Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Sucar Drom (del 12/06/2012 @ 09:56:43, in scuola, visitato 1396 volte)

Revistacale.wordpress.com: Il romanés, una lingua morta?
Nicolás Jiménez mentre legge "Sar- San?"

INTERVISTA

Nicolás Jiménez González ha dedicato la sua vita allo studio del romanés. Laureato in sociologia, consulente linguistico dell'Instituto de Cultura Gitana e professore-lettore nell'Università di Alcalá de Henares, attualmente lavora al manuale di apprendimento del romanés standard "Sar San?" Inoltre, sta progettando un piano di formazione per istruttori che possano insegnare questo metodo nelle scuole con presenza di studenti gitani.

Appassionato di flamenco, dei film d'azione e di tori, Nicolás Jiménez ritiene imprescindibile che il romanés venga incluso nei piani di studio, perché questa lingua non finisca con lo sparire. Nel contempo, perché questo succeda è necessaria l'istituzionalizzazione del popolo gitano.

La popolazione romanì nell'Unione Europea raggiunge i 12 milioni di cittadini. Milioni di persone che hanno vissuto per anni una storia comune di persecuzioni, isolamento e marginalizzazione. Milioni di persone che, inoltre, condividono una cultura ed, in particolare, un lingua, il romanés.

Il romanés è un idioma dialettizzato che, assieme allo spagnolo, ha dato luogo al caló. "Il caló è una creazione collettiva dei gitani spagnoli, una parlata nata in Spagna," afferma l'autore. Nel contempo, insiste che si debba tener conto che tra due lingue in contatto c'è sempre un feedback. "Occorre considerare l'influenza del romanés nello spagnolo: per esempio, nell'idioma spagnolo esistono circa 200 gitanismi. Sono soprattutto nel gergo giovanile," spiega il consulente linguistico.

Senza dubbio, secondo il ricercatore, il caló ha smesso la sua utilità comunicativa e si è convertito, invece, in un referente identitario.  "Posso affermare che il caló corre il rischio di estinguersi, dato che ha perso la sua capacità di comunicazione," ripete Jiménez. Purtroppo attualmente non c'è chi lo parli compiutamente, ma solo se ne adoperano alcune parole e brevi frasi inframmezzate nella conversazione.

Ciononostante il caló è molto importante per i gitani, in quanto parte della loro identità. Un'identità costruita a partire dall'esotismo e che ha attraversato il XIX e la metà del XX secolo. "La moda del -flamenquismo- risvegliò l'interesse della gente in Andalusia e, concretamente, dei gitani," assicura Nicolás Jiménez.  Fu durante questo periodo che musici, pittori e scrittori stranieri ricrearono questa atmosfera curiosa e lontana, col boom dell'andalusismo che contribuì ad aumentare la simpatia per i gitani.

Verso uno standard

Fu così che la simpatia per i gitani divenne la principale motivazione per iniziare a standardizzare il caló. Come dice Nicolás Jiménez, in Spagna gli standard si conoscono poco e mai - sino ad adesso - si è fatto uno sforzo per la loro diffusione. Tuttavia, in campo internazionale, la Commissione di Linguistica dell'Unión Romaní, guidata dal professor Courthiade, è stata incaricata di realizzare un progetto di standardizzazione del romanés, che continua sino ad oggi, con un progressivo aumento degli utenti dell'alfabeto e la pubblicazione in diversi paesi dei metodi di insegnamento.

"La diversità è ricchezza ed anche l'apprendimento del romanés è un diritto"

"La nostra lingua dovrebbe essere presente nell'insegnamento dello spagnolo. La diversità è ricchezza ed anche l'apprendimento del romanés è un diritto," dichiara Jiménez. Per questo, uno dei piani di formazione è il manuale Sar-san? (Come stai?). Questa iniziativa lanciata dall'Instituto de Cultura Gitana, intende recuperare l'uso del romanés in Spagna, per allontanarlo dal pericolo di estinzione in cui si trova. Jiménez è il principale promotore e progettista dell'idea ed afferma che "il libro è il primo passo all'interno di un grande progetto."

Link:

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Di Fabrizio (del 11/06/2012 @ 09:56:37, in Italia, visitato 1424 volte)

Legnano news

L'assessorato alle Politiche sociali della Provincia di Milano ha presentato questa mattina il "XIV rapporto sull'immigrazione straniera in Provincia di Milano", l'annuale fotografia della presenza straniera sul nostro territorio realizzata con il supporto di Fondazione Ismu e Orim, l'Osservatorio regionale per l'integrazione e la multietnicità.

Oltre al consueto rapporto, sono stati diffusi anche i dati OPI – Osservatorio Provinciale per l'Immigrazione – sugli insediamenti delle popolazioni rom e sinti in provincia di Milano.

[...]

RAPPORTO OPI SU ROM E SINTI. L'indagine condotta dall'OPI di Milano sulle realtà insediative delle popolazioni rom e sinti, la prima dal 1998, si è basata sulle risposte di 118 comuni del territorio al questionario inviato dalla Provincia.

Soltanto 21 amministrazioni locali, il 17%, hanno segnalato la presenza di campi rom sul loro territorio. Nell'hinterland sono stati rilevati 40 insediamenti, di cui solo 8 regolari. Degli altri 32, 11 sorgono su aree pubbliche e altrettanti su aree private altrui.

In queste aree è stimata la presenza di 1.124 tra rom e sinti, di cui 222 minori.

Gli insediamenti rilevati a Milano città sono invece 22, abitati da 1.479 persone,di cui 930 regolari. Solo 8 insediamenti, circa un terzo, sono regolari e sorgono tutti su area pubblica.

