Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 01/10/2008 @ 09:28:29, in Regole, visitato 1475 volte)

Da Roma_Francais

24 settembre 2008 - In seguito alla conferenza europea sui Rom, Christine Boutin, che rappresentava il governo francese, ha promesso ai 400.000 Rom,  come pure alla gens du voyage che vive in Francia, la soppressione dei titoli di circolazione e degli ostacoli al diritto di voto. Queste misure discriminatorie dovranno essere soppresse.

In effetti, per poter circolare ed esercitare la propria professione, la gens du voyage ha l'obbligo di avere un titolo di circolazione, validato ogni trimestre dalla polizia. L'ottenimento di questo diritto a circolare è condizionato alla residenza in un comune e al parere favorevole del sindaco e del prefetto. Inoltre, questo titolo è indispensabile per accedere alle aree di sosta destinate ai veicoli della gens du voyage, quando esistono.

Quanto al diritto di voto, la gens du voyage non può esercitarlo se non può provare la sua residenza in un comune da almeno tre anni.

Si tratta quindi di riconoscere loro dei diritti elementari, ma la ministra non ha fornito alcuna data per la realizzazione di queste promesse.

Louis BASTILLE, Humanité

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Di Fabrizio (del 01/10/2008 @ 08:55:26, in Italia, visitato 2928 volte)

Ricevo da Ernesto Rossi questo invito, a cui avrei aderito volentieri, se non fosse che il convegno si svolge in concomitanza con la manifestazione nazionale antirazzista di Roma. Accidenti! Si sta muti per mesi, e poi lo stesso giorno si organizzano due iniziative in contrapposizione...

INVITO
A dieci anni dalla scomparsa di Carlo Cuomo, vogliamo ricordare l'Assessore, il compagno, la persona in un convegno

CARLO CUOMO, DIECI ANNI DOPO
sabato 4 ottobre 2008
ore 9.30 - 13.30
a Palazzo Marino

Testimonianze di Marilena Adamo, Franco De Angelis, Ida Finzi, Mariella Fracasso, Giuseppe Landonio, Manfredi Palmeri, Alessandro Pollio Salimbeni, Basilio Rizzo, Ernesto Rossi, Carlo Tognoli, Aldo Tortorella, Emilio Vimercati.

a cura del Consigliere Giuseppe Landonio
Gruppo consiliare Misto - Sinistra Democratica

messaggio inviato da Marina Alberti
Comune di Milano - Gruppo consiliare Misto
Segreteria Consigliere Giuseppe Landonio
SINISTRA DEMOCRATICA
via Marino 7 20121 Milano
tel 02 884.54803 - fax 02 884.50970
marina.alberti@comune.milano.it

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Di Fabrizio (del 01/10/2008 @ 08:50:15, in media, visitato 1464 volte)

Da Hungarian_Roma (riguardo agli episodi italiani, se ne è scritto QUI)

Lashi Vita - Con la ricerca e l'ammirazione per le storie sconosciute, Mundi Romani, una serie di documentari co-prodotti dalla Fondazione Romedia e dalla Televisione ungherese Duna, esplora l'incredibile mondo dei Rom dal Kosovo alla Spagna, attraverso Romania, Francia, Macedonia o Israele. Il 14° episodio della serie fu girato ad agosto e settembre 2008 in Italia, dove nel novembre 2007 l'uccisione di una donna italiana da parte di un immigrato Rom scatenò un'ondata senza precedenti di discorsi anti-Rom, politiche xenofobe e violenze razziali, che riportavano ai giorni più bui della storia europea.

Come racconta Katalin Bársony, le autorità ed i soggetti delle loro politiche, attivisti dei diritti umani, figure chiave religiose e gente ordinaria, il giovane e il vecchio condividono le loro storie e opinioni mentre la squadra di Mundi Romani viaggia dall'esplosiva atmosfera di Napoli verso l'Italia settentrionale passando da Roma. Riusciamo a sentire i racconti personali di quanti dovettero lasciare l'ex Jugoslavia per sopravvivere alla guerra, come pure quei cittadini UE che fuggono dalla miseria che la vita in Romania offre alla sua minoranza Rom, e le testimonianze dei Rom e Sinti italiani, che hanno vissuto in Italia per almeno cinque secoli.

Tre comunità. Tre storie differenti. E' l'isolamento e la paura che rende i loro destini così simili. Per le autorità italiane, per i media italiani e per la maggioranza degli italiani, i nostri protagonisti non hanno storie, nomi, facce. Sono stranieri da controllare, espellere, ripulire dall'Italia. Ma, l'Italia è la loro casa.

Una situazione esplosiva in cui la legislazione UE sui diritti umani sembra essere diventata irrilevante. In cui la libertà d'informazione è in pericolo, come quando la troupe televisiva è stata fermata a Roma dalla Polizia. In cui una mutua paura sembra aver catturato un'intera nazione. Questo documentario girato in una delle più antiche e grandi democrazie d'Europa, solleva serie domande sul significato di democrazia e sul ruolo della legge e sulle fragili basi in cui giacciono la civiltà e l'Unione Europea.

Editor in Chief, Reporter: Katalin Bársony
Photographer: Csaba Farkas, András Néder
Sound Engineer: István Perger
Editor: Péter Kohut
Producer: Judit Ordódy
Expert: Ágnes Daróczi, Marion Kurucz
Directed by Katalin Bársony

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Di Fabrizio (del 01/10/2008 @ 08:00:46, in Italia, visitato 2103 volte)

Modena - Oltre i luoghi comuni e i pregiudizi, alla scoperta delle culture di rom, sinti e gitani: "Le strade del mondo - Voci inascoltate di rom e sinti" è la tre giorni organizzata a questo proposito da Fondazione Villa Emma di Nonantola, Multicentro educativo Memo del Comune di Modena e Istituto di cultura sinta di Mantova. L'appuntamento è a Nonantola e Modena per venerdì 3, sabato 4 e domenica 5 ottobre, con incontri, laboratori e spettacoli.

