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La redazione
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Di seguito gli articoli e le fotografie che contengono le parole richieste.

Ricerca articoli per saimir mile

Di Fabrizio (del 18/08/2005 @ 21:38:05 in media, visitato 1869 volte)

Premessa: Sulla trasmissione di cui parla Saimir, rimando alla segnalazione che fece questo febbraio sul blog Pirori


Cari amici,

A nome dell'associazione "La Voix des Rroms" e anche di "Rromani Baxt", "AVER contre le racisme" e "Ternikano Berno", voglio ringraziare quanti ci hanno sostenuto.

Siamo lieti di annunciare che oggi il Consiglio Superiore Audiovisuale, che è l'istanza amministrativa incaricata di sorvegliare il rispetto della legge nei media francesi, si è pronunciato sulla trasmissione [...] Vi terremo informati sugli ulteriori sviluppi della vicenda.

Grazie ancora a chi appoggiato la nostra petizione, oggi raccogliamo i frutti del vostro impegno 

con i migliori saluti

Saimir MILE
Association "La Voix des Rroms - E Rromenqo Krlo"
rinchibarno@yahoo.fr


Gli altri appelli appoggiati da Mahalla e ancora in corso:

 
Di Fabrizio (del 05/09/2005 @ 20:17:43 in media, visitato 2156 volte)

Kotar / From / De: Saimir Mile

Rromani Baxt
Centre AVER de recherche et d'action sur toutes les formes de racisme
La Voix des Rroms
Ternikano Berno
Association des Femmes Rroms, Sinté et Kalé

Cari Amici,
Il Consiglio Superiore Audiovisuale ha pubblicato sul proprio sito la decisione riguardo al programma razzista "Délinquance: la route des Roms - Delinquency: the route of the Rroms" http://www.csa.fr/actualite/decisions/decisions_detail.php?id=29702
Vogliamo ringraziare tutti quanti per l'appoggio che ci avete mostrato, in particolare a quanti hanno firmato la petizione contro quel programma.

Phrala!len, Pheja!len
O Uprutno Sombes vas o Audiovizualo and-i Frànca dias avri p-o pesqo kùjbo internet i décizia lini pe racistikani emisia "Délinquance: la route des Roms - Kriminalitèta: o drom e Rromenqo". http://www.csa.fr/actualite/decisions/decisions_detail.php?id=29702
Naisaras Tumenqe savorrenqe vas Tumaro sumnakuno azutipen, kaj dinen tumari semnatùra pe amari peticia mamuj akaja emisia.

Dear Friends,
The Superior Audiovisual Board in France published on its website the decision concerning the racist programme "Délinquance: la route des Roms - Delinquency: the route of the Rroms" http://www.csa.fr/actualite/decisions/decisions_detail.php?id=29702
We would like to thank all of you for your support, especially those who signed our petition against this programme.

Chers amis,
Le Conseil Supérieur de l'Audiovisuel vient de publier sur son site la décision concernant l'émission raciste "Délinquance: la route des Roms" http://www.csa.fr/actualite/decisions/decisions_detail.php?id=29702
Nous tenons à vous remercier tous de votre soutien, spécialement les signataires de notre pétition contre cette émission

Il caso

CSA

Émission C dans l'air : France 5 mise en garde


Date de publication sur le site : 1 septembre 2005
Assemblée plénière du 11 juillet 2005 



Il Consiglio ha ammonito il canale [televisivo] France 5 a seguito della trasmissione "C dans l'air" dell'11 febbraio 2005 intitolata "Délinquance : la route des Roms". Diverse associazioni parte della Union Rromani International si sono rivolte a noi su questo tema, ritenendo che il programma costituisse un'incitazione all'odio razziale.

Dopo esami, il Consiglio ha ritenuto che questa trasmissione pone in effetti diversi problemi. Il primo risiede nell'amalgama, operato nel titolo e nell'introduzione, tra una data comunità e una forma di crimine organizzato. Questa presentazione dell'argomento è suscettibile, agli occhi del Consiglio, di rinforzare i pregiudizi razzisti e, di conseguenza, di essere contraria all'articolo 15 della legge 30 settembre 1986 e successive modifiche: "i programmi dei servizi radio-televisivi non devono contenere alcun incitamento all'odio o alla violenza per motivi di razza, sesso, costumi, religione o nazionalità."

Inoltre, il Consiglio biasima che la trasmissione non abbia permesso un contraddittorio per un'espressione più equilibrata delle opinioni in merito.

 
Di Fabrizio (del 09/05/2005 @ 16:36:25 in Kumpanija, visitato 4001 volte)
da Saimir Mile

Ciao a tutti!
A Parigi, Herdelezi è stata anche un'opportunità per fare amicizia con i Gajè. A Bagnolet, alla periferia di Parigi, abbiamo organizzato una festa, a cui sono intervenute molte persone, per condividere la celebrazione, parlare con i Rrom e ballare, assieme ai nostri gruppi e ai rappers francesi. Tra gli intervenuti, il sindaco e diversi consiglieri.
Di seguito, alcune foto

Te oven saste baxtale savorre!
And-o Paris, o Herdelèzi sas vi jekh okàzia e Rromenqe te phanden amalipen e Gajençar. And-o Bagnolet, pase k-o Paris,
kerdili avdives jekh fèsta ande savi avile but 3ene te sunen muzika rromani thaj francikani (rap) aj te vakeren e Rromençar.
Maskar lende sas vi o Serutno e forosqo vi aver manusa kotar e forosqo sombesipen.
Bichalas Tumenqe foto kotar i fèsta

 
Di Fabrizio (del 20/03/2006 @ 15:20:02 in Kumpanija, visitato 1740 volte)

da: Saimir MILE

Cari amici, nonostante una serie di difficoltà finanziarie dovute all'assoluta mancanza di appoggi, le OnG rromani di Francia assieme alla Casa d'Europa e d'Oriente, organizzano a Parigi una Conferenza Storica Internazionale sui 500 anni di schiavitù patiti dai Rom nei principati di Moldavia e Muntenia (Valacchia). Il ricevimento verrà offerto da Bertrand DELANOË, sindaco di Parigi, nei locali del Municipio dove verrà inaugurata la conferenza.

Saluti da Parigi

Il comitato organizzatore

Phrala!len, Pheja!len,
Madikh so but sas amen pharimàta, odolesqe so khonik ni mangla te del amen love, amare rromane organizàcie and-i Frànca khetanes e Evropaqe thaj e Mesmerigesqe Khereça, keren jekh Maśkarthemutni Historikani Konferència vaś i robìa e Rromenqi and-i Moldàvia thaj and-i Muntènia. O śerutno e Parizosqo, o Raj Bertrand DELANOË, akala okaziaça kerel jekh patǐv and-o Kher e Forosqo.
But baxt aj sastipen savorrenqe
Kotar i ekìpa e organizatorenqi

Parigi, 21 e 22 marzo

Il programma completo e l'invito alla conferenza su Romano_Liloro

 
Di Fabrizio (del 28/08/2009 @ 14:51:16 in musica e parole, visitato 1946 volte)

Segnalazione di Saimir Mile

27.08.09 - 15:17

Il concerto di Madonna a Bucarest è stato segnato da un incidente: il pubblico rumeno ha fischiato la star americana che si era pronunciata contro la discriminazione verso i Rom. Madonna non ha reagito [in calce link al video]

"Sono molto contenta di essere qui," ha dichiarato Madonna ai suoi fan rumeni mercoledì sera al Parco Izvor di Bucarest. Sino allora, tutto era andato bene. Invece quando ha interrotto il suo concerto di due ore per un piccolo spot sulla non-discriminazione, i fan hanno apprezzato di meno.

"Il fatto che esista ancora molta discriminazione verso gli Zigani in Europa orientale ha attirato la mia attenzione. Ciò mi rattrista," ha confidato la cantante, accompagnata da un gruppo di musicisti zigani (vedi QUI ndr).

"Siamo tutti uguali," ha proseguito, "non bisogna discriminare ne i Rom ne le minoranze sessuali." Tra il pubblico, 60.000 persone, molti hanno allora iniziato a fischiare e urlare, altri hanno applaudito. Madonna ha resistito stoicamente e ha intonato il suo pezzo "You must love me".

