Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
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Gli Zingari fanno ancora paura?

La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 23/11/2009 @ 09:44:48, in Italia, visitato 2095 volte)

segnalazione di Sara Gandini

L'Unità.it di Dijana Pavlovic

Ieri nell’aula consiliare di Palazzo Marino l’assessore alla Famiglia (!) Mariolina Moioli festeggiava la XXª Giornata internazionale dei diritti dell’Infanzia. Poche ore prima, in un’alba livida come questa città, centinaia di poliziotti, carabinieri, poliziotti locali sgomberavano 300 persone di etnia rom con 80 bambini, 40 dei quali frequentavano le scuole del quartiere. Con le poche cose personali, venivano distrutte le speranze di una vita meno disumana per queste 40 famiglie, per chi aveva un lavoro, precario e in nero ma lavoro, e aveva cercato di inserirsi in un contesto civile grazie alla solidarietà delle maestre delle scuole, di cittadini che accompagnavano i piccoli «zingari» a scuola e soprattutto delle associazioni – la comunità di Sant’Egidio e i Padri somaschi soprattutto - che sostenevano questo faticoso percorso di inserimento sociale. In questa coincidenza, non casuale, perché uno sgombero non si improvvisa, c’è tutta la ferocia di questa città, della sua squallida amministrazione i cui spiriti più brillanti sono il vicesindaco De Corato che si vanta di circa 150 sgomberi in un anno e il capogruppo leghista Salvini, quello delle carrozze separate per gli extracomunitari e del fora dai ball per i rom e «mai una moschea a Milano».

Si può essere stupefatti dall’arroganza di questa amministrazione nell’esercizio del potere, che non teme nemmeno la critica e se ne frega, virilmente, delle normative nazionali e internazionali che tutelano l’infanzia e che prevedono garanzie in caso di sgomberi (preavviso, alternative, ecc.). Ma io non mi stupisco più, ho capito che questa Milano, con il suo Expo, i suoi affari in mano a ‘Ndrangheta e Camorra, la scelta di cancellare la cultura dell’accoglienza e della solidarietà, è una città fuori dall’umanità, una città che perde i suoi giovani e la sua cultura, una città senza più anima, destinata a essere un deserto nel quale le voci dell’umanità si spengono. Ma in questa città io ho fatto un figlio e ho visto nell’ospedale nel quale mio figlio è nato tante altre zingare, tanti altri extracomunitari che mettevano al mondo i loro figli e credo che con queste nuove vite abbiamo seminato il fiore della speranza. Quando cresceranno questi bambini così diversi da De Corato e da Salvini (ma com’erano da piccoli, rubavano i giochi ai loro vicini?) non saranno soli e tutti insieme aiuteranno questa città e ritornare civile, giusta e umana.

20 novembre 2009

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Di Daniele (del 24/11/2009 @ 08:52:44, in media, visitato 2142 volte)

 pubblicato da Coco su Myspace

...questo è un vecchio corto. Liberté, probabilmente, ne è la sua lunga scia...

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Di Fabrizio (del 24/11/2009 @ 09:32:54, in Europa, visitato 1977 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

UNHCR.org By Cesar Pineda in Pristina, Kosovo

© UNHCR/C.Pineda. Ukshin con la sua famiglia nella loro casa. Sullo sfondo il suo nuovo veicolo

PRISTINA, Kosovo, 16 novembre (UNHCR) – Ukshin Toplica sentiva che sarebbe tornato veramente a casa, una volta che avesse rinnovato la casa che era stato costretto a lasciare un decennio fa nella capitale del Kosovo Pristina.

"Ora che la mia casa è finita, non mi sono mai sentito meglio," dice orgogliosamente il 49enne Ukshin ai visitatori della sua nuova casa."Non c'è nessun posto come casa propria." E' di buon umore perché ha iniziato una piccola attività in proprio, con i fondi UNHCR, provvidenziale per la sua famiglia di 11 persone in duri tempi economici.

Ma per molti anni Ukshin ha pensate che non avrebbe mai potuto ritornare in Kosovo dall'esilio nella vicina Repubblica di Macedonia. "Ho sempre voluto riportare indietro la mia famiglia. Ma ci era stato detto che gli Albanesi avevano occupato tutte le case nel nostro vecchio quartiere, così non ci sentivamo sicuri a tornare."

Non è sempre stato così. Per anni lui e la sua famiglia di Rom di lingua albanese, conosciuti come Askali, avevano vissuto serenamente accanto all'etnia albanese nel distretto di Vranjevic della capitale Pristina. Ukshin lavorava come guardia di sicurezza. "Il salario bastava per la mia famiglia, e prima del conflitto vivevamo bene," ricorda.

