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\\ Mahalla : VAI : Kumpanija (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 17/03/2006 @ 08:44:05, in Kumpanija, visitato 2009 volte)
Merry st. Patrick Day!!

Dipinto su un muro a Rosnareen Park, Andersontown Belfast, e tuttora esistente.
Foto tratta da Conflict and Politics in Northern Ireland

Si aggiunge:
May you always have...
Walls for the winds
A roof for the rain
Tea beside the fire
Laughter to cheer you
Those you love near you
And all your heart might desire.
Blessings,

Valery Novoselsky
Editor of Roma Virtual Network.
Galilee, Holy Land

(dopodiché, Ashok manda i suoi auguri, per una festa dall'India di cui ignoro tutto. Grazie lo stesso)
 
Di Fabrizio (del 16/03/2006 @ 11:33:16, in Kumpanija, visitato 1908 volte)

Attendendo i risultati definitivi delle elezioni in Colombia, questo è il riassunto di una parte della storia più recente dei Rom di Colombia, che fornisce spunti utili anche per il futuro:

I Rom e la politica:

INCURSIONE NEL PROCESSO ELETTORALE

Prima di rispondere alle domande poste dal dibattito “Inclusione politica dei gruppi etnici nel processo politico colombiano: Il punto di vista degli attori politici” (Universidad de los Andes, Bogotá, D.C.), occorre una precisazione:

Il concetto di “comunità etniche” non è il più appropriato per riferirsi alla situazione dei Rom. I Rom hanno più volte rivendicato il loro carattere di popolo, con tutte le connotazioni giuridiche e politiche, inclusa quella dell'autodeterminazione.

A livello internazionale, le organizzazioni rappresentative del popolo Rom - Unión Romaní Internacional (IRU) e Congreso Nacional Rom (RNC) hanno proposto che i Rom siano parte di una nazione senza territorio e senza stato, che chiede di essere rappresentata all'ONU.


Inclusione dei gruppi etnici nel processo politico colombiano, partendo dalla Costituzione

Esistono similitudini strutturali tra i problemi dei popoli indigeni, afrodiscendenti e Rom, ma i processi storici, organizzativi e le condizioni attuali sono differenti.

Due fatti da sottolineare riguardo i Rom:

Come per le altre minoranze il meccanismo elettorale non prevede un percorso privilegiato di accesso alle camere elettive, e si deve tener conto di questo nei rapporti con la società maggioritaria.

L'esperienza elettorale per i Rom rappresenta una novità assoluta in tutto l'emisfero. E' anche una tappa importante per le associazioni come Proceso Organizativo del Pueblo Rom (Gitano) de Colombia, (PROROM), nel suo cammino per rendere visibile il popolo Rom, che prosegue dal 1997.

Ancora più importante che questo si sia concretizzato con la candidatura di una romnì.

PROROM, sin dagli albori, ha ricercato alleanze con le organizzazioni di altri popoli. In quanto “minoranza tra le minoranze etniche” er i Rom altrimenti sarebbe impossibile far sentire la propria voce. Il cammino già percorso dalle altre organizzazioni, prima di tutte quelle indigene, è indispensabile.

Nel 1998 il coordinatore generale di PROROM, Venecer Gómez Fuentes, fu candidato di bandiera nella lista Alianza Social Indígena (ASI) che concorreva al Senato. Alla fine venne eletto Francisco Rojas Birry, indigeno Embera. La sua candidatura raccolse il voto di alcune kumpanias, specialmente quella di Girón (Santander), ma una volta eletto, Rojas Birry non rappresentò in alcun modo in Senato le istanze dei Rom.

Quattro anni più tardi, PROROM si fece promotore del Movimiento Plurinacional Entrepueblos (MPE) e appoggiò la candidatura di Antonio Jacanamijoy Tisoy, indigeno Inga, che aveva anche l'avvallo del Partido Socialista Democrático (PSD), su una piattaforma che comprendeva le richieste comuni dei popoli nativi, afrodiscendenti e Rom. Ma Antonio Jacanamijoy Tisoy non raccolse voti a sufficienza per l'elezione. Nel frattempo il neonato MPE si era avvicinato al Frente Social y Político (FSP), che appoggiava la candidatura di Luis Eduardo Garzón (nell'occasione battuto dall'attuale presidente Alvaro Uribe e poi diventato sindaco di Bogotà ndr.) alla presidenza della repubblica.

