Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
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L'essere straniero per me non è altro che una via diretta al concetto di identità. In altre parole, l'identità non è qualcosa che già possiedi, devi invece passare attraverso le cose per ottenerla. Le cose devono farsi dubbie prima di potersi consolidare in maniera diversa.

Wim Wenders
-

\\ Mahalla : VAI : scuola (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Sucar Drom (del 06/10/2012 @ 09:10:51, in scuola, visitato 1315 volte)
 
Di Fabrizio (del 25/09/2012 @ 09:13:00, in scuola, visitato 1409 volte)

di Lucio Bontempelli

Stamattina bussa in presidenza una bambina e mi chiede seria: "vorrei iscrivermi in prima media". Io trasecolo: è da sola? E i genitori? La faccio accomodare. Una storia interessante: di famiglia povera, i genitori lavorano tutto il giorno per sbarcare il lunario, trasferiti da poco in città non possono più accompagnare a scuola la bambina nel paese dove l'avevano iscritta. Non sembra abbandonata a se stessa, ma è certo temprata dalle difficoltà, è autonoma e capace di dare una mano alla sua famiglia, prendendosi responsabilità un poco più grandi di lei. Parla benissimo l'italiano e il rumeno, e mi dice di conoscere anche un po' di inglese: mi diverto a farci due chiacchiere in inglese, ma ben presto smetto perché farei una figuraccia: lo sa molto meglio di me! Purtroppo le mie prime medie sono piene, le chiedo dove abita per capire dove la posso indirizzare, ma lei si orienta poco a Pisa. Le dico di tornare con un genitore quando vuole. Dopo due ore torna con la zia. Spiego anche a lei la situazione, poi individuo due istituti comprensivi abbastanza vicini a casa loro e mi metto a telefonare. Finalmente le trovo un posto. Spiego, al telefono, che probabilmente non sarà un inserimento difficile: la bimba sa benissimo l'italiano, sembra molto educata e responsabile, probabilmente è anche brava (scolasticamente parlando). "Sarà mica ROM?", mi viene chiesto. Cavolo: mi sono dimenticato di chiederle l'etnia! E se fosse addirittura EBREA?

 
Di Fabrizio (del 16/09/2012 @ 09:14:58, in scuola, visitato 1294 volte)

Reggio Calabria - Brescia

OPERA NOMADI DI REGGIO CALABRIA - COMUNICATO STAMPA

La città si trova in un momento di incertezza e di grave crisi . Ma chi pagherà il prezzo più alto per questa situazione? I bambini e le bambine delle famiglie più povere, che tra qualche giorno dovranno iniziare la scuola, avranno la possibilità di studiare?

Ad Arghillà nord, lunedì prossimo quando comincerà la scuola , circa 90 minori non potranno andare a scuola in quanto il Comune ha deciso di non garantire loro il servizio Scuolabus ( il servizio che serve per portare i bambini e le bambine a scuola) perché le loro famiglie, che hanno un reddito di povertà, non hanno pagato la tassa di iscrizione per l'anno scolastico passato.

Da anni, l'Opera Nomadi chiede al Comune di Reggio Calabria di abrogare questa tassa, non solo per le famiglie rom di Arghillà, ma per tutte le famiglie reggine che hanno un reddito basso. Alle diverse richieste sono seguite delle promesse, ma la tassa non è stata abrogata.

Un'amministrazione comunale, a nostro parere, dovrebbe comportarsi come un buon padre di famiglia che garantisce a tutti i diritti fondamentali, sostenendo, soprattutto, i cittadini più deboli.

Le famiglie di questi minori vivono senza un reddito fisso e con pochi euro al giorno, ottenuti da lavori saltuari, devono provvedere al sostentamento del loro nucleo. Una famiglia, che si trova a vivere in queste condizioni economiche, se ha un'entrata di pochi euro con questa somma dovrà dare da mangiare ai figli, non potrà certo utilizzarla per pagare la tassa dello Scuolabus.

Senza considerare le gravi difficoltà economiche di queste famiglie ( non solo quelle rom) la Giunta Comunale, tre anni fa , con delibera nr 161 del 3 giugno 2009, ha deciso di imporre anche a loro la tassa di iscrizione al servizio di Scuolabus.

Questa delibera nei fatti impedisce alle famiglie povere di mandare i propri figli a scuola.

E' chiaro che questo provvedimento oltre a essere profondamente ingiusto è, soprattutto, anticostituzionale perché contraddice quanto stabilisce l'articolo 34 della Costituzione italiana: "l'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita".

