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	 Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.     
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 22/04/2009 @ 09:43:14, in  Europa, visitato 1583 volte)
		  
	 
    
		
      Da
Roma_Francais 
 
Lille 
Martine Aubry ha confermato ieri agli eletti della comunità, che lo Stato non 
continuerà più col finanziamento per le case mobili. Halluin, Lille e
Faches-Thumesnil dovranno dunque restare le sole tre città dell'area 
metropolitana ad aver accettato di accogliere famiglie di Rom sul loro 
territorio. 
Precisa la presidente, dopo aver gentilmente rimproverato chi aveva un 
sorriso di sollievo troppo visibile: "Ci sono state reticenze all'inizio, ma le 
cose stanno andando bene. I bambini sono scolarizzati ed i genitori parlano o 
imparano il francese." 
     
	
	  
	
		
		
			Di  Sucar Drom (del 22/04/2009 @ 13:17:44, in  blog, visitato 1798 volte)
		  
	 
    
		
      
Rom e Sinti, il congresso della federAzione 
A Roma si aprirà mercoledì prossimo il primo Congresso nazionale della 
federazione Rom e Sinti Insieme. Il congresso si terrà mercoledì 22 aprile alle 
ore 15.00 e giovedì 23 aprile alle ore 9.00 in via Palestro 68, ... 
Diritti umani, è scontro tra Consiglio d'Europa e Governo italiano 
Un Paese che non fa abbastanza contro il razzismo, dove «gli immigrati 
irregolari vengono criminalizzati», e che ha adottato o sta discutendo «misure 
draconiane» contro i clandestini. Una nazione dove es... 
Alessandria, gli Italiani, i Rom e i Sinti: storia, problemi attuali e 
prospettive 
L'Associazione Cultura e Sviluppo Alessandria invita, giovedì 23 aprile dalle 
ore 19.00 alle 22.00, alla conferenza "Gli Italiani, i Rom e i Sinti. Storia, 
problemi attuali e prospettive"... 
Europee, Gruppo EveryOne: “no alla candidatura di Cofferati e Domenici” 
Gli attivisti del Gruppo EveryOne hanno inviato una lettera aperta alle 
dirigenze del Partito Democratico in Toscana ed Emilia Romagna, nonché a tutti i 
Parlamentari Europei e ai membri del Parlamento Italiano contro la candidatur... 
Le pari opportunità negate 
Martedì 14 aprile 2009 la Gazzetta di Mantova ha titolato in prima pagina “Blitz 
di due nomadi nella casa protetta” e ha sottotitolato “Curtatone, forzano 
l’ingresso e portano via un ragazzo di 11 anni”. Al lettore disattento il 
messaggio rafforzerà lo ... 
Rom e Sinti nella letteratura/8 - QUELLI DEL COLERA 
Le immagini proposte dal Verga in Quelli del colera (1887) sono prosaiche, i 
suoi personaggi non hanno più nulla dell’aura magica del Romanticismo e, di 
contro agli idealismi e ai grandi sogni, protagonista è ora la realt... 
Grande Fratello 9, il razzismo contro Ferdi 
Questa sera avrà termine l’epopea dei reclusi nella Casa. Con vincitori, vinti, 
tifosi e opinionisti anche l’allarmante disprezzo di molti per il giovane 
montenegrino. Il reality show di Canale 5, sulla scia dell’Isola dei famosi, 
quest’anno ha voluto aprire al ’sociale’. Tra i concorrenti sono stati scelti 
un cieco, una ragazza omosessuale, un giovane profugo montenegrino di etnia 
rom... 
Ginevra, un vertice sul razzismo indebolito dalle polemiche 
La conferenza sul razzismo delle Nazioni Unite che si apre oggi a Ginevra è 
stata preceduta da un nutrito coro di polemiche e da un appello al boicottaggio. 
«I discorsi di odio e gli insulti di carattere razzista saranno vietati alla 
conferenza delle Nazioni Unite contro il razzismo e l'intolleranza... 
Ginevra, chi è presente stavolta ha torto 
Si apre oggi a Ginevra, sotto i peggiori auspici, la Conferenza delle Nazioni 
Unite sul razzismo. Gli occidentali sono arrivati a questo appuntamento divisi. 
Gli Stati Uniti, Israele, il Canada, l’Australia e l'Italia hanno confermato che 
non parteciperanno non essendoci garanzie che la Conf... 
Ginevra, l'Europa intera è pronta ad andarsene 
Si è aperta tra le polemiche a Ginevra la conferenza dell'Onu sul razzismo e la 
xenofobia, meglio nota come "Durban 2". Tantissimi i governi che hanno deciso di 
disertare l'appuntamento per timore che si trasformi in un processo a Israele. 
Non ci sono gli Stati Uniti, l'Italia, la Germania, la Polonia,... 
Ginevra, Osservatore Santa Sede: assenze non si capiscono bene 
L'assenza di alcuni paesi - come Usa, Israele, Italia - dalla conferenza Durban 
2 sul razzismo, a Ginevra, "non si capisce bene", secondo l'osservatore 
permanente della Santa Sede all'ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, monsignor 
Silvano... 
Ginevra, l'Europa abbandona dopo l'intervento di Ahmadinejad 
Mahmud Ahmadinejad ha attaccato Israele denunciando la "formazione di un governo 
razzista in Medio Oriente" e i delegati dell'Unione europea hanno reagito 
lasciano la Conferenza di Ginebvra 'Durban ... 
Ginevra, l'Onu deplora Ahmadinejad: "l'opposto della conferenza" 
Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon ha deplorato il contenuto 
dell'intervento del presidente dell'Iran oggi alla Conferenza dell'On sul 
razzismo. "Il segretario generale - si legge in una nota pubblicata a Ginevra - 
deplora l'uso ... 
Il calcio razzista 
Durante la partita giocata sabato sera tra Juventus e Inter abbiamo assistito a 
vergognosi cori razzisti all’indirizzo del giocatore dell’Inter, Mario Balotelli, 
preso di mira perché nero... 
Pisa, la Pasqua ortodossa tra gli accampamenti rom 
Giorni fa ho accompagnato p. Ciprian, giovane sacerdote Ortodosso Rumeno di 
Livorno, in quattro accampamenti di Pisa per la Benedizione Pasquale. E' stato 
un momento bello e molto apprezzato dai Rom, sorpresi e meravigliati che un 
lo... 
Roma, nel "campo nomadi" Ferdi è un eroe 
In mezzo al nulla, un bagliore quasi accecante. Una luce illumina il prato di 
Ciampino, ma non sono i fari dell´aeroporto dell´Urbe, bensì il televisore 
acceso nel campo dove vivono i trecento rom della zona di Ciampino. Proprio lì 
ieri sera si sono dati appuntamento i Rom dei campi di Tor Vergata, Casilino 
'900 e dell´Arco di ... 
La storia di Ferdi e l'alibi collettivo 
Il modo giusto di fare tv? Rappresentare una realtà «accettabile» Si ha un bel 
dire sul Grande Fratello. Anzi, un brutto dire. Che è l'esito estremo della tv 
volgare. Che è la tv dei guardoni. Che è un quarto d'ora di celebrità a spese di 
ogni pudore. Ma se poi vince Ferdi e il GF rimane l'ultima possibilità ch... 
Grande Fratello 9, Ferdi commuove e vince 
È Ferdi il vincitore del Grande Fratello 9. Ventidue anni, di origini rom, con 
una storia difficile alle spalle - arrivato clandestinamente in Italia dal 
Montenegro in gommone e allontanato da piccolo dal padre e abbandonato dalla 
madre - oltre ai 300mila euro del montepremi fina... 
Adesso se trovi uno zingaro, un rom che ti fruga nei cassetti di casa gli chiedi 
l'autografo? 
Sapevo che dopo tanto blaterare di sicurezza nei tg e nei giornali, aver dato 
sfogo a tutti i pregiudizi dovuti al razzismo, avere discriminato romeni, sinti, 
zingari, rom tentando anche di dargli fuoco, il popolino della tv opportunamente 
guidato avrebbe avuto un sussulto di dignita'... 
Ferdi: «Sarebbe bello se la mia partecipazione al "Grande Fratello" riuscisse a 
far superare tanti pregiudizi nei confronti dei rom» 
«Sarebbe bello se la mia partecipazione al "Grande Fratello" riuscisse a far 
superare tanti pregiudizi nei confronti dei rom» questa è la prima dichiarazione 
di Ferdi Berisa, dopo aver vinto il Grande Fratello 9... 
Ferdi nel Paese degli Orrori 
C’era una volta il Paese degli Orrori, un mondo fitto di insidie e orchi 
terrificanti, un mondo senza luci. Ferdi viveva lì, abbandonato da una madre 
snaturata nelle grinfie di un padre sfruttatore e violento. Fin da bambino, 
nonostante ... 
Potevo vincere il Grande Fratello 
È imbarazzante, può apparire ridicolo. Ma è la pura verità. Come, sono certa, 
dimostrerà la storia che sto per raccontare. Una storia complicata. Ma quel che 
mi imbarazza - e che può apparire ridicolo - si riassume in cinque parole: 
potevo vincere il Grande Fratello. Ma andiamo con ordine. Nel s... 
Rom e Sinti, si apre oggi il primo congresso 
Si aprirà fra qualche ora il primo congresso della federazione “Rom e Sinti 
Insieme”. L’associazione Sucar Drom e l’associazione Nevo Drom presenteranno 
domani mattina una mozione/documento dal titolo unità e partecipazione... 
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 23/04/2009 @ 01:28:24, in  Italia, visitato 3066 volte)
		  