Tre giorni di appuntamenti per conoscere una cultura europea che ha alle spalle secoli di discriminazioni, culminate in uno sterminio nazifascista, il Porrajimos, meno conosciuto ma non meno tragico della Shoah ebraica. Non a caso, la manifestazione è promossa dalla Fondazione Villa Emma - Ragazzi ebrei salvati, nata per ricordare i 73 ragazzi ebrei che durante la seconda guerra mondiale furono protetti e messi in salvo dalla solidarietà dei cittadini di Nonantola. Tra gli ospiti ci saranno Judith Okely della britannica Hull University, poeti, musicologi, esperti delle università di Firenze e Milano Bicocca, che si confronteranno con i rappresentanti delle comunità rom e sinte del nord Italia. Sarà presente anche Yuri Del Bar, primo cittadino sinto ad essere eletto in un consiglio comunale italiano, a Mantova. L'attore e scrittore Pino Petruzzelli presenterà il suo libro "Non chiamarmi zingaro"e il danzatore Juan Lorenzo sarà il protagonista di una serata di flamenco. "Le strade del mondo" è stato ideato e progettato da Eva Rizzin, Nella Roveri e Stefano Liuzzo con il coordinamento scientifico di Maria Bacchi.

Uno sguardo al programma
Prende il via con un laboratorio curato dallo scrittore e attore Pino Petruzzelli il convegno "Le strade del mondo - Voci inascoltate di rom e sinti", in programma a Nonantola (Mo) da venerdì 3 a domenica 5 ottobre. La tre giorni organizzata dal Multicentro educativo Memo del Comune di Modena insieme alla Fondazione Villa Emma di Nonantola e all'Istituto di cultura sinta prevede seminari per insegnanti e operatori culturali insieme a incontri e spettacoli aperti al pubblico.
Nella prima sessione, in programma venerdì dalle 10 alle 13 al palazzo comunale di Nonantola in via Marconi 11, i partecipanti saranno chiamati a costruire una narrazione collettiva e riflettere sul senso di identità, con un percorso di materiali e stimoli messo a punto da Pino Petruzzelli. La mattinata si aprirà con i saluti delle autorità locali: Silvia Facchini, assessore all'Istruzione della Provincia di Modena, Adriana Querzè, assessore all'Istruzione del Comune di Modena, Pier Paolo Borsari, Sindaco di Nonantola, Stefano Vaccari, presidente della Fondazione Villa Emma. Maria Bacchi, coordinatrice scientifica, presenterà il seminario.
La seconda sessione, dalle 15 alle 18 alla sala Ragazzi di Villa Emma in via Roma 30, si intitola "Rom e Sinti: chi sono? da dove vengono? dove stanno andando?". Ne discuteranno Luca Bravi dell'università di Firenze, Eva Rizzin dell'Istituto di cultura sinta di Mantova, Yuri Del Bar, consigliere comunale di Mantova e membro della comunità sinta, insieme al musicologo ed esperto Stefano Liuzzo. La terza sessione, dalle 18.30 alla sala Cinema teatro Massimo Troisi, è aperta a tutti e vedrà la presentazione di "Non chiamarmi zingaro" di Pino Petruzzelli (Edizioni Chiarelettere, 2008).
Sabato mattina dalle 10 alle 13 si torna al Palazzo comunale di Nonantola per la lectio magistralis di Judith Okely su "Luogo, movimento, identità: Gypsies, Travellers e Rom", accompagnata da immagini e narrazioni di vita di rom e sinti. Di nuovo alla sala Ragazzi di Villa Emma nel pomeriggio dalle 15 alle 18 ci sarà il laboratorio "Detti, interdetti e non detti" curato da Maria Bacchi e Nella Roveri della Fondazione Villa Emma. Alle 21.30 al teatro Troisi si passa invece a musica, canto e danza con Juan Lorenzo e Flamenco libre.
I lavori proseguono nella mattina di domenica con Pino Petruzzelli che metterà in scena, nel Municipio di Nonantola, i materiali tratti dai laboratori. Seguirà un incontro con Tommaso Vitale, università di Milano Bicocca, Nazzareno Guarnieri, presidente della Federazione Rom e Sinti Insieme e Demir Mustafa, poeta rom macedone.
La sessione finale è in programma a Modena alla Casa delle culture di via Wiligelmo 80. Alle 15 ci sarà l'incontro "La vita e altri cantieri: racconto filmico di un'esperienza" alla presenza di Radames Gabrielli, presidente dell'Associazione Nevo Drom e Salvatore Saltarelli del centro tutela contro le discriminazioni della Provincia autonoma di Bolzano. L'ultimo appuntamento è la presentazione del progetto delle Microaree a Modena, che sarà discusso da Francesca Maletti, assessore alle Politiche sociali del Comune di Modena, Giacomo De Barre e altri rappresentanti della Comunità sinta di Modena, Luca Puggioli, Coordinatore Ufficio nomadi e altri operatori del Centro stranieri - Comune di Modena. Il dibattito è coordinato da Walter Reggiani, Presidente della Casa delle culture di Modena. In conclusione interverrà Fausto Ciuffi, direttore della Fondazione Villa Emma.
Il programma completo della tre giorni è sul sito Fondazione Villa Emma. Per informazioni o per iscriversi alle sessioni chiuse del seminario ci si può rivolgere ad Alessandra Varvaro, e-mail, telefono 059 547195.

A Modena 354 rom e sinti in case e microaeree
Un percorso di integrazione che passa attraverso diritti e doveri di cittadinanza: è la scelta fatta dal Comune di Modena, che a fine 2007 ha chiuso definitivamente il campo nomadi di via Baccelliera mettendo a disposizione delle famiglie sinte 16 microaree nelle quali vivere con maggiore dignità e responsabilità. Nel Comune di Modena vivono 29 rom e 325 sinti di cittadinanza italiana. Le famiglie rom vivono in appartamenti, i sinti nelle microaree attrezzate realizzate dopo la chiusura del campo nomadi in diversi quartieri e frazioni della città. Il loro percorso di integrazione prevede l'assunzione di diritti e doveri uguali al resto della popolazione: i contributi economici vengono assegnati dal servizio sociale di base seguendo gli stessi criteri previsti per gli altri cittadini e l'inserimento scolastico di bambini e ragazzi è agevolato dalla presenza di educatori. L'assessore alle Politiche sociali del Comune di Modena Francesca Maletti discuterà del progetto delle microaree domenica 5 ottobre alla Casa delle culture di Modena in via Wiligelmo 80, nella sessione conclusiva del convegno "Le strade del mondo - Voci inascoltate di rom e sinti" in programma a Nonantola e Modena a partire da venerdì 3 ottobre. Tra le 15 e le 18 alla Casa delle culture ci saranno anche Giacomo De Barre e altri rappresentanti della Comunità sinta di Modena, il coordinatore dell'Ufficio nomadi Luca Puggioli e altri operatori del Centro stranieri del Comune di Modena.

