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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 02/03/2010 @ 09:47:47, in Italia, visitato 1712 volte)

Segnalazione di Maria Grazia Dicati

19.02.2010 E' sulla Gazzetta Ufficiale il progetto realizzato dal Dipartimento per le libertà civili e immigrazione per favorire il processo di integrazione della comunità rom

Accrescere le competenze degli assistenti sociali e funzionari di prefetture ed enti locali che si occupano di problematiche sociali sulla comprensione del fenomeno dei Rom, sulla loro storia e cultura ma anche su quegli aspetti collegati quali assistenza socio-sanitaria, sicurezza, scolarità dei minori, legalità.

Sono alcuni degli obiettivi del progetto del Dipartimento libertà civili e immigrazione-Direzione centrale per i diritti civili, la cittadinanza e le minoranze-Area Minoranze storiche e nuove minoranze rivolto alle 4 Regioni dell'Obiettivo Convergenza (Campania, Calabria, Puglia, Sicilia) e, al cui interno, sono state individuate, sulla base dei monitoraggi effettuati 14 province: Napoli, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria, Bari, Lecce, Foggia, Agrigento, Catania, Palermo, Siracusa e Messina.

Il progetto, il cui costo è di 936.720,00 euro, prevede la realizzazione di corsi di formazione rivolti a funzionari di Prefettura, con la collaborazione degli assistenti sociali del ministero dell'Interno, degli enti locali, nonché rappresentanti dell’associazionismo e mediatori culturali rom. Si intende in questo modo promuovere lo sviluppo di relazioni tra istituzioni, in particolare prefetture, enti locali e realtà dell’associazionismo, favorendo anche l’acquisizione di 'buone prassi', che possano sostenere il processo di integrazione della comunità rom.

Il bando è pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale - 5ª Serie Speciale - Contratti Pubblici n. 20 del 19 febbraio 2010.

 
Di Fabrizio (del 05/03/2010 @ 09:00:06, in Italia, visitato 1567 volte)

Casa Internazionale delle Donne
Coordinamento donne contro il razzismo

Domenica 7 marzo 2010 Piazza Campo de’ Fiori - dalle ore 11 al tramonto

Primavera antirazzista
VOCI DI DONNE MIGRANTI E CITTADINE

Mostre e libri, stand informativi, spettacoli di cinema, teatro, musica
Saranno presenti le produttrici agricole del Progetto Rea Silvia della Regione Lazio

Programma
Presentazione dell’iniziativa da parte del Coordinamento
Intervento dell’associazione Insieme Zajedno
Intervento di lavoratrici e lavoratori di Rosarno, Ass. Da sud
Campagna per il Nobel alle donne africane
Balli popolari in piazza, a cura dell’ass. Cemea
Pranzo preparato dalle donne della scuola Carlo Pisacane e dell’ass. Asinitas
Campagna Nastri Verdi di sostegno alle lotte delle donne iraniane
Intervento dell’ass. Be Free sul CIE di Ponte Galeria
"RetroviaNapoli"
Canzoni ispirate da donne, Stefania Tarantino (voce), Letizia Pelosi (chitarra)
I bambini di Capoverde : campagna per la ricostruzione della scuola
Intervento ass. Asinitas , proiezione di video
Letture teatrali da Quelle voci dal vuoto ( ed.Jacobelli)
proiezione del video: The Chain of Love (Mamme a catena)
Voci di donne dalla Bolivia
Interventi musicali

Aderiscono le associazioni del Coordinamento Donne contro il razzismo: Assolei, Candelaria, Donne a colori , Donne capoverdiane in Italia, Donne per la pace, Dhuumcatu, Imed, Insieme Zajedno, Le Nove, Madri per Roma città aperta, Monteverde antirazzista, No.Di: I nostri diritti, Spirit Romanesc, Quinoa, Trama di terre. Ed inoltre: Arci, Asinitas, Be free, CGIL di Roma e del Lazio, Coordinamento Donne della CGIL di Roma e del Lazio, Da Sud, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Lunaria, Filipino Women’s Council
Saranno distribuiti materiali di documentazione dei Dossier Immigrazione, Caritas/Migrantes

Con il patrocinio della Presidenza della Provincia di Roma

Nessun essere umano è illegale

Dichiariamo la nostra intolleranza al razzismo,la nostra volontà di abbattere muri e frontiere per affermare una cittadinanza globale.
Le politiche razziste sono sempre più pratiche per governare la crisi economica.
In assenza di politiche anticrisi l'unica risposta è la riduzione di libertà e diritti.
Come fermare altrimenti le resistenze se non ingabbiando la società, producendo separazione e odio razziale? Misure che colpiscono in particolare i/le migranti ma riguardano tutti e puntano a dividere e a rompere i rapporti di solidarietà tra le persone, alimentando la paura e rendendo tutti più ricattabili.

