| Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
		
		
			Di Fabrizio  (del 25/03/2007 @ 10:19:21, in lavoro , visitato 2391 volte)
		 
      Da  Hungarian_Roma By: All Hungary News 2007-03-21 11:47:00 -Il sindaco József Molnárha  annunciato mercoledì che il governo locale di Gyöngyöspata ha offerto tre ettari  di terreno coltivabile a 32 famiglie locali di  Rom. Il programma è partito  dal governo per le minoranze locali di Heves, che ha una popolazione di  circa 2.800 persone. Ogni famiglia disporrà di circa 1.000 metri quadri di  terreno, che permetterà loro di coltivare verdura per uso proprio o per  venderli, ha aggiunto il sindaco. Per assicurare il successo del programma, il governo impiegherò un  giardiniere professionista ed un imprenditore della vicina Gyöngyös si è offerto  di preparare la terra alla coltivazione e fornire le famiglie delle sementi. Secondo mno.hu, il 14% della  popolazione di Gyöngyöspata è di origine Rom, ed il tasso di disoccupazione tra  di loro è dell'80%.   
		
		
			Di Fabrizio  (del 26/03/2007 @ 09:17:00, in Regole , visitato 2846 volte)
		 
      
Da 	 	Roma_Daily News Canadian Press - Updated: Fri. Mar. 23 2007  	3:19 PM ET  CALGARY - L'essere nato in Canada non aiuterebbe il figlio di una Rom  	rumena, attualmente in carcere per furto nello stato di Alberta. Secondo un portavoce della Canadian Border Services Agency, il bambino,  	che probabilmente nascerà nel Centro Detenzione di Calgary, sarà  	deportato assieme a sua madre una volta emessa la sentenza. "Faremo tutto il possibile," conferma Lisa White. "Il bambino sarà un  	cittadino canadese, e vogliamo che la famiglia resti unita." "Ma se riuscissero ad estradare una persona con un bambino che è  	cittadino canadese, sarebbe meglio se fossero estradati assieme. Il bambino  	andrà con la madre." La madre-in-attesa, con altre tre donne e due uomini, è accusata di furto  	in un negozio di liquori a Calgary gennaio scorso. Un video li riprende  	mentre alcuni di loro distraevano i commessi, e gli altri si impossessavano  	della merce. Ancuta Sardaru, Luliana Boana, Aurora Ciuciu e Viorel Chiciu sono stati  	condannati a tre mesi di prigione, mentre Illeana Miclescu e Lucian Poenaru  	Miclescu hanno ottenuto una pena aggiuntiva di un mese. Anche una ragazza di  	17 anni è stata accusata e il suo caso è stato discusso venerdì al tribunale  	minorile. Il suo caso verrà giudicato il 19 aprile. Anche se  la Canadian Border Services Agency intende emettere un  	decreto d'espulsione, il caso potrebbe essere dilazionato. Il gruppo aveva  	richiesto lo status di rifugiati a causa della loro origine zingara, ed ogni  	decreto d'espulsione può essere appellato. "Una volta emessa la sentenza e se altre città non hanno carichi pendenti  	contro di loro, possiamo espellerli," spiega Lisa White. "48 ore dopo che li abbiamo presi in custodia, loro hanno diritto ad  	appellarsi all'Immigration and Refugee Board,  che determinerè il  	destino di queste persone." Il gruppo ha altri capi di accusa, incluso qualcuno a Winnipeg. "Non sono  	sicura del numero esatto di accuse, ma... se Winnipeg lo richiede, dovremo  	farli giudicare anche lì," dice Const. Pat Chabidon, notando che i crimini  	di cui sono accusati sono simili a quelli di Calgary. [...] La "deportazione" di un bambino figlio di rifugiati non è fuori  	dall'ordinario, dice Stephen Jenuth, avvocati di Calgary già coinvolto in  	altri casi simili. "Il bambino nato in Canada ha il diritto di restare in Canada, ma dev'esserci  	qualcuno che ne sia il garante," dice Jenuth, che è anche presidente  	dell'Associazione Libertà Civili dell'Alberta. Un sacco di cose potrebbero entrare in gioco nel determinare una  	decisione in un senso o nell'altro. "Il bambino rimarrà cittadino canadese e potrebbe non essere deportato  	perché non avrebbe alcuno status in Romania," dice Jenuth. "Cosa succederebbe a questo bambino al suo arrivo? Dipende dalla legge  	rumena. Può dare la cittadinanza ad un bambino nato in altri stati?" E' probabile che la Canadian Border Services Agency  possa ordinare  	una deportazione condizionale, che diverrebbe effettiva se la richiesta di  	rifugio fosse archiviata, dice Jenuth. [...]   
      
