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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 

Organizzazioni non governative chiedono alla Commissione europea di chiarire e rendere pubblica la propria posizione sulle politiche italiane relative ai rom
CS119-2008: 09/09/2008

La EU Roma Policy Coalition (Erpc), una coalizione informale di organizzazioni non governative che si occupano in ambito europeo di diritti umani, antidiscriminazione, antirazzismo, inclusione sociale e diritti dei rom e dei travellers, ha affermato oggi che la posizione della Commissione europea sulle recenti politiche italiane relative ai rom necessita di essere chiarita.

L'Erpc si è dichiarata preoccupata per i commenti resi dal portavoce del commissario Barrot, che ad oggi rappresentano l'unica risposta pubblica al rapporto inviato dal ministro dell'Interno Roberto Maroni alla Commissione europea.

Secondo l'Erpc, la Commissione europea pare aver assunto la più limitata delle posizioni, accettando una versione "soft" delle misure inizialmente attuate dal governo italiano, misure che sono state duramente criticate in quanto discriminatorie e contrarie ai diritti umani da parte del Consiglio d'Europa, della società civile e della stessa Commissione europea.

L'Erpc teme che questo approccio mandi un segnale pericoloso, specialmente in Italia dove la retorica e gli atti ostili ai rom hanno già raggiunto livelli inaccettabili, come gli incendi di campi da parte di gruppi di facinorosi. Questa realtà pare assente dall'attuale interpretazione della Commissione europea, secondo la quale il censimento delle comunità rom è accettabile come soluzione estrema, sebbene un censimento effettuato su base etnica sia evidentemente una pratica discriminatoria.

In nome della trasparenza, è nell'interesse della Commissione europea fornire una spiegazione adeguata sulle proprie conclusioni e rendere pubblica tutta la documentazione pertinente.

Mentre la Commissione europea si prepara a ospitare un summit che dovrebbe affrontare il tema dell'esclusione dei rom in Europa, è indispensabile che non vi siano malintesi sulla sua posizione riguardante i diritti fondamentali dei rom che vivono in Europa.

Pertanto, l'Erpc chiede alla Commissione europea di: rendere interamente pubblico il rapporto del ministro Maroni e le note esplicative su cui ha basato il proprio giudizio; chiarire se la risposta a tale rapporto implica un "via libera" alle azioni e alle misure in fase di attuazione, tra cui gli sgomberi forzati e le affermazioni degradanti o razziste di autorità pubbliche; infine, affrontare le questioni relative ai rom dal punto di vista delle politiche d'inclusione sociale e non da quello delle preoccupazioni per la sicurezza.


FINE DEL COMUNICATO Brussels, 9 settembre 2008

Fanno parte dell'EU Roma Policy Coalition (Erpc): Amnesty International, European Roma Rights Centre, European Roma Information Office, European Network Against Racism, Open Society Institute, Spolu International Foundation, Minority Rights Group International, European Roma Grassroots Organisation, Roma Education Fund e Fundación Secretariado Gitano.

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it

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Di Fabrizio (del 09/09/2008 @ 09:37:38, in musica e parole, visitato 2090 volte)

Ce l'abbiamo fatta!

L'Associazione Jazz Manouche Django Reinhardt comunica a tutto il suo pubblico che la 7^ edizione del Festival Internazionale Jazz Manouche Django Reinhardt si terrà nelle date del 18-19 e 20 Settembre 2008 nella città di Rivoli, sulle strade del centro storico e nel teatro della "Maison Musique".

Per tre giorni Rivoli ospiterà gruppi musicali provenienti da tutta Europa per far scoprire la musica del popolo Manouche, resa famosa dall'incontro di un loro figlio, Django Reinhardt, con il jazz americano degli anni '30, il valzer musette francese e la tradizione gypsy.

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Di Fabrizio (del 09/09/2008 @ 09:30:15, in Europa, visitato 1478 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia



Mirko Cvetkovic, Primo Ministro serbo, ha detto che l'orientamento europeo serbo ed i passi sinora presi verso l'ingresso nella UE, sono una buona base per aumentare il suo coinvolgimento nella risoluzione dei problemi dell'integrazione dei Rom nel paese e nella regione.

All'apertura del 14° incontro del Tavolo Esecutivo Internazionale, che prende parte al "Decennio dell'Inclusione Rom 2005-2015", Cvetkovic ha detto che la Legge sui diritti e le libertà delle minoranze nazionali riconosce dal 2002 ai Rom lo status di minoranza nazionale.