Le politiche razziste contro l’immigrazione alimentano e si combinano con nuove forme di razzismo popolare , fondate su stereotipi e pregiudizi contro “lo straniero e il diverso”.
Il risultato è una democrazia dimezzata, perché ogni forma di discriminazione è il contrario della democrazia; vogliono imporci una cittadinanza e quindi anche una società chiusa e esclusiva, in cui tutte, native e migranti, stentiamo a riconoscerci.

In molte lingue – anche l’italiano - i concetti di "straniero", "strano" ed "estraneo" hanno la stessa radice linguistica. Oggi come ieri "lo straniero - l'estraneo" è chi non rientra in quei parametri di "normalità" che qualcuno ieri come oggi ha stabilito.
Noi ci sentiamo straniere in questo Paese dove siamo nate, perché ci sentiamo estranee a tutto ciò che oggi questo Paese vuol rappresentare.

Dichiariamo ancora che finché ci sarà il sessismo ci sarà anche il razzismo: anzi, è proprio il sessismo che ha aperto la strada al razzismo, rendendolo ovvio, naturale: ambedue sono ideologie discriminatorie costruite sul corpo che esprimono il sistema di potere che governa le relazioni tra maschi e femmine, tra bianchi e neri.
L’intreccio tra sessismo e razzismo dimostra come si rafforzino a vicenda utilizzando l’uno gli strumenti dell’altro.

Le donne sono state usate per dichiarare guerra ai migranti e i migranti, a loro volta, sono stati usati per chiarire che le donne italiane appartengono agli uomini italiani. I maschi italiani ne sono usciti senza macchia, sdoganati - al solito - come “brava gente”: il mostro è fuori di noi, il mostro è l’altro.

In questi anni abbiamo lavorato in tante, per aprire il nostro paese al mondo e alle tante diversità. Il nostro stare insieme, ciascuna con la propria soggettività, rielaborando insieme il nostro essere nate in Italia o altrove, le nostre esperienze migratorie o le nostre differenze, è già un condividere, un’alternativa allo svilupparsi di un nuovo razzismo.

E’ ora di alzare le voci di tutte contro le politiche e le retoriche razziste, contro la precarizzazione delle vite.

Coordinamento donne contro il razzismo

 
Di Franco Bonalumi (del 05/03/2010 @ 09:01:27, in Italia, visitato 1571 volte)

Interrogazione a risposta scritta, deputati firmatari: BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI.

Al Ministro dell'interno. - Per sapere - [...]
(testo completo http://nuovo.camera.it/417?idSeduta=291&resoconto=bt13¶m=bt13 a metà pagina circa)
Romeo, un bambino di etnia rom, frequentava fino a qualche giorno fa la prima elementare nel quartiere della Bovisa, Via Guicciardi, in piena periferia milanese, e, nei suoi primi sei anni di vita, ha vissuto varie volte l'esperienza dello sgombero, essendo giunto nella scuola milanese dopo essere stato allontanato dal Rubattino ed aver interrotto la sua frequenza scolastica alle elementari di via Feltre;
pochi giorni fa Romeo, insieme ad un'altra bambina che frequentava la quarta elementare e alle loro famiglie, è stato sgomberato dalle forze di polizia dal capannone in cui viveva;

per qualche notte è stato ospitato in un centro di accoglienza, ma a breve verrà sgomberato anche dal luogo in cui ha trovato riparo;

nel corso degli ultimi mesi la famiglia di Romeo è stata continuamente sgomberata nonostante la sua evidente volontà di iniziare un percorso nuovo di integrazione e inserimento sociale, il che comporta che al loro figlio, Romeo, vengano tuttora negati diritti fondamentali quali la casa e l'istruzione, essendo il suo percorso scolastico e affettivo continuamente interrotto -:

di quali informazioni il Ministro interrogato disponga circa i fatti riferiti in premessa;
quali iniziative urgenti il Ministro interrogato intenda porre in essere per il tramite del commissario per l'«emergenza rom» perché si adempia agli obblighi di solidarietà ed accoglienza, anche in adempimento della citata direttiva contro la discriminazione basata sulla razza e le origini etniche;

quali misure urgenti il Governo voglia approntare al fine di garantire la sicurezza e i diritti delle comunità rom in occasione delle numerose azioni di sgombero portate avanti su tutto il territorio nazionale;
quali interventi di carattere progettuale il Governo intenda porre in essere al fine di dare attuazione alla direttiva europea contro la discriminazione basata sulla razza.
(4-06316)