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Di Fabrizio (del 30/09/2008 @ 17:35:45, in Italia, visitato 2672 volte)

Ricevo da Roberto Malini

Pesaro, 30 settembre 2008 - La direzione sanitaria dell'Ospedale San Salvatore di Pesaro rifiuta le ragioni dell'intolleranza e riconosce senza eccezioni il diritto alla salute di tutti i pazienti "a partire proprio dai Rom, che più di tutti soffrono a causa della precarietà," ha commentato la dottoressa Adriana Vacca, portavoce dell'Azienda ospedaliera. Dopo qualche incomprensione iniziale, dovuta alla carenza di informazioni ricevute dall'Ospedale San Salvatore riguardo alla presenza di una comunità Rom in città, è nata una sinergia fra il San Salvatore, il Gruppo EveryOne e la neonata Associazione "La Ruota Rossa" (che rappresenta proprio i "nomadi" che vivono a Pesaro). Grazie a tale collaborazione, la situazione sanitaria dei Rom di Pesaro è decisamente migliorata e alcuni pazienti che soffrono di gravissime patologie (tumori maligni, cardiopatie, considerevoli handicap della persona) sono ora in cura e si può affermare senza dubbio che sono state evitate gravi tragedie umanitarie, nonostante la latitanza delle Istituzioni e l'irresponsabilità dei servizi sociali. "I nostri medici faranno sempre il possibile per garantire esami e cure ai pazienti Rom, ma il problema più urgente è la condizione in cui sono costretti a vivere," ha detto allargando le braccia un medico dell'ospedale pesarese, "perché non è tollerabile che esseri umani, fra cui malati e bambini, non abbiano alcun sostegno da parte delle Istituzioni. Non abbiamo la bacchetta magica e possiamo solo fare eco all'allarme sollevato dal Gruppo EveryOne: se non verranno attuati progetti a tutela di queste persone sfortunate, il freddo del prossimo inverno potrebbe causare situazioni umanitarie spaventose". Riguardo alla tutela dei pazienti Rom, l'Ospedale San Salvatore ribadisce che non solo si atterrà sempre alle normative relative al diritto alla salute degli stranieri regolari e irregolari (decreto legge 286 del 25 luglio 1998; DPR 394 del 31 agosto 1999; Circolare del Ministero della Salute n.5 del 24 marzo 2000; Piano Sanitario Nazionale 2002- 2004), che riguardano la prestazione di cure urgenti o essenziali, ma non rifiuterà in alcun caso di prestare assistenza medica a una persona malata, specie se la condizione di precarietà in cui vive rende "essenziale" anche la cura di un semplice raffreddore.

"Abbiamo illustrato nei dettagli al sindaco, durante un incontro, la tragedia delle famiglie Rom di Pesaro, supplicandolo di intervenire, per evitare che l'indigenza, l'emarginazione razziale e le gravi condizioni di salute dei 'nomadi' presenti in città potessero causare drammi atroci," dichiarano gli attivisti del Gruppo EveryOne, "ma nonostante gli impegni assunti, anche sulla stampa locale, i Rom sono stati abbandonati e sopravvivono in edifici fatiscenti, al freddo, senza acqua né corrente elettrica, senza alcun sostegno sociale. Abbiamo chiesto almeno un cassonetto per i rifiuti. Niente. Alcuni familiari, anche minorenni, avrebbero dovuto ricongiungersi ai loro parenti. Uno di loro, purtroppo, il giovanissimo Ciprian Danila, promesso sposo di una ragazza Rom di Pesaro, è morto bruciato vivo a Sesto San Giovanni, per colpa di una candela, ma soprattutto dell'emarginazione in cui era costretto. Se, come promesso, il programma di integrazione fosse partito all'inizio di settembre, sarebbe ancora vivo e lo vedremmo camminare per le strade di Pesaro".

Grazie alla collaborazione fra il San Salvatore, il Gruppo EveryOne e due persone straordinarie - Giancarlo e il sacerdote don Michele - Annamaria, bambina Rom di cinque anni, nata a Pesaro, ha ricevuto le cure per una brutta polmonite (una delle prime cause di mortalità infantile) ed è stata posta al riparo, con la sua famiglia, in una cittadina del Sud Italia, che si è offerta di accogliere il nucleo familiare, offrendo un alloggio confortevole e inserendo il capofamiglia in un programma di inserimento al lavoro, dopo essere venuta a conoscenza della situazione di persecuzione e incuria riservata ai Rom di Pesaro, dove - purtroppo - alle promesse di assistenza umanitarie e piani di integrazione dispensate dal sindaco e da alcuni assessori del Comune, non è seguito alcun progetto concreto.

Oggi la piccola Annamaria sarà iscritta a scuola e sono bastati pochi giorni in una casa riscaldata, con un'alimentazione adeguata e migliorare la tosse che la scuoteva giorno e notte. Giovedì 2 ottobre la Direzione sanitaria del San Salvatore incontrerà il Gruppo EveryOne e La Ruota Rossa per pianificare le modalità con cui sarà affrontata la gravissima emergenza sanitaria che si prefigura - salvo un intervento urgente della Provincia di Pesaro, allertata dall'organizzazione per i Diritti Umani - per l'inverno imminente, se le famiglie Rom di Pesaro non avranno una condizione alloggiativa e sociale dignitosa. "L'Ospedale San Salvatore di Pesaro è un esempio per tutta la sanità italiana," concludono gli attivisti EveryOne, "perché segue una direttiva etica, che trova nel Giuramento di Ippocrate i suoi fondamenti. Abbiamo segnalato l'Azienda ospedaliera marchigiana alla Commissione europea, per i principi esemplari che la caratterizzano, principi che pongono la salute dell'essere umano - al di là della sua razza o etnia - al centro di tutto. Sembra un concetto scontato, ma non è così, perché in tutta Italia si segnalano casi di pazienti Rom rifiutati o curati con estrema superficialità, di farmaci essenziali negati, di trattamenti discriminatori. Per sconfiggere il razzismo vi è bisogno di esempi positivi e in questo senso la condotta del San Salvatore è doppiamente preziosa: un sostegno necessario ai suoi pazienti Rom e un modello per le strutture sanitarie che, dimenticando Ippocrate, si sono lasciate travolgere dalla deriva razzista".

Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
Tel: (+ 39) 334 8429527 - (39) 331 3585406 - (+39) 334 3449180
www.everyonegroup.com :: info@everyonegroup.com

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Di Sucar Drom (del 30/09/2008 @ 14:54:26, in media, visitato 1769 volte)
Le famiglie Campos e Rossetto, dopo l'ennesimo rinvio del processo per direttissima contro i loro congiunti, hanno pregato che sia attuato il silenzio stampa. Da questo momento sucardrom chiede a tutti gli organi di stampa di non intervenire.
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Di Fabrizio (del 30/09/2008 @ 09:26:58, in conflitti, visitato 2187 volte)

Da Mundo_Gitano (come accennato in post precedenti, in Colombia e in buona parte delle Americhe, i Rom sono ancora semi-nomadi)

pubblicato su Indymedia Colombia

Colombia, Accampamento Rom

NOMADISMO, SPOSTAMENTO FORZATO E RIPARAZIONE COLLETTIVA: IL CASO DEL POPOLO ROM
por YOSKA BIMBAY [1] lunedì 22 settembre 2008 at 6:14 PM
prorrom@gmail.com
Idee liberate per affrontare il rompicapo della riparazione collettiva ed integrale del popolo Rom

"I nostri spostamenti derivati dal conflitto armato non appaiono sicuramente nelle statistiche. I morti che ha messo il nostro popolo a causa delle guerre non contano per nessuno. I nostri dispersi per le guerre continuano sotto silenzio. La precarizzazione crescente dei nostri livelli di vita prodotta dalle violenze segue totalmente inosservata" [2].

In Colombia si inizia a riconoscere, almeno teoricamente, che il conflitto armato interno ha generato gravi impatti sul popolo Rom. Significa che questo riconoscimento, certamente ancora molto precario, è un primo passo perché lo stato colombiano pensi seriamente alla possibilità di includere i Rom nei suoi programmi di riparazione collettiva e simbolica.

Quanto scritto sopra discende da ciò che è espresso in un documento elaborato dalla Commissione Nazionale di Riparazione e Riconciliazione (CNRR) in cui, riferendosi ai soggetti della riparazione, menziona esplicitamente il popolo Rom. In particolare vi si legge: "che la riparazione tenga in considerazione i gruppi particolarmente vulnerabili come le comunità ed i popoli indigeni, le comunità afrodiscendenti ed il popolo Rom [3]." Anche se l'allusione, nel contesto del documento, è abbastanza periferica, trascina per il popolo Rom un'enorme importanza e può vedersi come un bilancio a favore del processo di riconoscimento dei suoi diritti collettivi.

Inoltre, in un importante studio della Procura Generale della Nazione [4], portato a conoscenza nel giugno 2007, in cui si esprimono i criteri per arrivare alla riparazione collettiva ed integrale dei gruppi etnici, il popolo Rom è incluso come uno dei soggetti collettivi di cui tener conto.

Che il popolo Rom, in maniera adeguata, sia tenuto in conto nei processi di riparazione collettiva e simbolica, in circostanze simili a quelle dei popoli indigeni, afrodiscendenti e razziali, è una scommessa politica che senza dubbio segnala un percorso per dare giustizia storica ad un popolo che è stato abitualmente e sistematicamente escluso dalle politiche pubbliche e dai programmi sociali governativi.

Col peso di essere invisibile per l'insieme del paese, il popolo Rom iniziò ad essere visto dagli attori armati, tanto illegali che legali, i quali con la voragine di violenza politica che scatenarono, lo colpirono in maniera negativa nella propria integrità etnica e culturale.

Senza essere un inventario esaustivo e solo in maniera indicativa, si può dire che tra i principali impatti che il conflitto armato interno ha provocato al popolo Rom, c'è quanto segue:

Si configurano territori del paese in cui i Rom esercitano le loro attività economiche tradizionali, alle quali per paura - derivate effettivamente da fattori obiettivi o fondate su fattori soggettivi - non circolano più o non lo fanno con frequenza ed intensità precedente. Diversi patrigruppi familiari, per timore delle azioni dei gruppi paramilitari che costantemente ricorrevano alle estorsioni per lasciarli lavorare o che apertamente rubavano loro mercanzie e prodotti, hanno optato per diminuire l'intensità, l'ampiezza e la frequenza dei loro itinerari, sin quasi a ridurla al minimo, così le reti ed i percorsi che pazientemente erano state costruite nell'esercizio dell'itinerare ancestrale sono rimaste inattive. Questa situazione è stata fatta propria da alcune kumpeniyi, associazioni di patrigruppi familiari Rom, come una forma di confinamento, che impedendo la mobilità si è tradotto negativamente sulle attività economiche tradizionali. Paradossalmente, mentre il numero dei senza casa nel paese è cresciuto in poco tempo in maniera esponenziale, i Rom che per natura si spostano da un luogo all'altro, non possono più farlo come in precedenza.

La vasta mobilità geografica del popolo Rom, imprescindibile per la realizzazione dei suoi principi e delle più importanti attività economiche, essendo di fatto notevolmente ridotta, si è presto trasformata in una crescente precarizzazione economica dei patrigruppi familiari, cosa che ha causato un allarmante impoverimento socioculturale, dovuto tra l'altro alla diminuzione del flusso degli ingressi monetari richiesti per il complimento delle cerimonie e rituali inerenti alla sua vita culturale, soprattutto relazionati alla lealtà, prestigio e status, hanno causato rotture ed indebolimenti dei suoi valori identitari.