Nevo Drom        
 RomSinti@Politica         Sucar Drom Comunicato stampa Mantova: evento storico per Rom e Sinti in 
Italia Sabato 24 marzo 2007, 
presso il Palazzo del Plenipotenziario di Mantova, si sono riuniti
i rappresentanti delle maggiori organizzazioni 
italiane sinte e rom e si è costituito ufficialmente il primo comitato 
nazionale: Romanò 
Phralipè - Rom e Sinti Insieme. L’incontro è iniziato 
alle ore 11.00 con l’intervento di Fausto Banzi, Assessore della Provincia di 
Mantova, che ha sostenuto l’iniziativa e ha offerto la disponibilità della 
Provincia di Mantova a sostenere il prossimo incontro assembleare. La portata storica 
dell’evento è stata sottolineata da tutti i partecipanti che hanno anche 
sostenuto l’esigenza dell’unità, della partecipazione, della trasparenza e del 
rigore con la ferma e chiara determinazione del ruolo di guida di Rom e Sinti, 
senza esclusioni ma con l’interazione anche di coloro che non appartengono alle 
minoranze sinte e rom. Molte le tematiche 
discusse ma i partecipanti si sono concentrati per: il superamento delle 
politiche promosse dalle organizzazioni pro Rom-Sinti che hanno decisamente 
fallito in questi anni e sono corresponsabili dell’attuale situazione di 
discriminazione e segregazione delle popolazioni romanì; la costruzione di un 
soggetto atto contrastare e annullare le attuali condizioni drammatiche e 
discriminatorie, a partire dai famigerati campi lager; uscire dal mero folklore 
e per promuovere le culture romanì, troppo spesso negate e schiacciate da 
stereotipi e pregiudizi.  Nei prossimi giorni 
sarà costituito un comitato di coordinamento formato dai delegati delle diverse 
minoranze che lavorerà sul tema del riconoscimento per formulare una proposta di 
legge da proporre al Governo e al Parlamento Italiano.  In attesa i promotori 
dell’iniziativa Yuri Del Bar (Consigliere Comunale), Radames Gabrielli (Nevo 
Drom), Nazzareno Guarnieri (Rom Sinti@Politica) e Bernardino Torsi (Sucar Drom) 
gestiranno la segreteria tecnica del comitato con la collaborazione 
dell’associazione Sucar Drom.  Nei prossimi giorni 
sarà attivo il sito web:
www.comitatoromanophralipe.it ed un indirizzo e-mail:
info@comitatoromanophralipe.it       Yuri  Del Bar, 
Radames Gabrielli, Nazzareno Guarnirei e Bernardino Torsi   
		
		
			Di Fabrizio  (del 27/03/2007 @ 09:48:06, in Europa , visitato 2640 volte)
		 
      