Ma la vita della famiglia Toplica fu gettata nel trambusto quando la NATO intervenne militarmente alla fine del marzo 1999, dopo aver richiesto il ritiro delle forze di sicurezza serbe dal Kosovo e la fine alla discriminazione contro i kosovari albanesi.

"Tutti lasciarono le loro case una volta che iniziò il bombardamento in Kosovo," ricorda Ukshin, aggiungendo che la sua famiglia seguì i propri vicini albanesi e fuggì in Macedonia. "Non avevamo scelta," spiega. Invece, la maggior parte dei kosovari non albanesi di lingua rom fuggirono oltremare al termine del conflitto.

Circa 1 milione di persone hanno cercato rifugio in Macedonia ed in altri paesi durante il conflitto, terminato nel giugno 1999 quando le forze serbe furono respinte e le truppe NATO inviate sul territorio. Il ritorno degli Albanesi innescò l'esodo di circa 200.000 Serbi, Rom, Askali, Egizi ed altre minoranze.

"Tutti avevamo tanta paura," dice Ukshin della sua famiglia fuggita in Macedonia. Nella confusione e nella fretta, furono separati ed arrivarono in aree differenti della Macedonia settentrionale. "Dopo tre giorni, mi riunii con la mia famiglia a Skopje. Eravamo terrorizzati e depressi perché non sapevamo mai cosa sarebbe successo il giorno dopo."

Ukshin e sua moglie, Hatixhe, hanno lottato per vestire e nutrire i loro sette figli a Skopje. Altri due sono nati nella capitale macedone. Grazie ad un contributo di 210 €u. dell'UNHCR, hanno affittato una casa alla periferia di Skopje. "Non c'erano possibilità di lavoro. A volte, pulivo le strade e mi davano qualcosa. Dipendevamo dall'UNHCR," rivela.

Negli anni seguenti, circa 16.000 Serbi e Rom sono ritornati in Kosovo, ma la famiglia Toplica era preoccupata per la situazione ed ha aspettato sino a novembre dell'anno scorso prima di tornare. "Sono andato all'UNHCR ed ho registrato la mia famiglia per ritornare, così ci hanno portato qui. Il giorno che siamo rientrati in Kosovo è stato davvero emozionante, mia moglie ed i bambini non ci credevano che eravamo a casa," dice Ukshin.

La famiglia si è trasferita nella casa rinnovata nel loro vecchio quartiere. Lo staff UNHCR a Pristina visita regolarmente la famiglia per verificare il suo reintegro. E' stato un anno di sfida. Nel mezzo della recessione globale, hanno affrontato difficoltà economiche in un'area dove circa metà della popolazione adulta è disoccupata. Ma hanno beneficiato di un pacco aiuto dell'UNHCR e dei suoi partner, che includeva cibo per sei mesi ed assistenza extra-alimentare.

Ukshin si è unito anche ad un progetto UNHCR che aiuta chi ha fatto ritorno a sviluppare nuove capacità e diventare autosufficienti. Ha acquistato un mini trattore col rimorchio per raccogliere plastica e scarti da rivendere ad una compagnia di riciclaggio. Inoltre usa il suo veicolo per fornire un servizio di trasporto nel quartiere. "Ho la mia attività," dice Ukshin, aggiungendo: "Possiamo vivere del nostro denaro e delle nostre fatiche."

I membri della famiglia Toplica si sentono pienamente integrati nella loro comunità. Come per altri che han fatto ritorno in Kosovo, la sfida principale è di migliorare le proprie condizioni di vita ed assicurarsi la sopravvivenza economica. UNHCR continua ad offrire aiuto e consulenza.

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Di Sucar Drom (del 24/11/2009 @ 09:33:55, in musica e parole, visitato 1971 volte)

Sabato 28 novembre 2009, Mantova, Teatro Bibiena, ore 21.00
Norig, la nuova grande voce della sterminata koiné gitana. Intensa, magnetica, affascinante, Norig è il presente e il futuro di un approccio al canto che ha pochi uguali per capacità di trasformare la voce in un mobile e sensuale segno di umanità.

Nella stessa serata Mandino Reinhardt Quintet.

Entrata euro 16,00

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Di Fabrizio (del 25/11/2009 @ 09:03:04, in Italia, visitato 2575 volte)

Segnalazione di Consuelo Pollini

Caritas Ambrosiana è lieta di invitarvi al convegno IL BELPAESE DEI ROM. stereotipi pregiudizi conflitti utopie. L’incontro si terrà giovedì 3 dicembre dalle ore 9.00 alle ore 17.00 nella SALA ASSEMBLEE INTESA SANPAOLO - Piazza Belgioioso, 1 – Milano. I posti sono limitati, è necessaria l’iscrizione tramite e-mail arom.ambrosiana@caritas.it o attraverso il modulo di iscrizione on-line all’indirizzo http://www.caritas.it/belpaese/