Senza alcun dubbio non sono stati pochi gli spostamenti non volontari eseguiti da alcuni patrigruppi familiari come conseguenza del conflitto armato interno che equivocamente furono spiegati e compresi, tanto dalle istituzioni nazionali come dalla società maggioritaria, a partire dal tradizionale itinere che ha caratterizzato il popolo Rom. E così vari casi di spostamenti forzati di cui sono stati vittime distinti patrigruppi familiari, alla fine sono stati confusi con le dinamiche proprie di itinere e mobilità del popolo Rom. Questi spostamenti forzati, che sono avvenuti senza visibilità dalle istituzioni, hanno inciso nel debilitamento delle rete sociali di solidarietà, sovraccaricando i dispositivi di reciprocità e mutuo aiuto messi in moto per accogliere i patrigruppi familiari coinvolti.

Per un popolo quantitativamente piccolo come quello dei Rom, con una popolazione in Colombia che secondo il Censimento Generale DANE del 2005 si stima in 4.832, ci si aspetta che la perdita di vite umane abbia impatto profondo sulla vita sociale e culturale, perdite che, resta inteso, aumentano progressivamente quando si presentano casi di morti violente e sparizioni forzate commesse dai gadyé (i non Rom), questo perché non solo le possibilità di fare giustizia scappano dall'orbita della Romaní Kriss, il proprio sistema giuridico, ma perché l'immaginario socialmente costruito prodotto dai ricordi accumulati nella memoria collettiva del popolo Rom sulle persecuzioni incessanti di cui è stato vittima per mano dei gadyé in diversi momenti storici e diverse parti del mondo, finiscono per rinforzare la marginalità, sostenuta dal timore verso le leggi e le istituzioni degli "altri", si espande. Gli assassinati ed  dispersi riportati all'interno dei patrigruppi familiari, indicano che tanto le Águilas Negras come i paramilitari delle Autodefensas Unidas de Colombia (AUC) con gli insorti, hanno la loro parte di responsabilità.

Nel maggio 2002 si diffuse, soprattutto nei circoli del movimento associativo internazionale del popolo Rom, una notizia [5] che confermava il timore generalizzato di una kumpania ubicata nel nord-est del paese, dovuto alle minacce, minacce ed estorsioni di cui erano oggetto alcuni patrigruppi familiari per mano delle strutture paramilitari delle Autodefensas Unidas de Colombia (AUC). Alcuni degli Shere Romengue, autorità tradizionali, si videro forzati a pagare somme di denaro, si suppone in cambio di sicurezza e tranquillità. Altri, che rifiutarono di pagare queste estorsioni perché materialmente non potevano o non volevano farlo, dovettero spostarsi verso un'altra kumpeniyi in Venezuela. Questa situazione si mantenne, con qualche intermittenza, almeno per due anni.

Anche se certamente è necessario approfondire sugli impatti che il conflitto armato ha avuto sul popolo Rom, da parte del Proceso Organizativo del Pueblo Rom (Gitano) de Colombia (PRORROM), si considera ci siano elementi di giudizio sufficienti per proporre che se non si vuole commettere una dimenticanza storica imperdonbile, i Rom non possono essere esclusi dalle iniziative che si stanno costruendo sulla riparazione collettiva e su quella simbolica, sia nel quadro della Legge di Giustizia e Pace, che negli altri scenari. L'importante, in ogni caso, è che la società colombiana e lo Stato ricordino e non dimentichino mai che il popolo Rom è stato colpito nella sua integrità etnica e culturale per l'azione dei gruppi armati.

Qualsiasi proposta di riparazione collettiva che abbia come soggetto il popolo Rom, deve fondarsi nella formalizzazione del pieno riconoscimento della sua esistenza, il che porta implicitamente al tassativo riconoscimento dei suoi diritti collettivi. In questo contesto l'istituzione di un quadro giuridico che regoli le relazioni tra lo Stato colombiano ed il popolo Rom, che vada nella direzione di eliminare per sempre le asimmetrie discriminatorie ed odiose attualmente esistenti tra i diritti costituzionali e legalmente riconosciuti ai popoli indigeni e quelli che effettivamente e realmente sono riconosciuti a questo popolo, è una premessa imprescindibile e non procastinabile che deve contemplare qualsiasi proposta di riparazione collettiva che pretenda di fare giustizia con i Rom.

Girón (Santander), 17 de septiembre de 2008

Bibliografía
COMISIÓN NACIONAL DE REPARACIÓN Y RECONCILIACIÓN, (CNRR). Recomendación de criterios de reparación y de proporcionalidad restaurativa. CNRR. Bogotá, D.C. 2007. [152p.].

PROCESO ORGANIZATIVO DEL PUEBLO ROM (GITANO) DE COLOMBIA, PRORROM. Sobre la paz y la guerra: Reflexiones de los invisibles de Colombia, presentadas en la sesión plenaria del Congreso Nacional de Paz y País el 11 de mayo de 2002. En: PRORROM. Tras el rastro de Melquíades. Memoria y resistencia de los Rom de Colombia. Colección O Lasho Drom No. 4. PRORROM. Bogotá, D.C. 2005. Pp. 147-150.

PROCURADURÍA GENERAL DE LA NACIÓN. Primero las víctimas. Criterios para la reparación integral víctimas individuales y grupos étnicos. Procuraduría General de la Nación. Agencia Canadiense para el Desarrollo Internacional. Bogotá, D.C. 2007. [325p.].

SAVETO KATAR LE ORGANIZATSI AY KUMPENIYI RROMANE ANDA´L AMERICHI (SKOKRA). ¡Un S.O.S. por los Rom de Colombia! Comunicado de prensa. Bogotá, D.C. 10 de mayo de 2002.

