Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 23/11/2011 @ 09:40:51, in casa, visitato 1608 volte)

Segnalazione di Roberta Sasso

TuttoGreen di ELLE il 26 SETTEMBRE 2011

Si può costruire una casa con 300 dollari (meno di 212 euro)? Questa è l'idea lanciata un anno fa sul blog della Harvard Business Review da Vijay Govindarajan, docente di Economia, e Christian Sarkar, esperto di marketing.

Alla sfida "$ 300 House Design Challenge" a cui è abbinato un sito, 300house.com, hanno preso parte più di 300 partecipanti tra architetti, designer, studenti e professionisti che hanno inviato sul web i propri progetti.

Questo concorso di idee prevedeva regole precise da rispettare: erano richiesti, infatti, progetti di abitazioni fabbricabili con materiali prodotti in serie, facili da reperire e abbastanza resistenti agli agenti atmosferici. Inoltre nei progetti si richiedeva anche la presenza di servizi di base da adattare alle esigenze di qualsiasi tipo di abitante, singolo o famiglia.

Tra tutti i progetti candidati per ora ne sono stati selezionati solo 6, i migliori secondo la giuria composta dalla web community sorta nell'ambito dell'iniziativa grazie anche al sito creato per lanciare l'iniziativa e all'interesse riscosso su internet, oltre che da un gruppo di professionisti esperti nel settore dell'edilizia sociale.

Il finanziamento di 15.000 dollari complessivi consentirà ai progettisti vincitori di dare vita ai primi prototipi. L'idea di una casa a basso costo è valsa a Govindarajan e Sarkar un posto tra i Thinkers 50, una top list riservata ai 50 migliori pensatori d'affari del mondo.

E noi di TuttoGreen pensiamo che sia la migliore idea low-cost per ridurre l'impatto delle costruzioni sull'ambiente!

Pensate infatti quante case si potrebbero fare con un impegno economico così basso senza andare ad incidere sul trasporto e sulla produzione di materiali costosi destinati alla costruzione con metodi tradizionali.

Per non parlare dell'aspetto sociale della faccenda. Finalmente tutti o quasi potrebbero aspirare ad un'abitazione "decente" così come le condizioni di vita negli slums delle gigantesche metropoli del terzo mondo.

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Di Sucar Drom (del 24/11/2011 @ 09:04:03, in blog, visitato 1475 volte)

Gioia Tauro (RC), Marino: "La dislocazione delle famiglie rom decisa dal Comune è una vera svolta nella politica sociale della città"
La decisione assunta dal Consiglio comunale di Gioia Tauro il 30 settembre 2011 di dislocare gradualmente le famiglie rom italiane sul territorio per eliminare lo stato di emarginazione e favorire l'inclusione sociale di questi cittadini è una scelta importante che costi...

Torino, odio e ignoranza: come gioire di una tragedia
Nella giornata di ieri, a seguito dell'alluvione che ha colpito il torinese e dell'allontanamento dei rom accampati nel campo di Lungo Stura Lazio per motivi di sicurezza, l'onorevole Cavallotto (in foto) della Lega Nord è intervenuto sull'evento dichiarando...

TUTTI UNITI, Rom e Sinti a Roma: l'intervista a Radames Gabrielli
Chiara Ludovisi di Redattore Sociale intervista Radames Gabrielli, Presidente della Federazione Rom e Sinti Insieme, a poche ore dalla manifestazione TUTTI UNITI che si terrà domani 9 novembre a Roma, in piazza Montecitorio, a partire dalle ore 9.00...

TUTTI UNITI, Rom e Sinti: un grande successo!
La manifestazione delle associazioni sinte e rom TUTTI UNITI, promossa dalla Federazione Rom e Sinti Insieme, è stata un grande successo. Un ringraziamento a tutti i sinti, a tutti i rom e a tutti i racli che hanno partecipato. Un ringraziamento a tut...

Milano, alla 54° Biennale di Venezia partecipa Bruno Morelli
Il 27 ottobre scorso si è inaugurata la 54° Biennale di Venezia Sez. Milano c/o Padiglione Italia “Le sale del re” con la partecipazione di 90 artisti di fama internazionale selezionati. Uno degli artisti selezionati è stato Bruno Morelli con l'opera "In-Contro"...

"La persecuzione nazista degli zingari": chi scrive la storia svolge un'azione politica
Una sintesi della posizione di Guenter Lewy, sulla persecuzione nazista subita dai sinti e dai rom, l'ho già espressa nel primo post ma l'analizzerò puntualmente nei prossimi post. Le posizioni di Mantelli e di Luzzato che introducono il lettore al libro di Lewy le analizzo brevemente adesso perchè sono divergenti da quanto affermato da Guenter Lewy...