Ufficialmente ci sono mezzo milione di Rom in Romania,ma in realtà ce ne sono senza dubbio di più.

(JFH avec EVZ.RO (vidéo) et Gândul)

 
Di Fabrizio (del 27/08/2006 @ 11:39:47 in Europa, visitato 2356 volte)

COMMUNIQUE par Saimir Mile: Stamattina (22 agosto 2006) verso le 6.00, un gran numero di forze di polizia si sono schierate su un terreno occupato da Rumeni (principalmente Rroms) a Saint-Denis, accompagnate da quattro giovani Rroms. Scopo ufficiale dell'operazione: smantellamento di un'eventuale rete di mendicanti. Non avendo trovato componenti di questa rete, i poliziotti hanno lo stesso fermato 45 persone, uomini e donne, e parecchio materiale da riciclare. Nel programma, l'abituale sfondamento delle porte delle baracche, come pure degli oggetti all'interno, compreso il vasellame, le donne fatte uscire a forza in abiti da notte e senza potersi coprire, la classificazione di baracche e caravans...

 Delle 45 persone arrestate: 4 sono sospettate di furto di oggetti in rame (evidentemente, non possono che essere rubati, se trattasi di zigani, i poliziotti hanno anche interrogato il proprietario di un cane se non fosse stato rubato). Agli altri 41 è stata contestata l'infrazione di "falsi turisti". Questo malgrado le somme di denaro mostrate ai poliziotti e che la loro data d'entrata in Francia fosse inferiore ai tre mesi. Molti tra loro hanno i figli iscritti alle scuole francesi, ed uno abbia depositato domanda di regolarizzazione nel quadro della recente circolare. In aggiunta, la municipalità di Saint-Denis ha firmato una convenzione di sosta provvisoria su quel terreno, per permettere ai bambini di frequentare la scuola.

Qualcuno cerca una spiegazione? Ne non possiamo dare altro che una cifra: 25.000, che è il numero dei rinvii da raggiungere entro la fine dell'anno, altrimenti il sig. Sarkozy ha promesso ai prefetti che "ci saranno danni" (La Canard Enchaîné, 2 agosto 2006). Per raggiungere l'obiettivo, bisogna scegliere delle vittime facili. SecondoYannick Blanc, direttore generale di polizia alla prefettura di Parigi, c'è incompatibilità tra l'essere Rumeni e frequentare la scuola in Francia. Ha così dichiarato a Le Monde il 7 luglio 2006: "La scolarizzazione di un bambino manifesta dopo diversi anni la -regolare volontà d'integrazione- contenuta nella circolare. Niente a che vedere con i famosi "turisti" rumeni, dove i bambini mendicano nel metrò." (sull'argomento il nostro comunicato). E' vero, una sola famiglia ha avuto il coraggio di presentare domanda, anche se sono in molte che rientrano nei criteri. Il padre di questa famiglia è oggi in un CPT assieme agli altri, come ricompensa per essersi fidato delle istituzioni. Un colpo serio che rafforza la malfidenza!

Contact : lavoixdesrroms@yahoo.fr

 
Di Fabrizio (del 26/06/2006 @ 10:48:53 in Regole, visitato 2734 volte)

da Saimir MILE COMUNICATO Vogliamo la verità sulla morte di Vilhelm Covaci

In seguito alla morte, nella notte dal 19 al 20 giugno 2006, di un giovane Rrom inseguito dalla polizia, l'associazione "La Voix des Rroms" domanda che sia fatta luce su quanto è successo. I poliziotti hanno aperto il fuoco in un luogo frequentato da Rroms, e Vilhelm Covaci, 19 anni, è morto annegato nel canale Saint Denis provando a sfuggire ai poliziotti che lo inseguivano. Suo fratello, Daniel L., che lo accompagnava, è stato così brutalmente colpito, in loco ed in seguito al commissariato, che è stato inviato all'ospedale a Bobigny, per come era ridotto. Accanto alla famiglia della vittima, l'associazione "La Voix des Rroms" domanda che sia fatta luce su questo fatto drammatico. Una conferenza stampa sarà organizzata martedì 27 giugno alle 11 dove vivono i genitori (dettagli in fondo pagina), dove saranno annunciate tra l'altro e nuove iniziative delle associazioni rroms e dei cittadini interessati.

Il corpo senza vita di Vilhelm Covaci, di 19 anni, è stato trovato nel canale Saint Denis venerdì 23 giugno verso le 12h 30. Il procuratore della repubblica ha ordinato l'apertura di un'indagine, ed il trasporto del corpo del giovane Covaci all'Istituto medico-legale di Parigi per d'autopsia. Infatti, Vilhelm Covaci sapeva perfettamente nuotare ed a quest'epoca dell'anno l'acqua non è abbastanza fredda per fare pensare ad una sincope. Inoltre, la causa reale del decesso li interroga tanto più che, anche se si sapesse che il sig. Covaci era annegato ad un posto preciso (dove i poliziotti lo inseguivano), la ricerca del corpo ha avuto luogo soltanto venerdì scorso, cioè 3 giorni dopo. I Rroms che avevano assistito alla scena della notte dal 19 al 20 affermano avere inteso grida ed avere visto poliziotti colpire violentemente un giovane uomo coricato per terra, ciò che è confermato da Daniel L.

Accanto alla famiglia della vittima, l'associazione "La Voix des Rroms", esige la verità sulle circostanze precise della morte di Vilhelm Covaci, secondo la giustizia. Inoltre, vogliamo fare un punto sulle brutalità poliziesche di cui i Rroms sono vittime. Ad esempio, circa un anno fa, sempre ad Aubervilliers, dei poliziotti aprivano il fuoco su un posto abitato da  Rroms della Romania gridando insulti razzisti. Un'indagine era stata aperta allora, ma finora non abbiamo avuto notizie. Oggi l'affare è infinitamente più grave, è morto un uomo. Dopo il razzismo delle parole, chiaramente espresso, come dal sig. Yves Calvi è i suoi amici nell'emissione "delinquenza, la strada dei Roumani" diffusa sulla rete pubblica France 5, (catena che si dice culturale e pedagogica), noi siamo preda di un razzismo di Stato mortale.

Una conferenza stampa sarà organizzata martedì 27 giugno alle 11 a Aubervilliers, sul terreno dove viveva Vilhelm Covaci.

Per trovarci: Porta di Aubervilliers, prendere la via del posto, a destra delle tende del circo di fronte alla rotonda. Alla fine della via del posto, girare a destra dinanzi all'impresa di calcestruzzo. Il terreno rrom è chiuso da una porta di lamiera ondulata grigia e verde.

Raggiungeteci per chiedere verità e giustizia.

 
Di Fabrizio (del 27/10/2006 @ 10:16:55 in media, visitato 2658 volte)

Carissimi,

Vorrei annunciare che dalla scorsa settimana ho lanciato un'emissione TV da satellite con annunciatori/ospiti Rom. L'autore dei programmi è Asmet Elezovski, per la produzione Evropakiri Romani Televizija (TV SUTEL).

Me kamav te dav tumen informacija kaj kotar naklo kurko lija starto Tv emisija pe satelito e Romane misafiriencar.
O autori pe emisije si o Asmet Eleozovski, productija si pe Evropakiri Romani televizija (TV SUTEL).

Potete visionare ogni settimana a partire dalle 20.00 il programma "AMEN E ROMA '" via satellite
Intel sat 10-20 1 w
Frek. 12607
Sim.rate. 10127
Fec 3/4

Tumen situmen saipe te diken i programa sako luine-ponedelnik- monday katar 8 h caso pe rach : AMEN E ROMA" ko sateliti
Intel sat 10-20 1 w
Frek. 12607
Sim.rate. 10127
Fec 3/4

I primi ospiti sono stati  Samir Mile da Parigi che ha parlato della storia dei Rom e Adam Andrasz dalla Polonia, precisamente dal Roma Muzei a Tarnow, sulla cultura romani

Avdive misfairi si o Samir Mile from Paris France thaj Adam Andrasz Poland. Pe nagluno kotor ka ovel intervju e Saimir Milesa
pe histoprija thaj cacimata vi chib. Pe dujto kotor ka ovel sikavimos pe historija thaj kultura katar o Muzejo kotar Poland Warsaw.