	 
    
		
      Da
RomSinti@Politica 
La "Federazione rom e sinti insieme" promuove oggi, ad un anno dalla sua 
giuridica costituzione, il suo 1° congresso nazionale con il titolo "Rom e 
Sinti, protagonisti del nostro futuro. Sentire, percepire, pensare." 
 
E’ doveroso ringraziare la presidente del Centro Servizi per il Volontariato del 
Lazio, Francesca Danese, per la comunicazione tra le reti, la preziosa 
collaborazione e la disponibilità per la promozione di questa iniziativa, 
l’UNICEF Italia per l’ospitalità, il presidente l’associazione Romà onlus, 
Graziano Halilovic e Paola Marotti per la gestione dell’accoglienza e segreteria 
organizzativa di questo congresso, gli amici di Radio radicale, le associazioni 
aderenti alla federazione, i graditi ospiti e tutti i partecipanti che saranno 
presenti oggi e domani.  
 
Quello appena trascorso è stato un anno terribile per la popolazione Rom e Sinta, 
ma non è questa la sede per denunciare nei dettagli le diverse forme di 
illegalità, di violenze e di discriminazioni contro la nostra gente. 
 
Questa relazione vuole formulare delle proposte politiche per Rom e Sinti e per 
meglio presentarle non posso evitare di mettere in evidenza scelte e 
comportamenti sbagliati del passato e che ancora oggi determinano un clima di 
odio e di rifiuto contro la popolazione rom e sinta. 
 
Cosa sta accadendo alla politica ed alla società Italiana? 
 
Motivare le reazioni della politica italiana agli atti di violenza degli ultimi 
tempi è il segnale di un profondo vuoto morale di una società che sta perdendo 
le coordinate culturali per convivere con "l’altro".  
 