[1] Miembro de la Secretaría Operativa del Proceso Organizativo del Pueblo Rom (Gitano) de Colombia, PRORROM.
[2] PROCESO ORGANIZATIVO DEL PUEBLO ROM (GITANO) DE COLOMBIA, PRORROM. Sobre la paz y la guerra: Reflexiones de los invisibles de Colombia, presentadas en la sesión plenaria del Congreso Nacional de Paz y País del 11 de mayo de 2002. En: PRORROM. Tras el rastro de Melquíades. Memoria y resistencia de los Rom de Colombia. Colección O Lasho Drom No. 4. PRORROM. Bogotá, D.C. 2005. Pp. 147-150.
[3] El subrayado es nuestro. COMISIÓN NACIONAL DE REPARACIÓN Y RECONCILIACIÓN, (CNRR). Recomendación de criterios de reparación y de proporcionalidad restaurativa. CNRR. Bogotá, D.C. 2007. P. 25.
[4] PROCURADURÍA GENERAL DE LA NACIÓN. Primero las víctimas. Criterios para la reparación integral víctimas individuales y grupos étnicos. Procuraduría General de la Nación. Agencia Canadiense para el Desarrollo Internacional. Bogotá, D.C. 2007. Pp. 76-77.
[5] SAVETO KATAR LE ORGANIZATSI AY KUMPENIYI RROMANE ANDA´L AMERICHI (SKOKRA). ¡Un S.O.S. por los Rom de Colombia! Comunicado de prensa. Bogotá, D.C. 10 de mayo de 2002.

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Ricevo da Marco Brazzoduro

FONDAZIONE VILLA EMMA - RAGAZZI EBREI SALVATI

In collaborazione con
Istituto di cultura Sinta

Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna
Provincia di Modena
Comune di Modena
Comune di Nonantola
Casa delle culture di Modena
Memo - Multicentro educativo Sergio Neri

Venerdì 3 ottobre 2008

[ore 10-13: prima sessione]

Scritti segreti (laboratorio I)
Materiali-stimolo offerti ai corsisti e disposti in uno spazio: musica, oggetti, fotografie…
Pino Petruzzelli - scrittore, attore e autore teatrale - lavorerà sui risultati del laboratorio, componendo una narrazione collettiva.

Saluti delle autorità
Silvia Facchini, Assessore Istruzione e Formazione Provincia di Modena
Adriana Querzè, Assessore Istruzione Comune di Modena
Pier Paolo Borsari, Sindaco di Nonantola
Stefano Vaccari, Presidente Fondazione Villa Emma

Presentazione del seminario
Maria Bacchi, Fondazione Villa Emma

[ore 15-18: seconda sessione]

Rom e Sinti: chi sono? da dove vengono? dove stanno andando?
ne discutono:
Luca Bravi, Università di Firenze
Eva Rizzin, Istituto di cultura sinta, Mantova
Yuri Del Bar, Consigliere comunale, Comunità sinta di Mantova
coordina: Stefano Liuzzo, musicologo e studioso delle culture rom e sinta

[ore 18,30-20: terza sessione]

Non chiamarmi zingaro
In viaggio con Pino Petruzzelli sulle tracce del suo ultimo libro, Edizioni Chiarelettere, 2008

Sabato 4 ottobre 2008

[ore 10-13: quarta sessione]

Luogo, movimento, identità: Gypsies, Travellers e Rom
Lectio magistralis di Judith Okely, Hull University
Nel corso dell’incontro scorreranno immagini e narrazioni di vita riguardanti Rom e Sinti.

[ore 15-18: quinta sessione]

Detti, interdetti e non detti (laboratorio II)
Riflessioni e scritture sul rapporto con ciò che non viene scritto,
a cura di Maria Bacchi e Nella Roveri, Fondazione Villa Emma

[ore 21.30: sesta sessione]

Juan Lorenzo e Flamenco libre: musica, canto, danza

Domenica 5 ottobre


[ore 10-13: settima sessione]

Scritti segreti (laboratorio III)
Pino Petruzzelli mette in scena le scritture dei corsisti.

riflessioni di:
Tommaso Vitale, Università di Milano-Bicocca.
Nazzareno Guarnieri, Presidente Federazione Rom e Sinti Insieme
Demir Mustafa, poeta rom macedone

[ore 15-18: ottava sessione]

La vita e altri cantieri: racconto filmico di un’esperienza
ne discutono:
Radames Gabrielli, Presidente Associazione Nevo Drom
Salvatore Saltarelli, Centro tutela contro le discriminazioni, Provincia autonoma di Bolzano

Da uno a tredici: il progetto delle Microaree a Modena
ne discutono:
Francesca Maletti, Assessore alle Politiche sociali, Comune di Modena
Giacomo De Barre e altri rappresentanti della Comunità sinta di Modena
Luca Puggioli, Coordinatore Ufficio nomadi e altri operatori del Centro stranieri - Comune di Modena

coordina: Walter Reggiani, Presidente Casa delle culture di Modena

In attesa del prossimo anno

Fausto Ciuffi, Direttore Fondazione Villa Emma

[Tutte le sessioni del Seminario (tranne l’ultima, che avrà luogo a Modena) si svolgeranno a Nonantola. Stiamo individuando e definendo, in questi giorni, spazi e sedi per lo svolgimento dei lavori e degli incontri aperti al pubblico. Ricordiamo, a tale proposito, che le sessioni dedicate al laboratorio sono a numero chiuso e riservate ai soli iscritti al Seminario di formazione, che riceveranno un regolare attestato. Avviamo quindi in questa fase - con la comunicazione del programma - la raccolta delle iscrizioni, per garantire ai tanti interessati un’adeguata accoglienza e notizie tempestive sulle modalità del soggiorno a Nonantola. Nel giro di poco tempo riceverete ulteriori informazioni sull’articolazione organizzativa di tutte le fasi dei nostri incontri, con indicazione di luoghi, momenti riservati ai pasti e alla convivialità, indirizzi e recapiti telefonici per la prenotazione dei pernottamenti.]

Per informazioni e iscrizioni
Fondazione Villa Emma
Alessandra Varvaro
segreteria@fondazionevillaemma.org
tel e fax 059 54719

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Di Fabrizio (del 29/09/2008 @ 17:11:50, in Italia, visitato 2265 volte)

Ricevo da Roberto Malini

Martedì 30 settembre alle ore 11, presso la sala del Consiglio comunale di Pesaro, sarà presentato un evento molto atteso in città: la visita al capoluogo marchigiano di Rigoberta Menchù, Premio Nobel per la pace e attivista per i diritti dei popoli indigeni, prevista per i primi di ottobre. L'attivista e scrittrice incontrerà alcune personalità cittadine e presenterà la sua nuova campagna per i diritti dei popoli discriminati.