Vi informeremo sulle prossime trasmissioni e sui prossimi ospiti.
Pe vaver emisia ka das tumen informacija ko ka ovel misafiri, gosto.

Devlesa
Asmet Elezovski

 
Di Fabrizio (del 20/10/2006 @ 10:15:24 in Europa, visitato 1405 volte)

Intervento de "La voce dei Rroms" alla conferenza dell'OSCE | 17 ottobre 2006
Intervento di Saimir MILE, moderatore del gruppo di lavoro rrom sul Piano d'azione e portavoce dell'associazione "la voce dei Rroms"

Ambasciatori onorati,
Signore e signori,
Cari amici e colleghi,

Come moderatore del gruppo rrom di lavoro sul piano d'azione e come attivista dei diritti umani che vive in Francia da 10 anni, vorrei richiamare la vostra attenzione su un fatto che avevo citato in occasione della seduta di lavoro sulla democrazia e le elezioni. I discorsi e le discussioni nelle riunioni sulla dimensione umana dell'OSCE danno generalmente l'impressione che i paesi dell'Ovest garantirebbero un aiuto ai paesi dell'Est nei processi di democratizzazione di questi ultimi. Faccio parte di quelli che rifiutano di vedere questo scambio come a senso unico, tanto più che, vivo in Francia, sono testimone di tutta una serie di problemi che rimangono invisibili, o nei migliori dei casi, inascoltati nelle riunioni dell'OSCE.
Soprattutto dal 2003, la situazione della popolazione rrom in Francia, dei Rroms di nazionalità francese e di quelli aventi una nazionalità straniera, si sta deteriorando in modo inquietante. Ho fatto riferimento due giorni fa dell'esclusione legale dei Rroms francesi della vita politica, attraverso una discriminazione creata dalla legge francese. Devo aggiungere a ciò il criminalizzazione della sosta dei caravan al di fuori delle aree designate, che in pratica non esistono quasi, la violenza regolarmente esercitata dalla polizia su Rroms, Sinté e Kalé, francesi e stranieri, in occasione delle espulsioni, l'estorsione dei Rroms da parte di poliziotti, che senza alcun mandato, estorcono loro somme di denaro e i documenti d'identità, e l'elenco sarebbe ancora lungo.
Così, in questa mia doppia posizione, allo stesso tempo come attivista rrom che vive in Francia e come persona impegnata a livello internazionale per i diritti umani, vorrei presentare le raccomandazioni seguenti all'OSCE, ai suoi stati partecipanti ed inoltre, una serie di raccomandazioni specifiche per la Francia:

Raccomandazioni all'OSCE ed alle sue istituzioni:

  1. Riconoscere il popolo rrom riferendosi alla sua identità, evitando la sua stigmatizzazione sociale, modificando il paragrafo 72 del Piano d'azione come segue : "prevedere di adottare misure volte a garantire il rispetto, la protezione e la promozione del rromani e del suo insegnamento, come pure della cultura rrom come parte integrante del patrimonio culturale europeo". Tale era la formulazione proposta dal gruppo rrom di lavoro sul piano d'azione, una questione ribadita alla conferenza di Cordoue sull'antisemitismo e le altre forme d'intolleranza.

  2. Associare, quindi, il gruppo di lavoro rrom al Piano d'azione, nella sua messa in opera, la sua valutazione e la sua revisione. Delegare ed accordare il bilancio necessario sulle questioni rroms e per organizzare il "gruppo 2018 ", che si sostiene sull'esperienza e la competenza del gruppo rrom di lavoro sul Piano d'azione.

  3. Includere progressivamente i problemi d'ordine sociale che affrontano Rroms e Sinté nelle attività rispettive dell'OSCE.

Raccomandazioni agli stati partecipanti:

  1. Adottare meccanismi di partecipazione che si basino sulle raccomandazioni del gruppo rrom di lavoro, in particolare sul principio di prossimità.

  2. Adottare misure concrete per utilizzare interamente le risorse umane esistenti fra Rroms e Sinté, finanziando programmi d'insegnamento per allargare e consolidare un'elite rrom, capace di agire come un partner reale nella messa in opera delle politiche.

  3. Utilizzare ragionevolmente il metodo di determinazione degli obiettivi specifici dei Rroms e Sinté con le politiche sociali, per rispondere ai problemi specifici incontrati da questa popolazione, evitando l'aumento dell'ostilità fra quelli che, che appartengono alle popolazioni maggioritarie, parte dello stesso segmento sociale, esclusi economicamente e socialmente.

Raccomandazioni specifiche per la Francia:

  1. Ritirare le disposizioni della legge finanziaria 2006 che istituisce una tassa d'abitazione per i caravan, discutibile nel suo principio stesso (il caravan non è riconosciuto come alloggio nei termini dei vantaggi sociali che un alloggio procura) ed esorbitante nel suo importo (3 volte superiore alla tassa d'abitazione applicata agli alloggi nel centro di Parigi).

  2. Riconoscere la presenza sul suolo francese di una popolazione rrom come una componente della diversità sociale e dell'identità nazionale francese.

  3. Adottare una posizione politica chiara e misure concrete per fermare la violenza poliziesca esercitata gratuitamente su Rroms e Sinté, siano di nazionalità francese o straniera.

  4. Riformare il funzionamento della "Commissione consultiva della gens du voyage" per ottenere una partecipazione reale ed una legittimità di questa struttura.

  5. Realizzare le aree d'accoglienza necessarie, come previste dalla legge, tenendo debitamente conto della domanda legittima delle persone interessate ad avere accesso a terreni familiari.

  6. Finanziare delle borse di studio per i candidati, francese e stranieri, agli studi di lingua e civilizzazione rromanies, come un mezzo di soluzione duratura a tutta una serie di problemi regolarmente identificati in Francia ed in misura maggiore, in Europa.

  7. Garantire una parità di trattamento, attraverso un equilibrio nell'aiuto finanziario alle associazioni "amiche degli zingari" ed alle associazioni rroms, fondata sulla competenza ed il potenziale rispettivi di queste associazioni.

 
Di Fabrizio (del 16/05/2010 @ 09:36:51 in conflitti, visitato 2012 volte)

 (il link per chi legge da Facebook) Un appel de La voix des Rroms / Video realisee par GadjeProductions

Testo di Roberto Malini

Domani, 16 maggio, l'associazione La Voix des Rroms celebra per la prima volta in Francia il 66° anniversario dell'insurrezione dei Rom e Sinti ad Auschwitz-Birkenau. Raymond Guèreme, sopravvissuto ai campi e protagonista della Resistenza testimonierà la sua esperienza. La canzone che gli dedicarono le sue sorelle, anche loro internate nei campi, come tutti i Rom catturati dai nazisti, sarà interpretata, con la partecipazione di trenta artisti, durante la celebrazione. [...]

Qui di seguito, il testo scritto da Roberto Malini due anni fa, per ricordare la pagina tragica e gloriosa dei Rom e Sinti chiusi nello Zigeunerlager di Auschwitz e tradotta in francese dal prof. Saimir Mile per "La Voix des Rroms". 

"Per opporre alla discriminazione dei Rom ragioni di civiltà è fondamentale celebrare ogni anno, nelle ricorrenze, la memoria delle vittime Rom dell’Olocausto," ha scritto recentemente l'autore nel corso di un progetto per la Croce Rossa. "Scrissi il brano che segue il 16 maggio 2008, per ricordare una pagina di memoria del Samudaripen e dei suoi martiri, che nello stesso giorno, nel 1944, vergarono con il sangue una pagina indimenticabile di resistenza ed eroismo ad Auschwitz, la «fabbrica della morte».

Siamo tutti Rom

Per opporre alla discriminazione dei Rom ragioni di civiltà è fondamentale celebrare ogni anno, nelle ricorrenze, la memoria delle vittime Rom dell’Olocausto. Scrissi il brano che segue il 16 maggio 2008, per ricordare una pagina di memoria del Samudaripen e dei suoi martiri, che nello stesso giorno, nel 1944, vergarono con il sangue una pagina indimenticabile di resistenza ed eroismo ad Auschwitz, la «fabbrica della morte».