Il fenomeno dell’immigrazione ha trasformato l’Italia in un paese 
multiculturale, in una democrazia multiculturale, rideterminando il volto 
culturale dell’Italia e la politica è sollecitata a potenziare la sua 
responsabilità di garantire i diritti di tutti, dei cittadini "piccoli e 
grandi", "vecchi e nuovi", diritti essenziali per convivere in una società 
multietnica. 
 
Va riconosciuto alla politica Italiana grandi meriti quando ha operato in 
osmosi con il contesto sociale e culturale, oggi deve seguire lo stesso metodo 
ed uscire dalla condizione di autorefenzialità in cui da anni si è rifugiata. 
 
La politica deve prendere coscienza della necessità di un rapporto vivo con la 
società e non di plasmare i cittadini all’interno di contenitori, deve 
produrre cultura per far emergere un orientamento verso l'auto realizzazione, la 
partecipazione attiva, la consapevole applicazione dei diritti.  
 
Penso che la crisi, di cui tanto si parla negli ultimi mesi, non sia solo una 
crisi economica, ma una crisi culturale che trova le sue radici nella perdita di 
valori fondamentali.  
 
La crisi in atto troverà soluzione se la politica Italiana sarà capace di 
gestire il cambiamento culturale in atto trasformando una "statica" 
democrazia multiculturale in una "dinamica" democrazia interculturale, 
e per realizzare questo passaggio necessario un lavoro culturale che non 
deve interessare solo la ricerca di soluzioni, ma innescare percorsi di reazione 
positivi, che non siano la chiusura e il conflitto.  
 
All’interno di questo contesto politico, sociale e culturale c’è la questione 
Rom e Sinta, con la sua specificità. 
 
La realizzazione di questo evento è l’ennesima dimostrazione che la "Federazione 
Rom e Sinti insieme" non è una nuova associazione che si occupa di Rom e Sinti, 
ma un organismo politico che si propone con chiarezza, onestà e trasparenza di 
definire per Rom e Sinti un ruolo attivo e propositivo, per un dialogo 
diretto con il Governo, le Istituzioni e la società civile, collaborando alla 
programmazione di politiche di interazione con Rom e Sinti, per 
l’affermazione della cultura della legalità, il contrasto agli abusi di potere 
ed a ogni forma di discriminazione, la promozione di una società aperta e 
multiculturale.  
 
Questo 1° congresso nazionale la federazione è stato promosso per coinvolgere 
Rom e Sinti e tutti coloro che direttamente o indirettamente in Italia sono 
impegnati nella questione Rom/Sinta per una riflessione, analisi e confronto sul 
processo di riconoscimento dei diritti di cittadinanza e di minoranza 
linguistica, per superare le divisioni e le frustrazioni del passato, per 
stimolare processi di formazione alla partecipazione (capacity building). 
 
Questo non significa che la Federazione rom e sinti insieme non abbia la 
necessità di un ampio confronto interno per arricchire la proposta, la 
condivisione e la realizzazione del programma politico e della strategia 
organizzativa, discussione che realizzeremo dopo questo congresso, ma credo sia 
prioritario costruire un radicale cambiamento rispetto al passato, e se vogliamo 
migliorare le condizioni di vita della popolazione Rom e Sinta è necessario 
avviare un confronto ampio ed aperto con la politica, le istituzioni e la 
società civile. 
 
Quello appena trascorso è stato un anno molto difficile per la popolazione rom e 
sinta per scelte e comportamenti sbagliati contraddistinte dalla fierezza 
dell’ignoranza e dall’arroganza.  
 
Scelte sbagliate che hanno riversato i conflitti sulla quotidianità dei 
cittadini e legittimato la sospensione dei diritti di cittadinanza a rom e sinti 
e folclorizzato la cultura Rom/Sinta con pregiudizi e stereotipi. 
 
In questo anno difficile, numerose sono state le manifestazioni di denuncia per 
la violazione di diritti fondamentali a Rom e Sinti, iniziative importanti, ma
sono state più uno specchio che una finestra. 
 
Malgrado l’impiego di energie e di risorse la condizione di Rom e Sinti diventa 
sempre più grave, questo è un dato indiscutibile e attribuire la responsabilità 
alla politica per il modo strutturale e recidivo con cui da troppo tempo 
realizza scelte tassativamente sbagliate per Rom e Sinti, oggi è diventato 
LIMITATO E NON RISOLUTIVO. 
 
La denuncia, sacrosanta, non ha prodotto cambiamenti migliorativi alla 
popolazione rom e sinta. 
 
Non possiamo continuare a piangerci addosso e rifugiarci nel "fatalismo 
persecutorio", oppure continuare ad ignorare, quasi sempre per un interesse 
personale, chi da troppo tempo soffia sul fuoco della nostra divisione per 
evitare a Rom e Sinti di essere protagonisti del nostro futuro, oppure ancora 
accettare passivamente le disastrose politiche "differenziate", assistenziali e 
segreganti, quasi che la normalità fosse estranea per Rom e Sinti, ed attribuire 
responsabilità ad "altri", perché la responsabilità è anche nostra, di Rom e 
Sinti. 
 
Occorre analizzare ed elaborare i diversi livelli di responsabilità e adottare 
strategie in grado di migliorare le nostre condizioni culturali, sociali ed 
economiche, nella consapevolezza che oggi più ieri noi Rom e Sinti SIAMO 
"OSTAGGI" di alcuni OPPORTUNISTI e MASCALZONI senza scrupoli, presenti anche 
nella nostra popolazione. 
 
Un radicale cambiamento di metodo rispetto al passato non è più rinviabile, 
iniziando dalla caduta delle falsificazioni sulla realtà Rom e Sinta che hanno 
avuto la finalità di far emergere SOLO l’aspetto sociale, l’emergenza e la 
negatività, limitando o folclorizzando gli aspetti culturali, ignorando la 
cultura Rom/Sinta ancora totalmente sconosciuta. 
 