Nelle scuole della provincia risultano iscritti 935 minori rom e sinti, di cui 527 nella scuola primaria e 298 nella secondaria di primo grado. Dati su cui si è soffermato l'assessore Pagani: "La presenza dei minori nelle scuole, soprattutto di primo grado, lascia intravvedere qualche possibilità di integrazione. Tuttavia in questo studio manca per ora un dato fondamentale: l'inserimento lavorativo di rom e sinti. A mio avviso questo è un dato imprescindibile per poter valutare, in seconda battuta, politiche abitative"

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Di Fabrizio (del 10/06/2012 @ 09:05:08, in casa, visitato 1309 volte)

L'Unione sarda 8/6/2012

Nessuna tensione tra le baracche: i vigili hanno trovato un clima rassegnato - Consegnati gli ordini ai 35 capifamiglia del campo

Le pattuglie della polizia municipale e gli assistenti sociali si sono presentati nel pomeriggio. Hanno varcato l'ingresso del campo nomadi sulla Statale 554 per consegnare i 35 avvisi di sgombero alle famiglie rom. Entro il 2 luglio dovranno andare via. L'atto formale segue l'ordinanza firmata dal sindaco Massimo Zedda in seguito al sequestro dei terreni inquinati disposto dalla Procura. Intanto l'assessorato regionale alla Sanità sta lavorando per modificare la destinazione d'uso dei 579mila euro prima destinati alla riqualificazione dei campi. Potrebbero essere dirottati a progetti di integrazione sociale. Non per contribuire al pagamento degli affitti per le abitazioni che in futuro ospiteranno le 157 persone (93 sono bambini e donne in gravidanza).

I TEMPI Meno di un mese dunque a disposizione delle famiglie per lasciare le baracche e del Comune per trovare una sistemazione. Ieri gli agenti della polizia municipale e gli assistenti sociali hanno trovato un clima di collaborazione nel campo nomadi. Le ordinanze sono state notificate quasi tutte (a parte alcuni capi famiglia assenti al momento dell'arrivo dei vigili urbani). Oramai nell'area sulla 554 ci si è rasseganti al destino di dover lasciare un luogo che, come scritto nel documento firmato dal primo cittadino di Cagliari, è «assolutamente incompatibile con la presenza di esseri umani».

IL SEQUESTRO Il campo, alcuni giorni fa era stato sottoposto a sequestro da parte della Procura. La disposizione era stata notificata al Comune e, mercoledì, il sindaco ha firmato l'ordinanza che obbliga le famiglie rom ad abbandonare le loro baracche. La relazione dei carabinieri del Noe era impietosa. L'area dove vivono i nomadi è inquinata e in condizioni igieniche preoccupanti. Il Comune oltre a occuparsi di trovare una sistemazione alternativa per le 35 famiglie, elaborerà un piano di intervento per la rimozione, lo smaltimento e il recupero dei rifiuti presenti con l'eventuale successiva bonifica dell'area. Compreso il sottosuolo. Ci vorrà parecchio tempo.

DOVE ANDRANNO Lo sgombero del campo è in parte iniziato con il progetto d'inclusione sociale. Le famiglie troveranno sistemazione in case con giardino o terreno sul litorale cagliaritano: il Comune contribuirà, almeno per il primo anno, al pagamento dell'affitto. Una partita che vede impegnata anche la Regione. L'assessorato alla Sanità è in contatto con l'amministrazione cagliaritana. C'è da trovare un modo per modificare la destinazione dei 579mila euro stanziati per la riqualificazione dei campi nomadi. Probabilmente, fanno sapere dall'assessorato guidato da Simona De Francisci, con una delibera di giunta (o con una norma nel prossimo collegato della finanziaria o un disegno di legge) questi fondi potrebbero essere reindirizzati in progetti per l'inserimento scolastico dei bambini e lavorativo per gli adulti.

Matteo Vercelli

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Di Marylise Veillon (del 09/06/2012 @ 08:58:00, in Europa, visitato 1444 volte)

Da Roma_Francais

SOS Racisme sporge denuncia contro i locali notturni per discriminazione

L'associazione SOS Racisme a deciso di sporgere denuncia martedì 29 maggio contro alcune discoteche e alcuni bar di Parigi e di Nizza, per "discriminazione razziale" in seguito alla grande notte europea del testing, organizzata in diverse città europee, sabato 26 maggio.

Grazie a questi test, l'associazione ha potuto constatare diversi casi di discriminazione razziale. SOS Racisme rivela che le persone discriminate all'ingresso degli stabilimenti, sono per lo più dei "neri, arabi, rom" e "persone del sud asiatico". Due discoteche di Nizza, Les Coulisses e il High Club, sono risultate "positive", essendo stati respinti i "tester neri" che si erano presentati all'ingresso. Alcuni stabilimenti parigini sono stati anche loro beccati.

L'associazione ha deciso di sporgere denuncia presso la prefettura di Parigi e presso le autorità nizzarde competenti. "Auspica che siano inflitte sanzioni amministrative ai stabilimenti scoperti nel corso di questa operazione, in flagrante reato di discriminazione razziale".

L'associazione francese realizzava la sua terza edizione della grande notte europea del testing, dopo quelle di marzo e giugno 2011, in collaborazione con l'Egam (European Grassroot Antiracist Movement). Quest'anno era organizzata in dieci città europee, tra le quali Parigi, Nizza, Renna, Vienna, Palermo e Oslo. L'ultima edizione di testing, effettuata all'ingresso di una trentina di locali notturni di sette città europee, faceva già presente dei "risultati preoccupanti". Con la crisi, il razzismo e la xenofobia sono diventati pane quotidiano in Europa.

Le azioni che puntano a individuare tali comportamenti razzisti possono talvolta portare frutto. Nel gennaio scorso, una discoteca dell'Isère è stata condannata a pagare 7.000 € di multa, la metà della quale con la condizionale, e a versare 1.500 € per i danni, alle parti civili.

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Di Fabrizio (del 08/06/2012 @ 09:44:01, in Italia, visitato 1431 volte)

Affaritaliani.it

    EMERGENZA NOMADI. Affaritaliani.it pubblica la lettera del vicesindaco Sveva Belviso che nel 2010 annunciava l'imminente chiusura della struttura di accoglienza, spedendo quasi 60 mila lettere su carta intesta del Comune ad altrettanti cittadini. Dopo più di due anni il campo è ancora aperto e l'intero piano fa sorridere: solo blitz per sgomberare mentre vanno a spasso in città 6 mila persone senza fissa dimora. Era una "perla" nelle politiche della Giunta di Alemanno per dare una risposta alla legalità e all'inclusione sociale - Mercoledì, 6 giugno 2012 - 12:27:00 - di Fabio Carosi

Correva l'anno 2010, giorno 1 del mese di aprile. L'allora assessore alle Politiche Sociali Sveva Belviso, oggi vicesindaco, scriveva su carta intestata del Comune e a spese del Comune, una lettera a tutti i residenti della zona del campo nomadi di Tor De' Cenci. Forse 50/60 mila lettere tra Eur, Tor de Cenci, Spinaceto e Mezzocammino per annunciare che il campo stava per essere chiuso.