Così si è creata una base per il loro accesso ai diritti che hanno le altre minoranze, ha detto il Primo Ministro e aggiunto che d'accordo con la Carta Europea sule Lingue Regionali e delle Minoranze, la Serbia riconosce la lingua rom.

Cvetkovic ha detto che nel cercare di risolvere i loro problemi, lo stato tratta i Rom come un gruppo marginalizzato, ma come una minoranza nazionale.

A presiedere all'incontro Ljuan Koka, Segretario per la Strategia Nazionale Rom del  Ministero per i Diritti Umani e delle Minoranze, ed il relatore Gabor Daroci, che rappresentava l'Istituto di Budapest di Open Society.

L'incontro riguarderà le priorità durante la presidenza serba del Decennio Rom, come la legislazione sulle aree residenziali Rom, la soppressione della discriminazione nell'istruzione, la politica europea sui Rom e l'accesso ai fondi europei, modi possibili di controllare e valutare attività a livello regionale e nazionale.

A seguito dell'incontro Svetozar Ciplic e Nikola Spiric, rispettivamente Ministro Serbo per i Diritti Umani e delle Minoranze - Presidente del Consiglio dei Ministri di Bosnia-Herzegovina, hanno firmato la Dichiarazione sull'accesso della Bosnia-Herzegovina al Decennio dell'Inclusione Rom.

Ciplic ha detto che così si è allargata la famiglia delli stati che vogliono migliorare la posizione dei loro Rom.

Secondo quanto ha detto, la Serbia è onorata di avere un altro partner e stato membro durante quest'anno di presidenza del Decennio Rom.

Spiric ha rimarcato che la Bosnia-Herzegovina intende fornire i più alti standard alle minoranze nazionali come quelle degli Stati europei sviluppati democraticamente.

Ha aggiunto che la Bosnia-Herzegovina farà di tutto per sviluppare il proprio piano d'azione per risolvere il problema della popolazione Rom.

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Di Fabrizio (del 09/09/2008 @ 08:54:27, in Europa, visitato 1293 volte)

Stimate amiche e amici:

Sono contenta di dirvi che potete già vedere nelle nostre pagine web l'album di fotografie che abbiamo organizzato il passato mese di agosto a Madrid contro il razzismo che patiscono i nostri fratelli gitani in Italia. http://www.unionromani.org/notis/noti2008-09-03.htm

Ugualmente abbiamo "caricato" quattro video che sono una testimonianza fedele del corso della manifestazione, degli slogan che si sono ripresi in coro e dei discorsi pronunciati davanti all'Ambasciata Italiana di Madrid. http://www.unionromani.org/videos.html#manimadrid

Come sempre, restiamo per tutto a vostra disposizione.

SILVIA RODRÍGUEZ - Departamento de Comunicación de la Unión Romaní

UNION ROMANI
Dirección Postal/Postal Address:
Apartado de Correos 202
E-08080 BARCELONA (Spain)

Tel. +34 934127745
Fax. +34 934127040
E-mail: u-romani@pangea.org
URL: http://www.unionromani.org/index_es

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Di Sucar Drom (del 08/09/2008 @ 14:04:01, in Italia, visitato 3971 volte)

Da Sucar Drom

Venerdì 5 settembre 2008, verso a mezzogiorno, tre famiglie Rom italiane hanno parcheggiato le proprie auto con le roulotte in un parcheggio comunale di Bussolengo (VR). Le famiglie sono formate da Angelo e Sonia Campos con i cinque figli minori, il figlio maggiorenne della coppia con la moglie e due minori e il cognato con moglie e tre minori.

Mentre stavano preparando il pranzo una pattuglia di Vigili urbani è arrivata e ha intimato alle tre famiglie di sgomberare. Le famiglie hanno spiegato che avrebbero mangiato e sarebbero subito ripartite.

Dopo alcuni minuti, intorno alle ore 13.00, è giunta nel parcheggio una pattuglia dei Carabinieri ed è successo il finimondo. Hanno intimato immediatamente lo sgombero e hanno subito iniziato a picchiare le persone, minorenni compresi. In quel momento entrava nel parcheggio Denis Rossetto con moglie e figlio e anche lui è stato immediatamente coinvolto.

Tutti sono stati portati in caserma e per sei ore e mezza sono rimasti in balia di una violenza inaudita. In particolare un figlio di Angelo e Sonia Campos è stato picchiato selvaggiamente, tanto da fargli perdere tre denti. Ma non è tutto perché qui avviene l’inimmaginabile: un carabiniere immobilizza il bambino di undici anni e gli immerge ripetutamente e completamente la testa in un secchio pieno di acqua, mentre un altro carabiniere divertito filma la scena con il telefonino. Poi un carabiniere si è denudato e ha invitato sempre il bambino di undici anni ad avere un rapporto orale.