Il 16 maggio 1944 4.000 Rom internati nello zigeunerlager di Auschwitz decisero di opporsi ai loro aguzzini, che secondo programma erano venuti a prelevarli, per condurli nelle camere a gas. Di fronte a un’umanità ridotta in condizioni pietose – formata da nugoli di bambini pelle e ossa, donne e capifamiglia scalzi – si trovava la più potente e organizzata macchina di oppressione morte di tutti i tempi. Non furono solo gli uomini a decidere di non piegare il capo di fronte ai carnefici in divisa; anche le manine ossute dei bimbi e delle donne raccolsero pietre, mattoni, spranghe, rudimentali lame e tutti insieme i Rom di Auschwitz dissero: «No!».

«Non vi daremo i nostri piccoli, perché li facciate uscire dai vostri camini. I vostri medici ne hanno già straziati tanti, sperimentando la loro scienza mostruosa su di loro. Le loro urla salivano fino al cielo, più in alto ancora del fumo denso che usciva dai crematori, più in alto ancora delle nostre preghiere. Non annienterete le nostre famiglie, cui avete già tolto i doni preziosi della libertà e della dignità. Non lasceremo alle vostre mani rapaci, ai vostri cuori tenebrosi, al vostro odio disumano la bellezza delle nostre vite, la santità dell’amore che unisce le nostre famiglie in un popolo povero, ma fiero». Le mamme stringevano al petto i bimbi più piccoli, mentre combattevano; i ragazzini difendevano lo Zigeunerlager finché il sangue non li copriva, rendendoli simili agli spiriti della vendetta delle leggende; braccia scure brandivano armi rudimentali in un impeto instancabile, finché le SS si ritirarono, esterrefatte davanti a quell’eroismo, a quel coraggio sovrumano che affrontava le pallottole e le baionette con la carne nuda. Le SS si ritirarono, portando con sé molti cadaveri tedeschi. Solo il 2 agosto 1944 i nazisti – dopo aver ridotto in fin di vita la popolazione Rom prigioniera della «fabbrica della morte», limitando al minimo il suo sostentamento alimentare – riuscirono a liquidare lo Zigeunerlager. 2.897 eroi Rom furono assassinati in una sola notte nelle camere a gas di Birkenau.

Oggi, 16 maggio 2008, siamo di fronte agli eredi dei carnefici di Hitler. I mandanti del nuovo crimine di massa sono quegli uomini e quelle donne che vediamo ogni giorno sulle pagine dei giornali e in TV, sorridenti, pieni di boria, rifatti dal lifting e dal trucco, con le bocche ghignanti piene di parole che suonano come «legalità», «giustizia», «sicurezza», ma che significano persecuzione, razzismo e morte. Li vediamo ogni giorno e non hanno più colore politico, perché sono uniti e uniformati dall’odio. Non hanno rispetto di niente: non della vita, non dei diritti umani, non delle leggi universali, non della nuova Europa che si oppone ai pregiudizi. Hanno istigato violenze e pogrom in tutta Italia, ingannando le masse con calunnie razziste e incitamenti alla violenza xenofoba. Non li fermeremo, noi che vediamo ancora la luce dei Diritti Umani, noi che adesso siamo tutti Rom, noi che vogliamo essere Rom perché vogliamo essere giusti, non li fermeremo se non decidiamo fin da adesso di ereditare l’orgoglio dei Rom di Auschwitz e non ci prepariamo a schierarci accanto alle famiglie perseguitate, sfidando le autorità che non rappresentano più nulla, le divise che non rappresentano più nulla, le più alte cariche dello Stato che hanno tradito ogni valore, che non hanno il diritto ad esprimersi a nome di un popolo, di una civiltà di un’umanità che – fra tanti orrori – ha creato anche un testo che è un impegno a costruire un futuro migliore per tutti: la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. 

Traduzione in francese su "La Voix des Rroms": http://www.blogg.org/blog-44189-offset-105.html

Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
+39 393 4010237 :: 39 331 3585406
info@everyonegroup.com :: www.everyonegroup.com

 
Di Fabrizio (del 02/02/2008 @ 09:32:16 in casa, visitato 3269 volte)

Ricevo da Roberto Malini

Per combattere efficacemente la discriminazione - ormai divenuta, in Italia, persecuzione - che colpisce i Rrom, è necessario che il popolo Rrom sia riconosciuto dalle Istituzioni nazionali e internazionali come una "nazione senza territorio". Solo così si potrà preservare la sua identità. Ecco perché il Gruppo EveryOne non combatte solo gli effetti dell'oppressione (per esempio, con la Mozione che ha prodotto la Risoluzione del Parlamento Europeo del 15 novembre 2007, che intima all'Italia di abbandonare le politiche antizigane o con la Denuncia al CERD - Nazioni Unite - e alla Corte Internazionale di Giustizia de L'Aja, entrambe accolte, per i crimini contro l'umanità commessi dalle Istituzioni italiane), ma si impegna perché venga approvato lo Statuto Quadro del Popolo Rrom nell'Unione Europea.
La petizione e la campagna per salvare Sulukule sembrano piccola cosa, in questa tragica emergenza internazionale, ma non è così, perché l'identità di un popolo inizia con le radici della sua Storia. Salvare da sgomberi, ruspe e cemento il quartiere di Sulukule, a Istanbul, in Turchia, significa proprio difendere le
radici di una cultura, di un mondo e di un'antica tradizione. Sono fragili radici da cui può avere ancora origine una quercia solida e vitale. Ecco perché vi invito a leggere, sottoscrivere e considerare attentamente la petizione per salvare Sulukule... delicate radici che hanno bisogno della cura di ognuno di noi. Roberto Malini - Gruppo EveryOne

Campagna urgente per salvare Sulukule (Turchia) e tutelare la Comunità Rrom più antica del mondo.
Campagna per salvare il quartiere Rrom di Sulukule (Istanbul, Turchia).


Il Gruppo EveryOne è a fianco dell'Associazione Rrom di Sulukule, dell'Union Romani, dell'Unesco e di tutte le organizzazioni che si battono per la tutela dei diritti dei Rrom in questa Campagna internazionale contro lo sgombero di una fra le comunità Rrom più antiche del mondo e la "modernizzazione" del quartiere, che distruggerebbe un Patrimonio dell'Umanità.

Il quartiere di Sulukule fu popolato dalla comunità Rrom a partire dall'era Bizantina e divenne il primo insediamento al mondo di Rrom sedentari nel XV secolo, sotto il sultano Mehmet il Conquistatore, protagonista della caduta di Costantinopoli. Le case, le strade, l'intero quartiere di Sulukule sono parti di uno straordinario monumento che rappresenta un'epoca e un popolo antico: un prezioso, inestimabile Patrimonio dell'Umanità. Il Comune di Istanbul ha già
attuato interventi invasivi nell'area, ma attualmente ha preso la decisione di cancellare le tracce dell'insediamento, sgomberandola dai 3000 Rrom che la abitano (discendenti dei Rrom di Costantinopoli) e avviando, a partire da febbraio 2008, il "progetto di rinnovamento urbano", che prevede la demolizione degli edifici storici e l'edificazione di un quartiere moderno.

A nulla sono valse finora le proteste dell'Associazione di Sulukule per la valorizzazione della Cultura Rrom e la Solidarietà né le istanze presentate al municipio e al governo turco da numerosi accademici delle più importanti università del Paese. Il progetto in corso, se portato a termine, causerà l'assimilazione forzata dei Rrom di Sulukule da parte della cittadinanza di Istanbul e la distruzione di un quartiere storico in cui le tradizioni dei Rrom turchi si sono miracolosamente conservate per secoli e secoli. Il Gruppo EveryOne, insieme all'Associazione di Sulukule per la valorizzazione della Cultura Rrom e la Solidarietà, all'Union Romani, a La Voix des Rroms e alle organizzazioni per la tutela dei diritti dei Rrom chiede con vigore alle autorità di Istanbul e della Turchia di non perseguitare un popolo che deve invece essere tutelato, con le sue preziose tradizioni, e di non distruggere un sito storico che è Patrimonio  dell'Umanità.