In tal modo si nega il diritto allo studio a questi minori, diritto già leso gravemente dalle condizioni di povertà e di emarginazione sociale in cui sono costretti a vivere.

Ribadiamo che quanto afferma l'associazione non è riferito solo le famiglie rom di Arghillà, ma a tutte le famiglie reggine che versano in gravi condizioni economiche per le quali, in questo momento di crisi, il Comune dovrebbe almeno evitare di gravarle di tasse ingiuste.

Da considerare che queste famiglie con l'inizio dell'anno scolastico dovranno provvedere anche ad acquistare, oltre il corredo scolastico, anche i libri di testo. Il Comune non ha saldato ai librai quanto dovuto per i libri di testo dell'anno 2011 e quindi i librai daranno i testi solo se i genitori li pagheranno.

Le famiglie che hanno un reddito basso, appena sufficiente per sopravvivere, come potranno garantire ai loro figli la possibilità di studiare?

La tendenza politica che si sta concretizzando è quella di consentire l'accesso all'istruzione solo alle famiglie con reddito medio-alto, quelle che si possono permettere alcune spese, escludendo quelle più povere.

Chiediamo al sindaco Arena e agli assessori di fermare questa tendenza anticostituzionale, garantendo gratuitamente, a tutte le famiglie a reddito basso, il servizio Scuolabus e la fornitura dei libri di testo.

L'istruzione per tutti non è solo un diritto individuale sancito dalla Costituzione ma è un ottimo investimento per il miglioramento della nostra città .

Reggio Calabria, venerdì 14 settembre 2012
Il presidente Sig. Antonino Giacomo Marino


Corriere della Sera Il Comune taglia il bus a 90 alunni nomadi
La Cgil: «La Loggia ci ripensi». Rolfi: «Hanno 75 mila euro di arretrati tra mensa e trasporti»

Il campo nomadi di Brescia (Cavicchi)

Via il servizio bus per novanta alunni che risiedono nel campi nomadi di via Borgosatollo 19 e di via Orzi nuovi 104. La denuncia arriva da Cgil Brescia, Opera Nomadi, Arciragazzi e Fondazione Guido Piccinni per i diritti dell’uomo. «Conosciamo la difficile situazione economica nella quale si trovano gli enti pubblici ma sappiamo anche che la crisi sta mettendo in difficoltà soprattutto le famiglie - si legge in una nota congiunta-. Brescia, volenti o nolenti e al di là delle isterie «sicuritarie», per quasi due decenni ha saputo accompagnare nell’iter scolastico generazioni di giovani concittadini in difficili condizioni socio economiche, e tra questi anche i minori dei due insediamenti coinvolti».

Per la Cgil e le altre associazioni questa scelta è innanzitutto politica: «La scelta di non garantire alcun servizio di trasporto scolastico per i minori in età scolastica delle strutture comunali di via Borgosatollo 19 e di via Orzinuovi 104, non può rispondere solo a logiche economiche, ma deve tenere conto della complessità della situazione». E chiedono al Comune un confronto con Sinti e Rom propedeutico ad un eventuale passo indietro. Il diritto all'Istruzione, è sancito dalla Costituzione.

la replica di Rolfi. Per il vicesindaco la polemica è strumentale: «Gli utenti di etnia rom e sinti che usufruiscono dei servizi scolastici a Brescia sono attualmente 73. Ma queste comunità hanno una morosità nei confronti del Comune di Brescia di 75 mila euro accumulata negli anni per servizi di mensa e di trasporto erogati e mai pagati». Per Rolfi non c'è alcuna discriminazione: «si tratta di rispettare le norme che le famiglie in questione non hanno mai voluto concordare. Ricordo alla Cgil che il diritto allo studio non è negato. Anzi, è un obbligo e pertanto deve essere adempiuto dalle famiglie senza alcuna scusa a riguardo».

Redazione Online

 
Di Fabrizio (del 17/08/2012 @ 09:15:34, in scuola, visitato 1509 volte)

Capita spesso che qualcuno mi chieda la traduzione di qualche frase in romanes. Credo quindi che quanto segue possa interessare. A occhio e croce, il 90% delle parole riportate sono uguali a quelle usate dai Rom in Italia.

MEDIAROMA

Condivideremo alcune conoscenze per promuovere la lingua romanì. Di seguito troverete alcune parole ed espressioni raccolte dai volontari di Media Roma ad İstanbul. In futuro, il dizionario verrà ampliato col vostro contributo, includendo nuove parole ed espressioni da altre città.