Infatti l’opinione pubblica, la politica, la società civile e i media leggono la 
realtà rom e sinta come limitata al campo nomadi, al disagio, alla devianza, 
alla illegalità, allo sfruttamento ed alla violenza, ecc. aspetti marginali e 
minoritari della popolazione rom e sinti, oltretutto estranei ai codici morali e 
culturali di questa minoranza, ma che attraverso un meccanismo 
politico/mediatico vergognoso schiaccia la positività e l’aspetto culturale 
della nostra popolazione.  
 
Aspetti culturali e positività che non trovano spazi per emergere, per essere 
visibili a causa della negazione di prerequisiti essenziali: il 
riconoscimento alla popolazione rom e sinta quale entità culturale del 
territorio, la definizione di un ruolo attivo, propositivo e qualificato a Rom e 
Sinti.  
 
Quanti sono cittadini Italiani appartenenti alla minoranza Rom e Sinta in 
Italia? 
 
Perché la politica italiana nega il riconoscimento di minoranza linguistica a 
decina migliaia di Rom e Sinti Italiani, mentre riconosce minoranza linguistica 
poche centinaia di persone appartenenti ad altra minoranza? 
 
Quanti Rom e Sinti, Italiani ed immigrati, vivono nelle case?  
Quanti Rom e Sinti, Italiani e immigrati, svolgono un regolare lavoro dipendente 
o autonomo? 
Tanti … tantissimi. 
Perché queste persone Rom e Sinte sono ignorate?  
Perché non rivendicano la loro identità Rom o Sinta? 
Il problema è la discriminazione razziale generalizzata contro Rom e Sinti. 
 
Queste persone rom e sinte per svolgere il loro lavoro generalmente sono 
obbligate a rinnegare la propria storia personale e familiare, la propria 
identità culturale, per evitare di essere pregiudizialmente discriminati per 
l’appartenenza etnica ed espulsi dal lavoro.  
 
Per fortuna non è sempre così, ma nella grande maggioranza dei casi è proprio 
così.  
 
Negli ultimi anni le richieste del cambio del cognome di persone Rom inoltrate 
alle Prefetture sono in aumento. 
 
Che dire! … 
 
Questo 1° congresso della Federazione è un’opportunità per elaborare un radicale 
cambiamento di metodo a tutti i livelli con il contributo di tutti per dare 
risposte adeguate alla realtà ed i bisogni sociali e culturali dei Rom e Sinti. 
Spero che da questo congresso emerga un contributo ampio sulla questione Rom e 
Sinta e che vada oltre le seguenti proposte: 
 
- E’ urgente il riconoscimento di minoranza linguistica a Rom Sinti 
- Diffondere e valorizzare la cultura Rom e Sinta  
- Intervenire sulla normativa esistente in materia di discriminazione: 
ratificare integralmente la direttiva Europea 2000/43, rivedere, migliorare e 
rendere applicabile e celere la normativa vigente, indipendenza dal governo e 
poteri sanzionatori. 
- Abbandonare la fallimentare politica dei campi nomadi SUBITO, rifiutando ogni 
forma di gestione, proponendo il superamento con l’autogestione di Rom e Sinti, 
utilizzare le risorse già disponibili per campi nomadi, ed altre nazionali e 
comunitarie, per avviare una politica abitativa pubblica per TUTTI I CITTADINI, 
Rom e Sinti compresi. 
- Abbandonare ogni forma di politica differenziata per Rom e Sinti per 
abbandonare le politiche dell’assistenzialismo culturale. 
- Definizione di un ruolo attivo e propositivo a Rom e Sinti. 
 
In sintesi posso dire che si tratta di passare dalla mediazione alla 
partecipazione attiva per abbandonare le politiche dell’assistenzialismo 
e dell’esclusione e passare all’auto rappresentatività per il riconoscimento dei 
diritti di cittadinanza e di minoranza linguistica, per fare questo è necessario
 
 
Questo passaggio è possibile farlo subito perché molto dipende dalla nostra 
volontà, consapevole che si tratta di un passaggio delicato per il rischio di 
strumentalizzare la partecipazione attiva di Rom e Sinti e per evitare questo 
pericolo è necessario definire la partecipazione attiva di Rom e Sinti.  
 
Una partecipazione attiva di Rom e Sinti "come un fine" che investe processi di 
trasformazione culturale e sociale di portata collettiva, "un processo 
sociale di azioni attraverso le quali gli individui, le comunità e le 
organizzazioni guadagnano padronanza sulle loro vite nel contesto di cambiare il 
loro ambiente sociale e politico per migliorare l’equità e la qualità di vita." 
 
Si tratta di definirne le strategie per realizzare la partecipazione attiva di 
Rom e Sinti. 
 
Nazzareno Guarnieri – presidente Federazione rom e sinti insieme 
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 23/04/2009 @ 09:07:36, in  Europa, visitato 2496 volte)
		  
	 
    