Salvare l'antico sito Rrom di Sulukule e impedire che i Rrom che vi abitano siano sgomberati significa salvare un pezzo di Storia del nostro mondo, impedire un grave abuso sui Rrom della Turchia e permettere che un'antica tradizione si tramandi alle generazioni future. E' necessario agire subito, inviando e-mail, cartoline e lettere di protesta, copiando il testo della pedizione e aggiungendo messaggi rivolti alle autorità turche: "No alla distruzione di Sulukkule", "No allo sgombero dei Rrom dal quartiere di Sulukkule", "Il quartiere di Sulukkule e i suoi abitanti Rrom sono patrimonio della Storia e dell'umanità" ecc.

Firmate la petizione "SAVE SULUKULE" su www.everyonegroup.com

E inviate le vostre e-mail, cartoline e lettere ai seguenti destinatari:

Abdullah Gül
President of Turkey
Postal address:
T.C. Cumhurbaskanligi
Cankaya-Ankara Turkey
e-mail: cumhurbaskanligi@tccb.gov.tr

Recep Tayyip Erdogan
Prime Minister of Turkey
Postal address: Basbakanlik
06573 Ankara
Turkey
Fax: +90 312 417 0476

Ertuğrul Günay
Minister of Culture and Tourism of Turkey
Postal address:
T.C. Kultur ve Turizm Bakanligi
Ataturk Bulvari No. 29
06050 Opera Ankara Turkey
e-mail: ertugrul.gunay@kulturturizm.gov.tr

Kadir Topbag
Major of Istanbul
Postal address:
Istanbul Buyuksehir Belediye Baskanligi Sarachane Istanbul
Turkey
e-mail : baskan@ibb.gov.tr

Mustafa Demir
Major District of Fatih - Istanbul
Postal address:
Büyük Karaman Cad. No. 53 Fatih Istanbul, Turkey
e-mail : mustafademir@fatih.bel.tr



EveryOne Group
Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau, Jean (Pipo) Sarguera, Santino Spinelli, Daniela De Rentiis, Marcel Courthiade, Saimir Mile, Ahmad Rafat, Arsham Parsi, Laura Todisco, Glenys Robinson, Steed Gamero, Fabio Patronelli, Stelian Covaciu, Udila Ciurar, Alessandro Matta, Cristos Papaioannou, Paul Albrecht.

Promoters and Consultants
Carolina Varga Dinicu • Association des Droits Democratiques a Geneve • Centre Culturel Gitan, Pavillons-sous-Bois (France) • Promoters and Consultants • La Voix des Rroms (Paris) • Gypsy Lore Society (Usa) • Group of Migrants & Refugees of Salonica • Union Gypsy • Roma Right Watch • Union Rromsni • Roma Press Center (Budapest) • Opera Nomadi • Associazione Çingeneyiz (Rroms in Turkey) • Romani Yah - Association and Newspaper of Romas from Transcarpathia • Roma Virtual Network • Tamara Deuel (Israel), Holocaust survivor – activist against the discrimination of Rroms • Mercedes Lourdes Frias, Italian Republic Depute (Rifondazione Comunista - Sinistra Europea) • Etudes Tsiganes (Paris) • Alain Reyniers, anthropologist at the University of Louvain-La-Neuve (Belgium), expert in Rroms, Sinti and Kale cultures • European Roma Information Office • Roma Diplomacy Programme • John Pearson, Secretary, Democratic Socialist Alliance, UK • Gady Castel (Israel), director, director of the Jewish Film Festival "Jewish Eyes" of Tel Aviv, author of documentaries on the Holocaust • Cristina Matricardi, founder of the first Multiethnic kindergarten "Oasis" - Genoa • Maria Eugenia Esparragoza, Cultural mediator, member of the Ministerial Intercultural Technical Committee • Professor Matt T. Salo, researcher and publisher, expert in Gypsy culture • Emiliano Laurenzi, giornalista • Paolo Buconi, Yiddish and Klezmer musician • Marius Benta, journalist • Seven Times (Romania) • Ted Coombs, Director of Hilo Art Museum (Holocaust and Genocide art) • Steve Davey, co-director of the Hilo Art Museum (Holocaust and Genocide Art) • Mirjam Pinkhof, survivor of the Shoah, Holocaust heroine who saved 70 Jewish children from the Nazis • Halina Birenbaum, survivor of the Shoah, writer and teacher • Oni Onhaus, Holocaust witness • Manzi Onhaus, Auschwitz survivor • Elisheva Zimet, Auschwitz survivor • Alice Offenbacher, Bergen Belsen survivor• Mirko Bezzecchi, survivor the Samudaripen • Antonia Bezzecchi, survivor the Samudaripen • Hanneli Pick-Goslar, friend of Anne Frank, Holocaust survivor • Michael Petrelis, veteran Human Rights Advocate (Usa) • Stichting Buitenlandse Partner • Professor Saimir Mile, jurist, lecturer in Rromsni, Sinti and Kale culture at the University of Paris (INALCO), General-Secretary of the Centre of Research and Action in France Against all Forms of Racism, member of EveryOne Group • Jean (Pipo) Sarguera, President of the Centre culturel gitan – Paris • Emeritus professor Marcel Courthiade, holder of the chair of Rromsni, Sinti and Kale language and civilization at the University of Paris (INALCO) • Kibbutz Netzer Sereni, Israel • Antonia Arslan, essayist and writer • Caffé Shakerato - Intercultura - Genova • Simona Titti, Caritas Livorno • Gazeta de Sud, Cotidian al oltenilor de pretutindeni (Romania) • Oana Olaru, journalist (Romania) • Fabio Contu, playwright and teacher, Comunità Sant'Egidio, Genova • Allie, Gypsy News, NE, Ohio, United States • Guri Gentian - Group of Migrant&Refugees of Salonica • Associazione Yakaar Italia Senegal • Associazione Secondoprotocollo Onlus • Elisa Arduini, Cristina Monceri, Miriam Bolaffi, Roberto Delponte, Noemi Cabitza, Giorgia Kornisch, Claudia Colombo, Andrea Pompei, Chiara Maffei, Federica Battistini (Members of Secondoprotocollo) • Thèm Romano ONLUS Association

info@everyonegroup.com
www.everyonegroup.com

 
Di Fabrizio (del 19/04/2009 @ 09:18:12 in Europa, visitato 1550 volte)

Segnalazione di Tom Welschen

Par Hélène Decommer | Etudiante en journalisme | 14/04/2009 | 17H59

Questo martedì mattina, alle 6, i CRS (vedi QUI ndr) hanno sgomberato un accampamento di circa 400 Rom, tra cui un centinaio di bambini, installati da sei mesi a Drancy, Seine-Saint-Denis.

I Rom raccontano che una ventina di mezzi della CRS sono arrivati e che i poliziotti li hanno sloggiati senza riguardo e senza autorizzazione. Spiega un mediatore sociale dell'accampamento:

"Hanno forzato la porta, ed in seguito, non si sono qualificati. Ci sono state madri con bambini spinte fuori, gente messa a terra (sul link -cliccare sul logo della testata- si può ascoltare l'intervista a Saimir Mile, presidente dell'associazione La Voix des Rroms)"

Senza sapere dove andare, gli espulsi si sono installati dalle ore 10 davanti alla stazione di Saint-Denis. Tra il canale e la fermata dei bus, hanno depositato le loro cose raccolte in fretta e furia. I bambini giocavano mentre i genitori cercavano un nuovo terreno dove installarsi. Diverse dozzine di Rom espulsi sono già partiti per le città lì attorno.

"I Rom sono la patata bollente che si rigirano"

Sul posto, sono presenti diverse associazioni. Alexancre Le Cleve, direttore di Hors la rue, racconta:

"Espulsioni come queste succedono molto spesso. I Rom, sono la patata bollente che si rigirano. Sono anche la variabile di adeguamento della politica francese sull'immigrazione.

L'anno scorso, sui 25.000 rimpatri alla frontiera organizzati dal governo, 10.000 riguardavano i Rom di Romania."

