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	 Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.     
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 13/02/2011 @ 09:49:25, in  Italia, visitato 1930 volte)
		  
	 
    
		
      Che gli anarchici non siano teneri con lo Stato, è una cosa 
risaputa. Però, prima che si smetta di parlarne, è interessante seguire la loro 
ricostruzione di cosa è successo, non solo una settimana fa, ma in questi anni
 
Roma, 6 febbraio. Quattro bambini bruciano vivi in una baracca ai margini del 
nulla metropolitano. 
Siamo a Tor Fiscale. Assi, plastica, poche povere cose. Basta una scintilla, un 
braciere acceso per tenere lontano l'inverno, e il fuoco si mangia tutto. 
Il resto è copione già visto. La disperazione dei parenti, l'indignazione del 
sindaco post fascista della capitale, che strilla che servono poteri speciali 
per fare campi sicuri, che si infuria contro la burocrazia. Un alibi traballante 
ma poco importa. In fondo sono solo zingari. 
La mattina dopo arrivano le ruspe e tirano giù tutte la baracche. L'ordine è 
ripristinato.  
Arriva anche la magistratura, che mette sotto inchiesta il padre e le due madri: 
abbandono di minore. La madre di tre dei bambini e nonna del quarto non crede 
all'incidente: il braciere era lontano, le fiamme sono divampate troppo in 
fretta. 
Una vicenda che ne ricorda un'altra di qualche anno fa. 
Quattro bambini rom morirono nell'incendio di una baracca di legno sotto ad un 
cavalcavia, vicino alla raffineria di Stagno, a Livorno, l'11 agosto del 2007. I 
genitori vennero arrestati con l'accusa di abbandono di minore e di incendio 
doloso, nonostante avessero detto di essere stati aggrediti. 
Prosciolti dall'accusa di incendio doloso, patteggiarono e vennero scarcerati 
perché incensurati. Sulla vicenda calò il silenzio nonostante il rogo fosse 
stato rivendicato del GAPE – Gruppo Armato di Pulizia Etnica. 
 
Quando ci sono di mezzo i rom viene sfogliato l'intero florilegio di pregiudizi 
razzisti nei loro confronti. Se i bimbi muoiono è colpa loro, che non ci badano, 
che vanno in giro a rubare, che li fanno vivere in roulotte e baracche. 
Come se qualcuno – davvero – potesse scegliere di vivere di elemosina in una 
baracca senza nulla. 
Esemplari le dichiarazioni razziste di Tiziana Maiolo, di Futuro e libertà, dopo 
il rogo di Tor Fiscale. Per lei i bambini Rom che fanno pipì sui muri sono meno 
educati del suo cagnolino. 
Nel luglio del 2008 una bambina rom, appena sgomberata da una ex fabbrica 
abbandonata in via Pisa a Torino, disse "almeno per un po' ho vissuto in una 
casa vera". Una casa con il gabinetto. E porte, finestre, luce… Dopo lo sgombero 
la riportarono lungo il fiume in una baracca piena di topi. 
 
A Torino, il 14 ottobre del 2008 andò a fuoco un campo rom in via Vistrorio. Tre 
molotov in punti diversi e l'insediamento sulle rive del torrente Stura andò in 
fumo. Ci vivevano 60 persone. 
Non andò peggio perché un ragazzo diede l'allarme. I giornali allusero alla 
possibilità che il campo l'avessero bruciato gli stessi rom, per forzare la mano 
al comune ed ottenere posto nell'area allestita per l'emergenza freddo. Le 
prove? Non era morto nessuno! 
Qualche mese dopo, la magistratura, dopo decine di aggressioni a immigrati e 
tossici, mise gli occhi sul gruppo fascista "Barriera Domina": nei telefonini di 
alcuni di loro trovarono le scansioni dei giornali che parlavano del rogo di via 
Vistrorio. Due righe in cronaca e poi l'oblio. 
Chi ha dato ha dato, chi avuto avuto. 
Sulla vicenda il sito Ojak, oggi purtroppo non più attivo, fece una 
controinchiesta. 
 
Quelli come Alemanno vogliono i campi. Altri vorrebbero cacciare tutti. I più 
chiudono gli occhi e non guardano, magari si commuovono anche un po'. I bambini 
fanno sempre tenerezza. 
 