I numerosi episodi di razzismo e xenofobia avvenuti nella città di Pesaro non sono mai stati stigmatizzati dalle autorità locali; al contrario, un assessore di sinistra ha affermato, recentemente, riferendosi ai Rom: ''Qui a Pesaro i nomadi non attecchiranno mai. Non c’è acqua per quei pesci, perché qui la gente lavora. Qui il nomade se ne va in fretta o viene allontanato. Gli amici spagnoli secondo me non hanno sbagliato del tutto a definirci razzisti''.

Nello scorso luglio il sindaco di Pesaro si impegnò pubblicamente, anche in alcune interviste pubblicate sui giornali locali, ad avviare un progetto di integrazione, in linea con le Direttive Ue e le leggi internazionali contro il razzismo e a tutela dei popoli. Il progetto avrebbe dovuto comprendere assistenza sociale per le persone Rom gravemente ammalate (vi sono casi di tumori maligni in fase avanzata, cardiopatie gravi, mutilazioni e handicap), la possibilità di accedere a un alloggio decoroso (il sindaco propose di consentire alla comunità Rom di riattare edifici fatiscenti nell'area cittadina), il ricongiungimento nelle famiglie di alcuni minori e un piano di inserimento professionale per le persone valide.

Purtroppo, nonostante il Gruppo EveryOne avesse proposto di contribuire, con sacrificio personale dei suoi membri, al progetto, ogni promessa è stata disattesa, con conseguenze drammatiche per le famiglie Rom, già provate da anni di indigenza, emarginazione e incuria a parte delle Istituzioni.

Ciprian Danila, il giovanissimo Rom che viveva a Sesto San Giovanni in condizioni di indigenza intollerabili ed è morto bruciato vivo nel rogo scatenato da una candela all'interno dell'edificio fatiscente in cui viveva: avrebbe dovuto ricongiungersi alla famiglia della sua fidanzata, che vive a Pesaro. Soltir Danila, 55 anni. Malato di cancro, avrebbe dovuto ricongiungersi alla sua famiglia ed essere curato presso l'Ospedale San Salvatore (ospedale che, una volta compresa la condizione sanitaria spaventosa in cui versano i Rom, ha scelto di curarli, secondo il codice deontologico). E' morto in Romania, senza poter accedere ai farmaci che avrebbero potuto salvarlo.

A Pesaro vivono altre persone Rom a rischio di vita, senza cure, in luoghi freddi e malsani. Solo lo spirito umanitario di alcuni cittadini - fra i quali spiccano per impegno e generosità Mariateresa, Maria, Elisa e il sacerdote don Roberto - ha impedito altri drammi irreparabili. Ma per l'amministrazione della città, non c'è posto per i Rom. Il tempo stringe, l'inverno è alle porte e nonostante le rassicurazioni del sindaco per i Rom di Pesaro non è stato fatto nulla.

Di fronte al rischio di tragedie umanitarie come quelle che stanno colpendo i Rom in molte città italiane, Il membri del Gruppo EveryOne, con le sole proprie risorse, hanno senza clamori iniziato ad organizzare piani si emergenza per la salvaguardia delle famiglie Rom presenti a Pesaro. La piccola Annamaria, malata di polmonite (una delle prime cause di morte infantile nel mondo) è stata curata e trasferita insieme alla sua famiglia al sicuro, al sud, lontano da Pesaro, in un Paese che ha scelto di accoglierla, di darle un alloggio e un'occasione di lavoro. Annamaria frequenterà le scuole locali e la sua brutta tosse, grazie al riscaldamento, alle cure mediche e a un'alimentazione adeguata, guarirà presto.

Un'altra famiglia è in procinto di partire, verso il sud, dove è attesa da alcuni uomini di buona volontà, fra cui l'eroico parroco don Michele, un uomo che non verrà dimenticato, quando la persecuzione dei Rom avrà termine. In questi giorni, il Gruppo EveryOne presenterà a Rigoberta - con cui ha una fraterna affinità nell'impegno per i diritti degli emarginati - un documento in cui è dettagliata la condizione di emarginazione e negazione di ogni diritto umano in cui si trovano i Rom di Pesaro, chiedendole di aggiungere la sua voce al coro delle proteste e di chiedere con voce ferma alle autorità locali di rispettare le Direttive Ue e le convenzioni internazionali che combattono il razzismo e promuovono la tolleranza fra i popoli. Prossimamente, inoltre, l'organizzazione presenterà il cortometraggio "Pesaro Zigeunerfrei", una denuncia della repressione delle famiglie Rom che cercano di sopravvivere nella città di Rossini (compositore che, peraltro, amava la cultura "zingara").

Mentre le organizzazioni per i diritti umani e i cittadini Pesaro assolvono i compiti per cui l'amministrazione è stata eletta, il comune di Pesaro ha l'ardire di parlare di Diritti Umani e accogliere una donna che si batte contro gli abusi e le violenze perpetrati da governi e istituzioni locali contro le minoranze etniche. Circa un anno fa Rigoberta, scambiata per una nomade, fu espulsa da un hotel di Cancun, in Messico. Ci auguriamo che l'amministrazione pesarese, che non può certo essere definita accogliente o tollerante nei confronti delle minoranze poiché attua una politica pesantemente discriminatoria contro le famiglie Rom che vivono in città, non riservi per sbaglio al premio nobel Rigoberta Menchù lo stesso trattamento che ha riservato alle persone di etnia Rom che si sono rifugiate a Pesaro e che a malapena sono lasciate camminare per le strade della città.

Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
Tel: (+ 39) 334 8429527 - (39) 331 3585406 - (+39) 334 3449180
www.everyonegroup.com :: info@everyonegroup.com

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Di Fabrizio (del 29/09/2008 @ 09:35:00, in Europa, visitato 2130 volte)

Da Czech_Roma

By Curtis M. Wong, Staff Writer, The Prague Post

24 settembre 2008 - La complessa proposta di Jiří Čunek, Ministro per lo Sviluppo Regionale, per affrontare i problemi della comunità Rom, sta incontrando pareri contrastanti tra i funzionari Rom ed i locali gruppi umanitari.