Vocabolario romanes - preparato ad İstanbul

Termini base
Açho Devlesa: Arrivederci / Ca Devlesa: Tu possa essere felice / To alav sosi?: Come ti chiami? / Me isi nom o ...: Mi chiamo... / Tu Katar İsinan: Di dove sei? /Me isinom katar...: Sono di... / Romanes Canes: Parli romanes? (dialetto laxo) / Romanes Canesa: Parli romanes? / Sari Sinan: Come stai? / So Kerdan: Che hai fatto? / So Kerde: Cos'hanno fatto? / So Keresa: Che stai facendo? / Ci ki yavin: Sino a mattina / Ci ko kher: Verso casa / Ci: Sino - Verso / Laçi Tumari Rat: Buona notte a te /

Pronomi
Me: Io / Tu: Tu / Odava: Lui (dialetto xorahahane) / Odiya: Lei (dialetto xorahahane) / Odala (Xorahane) Voy: Lei (Laxo) / Voj: Lui (Laxo) / Von: Loro (Laxo) / Amen: Noi / Tumen: Voi / Odala: Loro (Xorahane) / Kadava: Questo (Xorahane) / Kava: Questo (Laxo) / Kiri: Suo (di lei) (Laxo) / Koro: Suo (di lui) (Laxo) / Kodova: Quello (Xorahane) / Kova: Quello (Laxo) / Moro: Mio / Toro: Tuo (Xorahane) / Tori: Tuo (femminile) (Xorahane) / Les Ki: Suo (di lei) (Laxo) / Les Kiri: Suo (di lei) (Xorahane) / Les Ko: Suo (di lui) (Laxo) / Les Koro: Suo (di lui) (Xorahane)

Casi
Kher: Casa / Ekherestar: Da casa / Ekhereste: A casa / Kokher: Verso casa
Veş: Foresta / Eveşestar: Dalla foresta / Eveşeste: Nella foresta / Koveş: Verso la foresta

Parentele
Baba: Nonna
Baçe: Fratello maggiore
Baye: Fratello maggiore
Biyav: Matrimonio
Bori: Sposa
Camutro: Sposo
Camutro: Testimone di nozze
Chavo: Figlio
Chay: Figlia
Mami: Nonna
Miday: Mia mamma
Modat: Mio papà
Mophral: Mio fratello
Nane: Fratello maggiore (Laxo)
Papu: Nonno
Phen: Sorella
Phral: Fratello

Organi
Chib: Linguaggio-Lingua
Çank: Gamba
Çhora: Barba
Dant: Dente
Gi: Stomaco
Kalinco: Fegato
Kan: Orecchio
Koçi: Ginocchio
Kuni: Gomito
Musi: Braccio
Mustaça: Baffi
Muy: Bocca
Nak: Naso
Naya: Dita
Phuy: Sopracciglio
Por: Intestino
Puro: Piede
Şoro: Testa
Thar: Palato
Vas: Mano
Vingise: Unghia
Yakh: Occhio
Yilo: Cuore

Cibo
Ambroli: Pera
Drakh: Uva
Fısıy: Fagioli
Lİnta: Lenticchie
Mamuxa: More
Mandro: Pane
Maro: Pane
Mayno: Pane (laxo)
Phabay: Mela
Rizi: Riso
Ron: Sale
Su: Acqua
Xabe: Cibo

Attrezzi
Amuni: Palo
Çaro: Piatto
Çhuri: Coltello
Gono: Sacco
Katuna: Tenda
Kihl: Olio
Klaşto: Pinza
Lil: Carta-Foglio
Mayaro: Mestolo
Mirakh/Meniya: Scarpa
Petalo: Ferro di cavallo
Pişot: Attizzatoio
Pürüstüya: Lana di ferro
Roy: Cucchiaio
Sarxa: Tenda
Sevli: Cesto
Sorula: Scarpa
Thav: Tela
Tover: Ascia
Trasta: Borsa

Natura
Derav: Mare
Forli: Oro
Lon: Fiume
Rukh: Albero
Rup: Argento
Xopaçi: Albero
Yak: Fuoco

Animali
Bakro: Pecora
Baliçho: Maiale
Başno: Gallo
Berali: Ape
Coro: Mulo
Cukel: Cane
Çhavri: Gallina
Çhavro: Gallina
Çirikli: Uccello
Gras: Cavallo
Guruv: Mucca
Kanzavuri: Hent
Kaxni: Gallina
Khuro: Puledro
Maçhe: Pesci
Maçho: Pesce
Meçka: Orso
Misirka: Tacchino
Paparuşka: Farfalla
Papin: Capra
Richini: Orso
Rukono: Cane
Şoşon: Coniglio
Xer: Asino

