontanato dalla fonte di avvelenamento. In ogni caso, lo staff medico se ne andò perché per mesi non era stato pagato.

Con la primavera 2006 due dei campi (Zitkovac e Kablare) vennero chiusi e oltre 100 famiglie vivono adesso a Osterode. Dopo tre mesi, vennero raccolti campioni di sangue e secondo l'UNMIK la salute dei Rom stava migliorando, grazie alla nuova dieta, ed i livelli di piombo stavano scendendo. D'altra parte, tanto l'OMS che l'UNMIK rifiutarono di rendere pubblici i risultati dell'indagine, persino alle stesse famiglie rom. Più tardi mi vennero date copie dei test da un componente dello staff OMS contrariato da questa riservatezza. I risultati del test mostravano che non solo i livelli di piombo salivano, ma che Osterode, il campo liberato dal piombo, aveva ora livelli di inquinamento superiori a quello di Cesmin Lug, vecchio di nove anni.

Nel 2006 l'ONU annunciò che l'unica soluzione per i Rom che vivevano su o accanto il terreno tossico, era di ricostruire le loro case nel loro vecchio quartiere e di spostarle là. Così l'ONU riunì diversi donatori internazionali per ricostruire alcune delle case dei Rom e diversi blocchi di appartamenti, con la promessa di rimandare i Rom nel loro vecchio quartiere. Sfortunatamente, non appena queste case ed appartamenti furono completati tra l'estate e la fine del 2006, l'ONU non li assegnò ai Rom che vivevano nella zona inquinata, ma principalmente ai Rom del Kosovo rifugiati in Serbia e Montenegro, per mostrare che la politica di ritorno dei rifugiati stava funzionando.

Nell'aprile 2007 terminarono tutti gli aiuti medici ed alimentari ad Osterode, perché secondo l'ONU non c'erano più soldi. Un'altra volta, i Rom furono obbligati a trovarsi da mangiare nella locale discarica. Ma il peggio doveva ancora arrivare.

Dato che molti bambini a Osterode e nel limitrofo campo di Cesmin Lug mostravano segni comuni di avvelenamento (piombo nei denti, vomito giornaliero e perdita della memoria), i capi dei campi richiesero nell'aprile 2008 nuovi esami del sangue. Esami casuali su 105 bambini mostrarono risultati sconcertanti. Molti bambini che vivevano nel campo ONU di Osterode "libero da piombo", avevano i livelli di piombo raddoppiati da quando si erano spostati nell'ex base francese.

A causa del rifiuto di ONU e UNHCR di aiutare questi cittadini del Kosovo, mi rivolsi direttamente al Ministro della Sanità della neo dichiarata Repubblica del Kosovo. Il Dr. Alush Gashi non è soltanto un medico ma anche un mio amico personale da anni. Una volta viveva e lavorava a San Francisco. Non solo gli scrissi per email, ma lo visitai anche nel suo ufficio, chiedendogli di aiutare i suoi cittadini di minoranza. Comprese il problema e la situazione. Come dottore sapeva che bisognava evacuare immediatamente questi Rom. In una recente intervista filmata, il Dr. Gashi riconosceva che questi Rom andavano allontanati immediatamente, che sarebbero stati meglio in prigione che nei campi della morte. Disse che USAID stava finanziando un progetto assieme ai Mercy Corps per salvare questa gente.

Non impiegai molto tempo per ottenere una copia del progetto USAID/Mercy Corp. Chiedeva il rialloggiamento di 50 delle 120 famiglie che vivevano nei campi entro i prossimi due anni e mezzo. Non c'era alcuna soluzione medica immediata per chi viveva nei campi. Non era menzionata l'evacuazione. Più tardi scoprii che gli autori del progetto non avevano mai visitato i campi. Tuttora, USAID sta adoperando 2,4 milioni di $ per questa soluzione cosmetica.

Sin dal 2005, abbiamo tentato di obbligare l'ONU ad aiutare questi Rom. Un'avvocata americana, Dianne Post, cercò di citare l?ONU a nome di diverse centinaia di Rom che vivevano in questi campi. La sua causa contro l'ONU alla corte dei Diritti Umani a Strasburgo fu rigettata, perché il tribunale dichiarò che soltanto uno stato, non un'organizzazione, poteva essere processato. Anche se l'ONU era l'unico amministratore del Kosovo, il tribunale decise che l'ONU non poteva essere perseguito.