Oggi, a oltre due anni di distanza il campo è lì, con il suo degrado, i problemi di sicurezza interna ed esterna e il piano nomadi resta un'incompiuta. Anche se il Comune ha l'alibi di dover essere arrivato al Consiglio di Stato per difendere un progetto firmato con l'allora ministro Maroni e che aveva prodotto la nomina a commissario straordinario del prefetto di Roma Pecoraro.



Ma carta resta e pure le spese inutili. Leggiamo la bella letterina in pieno stile annuncio che Sveva Belviso ha distribuito in ogni cassetta delle lettere tra i quartieri che giustamente l'hanno votata alle ultime lezioni: "Gentile cittadino, il 15 febbraio l'Amministrazione ha chiuso il campo nomadi di Casilino 900, definito a livello europeo il campo della vergogna. Il piano del Comune di Rona prosegue con la chiusura di Tor de cenci, come da impegni assunti dalla Giunta Alemanno". Non contenta l'allora assessore entra nei dettagli tecnici per spiegare come il 22 marzo – e sempre del 2010 – l'Ufficio immigrazione "ha iniziato la procedura di identificazione e di riconoscimento delle persone presenti nel campo". La lettera protocollata col numero 18665, si conclude con un sano esercizio di demagogia applicata: "Attraverso questo processo potremo dare soluzione in termine di legalità e di inclusione sociale.....".

(per leggere il documento, QUI, ndr.)

A due anni di distanza, ecco la promessa del vicesindaco Belviso: non solo Tor de cenci è lì in bella mostra ma, come risulta ad Affaritaliani.it l'illegalità contrassegna gli unici sette campi attrezzati dove però gli ospiti non versano gli oneri concordati e l'illegalità regna sovrana. Non a caso negli ultimi mesi si sono moltiplicati i furti di rame in danno di Acea e Fs e tutte le operazioni delle forze dell'ordine sono finite sempre nei campi. Da segnalare che il fantomatico "dast" per l'identificazione dei roma è stato consegnato solo in due strutture. Infine due numeri: a fine mandato la Giunta Alemanno che aveva puntato si sicurezza e Roma, fa i conti con oltre 100 insediamenti abusivi e circa 6 mila rom che vagano da un posto all'altro. Di positivo c'è solo il bilancio degli sgomberi: ben 80 blitz. In termini sociali è un fallimento clamoroso.


Nel frattempo, una segnalazione simile non poteva passare inosservata:

Campo Roma, il regalo-disastro di Alemanno ai terremotati emiliani (video) - A Rovereto di Novi, il centro di accoglienza donato dal sindaco di Roma: quattro giorni senza servizi igienici, molte tende modello scout in gita. "Qui continuano a riempirci di coperte, ma di certo non manca il caldo"

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Di Fabrizio (del 08/06/2012 @ 09:39:04, in Italia, visitato 1593 volte)

Mozione approvata dalla Commissione Coesione Sociale, Inclusione e Sicurezza e presentata in Consiglio di Zona martedì 5 giugno 2012:

L'emendamento  proposto dal consigliere del M5S prevedeva che il futuro comitato di gestione comprendesse anche una rappresentanza dei residenti. Emendamento respinto dal presidente della commissione coesione sociale, che ha rimandato la risposta al comune, ed accolto invece da SEL. La votazione su questo emendamento ha visto: 12 favorevoli, 16 contrari, 3 astenuti.

La delibera è poi stata votata: favorevoli 24, contrari 6, astenuti 1

Segue il testo:

Il Consiglio di Zona 2

Preso atto della perdurante situazione di degrado in cui versa il Campo Rom di Via Idro e della necessità di una riqualificazione sia sul versante sociale che urbanistico;
Vista la mozione presentata il 27 aprile 2010, approvata dal Consiglio di Zona 2 nella riunione del 27 luglio 2010, in cui, tra le richieste, veniva evidenziata la necessità di una urgente riqualificazione del campo (vedi QUI, ndr.);
Visto quanto previsto dal Programma presentato per le ultime Elezioni Amministrative dai partiti della attuale maggioranza in cui si ribadiva la necessità di riqualificare il campo e di opporsi alla realizzazione di un campo di transito;
Visto il progetto di "villaggio solidale" presentato recentemente da un gruppo di Associazioni e firmato anche da diversi residenti del campo (vedi QUI, ndr.);
Considerate le ripetute richieste avanzate da alcune Associazioni di Cittadini della zona 2, che seguono da tempo le vicende del campo, di provvedere con interventi di riqualificazione alla sistemazione definitiva del campo e alla assunzione di provvedimenti sanzionatori nei confronti di quanti all'interno del campo sono responsabili di gravi gesti di illegalità;