 I Problemi dei Diritti Umani Affrontati dalla Donne  Rom in Serbia Portati all'Attenzione del Comitato ONU sui Diritti delle Donne Budapest, Belgrado, 22 marzo 2007: European Roma Rights Centre  (ERRC), agendo in partnership con Bibija, Eureka e Spazio delle Donne, OnG con  base in Serbia, hanno sottoposto il loro rapporto al Comitato ONU  sull'Eliminazione della Discriminazione Contro le Donne (CEDAW).  [...] Il rapporto è basato su una ricerca intrapresa nel 2006 e 2007, coinvolgente  sei ricercatrici Romnià [...]. Deprivazioni dei diritti nelle aree della  scolarizzazione, sanità ed impiego, incidenza della violenza domestica e abusi  razzialmente motivati, sono tra i problemi principali. Sono particolarmente  esposte a circostanze precarie quante vivono attualmente in Serbia come  Rifugiati Interni (IDPs) dal Kosovo o rimpatriati recentemente  dai paesi occidentali, in particolare dalla Germania. I temi di maggior preoccupazione includono: Violenza contro le donne: Violenza domestica è riportata dalla  maggioranza delle donne che hanno risposto alla ricerca. Metà delle intervistate  hanno rifiutato di parlare di violenza domestica, delle rimanenti 81, 63 hanno  risposto indicando abusi fisici e verbali da parte di membri della famiglia. Se  il problema della violenza domestica riguarda anche donne della comunità  maggioritaria, le Romnià sono particolarmente vulnerabili a causa dei diffusi  pregiudizi e negligenza di quanti incaricati del rispetto della legge. Le donne  testimoniano che la polizia è riluttante nell'agire in loro protezione, quando  addirittura non sottopongono loro stessi le vittime ad abusi. Le donne ed i bambini Rom sono anche i bersagli preferiti degli attacchi  fisici e verbali dei gruppi neonazisti. Scolarizzazione: Le donne affrontano serie barriere nell'acceso  scolare come si riflette negli alti tassi di analfabetizzazione femminile  comparato a quello maschile e a quello di donne e uomini non-rom. Le barriere  spaziano dall'alto tasso di povertà alle tradizioni patriarcali di alcune  comunità, che si concretizzano in basse aspettative che le ragazze completino il  ciclo educativo. L'ineguaglianza nell'accesso alla scolarizzazione è esarcebata  da pratiche discriminatorie [...] come il porle in scuole differenziali per  bambini ritardati mentalmente, o la segregazione in classi di soli Rom,  trattamenti umilianti da parte di insegnanti e compagni di classe. La mancanza  di documenti e della residenza pure impediscono l'accesso all'educazione. Impiego: Molte Romnià non hanno accesso all'impiego formale come  risultato della bassa scolarità, come della discriminazione diretta ed  indiretta. Le donne che lavorano nell'economia sommersa sono escluse dai  benefici e dall'assicurazione sociale. Un numero di richieste su discriminazione  contro le Romnià nel campo dell'accesso al lavoro sono state documentate. Salute: La situazione sanitaria femminile è significativamente  peggiore di quella generale, come risultato delle inadeguate condizioni di vita  - come il substandard alloggiativo, l'estrema povertà e la posizione  svantaggiata di alcune Romnià all'interno della famiglia. La mancanza di  documenti, di assicurazione sanitaria impediscono l'accesso ai servizi sanitari.  Problemi strutturali nell'accesso ai servizi sono communati con le evidenti  ratiche discriminatorie del personale medico rispetto alle donne Rom. La  discriminazione è particolarmente evidente nell'area riproduttiva e della sanità  materna, come pure nell'emergenza sanitaria, che sono i servizi sanitari più  adoperati. La ricerca è stata portata avanti col supporto di Open  Society Institute Public Health Program. 
 Per ulteriori informazioni, contattare:
 
 Ostalinda Maya Ovalle (ERRC):  ostalinda.maya@ errc.org
 Ilona Kovacs, Piroska Kovacs (Eureka):  ilonasu2000@ yahoo.com
 Svetlana Ilic (Bibija):  bibija@eunet. yu
 Vera Kurtic (Women's Space):  catz@bankerinter. net
 
   
      
Bolzano, l'intervento di Radames Gabrielli su convivenza e discriminazioniPubblichiamo una parte dell'intervento tenuto da Radames Gabrielli, Presidente 
dell'Associazione Nevo Drom, al convegno "Rom e Sinti: convivenza e 
discriminazioni", promosso dall'Osservatorio provinciale sull'immigrazione in 
collaborazione con la Ripartizione provinciale Politiche sociali a Bolz...
 