Milano, firma la petizione per una moratoria degli sgomberi forzati di rom e sinti
Il Naga, associazione Volontaria di Assistenza Socio-Sanitaria e per i Diritti di Cittadini Stranieri, Rom e Sinti, ha lanciato sul web una petizione indirizzata al Sindaco e al Prefetto per bloccare tutti gli sgomberi degli insediam...

Calcinato (BS), omicidio Ionut Yamantida: chi ha armato la mente di Luciano Manca?
Il 26 ottobre scorso a Calcinatello di Calcinato (BS) Luciano Manca, 51enne, si è appostato nei pressi della proprietà privata di una famiglia rom e ha fatto fuoco con un fucile uccidendo Ionut Yamantida, dici...

Consiglio di Stato: non esistevano i presupposti per dichiarare lo stato di emergenza
Nel maggio 2008 l'ex Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, su indicazione dell'ex Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, aveva decretato lo stato di emergenza in tre Regioni italiane (Lombardia, Lazio e Campania) per la p...

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Di Fabrizio (del 24/11/2011 @ 09:46:49, in Italia, visitato 1538 volte)



sarà presente al MEDIMEX di Bari dal 24 al 27 novembre allo stand n° 100

Visitando lo stand sarà possibile conoscere le nostre attività e i nostri artisti.
Sabato 26 novembre nell'ambito di BONUS TRACK - MEDIMEX l'Alexian group di Santino Spinelli sarà in concerto alle h 22 presso la Taverna del Maltese, in via Nicolai, 57 a Bari
Vi aspettiamo numerosi

per contattarci: cell. 340 6278489, email: spithrom@webzone.it

PER SAPERNE DI PIU' SULLA FEDERARTEROM

La FederArteRom riunisce 50 associazioni presenti sul territorio nazionale per organizzare grandi eventi e manifestazioni con la collaborazione di enti pubblici (nazionali, regionali e locali) ed istituzioni internazionali. Inoltre grandi intellettuali ed artisti di fama mondiale hanno aderito e dato il loro sostegno a tale iniziativa, col principale obiettivo di valorizzare l’enorme patrimonio artistico che coinvolge la FederArteRom.

Consideriamo l'Arte uno dei veicoli più efficaci di comunicazione, in quanto ci permette di superare quei pregiudizi rispetto alla situazione sociale, morale, culturale, etica e religiosa che spesso stanno alla base della discriminazione nelle sue diverse sfaccettature. Vogliamo quindi valorizzare la cultura Romanì libera dai tanti stereotipi e barriere in cui è incatenata da troppo tempo, nella forma che forse più la rappresenta: l’incontro tra culture nell’arte!

Le fondamenta della FederArteRom poggiano sul riconoscimento e la promozione della Dichiarazione Universale dei diritti Umani, valori che intende trasmettere con ciascuna azione ed iniziativa.
La federArteRom ha attivato un sito internet visitabile all’indirizzo:
http://www.federarterom.wordpress.com
ed un indirizzo email: federarterom@gmail.com

La FederArteRom si compone del seguente organigramma definitivo e immodificabile fino alle prossime elezioni, salvo per le nuove associazioni i cui legali rappresentanti entreranno nella Consulta Artistica automaticamente:

Consiglio Direttivo:

Dott. Prof. Santino Spinelli "Alexian" - Presidente
Paolo Falessi (Ladri di Carrozzelle) - Vice-presidente
Fabio Ricci (i Jalisse) - Vice-presidente
Miriam Meghnagi - Vice-presidente
Massimo Antonelli (ass. Calamus) - Vice-presidente
Giordano Sangiorgi (MEI) - Vice-presidente

Dott. Luca Marini, Dott.ssa Orietta Cipriani - Segretari
Pierluigi Circeo, Daniela De Rentiis - Tesorieri

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Di Fabrizio (del 25/11/2011 @ 09:01:33, in Regole, visitato 2444 volte)

E' passata un settimana da quando il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittimo il Piano Emergenza Nomadi. Accanto alla giusta soddisfazione di quanti in questi anni l'hanno contrastato perché antidemocratico ed incostituzionale, registro reazioni diverse e contrastanti su quello che potrà succedere da ora in avanti.

VEDIAMO DI CAPIRE COSA POTRA' SUCCEDERE

La destra più becera  (e non è una novità) ha immediatamente coniugato la notizia con un attacco alla sinistra. Se questi sono i loro ragionamenti, non posso che essere felice, perché se leggete la risposta che ho lasciato loro, questi dopo due anni non hanno ancora capito di cosa scrivono, o peggio mentono sapendo di mentire.