 
Di Sucar Drom (del 05/03/2010 @ 09:23:11, in Italia, visitato 1465 volte)

Dalla newsletter Articolo 3 - Osservatorio sulle discriminazioni osservatorio.articolo3@gmail.com

Cosa accomuna il respingimento delle quattro famiglie sinte bresciane che hanno acquistato un terreno nel comune di Guidizzolo per andarci a vivere e cominciare ad affrancarsi dal ghetto dei cosiddetti campi nomadi e il regolamento approvato dall’amministrazione di Goito, che respinge dall’asilo comunale (e quindi pubblico) i bambini provenienti da famiglie che non abbracciano “una visione cristiana della vita”?
Al fondo delle due operazioni c’è l’idea che serve innalzare muri non valicabili per ‘difendersi’ da chi non appartiene alla ‘comunità’ dei nativi maggioritari: qui non c’è posto per te se sei diverso da noi. E la parola ‘diverso’, resa dall’abuso povera di senso, prende, nell’area compresa tra Guidizzolo, Mariana Mantovana e Goito significati che riguardano molti di noi: non entri se sei sinto o rom, se sei ateo, ebreo, musulmano, buddista, induista, divorziato, separato, omoaffettivo, o anche solo cocciutamente laico. Che tu sia maschio o femmina, in età adulta o in età bambina. Noi ‘minoritari’ possiamo essere tutti respinti. A riprova del fatto che quando in una società si apre una lacerazione nel tessuto democratico e passa una discriminazione, prima o poi, tutti siamo esposti al rischio di essere discriminati.
Alcune amministrazioni sembrano voler aprire conflitti, sollecitare paure, costruire estraneità. Dovremmo indignarci ancora di più pensando che a fare le spese di queste operazioni di ‘pulizia’ sono soprattutto i bambini e le bambine.

All’assemblea promossa dal gruppo dei consiglieri dell’opposizione del Comune di Goito martedì sera il pubblico era folto e attento. Tante le voci preoccupate: anni fa era impensabile che gli abitanti del paese potessero dividersi sulla difesa di un principio costituzionale. La sensazione diffusa era quella di un degrado dell’ossatura democratica. C’erano un folto gruppo cittadini goitesi provenienti da altri Paesi; quelli più direttamente interessati alle esclusioni e ai respingimenti. Hanno ascoltato zitti. E se ne sono andati. Era presente anche un gruppo di cittadini e cittadine castiglionesi di origine magrebina; sono intervenuti, hanno catturato l’attenzione, risvegliato la voglia di partecipazione, forti di un’esperienza di impegno civile contro le discriminazioni che da anni si alimenta del lavoro comune tra chi è nato in Italia e chi in Italia ora vive. La svolta, per una ripresa della vitalità civile del Paese in cui viviamo, sta proprio nella costruzione di presidi in cui cittadinanze vecchie e nuove, generazioni, culture e religioni mescolino le loro lingue. La giovanissima Chaimaa, diciassettenne proveniente dal Marocco, velata per sua scelta, alla fine dell’assemblea si è fermata con noi dell’Osservatorio: insieme a un gruppo di compagni di scuola vuole promuovere iniziative per la difesa della laicità della scuola e la difesa della Costituzione italiana. C’è ancora speranza.