Numeri
Biş: 20
Deş: 10
Duy: 2
Efta: 7
İnya: 9
İştar: 4
İştarvardeş: 40
İştarvardeşopanç: 45
Mila: 1000
Milyoni: Milione
Oxto: 8
Panç: 5
Pançvardeş: 50
Şel: 100
Şov: 6
Şovvardeş: 60
Trin: 3
Trinvardeş: 30
Yek: 1

Calendario
Abreş: Quest'anno
April: Aprile
Bocuk: Dicembre
Breş: Anno
Chon: Mese
Dersi: L'anno prossimo
Disera: Ora
Dives: Giorno
Diyes: Giorno
İç: Ieri
Kham: Sole
Masek: Mese
Milay: Estate
Ratasa: Notte
Thera: Domani (Laxo)
Yavine: Domani
Yivent: Inverno

Termini generali
Bezaxa: Peccato
Çor: Ladro
Doş: Crimine
Drom: Strada
Gili: Canzone
Kher: Casa
Love: Soldi
Pares: Soldi
Sastipe: Salute
Saya: Soldi
Suno: Sogno

Aggettivi
But: Troppo
Buxlo: Ampio
Civdo: Vivo
Khanlo: Cattivo
Mulo: Morto
Phuri: Anziana
Phuro: Anziano
Rama: Giovane
Sano: Magro
Suslo: Umido
Şil: Tempo freddo
Şudro: Cibo freddo
Tank: Stretto
Tato: Caldo
Terni: Giovane per donna
Terno: Giovane per uomo
Thulo: Grezzo
Uço: Alto
Xarik: Piccolo
Xarno: Corto

 
Di Fabrizio (del 10/07/2012 @ 09:19:37, in scuola, visitato 1654 volte)

immagine da giovannamulas.baab.it

Poiché i genitori non sono più nomadi da un bel po' di tempo, anche quest'estate i bambini rom di via Idro non si sposteranno dal campo.

Cerchiamo per loro giochi, fumetti e libri di narrativa e di attività per le vacanze (anche usati ma in buone condizioni).
Si accettano anche giochi per play station 2 (particolarmente ambiti da un birbante di cui non faccio il nome).

E si accettano anche, perché siamo previdenti e pensiamo già alla riapertura della scuola, quaderni, penne, matite, colori ecc.

Per consegne e ritiri, anche a domicilio in zona 2 (massimo 3), scrivetemi o chiamatemi al 334-3532691, meglio entro la prossima settimana.

Invitandovi a diffondere, vi ringrazio anticipatamente.

Piero

PS: buone vacanze, ovunque le trascorriate. Se a Milano, anche in via Idro al Marina Social Rom.

 
Di Fabrizio (del 27/06/2012 @ 09:12:51, in scuola, visitato 1660 volte)

Segnalazione di Alberto Maria Melis

Comunicato Stampa. Fondazione Anna Ruggiu onlus
Cagliari 24 giugno 2012


Ormai da 10 anni la Fondazione Anna Ruggiu, promuove l'elevazione culturale delle popolazioni rom presenti in Sardegna mediante l'attribuzione di borse di studio ai giovani Rom più meritevoli per rendimento scolastico, con particolare attenzione a quanti riescono ad arrivare alle scuole superiori.

L‘iniziativa muove dalla convinzione che la formazione e la cultura possano costituire un prezioso strumento di comprensione interculturale, di dialogo e di una interazione tra individui e culture rispettosa delle peculiarità di ogni cultura.

L'esperienza di questi anni dimostra che è possibile superare gli stereotipi ed i tabù che rendono difficile la convivenza tra due culture ad iniziare dai banchi della scuola.

Quando l'iniziativa della Fondazione si incontra con la disponibilità di amministratori comunali attenti, di insegnanti capaci, di assistenti sociali disponibili, è stato ed è possibile raggiungere risultati positivi.

La scelta della sede per la cerimonia di consegna delle borse di studio per il presente anno è caduta sul Comune di Monserrato, anche a testimonianza di una ormai lunga esperienza di iniziative volte a favorire l'inclusione dei rom presenti nel territorio comunale raggiungendo livelli di eccellenza nella scolarizzazione.

Tra i premiati di quest'anno, tre studenti delle scuole superiori di tre diversi campi del sud Sardegna ed una giovane rom che frequenta la Scuola media di Sinnai (vedi foto, ndr.).

La manifestazione, realizzata in collaborazione con l'Unicef di Cagliari, che parteciperà all'iniziativa con la presidente provinciale Rossella Onnis, si svolgerà presso il quartiere rom di Monserrato, nel piazzale della pace dove, proprio nei giorni scorsi, per volere dell'Amministrazione comunale, è stato inaugurato un monumento a ricordo dei rom vittime dello sterminio nazista (vedi QUI, ndr.).