Mantova, è nato Romanò Phralipè, Rom e Sinti InsiemeA Mantova sabato 24 marzo è nato Romanò Phralipè, Rom e Sinti Insieme, il primo 
coordinamento nazionale di Sinti e Rom che intende riunire intorno a sé tutte le 
comunità presenti in Italia. L’incontro, a cui hanno partecipato i più 
rappresentativi leader rom e sinti, è stato promosso dalle associazioni Sucar 
Drom,...
 
Follonica (GR), bambina rom di cinque mesi muore in un incendioUn drammatico episodio si è verificato nel Comune di Follonica, in Provincia di 
Grosseto, in una abitazione di fortuna situata a fianco di un depuratore di 
proprietà del comune. Una bambina romena di cinque mesi è morta in un incendio 
che è divampato la scorsa notte.
 Nell'incendio, secondo quanto riferito dai vigili del fuoco, sono rimaste 
ustionate gravemente anche quattro persone e altre...
 
Congratulazioni Eva, sei grande!Venerdì 16 marzo, alle ore 9.30, nella Sala Cammarata dell’Università di 
Trieste, Eva Rizzin ha discusso la tesi di dottorato sul fenomeno dell’Antiziganismo 
nell’Europa allargata. Appartenente alla comunità dei Sinti Estrekarija, Eva 
Rizzin è da tempo impegnata infatti nella lotta all’antiziganismo con 
l’associazione di promozione sociale OsservA...
   
		
		
			Di Fabrizio  (del 28/03/2007 @ 10:34:27, in Regole , visitato 2697 volte)
		 
      
Un paio di giorni fa, il padre della famiglia Mogos, Marin Mogos, si è  	suicidato per strangolamento nel centro di transito dell'aeroporto di  	Bucarest. Nel 1990. a seguito dei disordini per la caduta del dittatore  	Ceausescu, la sua famiglia fuggì in Germania. I Mogos, assieme ai loro tre  	figli, chiesero di rinunciare alla cittadinanza rumena e diventarono  	apolidi.
 A seguito del rifiuto della loro richiesta d'asilo e del successivo  	procedimento al tribunale di Wiesbaden, la famiglia venne espulsa in Romania  	nel 2002. Per paura di rappresaglie in Romania, la famiglia rifiutò di  	entrare in Romania e da allora finirono in quella terra di nessuno del  	centro di transito. Il cibo e le medicine erano insufficienti (Mogos  	soffriva di diabete). Tutta la famiglia ha sofferto di depressione e stati  	di paura. La figlia maggiore ha probabilmente lasciato il centro di transito  	nel frattempo. L'insostenibile situazione a portato Mogos al suicidio. Questo tragico evento mette un'ombra nella tanto celebrata entrata di  	Romania e Bulgaria nell'Unione Europea e pone il fatto che nell'Unione  	Europea ci sono cittadini di seconda classe - senza stato, che formalmente  	erano cittadini rumeni. Persone che, per ragioni consce e comprensibili, non  	vogliono più essere cittadini di Romania e rifiutano di ritornarci, mentre  	hanno paura di perdere la possibilità di rimanere in Germania, dove si sono  	integrati. Persone, che pure loro integrati in Germania e ancora apolidi, ma che  	hanno richiesto la loro rinaturalizzazione sono parimente minacciati di  	deportazione in Romania. A loro viene risposto che la rinaturalizzazione può  	avvenire in Romania. Molti anni di vita in Germania, la nascita e la  	crescita dei bambini e il terminare di un'integrazione di successo sono  	totalmente ignorati. Come ex cittadini rumeni, i Rom apolidi sono effettivi cittadini  	dell'Unione Europea. La burocrazia tedesca nondimeno adopera lo status di  	apolide per farne cittadini di seconda classe ed escluderli dalla libertà di  	movimento come diritto fondamentale nella EU. Il governo rumeno presta la  	sua assistenza a questa procedura. Förderverein Roma e. V. si rammarica profondamente per la tragica morte  	di Marin Mogos  e condanna fermamente l'ignoranza e l'attitudine  	inumana delle autorità tedesche. Förderverein Roma e. V.Stoltzestraße 17
 60311 Frankfurt am Main
 00 49 69/440123
 foerderverein. roma@t-online. de
   