Maria Bacchi


All’assemblea pubblica tenuta a Goito per discutere con la cittadinanza del Regolamento dell’Asilo comunale voluto dall’Amministrazione non ha potuto essere presente il Presidente di Articolo 3, Fabio Norsa, che ha inviato una comunicazione:

L’intervista che ho rilasciato alla Gazzetta ed il successivo comunicato congiunto dell’U.C.E.I., Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, e della Comunità di Mantova alla stampa nazionale e locale, credo non possano dare adito a dubbi sulle nostre ferme posizioni, asettiche da dietrologie religiose e contrasti di altra natura, riferendosi solo all’inosservanza ed alla violazione dei fondamentali diritti umani, civili, sociali e di laicità dello Stato garantiti a tutti i cittadini dalla nostra Costituzione.
Il mio intervento è circoscritto alla sola difesa e tutela di tali diritti, proponendomi nel doppio ruolo di rappresentante di Articolo3, Osservatorio sulle discriminazioni, ed, a titolo personale, di uomo, nel senso più completo e profondo del termine, che non può astenersi ed esimersi da una concreta quanto instancabile opposizione ad ogni atto discriminatorio compiuto verso qualsiasi altro uomo.
Articolo3, a conferma di quanto dichiarato dalla vice-presidente, Maria Bacchi, monitorerà con la massima attenzione gli sviluppi della vicenda “Asilo di Goito”, ma non solo quella, e parteciperà ad ogni iniziativa volta alla corretta applicazione dei valori costituzionali troppo spesso disinvoltamente e proditoriamente stravolti.
La mia formazione culturale, schematica e pragmatica, che privilegia il bianco ed il nero alle tante gradazioni intermedie dei grigi, mi impedisce di considerare la buona fede delle argomentazioni e delle complicate filosofie apparse sulla stampa tendenti a far considerare come corretta l’applicazione distorta degli articoli della Costituzione afferenti al caso “Asilo”, in quando basta semplicemente consultarli per appurare all’istante che sanciscono l’esatto contrario.
Esprimo infine la personale convinzione che la pervicacia delle Istituzioni deliberanti nel sostenere una forzatura del tutto inopportuna, pur a fronte di una vibrata contestazione, non solo popolare e non solo locale, non possa essere attribuibile alla cecità degli Amministratori, ai quali basterebbe recepire il dissenso, analizzarlo e correggere l’evidente errore ritirando il regolamento adottato, ma sia una corrente di pensiero che, francamente, credo minacci il sistema democratico.

Fabio Norsa

 
Di Fabrizio (del 06/03/2010 @ 18:37:31, in Italia, visitato 2046 volte)

Lunedì 8 marzo alla questura di via Montebello 26 (MILANO) alle ore 11, le autorità consegneranno al maestro Jovica Jovic , la revoca dell'espulsione dall'Italia ed il permesso di soggiorno.

Questo è un riconoscimento ad un artista che fa onore non solo al popolo Rom ed alla sua cultura, ma anche alla nazione che lo ospita.

Ringraziamo tutti gli artisti, le associazioni e le singole persone che hanno contribuito al raggiungimento di questo risultato e ci auguriamo che questa buona notizia possa contribuire al miglioramento della condizione di tante persone i cui meriti spesso non sono riconosciuti. In particolare il nostro augurio è rivolto al popolo Rom.

“ Seminateci bene e daremo i nostri frutti” - Jovica Jovic

Associazione culturale "Terra del fuoco"

L'appuntamento su Facebook

IMPORTANTE NOVITA': [...], il Maestro J. Jovic dopo aver ricevuto il permesso di soggiorno in questura verrà ricevuto dal Ministro dell'interno Maroni: alle ore 12 in Prefettura (corso Monforte 31), il ministro incontrerà J.J. e in questa occasione il maestro consegnerà in dono al ministro un arazzo creato dalla sartoria delle donne del campo nomadi di v. Sesia a Rho dove lui risiede e che è attualmente sotto sfratto.


+ bicchierata-rinfresco in terra del fuoco h.13.30 via morigi 8 milano

www.jovicajovic.blogspot.com

se fossimo ventenni, col petto pieni d'ideali...per esempio mantenuti , avremmo una sola certezza: NON SCENDERE A COMPROMESSI CON NESSUNO.

"noi non sappiamo perché il ministro degli interni abbia deciso di concedere il permesso di soggiorno a Jovica" dice terra del fuoco

Fa bene la Terra del Fuoco associazione per la diffusione delle arti manuali a ribadire di non essere un partito politico, e di essersi preso cura, insieme ai suoi amici del maestro Jovica soprattutto perché incarna pienamente l'arte del fare in tutti i suoi aspetti, insieme alla sua gente, dalla musica, alla lavorazione, del legno dei metalli , all'antica arte culinaria insieme a quella circense e oggi dell'arte del riciclo come pochi sanno fare.