CONVEGNO 3 DICEMBRE 2009
IL BELPAESE DEI ROM
stereotipi pregiudizi conflitti utopie
SALA ASSEMBLEE INTESA SANPAOLO - Piazza Belgioioso, 1 - Milano

9.00 Introduzione e saluti di benvenuto
Don Roberto Davanzo
Direttore Caritas Ambrosiana
Fondazione Cariplo

Coordina Diego Cipriani, Caritas Italiana

10.00 Definizione, origine e sviluppo dello stereotipo
Alessandro Dal Lago
Professore ordinario di Sociologia dei processi culturali, Università di Genova

10.45 Rom e Sinti in Italia tra stereotipi e diritti negati
Gianni Loy
Professore ordinario di Diritto del lavoro, Università di Cagliari

Pausa

11.45 Non solo pregiudizio. La costruzione del Rom come nemico pubblico
Marcello Maneri
Docente e ricercatore in Sociologia e Ricerca sociale, Università di Milano-Bicocca

12.15 Il pregiudizio antizigano, sensibile ai contesti di politica locale
Tommaso Vitale
Docente e ricercatore in Sociologia urbana e Sociologia politica, Università di Milano-Bicocca

12.45 Dibattito

Buffet pranzo

Coordina Paolo Lambruschi, Giornalista

14.00 Proiezione del video “Via Novara 523”, regia di Gaetano Maffia

14.30 Muoversi nella complessità tra passato presente e futuro
…con i rom di via Novara
A cura di Caritas Ambrosiana

15.00 Uguali e diversi. È possibile coabitare?
Mediazione e gestione dei conflitti
Marco Bertoluzzo
Docente di Psicologia, Università di Torino

15.30 Dal pregiudizio alla diversità come bene pubblico. Oltre l'idea di minoranza
Ilenia Ruggiu
Ricercatore di Diritto costituzionale, Università di Cagliari

16.00 Dibattito e conclusioni

Mostra fotografica “Ieri, oggi e domani… altri occhi su una stessa realtà” di Elena Gagliardi

Con preghiera di diffusione.

Segreteria Rom- Sinti
Caritas Ambrosiana
via San Bernardino, 4
20122 Milano
02 76037262

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Di Fabrizio (del 25/11/2009 @ 09:10:44, in Italia, visitato 1428 volte)

Ricevo da Eugenio Viceconte: Ricevo e pubblico questo comunicato di Andrea Alzetta di Roma in Action.
Mi associo preoccupato perché Forza Nuova sta soffiando sul fuoco del razzismo, di recente lo ha fatto ad Alba Adriatica, ora torna a farlo a Roma.

COMUNICATO STAMPA Andrea Alzetta, capogruppo Roma in action consiglio comunale
VIETARE IL CORTEO DI FORZA NUOVA CONTRO I ROM

Venerdi’ 27 novembre forza nuova ha indetto una manifestazione contro i Rom di Casilino 900. Si tratta dell’esasperazione ulteriore e preoccupante di un clima che alimenta la guerra tra i poveri e l’intolleranza, dimenticando la solidarietà e il rispetto per i diritti umani e sociali.

Questa provocazione di Forza Nuova è inaccettabile, soprattutto dopo che la stessa Amnesty International ha sollevato il problema del rispetto dei diritti umani dei Roma. Non è accettabile consentire che un gruppo razzista, nazista e xenofobo offenda la tradizione democratica di questa città, proponendo pulizie etniche e appartaid.

Il sindaco intervenga immediatamente, se non vuole avvallare il sospetto che sia interessato ad esasperare gli animi sulla questione rom per giustificare ulteriore sgomberi indiscriminati.

Ricordo che è stato Alemanno a negare la possibilità di uno sgombero forzoso, parlando invece di un trasferimento in un campo attrezzato, previsto dal piano nomadi.

Mi auguro che il prefetto vieti la manifestazione. La manifestazione va vietata e non per una questione di ordine pubblico, ma per una questione di civiltà, perché la questione dei rom non va affrontata in modo disumano, ma contemperando le esigenze dei residenti con il rispetto dei diritti umani.

Ma comunque ci penseranno le realtà sociali e il movimento a cacciare questi reietti dal quartiere e dalla città e a porre un argine democratico alle derive xenofobe e naziste.

Andrea Alzetta, Roma in action
Action-diritti in movimento

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Di Fabrizio (del 25/11/2009 @ 09:51:26, in Europa, visitato 2002 volte)

Da Bulgarian_Roma

Due ragazzi sono balzati sotto un treno perché i genitori di lei non volevano che uscisse con un ragazzo zingaro.

La ragazza ha scelto la morte prima di rompere con il quindicenne Tsetso.