		
      Da
Czech_Roma 
  19 aprile 2009, 12:49 GMT 
Praga - Dice la polizia che una bambina rom ed i suoi genitori sono stati 
seriamente feriti, sembra da una bomba molotov lanciata nella loro casa durante 
la notte nel nord est della Repubblica Ceca. Le vittime dicono che qualcuno ha 
lanciato una molotov nella loro casa nella città di Vitkov, dandole fuoco poco 
prima di mezzanotte, ha detto la portavoce della polizia, Sona Stetinska, 
all'agenzia stampa tedesca DPA. 
Ha aggiunto che la polizia non sarà in grado di confermare la causa 
dell'incendio se non potrà esaminare il luogo, cosa che è complicata dal 
pericolo di crollo dell'edificio. 
Il Primo Ministro uscente, Mirek Topolanek, ha detto di essere "seriamente 
preoccupato dal sorgente estremismo", chiedendo alle autorità di determinare se 
l'incidente possa essere motivato razzialmente. 
La polizia ha detto che il motivo del presunto attacco non è immediatamente 
condiviso. "Non possiamo confermare che si trattasse di motivo razziale, ma 
neanche possiamo negarlo," ha detto la portavoce. 
La bambina di 22 mesi, salvata dalla casa in fiamme dai genitori, trasportata 
in aereo in un ospedale nella capitale regionale Ostrava, è in condizioni 
critiche, hanno detto dal servizio di soccorso. 
Ha diverse gravi bruciature nell'80% del corpo ed ha inalato i fumi, ha detto 
in una dichiarazione il portavoce Lukas Humpl. 
Nella dichiarazione si dice che la madre, 27 anni, ha bruciature alle gambe 
ed un braccio, mentre i padre, 33 anni, ha serie bruciature alla schiena e agli 
arti. 
L'incidente ha avuto luogo in mezzo ad una crescente attività politica 
dell'estrema destra e dei gruppi neonazisti. 
La stessa sera, estremisti di destra avevano percorso in una marcia 
largamente pubblicizzata la città nord-occidentale di Usti nad Labem, che ospita 
un simil-ghetto della comunità rom, 430 km. ad est di Vitkov. 
Le città ceche hanno combattuto per proibire le marce estremiste, mentre i 
loro organizzatori sfruttano le leggi che salvaguardano la libertà di assemblea. 
"E' chiaro che esiste un collegamento tra l'attività politica degli 
estremisti e la violenza diretta verso gli abitanti," ha detto il premier. Ha 
auspicato che la prossima riunione di governo discuta la questione lunedì. 
Nonostante questa retorica, i gruppi di estrema destra hanno continuato senza 
problemi le loro attività. Recentemente il governo ha fallito nel suo sforzo di 
sciogliere una di queste organizzazioni, il Partito dei Lavoratori. 
Attacchi a sfondo razziale con bombe molotov, alcuni dei quali mortali, hanno 
recentemente scosso l'Ungheria. 
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 23/04/2009 @ 09:51:52, in  scuola, visitato 2087 volte)
		  
	 
    
		
      Da
Nordic_Roma 
HELSINGIN SANOMAT By Kristiina Markkanen 
  
"Laalo, blaato, dzjelto (rosso, blu, giallo), i bambini rom leggono ad alta 
voce in una stanzetta del centro diurno Viherlaakso di Lahti. 
Stanno avendo una lezione in kàlo-finnico-romanes, il nome ufficiale della 
lingua della minoranza finnica rom. Le sorelle Teresa e Maritsa Borg stanno 
colorando dei palloni mentre imparano il nome dei colori in romanes. 
  
Le ragazze sono state fortunate: l'insegnante Marianne Florin lavora nello 
stesso centro diurno come sovvenzionata, in altre parole come assistente, il cui 
salario arriva parzialmente dal budget del Ministero dell'Impiego e 
dell'Economia. 
Marianne Florin ha esperienza in questi circoli linguistici, anche se il suo 
livello di competenza del romanes non è molto alto. 
D'altra parte, una lezione a settimana non è sufficiente per consentire a 
Maritsa e Teresa di parlare fluentemente il romanes. Sfortunatamente, non 
avranno l'opportunità di continuare i loro studi in romanes alla scuola. 
La situazione a Lahti è tipica. 
Soltanto pochissimi bambini rom di Finlandia hanno imparato la propria lingua 
madre - dipende dall'anno, circa 150 bambini apprendono il romanes al centro 
diurno o a scuola. 
Si tratta del 5-10% dei bambini rom di Finlandia. Oggigiorno, non molti 
imparano la lingua a casa. 
Il Tavolo Nazionale Finnico dell'Istruzione (FNBE) ha provato ad 
incoraggiare l'insegnamento del kàlo-finnico-romanes nelle scuole e nel 2009, i 
crediti dedicati sono stati raddoppiati. 
Nei fatti, sono stati lanciati in Finlandia alcuni progetti per appoggiare i 
bambini rom ed i loro genitori riguardo la lingua romanes. 
"Il prossimo autunno introdurremo i gruppi d'immersione nella lingua, i 
cosiddetti nidi linguistici, tanto per adulti che bambini che imparano il 
romanes. Abbiamo anche intenzione di organizzare due campi estivi linguistici", 
dice Leena Nissilä, Consigliera Anziana del FNBE. 
Ci sono numerose ragioni sulla scarsità di insegnamenti in romanes. 
I comuni non sono obbligati a fornire questa lingua, né sono interessati 
nell'organizzare questo insegnamento, c'è scarsità di insegnanti qualificati, 
oppure i Rom stessi mancano di comprensione o coraggio per chiedere 
l'insegnamento in romanes ai loro figli. 
Elämä ja Valo è un'associazione a Lahti dei Rom di Finlandia. 
Qualche anno fa l'associazione segnalò il fatto che la lingua romanes sarebbe 
stata a rischio di estinzione in Finlandia entro un decennio. 
Cos'hanno da dire i ricercatori? La lingua romanes cesserà di esistere 
in Finlandia? 
"Il numero di quanti attualmente usano la lingua nella comunicazione di tutti 
i giorni non può essere molto alto", dice il professore Matti Leiwo 
dell'Università di 
Jyväskylä con un profondo sospiro. 
Secondo lui la lingua dei Rom finnici è in pericolo, su questo non c'è 
dubbio. 
Il ricercatore Kimmo Grönfors dell'Università di Helsinki dice che il kàlo-finnico-romanes 
è come minimo in serio pericolo. 
Non esistono statistiche sull'abilità nella lingua romanes, ma secondo le 
ultime stime, ci sono almeno 10.000 Rom in Finlandia, di cui forse la metà 
conosce la lingua bene o in modo soddisfacente. 
"Siamo circa il 50% a parlare bene il romanes, ma non i nostri figli", 
dice l'insegnante di romanes Tuula Åkerlund di Romano Missio, un'organizzazione 
di servizio sociale del popolo rom che si prende cura dei bambini. 
"Semplicemente quando i bambini sono piccoli non capiamo che potremmo 
insegnare loro due lingue", dice Åkerlund con rammarico. 
Tuula Åkerlund puntualizza anche che la generazione più anziana non vuole che 
la lingua sia insegnata agli estranei. Il linguaggio è stato l'unica ricchezza 
del povero popolo viaggiante. 
"La generazione che ha provato l'oppressione ed il disprezzo è ancora viva. 
Dal linguaggio ha ottenuto comfort, è per questo che lo vogliono mantenere solo 
nel circolo famigliare", spiega Åkerlund. 
	[...]
  Buongiorno! - Tsihko diives! La Finlandia appoggia 
	l'allargamento EU - Fintiko themmesko dzinta EU: sko bohliboske. 
	Ti amo! - Me kamlavaa tuut! Un Finnico che appartiene alla 
	popolazione maggioritaria - Fintiko komunis Un Caucasico, una persona 
	di origine europea - gaajo Helsinki (la capitale) - Baro fooros Finlandia -
	Finitiko them o Fintiko them Università - Apruno skoola 
	Night caffè - rassako kaljakiero Pace - Freediba Numeri: 1 = 
	iek, 2 = dui, 3 = triin, 4 = staar, 5 = pangh, 6 =
	hou, 7 = efta, 8 
= ohta, 9 = enja, 10 = deh 
 