Fa bene a ribadire che gli sta a cuore anche il destino che accomuna il popolo rom a quello italiano , da sempre migrante come loro , e come loro bistrattato e denigrato sin dai primi anni delle emigrazioni verso il nord europa e verso le terre d'america, dove i giornali dell'epoca testimoniano come gli americani descrivevano gli italiani, e poco si distanziassero dalle descrizioni che potrebbe fare un giornale medio italiano che ha dimenticato le proprie non lontane origini.

Terra del Fuoco fa anche molto bene a ribadire , anche il proprio stupore di quello che accadrà lunedì, il ministro degli interni Maroni, colui che ha scritto e approvato leggi che azzerano la vita intera di persone, famiglie e bimbi che vanno a scuola, additando un nemico: lo straniero, accoglierà il nostro amico, e gli darà il permesso di soggiorno.

Fa bene Terra del Fuoco anche a sottolineare di quanto, al di là del proprio personale pensiero sulle politiche del ministero degli interni, che lunedì verrà celebrato il maestro jovica, come esempio positivo della cultura rom.
Questo è un fatto.
Questo è un fatto importante, perché anche le persone a casa, nei loro tinelli, convinti delle loro certezze potranno forse per la prima volta leggere sui giornali che il ministro Maroni si è accorto , che un rom è onorevole di permesso di soggiorno, per essere vissuto secondo la propria cultura diffondendola attraverso la musica e connettendosi a sua volta con altri musicisti e contribuendo ancora a diffondere l'uso e l'apprendimento della fisarmonica attraverso i corsi da lui tenuti.

Quindi noi amici di Jovica e del popolo rom non possiamo fare altro che felicitarci, di vedere un piccolo pezzetto di una grande lunga strada, ancora da compiere, perché sia possibile invertire la rotta dei media che normalmente diffondono solo pessimi esempi degli stranieri che attraversano o che vivono in italia, abbiamo molto lavoro da fare , dobbiamo operare culturalmente, coscienti dello stato d'urgenza, ma coscienti che le battaglie urlate, oggi servono sempre meno,
Servono operatori e operazioni culturali che avvicinino le culture diverse e che facciano inesorabilmente emergere quanto di positivo vi sia nell'incontro fra le diversità.
Non serve storcere il naso per un battesimo cattolico, anziché intravederne una festa e un incontro fra diverse culture, o per un ministro che è ciò che è, serve agire, in tanti , e in modo costruttivo, dobbiamo essere gli anticorpi , come diceva Moni Ovadia al battesimo di Sanela, dobbiamo essere un virus che attraverso tutti i mezzi possibili a disposizione possa essere una rete in espansione di iniziative , del fare, nel fare cultura.


Inoltre: Revocato il decreto di espulsione di Jovica. Il campo di via Sesia non va smantellato

 
Di Sucar Drom (del 07/03/2010 @ 08:55:42, in Italia, visitato 1807 volte)

Care amiche e cari amici, con immensa gioia ho accolto l’invito della lista “per la sinistra unita” a candidarmi per il Consiglio comunale a Mantova per un secondo mandato, dopo l’esperienza di cinque anni. Nel 2005 è stata la prima volta a Mantova e in tutta l’Italia che un sinto, “uno zingaro” come mi chiamano in modo dispregiativo, ha partecipato a pieno titolo alla competizione elettorale per portare il proprio contributo alla crescita democratica della nostra Città e non solo.

Grazie al mio esempio tanti altri Sinti e Rom hanno capito l’importanza di partecipare alla vita politica del Paese e uscire dalla logica associativa per esprimere direttamente i propri valori a favore di tutti, non solo dei Sinti e dei Rom. La gioia che ho provato quando sono stato eletto è stata immensa e devo ringraziare le tante persone che hanno creduto insieme a me a questo sogno: un Sinto in Consiglio Comunale.

Oggi sono qui per fare un’esperienza diversa da quella degli ultimi cinque anni. Infatti, per cinque anni Rifondazione comunista è rimasta all’opposizione. L'esperienza passata è stata in molti momenti frustrante. In questi cinque anni ho visto da vicino il lavoro svolto dal Sindaco Fiorenza Brioni ma sopratutto ho visto le difficoltà che ha dovuto superare per un'opposizione interna che di fatto ha bloccato la Città.