		
		
			Di Fabrizio  (del 29/03/2007 @ 09:37:28, in Europa , visitato 2630 volte)
		 
      Da
Czech_Roma Il 17 gennaio 2007, l'Alta Corte di Olomouc ha pubblicato un approfondito 
verdetto sul caso della sterilizzazione illegale di Helena Ferenčíková nel 2001, 
dopo la nascita del suo secondo figlio, [il verdetto] richiede che l'ospedale 
che ha operato la sterilizzazione si scusi. Il verdetto dell'Alta Corte 
sostiene quello del 2005 del Tribunale Regionale di Ostrava, ma la corte non ha 
riconosciuto ad Helena Ferenčíková il compenso di 1 milione di corone per danni 
fisici e psicologici. In una lettera del 27 febbraio 2007, l'ospedale Vítkovice si è scusato con la 
signora Ferenčíková per "l'usurpazione del [...] vostro diritto di protezione 
della personalità [...]".   
		
		
			Di Sucar Drom  (del 30/03/2007 @ 09:32:08, in blog , visitato 2605 volte)
		 
      Serbia, 
l'infanzia rom subisce discriminazioni multidimensionaliIl Rapporto sulla Condizione dell’infanzia in Serbia 2006 sui bambini poveri ed 
esclusi, prodotto congiuntamente dall’Ufficio Statistico della Repubblica di 
Serbia, dal Consiglio per i Diritti del Bambino della Repubblica Serba e 
dall’Ufficio UNICEF di Belgrado, è basato sulle informazioni e sui dati 
statistici raccolti nella "Ricerca sulla situazione della famiglia e sulle 
pratiche di cura" e dal ...
 
Vaticano, riconoscere le identità e le culture sinte e romOccorre riconoscere i valori delle culture Rom e Sinte e rispettarne l’identità. 
Lo ha ribadito il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente Pontificio 
Consiglio per la Pastorale per i Migranti e gli Itineranti in un comunicato ai 
partecipanti all’Incontro annuale del Comitato cattolico internazionale per i 
Rom e Sinti, svoltosi nei giorni scorsi.
 Il porporato ha ricordato quanto da lu...
 
Bologna, la musica sinta in una tesi al D.A.M.S.Congratulazioni da tutti noi di sucardrom a Luca Zerbinati che si è laureato al 
D.A.M.S (Discipline di Arte Musica e Spettacolo) di Bologna con un tesi dal 
titolo “La musica dei sinti italiani. I musicisti sinti estrajxaria delle 
famiglie Gabrielli e Held”.
 La tesi del dottor Luca Zerbinati consiste in una ricerca sul repertorio dei 
musicisti sinti tradizionali. È stata svolta una r...
 Una 
razza: quella Umana (One race: Human race)Presentiamo la prima parte della relazione "La razza tra scienza e mito" 
proposta il 21 Marzo, giornata mondiale contro il razzismo da Diego Saccani, 
Daiana e Manuel Gabrieli che svolgono l'anno di Servizio Civile all'Ente Morale 
Opera Nomadi Sezione di Mantova.
 La giornata di studi promossa da Sucar Drom, dall'Ist...
 Reggio 
Emilia, le minoranze sinte e rom nel dibattito sul partito democraticoIl sindaco di Reggio Emilia Graziano Delrio è intervenuto il 10 marzo al Centro 
Internazionale Malaguzzi ponendo alcuni temi di riflessione per il Partito 
Democratico. Uno dei tre temi posti è sull'eguaglianza e Graziano Delrio (in 
foto) ha fatto esplicitamente riferimento alle minoranze sinte e rom. Di seguito 
un breve sunto dell'intervento.
 “Il tema dell’uguaglianza. Non possiamo non lavo...
 