Nota: L'8 aprile era il Giorno Internazionale dei Rom, per celebrare 
la cultura rom e far crescere la consapevolezza sulle questioni affrontate dal 
popolo rom. L'11 febbraio il Museo Cittadino di Helsinki ha inaugurato una 
mostra internazionale intitolata Attenzione, Zingari! La Storia di un 
Fraintendimento, sul passato e il presente dei Rom d'Europa. La mostra sarà 
aperta sino al 30 agosto da mercoledì a domenica dalle 11 alle 17 - giovedì sino 
alle 19. Entrata libera. Indirizzo: Hakasalmi Villa, 
Mannerheimintie 13 D (accanto al Finlandia Hall). 
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 24/04/2009 @ 09:08:02, in  lavoro, visitato 2306 volte)
		  
	 
    
		
      Da
Roma_Italia 
 
Laura Clarke, 15/04/2009 
L'Antica Sartoria Rom produce vestiti su misura ispirati al design romanì 
del XIX secolo 
Entrare nel laboratorio tessile di Via Nomentana  952 è come entrare in 
un altro mondo. Qui l'uniformità unisex delle confezioni odierne lascia il passo 
ad indumenti di straordinaria femminilità e stile. Manichini vestiti di velluto 
o cashmere, corsetti e lunghe file di gonne a fiori punteggiano il locale. 
L'uniformità del locale fa da forte contrasto ai colori degli abiti in mostra: 
verde mela, blu cielo, rosso fuoco, rosa albicocca. Questa è l'Antica 
Sartoria Rom, una cooperativa di Romnià che producono abiti su misura 
ispirati al disegno tradizionale romanì del XIX secolo. 
L'iniziativa prese vita nel campo di Via della Martora - Via Collatina a Roma 
est, dove un gruppo di donne rom voleva guadagnarsi da vivere ma senza imparare 
un nuovo lavoro. "La formazione professionale è complicata per gli adulti," dice 
la coordinatrice del progetto Alessandra Carmen Rocco, un'Italiana diplomata 
artistica con un diploma di conservatorio, che si è avvicinata ai Rom per la sua 
passione per la loro musica. "Prima di tutto, di solito non è pagata, poi c'è 
l'opposizione dei mariti, e per finire, chi guarderà tutti i bambini?" 
Inizialmente, le donne consideravano due opzioni: babysitting ("le donne rom 
sono eccellenti babysitter, dato che le ragazze curano i fratelli e le sorelle 
più giovani sin dalla tenera età," dice Rocco) ed aprire un ristorante ("I Rom 
cucinano molto bene e la loro cucina è il risultato del contatto con le diverse 
comunità ospitanti), ma tutti e due gli schemi sono stati rapidamente 
abbandonati per ragioni pratiche. Poi un giorno le donne hanno prodotto a mano 
un vestito e così è nata l'idea della sartoria. 
"Il progetto si adattava perfettamente perché le ragazze rom imparano a 
cucire a mano da molto giovani," spiega Rocco. "Inoltre, i Rom hanno mantenuto 
la distinzione tra il proprio modo di vestire e quello della comunità ospitante. 
Le tradizioni - gonne lunghe, cinturini stretti, corsetti attillati - sono 
rimasti." Le donne hanno continuato a fare una serie di indumenti, che vendono 
per i campi. Inizialmente i vestiti hanno sollevato entusiasmo, ma visto che 
erano fatti a mano, sono presto stati messi da parte, dando una cattiva nomea 
all'iniziativa. 
 Nel frattempo il gruppo ha deciso di focalizzarsi nel cucire vestiti 
ispirati agli stili tradizionali del XIX secolo. "Le donne vivono in condizioni 
che ricordano [quei tempi], senza elettricità o acqua corrente,e vogliono che i 
loro vestiti riflettano questo," spiega Rocco. I membri hanno contattato le 
anziane Romnià che vivono nei campi attorno a Roma, per sapere come la gente si 
vestiva in quel periodo e sono tornate con una serie di modelli. Poi i fondi 
sono stati assicurati dalla provincia di Roma per acquistare macchine da cucire, 
impiantare un laboratorio e fornire una formazione più approfondita. 
 All'inizio le donne hanno presentato i propri lavori alla Centrale Montemartini 
in Via Ostiense nel dicembre 2003. Da allora sono apparse all'evento AltaRoma haute 
couture il presso il Parco Auditorium della Musica, a MACRO, parte di una 
collezione preparata dal designer milanese Romeo Gigli (vedi
QUI ndr), al Club La Palma nell'area Portonaccio per il lancio della 
cooperativa nel 2006 e, più recentemente, alla Città dell’Altra Economia al 
Testaccio. Dopo anni di lavoro in locali inadeguati, nel 2005 finalmente è stato 
garantito loro dal consiglio municipale locale l'uso indefinito dello spazio in 
via Nomentana, come riconoscimento del contributo dato dal rogetto 
all'integrazione degli stranieri nell'area. 
 La sartoria produce principalmente vestiti da donne - gonne, top, cappotti, 
scialli - ma anche vestiti e gilet maschili, gli indumenti sono fatti soltanto 
con fibre naturali e tipicamente includono intricati ricami disegnati usando 
pezzi di vetro, perline, lustrini e cristalli Swarovsk. Molti dei tessuti sono 
originari direttamente della Romania e sono portati in Italia dalla capo 
cucitrice Gabi 
Raducan che, a differenza di molti Rom di oggi, continua a seguire uno stile di 
vita nomade, viaggiando su e giù tra i due paesi. I prezzi variano dai 90 ai 
1.000 €uro o più, a seconda del vestito, tipo e quantità del materiale usato e 
del ricamo adoperato. Attualmente il laboratorio impiega sette donne, che 
guadagnano 500 €uro al mese. Molti clienti sono dei privati che si avvicinano 
alla sartoria per varie ragioni compresa la ricerca di un abito da matrimonio. 
 Il 2009 è iniziato male con l'allagamento del laboratorio dovuto alle 
pesanti precipitazioni della fine dell'anno scorso. Inoltre la comunità rom di 
Roma sta fronteggiando un sovvertimento dovuto ai piani delle autorità cittadine 
di smantellare i numerosi campi non autorizzati e trasferire i loro abitanti 
fuori dal Grande Raccordo Anulare (GRA). Però, Rocco dice che la mossa non ha 
riguardato le lavoratrici tessili, che vivono nel campo autorizzato di Via della 
Cesarina, non lontano dal laboratorio. 
  A dispetto di queste difficoltà ha grandi speranze per quest'anno. In 
primo luogo le donne stanno organizzando un'altra esposizione di moda dove 
introdurranno anche una linea di vestiti per bambini. In aggiunto hanno appena 
lanciato un sito web 
per presentare e promuovere il loro lavoro, che offre ai potenziali clienti 
un'idea migliore della bellezza ed unicità degli indumenti che offrono.
 
