Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 18/01/2010 @ 00:37:43, in casa, visitato 2249 volte)

di Eugenio Viceconte - Jan. 17th, 2010 at 8:09 PM

Da pochi minuti il TG3 Lazio ha annunciato che domani mattina circa 150 rom del Campo di Salone, un campo legale, spartano ma attrezzato con container e servizi, saranno spostati al Centro Richiedenti Asilo (CARA) di Castel Nuovo di Porto (circa a 50 km dal campo di Salone).

Un CARA non è una prigione o un CIE ma è comunque un luogo in cui vengono applicate restrizioni alle libertà individuali.

E' un luogo che serve ad ospitare persone appena arrivate sul territorio nazionale che richiedono asilo per motivi politici o economici.

I rom di Salone sono o di origine dell'ex Jugoslavia, e quindi sono arrivati in Italia da almeno 15 anni, o più recentemente dalla Romania.

Ovviamente parlare di richiedenti asilo per dei cittadini comunitari come i Rumeni è una bestialità incivile.
Parlare di richiedenti asilo per gente che 20 anni fa è arrivata in italia da un paese in guerra ... ed a cui l'italia 20 anni fa e negli anni a seguire non ha saputo trovare una cittadinanza, è una ulteriore bestialità.

Le promesse di Alemanno e del prefetto Pecoraro alle comunità rom di roma sono belle e dimenticate.


Gran parte della popolazione di Salone è fatta da ragazzi che sono nati a Roma!

Le foto che vedete nel seguente slide show sono state scattate da ragazzi rom in gran parte del campo di Salone.
Molte, sono scattate nel campo di Salone, un campo con gravi problemi ma che offre un minimo di normalità a chi ci vive.
Nel CARA di Castel Nuovo di Porto non troveranno tutto questo.

Ragazzi che parlano italiano, per il semplice motivo che sono nati TUTTI a Roma.

Richiedenti asilo da cosa? Dal nostro infame paese che non ha saputo dargli un futuro ne vorrà mai offrirglielo?

... altri "flash", citazioni, foto commenti e link li trovate su TUMBLR http://hiddenside.tumblr.com/

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Di Fabrizio (del 17/01/2010 @ 09:18:43, in Europa, visitato 1710 volte)

15 gennaio 2010
Germania: il nuovo Ministro all’Immigrazione vuole più impiegati pubblici di origine immigrata.
Boehmer: insegnanti, educatori, poliziotti e impiegati della pubblica amministrazione che conoscano l’esperienza di migrazione senza però stabilire quote.

Il Governo tedesco intende aumentare le assunzioni di cittadini di origine straniera nel servizio pubblico, senza tuttavia arrivare a fissare quote. È quanto ha dichiarato al quotidiano Rheinische Post il ministro alla Cancelleria con delega all’Immigrazione, Maria Boehmer (Cdu), secondo cui anche nel servizio pubblico bisogna tener conto del fatto che un abitante su cinque della Bundesrepublik proviene da esperienze migratorie dirette o della famiglia.

"Abbiamo urgentemente bisogno di più insegnanti ed educatori con un passato da migrante", spiega la signora Boehmer, sottolineando che ciò deve valere anche per le forze di polizia, i vigili del fuoco e gli impiegati delle amministrazioni comunali. In una comunicazione ufficiale il Ministro ha tuttavia precisato che "stabilire quote è fuori discussione”. La proposta del Ministro ha ricevuto l'immediato appoggio del presidente del sindacato di polizia, Konrad Freiberg, secondo il quale le forze dell'ordine hanno fatto finora buone esperienze con l'assunzione nei loro quadri di migranti. Dello stesso avviso si è detto Josef Kraus, presidente dell'Associazione degli insegnanti tedeschi, per il quale un accresciuto numero di insegnanti di provenienza extracomunitaria contribuisce ad una migliore integrazione degli studenti con analoga origine e serve anche da modello di ascesa sociale.

(Red.)

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Di Fabrizio (del 16/01/2010 @ 09:45:21, in Italia, visitato 2996 volte)

L'ombra della speculazione edilizia si allunga su Napoli. La Commissione Edilizia nominata dal Sindaco Iervolino boccia il progetto del PalaPonticelli. di Alessio Viscardi

L'ombra della speculazione edilizia si allunga su Napoli. La Commissione Edilizia nominata dal Sindaco Iervolino boccia il progetto del PalaPonticelli, opera destinata alla riqualificazione di uno dei quartieri più degradati della città. "Un centro commerciale camuffato da opera pubblica", la motivazione.

"Palaponticelli, un'opera di interesse pubblico realizzata con investimenti interamente privati che andrà a colmare la carenza nel capoluogo campano e nel Sud Italia di "luoghi" al coperto per concerti e altre attività legate alla cultura, alla musica e allo spettacolo, consentendo di inserire la città nei tours musicali più significativi a livello internazionale". Così si legge nel sito del Comune di Napoli. Ma con la bocciatura del progetto da parte della commissione edilizia non solo sono svaniti i sogni di rilancio della zona, ma sono riemersi dubbi e polemiche legate a speculazione edilizia e malaffare. Ancora una volta.

Un nuovo scandalo alla "Global Service". Le violazioni al Piano Regolatore riscontrate dalla Commissione sarebbero la copertura di un'attività illecita. Scopo: alterare il valore economico di alcuni terreni di Ponticelli.