Il rogo di Tor Fiscale, come già quello di Stagno, ha fatto notizia perché i 
bambini erano quattro, altrimenti sarebbero bastate poche note in cronaca, 
ordinaria amministrazione. 
Un bambino muore di freddo, un altro bruciato, un altro se lo porta via una 
banale influenza. 
Infinito l'elenco dei campi rom andati in fumo. A volte distrutti da bravi 
cittadini, decisi a fare pulizia. Etnica. Altre volte bruciati dalla povertà che 
non concede sicurezza. 
 
Resta il fatto che quei quattro bambini sono stati ammazzati. Resta il fatto che 
ogni giorno, in qualche dove, c'è qualcuno che muore. Muore di povertà. 
La povertà non è un destino. 
I responsabili siedono sui banchi dei governi e nei consigli di amministrazione 
delle aziende. 
Nessuno si creda assolto, perché l'indifferenza è complicità. 
Federazione Anarchica Torinese -FAI 
 
Per approfondimenti
www.noblogs.senzafrontiere.org  
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 13/02/2011 @ 09:40:54, in  Italia, visitato 1809 volte)
		  
	 
    
		
      
Blitz quotidiano 
 
La Lega vuole chiudere l'Unar, l'ufficio per il contrasto alle discriminazioni 
razziali, finanziato dallo Stato con due milioni di euro annuali. L'osservatorio 
anti-razzismo potrebbe essere soppresso grazie a una proposta dei senatori del 
Carroccio al decreto Milleproroghe. Con questa mossa il partito intende fermare 
"questi oscuri burocrati che da sei mesi a questa parte si sono messi a fare 
politica trasformandosi in maestrini dalla penna rossa: qui siete razzisti, 
lì xenofobi, abusano del concetto di discriminazione indiretta e pretendono una 
parificazione totale tra il cittadino autoctono e l'extracomunitario ospite 
temporaneo. Quei due milioni sono soldi buttati, l'ufficio va soppresso", dice 
Sandro Mazzatorta, senatore leghista. 
La Lega Nord, attraverso cinque senatori, con la modifica numero 1.146 (andrà 
ai voti all'inizio di marzo) ha chiesto la soppressione "a decorrere dal 31 
marzo 2011" dell'Unar, nato per volontà dell'Unione europea e accolto dal 
governo Berlusconi solo nel 2005. In un successivo emendamento, già depositato, 
si suggerisce che quei soldi siano destinati "alla Fondazione Teatro Regio di 
Parma per la realizzazione del Festival Verdi". L'Ufficio contro le 
discriminazioni è insediato in tutti i paesi dell'Unione europea e solo in 
Italia e in Finlandia ed è a libro paga del governo (con soldi comunitari, in 
verità). 
La Lega dice che i due milioni annui spesi per finanziare l'Unar sarebbero 
inutili. Ma cosa fa precisamente l'Agenzia anti-razzismo? Questi alcuni 
interventi compiuti negli scorsi anni. L'Unar intervenne sui bonus vacanza 
proposti dal ministro Brambilla chiedendo dati anche in base alla cittadinanza. 
L'ufficio ha anche aperto un contenzioso con il Comune di Trieste: 
"Discriminanti i bonus bebè". Richiamo per un manifesto leghista a Prato che 
raffigurava arabi e zingari in fila davanti agli italiani. 
10 febbraio 2011 | 11:25 
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 13/02/2011 @ 09:20:00, in  Italia, visitato 1834 volte)
		  
	 
    
		
      Venerdì 18 febbraio, ore 17.00 
in via Treviso 33 - MILANO* 
  
Storia dei Rom e dei Sinti dall'India alle nostre periferie, secoli di 
emarginazione e persecuzioni contro un popolo "diverso", con particolare 
attenzione allo sterminio operato dai nazisti durante la Seconda Guerra 
Mondiale. 
Interviene Paolo Finzi, della rivista anarchica "A", produttore del doppio 
DVD + libretto "A forza di essere vento. Lo sterminio nazista degli Zingari" 
(una traversa di via Padova) 
autobus 56 oppure MM2 (linea verde) fermata Cimiano 
tel. 02-89.91.9073 / 340-6055.786 
fax 02-40.04.4537 
email martesana.mi@usi-ait.org
 
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 12/02/2011 @ 09:53:21, in  Italia, visitato 2016 volte)
		  
	 
    
		
      