L'ONU non ha una politica di ricompensazione per questi problemi. Ma gli avvocati ONU per tre anni hanno rifiutato di cooperare nella ricerca di un compenso per questi Rom o per risolvere i loro problemi sanitari. L'ONU non nega le proprie responsabilità ma rifiuta di rispondere sulle proprie regole e norme. Nel 2005 la Società per i Popoli Minacciati, la più grande OnG in Germania dopo la Croce Rossa, inviò in Kosovo il Dr. Klaus Runow, rinomato esperto tedesco sugli avvelenamenti tossici. Anche se l'ONU ha tentato di tenerlo lontano dai campi, è stato in grado di raccogliere 60 campioni di capelli dai bambini rom. Ha poi spedito questi campioni ad un rinomato laboratorio di Chicago. Il risultato mostrò che quei bambini non solo avevano i più alti livelli di piombo nella storia medica, ma che tutti avevano i sintomi di avvelenamento da altri 36 metalli pesanti. Nel tentativo di difendersi, il personale ONU ha spesso replicato che l'intossicazione dei Rom dipende dal fatto che smaltiscono le batterie delle auto. Però, il Dr. Runow ha puntualizzato che nessuno di questi metalli tossici è presente nelle batterie automobilistiche.

Il Dr. Rohko Kim, formatosi ad Harvard ed in servizio OMS a Bonn, Germania, era consulente ONU sull'avvelenamento da piombo nei loro campi in Kosovo. Anche se aveva ordini di non rilasciare interviste o informazioni sui campi rom, riuscii a parlargli. Gli chiesi se l'avvelenamento da piombo fosse dovuto allo smaltimento delle batterie delle auto. Mi disse di no. Mi disse che la maggior parte dell'avvelenamento proveniva dalle polveri tossiche rilasciate dai mucchi di scorie e dal fatto che i campi furono costruiti sul terreno delle miniere. Mi disse che ogni bambino concepito in quei campi avrebbe sofferto di danni irreversibili al cervello. Disse che avevamo già perso un'intera generazione di bambini rom per colpa dell'avvelenamento da piombo. In un discorso del 2005, alla presenza dell'OMS, dell'UNMIK e del Ministro  della Sanità del Kosovo, il Dr. Kim disse: "La situazione attuale nella comunità rom che ora vive nei campi è estremamente seria. Dal 1991 ho condotto personalmente ricerche sull'avvelenamento da piombo, ma non ho mai incontrato livelli così alti nel sangue. Ritengo che il caso di Mitrovica nord sia unico, mai conosciuto prima nella storia. E' una delle più grandi catastrofi legate al piombo nel mondo e nella storia."

Sinora sono morti 77 Rom nei campi ONU. A ciò vanno aggiunti gli aborti. L'ONU non ha mai investigato su nessuna morte nei campi o mai fatto un'autopsia. D'altronde, dai sintomi descritti da parenti e vicini, i dottori consultati ritengono che l'avvelenamento da piombo ha contribuito alla maggior parte delle morti  e degli aborti.

Qualche mese fa a Osterode è morto un altro bambino rom. Aveva un mese di vita, ed era nato con una grande testa, pancia gonfia e gambe in miniatura. Si era svegliato alle sei del mattino, vomitando, e morì 20 minuti dopo in ospedale.

 L'avvelenamento da piombo da una morte spaventosa per i bambini. Jenita Mehmeti, 4 anni, stava frequentando l'asilo nel campo quando la maestra si accorse che stava perdendo la memoria e faceva fatica a camminare. Jenita fu rimandata nella sua baracca dove nei seguenti tre mesi vomitò diverse volte al giorno, prima di rimanere paralizzata e morire.

Ci sono precedenti nel Kosovo per salvare le vite, ma non quelle di 500 Rom. Questo è un appello a voi parlamentari. In Europa oggi abbiamo un campo di morte per bambini. Per piacere fate qualcosa.

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Di Fabrizio (del 25/11/2008 @ 09:35:42, in musica e parole, visitato 2189 volte)

Ricevo da Marco Brazzoduro

MERCOLEDI' 26 NOVEMBRE h. 22:00
al Felt Club, Via degli Ausoni, 84 Roma San Lorenzo

FESTA ZIGANA
DI "OFFICINA NOMADE"


al felt club - Musica e canti zigani\rom, ritmi balcanici e orientaleggianti, doine, czarde e sirbe tradizionali rumene e mitteleuropee
Ingresso 10 eur inclusa consumazione

Ma chi sono e da dove vengono questi musicisti che si ascoltano in Italia, catapultati dai matrimoni e dalle feste della Romania direttamente nel ventre delle grandi citta' europee? Quasi nessuno riesce a capirlo e a saperlo, perche' e' un mondo di storie che rimangono segrete, certo e' che questi "sconosciuti" sono degli abilissimi musicisti che hanno suonato con i piu' grandi artisti dell'est Europa, collaborando anche in Italia con grandi personaggi del mondo dello spettacolo teatrale e musicale come : Moni Ovadia, l'Orchestra di Piazza Vittorio, (anche nel film) e Beppe Rosso.
Vi aspettiamo!