Un'occasione persa
Doveva essere "il più grande pala-eventi d'Italia", una Casa della Musica dalla capienza di oltre 12 mila spettatori. Destinato ad esibizioni e concerti dal vivo, il PalaPonticelli sarebbe stato anche un volano per la riqualificazione della zona. Un anfiteatro per concerti ed un Centro Commerciale per arricchire il panorama (culturale) del quartiere alle porte di Napoli.

Costo complessivo: 147 milioni, a carico del soggetto promotore. Investimenti e struttura interamente privati, ma sottoposti ai "vincoli di uso pubblico" previsti dal Piano Regolatore Generale.

Due anni per la sua realizzazione, che avrebbe dato lavoro a più di mille operai.

Significativa la scelta di edificare la struttura a Ponticelli per recuperare la periferia. Infatti, sono a carico dell'impresa realizzatrice anche la manutenzione di strade e l'erogazione di servizi nella zona.

Alt dalla Commissione
Un Centro Commerciale che viola le disposizioni del Piano Regolatore Generale. A questa conclusione è giunta la Commissione Edilizia di Napoli, che boccia interamente il progetto del PalaPonticelli.

Sembrava una pura formalità dopo l'approvazione definitiva del progetto presentato dalla PalaPonticelli s.r.l. alla Giunta Comunale il 29 gennaio 2009. Diventa ora un dovere inderogabile per il sindaco Iervolino. Sebbene il parere della Commissione Edilizia non sia vincolante, i suoi membri sono nominati con chiamata diretta del Primo Cittadino.

Il verdetto, un déjà vu
Le conclusioni a cui giunge la commissione edilizia ricalcano fedelmente le perplessità espresse in precedenza da diversi membri dell'opposizione napoletana. A sollevare la questione sono i consiglieri Andrea Santoro e Pietro Diodato, che già nel 2006 definivano il PalaPonticelli: "Una delle più grosse speculazioni edilizie e commerciali che abbia mai colpito la città di Napoli".

La Commissione Consiliare Attività Produttive, presieduta dal prof. Federico Alvino, viene chiamata ad esprimere un parere sul progetto dopo numerose denunce al Tar dei commercianti di Ponticelli. Anche in questo caso, il parere è contrario a causa dell'eccessiva superficie dedicata alle attività commerciali.

Le violazioni al Piano Regolatore Generale
La zona scelta per l'edificazione dell'opera è classificata area Fe dal Prg di Napoli. In base all'articolo 50, è permessa soltanto la realizzazione di attrezzature pubbliche o di uso pubblico – anche su iniziativa privata – destinate a sport, attività culturali e sanità. Vincolo fondamentale da rispettare è la sussidiarietà delle attività commerciali rispetto all'opera pubblica.

Infatti, il PalaPonticelli su carta è un "centro culturale di zona" affiancato da un piccolo centro commerciale. Negozi e ristoranti non dovrebbero occupare una superficie superiore a quella dell'anfiteatro per concerti.

Ma la Commissione Edilizia giudica violati i vincoli di uso pubblico. Stando al verbale di istruttoria del 23 aprile 2009, le attività commerciali previste a compendio del Palaeventi non presentano il requisito della "sussidiarietà".

Si tratta, invece, di un vero e proprio Centro Commerciale che si pone in autonomia funzionale rispetto all'opera pubblica.

Le misure del mercato
Analizzare i dati del progetto permette di capire le reali proporzioni tra zone destinate all'attività culturale e zone destinate all'attività commerciale.

Inizialmente, le approvazioni rilasciate dagli enti di controllo si basano su un'interpretazione falsata dell'opera. La superficie del PalaPonticelli viene suddivisa in tre aree dal dipartimento urbanistica di Napoli. Secondo i tecnici del Comune, dei 192.730 mq totali, il 44,3% è destinato al Palaeventi.

Un restante 32,5% è finalizzato alla creazione di spazi pubblici di verde (una piazza coperta di 62.710 mq).

Infine, all'attività commerciale viene destinato soltanto il 23,2% dello spazio totale – in osservanza del vincolo di sussidiarietà.

In realtà, agli 85.420 mq destinati al PalaPonticelli, la Commissione Edilizia sottrae gli spazi destinati a parcheggi ed infrastrutture secondarie. Ne risulta che la superficie dedicata alle attività culturali è tre volte inferiore a quella destinata al Centro Commerciale.

Una nuova Global Service
Dietro la bocciatura tecnica si nasconderebbe uno scandalo simile al recente terremoto giudiziario denominato "Global Service". A sostenerlo sono diversi osservatori che da anni denunciano le ombre del progetto.

La costruzione del PalaPonticelli sarebbe soltanto l'ultimo atto di un piano elaborato anni fa e finalizzato ad alterare il valore economico dei terreni privati di Ponticelli.

Ad infittire i sospetti è soprattutto la tempistica con cui giunge la bocciatura della Commissione Edilizia. Da anni le incongruenze tecniche vengono denunciate dall'opposizione, ma il Comune è sempre andato avanti sulla propria strada.

C'è chi mette in relazione la bocciatura con il rinvio a giudizio chiesto dal G.U.P. Andrea Rovida per consiglieri comunali ed un dirigente della PalaPonticelli s.r.l.