[...] Questa storia di Romeo e Giulietta ha avuto luogo domenica mattina sulla ferrovia tra i villaggi di Dubova Mahala e Brusartsi, vicino alla città di Lom. La sedicenne Albena Mitova ed il suo innamorato Tsvetan Plamenov, di un anno più giovane, hanno deciso insieme di suicidarsi, perché i genitori della ragazza non volevano che si impegnasse con uno zingaro. I due si son presi per le braccia e sono saltati sulla sede ferroviaria. Il treno merci era in arrivo, prestava regolare servizio da Vidin e Sofia e li ha investiti. Albena è stata uccisa dall'impatto e Tsvetan sta lottando per la vita nell'Ospedale di Lom.

Sabato tutto sembrava normale nelle case dei due ragazzi. Benjy, come la chiamava Tsetso, aveva cenato con la sua famiglia nella loro casa in Kniazheva Mahala.

"Quel giorno eravamo andati a far compere. Mi aveva detto che aveva rotto col ragazzo zingaro. Eravamo molto intime e mi diceva tutto," ha detto ieri Nadia, la mamma di Albena, ai giornalisti di The Monitor. Secondo la madre, che gestisce la locale locanda, non c'erano segni che sua figlia intendesse suicidarsi. Dopo che i genitori erano andati a letto verso le 23.00, Albena aveva chiamato Tsetso.

"Era balzato sulla sua bicicletta ed era scomparso. Sembrava completamente impazzito. Non mi ha dato il tempo di chiedergli dove andasse o cosa stesse succedendo," dice Plamen, il padre del ragazzo, con le lacrime agli occhi.

Con la sua famiglia vive nel vicino villaggio di Dinkovo, che è a 3 o 4 km. da Kniazheva Mahala. Nessuno sa cosa è successo quella notte. Circa alle 5 di mattina, il 35enne ingegnere Rossen N. ha visto due persone sulla massicciata della ferrovia. Preso dalla paura ha azionato la sirena del treno, ma non si sono mossi. Il dipendente della BDZ ha fatto quanto possibile per arrestare la macchina di 223 tonnellate, ma la collisione è stata inevitabile. L'ingegnere ha visto i corpi dei due ragazzi volare per aria come bambole di stracci. Rossen ha fermato il treno e riportato l'incidente ai suoi superiori. I medici arrivati sulla scena hanno determinato che la ragazza era morta ma che Tsetso respirava ancora. I genitori dei ragazzi hanno offerto due versioni completamente differenti di ciò che era successo.

"Non può aver preso questa decisione da sola. Era una ragazza quieta e modesta. Era sempre in casa davanti al PC. Non c'era modo che potesse conoscere a che ora passava il treno," dice Nadia fissando il nome sulla corona funeraria.

"Venite a vederla. Il suo corpo non è stato mutilato. Il  medico mi ha detto che aveva rotti i due legamenti. Ha battuto la testa cadendo e quella è stata la causa della sua morte," dice il padre addolorato, Dimcho, che è anche il sindaco del villaggio. Albena era la loro unica figlia. La adottarono appena nata.

"Era la luce dei miei occhi. Le davamo tutto. Era stata accettata alla Scuola Superiore di Economia di Vratsa. Per tutti noi fu una grande notizia. Dev'essere successo qualcosa. Qualcuna deve averla convinta. Non mi fermerò finché non troverò la verità," è il voto della madre che continua a singhiozzare.

Plamen è categorico quando dice che suo figlio era innamorato perso di Benji. "I ragazzi non volevano essere separati. Spesso Dimcho veniva qui con la polizia per portare via sua figlia ed il giorno dopo erano di nuovo insieme," dice il padre del ragazzo ferito. Si lamenta che ai genitori di Albena non piaceva Tsvetan non solo perché aveva la pelle scura, ma anche perché era povero.

Non aveva soldi neanche per una fetta di pane

Tsvetan ora ha bisogno di 260 Leva per un'operazione alle braccia, entrambe fratturate. Ha un ematoma al cervello ed è in coma. Dall'incidente non ha ripreso conoscenza e non può raccontare cos'è successo alla sua amata. Tranne a sua madre, Valentina, a nessuno è permesso visitarlo. Lei dice che un lato della testa del ragazzo è gonfio in maniera preoccupante.

"Sono così poveri che non so come potranno permettersi le cure per il ragazzo, dice Yulia Georgieva, sindaco del paese di Dinkovo.

Infatti, suo padre è l'unico parente che ha Tsetso. I due vivono in una povera casa ad un piano. Suo padre va di porta di porta dai vicini ad offrire i suoi servizi, per avere un po' di denaro. La madre del ragazzo li ha lasciati circa un anno fa per vivere a Sofia, e tornava ogni tanto a trovarli. I vicini si sono sentiti offesi ieri a vederla tornare da Sofia su un taxi.