  
Una società che non sa fermarsi, anche piangere, e pensare cose nuove quando 
quattro bambini muoiono bruciati perché senza la stufetta, alla lunga, 
morirebbero di malattia e di freddo, ha poco futuro. Perché la pietas, 
che contiene commozione, compassione, rende intelligenti e aiuta a costruire 
soluzioni più umane. Non è chiaro se Roma, la gente comune, riuscirà a resistere 
alle banalità volgari di chi invoca misure «drastiche», «se ne tornino a casa 
loro», «se non hanno occupazione e un luogo dove stare vengano espulsi con la 
forza» (il responsabile del Comitato per la sicurezza), e così via. 
Tutte le indagini su intolleranza e razzismo rilevano un sentimento anti-rom 
in cima alla graduatoria, in tutta Europa. E si scatena di più in tempi di 
fragilità sociale, indicando capri espiatori facili, gli "zingari". Un popolo di 
ragazzini (la metà di quelli che sono in Italia sono minori), la metà italiani 
da secoli (dove andrebbero espulsi?), gli altri tutti europei, di cui una parte 
consistente ex-jugoslavi, alla seconda generazione di nati in Italia: ma sono 
anni che la proposta della Comunità di Sant'Egidio di rilasciare un permesso di 
soggiorno di lungo periodo non ha risposta, e vengono lasciati in un limbo 
legale che crea marginalità e, davvero, il contrario della sicurezza. 
Su tutto questo scontiamo, oggi, il precipitato di una predicazione del 
disprezzo e della paura che a Roma – in una delle città più sicure del mondo – 
ha fatto della questione "rom" un perno di campagne elettorali che non sono mai 
finite e che hanno autorizzato i romani a non vergognarsi dei propri istinti un 
po' bassi. Per gli "zingari", vittime dello sterminio razzista mai risarcite e 
di un "anti-gitanismo" per cui non esistono nella società europea e italiana gli 
anticorpi che esistono verso l'antisemitismo, non valgono, anche per gli 
amministratori, quasi mai, quello che vale per la gente comune. Che hanno gli 
stessi desideri e necessità che abbiamo "noi". E finché non si pensa in questo 
modo le soluzioni offerte sono tutte parziali e alla fine inefficaci. 
Per gli zingari non vale normalmente l'idea che la responsabilità anche 
penale è personale. Se uno commette un reato tutto il gruppo può essere 
allontanato perché pericoloso socialmente e anche la "casa", persino in campo 
attrezzato legale e pagato dai contribuenti, può essere abbattuta, assieme 
all'intero campo (è accaduto). Per gli zingari continua la leggenda che «non 
vogliono casa» e il massimo che si pensa è «villaggi attrezzati», finora di 
pessima qualità: se temporanei è un conto, se uno li concepisce come l'approdo 
di una vita è un altro. 
Non è solo la giunta attuale, a Roma, che è in ritardo. Tutte le giunte degli 
ultimi vent'anni, nonostante gli sforzi, similmente hanno fallito l'obiettivo: 
perché mai, simultaneamente, è stata creata la sicurezza abitativa per tutti, 
assieme a un piano di inserimento scolastico accompagnato, per tutti: anche con 
borse di studio, come si è fatto per l'Italia più povera, nel dopoguerra o negli 
anni '70 a Roma, quando sono state eliminate le baracche e i borghetti. 
E da vent'anni e più, a metà anno, in un gioco dell'oca autolesionista, gli 
sgomberi sollecitati dalla popolazione interrompono i percorsi di inserimento 
scolastico e anche il monitoraggio delle forze dell'ordine. C'è da augurarsi che 
con la commozione si avvii un piano vero. Per l'inverno, se non c'è di meglio, 
anche le caserme, cose con un tetto. Ma che sia un piano che accanto ai 13 campi 
da finire di realizzare preveda una transizione e una compensazione anche di 
affitti e edilizia "normale". Che preveda la possibilità di un'alternativa 
quando due gruppi sono troppo disomogenei e non possono vivere insieme. Il 
diavolo sta nei dettagli e questi sono dettagli da tenere in considerazione. 
Come generalizzare il progetto europeo (già attivo con sant'Egidio) di 
scolarizzazione incentivata, con percorsi di inserimento professionale 
accompagnato, in maniera personalizzata. 
Sono in tutto 7000 persone, in gran parte ragazzini. Per Roma si tratta di 
350 persone per circoscrizione. Non è una grande emergenza. L'unica emergenza 
vera è fare rientrare i bassi istinti di tutti. O qualunque soluzione sarà 
difficile.  
Mario Marazziti 
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 12/02/2011 @ 09:09:01, in  Italia, visitato 1746 volte)
		  
	 
    
		
      Segnalazione di Marco Brazzoduro 
  
OPINIONI 
8/2/2011 Caro direttore, 
La Stampa ha dedicato la sua apertura al rogo nel campo nomadi della via Appia, 
a Roma, sottolineandone il carattere tragico e il rilievo politico. Le scrivo 
per sottoporre alla considerazione dei suoi lettori alcune informazioni sulla 
situazione dei rom in Italia che non ho ancora visto riportate sui giornali. 
 