Svizzera, costa troppo riconoscere ai Rom e ai Sinti la convenzione ILO n. 169La Convenzione 169 dell'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO) fissa i 
diritti dei popoli indigeni e tribali. Diciotto Stati l'hanno ratificata, ma non 
la Svizzera ne tanto meno l'Italia. Il governo elvetico si riconosce nei 
principi generali della convenzione, ma teme che una ratifica comporti nuovi 
obblighi nei confron...
 Quartu 
Sant'Elena (CA), teppisti lanciano bombe molotov contro i RomPesante atto intimidatorio a poche ore dalla partenza dei quaranta immigrati Rom 
che avevano trovato alloggio a pochi passi da una delle spiagge più belle del 
litorale.
 La comunità rumena, da giovedì scorso insediata in un terreno privato lungo la 
costa, ieri è tornata a casa, in Romania, grazie agli aiuti di Caritas e 
Provincia ma prima ha dovuto fare i conti con una pesante intimidazione...
 Rom e 
Sinti Insieme, interviene Santino SpinelliL'incontro di Mantova ha dimostrato che i Rom e Sinti possono essere autonomi. 
L'autonomia che significa libertà di confronto, di espressione e di decisione è 
la grande nemica delle organizzazioni "pro-zingari" che hanno avuto il demerito 
di creare "Ziganopoli", un sistema di controllo e di sfruttamento di Rom e Sinti.
 Occorre, certo crescere, l'incontro lo ha dimostrato, sono ancora molti ...
   
		
		
			Di Fabrizio  (del 30/03/2007 @ 09:56:43, in Italia , visitato 2975 volte)
		 