"L'altro giorno Tsetsko e suo padre non avevano soldi per comperare il pane. Gli ho dato quattro fette ed un Lev. Mi hanno detto poi che quel giorno Plamen aveva perso i sensi perché non aveva mangiato," ci ha detto un vicino. Quando gli abbiamo parlato ieri, il padre del ragazzo era preoccupato che quando scoprirà cos'è successo ad Albena, Tsetso tenterà nuovamente di uccidersi.

Katia Ilieva and Galia Petrova

.....Achili man jag kiti te na merav shilestar ...
...davla tuke andar vogiestar!


Romani Baht Fountation
8 Nov Jivot str.
1373 SOFIA
BULGARIA
Tel./fax +359 2 920 42 72

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Di Sucar Drom (del 25/11/2009 @ 14:35:52, in Kumpanija, visitato 2059 volte)

«La comunità di Casilino 900 chiede alla società civile, ai cittadini, alle associazioni, ai comitati di quartiere di essergli vicino il prossimo venerdì 27 novembre dalle ore 17, mentre si svolgerà la provocatoria manifestazione razzista di Forza Nuova che intende raggiungere il campo esasperando la spinta politica già messa in atto con Casilino 700».

È questo l’appello di Najo Adzovic, portavoce del Casilino 900. «Stiamo lavorando con tutto il nostro impegno perché la baraccopoli di Casilino 900 venga chiusa e affinché venga offerta a quanti ci vivono una reale possibilità di riscatto sociale e di integrazione partecipando fattivamente ai tavoli con l’Amministrazione Comunale e la Prefettura».«Vogliamo che la chiusura del Casilino 900 risulti un passaggio storico verso il superamento dei campi, luoghi di rifiuto e di segregazione sociale e non l’ennesimo sgombero senza alcuna alternativa. Siamo i primi a voler andar via, nessuno ama vivere in baracche tra topi e immondizie, e siamo disposti lavorare sodo per vivere meglio, ma non ce la facciamo più ad essere scacciati e rifiutati, additati come la peste, fa male a noi come a tutta la società di cui ci sentiamo di far parte. I nostri figli sono nati qui, vanno a scuola con i bambini italiani, e si sentono italiani anche loro. Pensiamo a un futuro di integrazione per questi ragazzi attraverso la formazione, il lavoro e una vita fuori dai campi».

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Di Fabrizio (del 26/11/2009 @ 09:02:17, in Italia, visitato 2308 volte)

DUE GIORNI di proiezioni, incontri ed eventi sulla condizione dei giovani rom e sinti in Italia

Un'occasione per incontrare e conoscere, fuori da pregiudizi ideologici e stereotipi mediatici, l'universo Rom, ricco di contraddizioni, apparentemente chiuso e anacronistico, ma spesso protagonista di un'integrazione possibile e praticabile, portata avanti con passione proprio dalle generazioni più giovani.

ROM CITTA' APERTA E' UN EVENTO ORGANIZZATO DA SOTTODICIOTTO FILMFESTIVAL E DAL CENTRO NAZIONALE DI DOCUMENTAZIONE E ANALISI PER L'INFANZIA E L'ADOLESCENZA

gli appuntamenti:

MERCOLEDÌ 2 DICEMBRE
Cinema Massimo 3


ore 16.00
Carmen Meets Borat di Mercedes Stalenhoef - Olanda, 2009, Betacam SP, 85'
Quando la troupe che sta girando Borat giunge a Glod, in Romania, il Paese collabora entusiasta alle riprese pur senza conoscere il contenuto del film interpretato da Sacha Baron Cohen. Una volta scoperto che nella fiction Glod è diventato un villaggio kazako pieno di criminali e prostitute, gli abitanti insorgono e fanno causa alla produzione. Sarà un modo per coronare i loro sogni di ricchezza?
v.o. / sottotitoli italiani

ore 17.40
O Topanki - About the Shoes di Rozálie Kohoutová - Repubblica Ceca, 2007, Betacam SP, 14'
Una piccola scuola materna in un villaggio Rom della Slovacchia: le maestre tentano di sopperire in qualche modo allo stato di indigenza della popolazione, che spesso non manda i figli a scuola per i problemi più banali, compresa l'assenza di scarpe. Il film con pochi ma precisi cenni pone scottanti domande sul senso delle parole "aiuto" e "educazione".
v.o. / sottotitoli italiani

La bougie n'est pas faite de cire mais de Flammes di Marion Gervais -Francia, 2008, Betacam SP, 22'
La piccola Cassandra, di origini rom, si barcamena come può: spensierata in classe, non può esserlo quando torna tra le "quattro mura di casa", ovvero quelle dell'abitacolo di un'auto dove dorme con la famiglia. Per uscire da questa situazione media tra i servizi sociali che cercano di trovare una soluzione abitativa e i genitori che non conoscono il francese e temono di essere espulsi.
v.o. / sottotitoli italiani

ore 18.15 ROM città aperta
Tavola rotonda. L'INTEGRAZIONE POSSIBILE?