Tutta questa storia si è concretizzata quest'anno nella candidatura di Ana Dalila Gómez Baos, coordinatrice per la Cultura e la Scolarizzazione di PROROM, nelle file del Polo Democrático Independiente (PDI).


Costituzione politica del 1991 e unità dei gruppi etnici

Attraverso PROROM si sono assunti due strumenti fondamentali nelle rivendicazioni etniche e nasiolnali: il convegno169 del 1989 dell'Organizzazzione Internazionale del Lavoro (OIT) “Sobre Pueblos Indígenas y Tribales en Países Independientes” (OIT-169) e la Costituzione Politica della Colombia.

Anche se nessuno dei due menziona esplicitamente i Rom, ma si limitano ad un generico “gruppi etnici”, gli articoli e i tommi che si riferiscono alla diversità etnica e culturale sono serviti al riconoscimento dei Rom come popolo che condivide le esperienze di lotta, resistenza ed organizzazione degli indigeni e degli afrodiscendenti.


Difficoltà nei processi organizzativi e rivendicativi.

Una delle maggiori difficoltà incontrate, è che tanto nell'immaginario delle istituzioni governative che tra le stesse organizzazioni indigene, l'aggettivo “etnico” si associa esclusivamente all'ambito indigeno ed afrodiscendente.

Questa difficoltà si lega al disconoscimento e all'ignoranza che nella società maggioritaria riguarda la storia, la cultura e la situazione dei Rom.

In Colombia i Rom sono una minoranza autentica, ma demograficamente insignificante soprattutto in termini elettorali. La difficoltà, anche nei confronti delle altre organizzazione delle minoranze etniche, è nel numero ristretto dei nostri appartenenti e nel non occupare territori strategici.

Inoltre le leggi esistenti sono elaborate secondo la logica de lla popolazione stanziale e quando si riferiscono a gruppi etnici, sottintendono a quelli che hanno una territorialità definita, e la totalità delle leggi referenti ai diritti dei gruppi etnici, non prevede i diritti delle popolazioni nomadiche, come nel caso dei servizi sanitari, dove solo in seguito la pressione svolta da PROROM ha ottenuto l'estensione del Régimen Subsidiado de Seguridad Social en Salud.

La Colombia è tuttora un paese con una democrazia retorica e di facciata, e i suoi abitanti devono di continuo mobilitarsi e fare pressioni in varie maniere. Per ragioni proprie della loro cultura, i Rom non possiedono questa capacità. Il percorso compiuto da PROROM si è svolto quindi in un scenario particolarmente avverso. Ciononostante, ha ottenuto questi risultati:

  1. Riconoscimento da parte dello stato del popolo Rom come un gruppo etnico che è anche colombiano e che abita qui da prima della costituzione della Repubblica.

  2. Riconoscimento che la carta OIT-169 è valida e applicabile per i Rom.

  3. Inclusione col proprio nome e riconoscimenti specifici, negli ultimi Piani Nazionali di Sviluppo delle amministrazioni Pastrana Arango e Uribe Vélez.

  4. Visibilità raggiunta nella vita politica, culturale, accademica ed economica del paese; mentre in precedenza si era soltanto la parte esotica di Cent'anni di solitudine.

  5. Rottura degli stereotipi razzisti e discriminatori che storicamente si sono riferiti ai Rom.

  6. Spinta ai processi e alle iniziative delle organizzazioni rom dell'America Latina, in particolar modo del Consejo de Organizaciones y Kumpeniyi Rom de las Américas (SKOKRA)

  7. Alleanza con le organizzazioni indigene e afrodiscendenti per avanzare rivendicazioni congiunte.

  8. Presa di coscienza nelle kumpeniyi dell'importanza dei processi organizzativi nei rapporti tra Rom e società maggioritaria (la cosiddetta “inclusione senza assimilazione”)

  9. Apporto alla democratizzazione del paese con l'irruzione del movimento sociale rappresentativo dei Rom.


Quali gli obiettivi per la prossima legislatura?