Il sindaco Alemanno si è lamentato, ieri, per gli impedimenti burocratici che 
avrebbero ostacolato una da lui auspicata accelerazione della politica di 
sgomberi attualmente in vigore in almeno cinque regioni d'Italia, una politica 
che faciliti il ricollocamento dei nomadi nelle aree a loro destinate dalle 
municipalità sulla base di piani nomadi formulati dalle municipalità. Ebbene, mi 
pare che il sindaco dimentichi che in Italia vige ufficialmente, dal maggio 
2008, uno «Stato di emergenza in virtù della presenza delle comunità nomadi» che 
conferisce - sulla base di una legislazione di protezione civile concepita per i 
disastri naturali - dei poteri straordinari ed eccezionali ai commissari 
delegati all'emergenza, tra cui i prefetti di Roma e Milano. 
 
Dal maggio 2008 con cadenza annuale lo stato di emergenza in virtù della 
presenza dei nomadi è stato rinnovato puntualmente ed esteso a cinque regioni 
italiane - l'ultima volta nel dicembre scorso protraendo la fine dell’emergenza 
al dicembre 2011. I commissari straordinari hanno goduto, negli anni passati, di 
ampissimi poteri che hanno loro consentito addirittura di censire le popolazioni 
rom presenti nelle loro regioni (cittadini italiani o no), con un'iniziativa del 
tutto dubbia dal punto di vista del diritto alla privacy e alla non 
discriminazione. La stessa emergenza nomadi ha permesso che nella sola città di 
Milano siano stati eseguiti 170 sgomberi nel 2010 e che sia nel capoluogo 
lombardo che a Roma siano stati adottati dei regolamenti comunali eccezionali 
che si applicano ai soli campi nomadi, prevedendo condizioni di soggiorno 
speciali per i loro abitanti, quali la necessità che l’intero nucleo familiare 
sia esente da condanne passate in giudicato anche se scontate; che si debba 
mostrare un tesserino di riconoscimento per accedere alla propria area 
attrezzata; che non si possano invitare conoscenti e che non si possa circolare 
nei campi dopo le 22. Campi spesso sorvegliati da polizia privata. E’ una 
legislazione dubbia e speciale nelle mani dei sindaci delle due principali città 
d'Italia per fronteggiare l'emergenza nomadi. Inoltre esiste una banca dati 
fornita dal «censimento nomadi» che serve a conoscere la sussistenza e la 
collocazione degli accampamenti informali. 
 
Quanto le descrivo qui sopra è tutt’altro che esente da profonde criticità sotto 
il profilo del rispetto della parità di trattamento e dei diritti umani 
fondamentali. Oggi, mi chiedo, quali altri poteri desidera avere il sindaco 
Alemanno per fronteggiare l'emergenza? Persino cospicui fondi statali - più di 
15 milioni di euro per commissario delegato - sono stati messi a disposizione. 
Sia a Milano che a Roma quei finanziamenti sono stati usati per gli sgomberi e 
per il ricollocamento in aree destinate, scelte tra le più inaccessibili e meno 
appetibili delle periferie urbane, aree ampiamente sovraffollate perché a Roma - 
complice un sentimento antirom efficacemente diffuso dalle pubbliche istituzioni 
- nessuno ha voluto vendere al Comune aree da destinare ai «villaggi della 
solidarietà». 
 
Diciamo piuttosto che dal maggio 2008 l'emergenza nomadi è stata un pretesto che 
non ha risolto i problemi creati dall'effettivo afflusso di molte comunità rom 
dall'Est dell'Europa in una situazione già ampiamente degradata da politiche 
locali irresponsabili di segregazione, adottate in oltre venti anni nei Comuni e 
nelle regioni italiane. I poteri di emergenza in uso dal 2008 sono serviti ad 
attuare politiche ampiamente inaccettabili dal punto di vista del diritto 
all'eguaglianza ma altamente popolari data la comune antipatia verso i rom: 
censimenti, sgomberi, rimpatri, spostamento forzoso verso campi sovraffollati e 
dove vige un diritto «speciale». Perché il padre di quei bambini avrebbe dovuto 
portarli a vivere in un campo attrezzato regolato da norme simili? E magari 
ancora più inaccessibile del luogo dove effettivamente si è compiuta la 
tragedia? Pochi giorni fa, qui a New York, l'Italian Academy della Columbia 
University ha dedicato la sua annuale conferenza sulla memoria dell’Olocausto ai 
rom. In Italia non si sa neanche che c'è stato un Olocausto rom, in cui, come 
succede oggi, i rom erano obbligati a vivere in campi speciali, dove vigevano 
leggi speciali e dove le condizioni di vita non erano certo migliori di quelle 
che si potevano creare da soli, nelle baracche certo pericolose e pericolanti, 
ma almeno esenti dal diritto speciale dei sindaci. 
 