Chiede

  • che il servizio di presidio sociale all'interno del campo, sia affidato in concessione per una durata almeno biennale, in modo da poter assicurare un lavoro continuativo ed efficace di supporto alle famiglie presenti, con particolare riguardo agli aspetti educativi, sanitari e sociali;
  • che i bambini e i ragazzi siano inseriti e seguiti nei loro percorsi educativi e di scolarizzazione;
  • di prevedere che il pulmino scuola-bus possa prelevare e riaccompagnare i bambini all'ingresso del campo;
  • di favorire la formazione professionale degli adulti e il loro accompagnamento nell'inserimento lavorativo:
  • di rivitalizzare l'attività della Cooperativa "Laci Buti" attraverso l'affidamento diretto nelle forme e nei limiti previsti dalle vigente normativa, di talune attività legate alla manutenzione e cura del Verde pubblico e/o dell'igiene urbana, (pulizia aree verdi, vuotatura cestini, ecc.) e/o di facchinaggio (sgomberi locali, cantine, solai, ecc.);
  • che siano ultimati i lavori di ripristino dell'impianto di distribuzione dell'energia elettrica interno al campo, dopo che A2A ha ripristinato e rimesso in sicurezza la fornitura dalla rete, installando il quadro elettrico generale (gestito dall'Amministrazione Comunale), derivando secondo le norme i singoli allacciamenti verso ogni abitazione e prevedendo la stipula di un contratto a forfait per ogni famiglia;
  • di garantire il funzionamento della rete fognaria presente all'interno del campo;
  • di ripristinare gli impianti di sicurezza (idranti e estintori);
  • la ristrutturazione dei servizi igienici comuni anche mediante la fornitura dei materiali necessari direttamente ai residenti cui rimarrebbe l'onere della corretta posa in opera (anche tramite la Cooperativa Laci Buti);
  • l'apertura dello spazio polivalente, attualmente privo di energia elettrica e riscaldamento, affinché possa essere utilizzato - sotto la responsabilità del soggetto affidatario della gestione del campo - per le attività sia legate alla gestione sia per quelle di tipo sociale quali, ad esempio, corsi per bambini ed adulti, momenti ricreativi e culturali anche aperti al quartiere;
  • qualora non fosse possibile riattivare la serra, la stessa andrebbe demolita con ripristino dell'area a verde, anche attraverso l'affidamento dei lavori direttamente alla cooperativa Laci Buti
  • l'accompagnamento verso le soluzioni abitative delle famiglie Rom che si erano rese e che si renderanno disponibili;
  • di ridisegnare le piazzole esistenti ricalibrandole per gli abitanti che rimarranno nell'area;
  • che le piazzuole libere non divengano spazi incontrollati oggetto di abbandono di rifiuti; a tal fine si auspica la definizione di un piano sistematico di sgombero dei materiali (soprattutto inerti) presenti sia all'interno del campo sia nei terreni limitrofi di proprietà pubblica (comunale e/o demaniale), anche attraverso l'affidamento dei lavori alla cooperativa Laci Buti;
  • che nel campo sia garantita la legalità, attraverso anche una verifica periodica della presenza di soggetti non aventi titolo a risiedere nel campo e/o nelle immediate vicinanze (in particolare presso la cascina adiacente al campo in totale stato di abbandono e di degrado);
  • che siano ripristinate le telecamere finalizzate ad un controllo delle parti comuni (spazio polifunzionale, cabina elettrica, strada interna ed ingresso al campo);
  • che sia verificata la fattibilità della posa in opera di efficaci sbarramenti posti l'uno sulla Via Idro subito dopo l'ingresso del campo, l'altro tramite un cancello all'ingresso del campo al fine di garantire ai residenti il controllo degli accessi ed evitare l'intrusione di mezzi e soggetti non autorizzati.

    Credo sia giusto dare voce anche a quei 6 consiglieri di opposizione che hanno votato contro. Questo è stato pubblicato il successivo 6 giugno sul blog del capogruppo della Lega Nord in Consiglio di Zona. Io non rispondo, giudicate da voi. Naturalmente, ho tenuto da parte il testo di quanto da lui (e dai suoi colleghi) REALMENTE affermato durante la seduta del 5 giugno. Fossi della sua stessa pasta, ci sarebbero gli estremi per una denuncia.
    Aggiornamento del 7 giugno: c'è un limite anche ai "io non rispondo". Gli stessi concetti espressi sul suo blog, vengono ripetuti dal capogruppo della Lega Nord in Consiglio di Zona in questo contributo su affaritaliani.it. Contento della possibilità di un confronto, posto un commento attorno alle 17.00.  Alle 20.00 in coda all'articolo ci sono 4 commenti. Stranamente il mio è sparito. : - o In seguito vedo che il mio commento, assieme ad altri, continuerà a tornare e sparire. Probabilmente, mr. capogruppo non c'entra, ma permettete che lo riscriva qui:

Forse al consigliere mancano alcuni particolari. Li aggiungo per completezza di ricostruzione:
Iniziando dal titolo: in via Idro 62, campo rom comunale, vivono cittadini italiani da generazioni, l'unica differenza è che sono Rom. Fanno parte dei Rom Harvati, originari dell'Istria e Dalmazia, quindi presenti sul territorio italiano dal 1918. I primi arrivi a Milano di questo gruppo risalgono alla fine degli anni '40, l'arrivo + consistente in città è degli anni '60.
Ma ecco alcuni dati:
- i servizi igienici erano perfettamente funzionanti sino al 2005. Vennero allora ristrutturati dal comune (dove credo che il partito di Piscina fosse in maggioranza), ma il lavoro non venne terminato, perché la ditta che aveva ottenuto il sub-sub-appalto era fallita;
- visto i risultati precedenti nell'assegnazione dei lavori, si chiede di valutare se impiegare nei vari lavori la cooperativa e le professionalità già presenti nel campo. Non solo muratori, elettricisti, artigiani, ma anche una cooperativa di operatori del verde, formata dai Rom che operano in un'area ai margini del neocostituendo parco della Media Valle del Lambro. La cooperativa avrebbe quindi possibilità di lavoro, ha esperienza comprovata anche dalle amministrazioni precedenti, ma se sino a 10-15 anni fa vi lavoravano una ventina di Rom, ora mancano le commesse;
- riguardo il ripristino della corrente elettrica, a seguito di un dialogo aperto da settembre con gli assessori e gli uffici competenti, si era concordato a dicembre (presenti assessori, direttore di settore, rom e associazioni di zona) un contratto di fornitura elettrica a forfait. Benché annunciato, il ripristino non è mai avvenuto. Lo si ricorda alle autorità competenti, anche perché diventa difficile chiedere loro il rispetto delle regole, se è l'amministrazione a non rispettare i patti;
- scuola: l'impegno per la scolarizzazione in via Idro nasce alla metà degli anni '80. I risultati si concretizzano in una frequenza scolastica dell'obbligo oltre al 90%, c'è anche chi ha frequentato le superiori. Ma, stranamente, in via Idro dove circolano quotidianamente ogni tipo di automezzo, il pullmino scolastico non può entrare, e non si capisce perché. Ogni giorno, con ogni condizione atmosferica, i bambini da 6 anni in su fanno a piedi gli 800 m. della via, avanti e indietro. Se poi non c'è neanche la corrente elettrica, i bambini si ammalano (le malattie non sono razziste) e ovviamente frequenza e rendimento caleranno.
Il capogruppo nel corso della seduta del CdZ in cui è stata votata la delibera, affermava anche che "questi son personaggi che per cultura non vogliono regolarizzarsi e integrarsi" (anche se qua non lo scrive). Il problema che viene affrontato dalla delibera è che questa integrazione è già iniziata anni fa, mentre gli ultimi periodi hanno visto una volontà POLITICA di interrompere ogni possibilità di farlo.
Ecco, ci ricorda il capogruppo, c'è stata una sparatoria, che ha coinvolto degli abitanti di via Idro. Una banda? Mi sembra un'affermazione avventata, ma la questione che pongo è differente: se lo stesso fattaccio fosse successo coinvolgendo qualsiasi non-rom, immagino che il capogruppo avrebbe chiesto di mettere al gabbio i colpevoli e magari buttare la chiave. Anche se il colpevole fosse nato in Lombardia (certificati di nascita in via Idro: sono di Milano, Seriate, Carate Brianza ecc.). Ma penso che neanche il capogruppo in un caso simile avrebbe pensato di incolpare della sparatoria tutto il resto degli abitanti.