Ci saranno per forza scenari diversi. Quello del consolidamento del processo di visibilità e organizzativo dei Rom di Colombia e dell'America Latina. Quello della società maggioritaria, dove si lavorerà a proposte che creino una Colombia meno diseguale, che possa includere le maggioranze impoverite ed escluse.

Nel primo scenario, si tratta di spingere il Congresso a redigere uno Statuto dell'Autonomia Culturale, che stabilisca le relazioni tra stato e popolo Rom, riconosca integralmente i diritti collettivie patrimoniali del popolo Rom. Nel secondo scenario, molto semplicemente, di sottomettere nuovamente l'economia e i suoi processi alla politica, per recuperare la sovranità nazionale di fronte alla mondializzazione dell'economia.

L'alleanza con il Polo Democrático Alternativo (PDA) impone di allargare il nostro pensiero e il campo d'azione al paese nella sua globalità, occorre quindi un compromesso che leghi le tematiche e le rivendicazioni proprie del popolo Rom ad un movimento di rinnovamento nazionale.

L'apporto che per questo può offrire una donna rom, è molto differente da quello di chi arriva dalla società maggioritaria. Occorre saper valorizzare gli apporti genuini che arrivano dalla cultura, dalla tradizione, dalla vita sciale dei Rom, perché vengano valorizzati ed apprezzati come un patrimonio per tutta la Colombia. Per questo, è necessario che i Rom guardino in maniera differente al loro paese, e contemporaneamente, che se si vuole che questo apporti duri nel tempo, che continuino ad esistere come Rom.

Per terminare, la scelta della partecipazione alla lista elettorale del PDA non è un azzardo o una gratuità. E' la maturazione di un cammino che PROROM ha svolto, dove la partecipazione è una strategia etnopolitica, e che l'ha portato a fianco di movimenti e partiti alternativi, progressisti, popolari e critici verso lo stato attuale delle cose.


ANA DALILA GÓMEZ BAOS

Bogotá, D.C., a 2 de febrero de 2006

I commenti a questo articolo (in spagnolo e romanés)


 
Di Fabrizio (del 12/03/2006 @ 10:16:02, in Kumpanija, visitato 1887 volte)
La comunità rom di Volgograd, che è stata recentemente in Italia, comunica che ha variato il suo indirizzo:
ISO "Roma Association"
Str. Essentukskaya 19 room 38
Volgograd, 400094 Russia
Phone/fax: +7(8442) 301-278, 397-127
E-mail: gorbatov@interdacom.ru

inoltre, per chi volesse conoscerli meglio, suggerisce il proprio sito web, in lingua russa ed inglese, ricco di foto e notizie
 
Di Daniele (del 11/03/2006 @ 10:33:07, in Kumpanija, visitato 1730 volte)
La prima moschea rom dei balcani da costruire nel sud della Serbia.

Bujanovac. Il presidente della comunità religiosa islamica di Bujanovac, Preševo e Medveđa (Serbia del sud) mufti Nexhmedin Sacipi, ha dichiarato che una moschea rom si inizierà a costruire nella seconda metà dell'anno, il quotidiano serbo Danas scrive oggi (6 marzo ndr).
Sacipi ha fatto notare che questa sarà la prima moschea rom nei balcani e costerà circa 500000 euro. Secondo lui circa 4000 rom vivono nella municipalità di Bujanovac, rimarca il quotidiano.

segnalato su Focus English News
 
Di Fabrizio (del 08/03/2006 @ 21:08:42, in Kumpanija, visitato 5349 volte)
Circa un'ora fa, è scoppiato un incendio al campo di via Barzaghi - Triboniano a Milano.
La zona ospita diversi accampamenti, che contengono mediamente tra le 800 e le 2000 persone, anche se nessuno è in grado di offrire cifre precise. Un animatore e alcuni bambini che erano al vicino centro sociale Torchiera per giocare, hanno visto il fuoco da lontano mentre tornavano al campo. Il fuoco si è sviluppato velocemente ed era visibile da grand edistanza. Le prime notizie parlano di un incendio spaventoso. Sul posto si sono recate subito 5 autopompe dei pompieri.
Il fuoco ha raggiunto le bombole del gas e le esplosioni si sono sentite in tutta la zona.
Al momento non ho altre notizie.