 
Antica Sartoria Rom 
Via Nomentana 952 
tel. 339/2357366 (Carmen) 
anticasartoriarom@libero.it 
www.anticasartoriarom.it 
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 24/04/2009 @ 09:12:07, in  Italia, visitato 2065 volte)
		  
	 
    
		
      Da
Kelebek 
Chiedo scusa della mia assenza, che spero sia provvisoria... in questi giorni 
ci si sveglia più verso le tre che verso le quattro per lavorare. Comunque 
voglio dare più risalto a un commento fatto ieri sera da Maria su questo blog. 
Trattandosi di un commento, si tratta di un testo scritto di getto, senza 
riferimenti. Ma credo che sia importante pubblicarlo comunque. Tra parentesi, è 
interessante la differenza tra la pratica tradizionale dei Rom - altroché Family 
Day - in cui è normale che i membri meno sfortunati della grande familja 
allargata si prendano cura dei bambini dei più disastrati, e la visione di certi 
magistrati e operatori sociali. Ovviamente, chi ha tolto i bambini al padre/zio 
potrebbe avere ragione in termini strettamente legali: la persecuzione, più che 
nella loro azione, sta nella mancanza di reazione o di interesse di altri per la 
vicenda. Ti segnalo l'ennesima ignobile persecuzione contro una persona rom. Si 
tratta del bosniaco Zafir Hamidovic fermato con i suoi due figli perchè la 
bambina somigliava a Denise Pipitone, la piccola scomparsa alcuni anni fa. 
L'hanno accusato di essere il rapitore di Denise; il dna lo ha scagionato da 
questa accusa ma parzialmente in quanto soltanto il bambino è risultato essere 
suo figlio; la bambina è figlia di un cugino e Zafir l'ha in affido fin da 
piccola. Una cosa è accertata, la piccola NON è Denise Pipitone. Malgrado, però, 
le cose si siano parzialmente chiarite, o chiarite per l'accusa più infamante, i 
due bambini gli sono stati tolti e affidati a una casa famiglia. Sono passati 15 
giorni, i piccoli sono traumatizzati sconvolti, la madre disperata come il padre 
ha detto piangendo. Ecco io mi domando, se zafir non fosse stato un rom bosniaco 
avrebbe dovuto subire questo terribile affronto, non ancora sanato, in quanto i 
bambini non gli sono stati restituiti? Adesso è indagato per due reati di cui 
uno riguarda l'aver mentito riguardo alla bambina, il non aver detto subito, 
voglio dire, che era figlia "adottiva". E nemmeno il bambino comunque, suo con 
certezza a prova di dna, non gli è stato ad oggi ridato. Se Zafir Hamidovic 
fosse stato un'italiano, un inglese, un americano, un francese, avrebbe avuto 
simile trattamento? Credo di no, quantomeno avrebbe subito gli inevitabili 
accertamenti in modo ben meno pesante . Ma zafir è un rom bosniaco e quindi non 
merita nessun rispetto o cautela, e i bambini nessuna misericordia. maria 
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 24/04/2009 @ 09:16:03, in  Europa, visitato 1601 volte)
		  
	 
    