Gli insegnanti dei rom premiati illustreranno il curriculum dei rispettivi allievi.

La manifestazione avrà inizio alle ore 19, nel piazzale della pace, nel quartiere rom di Monserrato, giovedì 28 giugno

Il presidente: Gianni Loy

Fondazione Anna Ruggiu Viale Sant'Ignazio n. 38. 09123 - Cagliari. Tel. 3207232122.
Gloy46@tiscali.it

 
Di Fabrizio (del 17/06/2012 @ 09:16:22, in scuola, visitato 1560 volte)

Segnalazione di Marco Brazzoduro

Popica onlus

"Chi sono gli zingari?" Con questa domanda, lapidaria e lessicalmente scorretta, cominciavamo i laboratori con i ragazzi e le ragazze delle terze medie della scuola San Benedetto, nel quartiere popolare e storicamente a forte densità rom di Centocelle, periferia est di Roma. Le risposte, molto spesso politicamente scorrette, introducevano il tema degli incontri, un rimosso della storiografia ufficiale delle democrazie occidentali: il Porrajmos.

"Cos'è il Porrajmos?" Questa strana parola risuonava nelle classi di fronte gli occhi interrogativi e curiosi dei ragazzi. Sui libri di storia, dove presenti, solo pochissime parole per liquidare lo sterminio dei rom ad opera del nazifascismo, mezzo milione di donne uomini e bambini torturati e uccisi nei lager e nei rastrellamenti.

Più che una lezione di storia negata - l'Olocausto dei rom è stato definito da qualcuno "il genocidio dimenticato" - gli incontri con i ragazzi e le ragazze sono stati un momento di stimolo per chiunque, per loro e per noi.

Abbiamo scelto di svolgere gli incontri con un'impostazione frontale e dinamica, per non annoiare con freddi numeri e dati e soprattutto per far esprimere liberamente gli studenti, consentendogli sempre di dar sfogo anche alle proprie critiche e obiezioni. In quanto il problema dell'esclusione sociale, della discriminazione, del pregiudizio, della disinformazione, della persecuzione dei rom è tutt'altro che risolto. La lavagna si riempiva di ciò che il termine "zingaro" evocava nelle menti degli studenti e, ogni volta, per ogni classe, la discriminazione, il pregiudizio e la disinformazione emergevano feroci. Ma da lì a poco le certezze crollavano, di fronte ai video proiettati, alle immagini di personaggi famosi (grande successo per Pirlo e Ibrahimovic) di origine romanì, fino alle importanti testimonianze dirette di chi ha vissuto e vive nelle baraccopoli di Roma, subendo sgomberi e blitz polizieschi. Uomini e donne che potevano parlare delle loro esistenze da una cattedra di una scuola avvolti dalla rispettosa quanto interessata attenzione dei ragazzi e delle ragazze. Una presenza non scontata ai nostri laboratori, quella di uomini e donne costretti ogni giorno a sbattersi per la città con lavori faticosi e in nero. Rinunciare a ore di lavoro per essere in classe a raccontarsi vuol dire perdere quel po' di denaro con la vendita al chilo del ferro raccolto che si può mettere insieme.

Per i mesi di aprile e maggio 2012 Popica Onlus e scuola San Benedetto hanno collaborato intensamente e proficuamente, con due incontri per classe di un'ora e mezza ciascuno, in orario di lezione.

Gli alunni hanno dimostrato interesse per l'argomento, ma la partecipazione si è spesso estesa ai professori, a loro volta in buona parte esclusi dall'informazione e dalle nozioni sui libri di storia di fronte a questo tema.

Il tutto è culminato in un interessante incontro con il Comitato genitori della scuola, il 18 maggio.

Un'esperienza positiva ed importante che abbiamo voluto sviluppare a titolo assolutamente gratuito, fuori dai mille progetti destinati ai rom o alla loro inclusione, in quanto fermamente consci del nostro ruolo di attivismo e convinti dell'importanza di iniziare la battaglia contro le discriminazioni proprio nella culla della cultura, nella scuola, e proprio in quelle scuole, come la San Benedetto, che, più di altre, sono attente alla formazione umana dei loro alunni e delle loro alunne.