L'ipotesi di reato è quella di associazione a delinquere. Secondo l'accusa, si tratterebbe di un vero e proprio sodalizio criminale costituito da uomini d'affari, tecnici e consiglieri della Giunta di Napoli, che esercitavano pressioni sul consiglio comunale per l'approvazione di emendamenti a favore della propria attività imprenditoriale.

Al centro delle indagini l'edile Salvatore Capacchione e le sue presunte ingerenze nell'approvazione dell'Emendamento Scarpitti e della variante al Piano Regolatore Generale.

Capacchione avrebbe costituito, sempre secondo gli atti dell'indagine, un'associazione a delinquere dedita a corruzione e abuso d'ufficio per modificare artificialmente il valore economico dei terreni che sono proprio di fronte a quelli su cui era prevista l'edificazione del PalaPonticelli. Terreni in possesso della Elio s.r.l. e della Vignale Immobiliare s.p.a.

Il disegno criminoso che è stato delineato vede il sodalizio fare pressioni nel 2002 perché vengano approvate le modifiche al Prg. L'obiettivo è mettere in cantiere la costruzione di poli attrattivi nel quartiere Ponticelli.

Nel 2003, il gruppo contatta diversi amministratori pubblici del Comune per garantire l'approvazione da parte della Giunta Consiliare dell'emendamento nr. 112 – nominalmente presentato dal Consigliere Scarpitti, anche se redatto da Capacchione.

Con l'emendamento Scapitti viene innalzato l'indice di fabbricabilità dei terreni in possesso della Elio s.r.l. e della Vignale Immobiliare s.p.a.

Il coinvolgimento del PalaPonticelli
Tra gli indagati c'è anche Silvio De Simone, amministratore della PalaPonticelli s.r.l.

Capacchione aveva già presentato nel 2004 un progetto per la costruzione di un Centro Commerciale in via Argine. Progetto formalmente rifiutato.

Inoltre, la stessa PalaPonticelli s.r.l. sembra essere una società costituita soltanto per l'affare. Proprietaria è Marilù Faraone Mennella – detta anche Lady Confindustria perché compagna del presidente Antonio D'Amato.

Quando deposita il progetto nel 2006, la società possiede un capitale sociale di appena 2.500 euro – il minimo per la sua costituzione. Eppure si propone di gestire un progetto con investimenti ingenti: circa 147 milioni di euro.

La proprietà della PalaPonticelli s.r.l. è ambigua e difficile da ricostruire. Presidente è Faraone Mennella, ma la società è controllata al 100% dall'Armonia s.r.l. di Biella. La quale è a sua volta proprietà di D.M. s.p.a. di Roma.

Rintracciare i veri proprietari della società è impossibile, perché la D.M. è controllata da diverse società lussemburghesi soggette ad una legislazione che ne garantisce l'anonimato.

Rom e camorra
Si possono affidare progetti importanti come il PalaPonticelli a società di cui non si conoscono i proprietari? La legalità dell'atto è indubbia, ma non bisogna dimenticare gli interessi camorristici nella zona.

Nell'aprile 2008 il presunto tentativo di rapimento di una bambina da parte di una ragazzina rom scatena una rivolta popolare a Ponticelli. I nomadi che vengono cacciati dalla popolazione infuriata stanziano proprio sui campi su cui devono cominciare i lavori del PalaPonticelli.

Un articolo di El Pais sottolinea gli interessi del clan Sarno su quei terreni. Se i lavori non fossero partiti entro pochi mesi, si sarebbero persi gli ingenti fondi per la riqualificazione urbana di Ponticelli. Forse è soltanto una coincidenza, ma ad un anno di distanza il clan Sarno è diventato il cartello criminale egemone a Napoli.

La magistratura indaga su quella che è stata definita la "più grande speculazione edilizia" che abbia interessato il capoluogo partenopeo negli ultimi anni. Numerosi sono i punti oscuri. Anche se l'interesse della camorra fosse soltanto marginale, siamo di fronte all'ennesimo episodio di sfruttamento di una terra già fin troppo martirizzata dalla malavita e dalla malapolitica.

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Di Fabrizio (del 16/01/2010 @ 09:12:14, in Italia, visitato 1629 volte)

Segnalazione di Tommaso Vitale da Redattore Sociale

Continua la caccia agli insediamenti abusivi. Il vice sindaco De Corato: "Continua l'azione di legalità e sicurezza che questa amministrazione sta portando avanti dal 2007 senza soluzione di continuità"

MILANO - Continua la caccia agli insediamenti abusivi a Milano: questa notte la Polizia locale ha smantellato via una ventina di tende e baracche in viale Sarca e ha scoperto un insediamento abusivo in via Adriano, sollecitando la proprietà dell'area a intervenire. "Continua l'azione di legalità e sicurezza che questa amministrazione sta portando avanti dal 2007 senza soluzione di continuità e con risultati visibili -ha detto il vicesindaco e assessore alla sicurezza, Riccardo De Corato -: 178 sgomberi complessivi con la diminuzione dei rom abusivi sul territorio cittadino, arrivati a 1.270, secondo l'ultimo censimento della Polizia Locale (...)".

L'intervento in viale Sarca, dove la Polizia locale aveva già verificato la presenza di rom, è stato effettuato dal Nucleo problemi del territorio: dopo l'abbattimento "la proprietà ha anche ripulito l'area e provvederà a metterla in sicurezza con l'installazione di una videocamera e di una potente illuminazione", si legge nel comunicato. Secondo Palazzo Marino, è stata proprio la Polizia Locale ad avvisare la proprietà del ritorno degli abusivi nell'area, tra l'altro vicina ad un grande centro commerciale, e a sollecitare l'intervento, anche dopo le segnalazioni dei residenti. "Al momento dello sgombero non erano presenti nomadi, ma dai giacigli ritrovati si stima una capienza di almeno cinquanta persone", dice il comunicato.