COSTANZA HERMANIN Ricercatrice dell’European University Institute Fulbright 
Fellow alla Columbia Law School, New York 
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 12/02/2011 @ 09:08:39, in  Italia, visitato 1808 volte)
		  
	 
    
		
        sabato 19 febbraio alle 16.30 
presso la Biblioteca, Via Piave - CESATE (MI) 
Il Gruppo 135 di Saronno è lieto di invitarvi all'evento "Porrajmos - la 
persecuzione dei sinti e dei rom" organizzato dall'Associazione Culturale 
UmanaMente in collaborazione con la Biblioteca di Cesate e Opera Nomadi.  
 
Interverrà Goffredo Bezzecchi - superstite rom dello sterminio nazista. 
Suonerà Jovic Jovica - fisarmonicista serbo. 
 
Seguirà filmato "A forza di essere vento". 
 
Breve intervento di Amnesty International in merito all'attuale politica di 
sgomberi forzati, senza adeguate alternative abitative, che non costituisce una 
risposta alla povertà e all'emarginazione di tante persone rom.  
 
Al termine aperitivo etnico. Ingresso libero. 
 
Per informazioni: gr135@amnesty.it -
info@umanamentecesate.it  
L'evento su
Facebook 
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 11/02/2011 @ 09:45:03, in  Italia, visitato 2396 volte)
		  
	 
    
		
      
Il Giornale di Vicenza L'EMERGENZA. Il Comune attende dal Ministero 
dell'Interno un finanziamento di 400 mila euro. Variati: «Tragedie come quella 
accaduta a Roma potrebbero ripetersi in altre aree, vogliamo creare condizioni 
di sicurezza» 
 
  Roulotte fatiscenti e bombole del gas: via Cricoli è fuori norma 
08/02/2011 Vicenza. Una bomba a orologeria. Campi nomadi fuori norma, 
condizioni igieniche precarie, misure di sicurezza approssimative. Vicenza 
non fa eccezione: il rischio di una tragedia come quella che ha bruciato la vita 
dei quattro fratellini a Roma può materializzarsi dall'oggi a domani. Il sindaco 
Achille Variati lancia un appello al Viminale: sbloccate i fondi destinati alla 
riqualificazione e messa a norma dei campi comunali di via Cricoli e via Diaz, 
dove vivono 200 rom e sinti, quasi la metà minorenni. 
IL PROGETTO. Nei cassetti comunali da un anno c'è un progetto che vale 400 
mila euro, candidato al giro di finanziamenti messi in palio dal ministero degli 
Interni per intervenire nei campi nomadi ed eliminare alla radice le condizioni 
di pericolo che possono generare incidenti, degrado, distruzione, morte. 
Entrambi i campi sono del tutto fuori norma. Non rispettano le più elementari 
norme urbanistiche, igieniche e di sicurezza. 
L'ALLUVIONE. In particolare in via Cricoli, sono concentrate decine di 
persone in pochi metri quadrati, lungo una arteria ipertrafficata, accanto a un 
fiume, l'Astichello, che proprio in quella zona è portato a esondare trovando 
sfogo nella campagna. A novembre l'alluvione ha costretto il Comune a evacuare 
il campo, minacciato dalla piena dell'Astichello, arrivato a mezzo metro dalle 
roulotte. Come se non bastasse, l'area è perimetrata da reti e muri di fortuna 
per separare sinti da rom. I servizi igienici sono pochi per molti utenti, sono 
fatiscenti e quando piove, a causa di impianti obsoleti, parte del campo si 
trasforma in una fogna a cielo aperto. Di qui la necessità di intervenire per 
creare piazzole adeguate e impianti a norma che non siano le numerose bombole 
che circolano tra i caravan. 
LA PARALISI. Nonostante alcuni segnali positivi nella scorsa primavera, 
l'erogazione dei contributi ministeriali (che dovrebbero oscillare tra i 240 e i 
400 mila euro) si è improvvisamente arrestata e arenata per un supplemento di 
analisi e approfondimenti. Nei giorni scorsi l'assessorato ai lavori pubblici ha 
inviato le ultime carte al prefetto di Venezia, commissario governativo per il 
caso nomadi nel Veneto. Non resta che attendere una risposta. 
L'ICEBERG. Il sindaco Achille Variati sottopone la realizzazione del progetto 
di riqualificazione a una sorta di contratto sociale, che prevede il rispetto 
delle strutture e delle regole di comportamento, compresa la scolarizzazione dei 
minori e il pagamento delle bollette. «Fatti come quelli di Roma - avverte 
Variati - sono la punta dell'iceberg del grande tema dell'inclusione dei nomadi. 
Una tragedia che fa notizia per la sua atrocitá, ma che potrebbe accadere in 
tanti campi nomadi italiani. E questo non può e non deve essere accettato o 
tollerato. Perché la cura dei diritti dei bambini, in modo particolare, riguarda 
chi governa al di lá di ogni altra considerazione, prima di qualsiasi giudizio. 
Bene aveva fatto il ministro Roberto Maroni a stanziare fondi straordinari per 
mettere in sicurezza i campi nomadi. Noi, quando riceveremo i fondi statali per 
i quali avevamo fatto richiesta più di un anno fa, li useremo con un doppio 
obiettivo. Assicurare condizioni di vita decorose ai nomadi, pensando in 
particolare ai bambini, riqualificando i due campi vicentini. E avviare le 
comunità sinti e rom della nostra città a un percorso di rispetto dei doveri di 
cittadinanza: dando opportunità a chi accetta di integrarsi ai nostri codici di 
condotta, ma agendo con severità nei confronti di chi dovesse trasgredirli». 
Gian Marco Mancassola 
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 11/02/2011 @ 09:44:49, in  Italia, visitato 1716 volte)
		  