Ma...  la sinistra cosa dice? Se scorro quest'articolo del Corriere, al solito dice tutto ed il suo esatto contrario. Leggendo tutto, sono presenti anche le altre reazioni: da quella del duo Salvini-De Corato a quella di segno opposto della Consulta Rom milanese. Ma la parte più interessante è nel titolo: il rischio è che non ci siano più soldi per gli sgomberi! (povero Granelli...) Solo alla fine dell'articolo, il grande giornale nazionale, in un sussulto di obiettività, fa presente che parimenti mancheranno anche i fondi per quei Sinti e Rom che avevano scelto un percorso di superamento del campo. Insomma: la logica desolante è che per l'informazione il Rom è "notiziabile" se sgomberato, ma se volesse autosgomberarsi non lo è più tanto.

E' o non è un'emergenza anche quella?

Il concetto rispunta (apparentemente simile) in un polemico articolo di Tempi (rivista che mi risulta vicina a CL). La tesi è che i fondi stanziati sarebbero serviti ANCHE a migliorare le condizioni di vita di chi abita nei campi nomadi. MI PERMETTO UNA CONSTATAZIONE: nei due anni in cui è rimasto in vigore il Piano Emergenza Nomadi, la situazione è rimasta grossomodo lo stessa. E MI PERMETTO UN DUBBIO (da quel malfidente che sono): non sarà che la vera preoccupazione sia il taglio dei finanziamenti al solito privato sociale, piuttosto che le condizioni di vita dei poveri Rom e Sinti?

Il dubbio mi nasce da un comunicato dell'AIZO, storica associazione di "tutela" dei Rom e dei Sinti, che aveva appena ottenuto un cospicuo finanziamento dal comune di Torino per la gestione di alcuni campi cittadini. Ora che il Consiglio di Stato si è espresso, c'è il timore che anche quei finanziamenti siano a rischio, così leggo su quel comunicato: "Dopo tanto lavoro, ora, con questa sentenza, si rischia di tornare indietro di 20 anni, con il sorgere di campi abusivi in ogni angolo delle periferie, dove sporcizia e degrado regnano sovrani" che, guardacaso, è esattamente la tesi espressa dal nostro ex sceriffo De Corato.


In realtà, il discorso è + complesso ed inizia un paio di anni fa. Una famiglia allargata intende sfruttare il Piano Maroni (13 milioni di euro a disposizione x Milano). Alcuni di loro hanno qui in città un contratto di lavoro a tempo indeterminato, quindi possono aprire un mutuo x acquistare una cascina diroccata in Lomellina. Nel loro campo vivono su un terreno di proprietà comunale da circa 20 anni, ed in questo tempo hanno speso i loro soldi per costruirsi un riparo che sia più decente della roulotte con cui arrivarono. La cascina è da ristrutturare, le loro abitazioni + che dignitose, e lasciarle sarebbe una perdita secca. Sino qua, i soldi arrivano tutti da loro. Quindi approfittano del Piano Maroni, gestito dalla maggioranza Moratti-De Corato (non da Pisapia), per farsi finanziare la ristrutturazione e rendere la cascina abitabile (attualmente non ne avrebbe i requisiti). I soldi sono gli 8.000 euro a 40 Rom (non 40 famiglie!), promessi sempre dal duo Moratti-De Corato, verranno sbloccati solo con l'avvento di Pisapia (che tecnicamente, si limita a mantenere un impegno assunto dalla giunta precedente). La partita di giro prevista dal piano prevede che il comune affidi i soldi al gestore del campo (Casa della Carità) che li investe in cambio della presentazione del piano di spesa.
Nel frattempo, i lavori di ristrutturazione sono partiti solo quest'anno, e le famiglie sono tuttora al campo.
Giudicate voi

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Di Marylise Veillon (del 25/11/2011 @ 09:39:25, in Europa, visitato 1664 volte)

Da Roma_Francais

MENDICANTI IN TRIBUNALE: "LA CACCIA AI ROM CONTINUA"

Intervista: due rumene compaiono lunedì davanti al Tribunale di Bobigny per "abbandono" dopo essere state arrestate mentre mendicavano insieme ai loro figli. Il loro avvocato denuncia un'infrazione aberrante e chiaramente contro i rom.