Un'occasione di incontro per interrogarsi, al di là delle contingenze della cronaca e della tenacia degli stereotipi, sulla condizione dei giovani Rom in Italia e sulle esperienze di possibile convivenza e integrazione che – nel silenzio generale – vengono realizzate nel nostro Paese. Un modo per "rappresentare" con le parole oltre che con le immagini una comunità sorprendentemente multiforme, lontana dall'immagine approssimativa solitamente restituita dai media. Ad aiutarci nella riflessione, professionisti che operano nel campo dell'associazionismo, rappresentanti di enti pubblici promotori di politiche per l'integrazione, membri attivi della comunità Rom, magistrati minorili. Durante la tavola rotonda verranno proiettate alcune sequenze-video, tra cui brani tratti dalla puntata di Presadiretta Caccia agli zingari di Riccardo Iacona, gentilmente concessi dalla redazione del programma Rai.
Ospiti:
Piercarlo Pazè - magistrato, direttore della rivista «Minori giustizia»
Giorgio Bezzecchi - esperto in processi di mediazione culturale, Associazione Romano Drom Onlus
Ilda Curti - Assessore alle Politiche per l'integrazione - Città di Torino
Massimo Conte - ricercatore, Agenzia di ricerca sociale Codici
Anna Maria Colella - direttrice dell'Agenzia regionale per le adozioni internazionali - Regione Piemonte
Carla Bonino - dirigente del settore Integrazione Educativa della Città di Torino
Maurizio Pagani - Opera Nomadi Milano
Conduce l'incontro: Gabriela Jacomella - giornalista de Il Corriere della Sera

ore 20.30
EVENTI:

IO, LA MIA FAMIGLIA ROM E WOODY ALLEN
Un dialogo inedito tra passato e futuro, "vecchio" e "nuovo", muto e sonoro, stereotipo e autobiografia, nella serata dedicata alla giovane cineasta Rom, Laura Halilovic. Dai due cortometraggi di David W. Griffith ispirati a secolari luoghi comuni sui Rom, uno musicato dal vivo da Bruskoi Triu, gruppo di musica gitana, l'altro da Stefano Maccagno, pianista e compositore, agli ultimi lavori di Laura Halilovic dedicati ai sogni, alle speranze e agli interrogativi della sua generazione, dall'intervento in video di Moni Ovadia fino al dialogo a due voci tra la stessa Halilovic e Costanza Quatriglio, regista da sempre attenta al mondo giovanile, si cercherà di fare incontrare universi ed esperienze spesso troppo lontani per conoscersi davvero.

The Adventures of Dollie di D.W. Griffith -USA 1908, 16mm, 12'
In una soleggiata giornata estiva, i genitori portano la piccola Dollie a fare una passeggiata nei pressi di un fiume. La loro quiete è interrotta dall'arrivo di uno zingaro che vende ceste. Il rom, approfittando di una distrazione dei genitori, rapisce la bimba, portandola al suo accampamento. Dalla ricerca della piccola e dalla fuga del rapitore ne nasce un'incredibile avventura. A lieto fine?

Il mio sogno di Laura Halilovic -Italia 2009, DVD, 7'
Un gruppo di ragazzi rom, tra i 15 e i 18 anni, impegnati in diversi percorsi di studio, raccontano che cosa vorrebbero fare "da grandi". Il sogno delle carriere più ambite – stilisti, modelli, architetti, attori – si confronta con la consapevolezza dei pregiudizi diffusi e con la contrarietà dei genitori verso scelte che li possano allontanare dalla comunità d'origine. Il corto, appositamente realizzato per il Festival, è in prima visione assoluta.

The Lonely Villa di David W. Griffith con David Miles, Marion Leonard, Mary Pickford, Gladys Egan, Adele DeGarde - USA 1909, 16mm, 8'
Un gruppo di malviventi fa irruzione nella casa di un gentiluomo e minaccia l'incolumità di moglie e delle tre figlie barricate in una delle stanze della casa. Quando il gentiluomo telefona alla famiglia e scopre il pericolo ingaggia una disperata corsa contro il tempo per salvare i suoi familiari, aiutato da un gruppo di zingari.

Io, la mia famiglia rom e Woody Allen di Laura Halilovic -Italia 2009, Betacam SP, 50'
La storia di una ragazza rom che abita con i suoi in un quartiere popolare alla periferia di Torino. Il racconto in prima persona esplora i cambiamenti e le difficoltà della nuova vita stanziale affrontando i contrasti e le incomprensioni che fin da bambina la accompagnano nelle relazioni con i Gagè, tutti quelli che non sono rom. Attraverso i ricordi dei suoi familiari, tra cui l'anziana nonna che ancora vive in un campo, le fotografie e i filmati del padre che documenta la vita quotidiana della piccola comunità, Halilovic ci conduce dentro una realtà che va oltre qualsiasi stereotipo o semplificazione.