	 
    
		
      ALL'INDOMANI DELLA TRAGEDIA DI ROMA IL COMUNE TORNA A SGOMBERARE I ROM 
A PISA SI IGNORA IL MONITO DEL CAPO DELLO STATO NAPOLITANO 
 
«E' una tragedia che pesa su tutti noi: non dobbiamo lasciare esposte al rischio 
comunità che da accampamenti degradati debbono essere tempestivamente 
ricollocate in alloggi stabili e dignitosi». Questo il monito del Presidente 
Giorgio Napolitano all'indomani della tragedia di Roma, dove hanno trovato 
la morte quattro bambini di un campo rom. 
 
Sono parole che hanno scosso le coscienze in tutta Europa. Parole nettissime, 
che chiamano in causa le politiche degli sgomberi: il gruppo di rom vittima del 
dramma di qualche giorno fa – lo ricordiamo - era stato sgomberato trenta volte 
in pochi anni. Per nascondersi, per evitare le periodiche demolizioni delle 
baracche, si era rifugiato in luoghi insicuri e pericolosi. Così è nata la 
tragedia dei giorni scorsi. I fatti di Roma, l'alto monito del Presidente della 
Repubblica, l'amara denuncia della Comunità di S. Egidio e delle organizzazioni 
del volontariato laico e cattolico, non sembrano però aver scosso gli 
amministratori della nostra città. 
 
Proprio in questi giorni, nel vivo del dibattito innescato dalla tragedia di 
Roma, a Pisa la Polizia Municipale ha avviato, su mandato del Sindaco e della 
Giunta, una tornata di avvisi e minacce di sgombero che non ha precedenti in 
città. Gli agenti si sono recati ai campi dei rumeni – a Putignano e sul Viale 
delle Piagge -, hanno smantellato un piccolo insediamento di cittadini stranieri 
in Via di Viaccia, e infine – la notizia è di stamattina – hanno intimato lo 
sgombero allo storico campo rom di Marina di Pisa, a suo tempo creato dal 
programma Città Sottili e oggi frettolosamente derubricato a "insediamento 
abusivo". Le famiglie coinvolte non sanno dove andare, e naturalmente il Comune 
non ha offerto alcuna soluzione alternativa. Persino la Giunta Alemanno, 
duramente criticata dalle organizzazioni internazionali, si è sentita in dovere 
di proporre qualche soluzione di accoglienza: degradante, umiliante, discutibile 
(e discussa), ma pur sempre accoglienza... 
 