20.000 euro per espulsione

Saimir Mile, presidente dell'associazione La Voix des Rroms, tira fuori la sua calcolatrice:

"Abbiamo fatto il calcolo partendo dalle cifre del governo. Tenuto conto che il senato stabilisce a 20.000 euro il prezzo di un'espulsione, la Francia avrebbe dispensato 600 milioni in questi tre ultimi anni, unicamente per i Rumeni.

Vi rendete conto del pasticcio! E' un enorme spreco di soldi quando questa gente potrebbe lavorare. Voi avete qui muratori, autisti, donne che lavorano."

Tra i bambini sgomberati, una cinquantina sono scolarizzati a Seine-Saint-Denis. "Hanno atteso le vacanze scolastiche per lanciare lo sgombero", rilancia con amarezza Saimir Mile. Dopo 14 ore, ne i Rom ne le associazioni avevano ricevuto spiegazioni da parte del sindaco o della polizia.

 
Di Fabrizio (del 30/05/2008 @ 09:05:14 in casa, visitato 1968 volte)

Ricevo da Roberto Malini

COMUNICATO STAMPA 28 maggio 2008

ROM E SICUREZZA, APPELLO DEL GRUPPO EVERYONE, DEI MEDICI E DEI SOPRAVVISSUTI ALL’OLOCAUSTO: “IN ITALIA EMERGENZA UMANITARIA PER IL PROSSIMO INVERNO PER 70MILA PERSONE”

ALL’ALLARME DEGLI ATTIVISTI FANNO ECO, FRA GLI ALTRI, NEDO FIANO E GOFFREDO BEZZECCHI, UN EBREO E UN ROM SOPRAVVISSUTI ALL'OLOCAUSTO. IN ARRIVO UNA TASK FORCE INTERNAZIONALE DI MEDICI E INFETTIVOLOGI PER STILARE UN RAPPORTO EUROPEO

“Per il prossimo inverno esiste in Italia un’emergenza umanitaria che riguarda oltre 70mila Rom attualmente senza tetto, sgomberati a un ritmo quotidiano da case abbandonate, rifugi sotto i ponti, parchi e discariche”. A lanciare l’allarme di un rischio genocidio è il Gruppo EveryOne, a fianco dei testimoni del'Olocausto Nedo Fiano - sopravvissuto ad Auschwitz - e Goffredo Bezzecchi, superstite del "Samudaripen", lo sterminio nazista di un milione di Rom. Anche Amnesty International manifesta la più viva preoccupazione, nel suo Rapporto 2008 sulla situazione dei Diritti Umani nel mondo, sottolineando il clima di discriminazione, segregazione e persecuzione anti Rom che si respira in nel nostro Paese. “Il Governo Italiano e le istituzioni comunali, provinciali e regionali devono interrompere immediatamente gli sgomberi di persone e famiglie Rom dai loro rifugi di fortuna e provvedere a garantire loro assistenza socio-sanitaria. Gli sgomberi dei micro-insediamenti, attuati con una frequenza che è divenuta quotidiana da parte forze dell'ordine, mettono in mezzo alla strada e in pericolo di vita migliaia di esseri umani innocenti, la maggior parte dei quali sono bambini” affermano i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau. Il presidente dell'organizzazione Romano Drom, Giorgio Bezzecchi, sottolinea la gravità della contingenza in cui si trova il popolo Rom: "Gli sgomberi dei micro-insediamenti sono decuplicati, rispetto allo scorso anno, e non vedo come potranno sopravvivere decine di migliaia di bambini, donne e uomini Rom senza cibo né medicine, quando arriveranno temperature al di sotto dello zero". “Mentre i campi Rom di grandi e dimensioni sono monitorati da associazioni e comitati per i Diritti Umani," proseguono i leader del Gruppo EveryOne, "gli sgomberi degli insediamenti composti da singole famiglie o gruppi esigui causano una diaspora di decine di migliaia di Rom di cui, in seguito alle operazioni di allontanamento e spesso di deportazione oltre i confini di comuni e regioni, si perdono le tracce". Nel complesso, il Gruppo EveryOne stima che vi siano attualmente più di 70 mila Rom - fra cui 40 mila bambini, molte donne incinte e persone affette da patologie cardiache e infezioni gravi - esposte a gravissimi pericoli causati dall'indigenza, dalla situazione sanitaria e dall'attività dei gruppi razzisti”. E’ di ieri la conferma del ministro degli Esteri Franco Frattini che il Governo Italiano ha chiesto all'UE i fondi comunitari per l'integrazione dei Rom messi a disposizione da Bruxelles, che ammontano a decine di milioni di euro. “A maggior ragione,” continuano i rappresentanti del Gruppo “è ora che i politici che governano questo Paese interrompano immediatamente la campagna persecutoria nei confronti del popolo Rom, che in queste ore sta vivendo momenti drammatici per la sua sopravvivenza. Si deve rilevare inoltre che alla richiesta dei fondi non ha fatto seguito alcuna dichiarazione relativa a progetti di accoglienza e integrazione, ma solo proclami di nuove operazioni di sgombero ed espulsione dei Rom che vivono in Italia. Ricordiamo che le espulsioni dei Rom romeni, i cui capifamiglia sono in Italia in cerca di lavoro, sono vietate dagli articoli 16 e 27 della Direttiva 2004/38/CE e che sgomberi e deportazioni 'al confino' sono proibite - in quanto atti di discriminazione e violazione dei diritti umani - dalla Direttiva 2000/43/CE e dalla Risoluzione del Parlamento europeo per una strategia europea riguardante i Rom. L'Unione europea ha manifestato un giudizio estremamente positivo verso progetti di integrazione come quello denominato 'Romanesia', elaborato dagli esperti del Gruppo EveryOne, che ha fra i propri membri personalità di chiara fama della società e della cultura Rom, a livello internazionale, da Marcel Courthiade a Saimir Mile, da Jeanne Gamonet a Jean (Pipo) Sarguera. 'Romanesia' si basa sulla concessione alle comunità Rom locali di terreni, che devono assere destinati all'edificazione da parte di imprese e manodopera Rom, sotto l’egida dell’Unione Europea e delle associazioni per i Diritti Umani, con assistenza sociale e sanitaria e attuazione di programmi d’integrazione lavorativa per gli adulti e scolastica per i minori”. EveryOne fa sapere inoltre che è al lavoro una task force internazionale di medici e infettivologi che presto presenterà, di concerto con gli esponenti del Gruppo, un rapporto alla Commissione e al Consiglio Europeo, dove si annuncia il rischio sempre più incombente in Italia di una morìa incalcolabile e tragica di esseri umani.

 

Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne               
Tel: (+ 39) 334-8429527
 
Di Fabrizio (del 27/05/2008 @ 08:58:07 in Europa, visitato 2597 volte)

Da Saimir Mile

TESTIMONIANZA ROM - MAI PIU'!!

APPELLO ALLA UE PER TERMINARE LA PULIZIA ETNICA DEI ROM

Noi - individui e membri di vari gruppi cittadini di tutta Europa - condanniamo, nei termini più forti possibili, il recente fallimento delle autorità italiane di proteggere i nostri concittadini e residenti nell'Unione Europea, e per continuare a perpetrare un'atmosfera di xenofobia attraverso commenti politici infiammatori e politiche aggressive verso i migranti. Ci riferiamo agli shoccanti violenti incidenti della settimana scorsa a Napoli (Ponticelli) in cui centinaia di cittadini rumeni (Unione Europea) di origine rom - donne e bambini tra loro - sono stati forzati a fuggire per paura delle loro vite e le loro case distrutte, e altri deportati a forza dalla polizia italiana (vedi i link indicati in calce). Questo pare essere parte di un modello ciclico per cui quando un Rom viene accusato di un crimine, l'intera comunità viene presa a bersaglio di una violenta punizione. Per esempio, nel novembre 2007, un rumeno ritenuto di origine rom fu accusato di delitto. Circa nello stesso periodo in Italia, una giovane donna (di nazionalità britannica, Meredith Kercher) fu pure uccisa, ed una donna americana venne implicata nel caso. Non ci fu un sollevamento degli italiani contro tutti gli americani in Italia. Non vennero bruciatele case degli abitanti americani. La sospettata dell'omicidio fu vista come individuo, e non rappresentava l'intera nazione.