TF1 NEWS:
"In quali circostanze sono state arrestate le Sue due clienti e cosa viene esattamente contestato loro?"
HENRI BRAUN, AVVOCATO:
"Maria e Genovita sono due giovani donne rom, originarie dalla Romania. Hanno circa venti anni e sono arrivate in Francia alcuni mesi fa, con i loro mariti e i loro figli. Come tutte le cittadine rumene e bulgare in Francia, non hanno accesso al mercato del lavoro. Vivevano quindi in condizioni molto precarie, e sono state costrette a mendicare per sopravvivere e nutrire i loro figli. Sono state arrestate il 6 settembre al Bourget, mentre chiedevano l'elemosina per strada, con i loro figli. Questi ultimi sono stati loro tolti per otto giorni, poi finalmente restituiti. Da allora, sono citate per "abbandono" presso il Tribunale di Bobigny.
Questo reato, che figura nel C.P. Art. 227-15 comma 2, è stato creato per mezzo della legge di sicurezza interna del 2003. Stipula che costituisce un abbandono, in particolare il fatto di mantenere un bambino di meno di sei anni sulla via pubblica o in uno spazio riservato al trasporto collettivo di viaggiatori, con lo scopo di sollecitare la generosità dei passanti. La sanzione prevista è di 7 anni di reclusione e di € 100'000 di multa. In seguito all'istituzione di questo reato, c'è stata una prima ondata di controlli nel 2004 e nel 2005. Poi, il 12 ottobre 2005, la Corte di Cassazione ha emesso una sentenza che impone alla procura di apportare la prova che la salute del bambino è stata intaccata, perché il reato possa essere costituito. Siccome non è mai il caso, gli arresti si sono fermati di netto.
Ma l'attacco è chiaramente ripartito, dall'estate scorsa. La caccia ai rom continua. Questo si ricollega all'offensiva lanciata un po' più di un anno fa, con lo smantellamento di tutti i campi nomadi, in particolare nella zona di Seine-Saint-Denis."

TF1 News:
"Questo lunedì sarà esaminata una questione prioritaria di costituzionalità (QPC), depositata da Lei a metà ottobre, durante una prima udienza: perché Lei si augura che questo testo venga abrogato?"
H.B:
"Ciò che sorprende, nei fascicoli delle mie due clienti, è che possiamo leggere che i poliziotti hanno dichiarato abbiamo reperito e interpellato una donna di tipologia rom. Il mio obiettivo è di fare sparire quest'articolo di legge, che considero chiaramente contro i rom, in quanto fino ad oggi, ho visto soltanto rom essere incriminati sulla base dell'art. 227 -15 comma 2. Quest'ultimo è stato pensato in un senso discriminatorio ed è applicato in modo discriminatorio. Semmai la mia QPC dovesse essere rifiutata oggi, mi rivolgerò alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, nel Lussemburgo, per violazione della Carta europea dei diritti fondamentali. Ritengo infatti che la mendicità non sia un reato. E quanto bene verrebbe stabilito che lo sia, la sanzione proposta è totalmente spropositata. E' aberrante. Come è possibile che un furto semplice sia punito con tre anni di reclusione, mentre il semplice fatto di mendicare sia punito con sette anni?"

TF1 News:
"E' il fatto di mendicare con il proprio figlio, che è punito con sette anni di reclusione."
H.B.:
"Sono d'accordo, ma il problema è che queste donne non hanno accesso né ai nidi, né ai baby-parking. Quindi, come devono fare? La giustizia penale è lì per reprimere dei comportamenti nocivi nei confronti della società. Ma nella fattispecie, si mira semplicemente a stigmatizzare una parte della popolazione. Trovo questo insopportabile. E senza fare alcun amalgama o volere tentare di paragonare l'incomparabile, è ancora più insopportabile per il fatto che gli zigani sono stati spesso stigmatizzati nella storia."

TF1 News:
"Nello stesso tempo però, la nostra società non può tollerare di vedere bambini mendicare fuori tutto il giorno, con i loro genitori."
H.B.:
"La questione non è di sapere se si approva o meno moralmente questa situazione. Nel fondo, sono ovviamente completamente d'accordo nel dire che il posto dei bambini di meno di sei anni non è per strada a mendicare. La vera questione è di capire se questo merita una repressione penale. All'ora attuale, non facciamo nulla per questi bambini. Un inizio di soluzione sarebbe di dare a questa gente l'accesso al lavoro. Hanno piene capacità per farlo. Allora, non avranno più bisogno di mendicare."

TF1 News:
"La votazione di questo articolo di legge mirava ugualmente a mette un fermo alle reti organizzate..."
H.B.:
"Può darsi che ciò esista, ma io non ne ho mai visto. Ho semplicemente visto mariti e donne che provavano ad avere una vita migliore per i loro figli. Ma se fosse il caso, esiste un altro testo che condanna lo sfruttamento della mendicità e che non ho ancora mai visto applicato. Allora iniziamo da questo."