Comunque, e poi smetto, io questo capogruppo della Lega Nord mica lo capisco: a dicembre (sempre in Consiglio di Zona) diceva che Pisapia regalava le case ai Rom, quando in realtà la nuova giunta milanese si era limitata ad onorare gli impegni assunti dal ministro Maroni e dalla giunta precedente (ma dov'era allora il suo partito?). Se gli si ricorda che i Rom per quelle cascine hanno aperto un mutuo con i propri soldi, se ne dimentica o non lo registra proprio. Non vuole neanche che vengano fatti interventi manutentivi dove gli stessi Rom (che avrebbero già potuto andarsene) sono obbligati a restare.

Qualcuno ha idea di che proposte abbia? (e se ne abbia?)

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Di Fabrizio (del 07/06/2012 @ 09:30:59, in sport, visitato 1975 volte)

"L'inchiesta" era uscita da poco, sembra che l'interessato non abbia gradito. Non si capisce, se a questo calciatore dia fastidio che qualcuno dica che sia Sinto, o che i suoi (a differenza di tanti altri Sinti), sono riusciti ad affrancarsi dalla miseria cronica. A me, che Sinto non sono, non darebbe fastidio più di tanto quel che dicono gli altri, ma forse le star hanno altri problemi (oppure preferiscono restare nel loro mondo dorato, senza rotture di scatole). Ad uno come me, cresciuto con miti come Smith e Carlos, resta la nostalgia di quando i campioni sapevano metterci la faccia (e hanno mantenuto la dignità negli anni).


Juve, Pirlo sbotta contro l'Espresso: "Procederò per vie legali! In Italia c'è grande invidia verso i calciatori" Il centrocampista della Juve si è confessato a Vanity Fair

A Vanity Fair, il metronomo bianconero Pirlo ha parlato di tutto e di più. A partire dall'articolo apparso sull'Espresso che ha tirato fuori la sua presunta ascendenza Sinti e i suoi investimenti nel siderurgico. "Sono anni che questa storia circola e non ho mai capito chi l'abbia messa in giro, io come tutta la famiglia sono di Brescia, l'articolo (Espresso) conteneva falsità, procederò per vie legali. Sono affari miei, sono cose che abbiamo da diversi anni, sono cose che non dovrebbero essere scritte. Può sembrare che abbiamo troppi soldi, che abbiamo guadagnato troppo e a me non piace quando si parla di soldi. Se ho guadagnato tanto e' perché me lo sono meritato, la gente non deve essere invidiosa. L'Italia ha un problema di invidia quando si parla di soldi e verso noi calciatori, sembra che tutto sia regalato".

[...]

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Di Fabrizio (del 06/06/2012 @ 09:17:15, in Europa, visitato 2375 volte)

Segnalazione di Giancarlo Ranaldi. BAIA MARE un anno fa

Esclusiva di EVZ.RO: Auschwitz a Baia Mare. 2.000 Rom spostati dal sindaco Cherecheş nella Fabbrica della Morte piena di sostanze chimiche - di Bogdan Eduard - 4 giugno 2012 (scusandomi per la traduzione zoppicante, ndr.)

Immagine ripresa da un camion sotto la pioggia torrenziale: bambini e genitori - Le foto sono di COSMIN MESAROȘ

Volendo dimostrare a tutti di mantenere la sua promessa elettorale di liquidare la zona Craica, popolata da circa 2.000 Rom, il sindaco ha deciso di spostare le prime famiglie durante la notte. Dopo aver minacciato l'intervento delle ruspe per radere al suolo la colonia se non si fossero mossi. il sindaco è entrato in azione. Coadiuvato dalla polizia locale e dalla gendarmeria, Cherecheş ha spostato a forza sotto la pioggia battente nel blocco che per anni ha funzionato come laboratorio chimico delle nota Phoenix, la "fabbrica della morte". Dopo il 1990 il nome venne cambiato in Cuprom, e venne chiusa nel 2006, dato che era il più grande inquinatore di Romania, dopo il Combinatul di Copşa Mică.

Una volta all'interno del blocco dove sono stati ricavati i loro alloggi, i Rom hanno trovato sulle porte dei pezzi di giornali su cui era indicato il nome della famiglia assegnataria. Nessuno voleva credere che si trattasse di una sistemazione definitiva. Le camere sono state dipinte in fretta, ma negli armadi metallici ci sono ancora i contenitori dei prodotti chimici di 15-25 anni fa, la polvere dei forni e le altre cose utilizzate nel laboratorio chimico.

Non solo: la sinistra atmosfera di campo di sterminio veniva suggellata da segnali che riproducevano il teschio di "pericolo di morte" o "miscela di sostanze chimiche proibite", che ancora rimangono su porte e finestre del laboratorio.

Molte stanze sono segnalate con cartelli di pericolo ed al loro interno sono conservate sostanze tossiche

L'operazione è durata sino a sera. I Rom, dopo aver visto le condizioni, volevano lasciare il blocco, ma è stato impedito loro dalla polizia locale.

Trasferimento forzato il primo giugno

Infine, impossibilitati ad andarsene, si sono riposati. Assegnate le stanze, hanno steso a terra i materassi. Però, a mezzanotte i primi sintomi. Nausea, vomito, vertigini, mal di testa.