CRISTINA BARZI GYPSYLIANA voce
MARIAN SERBAN cymbalon
MARIN ISAK TANASACHE contrabbasso
FLORIAN (ALBERT) MIHAI fisarmonica
MITICA PURCELAN sax

www.myspace.com\gypsyliana

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Di Fabrizio (del 25/11/2008 @ 10:13:10, in casa, visitato 2523 volte)

Ricevo da Veniero Granacci

Casilino 900: dice Alemanno che i Rom possono avere l'acqua potabile solo quando si fissa (meglio se insieme) la data dello sgombero!

Questo Editoriale è un Asino. Quindi c’è poco da dire. E’ un Editoriale piccolo piccolo, come la cifra dei politici borghesi che governano sulle vite di milioni di subalterni. Oggi [Domenica 23 Novembre, ndr] Gianni Alemanno ha visitato il campo rom Casilino 900 (uno dei più vecchi d'Europa) per la seconda volta da quando è diventato Sindaco di Roma. Ha naturalmente ribadito il solito clichè del moderno centrodestra secondo cui Roma rispetta tutti purchè tutti stiano nella legalità (come fanno le Banche, per esempio). Coerentemente con le sue innovative idee ha quindi confermato che farà sgomberare presto il campo dell’”illegalità”, seppure attraverso il confronto e l’accordo con il popolo Rom ( e grazie della concessione!): viene così confermato come nell’era di Internet i sistemi autoritari preferiscano adottare strategie di prudente intolleranza partecipata. Quando ad un certo punto ecco lo scatto dell’ex missino. Alla domanda di una giovane rom che chiedeva se fosse possibile riavere, aspettando il calcio in culo, almeno acqua e luce staccate da nove mesi (fosse anche soltanto per lavarsi faccia e mani come si fa tutte le mattine, per esempio, nella benestante e cattolica famiglia Alemanno-Rauti) cinico il neogaullista ha chiosato: "il giorno in cui verrà comunicata la data [forse già la prossima settimana, ndr] procederemo anche al riallaccio di luce e acqua. ." Applausi. Data vicina o data lontana, nella concitazione dell'iperbolico momento forse non tutti i presenti hanno fatto in tempo a cogliere il brodo di coltura della frase detta dal Sindaco, concentràti, come in realtà si era, sulla vicenda sgombero e sul fatto che mancano (forse!) solo sette giorni al riallaccio dei servizi. All’ingresso del campo c’è una frase che più o meno dice così: “oggi tutti i rom sono poveri. E se domani tutti i poveri saranno rom?”. Sicuramente se succederà con Alemanno sindaco, bisognerà trovare subito la data dello sgombero sennò questo qui manco lo sciacquone del cesso ci farà più tirare.

Francesco Fumarola, 23 Novembre 2008

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Di Fabrizio (del 26/11/2008 @ 00:21:24, in Italia, visitato 1489 volte)

25 novembre 2008 - Tonio Dell'Olio

Il dossier dell'ultimo numero di Mosaico di pace sarebbe da far circolare non solo nelle scuole ma anche tra gli amministratori pubblici e tra i rappresentanti delle istituzioni. Racconta la presenza degli zingari in Italia. Racconta delle loro origini e della loro cultura, delle difficoltà e dell'orgoglio, della storia e delle storie. Finalmente si capisce che rom e sinti non sono più nomadi da molti anni, che ce ne sono islamici, cattolici, evangelici…, che sono italiani da molte generazioni, che sono presenti anche nel mondo dello spettacolo e della cultura, che insegnano all'università e scrivono libri. Si raccontano storie di integrazioni riuscite, di bambini che vanno a scuola e di volontari che condividono fatiche e sogni di questa gente che abita i margini del pianeta.

A leggere queste pagine si capisce bene che i muri tetragoni del pregiudizio e dei luoghi comuni possono essere abbattuti solo sotto i colpi della conoscenza della storia e dei volti.

Certo, il problema della sicurezza. Ma anche a questo proposito si comprende bene che non è distruggendo e sfollando i campi e presidiando con le forze dell'ordine ma piuttosto dando una mano a recuperare la dignità che è scolpita nella natura di ciascuna e ciascuno.