TF1 News:
"Durante la prima udienza a metà ottobre, un'altra donna arrestata alla Courneuve e alla quale si rimproverava gli stessi fatti, è stata finalmente rilasciata. Lei si aspetta la stessa clemenza da parte del Tribunale, nei confronti delle Sue clienti?"
H.B.:
"Sono molto fiducioso in quanto all'ottenimento del rilascio, in quanto gli esami clinici effettuati sui bambini hanno dimostrato che godono di perfetta salute. I servizi di polizia stessi, hanno giusto constatato che il pannolino di uno di loro era stato cambiato con un po' di ritardo, e che di conseguenza, il piccolo aveva il sederino leggermente arrossato... Siamo quindi lontano dal maltrattamento o dall'abbandono. Però il mio obiettivo si sposta più in là del rilascio. Il mio obiettivo, come ve l'ho detto, è di ottenere l'abrogazione di questo testo di legge."

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Di Fabrizio (del 26/11/2011 @ 09:21:53, in lavoro, visitato 1665 volte)

2011/11/22

Il 2011 non è stato un buon anno "per il popolo Rom, grande protagonista del riutilizzo in Italia. Nonostante il grande servizio dato all'ambiente e le innovazioni normative, le amministrazioni non danno segnali per la regolarizzare del fenomeno": si apre così la sezione dedicata agli operatori Rom del settore dell'usato, contenuta nel "Rapporto sul Riutilizzo 2011" curato dal Centro di Ricerca Economico e Sociale di "Occhio del Riciclone", in collaborazione con il Ministero dell'Ambiente, presentato il 18 novembre scorso presso la Città dell'Altraeconomia a Roma.

Dal documento emerge che, grazie alla vendita di merci recuperate, circa il 10% di questa comunità riesce a vivere con un reddito onesto. Si tratta di frugatori, in parte sostituiti dalle nuove generazioni di bulgari e rumeni, stanziati ai margini dei mercati spontanei in ritrovi di fortuna e che, non sostenendo costi di trasporto e igienizzazione dei prodotti raccolti, hanno determinato il crollo dei prezzi in vendita. Insieme a quella dei ferraioli sono la categoria più colpita. "Una volta gettato nel cassonetto, il rifiuto diventa proprietà dell'A.m.a. e il suo approviggionamento viene considerato furto", spiega Silvia Paoluzzi, della Rete di Sostegno ai Mercati Rom. "Si rischia addirittura il sequestro del veicolo. Per questo ha preso piede il fenomeno dei ragazzi in bicicletta, che con cassette di plastica, trasportano ferro e metalli in piccole quantità". Poi ci sono i rigattieri e svuotacantine che, non trovando sbocchi nei mercati, sono costretti al conto terzi.

Sempre più ridotto lo spazio concesso nei mercati autorizzati. "Sono sotto attacco in tutta Italia", spiega Aleramo Virgili, portavoce della Rete O.n.u. Lazio (Rete Operatori nazionali dell'usato). "Dalle periferie romane al famoso mercato di Porta Portese; dal mercatino dello stadio San Nicola di Bari a quello di Bonola (Milano); dall'area del Porto antico di Genova o di Piazza Garibaldi a Napoli". Per oltre 10 anni, i "Romano Pijats", i mercati della Capitale, dietro il pagamento della Ta.Ri (tariffa rifiuti) e del suolo pubblico, hanno garantito un reddito ad oltre 500 capifamiglia Rom, consentendo di regolarizzare documenti. Da circa 3 anni la battuta d'arresto. Chi vuole lavorare è costretto ad aprire la partita Iva, che molti non possono permettersi, costringendo la maggior parte a tornare nell'informalità.

La Rete di Sostegno ai Mercatini Rom, nata lo scorso aprile durante gli "Stati Generali del Riciclo", ha raccolto l'eredità di questa esperienza e quella dello Sportello Popolare per i Migranti di via del Quarticciolo 18 a Roma, che dal 2008 ha svolto un servizio di ascolto e supporto legale gratuito fino a tre settimane fa, quando è stato chiuso "a causa di pesanti problemi d'intolleranza razziale da parte degli abitanti del quartiere, molti dei quali coinvolti nella malavita locale" racconta la Paoluzzi. "Il VII Municipio, pur riconoscendo l'importanza che il servizio gestito da volontari ha svolto per decine di famiglie Rom, migranti di origine araba, nordafricana e sud americana, ha preferito farlo chiudere, piuttosto che affrontare il problema. Segno di come la questione Rom sia ancora percepita dalle istituzioni come un problema di sicurezza". L'idea ora è quella di donare la sede ad altre cooperative e di trovare un'altra area dalla quale ripartire.