Le recenti azioni contro i Rom Europei ci ricordano le politiche pre-Olocausto visibili in Europa negli anni '30, attività ed azioni in cui il governo di estrema destra dell'Italia sotto Mussolini fu responsabile di scegliere sistematicamente cittadini di origine Ebrea e Romani/Sinti. Lo stesso politiche genocide furono testimoniate in Germania, Austria, Croazia ed in altri stati in cui le politiche fasciste divennero accettabili dalla massa delle popolazioni di questi stati, molte delle quali assistere senza recriminare alla presa di loro simili inviati nei campi. Influenzato dai commenti xenofobi del governo Berlusconi, quasi il 70% degli Italiani hanno affermato in un sondaggio informale della settimana scorsa di voler espellere un'altra volta i Rom dal paese, i semi di un altro Olocausto è stato seminato in Europa.

Noi, cittadini e residenti in Europa, siamo oltraggiati dal silenzio con cui gli intellettuali ed i politici "umanisti" hanno risposto assieme ai pogroms in Europa diretti contro le comunità Romani, stavolta nel "democratico" stato italiano, ironicamente tra gli originali fondatori membri della Comunità Europea.

Riguardo a ciò, vorremmo enfatizzare le lodevoli affermazioni della ministra spagnola, Maria Teresa Fernandez de la Vega, come contro esempio al relativo silenzio di parte degli altri governi europei.: "Il governo [di Spagna] rigetta la violenza, il razzismo e la xenofobia e non appoggia quanto sta succedendo in Italia... non appoggiamo la politica delle espulsioni senza il rispetto per la legge ed i diritti, od azioni che esaltano la violenza e la xenofobia.
L'Europa ha percorso una lunga strada dal proprio Medio Evo per superare il flagello del proprio anti-Semitismo; similarmente, alla leadership europea è richiesto in quest'ora critica di superare secoli di profondamente corrosivo anti-Ziganismo di questo continente.

Quindi chiediamo ai corpi responsabili dell'UNIONE EUROPEA ed al PARLAMENTO EUROPEO di prendere azione immediata e concreta nei seguenti modi:

A) Censura Politica dell'attuale governo italiano - un'Aperta e Forte Dichiarazione del Parlamento Europeo e dell'Unione Europea che la violenza diretta alle comunità Romani è inaccettabile e che l'attuale amministrazione ha fallito nel fornire protezione adeguata a concittadini e residenti dell'Unione Europea. Il livello di protezione fornita alle comunità Rom dovrebbe essere uguale a quella attualmente fornita alla minoranza Ebrea d'Italia: entrambe nel passato hanno sofferto sotto il regime fascista e sono nuovamente vulnerabili oggi. Alle comunità Rom dev'essere assicurato che non saranno considerate capro espiatorio e non soffriranno di pulizia etnica come le autorità italiane hanno permesso in tempi recenti. I sopravissuti all'Olocausto ed i loro discendenti non devono più - come tutti gli appartenenti all'umanità - essere soggetti a pratiche genocide in Europa.

B) Creazione di un COMITATO DI CRISI E MONITORAGGIO sulle attuali violenze dirette alle comunità vulnerabili di immigrati e migranti in Italia - in particolare le comunità Rom. Questo comitato potrebbe essere formato sotto gli auspici del Parlamento Europeo, e dovrebbe essere composto da rappresentanti eletti dalla comunità Rom tra i suoi membri. Questo Comitato di Crisi Europeo avrebbe tra i suoi compiti non solo il controllo degli sviluppi della crisi attuale, ma anche di registrare se il governo Italiano sta conducendo le proprie indagini - sui recenti crimini di squadre di vigilantes che hanno bruciato i rifugi dei residenti Rom - con imparzialità ed obiettività. Inoltre, il comitato dovrebbe esprimere le proprie raccomandazioni su come migliorare la situazione nei media e sull'inclusione a lungo termine dei gruppi esclusi di migranti ed immigrati, che questo diventi una priorità dello stato Italiano a livello locale, come pure a livello regionale e nazionale. Una valutazione obiettiva dei risultati di queste politiche di inclusione dovrebbe essere resa trasparente.

Da ultimo, questa petizione è un appello globale ai poteri europei ad assumersi la responsabilità per le azioni xenofobe negli stati membri come l'Italia, e costruire ponti di comprensione attraverso il continente, cosicché i 12 milioni di Rom europei - piuttosto che sentirsi "pariah" continuamente sotto assedio in questo continente - possano essere riconosciuti come Europei che hanno dato nei secoli un contributo (non riconosciuto) a questo continente. Questo è un test per il grande "progetto umanista" d'Europa. Crediamo che i leaders europei risponderanno in maniera rapida e concreta a questa sfida.

Per ulteriori informazioni su questo appello, potete contattare PROGRESSIVE ROMA ACTION GROUP (PRAG)

Per ulteriori informazioni sugli eventi in Italia, visitate i seguenti links:

http://www.theaustralian.news....

http://www.independent.co.uk/n...

http://www.iht.com/articles/ap...

http://www.adnkronos.com/IGN/C...

http://www.radioparole.it/en/p...

Firma la petizione

 
Di Fabrizio (del 08/09/2008 @ 08:43:01 in Europa, visitato 1580 volte)

Un'altra intervista, questa volta di un Rom. Da Roma_Francais

Saimir Mile: "Contro l'immagine del gitano ladro"

L'associazione La voix des Roms, creata nel 2005, ha il proprio blog per parlare della cultura Rom e combattere la "gitanofobia", "perché non siamo inevitabilmente quello che gli altri vedono in noi". Incontro col suo presidente, Saimir Mile. INTERVISTA di Viola Fiore.

 (video in francese)

Quali sono i pregiudizi più importanti di cui soffrono i Rom?
Credo che il pregiudizio più grande sia dire che i Rom sono ripiegati su sé stessi, chiusi nella loro comunità e non interessati ad integrarsi nel paese dove vivono. L'immagine che si alimenta è quella del gitano ladro che vive in un campo sporco, meglio se conduce una Mercedes e ha denti d'oro. E' importante dire che i Rom che vivono in campi rovinati ai margini delle città sono una minoranza. In Francia, per esempio, non rappresentano che l'1% o l'1,5% dei 500.000 Rom che vivono nel paese. Dire che i Rom sono rinchiusi nella loro comunità, è avere di loro un'infima conoscenza.

Quindi chi soni i Rom?
Bella domanda. Ma prima di rispondere, sarebbe bene porre la stessa questione riguardo gli altri popoli europei: chi sono i Francesi? Gli Italiani? Sono identità diverse che si sono fuse nel tempo sino a costituire le nazioni attuali. In origine, i Rom erano abitanti dell'India meridionale, da cui furono cacciati circa 800 anni fa. Da là è nato il popolo rom, diversificato attraverso i luoghi che ha attraversato priam di arrivare, infine, in Europa.

Che dire del sentimento di appartenenza di questo popolo?
Il sentimento identitario è molto forte tra i Rom. Ho un cugino, in Albania, che voleva sposare un'Albanese, ma i suoi genitori, entrambe rom, si sono opposti. Esiste una volontà diffusa di restare "tra Rom", ma non è sempre così. Spesso, le donne incontrano degli ostacoli quando vogliono sposare un "gadjo", qualcuno che non è Rom, e che di solito dopo il matrimonio non si integra nella comunità. Il problema è facile da capire: più si è rifiutati, esclusi dalla società, più si ha la tendenza a ripiegarsi nella propria comunità. E la storia dei Rom è piena di rifiuti.

In Francia, come in tutta Europa, l'integrazione è molto limitata. In altri paesi va meglio?
Prima della guerra, le cose andavano meglio nei Balcani. In Albania, il paese da cui arrivo, c'era molto più mescolanza: gli Albanesi imparavano il romanès (lingua parlata dai Rom e dai Sinti) nei villaggi, cosa inimmaginabile in Francia!