Leggo ora sul Corriere della Sera
08 mar 21:40
Milano: incendio in campo nomadi, nessun ferito

MILANO - Nessun ferito, ma almeno 400 persone in cerca di un riparo per la notte. E' il bilancio del violento incendio divampato intorno alle 20 nel campo nomadi di via Triboniano, alla periferia ovest di Milano. Il fuoco ha distrutto l'intero campo abusivo, occupato da circa 350 persone di etnia rom, e parte di quello regolare che gli e' vicino. Le roulotte coinvolte nel rogo sono una sessantina. Dieci equipaggi dei vigili del fuoco stanno tentando di circoscrivere le fiamme ed entrare nell'accampamento. (Agr)

ore 22.30 da Radio Popolare in diretta un inviato:
Il peggio ora sembra passato. Le fiamme erano alte 4/5 metri. Ci sono circa 400 Rom per strada.
100 saranno ospitati al dormitorio di viale Ortles (la precedenza verrà data a donne e bambini), per gli altri ancora non si sa. Per loro si aspettano i tecnici della Protezione Civile.
Non si conoscono le cause dell'incendio. Si parla di un incidente domestico, dovuto a un mozzicone o un fornelletto; la polizia dice che invece potrebbe essere partito da un traliccio dell'energia elettrica.
Secondo il racconto dei Rom, sul luogo dell'incendio sarebbero arrivate prima le ambulanze e solo in seguito i Vigili del Fuoco, che hanno dovuto operare in una situazione di estremo pericolo, per la presenza di bombole del gas a rischio esplosione.

ore 22.35 Basilicatanet:
(ANSA) - MILANO, 8 MAR - Un violento incendio si e' sviluppato nel campo nomadi di via Triboniano, in prossimita' del cimitero Maggiore di Milano. E' andato distrutto un campo abusivo occupato, si stima, da 350 rom, e parte di quello regolare che gli e' vicino. Oltre duecento persone hanno perso ogni cosa. Le roulotte coinvolte sono una sessantina. Allertata la protezione civile per ospitare nella notte circa 400 persone. Drammatici i racconti: 'E' stato l'inferno. Abbiamo visto fiamme alte 12 metri'. LEM (Riproduzione Riservata)

Il giorno dopo: lo scaricabarile (da adnkronos)
Milano, 9 mar. - (Adnkronos) - Si sono concluse intorno alle 3 della notte scorsa le operazioni di spegnimento da parte dei Vigili del fuoco dell'incendio divampato nel campo nomadi di via Barzaghi a...
MILANO: MIRABELLI (DS), LETIZIA MORATTI FA PROPAGANDA SUI CAMPI NOMADI
MILANO: ORSATTI (LEGA), FERRANTE NON HA VIGILATO SU CAMPO NOMADI
MILANO: MAJORINO (DS), SPETTA AL COMUNE GESTIRE PRESENZA NOMADI
MILANO: CECCHETTI (LEGA), SMANTELLARE I CAMPI NOMADI
MILANO: DE ALBERTIS (AN), SGOMBERARE IMMEDIATAMENTE I NOMADI
 
Di Daniele (del 07/03/2006 @ 10:13:37, in Kumpanija, visitato 1770 volte)

27 febbraio 2006 - Ivana Stevanovic su Roma_ex_Yugoslavia

La prima linea telefonica SOS per le donne rom vittime di violenza in Serbia è stata aperta a Niš. Il telefono SOS è rivolto alle donne e bambini dalle altre comunità etniche, mentre i volontari possono comunicare in lingua romanì e serba.

"La linea SOS è riservata principalmente alle donne rom, le quali raramente usano le esistenti linee SOS, sebbene siano spesso vittime di violenza in famiglia", dice Ana Sacirovic, coordinatrice della linea SOS.

Secondo la Sacirovic, le donne rom raramente cercano assistenza quando sono soggette a violenza, per via della loro educazione tradizionale.