Al momento la Rete è impegnata a Napoli nei lavori della Prima Assemblea Nazionale degli Operatori dell'Usato, insieme alla Rete O.n.u. di cui fa parte: "Chiederemo mercati multietnici per migranti e la revisione della legge 205, per aprire spazi occupazionali e d'integrazione". E conclude: "In Campania sono stati proprio i Rom a dare il buon esempio durante l'emergenza rifiuti. Dalla ricerca dell'Isde (Associazione Medici per l'Ambiente) ‘Il valore della raccolta differenziata a Napoli', condotta con i dati di Asia e Ispra, risulta che i Rom abbiano contribuito per il 90% al corretto smaltimento di alluminio, rame e materiale ferroso. Fra i pochi quindi, a comprendere che è proprio la differenziazione dei rifiuti il vero ‘Oro di Napoli".

Loredana Menghi

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Di Fabrizio (del 27/11/2011 @ 09:22:12, in musica e parole, visitato 1967 volte)

Young4young.com chi viene e chi va di Ana Cvitan - Raccontare la situazione rom in Italia attraverso l'arte e lo spettacolo. Si può, se hai come santi protettori Daniela e Silvio - giovedì 24 novembre 2011

Antun Blazevic in una foto di Marija Dzalto

Iniziare un'intervista con qualcuno che ti dice che puoi lasciare tranquilla la tua borsa vicino a lui, perché oggi "non lavora", e finirla sentendo la sua dichiarazione di essere invidioso di Berlusconi, perché appare solo lui alla TV italiana e non i rom, non è molto comune. Invece, la conversazione con Antun Blazevic, in Italia conosciuto come ToniZingaro, è andata proprio così. Lui è un mediatore culturale, ha radici zingare, vive in Italia da più di 30 anni e attraverso l'ironia racconta il suo popolo e le condizioni nelle quali si trova dentro la società italiana.

Da un anno gestisce l'associazione "Theatre Rom" che ha il ruolo, come lui stesso dice, «di promuovere la cultura e la tradizione del popolo rom e di far vedere alla società che i rom non sono tutti sporchi, brutti e cattivi, ma che sono pure persone che lavorano, persone che mettono passione nel proporre un messaggio costruttivo, e non solo quello distruttivo, che invece alla società italiana piace sentire e vedere». Nei media i Rom sono spesso presentati attraverso i pregiudizi; nessuno li presenta come persone che «cantano, suonano, recitano, dipingono quadri, lavorano il rame, fanno sculture».

L'associazione "Theatre Rom" non cerca di raggiungere l'obbiettivo attraverso grandi azioni politiche, ma, come dice ToniZingaro, vuole «raccontare lo stato dei Rom in Italia attraverso il palcoscenico e l'arte». Non vuole nemmeno cambiare le convinzioni degli altri, «perché ognuno può pensare quello che vuole. Ciò però non significa che egli non si debba confrontare con se stesso, ripensare i propri modi di ragionare, mettersi nelle condizioni di riflettere se tutti i suoi giudizi sono veri». Antun Blazevic, cosciente della presenza di pregiudizi nella società italiana, li affronta in un modo ironico. Considera che «una risata sana salva la vita» e proprio per questo usa l'ironia per far capire alle persone quale è la vera situazione. «Con l'ironia metti le persone davanti alla realtà, ma rendendola più leggera», dice.

Si intitola "la lettera" lo spettacolo d'ironia e di denuncia, andato in scena la settimana scorsa. Il testo, scritto proprio da lui, racconta il mondo rom attraverso l'umorismo: ad esempio, i figli del protagonista portano i nomi «dei santi protettori del popolo rom: Giulio, Silvio, Daniela, Mario, Umberto, Pier Silvio. È infatti merito loro, se i Rom in Italia si trovano "così bene"».

Tutto quello che fa l'associazione lo realizza con propri mezzi, perché «se con i nostri progetti denunciamo il fatto che il popolo rom per colpa dell'amministrazione è povero e a disagio, mi sembra poi contraddittorio chiedere all'amministrazione di sostenere economicamente questi stessi progetti».
L'associazione promuove anche laboratori per bambini, non solo rom. Si sceglie un'altra metodologia, «si mettono insieme i bambini rom con i gagè (tutti gli altri bambini), perché siamo convinti che la vera integrazione si realizza nel loro incontro. Il mondo occidentale vorrebbe che noi lasciassimo la nostra cultura e ci assimilassimo a loro, per entrare a pieno titolo nella loro società. Ma l'assimilazione è una cosa pericolosa – essa significa perdere l'identità, i valori, il modo di essere, di vivere, il modo di capire e percepire il prossimo».