Alle 19.30 finisce l’incubo e sono rilasciati tutti, all’infuori di Angelo e Sonia Campos e Denis Rossetto che vengono accusati di resistenza a pubblico ufficiale. Sabato mattina c’è stata la prima udienza e i tre “accusati” avevano difficoltà a camminare per le violenze ricevute. In queste ore l’associazione Nevo Gipen (Brescia) sta supportando le famiglie nella presentazione della denuncia.

Noi di sucardrom non abbiamo parole per commentare quanto raccontato dagli attivisti di Nevo Gipen, speriamo che la magistratura faccia piena luce su questo episodio gravissimo di chiara matrice razzista. Invitiamo tutti i lettori a rilanciare la notizia per evitare insabbiamenti.

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Di Fabrizio (del 08/09/2008 @ 11:55:41, in Regole, visitato 1490 volte)

Da OSSERVATORIO sulla LEGALITA' e sui DIRITTI

di Rita Guma (presidente Osservatorio sulla legalita' e sui diritti onlus)

Poiche' si continuano a leggere rivendicazioni di alcuni riguardo al parere della Commissione UE sulla questione del 'censimento' dei Rom in Italia, vanno fatte alcune precisazioni.

Il commento del sottosegretario Mantovano ce ne da' lo spunto. "La valutazione della Commissione europea, di integrale apprezzamento per le misure adottate dal Governo italiano sui campi nomadi, non ha bisogno di commenti: è chiara ed esplicita. - ha affermato Mantovano - Mancano ancora, invece, le scuse pubbliche di tutti quegli italiani che, all'opposizione dentro e fuori il Parlamento, non hanno esitato a buttare fango sull'Italia pur di contrastare l'azione dell'Esecutivo. Ma non si può avere tutto... Resta il rammarico di tre mesi persi dietro a polemiche che, al vaglio del massimo organismo dell'UE, si sono rivelate per quello che erano: dannose e strumentali".

Come Mantovano sa benissimo, la Commissione UE e' un organo politico, non giudiziario, ed emanazione dei governi, non degli elettori tutti in quanto non elettiva, quindi le sue valutazioni risentono degli equilibri politici, tanto e' vero che la Corte di Giustizia UE - che e' invece l'organo UE deputato alle valutazioni sulla legalita' dei comportamenti europei alla luce della normativa UE - non sempre sposa la concezione della Commissione di cio' che e' legale.

Ad esempio - proprio parlando di diritti civili - la Commissione ha concluso accordi con gli USA sui dati sensibili dei passeggeri UE in viaggio per gli Stati Uniti su cui il parlamento UE (organo elettivo) - timoroso per la privacy dei cittadini europei - ha portato la Commissione davanti alla Corte di Giustizia, che ha dato torto alla Commissione.

Il principio di separazione dei poteri esiste proprio perche' chi opera in un ruolo politico non puo' anche amministrare la giustizia con sufficienti garanzie, e peraltro la legislazione UE, che la Commissione UE ha dichiarato essere stata rispettata dalle misure del governo italiano in questa circostanza, non e' un trattato finalizzato a garantire i diritti umani.

Ricordiamo inoltre che i metodi adottati dal governo italiano nel caso dei Rom sono stati criticati dal Commissario per i diritti dell'uomo del Consiglio d'Europa e che il Consiglio d'Europa (di cui fa parte la Corte per i diritti dell'uomo) e' una organizzazione che trova il suo fondamento nella "Convenzione europea dei diritti dell'uomo", sottoscritta anche dall'Italia.

Quindi il Commissario Hammarberg - che prima di emettere il suo giudizio e' stato due giorni in Italia - e' un esperto di diritti che basa il suo giudizio su norme nate proprio per tutelare i diritti.

Quindi Mantovano ed altri dovranno accettare che, nonostante il pronunciamento della Commissione presieduta da Barroso (un politico la cui ricandidatura e' stata peraltro sponsorizzata da Berlusconi), in molti Italiani (e non) resti ancora il dubbio sul rispetto dei diritti umani conseguente alle misure sui campi nomadi adottate dal governo nelle varie fasi della vicenda.