Bambini sdraiati nella "nuova casa"

I più colpiti erano i bambini. Nella notte è stato dato l'allarme. Le ambulanze hanno fatto la spola verso l'ex laboratorio chimico. L'ospedale dice che sono stati portati al pronto soccorso otto bambini e due adulti. Altre fonti parlano di tredici bambini e un adulto.

Per il rappresentante ISU si è trattato di circa 11 bambini e un adulto. Sono state applicate loro maschere facciali per l'ossigeno. Rom e giornalisti presenti fanno il conto di 22 bambini e due adulti intossicati in totale. L'ospedale di Baia Mare dice che l'avvelenamento è rientrato ed è stato permesso loro di tornare a casa.

Mercoledì mattina, è scoppiato un nuovo scandalo alla Cuprom di Baia Mare, [...]. Dopo la notte insonne, i Rom sono stati messi in strada da polizia e gendarmi, per controllare i documenti. I Rom la considerano l'ennesima provocazione del sindaco, in vista della prossima tornata elettorale distrettuale. [...]

"Evenimentul zilei" è stata l'unica pubblicazione che è riuscita ad ottenere fotografie dei contenitori delle sostanze chimiche, abbandonati dopo la chiusura del Combinatul Cuprom. Sono tutte sostanze estremamente nocive, senza contare che i bambini rom corrono a piedi nudi tra i mucchi di polvere contaminati e le acque reflue.

  • Acido acetico (-glaciale) è un acido debole e incolore, dall'odore irritante. E' altamente corrosivo.
  • Acido solforico H2SO4 (in foto), è un acido minerale molto attivo. Aggiungendovi acqua, può iniziare a bollire e spruzzare gli astanti.
  • Fanghi anodici sono un sottoprodotto della raffinazione elettrolitica del piombo.

Contenitori utilizzati nel laboratorio chimico sino a pochi anni fa

La guerra degli SMS tra il sindaco e il patriarca

Mentre le ambulanze arrivavano al "blocco chimico" si svolgeva uno scambio di SMS tra Rom e sindaco: "Cos'è che uccide? Ci sono degli intossicati! Chiamate le ambulanze!" Il sindaco ha replicato con un altro messaggio: "Hanno avvelenato una città pulita. Se va male, vi soccorriamo, altrimenti si risparmia!"

Il capo del partito Romilor, Carol Jurisniez, detto "Pise", ha fatto alla stampa sconcertanti dichiarazioni sui soldi che il sindaco avrebbe offerto per comprare i voti dei Rom. Il sindaco Cherecheş ha replicato che è tutta una messa in scena [...]. Riguardo alle accuse di corruzione elettorale, ha detto di non aver dato soldi ai Rom, anche se il loro capo afferma il contrario.

In questo momento, la situazione a Baia Mare tra Rom ed autorità è di estrema tensione. La notte scorse, le auto della polizia e della gendarmeria pattugliavano la città.

I Rom di fronte al vecchio laboratorio

Sindaco e tra quattro anni presidente delle Romania?

Cătălin Cherecheş, sindaco uscente di Baia Mare, è in corso per un altro mandato, godendo del 93% dei favori secondo i sondaggi. Già membro del PSD, da cui è stato espulso. Per quattro anni è stato un parlamentare indipendente, e l'anno scorso è stato eletto sindaco di Baia Mare dopo l'arresto del sindaco Cristian Anghel (liberale).

Cherecheş si è iscritto al PNL e si candida con l'USL. Da tempo sta rilasciando dichiarazioni ad effetto, "andandosele a cercare" come dice la gente. Si dice anche che tra quattro anni potrebbe essere il presidente della Romania.

"Hanno avvelenato una città pulita. Se va male, vi soccorriamo, altrimenti si risparmia!" ha suscitato uno scandalo internazionale.

Per il sindaco di Baia Mare non è il primo scontro con i Rom della città. Cătălin Cherecheş generò uno scandalo internazionale l'anno scorso, quando venne eretto un muro alto 2 metri attorno a diversi isolati abitati dai Rom. Venne definita da France Press la "Grande Muraglia Zingara", suscitando proteste in tutto il mondo. Protestò anche l'ambasciata americana, e l'ambasciatore venne a Baia Mare in visita lampo per discutere col sindaco. Negli ambienti a lui vicini si loda il sindaco dicendo che con tre mattoni ha ottenuto una fama internazionale alla città.

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Di Fabrizio (del 05/06/2012 @ 09:11:21, in Europa, visitato 6215 volte)

GypsyMessageBoard May 29th, 2012

Molti di noi sono rimasti a dir poco scioccati dagli articoli delle ultime settimane, scritti da Nazir Afzal, procuratore capo per il Nord-Ovest, con titoli simili a questo:

"Abbiamo affrontato il potere delle gang. Ora dobbiamo confrontarci con i matrimoni forzati tra i Traveller"

"Ci sono comunità con cui abbiamo avuto paura di agire, e con -abbiamo- intendo ogni agenzia. Spero che non succeda più. Per me l'ultimo bastione è la comunità traveller."

-I Traveller sono "l'ultimo bastione" dei tabù sessuali in Gran Bretagna.-

FERMERO' I MATRIMONI ZINGARI, DICE L'AVVOCATO ASIATICO DELLE SEX GANG... "Mi sono reso conto dell'enorme problema dei matrimoni forzati nella comunità traveller. Sono molto diffusi."

Molti di noi hanno avvertito l'ondata di shock attraversare la comunità. Ci siamo chiesti dove il signor Afzal abbia ottenuto le sue informazioni. Di certo questo non fa parte della Cultura Romanì Britannica. Gli abbiamo scritto dicendogli che dev'essersi sbagliato, non abbiamo mai sentito di matrimoni forzati così come riportato.

Ci è stato risposto che: "Sfortunatamente, non esiste comunità immune dai matrimoni forzati..." E' interessante notare che, quando iniziammo a parlare di matrimoni forzati nelle altre comunità, la prima reazione fu di negarli... Purtroppo nessuna comunità è un posto assolutamente al sicuro per donne e ragazze. Come è stato detto da un ministro del governo: "la sensibilità multi-culturale non è una scusa per la cecità morale... Lo dobbiamo a tutte le vittime, a cui ogni comunità deve sempre fornire protezione."