Non solo attraverso lo spettacolo, ma anche in altri momenti Antun Blazevic è «portavoce dei rom» per richiamare l'attenzione del pubblico su alcuni diritti fondamentali di questo popolo che lo Stato dovrebbe riconoscere: «la minoranza linguistica - perché un uomo senza lingua è come un uomo senza l'identità; il diritto al lavoro; il diritto all'educazione, in modo tale che le scuole non siano più soltanto un "parcheggio" per i bambini rom, ma luoghi dove questi bambini sono trattati come tutti gli altri bambini. Alla fine si dovrebbe rispettare e conoscere la cultura dei Rom, perché soltanto così si arricchisce la propria».

Secondo ToniZingaro è la musica la cosa più significativa del mondo rom. Davvero può arricchire la cultura occidentale: «La musica è una forza molto più potente della bomba atomica. La musica nel mondo rom è capace di aprire tutte le porte, le finestre, i cuori, le anime, le persone. Con la musica trasmetti gioia, dolore, amore, tristezza, felicità, pensieri. Tutto!». C'è poi un'altra cosa che a noi occidentali può insegnare molto: questo popolo ha una grande forza di sopravvivenza. «I rom non si arrendono mai. Anche dopo che qualcuno gli ha bruciato la baracca, essi riprendono subito a vivere, perché sono liberi, non hanno la necessità di essere proprietari di qualcosa, non hanno questo senso della proprietà al quale invece gli occidentali tengono così tanto».

Alla fine gli chiediamo di spiegare la parola "Rom". Ci risponde che preferisce essere chiamato ToniZingaro. La parola "rom", tradotta letteralmente dalla lingua romaní, significa "uomo": non vuole che qualcuno lo chiami con questo sostantivo, mentre poi non lo considera un essere umano.

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Di Fabrizio (del 28/11/2011 @ 09:23:07, in media, visitato 3823 volte)

Questa storia potrebbe iniziare in Svezia, un paese a tratti molto più civile del nostro, talmente triste e nordico che possono dare dei TERÜNI anche a quei polentoni di Cassano Magnago. In Svezia nacque 30 anni fa Zlatan, calciatore dal vago profilo cavallino, capace di sfracelli nei campionati nazionali e sostanzialmente una pippa nelle competizioni europee (un po' come le nostre squadre di calcio negli anni '70-'80). Zlatan ha il problema di molti calciatori viziati: un carattere schifoso (e quando sei ai vertici, devi anche essere educato come Pelè, i sanguigni come Maradona non sono tollerati, neanche se Zlatan ha un approccio alla chimica diverso dall'argentino). Inoltre, cambia squadre di calcio manco fossero mutande. Così, i tifosi avversari (anche quelli che lo adoravano pochi anni prima) cominciano ad urlargli ZINGARO, ZINGARO... perché a questo punto Zlatan non è più uno svedese, ed anche a gridargli BOSNIACO-CROATO non sarebbe la stessa cosa. Zlatan ha origini khorakhané, nonostante le sue mille casacche, quello rimane il peccato originale.

Suo coetaneo è Alan Caligiuri, che alla radio realizza una di quelle trasmissioni pietose con le risate e gli applausi registrati. Il suo siparietto si chiama "Zlatan lo zingaro" (manco a farlo apposta: il peccato originale). Biografia truzza come quella dello Zlatan più famoso.

Il suo Zlatan vive "nella casa a rotelle", ruba, spaccia, sfrutta minori e prostitute... e, devo dire per averne parlato con loro, non dispiace neanche a Rom e Sinti (italiani o stranieri), sempre ansiosi di conformarsi con quel che pensano i gagè. Diciamo che ci hanno fatto l'abitudine a chi di loro parla male, e poi non sono mai stati un popolo da scatenare crociate. Così, stanno allo scherzo, indecisi se si tratta del solito razzismo da poveracci (che per forza se la prende con i più poveracci ancora) o un sistema perché al solito qualcuno faccia soldi usando gli zingari (cioè amici e nemici uniti nell'abbraccio del dio denaro).

DATO CHE L'ORIGINALITA' E' ZERO, la storia potrebbe finire qua. Ma visto che i Rom e i Sinti sostanzialmente se ne fregano, ecco scendere in campo i soliti professionisti dell'antirazzismo, speranzosi nell'ennesima tribuna mediatica. O peggio ancora, di assurgere a portavoce di un popolo che vorrebbe essere ascoltato (qualche volta) in prima persona e senza protettori.