		
      Ricevo da
Roberto Malini 
  
Nella foto di Steed Gamero, Codrean Ciuraru, Rom romeno. Ha subito 
diversi episodi di intolleranza e violenza razzista, anche da parte di agenti 
delle forze dell'ordine. Dopo aver denunciato i suoi aguzzini in divisa, è stato 
minacciato e costretto a fuggire all'estero. Il suo caso è uguale a quelli di 
centinaia di suoi concittadini di etnia Rom in Italia. 
Bruxelles, 22 aprile 2009. L'Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) 
pubblica oggi il suo rapporto su minoranze e migranti. Il rapporto Fra ha un 
valore statistico assoluto, basandosi su un campione di 25 mila interviste, 
oltre che sui rapporti delle Organizzazioni per i Diritti Umani che basano le 
loro ricerche su verifiche effettive, testimonianze e documenti. Secondo i dati, 
il 50 per cento dei Rom, in Europa, percepisce una forte esclusione sociale e ha 
subito nel corso degli ultimi dodici mesi almeno un'aggressione razzista. 
Seguono africani sub-sahariani (41%) e nordafricani (36%). Riguardo ai rapporti 
con le autorità, l'82% non denuncia le violenze subite; secondo il 62% ''tanto 
non cambierebbe niente''. I nordafricani, secondo il rapporto, percepiscono 
maggiormente l'atmosfera discriminatoria nel paese in cui vivono: sono il 94% 
degli intervistati), seguiti dai Rom in Ungheria (discriminazione percepita dal 
90%). In Italia, il pregiudizio è percepito dal 77% dei romeni (ma se si dovesse 
considerare un campione di Rom romeni, arriveremmo al 98%) e dal 76% degli 
albanesi. Sempre nel nostro Paese, l’89% dei romeni e l’82% degli albanesi e dei 
nordafricani non ha conoscenza di associazioni che possano realmente aiutarli di 
fronte a episodi di discriminazione. Il 52% dei nordafricani, in Italia, è stato 
colpito da atti razzisti negli ultimi dodici mesi: è il settimo gruppo fra i 
dieci più discriminati in Europa. Riguardo ai controlli delle forze dell'ordine, 
il 74% dei nordafricani ritiene che le autorità prendano di mira i migranti, 
solo a causa della loro etnia. Morten Kjaerum, direttore dell’Agenzia europea 
per i diritti fondamentali (Fra), ha dichiarato che è ormai necessario 
promuovere politiche più mirate per curare il male sociale del razzismo affinché 
“migliaia di casi di crimini razzisti non restino invisibili". 
     
	
	  
	
    
		
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 25/04/2009 @ 09:56:02, in  lavoro, visitato 2020 volte)
		  
	 
    
		
      Ricevo da Ernesto Rossi 
Ma la liberazione non è per tutti, non è per gli stranieri, non è per 
Rom e Sinti, i cosiddetti zingari. 
 
Questi ultimi –davvero ultimi in ogni cosa a partire dai diritti più elementari- 
non sono liberi in questo paese: nemmeno possono partecipare al corteo che 
ricorda la fine della Lotta di Resistenza e la nascita conseguente della 
Costituzione repubblicana. Se lo fanno, possono perdere il posto di lavoro, se 
riconosciuti dal padrone in una fotografia, in un filmato, di quelli che ci 
facciamo tra di noi per ricordare questa giornata, o che ci fanno fotografi e 
operatori di giornali e televisioni. 
 
Ecco nella foto l’Unità (dedicata ai morti sul lavoro), come dovrebbero 
presentarsi: MASCHERATI. 
[immagine non riportata] 
Rom e Sinti, italiani, europei o no, sono NEGATI AL LAVORO, anche se 
lavorano, faticatamente, in nero, saltuariamente, quando possono, respinti e 
discriminati. Clandestini anche se regolari. 
 
L’Associazione milanese Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti ha 
tenuto per un anno e mezzo uno sportello sindacale, col sostegno di Camera del 
Lavoro e Fillea Cgil, dentro nel campo di via Triboniano: uno 
scandalo. Che c’entrano gli zingari col sindacato, col lavoro (in molti se lo 
sono chiesto), dato che sono notoriamente TUTTI ladri e ladri di bambini? La 
leggenda è più forte di ogni realtà: ne basta uno per cancellare tutti gli altri 
e confermare che così stanno le cose. Per Rom e Sinti la colpa è sempre 
collettiva, mai individuale. Basta l’indirizzo del campo per perdere o non 
trovare lavoro. Perché nel nostro paese, il peggiore per loro in Europa, devono 
vivere in ghetti noti e additati, veri lager, da cui è difficile uscire; in cui 
l’infanzia, oggetto di commosse quanto astratte considerazioni, viene offesa e 
repressa ogni giorno. Se vanno a scuola, la perderanno al primo licenziamento 
del genitore che lavora, al primo inutile feroce sgombero. 
 
Gli SGOMBERI sono l’inefficace violenta politica del governo e 
dell’amministrazione comunale milanese, incuranti della Costituzione, delle 
leggi, dei trattati internazionali sottoscritti, delle Dichiarazioni Universali, 
delle proteste del Parlamento Europeo.  
 
SICUREZZA PER TUTTI – LA SICUREZZA È UN BENE COLLETTIVO, NON PRIVATO  
 
Sicurezza è non morire sul lavoro ogni giorno; sicurezza è non subire violenza 
fra le mura sicure di casa; sicurezza è aver di che vivere ogni mese sino alla 
fine del mese; sicurezza è non avere un paese in cui regioni intere sono in mano 
a potenti organizzazioni criminali. 
Per i Rom, clandestini sono i diritti 
 
sede legale: Via Triboniano 212 – 20156 Milano (Italia). Tel. +39.(02).48409114 
Costituita il 18 luglio 2004, registrata a Milano il 22 novembre 2004 , n° 
104485 serie 3. Codice fiscale 97389270154 
     
	
	  
	
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