Saluti: Teresa Angela Migliasso - Assessore al Welfare e al Lavoro - Regione Piemonte
Ospite: Laura Halilovic
Con la partecipazione di: Costanza Quatriglio
Intervento video di: Moni Ovadia
Conduce l'incontro: Gabriela Jacomella - giornalista de «Il Corriere della Sera»
Accompagnamento musicale dei corti di Griffith a cura di: Bruskoi Triu (Marco Ghezzo, Manuela Almonte, Florin Tanase) e Stefano Maccagno

GIOVEDI' 3 DICEMBRE
Cinema Massimo 3

ore 16.15 ROM città aperta
Swing di Toni Gatlif, con Oscar Copp, Lou Rech, Tchavolo Schmitt, Mandino Reinhardt Francia 2002, 35mm, 90'
Max, dieci anni, si appassiona al jazz manouche, portato alla ribalta dal musicista gitano Django Reinhardt. In vacanza in Francia presso la nonna, il ragazzino si reca in un quartiere abitato da una comunità Rom per comprare una chitarra: qui conosce Swing, una coetanea della quale si innamora, e Miraldo, un chitarrista che gli insegnerà a suonare e a comprendere appieno la cultura manouche. Un romanzo d'amore e formazione, di gioia e libertà.
Presenta il film: Laura Halilovic

ore 18.00
Citizen Manouche di Thomas Chansou, con Gary Chauquet, Sebastien Bellonie, Wesley Bellonie -Francia 2005, Betacam SP, 52'
Un road movie che porta dalla città di Meymac, in Corrèze, fino in Piemonte tre giovani cugini manouche. Lo scopo del loro viaggio è ritrovare la comunità Sinti da cui provengono e conoscerne la storia. Un viaggio iniziatico, soprattutto per l'incontro con altri viaggiatori nelle varie tappe del lungo cammino fino al confine italiano.
v.o. / sottotitoli italiani

ore 19.00
Presentazione del libro Non chiamarmi zingaro di Pino Petruzzelli -Chiarelettere, 2008
Regista teatrale e direttore del Centro Teatro Ipotesi di Genova, Petruzzelli racconta gli zingari dando loro la parola, trascorrendoci insieme diversi mesi e andandoli a trovare nelle periferie delle nostre città. Il suo libro-reportage raccoglie storie sorprendenti e inaspettate, così come racconti di vita dura e sofferta, da cui è stata tratta recentemente "un'orazione civile", dal titolo omonimo, che verrà portata in scena nei prossimi mesi in molti teatri italiani.
Ospite: Pino Petruzzelli - regista, attore e scrittore
Conduce: Marco Dalla Gassa - co-curatore del programma

Gipsy Summer di Kristina Nikolova - Bulgaria 2006, Betacam SP, 13'
Durante il periodo estivo, una famiglia di bulgari Rom vive in un campo non lontano dalla spiaggia di una località del Mar Nero, dove lavora da venticinque anni raccogliendo l'immondizia lasciata dai turisti.
Documentario su una forma alternativa di lavoro stagionale che usa un registro partecipe e leggero per raccontare uno spaccato di quotidianità poco conosciuto.
v.o. / sottotitoli italiani

VENERDI' 4 DICEMBRE
Cinema Massimo 2


ore 10.00 ROM città aperta
Io, la mia famiglia rom e Woody Allen di Laura Halilovic -Italia 2009, Betacam SP, 50'
Una riflessione sull'(auto)rappresentazione della comunità rom nel cinema rivolta ad alcune scolaresche torinesi. La giovane regista Laura Halilovic presenterà il suo documentario autobiografico, una riflessione consapevole, autoironica ma al tempo stesso commossa sulle proprie origini familiari ed etniche, sulla propria comunità e sul grado di integrazione che la nostra società offre a coloro che, a tutti gli effetti, sono suoi cittadini.
proiezione per le Scuole Secondarie di II grado
Ospite:
Laura Halilovic
Conduce l'incontro: Marco Dalla Gassa (consulente del Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza)

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Di Sucar Drom (del 26/11/2009 @ 09:19:26, in blog, visitato 2159 volte)

Venezia, la Lega Nord mostra il suo vero volto razzista
La Lega Nord svela la sua posizione, dopo la decisione del Comune di Venezia, supportato dai giudizi di merito della Magistratura, di andare avanti sulla questione del villaggio a favore delle famiglie sinte veneziane. Mandare via i Sinti e fare di quelle casette residenze per anziani e...