E così la storia riparte, perché al coro antirazzista si uniscono i Rumeni, in Italia e in patria, cioè una delle popolazioni più antizigane che ci siano; maltollerati in Italia, ma che col nostro popolo condividono sicuramente il vittimismo.

Cosa c'entrano i Rumeni? Zlatan al limite è un nome slavo...

Se Caligiuri avesse continuato a ripetere le stesse cose, prima o poi sarebbe diventato una macchietta (come capita a chi non sa variare il repertorio). Ma, ad un certo punto, ha deciso che Zlatan, nonostante il nome, dovesse venire dalla Romania (visto che ultimamente quasi tutti i Rom arrivano in Italia da lì) e ha chiamato la Romania come Zingaria. Apriti cielo! Se sei rumeno, puoi anche essere definito ladro, pappone, prostituta, ma essere solo avvicinato ad uno zingaro significa montare un incidente internazionale.

Poco altro da raccontare: la trasmissione è stata sospesa, Caligiuri si dipinge come una vittima della censura, i professionisti dell'antirazzismo sono contenti perché si è parlato di loro in Romania. Storie da gagé.

Io mi accontenterei che Caligiuri provasse sulla sua pelle cosa significa campare di elemosine e piccoli furti, o raccogliere rottami per 10 euro al giorno. Alan, se non ti faranno più andare in radio (ma non credo, quelli come te cadono sempre in piedi), ti raccomanderò a qualche amico mio, poi mi dirai...

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Di Fabrizio (del 28/11/2011 @ 09:30:06, in lavoro, visitato 1671 volte)

  VENERDI 2 DICEMBRE 2011 ORE 19.00
LA CITTA' DEL SOLE – VICO MAFFEI A SAN GREGORIO ARMENO, 18 – NAPOLI

per
LA KUMPANIA un anno di Percorsi Gastronomici Interculturali

Donne rom e italiane si incontrano in cucina e sperimentano percorsi di emancipazione personale e professionale, per valorizzare e diffondere i rispettivi patrimoni culturali e gastronomici.

Il progetto ha visto la partecipazione di 12 donne rom e italiane di Scampia in un percorso di ricerca azione al femminile costruito intorno al tema della cucina come strumento in grado di favorire le relazioni, l'incontro tra culture e sperimentare una forma di lavoro auto imprenditoriale.

Proiezioni di foto e video
Presentazione di un quaderno di racconti e ricette

CENA con le delizie gastronomiche rom e italiane a cura della Kumpania
a seguire
O' ROM IN CONCERTO

Vi aspettiamo!

Info e contatti
339.2784528 - 348.8842827
sito chiromechino.blogspot.com
lakumpania.wordpress.com
www.orom.it
http://www.facebook.com/oRomgypsyband

email chirom.e.chino@gmail.com
info.orom@gmail.com

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Di Fabrizio (del 29/11/2011 @ 09:14:48, in musica e parole, visitato 1674 volte)

Megaevento domenica passata a Milano. Tanti gli ingredienti: storie di riscatto di piccoli musicisti che suonavano nelle metropolitane, un palco di tutto rispetto come quello del Conservatorio, un fronte inedito per la nuova santa alleanza, una riuscita campagna mediatica, commozione del pubblico... (clicca sull'immagine per leggere l'articolo)

Mancavamo solo noi, e credo che non se ne sia accorto nessuno (per fortuna). Però due righe di cronaca siamo riusciti a scriverle lo stesso:

C'era una volta, tanti e tanti anni fa, un paese chiamato Milano, dove regnava don Colmegna I, detto il buono.

La fama di don Colmegna era giunta anche all'orecchio di un suonatore zingaro di fisarmonica, Jovica Jovic (proprio quello di cui si parla spesso in Mahalla), che allora teneva corsi di fisarmonica dalle parti di via Morigi.

I corsi andavano esaurendosi, e forte della sua passione, professionalità ed esperienza, Jovica propose di tenere dei corsi presso Casa della Carità, aperti a tutti, Rom e no, perché secondo lui è stando insieme che si sconfigge il razzismo.

Don Colmegna mai rispose a Jovica, ma poco dopo iniziò il suo progetto di corsi di violino per giovani rom, gestito da un suo amico.

Probabilmente pensò che se proprio un Rom deve lavorare, non è conveniente che assuma un ruolo di responsabilità, o peggio direttivo.

Così adesso Jovica ha iniziato lo stesso i suoi corsi da un'altra parte,  senza troppa pubblicità e senza gli spot di RadioPop

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