Il Sindaco Filippeschi ha scritto ai Ministri Maroni e Sacconi per chiedere 
risorse: senza spiegare a cosa dovrebbero servire quelle risorse, e anzi 
lasciando intendere che potrebbero essere impiegate in nuovi sgomberi (nella 
lettera si accenna a iniziative "di rafforzamento del sistema dei controlli da 
parte delle Forze dell'Ordine"). Eppure la Commissaria UE Viviane Reding ha 
spiegato che l'integrazione dei rom è una delle priorità dell'azione dell'Unione 
Europea. In questo quadro l'amministrazione comunale potrebbe chiedere fondi per 
l'integrazione, per l'inserimento abitativo, anziché elemosinare qualche 
spicciolo per un non meglio precisato "sistema di controlli"... 
 
Da parte nostra, in un momento così drammatico esprimiamo il forte auspicio che 
il Comune non dia seguito alle sue parole: chiediamo che non si proceda a nuovi 
sgomberi e che si apra, finalmente, un momento di confronto con le associazioni, 
e soprattutto con le comunità rom, per trovare soluzioni eque e ragionevoli. Gli 
sgomberi sono una pratica persecutoria, i cui fallimenti sono sotto gli occhi di 
tutti, e ormai riconosciuti da più parti (i tanti moniti giunti contro l'Italia 
e la Francia sono lì a dimostrarlo). D'altra parte, siamo pronti – come sempre - 
a immediate segnalazioni presso le autorità competenti e presso la stampa locale 
e nazionale di eventuali irregolarità commesse durante le procedure di sgombero. 
 
Associazione Africa Insieme 
Pisa, 10 Febbraio 2011 
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 10/02/2011 @ 18:05:27, in  Italia, visitato 2364 volte)
		  
	 
    
		
      Comunicato Stampa - Reggio Emilia 10 Febbraio 2011 
 
Ancora una volta vogliamo dire DOSTA! (basta!) alla campagna contro i sinti e 
rom. Noi siamo continuamente indicati come un pericolo da combattere o 
disgraziati da compatire, noi vogliamo vivere con dignità. Siamo tutti cittadini 
europei ma, i contributi arrivati dall’Europa per l’integrazione e 
l’emancipazione, in Italia sono spesi per gli sgomberi, per rendere la vita 
impossibile alle famiglie e la morte possibile ai bambini. 
I sinti e rom di Reggio Emilia, proprio mentre si celebrava il giorno della 
memoria, sono stati presentati alla città come un peso economico di cui 
disfarsi. Mentre eravamo intenti a ricordare il campo di concentramento di 
Prignano sulla Secchia, dove sono stati mandati i nostri parenti durante la 
dittatura, sui giornali si polemizzava sulle spese di manutenzione dei cinque 
campi cittadini, piccoli quartieri in cui siamo costretti a vivere ai margini 
della città. Le immagini dei campi romani attrezzati, trasmesse delle 
televisioni, mostravano uomini e donne in gabbia e questo é umiliante. Siamo 
sempre stati un facile obiettivo per attacchi di qualunque tipo, la nostra 
storia è una sequenza di persecuzioni e discriminazioni. Per la nostra 
sofferenza non c’è rispetto e neanche riconoscimento: non rientriamo neppure 
nelle categorie dei perseguitati, perché non siamo stati imprigionati per motivi 
politici. 
Il nostro dolore è grande per quanto è accaduto a Roma ma anche per tutto 
quello che sta accadendo in questi anni, in cui siamo tornati ad essere un 
bersaglio fin troppo facile. 
Vogliamo invitare chi ci attacca continuamente e semina odio ad incontrarci, 
noi non odiamo nessuno, vogliamo combattere l’ignoranza di chi non ci conosce e 
non sa in che condizioni viviamo. Invitiamo i cittadini a venirci a trovare, a 
parlare con noi, a combattere i soliti pregiudizi, invitiamo la politica che ci 
vuole emarginati a prendersi le proprie responsabilità, a venire nei campi prima 
e non dopo che sono successe disgrazie. 
Quelli che ci ritengono un peso, devono avere l’onestà e il coraggio di 
guardarci in faccia, incontrarci e confrontarsi con noi, li abbiamo invitati più 
volte e, come cittadini, abbiamo diritto a una risposta. Tutta la città si deve 
chiedere perché gli ebrei non vivono più nei ghetti, ma nel 2011, gli zingari 
vivono ancora concentrati nei campi! 
 