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Segnalato da Roberto Malini

 video tratto da "A forza di essere vento: lo sterminio nazista degli Zingari"

Indymedia Lombardia autore: Watching The Sky

Milano, 18 novembre 2008. Un grande graffito raffigurante la Ruota Rossa, simbolo del popolo Rom, è apparso a Milano, proprio sulla pavimentazione di piazza Duomo. Sotto il disegno - un cerchio rosso rubino con 16 raggi - la scritta "Interrompete la persecuzione dei Rom". L'opera di denuncia civile è stata realizzata dall'artista Alfred Breitman, che è rimasto per oltre mezz'ora, in pieno giorno, a spiegarne i contenuti a un capannello di cittadini milanesi. Quando sono intervenuti sul posto alcuni agenti di Polizia Municipale, Breitman ha detto loro che il lavoro gli era stato commissionato dal Circolo culturale "Goffredo Bezzecchi". Non era la verità, ma l'artista ha inteso rendere omaggio a Goffredo Bezzecchi, Rom di 69 anni che vive a Milano ed è l'ultimo testimone della persecuzione nazifascista degli "zingari" lombardi. Gli agenti hano creduto ala spiegazione offerta da Breitman e si sono fermati a porre domande all'artista, che ha tenuto anche a loro beneficio una breve lezione sul Samudaripen, lo sterminio nazista del popolo Rom e sulle similitudine fra quel crimine contro l'umanità e l'attuale persecuzione che Milano e l'Italia perpetrano sempre contro il popolo "nomade". La performance di Breitman costituisce la prima azione del Gruppo Watching The Sky, per denunciare con gli strumenti dell'arte sociale e dell'arte di strada la più odiosa forma di razzismo del nostro tempo. Alfred Breitmen ha abbandonato il luogo della performance fra gli applausi di decine di cittadini, ivi compresi i vigili urbani. L'opera d'arte, realizzata con colori naturali, è stata parzialmente cancellata già nel pomeriggio.

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Di Fabrizio (del 27/11/2008 @ 09:04:03, in Italia, visitato 2247 volte)

Da Circolo Pasolini Pavia

Gli asini che volano - di Irene Campari

Noi ce lo ricordiamo l'Assessore Cioni (ex Ds ora Pd) di Firenze: aveva fatto scuola tra i politici vuoti a perdere mentali. Aveva dato avvio alla teoria delle ordinanze anti-poveri nelle città italiane, con quella vergata di suo pugno contro i lavavetri. Era assessore alla sanità pubblica e integrazione socio-sanitaria, salute, igiene pubblica, sicurezza sociale, IPAB, sicurezza e vivibilità urbana, polizia municipale, città sicura (sic!), occupazione e alterazioni suolo pubblico, coordinamento dei lavori e delle manifestazioni, manutenzione strade e aree pubbliche arredo e decoro urbano. Si era in piena caccia al Rom, e Cioni, con un guizzo luminescente, scansando ogni accusa di razzismo aveva scelto di prendersela con una categoria piuttosto che con una gruppo culturalmente definito, i lavavetri. Era però talmente bischera come ordinanza che si era visto scaraventata addosso l'indignazione di mezza Italia. Ma Cioni aveva le sue ragioni. Doveva, ad ogni costo, deviare l'attenzione pubblica da altro da sé. A quanto pare infatti era allora in affari lucrosi con Salvatore Ligresti, tanto lucroso quanto, pare, clandestini e illeciti. E' inquisito, insieme all'assessore all'urbanistica Biagi (ex Ds ora Pd). Anche noi, nel nostro piccolo, avevamo avuto un'esperienza di quel genere. Ve la ricordate Piera Capitelli, soccorsa dall'ineffabile assessore ai Servizi sociali Brendolise, che per un anno si scatena contro i Rom dell'ex Snia, abbandonandoli a se stessi, fino ad invertire improvvisamente la rotta e, per una settimana, volerne salvaguardare l'incolumità, facendo demolire un capannone vincolato dal Prg di proprietà di Luigi Zunino? Bene. Erano gli asini che volano, come i lavaverti di Cioni. L'attenzione dei cittadini doveva dirigersi verso i Rom e allontanarsi dai vincoli degli edifici dell'ex Snia e dai supermercati che Luigi Zunino voleva costruirci. Non c'è riuscita Piera. Abbiamo informato, denunciato la lottizzazione abusiva e riaffermato i diritti dei Rom. E sì perchè Capitelli ci teneva talmente tanto alla loro incolumità che li ha sgomberati e immediatamente cacciati da Pavia, con pubbliche dichiarazioni di soddisfazione sua e dei dirigenti del suo partito. Ha demolito inutilmente un capannone, ha diffamato inutilmente un'intera comunità Rom, ha violato il Piano regolatore generale per ritrovarsi con un'area dismessa che nessuno può permettersi di bonificare e di ricostruire, tanto meno Banca Intesa che ne ha in pegno una buona parte. Andremo avanti e scriveremo a breve ancora su quel che accadde l'estate scorsa. Ritornando al Cioni. La Procura di Firenze non è stata con le mani in mano, e ha inquisito l'assessore fiorentino per corruzione, insieme al costruttore Ligresti. Padrone della Sai, di Immobiliare lombarda, di Impregilo insieme a Gavio e Benetton, e con enormi interessi nell'Expo2015. E l'edilzia e la speculazione sono al centro di quell'inchiesta. Si tratta dell'area di Piana di Castello. Appalti per la costruzione del nuovo palazzo della Regione e della Provincia di Firenze tramite un protocollo di intesa che a detta degli informati rappresenta una delle più grandi speculazioni immobiliari in Italia. Sono coinvolti amministratori pubblici e consulenti. Sarebbero implicati anche due architetti genovesi, Savi e Casamonti, destinatari di commesse pubbliche a Genova e Finale Ligure. Gli interssi di Ligresti in Liguria sono attualissimi: ha infatti questo mese presentato il piano per il porto di Loano. Porti, autostrade e logistiche sono la specialità del socio, Marcellino Gavio. Tutto ciò che accade in Liguria prima o poi accade anche qui., a meno che non sia già accaduto.