"Tenendo presente che ho fatto volontariato abbastanza spesso, sono consapevole che solo una parte delle donne rom usano qualche volta la linea SOS, nonostante il fatto che noi tutti sappiamo che c'è violenza anche nelle famiglie rom. Questo è un modo per iniziare le donne rom ai loro diritti e il modo in cui potrebbero realizzare e proteggere i loro diritti", ha detto.

Il telefono SOS lavora con l'Associazione Donne Rom "Osvit" (Alba), ed è stata fondata in collaborazione con i volontari della linea SOS per le donne e i bambini che funziona a Niš da anni.

I volontari del telefono SOS sono disponibili tutti i giorni dalle 10 alle 12, e dalle 17 alle 19. il numero è +381 (0) 18/515-318.

 
Di Fabrizio (del 05/03/2006 @ 15:08:51, in Kumpanija, visitato 1721 volte)

Raccolto da Toon Machiels (BE) su Roma_Literature

His i molo, na 's i mol'.

C'era una volta in un paese non lontano da qui, un vecchio saggio Rom che viveva sulla riva di un grande lago. Questo vecchio saggio non aveva figli e viveva rivendendo l'acqua del lago: alcuni dovevano pagare e altri no. Gli abitanti del villaggio pensavano che l'acqua avesse poteri speciali, altrimenti il Rom non l'avrebbe venduta.

Un giorno arrivò sul lago una giovane Romnì. Era da sola e non voleva comperare l'acqua, ma chiese al vecchio se la voleva prendere come figlia. Il Rom acconsentì immediatamente, ma le disse anche: “Certamente, ma dovrai rispettare tre condizioni: dovrai vivere in casa mia, dovrai vendere l'acqua e non dovrai mai entrare in cucina.”

Erano condizioni accettabili (soprattutto quella della cucina, pensò la giovane). Così iniziò il suo nuovo lavoro. Rispettò coscienziosamente le condizioni. Vendeva le bottiglie e l vecchio saggio ogni giorno le chiedeva se aveva udito qualche novità dai clienti di passaggio. Siccome il vecchio chiedeva sempre notizie, la Romnì prese a dare molta attenzione a ogni nuovo arrivo. Passava le notizie al vecchio, che era molto contempo, e così di ritorno anche lei. In quelle occasioni, lui le dava istruzioni su chi doveva pagare e chi no.

Passarono i giorni, le settimane, i mesi. La giovane diventava sempre più impaziente: cosa doveva imparare ancora? Era passato un anno e così la Romnì chiese al vecchio quando sarebbe stata pronta per conoscere bene quel lavoro. Stupito, il Rom la guardò e disse che lei conosceva già quasi tutto. Ma la donna non era convinta e voleva spiegazioni. L'uomo rise, capendo che era giunto il momento di chiarire il suo mestiere visto che la donna aveva sempre rispettato il patto iniziale.

Ti starai chiedendo perché qualcuno deve pagare e altri invece hanno le bottiglie gratis, non è così?”

Naturalmente” rispose la Romnì, “ma non solo. Voglio sapere cosa fai nella cucina. Perché è lì che aggiungi le polverine magiche.”

Il Rom rise di nuovo. “Quando i giovani devono indovinare, i vecchi scherzano” disse misteriosamente. “Però ora tu conosci tutti i clienti, le loro famiglie, quando sono contenti, quando si lamentano e quando hanno paura. Ora, se viene qualcuno che è malato, io gli darò gratis una bottiglia. Ma loro hanno l'abitudine di andare dal dottore del villaggio, che li curerà. Ma se vengono qui a mostrare i loro dispiaceri, allora io vendo loro una bottiglia e il loro male svanisce, perché credono in me.”

Poi la portò in cucina, dove non c'era proprio niente di speciale o di magico. “Qui faccio bollire l'acqua per un'ora. Non voglio che i miei clienti si ammalino!” La giovane capì come il vecchio Rom aveva guadagnato il rispetto di tutto il villaggio e ascoltò con ancora più attenzione i clienti. Ben presto fu a conoscenza di molti più segreti di quanti ne conoscessero le altre donne del villaggio.

Col tempo ebbe sempre meno bisogno dei consigli dell'anziano e divenne una Romnì rispettata da tutti.