Christian Picucci e Gianluca Staderini

LO SCHEMA DEGLI INCONTRI IN CLASSE
Temi Lezione- durata Tipologia
  1. Conosci gli zingari?
  2. Zingari o Rom
  3. I tuoi pregiudizi sui Rom
  4. I pregiudizi del mondo sui Rom
Prima parte:
60 minuti
  • Frontale / Dinamica / Introduttiva
  • Stimolare gli studenti ad esprimere liberamente la propria opinione.
  • Spazio per domande degli studenti.
  1. Porrajmos
Seconda parte:
30 minuti
  • Video
  1. L'ideologia fascista e le sue implicazioni razziali, prima del 1938 e dopo.
  2. L'ideologia nazista e le sue implicazioni razziali
  3. Le fasi di attuazione della persecuzione antigitani ( cenni generali e focus sul caso italiano)
  4. La soluzione finale

    (con riferimenti contestuali alle fonti scritte di natura teorica)
Terza parte:
30 minuti
  • Frontale/ teorica con indicazioni per gli approfondimenti individuali da sviluppare successivamente.
  1. I Rom, i campi e gli sgomberi
Quarta parte:
15 minuti
  • Video
  1. Rom oggi a Roma
  2. La persecuzione oggi
Quinta parte:
45 minuti
  • Testimonianza diretta / conclusioni
 
Di Sucar Drom (del 12/06/2012 @ 09:56:43, in scuola, visitato 1402 volte)

Revistacale.wordpress.com: Il romanés, una lingua morta?
Nicolás Jiménez mentre legge "Sar- San?"

INTERVISTA

Nicolás Jiménez González ha dedicato la sua vita allo studio del romanés. Laureato in sociologia, consulente linguistico dell'Instituto de Cultura Gitana e professore-lettore nell'Università di Alcalá de Henares, attualmente lavora al manuale di apprendimento del romanés standard "Sar San?" Inoltre, sta progettando un piano di formazione per istruttori che possano insegnare questo metodo nelle scuole con presenza di studenti gitani.

Appassionato di flamenco, dei film d'azione e di tori, Nicolás Jiménez ritiene imprescindibile che il romanés venga incluso nei piani di studio, perché questa lingua non finisca con lo sparire. Nel contempo, perché questo succeda è necessaria l'istituzionalizzazione del popolo gitano.

La popolazione romanì nell'Unione Europea raggiunge i 12 milioni di cittadini. Milioni di persone che hanno vissuto per anni una storia comune di persecuzioni, isolamento e marginalizzazione. Milioni di persone che, inoltre, condividono una cultura ed, in particolare, un lingua, il romanés.

Il romanés è un idioma dialettizzato che, assieme allo spagnolo, ha dato luogo al caló. "Il caló è una creazione collettiva dei gitani spagnoli, una parlata nata in Spagna," afferma l'autore. Nel contempo, insiste che si debba tener conto che tra due lingue in contatto c'è sempre un feedback. "Occorre considerare l'influenza del romanés nello spagnolo: per esempio, nell'idioma spagnolo esistono circa 200 gitanismi. Sono soprattutto nel gergo giovanile," spiega il consulente linguistico.

Senza dubbio, secondo il ricercatore, il caló ha smesso la sua utilità comunicativa e si è convertito, invece, in un referente identitario.  "Posso affermare che il caló corre il rischio di estinguersi, dato che ha perso la sua capacità di comunicazione," ripete Jiménez. Purtroppo attualmente non c'è chi lo parli compiutamente, ma solo se ne adoperano alcune parole e brevi frasi inframmezzate nella conversazione.

Ciononostante il caló è molto importante per i gitani, in quanto parte della loro identità. Un'identità costruita a partire dall'esotismo e che ha attraversato il XIX e la metà del XX secolo. "La moda del -flamenquismo- risvegliò l'interesse della gente in Andalusia e, concretamente, dei gitani," assicura Nicolás Jiménez.  Fu durante questo periodo che musici, pittori e scrittori stranieri ricrearono questa atmosfera curiosa e lontana, col boom dell'andalusismo che contribuì ad aumentare la simpatia per i gitani.

Verso uno standard

Fu così che la simpatia per i gitani divenne la principale motivazione per iniziare a standardizzare il caló. Come dice Nicolás Jiménez, in Spagna gli standard si conoscono poco e mai - sino ad adesso - si è fatto uno sforzo per la loro diffusione. Tuttavia, in campo internazionale, la Commissione di Linguistica dell'Unión Romaní, guidata dal professor Courthiade, è stata incaricata di realizzare un progetto di standardizzazione del romanés, che continua sino ad oggi, con un progressivo aumento degli utenti dell'alfabeto e la pubblicazione in diversi paesi dei metodi di insegnamento.