In questi anni ho lavorato per far crescere l'intesa tra tutta la sinistra e il Partito Democratico a Mantova, perchè credo che viviamo momenti molto difficili e mi sembra insensato farci continuamente la guerra. Dobbiamo unirci per costruire e non certo dividerci per distruggere.

Mantova è una Città bellissima e deve offrire un contributo forte, almeno in Lombardia, per dire che un modello diverso da quello imperante è possibile. Io ci credo e con me tantissima altri mantovani.
Ho visto tutte le liste elettorali che sostengono Fiorenza Brioni e ho notato un cambiamento: gente nuova e giovane con idee nuove che possono costruire con Fiorenza e non ostacolarla.
Finalmente siamo riusciti a coinvolgere quasi tutto il centro-sinistra in un progetto unitario che mancava da molti anni a Mantova. Un progetto dove tutti siamo consapevoli del lavoro che si dovrà fare per far ripartire la nostra Città, a partire dai problemi posti dalla crisi economica. Tantissimi mantovani (commercianti, artigiani e lavoratori dipendenti nel privato) stanno vivendo un momento drammatico e la politica deve offrire risposte concrete per risolvere i tanti problemi. A partire da un solido sostegno economico per chi perde il lavoro o vede la sua attività in forte crisi. Non dobbiamo far mancare loro il supporto serio e concreto della Città.

Yuri Del Bar
Candidato nelle liste “per la sinistra unita” alle elezioni comunali

comitato elettorale "un sinto in consiglio comunale", 4 marzo 2010

 
Di Fabrizio (del 08/03/2010 @ 09:35:16, in Italia, visitato 1619 volte)

Ricevo da Marco Brazzoduro

AMNESTY INTERNATIONAL PRESENTA LE SUE CONCLUSIONI SULLA DISCRIMINAZIONE NEI CONFRONTI DEI ROM A ROMA

Il cosiddetto “Piano nomadi”, che prevede lo sgombero forzato di migliaia di rom di Roma, causa violazioni dei diritti umani e viola gli obblighi internazionali dell’Italia in materia di discriminazione.

Amnesty International è lieta di invitarLa alla conferenza stampa di presentazione del nuovo documento intitolato “La risposta sbagliata. Il ‘Piano nomadi’ viola il diritto all’alloggio dei rom a Roma

giovedì 11 marzo ore 11.00
a Roma, presso la Sala Deluxe della Casa del Cinema (largo Marcello Mastroianni 1)

I rappresentanti di Amnesty International riferiranno inoltre sull’esito degli incontri con le autorità italiane direttamente responsabili della situazione in cui si trovano i rom.

Interverranno:
John Dalhuisen, esperto sulla discriminazione, Programma Europa e Asia Centrale del Segretariato Internazionale di Amnesty International

Ignacio Jovtis, esperto sull’Italia, Programma Europa e Asia Centrale del Segretariato Internazionale di Amnesty International

Christine Weise, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International.

Saranno inoltre presenti rappresentanti di alcune famiglie rom le cui storie sono descritte nel documento ed esponenti delle Organizzazioni non governative che lavorano insieme alle comunità rom.

Saranno disponibili fotografie e filmati.

Per ulteriori informazioni e per organizzare interviste, si prega di contattare:

a Roma: Paola Nigrelli, Addetta stampa, 06 4490224, 348 6974361, press@amnesty.it 
a Londra: Lydia Aroyo, Addetta stampa, +44 (0)20 7413 5599 o +44 (0) 7771 796350, laroyo@amnesty.org

L'appuntamento su Facebook

 
Di Fabrizio (del 09/03/2010 @ 09:17:11, in Italia, visitato 1781 volte)

Gruppo di confronto e ricerca sulle politiche locali per i gruppi zigani in Europa

Giovedì 18 marzo 2010, ore 15.30
TRA INCLUSIONE ED ESCLUSIONE
Una storia sociale dell’educazione dei rom e dei sinti in Italia

Luca Bravi (Università degli Studi di Firenze, autore di Tra inclusione ed esclusione, Edizioni Unicopli 2009)

Discutono:
Dimitrios Argiropoulos (Università di Bologna)
Gino Candreva (Redazione di “Zapruder”)
Raffaele Mantegazza (Università di Milano-Bicocca)
Tommaso Vitale (Università di Milano-Bicocca)