Sempre la scorsa notte gli agenti hanno individuato un insediamento abusivo in un'area dismessa di proprietà privata in via Adriano: "Si tratta di 4 baracche, disabitate al momento dell'intervento ma piene di materassi e masserizie e chiuse con catene e lucchetti, come se fossero in attesa di essere nuovamente occupate". Anche in questo caso la Polizia Locale ha preso contatti con la proprietà, segnalando la presenza delle baracche e sollecitando un intervento di abbattimento. (ar)

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Di Fabrizio (del 15/01/2010 @ 00:27:45, in Italia, visitato 1774 volte)

Ricevo una testimonianza diretta da Franco Bonalumi

A quanti interessasse, e per chi ancora non lo sapesse, stamattina è stato effettuato l'ennesimo sgombero dell'insediamento di rom romeni nell'area dell'ex caserma di viale Forlanini a Milano.

La mia finestra dà su quel campo, quindi posso dire che stamattina alle 7 ho notato 6 o 7 macchine della polizia parcheggiate fuori, e i "residenti" che pian piano uscivano.

Sono le 3 del pomeriggio, c'è ancora una volante parcheggiata fuori dell'area, probabilmente stanno finendo di raccogliere i resti dell'insediamento.
A quanto mi risulta, è stata proposta la solita sistemazione esclusiva per donne e bambini, che è stata rifiutata.

Gli ex residenti dell'insediamento sono al momento in stallo presso i giardinetti di fronte al supermercato Esselunga di via Mecenate.

Da Tommaso Vitale questo appello di aiuto. Di seguito il (solito) comunicato di De Corato e relativo articolo

Ciao,
scusate se vi importuno (e probabilmente alcuni di voi riceveranno doppioni e +).
Cerco di far circolare il più possibile. Fate altrettanto voi, per favore.
Come forse saprete, stamattina presto sono stati sgomberati i rom dalla caserma Forlanini.
L'appello è per tende e coperte; vestiti possono servire, certo, anche.
Per adulti e bambini (8 mesi-10 anni).
Più di tutto servono tende e coperte.
Fiorella ha fatto un annuncio in diretta per questi generi a Radio popolare.
Chi ne avesse (oltre a eventuale, preziosa disponibilità di auto per relativo trasporto) scriva a me (...) oppure mi chiami 333/4451206 dalle 17.30 in poi.
ciao stefano

Omnimilano-VIALE FORLANINI,DE CORATO:SGOMBERATA BARACCOPOLI IN EX POLVERIERA

(OMNIMILANO) Milano, 14 gen - "La Polizia Locale ha sgomberato questa mattina una baraccopoli sorta in viale Forlanini, nell'area dell'ex polveriera del Demanio Militare. Quattordici rom romeni sono stati trovati sul posto: 9 adulti (5 uomini e 4 donne) e 5 minori. Dopo le pratiche di identificazione, vista la presenza di donne e bambini, i Servizi Sociali hanno offerto ricovero nelle strutture di accoglienza del Comune. Offerta che è stata rifiutata".

Lo dichiara il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato, rendendo noti i dettagli dell'intervento che ha avuto luogo alle 7,30 e al quale hanno partecipato 15 agenti, un Commissario aggiunto e un Commissario capo della Polizia Locale, oltre ai Servizi Sociali del Comune, Amsa e Nuir. Otto baracche e due tende sono state abbattute.

"Si tratta del nono intervento in quest'area dal 2007 ad oggi - evidenzia il vice Sindaco - e ciò dimostra la necessità di un intervento definitivo di messa in sicurezza che scongiuri nuove intrusioni. Per questo scriverò al Demanio militare e al Prefetto affinché si proceda rapidamente in questa direzione. Già nel 2007 c'era stato l'abbattimento di gran parte della struttura da parte del Genio, ma è necessario che anche l'area incolta sia oggetto quanto prima di intervento".

"Stesso discorso per lo Scalo di Porta Romana - ricorda De Corato - dove le Ferrovie dello Stato non hanno ancora realizzato interventi risolutivi, nonostante le mie ripetute lettere, l'ultima delle quali il 22 settembre con richiesta di posa di cesate in orsogrill su blocchi di cemento armato, a modello di quelle poste dal Comune al Bacula dove non si sono più verificate intrusioni. E nonostante una diffida del Comune che il 30 giugno scorso richiedeva di porre fine ad una situazione di insicurezza, degrado e pericolo. Diffida dopo la quale sono stati messi in atto solo inutili interventi tampone. Dei quali Mauro Moretti, Amministratore delegato di Fs, ha dato conto in una lettera del 6 ottobre: ripristino di recinzioni danneggiate, interventi di pulizia e disboscamento e abbattimento di alcuni fabbricati in disuso. Interventi che evidentemente non sono bastati se pochi giorni dopo quella lettera, ho ricevuto nuove segnalazioni da parte del Consiglio di zona 4 e dei cittadini che denunciavano ancora intrusioni".