Come GypsyMessageBoard non possiamo essere d'accordo quando afferma che neghiamo a priori i matrimoni forzati, avendo passato diversi giorni parklando con la gente e particolarmente gli anziani della comunità romanì, per capire se ci fosse qualcosa storicamente motivato, registrazioni/articoli ed altre fonti sui matrimoni nelle comunità traveller, e dare quindi un senso alle sue dichiarazioni. Intendiamo mostrare che i matrimoni forzati NON sono iscritti nella storia dei Traveller in questo paese, che i casi di cui parla il signor Azfal sarebbero isolati e di sicuro non estesi come pubblicato dalla stampa, e perciò che le sue travolgenti dichiarazioni sono pericolose e possono causare un serio danno alla reputazione di tutti i Traveller in GB, aggiungendo stereotipati malintesi a quelli già esistenti nella società maggioritaria. INACCETTABILE. Ci chiediamo anche la ragione di simili affermazioni.

Il Crown Prosecution Service riporta il matrimonio forzato alla voce "Violenze basate sull'onore e matrimonio forzato". Si dice: "La violenza basata sull'onore è un crimine o episodio, commesso o che può essere commesso per proteggere o difendere l'onore della famiglia e/o della comunità." Questa definizione viene supportata da un ulteriore testo esplicativo: "La violenza basata sull'onore è un abuso fondamentale dei diritti umani. Non c'è onore nel commettere omicidio, stupro, rapimento o altri atti, comportamenti e condotte che costituiscono -violenza in nome del cosiddetto onore-".  Si chiarisce: "Gli esempi possono includere omicidio, morte inspiegata (suicidio), timore o realtà di matrimonio forzato, controllo dell'attività sessuale, abusi domestici (inclusi abusi psicologici, fisici, sessuali, finanziari o emotivi), abusi infantili, stupro, rapimento o sequestro di persona, minacce di morte, aggressioni, molestie, aborti forzati..."

Come punto di partenza dobbiamo solo guardarci intorno. Oggi le informazioni viaggiano con un dito pigiato sulla tastiera del computer. Dato che il signor Afzal non ci crede, daremo la parola ad altri.

La parola degli anziani nella comunità romanì è che non e successo e non ne hanno mai sentito parlare. Nei tempi andati ci si incontrava alle fiere o al lavoro in campagna, ecc.

Le prime opere di Gypsy Parsons, Romany Rye, The Gypsies Advocate, The Gypsy Lore Society, nessuna mostra una sola prova a suggerire storie di matrimoni forzati nella comunità traveller.

Molte associazioni storiche hanno setacciato il passato, per es. Romany Roads, rintracciato ritagli di stampa e altre testimonianze, senza che sia emersa alcuna menzione di matrimoni forzati.

Su Travellers Times ed il suo equivalente irlandese - nessun titolo o lancio di matrimoni forzati.

Ci sono diversi gruppi/società o singoli, comunque riconosciuti, che hanno vissuto e lavorato per anni in questi campi, ma nessuna grande menzione su matrimoni forzati.

Oggi abbiamo un'ampia scelta di moderni libri sugli zingari, scritti approfonditamente sulla crescita e la cultura sociale, sino ai tempi odierni, e nessuno parla di matrimoni forzati.

Oggi sono disponibili vecchi e nuovi documentari, ritrasmessi in televisione o in rete, abbiamo numerosi documentari di membri della comunità o compagnie commerciali, archivi radio-televisivi su normali questioni che coinvolgono diversi aspetti sugli zingari - ed ancora nessuna menzione.

La stampa costantemente vomita appena possibile qualsiasi argomento sgradevole che sia in qualche modo legato agli zingari - ma sinora niente nemmeno lì.

Cosa si dice dei matrimoni, zingari, rom & traveller?

Dice Web Patrin del matrimonio nella comunità rom: "Il primo passo nel contemplare il matrimonio è la selezione della sposa. In molte parti del mondo, avviene esattamente come nelle società non-Rom. Il ragazzo compie il corteggiamento, e quando la giovane coppia è d'accordo con lo sposarsi si fidanzano e si scambiano piccoli regali. Vengono consultati i genitori, ma la scelta è presa dai giovani." Non si menzionano matrimoni forzati.

Il dottor Christopher Griffin, docente di sociologia e antropologia, ha lavorato al sito di Londra Westway dal 1984 al 1987. Ha scritto "La libera scelta nel matrimonio è causa di miseria per i genitori, se la scelta dei figli o figlie non è quanto si aspettavano, che la scelta riguardi un Traveller o no." In quel periodo ha assistito a 15 matrimoni traveller. "Non è dato sapere quanti di quei15 matrimoni a Westaway tra il 1984 e il 1987 fosse -combinato-. Ma almeno uno tra un diciottenne e una sedicenne a san Francesco d'Assisi venne sicuramente concordato tra le famiglie. Le famiglie dicono che così si erano messe d'accordo da quando i due ragazzi erano bambini [...]. E' utile per questa ragione distinguere tra matrimoni -concordati- gestiti da intermediari e quelli -arrangiati- dalle famiglie stesse. Non si deve pensare che l'accordo o la combine precluda la possibilità del rifiuto ma, secondo Barnes (1975), ad una ragazza viene chiesto di non rifiutarsi troppo spesso se non vuole essere adittata come -problematica-. Però, per molti genitori, i migliori matrimoni sono quelli stipulati o scelti, anche quando subentra la -fuitina-."

La fuga: "Conosciuta anche dagli antropologi come -matrimonio per rapimento-, la fuga è una via d'uscita alle obiezioni familiari, specialmente da parte di quella della ragazza. Al ritorno dei fuggitivi e alla seguente punizione del maschio (e scuse della femmina) da parte delle rispettive famiglie, segue il matrimonio. A Westway ho contato tre casi simili. In un caso la coppia si conosceva da quattro mesi, nel secondo di meno e nel terzo erano appena scappati in Irlanda. A parte il primo caso, il matrimonio seguì a breve." Nessuna menzione ai matrimoni forzati.

S.B Melch (1975) sui matrimoni combinati: "Lo scopo odierno dei matrimoni combinati tra i Travellers, non è tanto la salvaguardia degli interessi maschili, quanto assicurare alla ragazza un uomo che non la maltratterà. Tali uomini hanno più possibilità di essere individuati tra gli -amici- del parentado. Uomini che, con la loro famiglia, sono conosciuti e documentati per non essere -stranieri- e le loro famiglie non sono -ostili-." Brody (1973) trovò ragioni simili nell'uso dei mediatori tra la gente di campagna. - Niente sui matrimoni forzati.