PER APPROFONDIMENTI SUL CONTENUTO DEL SEMINARIO: laura.boschetti@yahoo.it 

Università di Milano Bicocca,Via Bicocca degli Arcimboldi 8, edificio U7, III piano, Aula Pagani

Il seminario è aperto a studenti, dottorandi, ricercatori, docenti, attivisti, cittadini, tutti. In collaborazione con Partecipazione e conflitto. Rivista di studi sociali e politici:

http://www.francoangeli.it/Riviste/sommario.asp?IDRivista=152

L'appuntamento su Facebook

 
Di Fabrizio (del 09/03/2010 @ 09:36:23, in Italia, visitato 1451 volte)

Segnalazione di Maria Grazia Dicati

Idea Rom, associazione di promozione sociale costituita alla fine del 2009 da donne Rom delle diverse comunità presenti a Torino, è stata premiata oggi dal presidente Giorgio Napolitano in occasione della festa della donna. Idea Rom vuole favorire l'integrazione e la partecipazione dei Rom (e dei Sinti, dei Kalé, dei gruppi e delle comunità viaggianti) nella società italiana ed europea. Tra i suoi obiettivi vi è quello di ottenere il riconoscimento dei Rom come minoranza etnica e linguistica, con pieni diritti di cittadinanza e di contrastare i pregiudizi e le forme di discriminazione; inoltre vuole promuovere la mediazione interculturale e la convivenza civile, favorendo la conoscenza, il dialogo e l’incontro tra culture diverse.

Idea Rom, essendo nata solo da pochi mesi, è ancora sostanzialmente un laboratorio di idee, ma ha già realizzato diverse iniziative, come il progetto sperimentale “Piccoli Rom vanno a scuola” per la formazione degli insegnanti e la mediazione culturale all’interno della scuola I.C. “Leonardo da Vinci” di Torino (con il contributo del comune di Torino). Ha pubblicato un dossier in occasione della Giornata della Memoria (gennaio 2010). Ha promosso le attività dell’associazione presso istituzioni, organizzazioni del privato sociale e organi d’informazione.

“Ci siamo unite per dire che non siamo tutte criminali”, spiega Vesna Vulatic, mediatrice culturale Rom fin dai primi anni Novanta che, con altre dieci giovani donne, ha dato vita a Idea Rom. Le iscritte abitano nei campi nomadi o nelle case popolari dei quartieri torinesi della Falchera o delle Vallette. Alcune lavorano o sono in cerca di lavoro, altre studiano, come Ivana, 19 anni: “Voglio iscrivermi a Scienze dell’Educazione per lavorare con i bambini Rom. Io non ho mai nascosto le mie origini, fin dalle elementari quando, studiando storia si parlava del popolo Rom. Di solito, attraverso la conoscenza personale, il pregiudizio scompare. Ma i miei genitori, al lavoro, non lo hanno mai detto. Mio padre ha scritto un libro di poesie e uno sulla cultura Rom per bambini, eppure deve nascondersi, non può permettersi di perdere quel posto”.

“La nostra gente non osa parlare della sua origine, soprattutto nei posti di lavoro dove magari è occupata da anni e apprezzata – continua Vesna – . I rom sono sempre stati dipinti come sporchi, bugiardi e ladri, così succede che persino a scuola i bambini e le loro mamme non dicano qual è la loro realtà. Spesso non precisiamo la nostra origine. Diciamo “slave”, ma anche slavo non piace… Le mie figlie non conoscono il serbo, con i nonni non si capiscono. Dopo tanti anni continuiamo a rinnovare il permesso di soggiorno, ma loro sono nate qui. Un giorno saranno cittadine italiane. Spero che quel giorno non siano più considerate straniere”.

 
Di Fabrizio (del 10/03/2010 @ 09:01:14, in Italia, visitato 1665 volte)

19 marzo 2010 dalle 15.00 alle 18.00
Sala Polivalente Regione Emilia Romagna viale Aldo Moro 50, Bologna
I Rom e l'azione pubblica

introduce
Luca Degiorgis segretario AIMMF Emilia-Romagna

intervengono
Giorgio Bezzecchi esperto di processi di mediazione culturale
Maurizio Pagani presidente Opera Nomadi Milano

conclude
Andrea Pinna giurista per i minori, CISMAI Emilia-Romagna

sono stati richiesti i crediti formativi per avvocati, psicologi e assistenti sociali

 

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