"Come ho detto più volte - ricorda De Corato - i proprietari delle aree devono provvedere alla messa in sicurezza. Lo ribadisce anche una circolare del 2007, in cui il Prefetto Lombardi sottolineava l'esistenza di regolamenti edilizi che prevedono obblighi a carico dei proprietari chiamati a mantenere le costruzioni in condizioni abitabilità, decoro, idoneità igienico-ambientale. Ricordando che la violazione di questi obblighi può comportare un intervento del Sindaco con un'ordinanza contingibile e urgente. Strumento che potremmo anche utilizzare per l'ex Scalo di Porta Romana, addebitando naturalmente i costi alle Ferrovie, se non si dovesse metter fine a questa situazione. Il Comune, che tra l'altro in quell'area è intervenuto due volte nel 2008, sa come fare per mettere fine alle occupazioni: ricordo che dopo l'intervento al Marchiondi, uno stabile di più di diecimila metri quadri, non ci sono stati più abusivi". "Due sgomberi in due settimane - conclude il vice Sindaco - dimostrano che la linea del Comune non è cambiata e che anche il 2010 si apre nel segno della legalità e della sicurezza, facendo salire a 177 il bilancio degli sgomberi dal 2007 ad oggi. Andremo avanti con questa
azione di moral suasion che ha permesso di registrare un ulteriore calo dei rom scesi a 1.270 (erano 1.400 lo scorso agosto) e migliorare lo stato di alcune aree dismesse e industriali, che erano meta costante di abusivi e rifugiati".
red

ROM: MILANO, SGOMBERATA BARACCOPOLI PER LA NONA VOLTA IN TRE ANNI
(AGI) - Milano, 14 gen. - La Polizia Locale di Milano ha sgomberato questa mattina una baraccopoli in viale Forlanini, nell'area dell'ex polveriera del Demanio Militare. Quattordici rom romeni sono stati trovati sul posto: 9 adulti (5 uomini e 4 donne) e 5 minori. Dopo le pratiche di identificazione, vista la presenza di donne e bambini, i Servizi Sociali hanno offerto ricovero nelle strutture di accoglienza del Comune. Offerta che e' stata rifiutata.
"Si tratta del nono intervento in quest'area dal 2007 ad oggi - ha fatto notare il vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato - e cio' dimostra la necessita' di un intervento definitivo di messa in sicurezza che scongiuri nuove intrusioni. Per questo scrivero' al Demanio militare e al Prefetto affinche' si proceda rapidamente in questa direzione.
Gia' nel 2007 c'era stato l'abbattimento di gran parte della struttura da parte del Genio, ma e' necessario che anche l'area incolta sia oggetto quanto prima di intervento. Stresso discorso - ha proseguito De Corato - per lo Scalo di Porta Romana dove le Ferrovie dello Stato non hanno ancora realizzato interventi risolutivi, nonostante le mie ripetute lettere e una diffida del Comune che il 30 giugno scorso richiedeva di porre fine ad una situazione di insicurezza, degrado e pericolo.
Diffida dopo la quale sono stati messi in atto solo inutili interventi tampone che evidentemente non sono bastati se pochi giorni dopo poco ho ricevuto nuove segnalazioni da parte del Consiglio di zona 4 e dei cittadini che denunciavano ancora intrusioni". (AGI) Cli/Car

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Di Fabrizio (del 14/01/2010 @ 09:39:42, in musica e parole, visitato 1438 volte)

19-29 gennaio 2010 lunedì/venerdì ore 10.00 - 20.00
Via Mecenate, 35 - Roma (mappa)

MOSTRE

Terre sospese
fotografie di Stefano Montesi

Il popolo del vento
pannelli sulla storia di rom e sinti

Esposizione di oggetti di artigianato

22 gennaio 2010 ore 17.00

tavola rotonda
Artigianato tradizionale e prospettive di lavoro delle popolazioni rom e sinti

Partecipano:
Paolo Ciani Comunità di Sant’Egidio
Marco Brazzoduro Sapienza Università di Roma
Gianluca Staderini Popica onlus
Fulvia Motta C.R.S. Caritas Diocesana di Roma
Stefano Montesi Fotografo

Sono invitati rappresentanti della Regione Lazio e delle Comunità di Roma

ore 19.00
Dimostrazioni di tecniche di lavorazione del rame e artigianato rom

ore 20.00
Spogliati dai pregiudizi… vesti gipsy
sfilata della collezione primavera-estate 2010
Antica sartoria rom accompagnata dalla musica del Quartet Gipsy

ore 20.30
rinfresco

ore 21.00
concerto Quartet Gipsy
ritmi balcanici e orientaleggianti, doine e sirbe tradizionali romene, canzoni gitane dell’area mediterranea
Marian Serban cymbalon - Aristide Bucor violino
Albert Mihai fisarmonica - Isak Tanasache contrabbasso

Ingresso libero

L'appuntamento su Facebook

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Di Fabrizio (del 14/01/2010 @ 09:15:51, in scuola, visitato 1536 volte)

Segnalazione di Maria Grazia Dicati

Secondo un rapporto pubblicato oggi da Amnesty International, le autorità della Repubblica Ceca continuano a inserire i bambini e le bambine rom in scuole per alunni con "lieve disabilità mentale"

«Nonostante le denunce a livello nazionale e internazionale, persiste nella Repubblica Ceca una discriminazione sistematica nel campo dell'istruzione ai danni dei rom. Le autorità devono porre fine alla segregazione scolastica dei bambini e delle bambine rom e agire per affrontare in modo deciso le cause profonde di questa discriminazione»,  ha dichiarato Nicola Duckworth, direttrice del Programma Europa e Asia Centrale.