Bolzano, il confronto dopo lo spostamento della famiglia Gabrielli
E' proseguito oggi in municipio a Bolzano il confronto sullo spostamento della famiglia sinta Gabrielli dal quartiere Firmian nell'area di proprietà comunale in via Lungo Isarco sinistro...

Verona, le motivazione della condanna definitiva inflitta a Flavio Tosi e agli altri imputati
In questi giorni sono state depositate le motivazioni della sentenza di condanna definitiva per il sindaco di Verona, Flavio Tosi e per: il deputato Matteo Bragantini, il vice presidente della Provincia Luca Coletto, la sorella del sindaco Barbara Tos...

Italia: continua la pulizia etnica contro i Rom
Dopo Cosenza, Roma, le violenze di Alba Adriatica ieri è stata la volta di Milano, dove circa 200 persone di etnia romanì, tra le quali almeno 70 bambini, e con passaporti principalmente rumeni sono stati sgomberati dal campo di via Rubattino, nell’area ex-Enel alla periferia est...

Milano, i temi dei compagni di classe: "Dovrebbero aiutarli a restare"
«Roberta abitava in una baracca in un campo insieme ad altri rom e alla sua famiglia. Era sempre presente in classe e io ero felicissima. Ma oggi non è venuta e io ho pensato: "Sarà malata?"». Finito il tema, le maestre dell´elementare di via Pini ...

Milano, sgombero senza umanità
Giovedì mattina i bambini della scuola elementare Elsa Morante di via Pini a Milano non hanno trovato sui banchi i loro compagni rom. Senza alcun preavviso e senza ascoltare le richieste di genitori, insegnanti, associazioni, il Comune ha sgomberato il campo rom che sorgeva nell'ex area Enel di via Rubattino e che ospita...

Stiamo ripiombando nell’incubo
Lo sgombero, in spregio alle leggi vigenti, delle famiglie rom che vivevano nell'ex area Enel di via Rubattino, ha inaugurato una nuova stagione a Milano: quella del numero chiuso per Rom e Sinti. Dopo la politica degli “alleggerimenti” si passa alla politica della “pulizia etni...

Musica e romanipé
L'attività musicale è un fenomeno complesso che è mediato dagli atteggiamenti e dai costumi culturali appresi. I Rom scelgono la musica, anzichè altri mezzi d'espressione, perché offre loro un'intensità emozionale e una libertà di azione che non ri...

Milano, i Rom si rifugiano in chiesa dopo lo sgombero di via Rubattino
Due sgomberi in tre giorni. Prima dal campo abusivo di via Rubattino, poi - all'alba - dal sottopasso dove avevano passato la notte. Ecco come un centinaio di nomadi romeni - tra loro almeno quaranta bambini - sono arrivati, ieri mattina, ad occupare una chiesa, la parrocchia di Sant´Ign...

Nola (NA), sgomberate nel cuore della notte cinquanta persone
Ieri alle prime luci dell’alba un’operazione congiunta dei Carabinieri della compagnia di Nola, dei vigili urbani di Cicciano e il Comando di Polizia di Cicciano ha sgomberato di circa 50 immigrati, Rom rumeni, in un fabbric...

Roma, il "piano nomadi" tra sgomberi e nuovi ghetti
Casilino 900, La Martora e Tor de’ Cenci. Attorno alla chiusura di questi tre campi rom alle periferie est e ovest della capitale si gioca la partita del “Piano nomadi” del commissario straordinario, il pre...

Milano, i Rom di via Rubattino abbandonati al loro destino
“Sono esseri umani e come tali devono essere trattati. Come si può abbandonare delle mamme con dei bambini per strada?” A porre questa spinosa domanda è don Piero Cecchi, responsabile della parrocchia di San Giovanni Crisostomo di via Cambini a Milano, che ha preso in carico una delle famiglie rom sgomberate giove...

Mantova, RintracciArti: Blog In-Forma
Siete tutti invitati all’evento Blog In-Forma, che si terrà presso la Libreria Feltrinelli (corso Umberto I), lunedì 30 novembre 2009, alle ore 18.00. All’evento i curatori di tre importanti spazi web...

Pesaro, EveryOne deposita atto di denuncia in Procura della Repubblica contro politiche dell'Amministrazione comunale
Questa mattina l’organizzazione per i diritti umani Gruppo EveryOne ha depositato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pesaro un atto di denuncia riguardo alla tragica situazione socio...

Roma, no alla manifestazione di Forza Nuova
La Federazione Rom e Sinti Insieme chiede alla Prefettura di Roma di non autorizzare la manifestazione indetta dalla formazione politica Forza Nuova per venerdì 27 novembre 2009, contro la politica del Comune di Roma nei confronti delle famigl...

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