Dobbiamo scoprire il perché di simili vili dichiarazioni nei confronti delle comunità traveller.

E' ben noto e documentato che gli zingari soffrano il razzismo molto più di qualsiasi altro gruppo di minoranza etnica.

Spiega Trevor Phillips, della Commissione per l'Uguaglianza Razziale: "La situazione di zingari e Traveller è incomparabilmente peggiore di ogni altro gruppo etnico... e lasciamo che ciò continui." (2004)

Travellers' Times, (2003), ha sottolineato che in assenza di fatti, la gente si affida interamente agli stereotipi. Questi si riflette anche nei commenti dei formatori di polizia.

I media ricercano ed usano le parole zingaro o Traveller in qualsiasi modo negativo possibile, e nonostante i tanti anni di lavoro delle organizzazioni rom, zingare e traveller per arrivare alla verità delle cose e a dissipare miti, la stampa continua per la sua strada. Soltanto settimana scorsa ci siamo lamentati con la stampa per il titolo "Killer uccide la grossa grassa moglie zingara" che adornava la prima pagina dello Scottish Sun e non riguardava zingari in nessun modo.

Le cose per la comunità traveller non sono mai cambiate, è il solito continuo fraintendimento.

Sínéad ní Shuínéar, ricercatore e traduttore, Dublino: "La zingara è la -strega- nella società europea di oggi.

I gagé non solo (coscientemente deliberatamente) usano lo zingaro come capro espiatorio, ma (inconsciamente) proiettano su di lui, distanziandosi così dalle cose che odiano di loro stessi. L'antiziganismo è una crociata- così è intesa da quanti lo praticano attivamente. Accettare lo zingaro significherebbe accettare tutte le cose che le persone oneste rifiutano.

I gagé hanno bisogno di uno schermo per proiettare la loro stessa negatività, dovessero rinunciare allo schermo, non avrebbero altra scelta che rinunciare al male. E' per questo che ovunque gli zingari vengono manipolati in conformità delle aspettative dei gagé. Piccoli gruppi o singoli Traveller possono essere facilmente accettati, dato che la loro -conversione- è la prova vivente della correttezza del nostro -modello-, e nel contempo sembra dimostrare che le nostre obiezioni verso gli altri membri del gruppo non siano di natura razzista. Ma agli zingari in quanto gruppo non può essere permesso l'accesso nella maggioranza sociale, nonostante le richieste universali dei gagé che loro lo facciano."

Per concludere, ci sembra che il signor Azfal abbia basato la sua conoscenza su cosa lui percepisca essere un enorme problema nella comunità traveller, senza guardare ai fatti alla storia completa dei Traveller. La maggior parte delle volte se in GB si parla di Traveller, si tratta di Rom o di Traveller irlandesi. Noi confutiamo le sue affermazioni su matrimoni forzati di massa. Notiamo che i finanziamenti per affrontare questo problema, sono stati resi disponibili dal Fondo Programma Domestico - Affrontare i matrimoni forzati nelle comunità traveller, che sviluppa opzioni per cambiare l'atteggiamento ed aiutare le vittime, o potenziali vittime. - Non riteniamo giusto usare i fondi del governo in nome dei Traveller, in quanto non ha svolto il suo compito e così facendo stigmatizzerà ed alienerà ingiustificatamente la comunità traveller. Vorremmo suggerire al signor Azfal che questi fondi vengano usati dove c'è bisogno.

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Di Fabrizio (del 04/06/2012 @ 09:10:32, in media, visitato 2218 volte)

Segnalazione di Enzo Viscuso

 

Sinopsi
Quando arriva il carnevale in città, il vecchio fabbro aiuta a riparare la giostra, e vivrà un ricongiungimento con la sua vita itinerante passata e con la famiglia che lo salvò tanti anni fa.

Brooklin Film Festival - 1-10 giugno 2012: unico corto a rappresentare l'Italia.

Anteprima
Mercoledì 6 giugno, h. 21.00 | Brooklyn Heights Cinema
Venerdì 8 giugno, h. 18.00 | indieScreen
Dopo la proiezione la regista Mariangela Fasciocco sarà disponibile per rispondere alle domande

GENERE: short-movie
CREW:
soggetto e sceneggiatura: EMANUELA FAIAZZA E MARIANGELA FASCIOCCO
prodotto da: OfficinART in collaborazione con: Cineforum Teramo e FederArteRom
regia: MARIANGELA FASCIOCCO - mariangelafasciocco@gmail.com
direttore della fotografia: GIANNI CHIARINI
montatore: LORENZO LOI
musiche e arrangiamenti: ALEXIAN SANTINO SPINELLI & ALEXIAN GROUP
direttore di produzione: SERENA ALFIERI
presa diretta: FLORINDO CIMEI ED EMANUELA COLTELLESSA
scenografia: SILVIA STELLABOTTE
trucco e costumi: GIULIA BERARDINELLI

CAST:
BEPPE CHIERICI
DAVID DI SABATINO
ALEXIAN SANTINO SPINELLI
SABRINA DI DONATO

e con:
Paolo D'Agostino
Gianni Berardinelli
Paolo Ranalli
Paolo Candelori
Dante Di Furia
GianPiero Fasciocco
Mauro Berardinelli



La regista:
Mariangela Fasciocco è una regista italiana freelance. Si è laureata al DAMS di Bologna nel 2007. In quel periodo iniziò a lavorare come assistente sul set ed in seguito come regista. Nel 2004 ha scr4itto e diretto il suo primo cortometraggio "La seconde peau" (La seconda pelle) prodotto dalla Saint Dénis Université Paris VIII. Nel 2007 ha scritto e diretto il video musicale "American B" per la band Jazzspteppa! e nel 2008 ha scritto e diretto l'EPK (kit per la stampa) per la band Rosa Alchemica e diretto "Glue" un corto prodotto da Tensecond Production. Nel 2011 Mariangela ha girato "I VIAGGIATORI DELLA LUNA" in lingua romanes, che è stato in concorso in numerosi festival in Italia.

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