Il rapporto di Amnesty International, intitolato "Ingiustizia rinominata. Persiste la discriminazione nell'istruzione dei rom nella Repubblica Ceca", esamina la discriminazione ancora esistente nel campo dell'istruzione, nonostante una sentenza emessa nel 2007 dalla Corte europea dei diritti umani.

La Corte, in quella circostanza, aveva stabilito che la Repubblica Ceca aveva discriminato i bambini e le bambine rom inserendoli in "scuole speciali" per alunni con disabilità mentale in cui ricevevano un'istruzione inferiore agli standard.

Prima della sentenza dell'organo di giustizia europeo, la nuova legge in materia di educazione emanata nel 2005 aveva semplicemente rinominato le "scuole speciali" in "scuole elementari per attività pratiche". Il sistema tuttavia era rimasto ed è tuttora essenzialmente lo stesso.

"Anche le recenti misure annunciate lo scorso novembre, per agevolare la carriera scolastica dei rom, risultano insufficienti in quanto solo parziali e neanche legalmente vincolanti" – ha aggiunto Duckworth.

Amnesty International ha visitato diverse scuole di Ostrava, dove nel 1999, per conto di 18 bambine e bambini rom, aveva avuto origine la causa che ha portato alla sentenza della Corte europea.

L'organizzazione per i diritti umani ha verificato che i bambini e le bambine rom sono ancora ampiamente presenti nelle cosiddette "scuole per attività pratiche" (in alcuni casi, costituiscono fino all'80 per cento degli iscritti) e nelle classi per alunni con "lieve disabilità mentale".

I bambini e le bambine rom sono inoltre segregati in scuole per soli rom, che forniscono un'istruzione di qualità inferiore, limitando il loro futuro sia nel campo educativo che in quello del lavoro.

L'inserimento dei bambini e delle bambine rom nelle "scuole per attività pratiche" e nelle classi per alunni con "lieve disabilità mentale" si basa su test di entrata che non tengono conto delle differenze linguistiche e culturali dei rom e che possono essere ulteriormente inficiati dal pregiudizio degli operatori che conducono i test.

"Il dovere di assicurare una positiva inclusione dei rom nel sistema educativo spetta alle autorità ceche, che hanno l'opportunità unica di invertire la rotta, dopo decenni di discriminazione e segregazione" – ha commentato Duckworth.

"L'istruzione è la via per uscire dal circolo vizioso di povertà ed emarginazione che colpisce gran parte della popolazione rom. Se il governo della Repubblica Ceca non darà uguali opportunità ai bambini e alle bambine rom, negherà loro la possibilità di avere un futuro migliore e di partecipare pienamente alla vita del paesa" – ha concluso Duckworth

Amnesty International chiede alle autorità ceche di:

1) congelare tutti gli inserimenti nelle "scuole elementari per attività pratiche" e nelle classi per alunni con "lieve disabilità mentale" per l'anno scolastico 2010/11, in vista di un riesame dell'opportunità di questi istituti;
2) rafforzare con atti legislativi la fine della segregazione nel campo dell'istruzione e adottare un piano d'azione complessivo per eliminare la segregazione scolastica dei bambini e delle bambine rom;
3)garantire sostegno aggiuntivo immediato ai bambini e alle bambine rom che ne necessitano, per favorire la loro partecipazione attiva e sviluppare nel modo più ampio possibile le loro potenzialità, integrandoli nel sistema educativo principale.

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Di Fabrizio (del 13/01/2010 @ 09:45:10, in scuola, visitato 1378 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

4 gennaio 2010, Fonte: B92

NIŠ - Il numero degli studenti rom che in Serbia frequentano le università è triplicato negli ultimi anni.

C'erano solo sei Rom che studiavano a Niš nel 2005, mentre oggi ce ne sono a dozzine [...]

Molti studenti rom all'Università di Niš studiano medicina, sono numerosi anche alla facoltà di filologia.

Il "romologo" e professore universitario Dragoljub B. Đorđević dice che il bisogno di istruzione della popolazione rom sta crescendo simultaneamente con i cambiamenti nella loro struttura sociale-economica e con le condizioni legali-politiche.

Anche se il numero di studenti rom sta crescendo nella città meridionale, è ancora significativamente basso comparato a Belgrado e Novi Sad.

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Di Sucar Drom (del 12/01/2010 @ 09:30:48, in blog, visitato 1424 volte)

Reggio Calabria, Opera Nomadi: "Perché la stampa colpevolizza due rom non ancora condannati?"
Due giovani ventenni con il viso pulito, ma che per la stampa sono dei criminali, dichiarati, dai media e non dalla magistratura, responsabili dell’attentato subito da una volante della polizia nella notte del 23 dicembre nel comparto ...

Roma, una brochure informativa in romanés sull'influenza A
"Per iniziativa della Croce Rossa Italiana di Roma è stata pubblicata per la prima volta nel mondo una brochure informativa destinata ai Rom e redatta interamente nella loro lingua romanì (o romanes), contenente indicazioni utili sul virus dell'influenza A. L'opuscolo è nato dall'esigenza di dare...