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Di Fabrizio (del 08/09/2008 @ 09:16:51, in Italia, visitato 1381 volte)

Da Gopk

Pausa sull'erba del principale parco milanese, controllando permessi e altro, vicino, un gruppo di musicisti improvvisamente iniziò a suonare... musica zingara. Forte. Belle canzoni da Gadjo Dilo e altre famose colonne sonore. Qui nei prossimi giorni ci sarà qualcosa come un festival di musica zingara. E' la prima volta che in questa città appare questo tipo di musica in questa maniera eccezionale... un fenomeno che succede in un periodo in cui la vita romanì viene rappresentata sui media come una minaccia alla sicurezza urbana italiana ed un pericolo per la cultura e la legalità italiane. Piuttosto spiazzante questo Giano a due facce (i Rom come popolo) non sarebbe differente dalle forme classiche con cui la vita romanì potrebbe resistere/negare/accettare le oppressioni e le discriminazioni. In ogni caso, sopravvivere. Le condizioni costanti di essere nel contempo esoticizzati ed oppressi può aver contribuito a perpetuare l'ambiguità della rappresentazione comune della vita romanì culturale e sociale. Un'ambiguità che sfida qualsiasi concezione pura ed essenziale dell'identificazione, che è la ragione per cui sociologi ed antropologi si sentono nel contempo affascinati e delusi.

In questo paese, dove il tempo sembra eterno, dove - come dice Pasolini in un film apparso in questi giorni sulla sua "rabbia" - non c'è una rabbia forte, perché non c'è una forte vita borghese, tutte le possibilità di emancipazione ed opposizione all'ideologia dominante (come il capitale e la chiesa) sono vecchie, non rinnovate. E questo è molto più interessante quando si arriva alla questione su come vengano costruite le rappresentazioni. Penso che dovremmo prendere la rappresentazione dei Rom come un caso di "eternizzare" un mondo sociale che si pensa essere solo un utile strumento per assicurare a qualche piccolo borghese la sensazione di sicurezza. Naturalmente, non tutti in questo paese hanno questa sensazione. E non sono neanche sicuro che quello di cui parla Pasolini sia così differente da quello di un prete o di un  vescovo... la tendenza ad essere profeta, la tendenze a spiegare "la realtà", tutto, con un paio di frasi, e la tendenza ad arrivare ad importanti conclusioni da un paio di considerazioni sulla "società italiana". Mancanza di materiale empirico, in altre parole.

Tuttavia - come dice Bourdieu - gente come Sartre (e Pasolini potrebbe essere considerato una sorta di j. P. Sartre italian-visuale orientato all'arte) sono quelli che hanno le parole da usare quando qualsiasi altro è silente.

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Di Fabrizio (del 08/09/2008 @ 08:43:01, in Europa, visitato 1576 volte)

Un'altra intervista, questa volta di un Rom. Da Roma_Francais

Saimir Mile: "Contro l'immagine del gitano ladro"

L'associazione La voix des Roms, creata nel 2005, ha il proprio blog per parlare della cultura Rom e combattere la "gitanofobia", "perché non siamo inevitabilmente quello che gli altri vedono in noi". Incontro col suo presidente, Saimir Mile. INTERVISTA di Viola Fiore.

 (video in francese)

Quali sono i pregiudizi più importanti di cui soffrono i Rom?
Credo che il pregiudizio più grande sia dire che i Rom sono ripiegati su sé stessi, chiusi nella loro comunità e non interessati ad integrarsi nel paese dove vivono. L'immagine che si alimenta è quella del gitano ladro che vive in un campo sporco, meglio se conduce una Mercedes e ha denti d'oro. E' importante dire che i Rom che vivono in campi rovinati ai margini delle città sono una minoranza. In Francia, per esempio, non rappresentano che l'1% o l'1,5% dei 500.000 Rom che vivono nel paese. Dire che i Rom sono rinchiusi nella loro comunità, è avere di loro un'infima conoscenza.

Quindi chi soni i Rom?
Bella domanda. Ma prima di rispondere, sarebbe bene porre la stessa questione riguardo gli altri popoli europei: chi sono i Francesi? Gli Italiani? Sono identità diverse che si sono fuse nel tempo sino a costituire le nazioni attuali. In origine, i Rom erano abitanti dell'India meridionale, da cui furono cacciati circa 800 anni fa. Da là è nato il popolo rom, diversificato attraverso i luoghi che ha attraversato priam di arrivare, infine, in Europa.

Che dire del sentimento di appartenenza di questo popolo?
Il sentimento identitario è molto forte tra i Rom. Ho un cugino, in Albania, che voleva sposare un'Albanese, ma i suoi genitori, entrambe rom, si sono opposti. Esiste una volontà diffusa di restare "tra Rom", ma non è sempre così. Spesso, le donne incontrano degli ostacoli quando vogliono sposare un "gadjo", qualcuno che non è Rom, e che di solito dopo il matrimonio non si integra nella comunità. Il problema è facile da capire: più si è rifiutati, esclusi dalla società, più si ha la tendenza a ripiegarsi nella propria comunità. E la storia dei Rom è piena di rifiuti.