      Su
Osservazione.org è apparsa una interessante intervista a
Dijana Pavlovic, ricca di spunti sulla recente attualità. Potevamo non 
ripubblicarla? 
 In Italia si parla spesso di 'problema nomadi', secondo te a cosa si 
riferiscono? Se ne parla spesso al livello locale (comuni e province) e raramente al livello 
di stato. O dietro le tragedie come roghi e sgomberi, oppure dietro i fatti di 
cronaca come casi di pedofilia e di micro criminalità. Sempre attraverso 
un'ottica di emergenza umanitaria, di sicurezza e di ordine pubblico. Si 
usano al livello mediatico, secondo me appositamente, due parole che mettono 
paura e suscitano la diffidenza da parte dei cittadini ( appunto "problema 
nomadi"). E' ovvio dal modo in cui e ne parla, che si riferiscono sempre allo 
stesso luogo comune: zingari e per ciò ladri, non lavoratori, quelli che non 
rispettano le leggi ecc. Il motivo, secondo me è sempre quel vecchio giochino, 
banale e scontato, però sempre funzionante: creare paura per poter controllare e 
strumentalizzare per scopi politici. Perché la gente ci crede? Per proteggere e 
recintare il suo piccolo benessere, per non dover mettere in discussione l'unico 
modello di vita che conosce, ma questo argomento merita un approfondimento per 
cui qui non c'è spazio, e forse è anche superfluo, visto che ci sono tanti saggi 
e libri di sociologia che ne parlano.
 Come vedi le attuali aperture del governo verso rom e sinti?In modo positivo. Secondo me è il momento per noi di creare un dialogo, 
pretendendo una risposta approfondita e seria, che possa dare le soluzioni alle 
nostre esigenze vere e reali, senza più luoghi comuni e strumentalizzazioni.
 Quali sono le priorità su cui intervenire?Tutte le questioni legate al popolo romanò sono priorità. Una richiesta e una 
risposta seria dovrebbero accomunare tutti gli strati di questo complesso 
argomento. Certo, affrontare le emergenze umanitarie senza più assistenzialismo 
e carità, ma con argomenti concreti come lavoro, abitabilità, sanità, 
scolarizzazione è fondamentale. Ma questo ha meno senso e efficacia se non si 
combattono il razzismo e i luoghi comuni. Come? Creando occasioni per promuovere 
la nostra cultura e il nostro modo di vivere, riconoscendo lo status di 
minoranza linguistica, proponendo l'immagine dei Rom e dei Sinti anche in modo 
positivo. Si deve riconoscere ufficialmente il diritto di vivere non solo 
secondo un unico modello di vita.
 Come si può promuovere la partecipazione di rom e sinti in questi 
processi?Le associazioni, pur con le difficoltà che conosciamo, potrebbero dare spazio 
alle iniziative dei Rom e Sinti, riservando loro il ruolo di protagonista nelle 
cause che gli riguardano, come del resto è avvenuto a Mantova. La politica 
potrebbe superare la logica della mascotte, e candidare i Rom e Sinti investendo 
seriamente sulle loro candidature .
 Alle ultime elezioni amministrative a Milano non sei stata eletta, stai 
continuando la tua attivita' politica?Certo. Penso che la vera possibilità di cambiare qualcosa sta nella 
partecipazione politica. A Milano c'è una situazione drammatica, legata in 
particolare ai Rom rumeni. Contro "il patto di legalità e di socialità" abbiamo 
promosso un appello al quale hanno aderito tantissime persone e associazioni, e 
stiamo lavorando a una serie di iniziative. La mia candidatura non è stata una 
questione di immagine. La mia lista, candidandomi si è assunta la responsabilità 
di portare avanti questo argomento e lo sta facendo con impegno e serietà.
   
		
		
			Di Fabrizio  (del 31/03/2007 @ 17:30:58, in Regole , visitato 3306 volte)
		 