"La diversità è ricchezza ed anche l'apprendimento del romanés è un diritto"

"La nostra lingua dovrebbe essere presente nell'insegnamento dello spagnolo. La diversità è ricchezza ed anche l'apprendimento del romanés è un diritto," dichiara Jiménez. Per questo, uno dei piani di formazione è il manuale Sar-san? (Come stai?). Questa iniziativa lanciata dall'Instituto de Cultura Gitana, intende recuperare l'uso del romanés in Spagna, per allontanarlo dal pericolo di estinzione in cui si trova. Jiménez è il principale promotore e progettista dell'idea ed afferma che "il libro è il primo passo all'interno di un grande progetto."

Link:

 
Di Fabrizio (del 25/05/2012 @ 09:02:51, in scuola, visitato 1282 volte)

23/05/2012

Nei periodi di crisi sembra che tutto crolli, ogni certezza, ogni verità, e basta poco per cadere nella psicosi, cercando il colpevole di un male che non c'è dato vedere, ma solo temere.

Ci risiamo, Il 12/12/12 s'avvicina, i profetici maya incombono, la terra trema, riaffiorano i Gog e Magog del terrorismo di stato e il tutto in un clima per niente tranquillizzante per la crisi economica in atto. In questo scenario d'altri tempi, di quelli dove si bruciavano le donne solo perché avevano i capelli rossi o si perseguiva chi solo voleva essere libero, ritroviamo l'atavica paura nei confronti dei diversi, dei nomadi, dei Rom.

È successo nei giorni scorsi a San Sebastiano al Vesuvio. Un gruppo di madri si è presentato presso la locale scuola primaria, al plesso Capasso di Via degli Astronauti, chiedendo ad alcune maestre le ragioni di un presunto accesso di "zingari" nei locali scolastici. Le insegnanti cascano dalle nuvole e rassicurano le donne che a scuola non entra nessuno senza permesso e tanto meno si è riscontrato l'accesso di sconosciuti più o meno ascrivibili all'etnia in questione. Le mamme, non paghe della spiegazione, insistono: "Voi volete ce lo nascondere!" e una di queste spiega che la figlia, lo scorso venerdì, era stata graffiata da un bambino "zingaro" accompagnato dalla madre nella stessa scuola. Le insegnanti trasecolano ma rassicurano che nulla di tutto ciò è accaduto, aggiungendo la probabilità del fatto che la bambina abbia frainteso l'accaduto, confondendosi, magari anche guidata dalla reiterata usanza di minacciare i nostri bambini col fatidico sopraggiungere degli "zingari", per portarli via chissà dove e come.

Già la scorsa primavera avevamo sottolineato di come stesse circolando ancora una volta il presunto "codice segreto degli zingari" (leggi) e di come questo non fosse altro che una leggenda metropolitana. Ma sta di fatto che questo, in un modo o nell'altro, gode ancora di una notevole reputazione "lo hanno detto anche le Iene!" e questo basta a metter da parte ogni logico e opportuno dubbio, legato a un sempre più raro buon senso. I forum dei social network sono pieni di dispute a riguardo, dove si formulano le ipotesi più improbabili e fantasiose; testate nazionali come la redazione palermitana di Repubblica non evita di dare man forte a questo luogo comune e non manca su facebook chi augura le bombe di Brindisi ai campi Rom (vedi).

La crisi crea anche di queste cose e nel momento in cui vengono a cadere le nostre certezze, sul nostro benessere, sulla nostra sicurezza, aumentano quelle sul nemico occulto che ci ascolta, che ci controlla per colpirci alle spalle e quando meno ce l'aspettiamo. Chi meglio di uno "zingaro" può toglierci quello che ci è più caro? Chi meglio di uno "zingaro" si presterà all'irriducibile odio di massa e non troverà quasi nessuno a prenderne le parti?

E intanto loro continuano nella minuziosa opera di decompositori del nostro pattume, come instancabili formiche vanno avanti laboriosi, anche quando li cacciamo via per colpe mai commesse o non differenti dalle nostre. Ritornano e riprendono la loro instancabile opera di riciclaggio, si sporcano le mani, là dove noi non osiamo più metterle, vivono in luoghi che noi non osiamo neanche più pensare e forse anche questo ce li rende più invisi, forse ci ricordano da dove veniamo.

Certo che se degli adulti e vaccinati cittadini sansebastianesi, l'anno scorso, hanno scambiato una pattuglia di carabinieri in borghese per degli "slavi dall'atteggiamento sospetto", allora possiamo senz'altro giustificare la povera bambina, purtroppo suggestionata dalle ancestrali paure materne.