Perché falliscono i progetti d' integrazione?
Perché non c'è una visione globale, serena e chiara di quello su cui si vuole intervenire. La terminologia lo mostra molto bene: in Francia, si parla di "gens du voyage" quando i Rom non sono più nomadi da tempo. Questa definizione mostra che l'individuo rom non esiste, e questo in una Repubblica che rifiuta il comunitarismo. A quello stadio, se le istituzioni persistono a chiamare "nomadi" i Rom, è perché loro vogliono che siano nomadi. Chiarire questa falsa informazione, significa perdere i lavori e le sovvenzioni legate a quello che si chiama "l'etno-businnes rom". Che alcuni chiamano "l'industria Zingara".

Gli specialisti del "problema gitano" sono numerosi: le imprese che gestiscono le "aree di accoglienza" (i campi, spesso creati vicino a discariche o ditte inquinanti, dove vive una parte della popolazione rom), le imprese della sicurezza, le associazioni a cui lo Stato francese ha delegato la gestione dell'amministrazione e dei servizi per i Rom, ecc. Spesso, tutte queste organizzazioni sono molto controproducenti, perché mantengono la popolazione in una situazione di dipendenza totale.

A livello europeo, quali sono le principali politiche per i Rom?
In Europa, domina ancora la concezione dei Rom come popolazione "asociale". Il primo passo da superare, secondo noi, è quello del riconoscimento giuridico dei Rom e della loro cultura. Da qualche anno, grazie allo sviluppo di Internet, abbiamo installato una rete con altre associazioni di Rom di differenti paesi europei. Nel 2001, abbiamo elaborato assieme uno statuto del popolo rom che occorre fare approvare dall'Unione Europea. Ma il cammino per il riconoscimento è ancora lungo.

 
Di Fabrizio (del 17/11/2005 @ 08:23:27 in Europa, visitato 2169 volte)
Par Saimir Mile
E Rromenqo Krlo - The Voice of the Rroms - La Voix des Rroms
su Romanian_Roma

Il 19 novembre 2005 è stato il 150 anniversario dell'abolizione della schiavitù dei Rrom nel prinicpato di Moldavia.
Le organizzazioni Rromani in Francia hanno organizzato una conferenza sulla schiavitù. Per quanto abbiamo lavorato 7 mesi a questo evento, non siamo riusciti a disporre di sponsor logisitici e finanziari, soprattutto riguardo la copertura delle spese di viaggio degli oratori invitati dall'estero. Che non hanno perciò potuto partecipare [...]
La conferenza si è svolta nella città satellite di Saint-Denis, vicino Parigi, dove sopravvivono circa 200 Rrom rumeni in roulottes semidistrute e baracche. Pochi i giornalisti presenti: come saprete, in questo periodo in Francia ci sono altri più pressanti problemi e 500 anni di schiavitù dei Rrom non sembrano essere tra i prioritari. Si "vendono" meglio le foto delle macchine bruciate.
Comunque, niente di nuovo o di sorprendente, ancora una volta dobbiamo lavorare tra di noi in prima persona e diffondere le notizie nelle nostre reti.L'8 febbraio 2006, sarà l'anniversario dell'abolizione della schiavitù dei Rrom nell'altro principato rumeno della Valacchia.
Stiamo comunque provando ad organizzare una conferenza più ampia, che possa portare alla luce questo aspetto che oggi, a 150 anni di distanza, rimane largamente ignorato, per quanto ne siano ancora visibili gli effetti.
Siamo contenti di essere riusciti ad informare un gran numero di Rrom rumeni sulle specifiche condizioni di vita di loro antenati, tanto dal punto di vista storico, che economico, legale ed umano. E' stato reso omaggio alla figura di Stefan Razvan, nato in schiavitù, poi emancipato e in seguito comandante dell'armata cosacca. Diventato principe di Moldavia, fu assassinato nell'agosto 1595 da Jeremia Movila, per aver tentato di abolire la schiavitù dei Rrom e i lavori forzati che dovevano ai proprietari rumeni.

But baxt aj sastipen!
 
Di Fabrizio (del 03/04/2006 @ 03:20:07 in Regole, visitato 1787 volte)

Da Saimir Mile, per l’associazione Aver(1), Centro di ricerca e d’azione contro tutte le forme di razzismo.

Il presunto mistero dei Rroms

I Rroms(2) comunitaristi? [Cioè referenti a loro stessi e al loro sistema di valori] Ecco una questione che vale per tutti, profani come esperti sui Rroms. Precisiamo innnanzitutto che "Rrom" è utilizzato qui nel senso largo del termine ed include tanto Rroms, in senso stretto, che Sinti (chiamati Manouches) e Kalé (Gitans). L’insieme di questi gruppi condivide una stessa origine indiana e, in gradi variati, in funzione della loro storia specifica, gli stessi riferimenti linguistici, culturali e storici. Tutta una serie di persone dai profili diversi, da alcuni sociologi all’agricoltore passando per giornalisti o lavoratori sociali, si soddisfa a mettere in evidenza il preteso "mistero" di questo popolo. Male conosciuti, i Rroms lo sono, il che fa supporre la loro chiusura su se stessi, che, a sua volta, fa supporre il loro comunitarismo.

Ma l'ignoranza su questo popolo non nasce dalla sua presunta chiusura, ma soprattutto alla mancanza d’interazione con gli altri, che credono di sapere già tutto. E quindi, occorre dirlo, ciò è funzionale sistema a diverse persone nel preservare gelosamente "il mistero " su questa gente sconosciuta... La scelta è molto ampia, da Lorca o Hugo sino alle società di consulenza in sicurezza, passando per ogni specie di "specialisti " in scienze sociali. Certamente, né gli interessi né i contesti sono gli stessi, tra la descrizione degli occhi di brace di Esmeralda, il negoziato dei contratti di vendita di materiale di sicurezza o quello della pubblicazione d’un best-seller che si dice "d'indagine sugli zingari", non è che un festival di stereotipi. Il risultato è sempre lo stesso: il Rrom è relegato allo stato di oggetto trascurato e spesso pericoloso. Ecco il risultato del modo di fare paura - pardon, di fare politica al giorno d'oggi.

E, tra le altri paure, quella del comunitarismo. Non è tra le qualità più redditizie, oggi come oggi. Anche se il timore dello zingaro "che vive di rapine" e che gira in Mercedes rende quella del zingaro comunitarista caduca, ridicola anche quando sembrerebbe profittevole. Al massimo quest'ultima [paura] nutrirebbe la prima. Ovviamente, investendo la totalità della "gens du voyage". Che si parli del nostro gruppo, o dei "musulmani della Francia "... In un caso come nell'altro, ci si spinge e poi si precipita verso il comunitarismo, più o meno coscientemente e più o meno volontariamente. Si negano identità culturali autentiche socialmente benefiche e si forzano gli interessati in scatole identitarie non pertinenti per loro e pericolose per l’insieme della società . Queste etichette sono altrettante bombe a scoppio ritardato, mentre si prende a pretesto il rifiuto del comunitarismo per mantenere questa classificazione. Sì, il comunitarismo fa timore, ma ci si chiede ci realmente cosa lo causa e come si potrebbe rallentarlo?

Possiamo chiedercelo, in assenza di ogni finalità politica - a parte quella di una società armoniosa nella sua diversità ed in vista di sradicare la peste della ghettizzazione. Questo non avverrà certamente negando l’identità culturale e linguistica delle varie componenti della nazione francese . Al contrario. Né l’identità marocchina o algerina, né la rrom sono incompatibili con la coesione della nazione, a condizione di riconoscere in loro cosa hanno di pertinente: una storia, una lingua, un sistema di valori. Sono, precisamente, questi elementi che compongono la diversità della società francese - generalmente considerata come la sua ricchezza - in questa quello di più sano, e non qualche religione o modo di vita, reali o supposti. Un riconoscimento di queste identità cancellerebbe le frustrazioni del loro peso, sommato a quello dell'abbandono a scapito di "marchi depositati " da altri per conto loro. Sono queste frustrazioni, sornionamente mantenute, che accelerano la scoppio della bomba della società multietnica

(1) Aver significa "altro" o "differentemente".
(2) Rrom ed il suo plurale Rroms, conformemente alle norme linguistiche, scritto nell'ortografia d’origine (congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa).

 

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