[continua...]

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Di Fabrizio (del 27/11/2008 @ 09:19:43, in casa, visitato 2062 volte)

Da Roma_Francais

Le Petit Journal (Photo: J.M.) - Jonas Mercier: Bucarest 24 novembre 2008

Tredici Rom sono rimasti per una quindicina di giorni sul tetto di un hotel abbandonato nel pieno centro di Bucarest. Protestavano per ottenere un alloggio sociale. Ma le autorità sono rimaste piuttosto passive.

Giovedì 13, mentre la campagna elettorale per le elezioni legislative era in corso da due settimane, una quindicina di Rom decidono di occupare il tetto di un hotel in rovina del centro città. Il sindaco del 5° settore tenta di convincerli a scendere, senza successo. L'immobile nel quale si trovano è di proprietà di una società immobiliare straniera. Dei guardiani sorvegliano l'ingresso e non lasciano passare nessuno. "Ne la polizia, ne i Rom sono passati da lì", indica uno dei due, che riconosce di non avere alcuna idea su come i Rom siano arrivati lassù.

Laurence Demairé, una francese stabilitasi a Bucarest da più di dieci anni, guarda la scena dal suo balcone. Afferma che "I pompieri sono venuti diverse volte con una grande scala, senza mai tentare di svolgerla per montare sul tetto. Poi, più niente, nessuno si preoccupa di loro (...) Fa freddo, non so come possano passare la notte". Le autorità avrebbero promesso loro un aiuto di 1.100 Lei al mese, senza peraltro offrire soluzioni di rialloggiamento. Sabato, i tredici manifestanti hanno lasciato il tetto, ma per andare dove?

Situazioni che si moltiplicano

In basso, qualche strada più in là, quattro altri Rom hanno installato un accampamento di fortuna [...] "Siamo lì da sette mesi. Non me ne andrò prima di aver trovato un alloggio per la mia famiglia", spiega uno di loro. Un altro spiega che dei poliziotti l'hanno "mandato via" e che non osa più rientrare a casa per paura che lo picchino. "La Romania non può che essere solo lo zimbello d'Europa se continua a tollerare questo", conclude un terzo.

Il rialloggiamento di numerose famiglie rom, che occupano illegalmente edifici nel centro o nella periferia della capitale, resta problematico. Già all'inizio del mese, un padre di famiglia era montato sul tetto di un immobile a Bucarest e minacciava di bruciarsi vivo se non avesse ottenuto un appartamento. Il giugno scorso, quattro altre persone di origine rom avevano ugualmente tentato di sensibilizzare le autorità, salendo su un tetto di un altro immobile del centro.

Nel mese di ottobre, il governo ha realizzato un programma per la costruzione di 300 alloggi sociali in tutto il paese, destinati alle famiglie rom più modeste. Ma le associazioni rom stimano che siano poche.

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