Pubblicata all'inizio di questo mese, la proposta di 30 pagine, che i funzionari ministeriali chiamano "uno sforzo motivazionale per le municipalità ceche", ha sollevato critiche da alcune autorità soprattutto perché suggerisce che i cittadini Rom siano divisi in tre gruppi basati sull'origine e sui livelli di reddito.

Secondo la proposta, il primo gruppo comprenderà le famiglie che vivono indipendentemente dai sussidi governativi. Il secondo cittadini Rom che hanno bisogno di qualche assistenza finanziaria e sociale, ed il terzo gruppo rappresenterà quelli che abusano degli aiuti governativi. I cittadini del terzo gruppo saranno soggetti a regolare supervisione degli operatori sociali e spostati in ostelli. La proposta, che i funzionari valutano di un miliardo di corone, stabilisce anche che solo i cittadini che lavorano nei progetti comunali, saranno eleggibili per aiuti finanziari ed alloggiativi.

Secondo Josef Baláž, consigliere di Čunek, queste designazioni agiranno semplicemente come linee guida per permettere alle singole municipalità per focalizzarsi sui diversi problemi di ognuno dei tre gruppi.

"Quando gli operatori sociali lavorano con queste persone su basi regolari e impiegano tempo con loro, comprendono che questa gente è su livelli differenti, e perciò ha esigenze diverse," ha detto Baláž.

Ma i funzionari Rom la pensano differentemente, dicendo che la proposta ha reminescenze della dittatura fascista ed infrange i loro diritti civili.

"Categorizzare i cittadini Rom in gruppi è contro le leggi sociali e costituzionali, e viola tutte le idee ed i messaggi della Rivoluzione di Velluto," ha detto Ivan Veselý, vice capo del consiglio governativo per la comunità Rom. Per molti cittadini Rom, segregare le persone in gruppi secondo il loro livello di reddito - che potenzialmente può dividere i gruppi familiari - ha le connotazioni da Olocausto. "E' essenzialmente la stessa idea che hanno i neonazisti," ha detto.

I funzionari del Ministero per lo Sviluppo Regionale replicano che lo scopo della proposta è stato largamente male interpretato dai funzionari Rom come pure dai media. Infatti, la proposta pubblicata è una bozza che non doveva ancora essere resa pubblica. Ora le autorità adducono che il ministero è stato obbligato a pubblicare la proposta sul proprio sito web, dopo che i dettagli del documento sono stati resi pubblici dai media.

"Credetemi, non volevamo pubblicare il documento così presto, perché non era ancora completato," ha detto Baláž, aggiungendo che il documento all'inizio del mese era circolato per consultazioni soltanto tra nove membri del consiglio governativo per i la comunità Rom . "Mancano ancora molti capitoli che descrivono compiti che riguardano particolari ministeri, incluso quello per gli Affari Sociali e Lavorali e quello dell'Istruzione." Baláž si lamenta di aver iniziato a ricevere telefonate dai giornalisti una settimana dopo che il documento era stato distribuito ai membri della commissione. Attualmente, il ministero non ha una data stabilita per l'abbozzo finale della proposta.

Ma Veselý adduce che la prima bozza del documento è semplicemente uno sforzo per fare pubblicità a Čunek, presidente dei Cristiano Democratici, prima della caduta alle elezioni del Senato, un appunto che Baláž rifiuta.

"E' soltanto un gioco sporco collegato alla prossima campagna," dice. "Una volta che le elezioni saranno passate, la domanda è come i Cristiano Democratici agiranno con questo."

Martin Šimáček, direttore del programma di integrazione sociale per Člověk v tísni (Gente in difficoltà), una OnG con base a Praga, ha elogiato i recenti sforzi di Čunek, dicendo che la proposta è un benvenuto primo passo nella conoscenza governativa delle tematiche Rom.

"Questa potrebbe essere la migliore proposta che abbiamo mai visto," ha detto Šimáček, che per sette anni ha aiutato ad organizzare programmi educativi e sociali per i cittadini Rom a Kladno e Libčice nad Vltavou. Pur ammettendo che la proposta ha bisogno di alcune revisioni, ha aggiunto: "Ci sono tanti buoni suggerimenti... Sta creando l'opportunità di una discussione politica su questo tema così importante e complesso."

Šimáček ha applaudito particolarmente l'enfasi della proposta sull'istruzione. Il documento descrive un piano per offrire ulteriori sussidi alloggiativi alla famiglie Rom i cui figli frequentano la scuola.

Il numero dei cittadini Rom che vivono in ghetti è cresciuto di circa il 30% dal 1989, nonostante una serie di riforme governative disegnate per combattere il fenomeno. I funzionari stimano che 80.000 Rom vivano in 330 insediamenti simili in tutto il paese, dove sono segregati tanto geograficamente che socialmente.

Baláž ha sottolineato come l'enfasi della proposta nel garantire ulteriori aiuti ai cittadini impiegati nella municipalità, sia  un punto chiave.

"E' necessario motivare i comuni che vogliono risolvere questo problema, motivare la gente che vuole cambiare la propria vita," ha detto. "Questa concezione prima di tutto cerca di trovare la motivazione di tutti i soggetti chiave - i Rom che vivono in aree segregate, lo stato, le municipalità, le associazioni civiche e le OnG che lavorano con gli interessati."

Non è la prima volta che Čunek viene criticato per il suo approccio alle tematiche Rom. Nel 2006 Čunek, che era allora sindaco di Vsetín, Moravia settentrionale, spostò delle famiglie Rom dal centro città alle periferie o nei villaggi attorno.

Veselý rimane fiducioso che la proposta non riceverà in futuro l'approvazione governativa.

"Čunek [ha dato origine] ad un grande conflitto tra i cechi con basso reddito ed i residenti Rom con questa proposta, perché i cechi si domanderanno perché così tanti soldi e sforzi siano garantiti solo ai Rom," ha detto. "Se questa proposta fosse accettata, porterebbe vergogna internazionale alla Repubblica Ceca."

Hela Balínová contributed to this report.
Curtis M. Wong can be reached at news@praguepost.com

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