In Francia, come in tutta Europa, l'integrazione è molto limitata. In altri paesi va meglio?
Prima della guerra, le cose andavano meglio nei Balcani. In Albania, il paese da cui arrivo, c'era molto più mescolanza: gli Albanesi imparavano il romanès (lingua parlata dai Rom e dai Sinti) nei villaggi, cosa inimmaginabile in Francia!

Perché falliscono i progetti d' integrazione?
Perché non c'è una visione globale, serena e chiara di quello su cui si vuole intervenire. La terminologia lo mostra molto bene: in Francia, si parla di "gens du voyage" quando i Rom non sono più nomadi da tempo. Questa definizione mostra che l'individuo rom non esiste, e questo in una Repubblica che rifiuta il comunitarismo. A quello stadio, se le istituzioni persistono a chiamare "nomadi" i Rom, è perché loro vogliono che siano nomadi. Chiarire questa falsa informazione, significa perdere i lavori e le sovvenzioni legate a quello che si chiama "l'etno-businnes rom". Che alcuni chiamano "l'industria Zingara".

Gli specialisti del "problema gitano" sono numerosi: le imprese che gestiscono le "aree di accoglienza" (i campi, spesso creati vicino a discariche o ditte inquinanti, dove vive una parte della popolazione rom), le imprese della sicurezza, le associazioni a cui lo Stato francese ha delegato la gestione dell'amministrazione e dei servizi per i Rom, ecc. Spesso, tutte queste organizzazioni sono molto controproducenti, perché mantengono la popolazione in una situazione di dipendenza totale.

A livello europeo, quali sono le principali politiche per i Rom?
In Europa, domina ancora la concezione dei Rom come popolazione "asociale". Il primo passo da superare, secondo noi, è quello del riconoscimento giuridico dei Rom e della loro cultura. Da qualche anno, grazie allo sviluppo di Internet, abbiamo installato una rete con altre associazioni di Rom di differenti paesi europei. Nel 2001, abbiamo elaborato assieme uno statuto del popolo rom che occorre fare approvare dall'Unione Europea. Ma il cammino per il riconoscimento è ancora lungo.

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Di Fabrizio (del 07/09/2008 @ 14:27:13, in Europa, visitato 1682 volte)

Da Roma_Daily_News

Oggi (6 settembre ndr) ho parlato con Thomas Hammarberg, commissario del Consiglio d'Europa per i diritti umani. Era profondamente preoccupato per la reazione UE alla risposta italiana alla richiesta della Commissione di chiarimenti sulla presa delle impronte ai Rom. Ha detto che questo legittimerà ulteriori discriminazioni e accuse ai Rom di crimini potenziali. Hammarberg si è anche interrogato sul diritto del commissario Jacques Barrots di parlare a nome della commissione in questione.

Irka Cederberg - giornalista

irka.cederberg@telia.com
Davidshallsgatan 25 A S-21145 Malmö Sweden
Tel +46-40-232402
mobil +4670-6368817

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Di Fabrizio (del 07/09/2008 @ 09:34:32, in Italia, visitato 2439 volte)

- CINEMOVEL

EMERGENZA NAZIONALE contro il razzismo e la politica mafiosa

11 settembre ore 19.00: Interventi di Luigi Ciotti (pres. di Libera), Maurizio Pagani e Giorgio Bezzecchi (Opera Nomadi Milano), Fulvio Vassallo Paleologo (univ. di Palermo), Francesco Viviano (giornalista de La Repubblica)
a seguire: Libero Cinema in Libera Terra - proiezione del film La Terramadre. Sarà presente il regista Nello La Marca.

12 settembre ore 20.30: Presentazione del libro Chi ha paura muore ogni giorno. I miei anni con Falcone e Borsellino di Giuseppe Ayala.
Ne parleranno con l'autore: Lirio Abbate (giornalista ANSA), Giovanni Impastato (Casa Memoria), Umberto Santino (pres. CSD Giuseppe Impastato), Francesco La Licata (giornalista de La Stampa), Antonio Ingroia (magistrato).

Presso la PIZZERIA IMPASTATO SS 113 Km. 288,800 Contrada Vallecera - Cinisi

Organizzano gli eventi:

  • Associazione Culturale Peppino Impastato - Casa Memoria Cinisi
  • Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato" Palermo
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