Autore: Ciro Teodonno

 
Di Fabrizio (del 17/05/2012 @ 09:07:53, in scuola, visitato 1445 volte)

...di segno opposto, la prima da Milano e la seconda da Pescara

La guerra (vinta) di Marius: "In biblioteca sto bene… è il posto migliore che ho conosciuto" Corriere della Sera di Alessandra Coppola

(video di Amnesty Italia)

La guerra di Marius, contro una vita di campi provvisori che l'avevano condannato a un'esistenza di analfabetismo e marginalita'. Arrivato a 16 anni a Milano dalla Romania senza mai aver messo piede in una scuola, nonostante otto sgomberi ha imparato a leggere e a scrivere in italiano con una borsa di studio della Comunità di Sant'Egidio e delle mamme e maestre di Rubattino. Ora il suo rifugio in città è una una biblioteca comunale (quella di via Valvassori Peroni, zona Rubattino-Lambrate): "Anche quando non avevo dove andare venivo qui… è il posto migliore che ho conosciuto". Il video di Christine Pawlata e Nicola Moruzzi è stato premiato domenica al Salone del libro di Torino al concorso nazionale "A CORTO DI LIBRI. I cortometraggi raccontano le biblioteche"


LA STORIA L'HANNO ACCUSATA DI ESSERE «UNA DELINQUENTE COME TUTTI GLI ZINGARI» Il Tempo
Rom cacciata dai compagni di scuola
La professoressa: «Una ragazza intelligente. Per fortuna è tornata»
Stefano Buda Le tensioni seguite all'omicidio di Domenico Rigante hanno lasciato il segno.


Nelle scuole della città, qualcosa si è spezzato nel percorso di crescita comune tra italiani-italiani e italiani di origine Rom. Dalle scuole della città occorrerà ripartire, per abbattere i muri del pregiudizio e ricostruire il dialogo tra culture. Dopo la morte dell'ultrà biancazzurro, per diversi giorni, il processo d'integrazione ha subito un corto circuito. Un fenomeno che ha colpito soprattutto i più giovani, ragazzi e ragazze come la giovane studentessa Rom, di 17 anni, che chiameremo Anna. Anna frequenta un noto istituto di scuola secondaria, non lontano da Rancitelli, il quartiere dove vive con la sua famiglia. Una compagna di classe, sull'onda del clima da caccia alle streghe che ha pervaso Pescara, la accusa di essere «una delinquente, come tutti gli zingari». Anna è esasperata. La sera prima ha chiamato la polizia, avendo visto «facce strane» bighellonare attorno a casa, e ormai nota una luce diversa negli sguardi della gente. Reagisce male, difendendosi e contrattaccando con veemenza. Dopo la lite decide che non andrà più a scuola. «È già molto difficile che una donna Rom prosegua gli studi dopo l'età dell'obbligo - spiega una sua insegnante - sarebbe stato un vero peccato perdere una ragazza intelligente come lei, che ha compreso l'importanza dell'istruzione come forma di riscatto e dimostra grandi doti e capacità». Anna per fortuna ci ripensa e dopo alcuni giorni torna in classe. È lei a chiedere scusa. «Nonostante non fosse stata lei a scatenare la lite - prosegue la professoressa - ha avuto la forza e l'umiltà di riconoscere l'errore, dimostrando che la scuola aiuta a compiere progressi, modificando anche certe attitudini tipiche di alcune culture»". La vicenda di Anna non rappresenta un caso isolato. Molti altri ragazzi Rom, che frequentano l'istituto, nei giorni scorsi sono rimasti a casa. Avevano paura. Per fortuna, lentamente, il clima si sta rasserenando. «Non si erano mai verificati episodi simili in precedenza - osserva l'insegnante - il processo d'integrazione è sempre stato pacifico e armonioso, anche grazie al coinvolgimento dei genitori italiani e Rom, nel corso dei frequenti colloqui». È da qui che occorrerà ripartire, per sanare le ferite inferte a una convivenza che, dopo l'omicidio di Domenico Rigante, appare sempre più difficile. Intanto il sindaco Mascia ha chiesto al prefetto Vincenzo D'Antuono l'istituzione di un Tavolo tecnico. «Occorre eliminare quei piccoli, grandi fenomeni di abusi, soprusi, angherie che molti sono costretti a subire ogni giorno da poche famiglie che pensano di poter vivere al di fuori delle leggi e delle regole del vivere civile». Ricomincerà a breve lo sfratto agli inquilini abusivi grazie all'erogazione di 100mila euro stanziato dalla Regione Abruzzo, da destinare all'Ater.

15/05/2012

 
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