Vicenza, appello contro il razzismo: “Multicolored Christmas”
Nelle scorse settimane nel comune bresciano il sindaco leghista Franco Claretti ha dato il via ad un'operazione di controllo degli stranieri irregolari che ha immediatamente suscitato una bufera mediatica. Da ovunque sono piovute accuse di xenofobia e razzismo e, a finire nel mirino, è stato soprattutto il nome scelto, "white Chris...

Ue, partecipate all'indagine annuale di PROGRESS
Public Policy and Management Institute, a nome della Commissione europea, invita a prendere parte all'indagine annuale di PROGRESS, il programma dell'Unione europea a favore dell'occupazione e della solidarietà sociale. Questo programma è stato istituito per sostenere finanziariamente l'attuazione degli obiettivi che l'UE si è posta nel ca...

Ronde leghiste alla periferia dell’impero, ossia veri padani, “zingari” e programmi tv
“Ostrega, bisogna far qualcossa co’ tuti ’sti delinquenti!” “Zà, ti ga razon!” “No se pol più viver!” “No se pol più caminar par strada!” “No se pol più star chieti!” “Zà!” “Zà!” “Zà!” Il Direttivo Leghista di Spinola a Spinola, in realtà, non ha una sede ufficiale. Non ha mai avuto il tempo di trovarse...

Milano, due giovani musicisti rom suonano alla messa in Duomo
Gli africani pensano alla guerra («Preghiamo per la pace e la giustizia nel Congo») e le ucraine pensano agli altri: «Preghiamo per le persone malate e che soffrono». Anche perché ci vivono insieme giorno e notte. Quante badanti, sulle panchine in Duomo. Poi ci sono i fattorini delle multinazionali delle spedizioni (qualcuno ha addosso la tuta della ditta), i...

Mantova, intervento razzista della Lega Nord
Voglio commentare l’articolo apparso sul suo giornale il 30 dicembre 2009 a pagina 11, dal titolo “coprifuoco al campo nomadi”. L’articolo rende conto di un intervento del responsabile sulla sicurezza del partito politico della Lega Nord di Mantova, Luca de Marchi. Luca de Marchi fa cinque proposte: obbligo di mand...

Razzismo e crocifisso
Coccaglio e San Martino dall’Argine rappresentano il paradigma di una deriva da Ku Klux Klan – come la definisce Curzio Maltese su Repubblica – i cui principali artefici sono gli stessi che rivendicano i “valori cristiani” e usano il crocifisso, in modo strumentale, per alzare muri e seminare odio...

Buon 2010
Sul blog Rom Sinti e Politica nei giorni scorsi è stato pubblicato un articolo dal titolo Buon Anno 2010, scritto da Nazzareno Guarnirei. Credo opportune alcune riflessioni, perché in questo post colgo che Nazzareno voglia delegittimare alcune persone rom e sinte, tra qui il sottoscritto...

Lettera aperta a chi afferma che Mario Balotelli si merita gli insulti razzisti
Milano, 8 gennaio 2009. Alcuni tifosi del Chievo, un giornalista e appassionati di calcio ci hanno scritto riguardo alla nostra difesa di Mario Balotelli. Ecco le frasi che ricorrono nelle loro email: "E' un immaturo che strumentalizza il razzismo per fare vittimismo"; "E' un provocatore ed è fischiato proprio per questo"; "E' odioso e si m...

Rosarno (RC), la disperazione diventa rabbia
E' di 34 feriti il bilancio dei disordini scoppiati a Rosarno. Secondo la Polizia di Stato, sono ricorsi alle cure dei medici degli ospedali della zona due cittadini extracomunitari, 14 cittadini italiani, dieci poliziotti e otto carabinieri...

Torna il panico, dopo il fallito attentato di Detroit
Come mai, si chiede Bauman, noi occidentali, ricchi e ben pasciuti, che viviamo circondati da sistemi di sicurezza e di controllo mai visti prima, abbiamo così tanta paura? Paura di prendere l’influ...

Marmirolo (MN), quando i politici fanno i talebani
In relazione alle dichiarazioni stampa rilasciate dal Sindaco di Marmirolo e dal partito politico Lega Nord il 23 dicembre scorso, precisiamo che l’associazione Sucar Drom non accusa l’Amministrazione Comunale di razzismo ma di attuare una norma che riteniamo u...

Razzismo e dintorni
Date le reazioni suscitate dal post di ieri riguardo soprattutto il tema Balotelli-razzismo, che ha creato un certo dibattito anche nella pagina facebook di Informare per resistere ad esso dedicata, è forse il caso di chiarire alcuni punti, partendo come sempre dai fatti. Mario Balotelli, nato a Paler...

Vicenza, non si può più parlare tra amici
Questa mattina (sabato 09/01/10) ci è accaduta una cosa incredibile. Stavamo parlando in Corso Palladio con la nostra amica rom Diana, quando si è affiancato a noi un carabiniere chiedendoci se c’erano problemi e raccomandando alla nostra amica di non dare disturbo. Che razza di problemi ci potesse dare non lo sappia...

Rosarno (RC), ASGI: la tolleranza della schiavitù in Italia deve cessare
Quanto avvenuto a Rosarno non è un drammatico evento imprevedibile ma è l’epilogo di situazione di degrado, violenza e di totale assenza di intervento delle istituzioni pubbliche che dura da anni e che esplode, non a caso, nell’anno d...