      Da
Mundo_Gitano Dichiarazione del Parlamento Catalano sul riconoscimento della 
persecuzione e genocidio dei Rom Letta nella Sessione Parlamentare del 29 marzo L'articolo 607 del Codice Penale richiama la punizione del crimine di 
genocidio per "quanti, con l'intenzione di totale o parziale distruzione di un 
gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso [...], ne uccidono uno o più 
membri [...], assoggettano il gruppo o i suoi componenti a condizioni 
d'esistenza che mettono la loro vita in pericolo o grave stato di salute [...], 
portano il gruppo o i suoi membri alla dispersione, l'adozione di qualsiasi 
misura che restringe il loro modo di vita o la riproduzione, od attraverso lo 
spostamento forzato dei componenti da un gruppo all'altro". Occorre tener conto dei seguenti fatti storici: - Tra il 1499 e il 1783 il quello che oggi è il territorio di Catalonia, 
furono approvate almeno una dozzina di leggi che proibivano l'identità e i segni 
culturali della comunità Rom, allo scopo di assimilarli forzatamente o della 
loro sparizione come popolo. Le ragioni proprie di questi testi legali si 
basavano sull'idea di costruire e consolidare uno stato unificato con una 
propria egemonia culturale durante questo periodo, rendendo le differenze 
inattendibili e mettendo in discussione il potere stabilito. Il risultato fu la 
sostituzione di una lunga coesistenza tra culture e religioni di popolazioni 
numericamente diverse tra loro, col fanatismo e la repressione. - La Corona catalano-aragonese pure seguì questa politica anti-Rom, 
inizialmente con l'espulsione della comunità Rom, che si evolse poi 
nell'assimilazione forzata dei sui membri, passando attraverso la schiavitù e la 
persecuzione criminale dei Rom e dei suoi simboli storici (linguaggio, vestiti, 
occupazioni, residenza e mobilità tra gli altri). - Causa una mancanza nel manuale lavorale, dopo l'espulsione degli Arabi, 
l'oppressiva persecuzione e le politiche di assimilazione furono modificate così 
che la comunità Rom  fosse considerata come possibile forza lavoro, 
specialmente per lavori in campagna. D'altra parte, la residenza dei Rom 
continuò ad essere limitata e vennero applicate misure discriminatorie, con 
l'obiettivo di eliminare l'identità Rom. - La repressione raggiunse una scala più vasta e crudele il 30 luglio 1749 
con "Il Grande Raid". Durante il regno di Fernando IV venne emesso un ordine 
reale per imprigionare tutti i Rom nei diversi territori, senza riguardo 
all'età, sesso o salute. E' stato documentato che almeno nove milioni di Rom 
vennero imprigionati o furono mandati ai lavori forzati in miniera o negli 
arsenali, dove molti di loro perirono. - Visto che con nessuna delle misure applicate portarono alla sparizione 
della comunità Rom, al tempo di Carlo III furono applicate politiche di 
integrazione con lo scopo dell'assimilazione culturale, che includeva la perdita 
del loro linguaggio e la sedentarizzazione forzata. - Nel XX secolo, con la Guerra Civile e la seguente dittatura di Franco, si 
intensificò l'intolleranza verso la comunità Rom. La loro lingua venne 
nuovamente proibita e fu considerata come un gergo deliquenziale, contro cui 
applicare la legge sul pericolo sociale. Resta da dire che il Regolamento della 
Guardia Civil incluse due articoli apposta sui Rom, che violavano la presunzione 
d'innocenza. Nel contempo, tanto l'Amministrazione come pure istituzioni 
religiose e caritatevoli finanziarono programmi dedicati ad insegnare ai Rom a 
non essere Rom. - Con la promulgazione della Costituzione Spagnola terminò la discriminazione 
legale, con l'articolo 14 che riconosce che tutti i cittadini Spagnoli sono 
uguali di fronte alla legge, senza differenza di nascita, sesso, opinioni 
religiose o qualsiasi altra condizione personale o sociale. Lo stesso articolo 
14 della Costituzione ha ispirato leggi che promuovono azioni affermative 
destinate a particolari gruppi sociali, basate sul principio di eguaglianza 
delle opportunità attraverso il trattamento differenziale di quanti siano 
differenti per garantire l'eguaglianza. Considerando le conseguenze economiche, sociali e culturali di tutte le leggi 
anti-Rom che si sono susseguite nei secoli e che continuano a pesare sulla 
società odierna e che sono in larga parte la causa dell'ineguaglianza dei Rom. Il Parlamento Catalano: 
	Dichiara e riconosce che i Rom che vivono in Spagna, e specificatamente 
	in Catalonia, sono stati vittime di un genocidio storico e continuato.Deplora le leggi razziste ed anti-Rom che hanno guidato le istituzioni 
	catalane e tutte quelle situazioni che hanno prodotto trattamenti 
	discriminatori e la vulnerabilità della comunità Rom attraverso la storia.Promette di lavorare per l'applicazione di politiche inclusive, 
	effettive e determinate con l'obiettivo di raggiungere all'eguaglianza delle 
	opportunità per i membri della comunità Rom in Catalonia ed il 
	riconoscimento ed il mantenimento dei segni della sua cultura ed identità, 
	secondo le risoluzioni 1045/VI e 1046/VI del Parlamento,  le menzionate 
	risoluzioni del governo, l'articolo 42.7 dello statuto autonomista e la 
	Direttiva EU 2000/43/CE, riguardo all'applicazione del principio di pari 
	trattamento degli individui, senza differenza di origine razziale o etnica. Palazzo del Parlamento, 29 marzo 2007   |