 
Di Sucar Drom (del 25/02/2006 @ 14:25:42, in Kumpanija, visitato 2175 volte)
Siamo felici di annunciarvi che il 5 febbraio 2006 a Bolzano è nata l'Associazione Nevo Drom.

Nevo Drom nelle lingue sinte significa Nuova Strada.

Da alcuni mesi in tutta l'Italia è un fiorire di nuove iniziative che portino al riconoscimento delle Minoranze Etniche Linguistiche Nazionali dei Sinti e dei Rom.

L'Associazione Nevo Drom è la prima organizzazione in Italia che ha nel proprio Statuto la finalità del riconoscimento ai Sinti e ai Rom dello status di Minoranze Etniche Linguistiche Nazionali.

L'Associazione Nevo Drom si impegnerà nell'organizzare attività per il riconoscimento delle società, delle culture e delle tradizioni delle popolazioni sinte e rom.

L'Associazione Nevo Drom è formata da Sinti, da Associazioni e da appartenenti alla cultura maggioritaria, in senso numerico. L'Associazione Sucar Drom è tra i Soci fondatori di Nevo Drom.

Il Consiglio Direttivo è formato da
Radames Gabrielli, Presidente
Armando Gabrielli, Vice Presidente
Pasquale Agostino, Segretario
Franco Pallabazzer, Tesoriere

Il Consiglio Direttivo nella sua prima seduta ha nominato Stefano Mascheroni, Direttore dell'Associazione.

Per informazioni e adesioni
Radames Gabrielli 392 1651149

2453917

In foto una delle prime esperienze di scolarizzazione di bambini sinti, Bolzano 1962, che avrebbe portato alla costituzione delle scuole Lacio Drom su tutto il territorio nazionale.
 
Di Fabrizio (del 17/02/2006 @ 10:18:05, in Kumpanija, visitato 1831 volte)
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Un gruppo rappresentativo dei Rom e dei Sinti tedeschi martedì scorso si è espresso contro le dichiarazioni del Presidente dell'Iran Mahmoud Ahmadinejad, che descrivono l'Olocausto nazista come un "mito".
Dei circa 1 milione di Zingari che vivevano in Europa al tempo della II guerra mondiale, gli storici stimano che i nazisti e i loro alleati ne uccisero tra il 25 e il 50%, in aggiunta ai 6 milioni di vittime ebraiche dell'Olocausto.
Romani Rose, a capo del Concilio Centrale dei Rom e dei Sinti Tedeschi, ha inviato una lettera all'ambasciatore iraniano, dove scrive "il governo di Teheran deve rispettare questi ftti storici se vuole essere parte della comunità internazionale"
Rose ha poi espresso solidarietà alla comunità ebraica ed israelita in Germania, e in altro punto della lettera all'ambasciatore eyed Shamseddin Kharegani condanna il presidente iraniano per "continuata propaganda di odio".
La lettera del Consiglio Centrale dei Rom e dei Sinti Tedeschi non intende rivolgersi al solo Ahmadinejad, ma anche contro le "la tolleranza dimostrata dal governo iraniano tramite bandiere e cartelli che diceno che -l'Olocausto è una menzogna-"


 
Di Sucar Drom (del 15/02/2006 @ 10:48:04, in Kumpanija, visitato 1661 volte)
Si ringrazia Sucardrom per il racconto e anche la foto...

Ieri si provava a ragionare sulla differenza tra parlare di Rom e parlare coi Rom. Mengro poi nella sua lettera ricordava le vittime dei pogrom del passato. Questo è l'altro aspetto del conoscersi: ragionare da pari a pari e scoprire le zone d'ombra che la storia ha creato nella memoria dei popoli. La tradizione ebraica, ad esempio, è ricchissima di racconti in questo senso.
Ecco la testimonianza trovata da Sucardrom:

C’era una volta un dannatissimo re, che voleva far scomparire tutti i Rom del mondo. Perchè? Perchè avevano un’aria diversa dalla sua e da quella dei suoi parenti, perchè parlavano in modo che lui non capiva e questo lo faceva arrabbiare.
Tuttavia sterminare degli innocenti...
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