Un Paese razzista
Spranghe e fucili nella main street della nuova città di frontiera, dove i cittadini si fanno giustizieri e vogliono appendere lo straniero al ramo più alto della quercia. Quando le vittime passano per oppressori, magari perché nei disordini è bruciata la macchina di quello che...

Atene, la 2° Conferenza internazionale sulle donne rom e sinte
Si è aperta oggi ad Atene la seconda Conferenza internazionale di due giorni sui diritti delle donne rom promossa dal Consiglio d’Europa, dal titolo “Sono una donna rom europea”. Obiettivo principale dell’iniziativa, quello di trovare concrete solu...

Pisa, chiude il progetto "Città Sottilì" e parte lo smantellamento dei campi e i rimpatri assistiti
E' stato presentato venerdì 8 gennaio, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Gambacorti, il protocollo d'intesa tra la Regione Toscana, il Comune di Pisa, le amministrazioni della zona pisana e la Società della Salute, sulla presenza dei Rom nei nostri territori...

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Di Fabrizio (del 12/01/2010 @ 09:22:39, in musica e parole, visitato 1863 volte)

Da Aussie_Kiwi_Roma

LIKE WATER/SAR O PAJ - antologia inglese/romanés di poemi di donne rom - Curata da Hedina Tahiroviae Sijercic, pubblicata nel 2009 da Kafla InterContinental, www.indianwriters.org

"Molto spesso noi donne siamo state escluse dalle nostre comunità, e sotto i nostri leader maschi non è facile spiegare le nostre menti, esprimere le nostre idee e fare arte." Questo sentimento è ciò che ha ispirato Hedina Tahiroviae Sijercic a compilare il primo volume di poesie di donne rom. Il titolo dell'antologia è preso da un poema di Papusza, una delle più liriche ed emotive scrittrici rom.

Le otto poetesse provengono da ambienti e paesi differenti, ma la maggior parte ora risiede in Canada o Australia. Le loro poesie ricadono in quattro categorie principali: autobiografia, lamento, aneddoti ed elogio alla natura.

La collezione inizia con i lavori della stessa Hedina Tahiroviae Sijercic. Originaria di Sarajevo, in CV1 Hedina fornisce una storia poetica della sua vita, tipica delle esperienze di molti Rom. Altre poesie, a volte tenere, altre selvatiche, mostrano le difficoltà di un popolo spesso insultato, affamato e senza documenti. Come piange in CV2, Naj amen papiri! Kai bizo papiri? Non abbiamo documenti! Dove possiamo andare senza documenti?

Sarah Barbieux, originaria di Parigi, scrive della pena del nascondere la sua identità zingara da bambina, ed a voce alta ricorda le canzoni che le insegnavano i genitori. Julia Lovell, nata in Scozia, accenna alla sterilizzazione e allo sterminio degli Zingari sotto il Terzo Reich. Gina Csanyi-Robah, nata a Toronto, fornisce una narrativa in movimento sulla morte della nonna in Dza e Devalesa meri phuri Dai/Goodbye NagyMama. Yvonne Slee, nata in Germania, chiede alle altre donne rom di levarsi in piedi accanto a lei nel mantenere viva la cultura rom. Le poesie della canadese Thais Barbieux danzano attraverso la pagina con i mitici dragoni, principesse e cavalieri. Rasa Lee Sutar, nata in Baviera, scrive sulla dignità di affrontare la persecuzione. Lynn Hutchinson, che vive a Toronto, offre cinque poemi per suo padre. Le incredibili immagini di good eye clenched/glass eye staring/ tears pouring from both eyes/the living and the dead, e la descrizione delle bambole che lui costruiva per lei, inghiottendo le loro verità con il suo ultimo alito, turbano e sono memorabili.

A volte ogni poeta sale ai livelli che Papusza raggiungeva senza sforzi. Nella sua poesia maledetta Phuv/Earth, Hedina Tahiroviae Sijercic mostra al sui meglio la poetica rom, periodi lanciati, che redimono, universali. Sarah Barbieux, in But Baxt Tuke/May you be lucky, dice Nashti davas tuke mai but/ferdi murro orimos, mo swinto orimos.../I have been able to give you nothing more than my wish, my sacred wish... Gina Csanyi-Robah ode o Romano muzikako bashalipe/the Gypsy music forever playing... In Romane phenja/Roma sisters, Julia Lovell usa tipiche immagini naturali zigane del sole e della luna di grande effetto. Yvonne Slee in Cikni Tradicija/A little tradition, scrive una bella poesia sula sua nonna Sinta che le insegna sulle erbe e le bacche, seduta sotto una vecchia quercia. Thais Barbieux in O Drom o kezhlano/The Silken Road descrive come il suo cuore danzi fuori dalla prigione dei numeri su una strada di seta. Rasa Lee Sutar in Bistardino/Forgotten, mette a confronto le farfalle col treno nero dei nazisti e Lynn Hutchinson ispira poemi che mischiano la tradizione lirica popolare col realismo.

Questo importante libro rivela i pensieri e gli ideali di alcune donne rom del nostro tempo. Sono lieta di aver visto le poesie in lingua originale, di avvertire il loro ritmo che spesso si perde nella traduzione. Vorrei anche vederne il seguito, presentare poetesse da tante altre terre.

Un'impresa insolita ed una lettura affascinante!

Janna Eliot, romaroadz@yahoo.co.uk

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