VENERDÌ 11 FEBBRAIO ORE 18.30 
INVITIAMO TUTTA LA CITTADINANZA, 
L'AMMINISTRAZIONE, LE FORZE POLITICHE E SOCIALI, I GIORNALISTI A UNA GRANDE 
INIZIATIVA PUBBLICA PRESSO IL CAMPO DI VIA GRAMSCI – BAGNOLO IN PIANO 
 
ASSOCIAZIONE THEM ROMANÓ 
COMITATO NOPACCHETTOSICUREZZA 
FEDERAZIONE ROM E SINTI INSIEME 
federazioneromsinti.re@gmail.com
 
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 10/02/2011 @ 13:11:27, in  Italia, visitato 1606 volte)
		  
	 
    
		
      Tiziana Maiolo, come molti sanno, è presente da almeno 20 
anni sulla scena politica milanese e non solo. A proposito delle sue ultime 
dichiarazioni, e successive dimissioni dall'incarico di portavoce di FLI a 
Milano, ecco alcune reazioni nel comune di Buccinasco, di cui è assessore 
MI-Lorenteggio 
Rom. La Maiolo si dimette da portavoce FLI e a Buccinasco l'opposizione 
insorge: "Si dimetta!" 
[...] 
Dopo qualche ora, poco prima delle 16.00, a Buccinasco, il Capogruppo del 
Partito Democratico, Giambattista Moirano, insieme a tutti i consiglieri di 
opposizione, R.Pruiti, Carbonera, C. Mazzarelli, C. Pansini, M. Battistello, R. 
Pruiti, C. Benedetti, A. Colliniinvia un comunicato congiunto e formalizza 
all'Ufficio Protocollo del Comune di Buccinasco, una lettera con oggetto: 
richiesta ritiro delega assessore Tiziana Maiolo. 
 
"Le inqualificabili dichiarazioni sui rom rilasciate dall’assessore Tiziana 
Maiolo e ampiamente diffuse dalla stampa (La Repubblica, Il Giornale, Il 
Corriere della Sera, Il Messaggero, Il Secolo XIX) non ci lasciano per nulla 
indifferenti e pongono tutta l’Amministrazione comunale di Buccinasco in grave 
imbarazzo" si legge nella richiesta di ritiro deleghe. 
 
"La dignità umana va rispettata e mai ci si può permettere il lusso di 
esaltare la razza animale per dimostrare l’inferiorità di persone problematiche, 
ma nei confronti delle quali è doveroso proporsi di attuare percorsi di reale 
integrazione così come le Amministrazioni di Buccinasco, compresa la Sua, hanno 
dimostrato di percorrere da quando si è installata sul nostro territorio la 
comunità dei sinti.  
L’oltraggio arrecato all’autorevolezza del nostro Presidente della Repubblica 
pone obiettivamente l’assessore fuori da ogni contesto di un pur acceso 
confronto tra posizioni politiche diverse e alternative.  
 
In nome e per conto di tutti i consiglieri dell’opposizione del Comune di 
Buccinasco (M. Carbonera, C. Mazzarelli, C. Pansini, M. Battistello, R. Pruiti, 
C. Benedetti, A. Collini), il sottoscritto chiede formalmente a Lei, Signor 
Sindaco, che venga immediatamente ritirata la delega da Lei conferita 
all’assessore Tiziana Maiolo in quanto evidentemente inidonea, fortemente 
negativa e contraddittoria rispetto agli stessi intendimenti dell’attuale 
Amministrazione. A nulla servono le successive pezze giustificatorie e scuse 
proposte dall’interessata, vista l’estrema gravita delle affermazioni e visti 
gli atteggiamenti di intolleranza già manifestati anche nel recente passato.  
 
Qualora questa richiesta non dovesse avere esito alcuno, a nome di tutti, 
comunico, Signor Sindaco, che l’intera opposizione si asterrà dal presenziare ai 
Consigli Comunali e alle commissioni consiliari che dovessero registrare la 
presenza della sig.ra Maiolo".  
 
Poco dopo anche Rosa Palone dell'Associazione Legalmente di Buccinasco ha 
espresso il proprio biasimo all'assessore per le parole espresse: "Come soggetto 
sociale operante sul territorio prendiamo le assolute distanze dalle 
dichiarazioni scellerate e anticostituzionali di chi, tuttavia, dovrebbe 
rappresentarci nelle istituzioni. Siamo sicuri, inoltre, che tale presa di 
posizione non rispecchi in alcun modo il pensiero dominante della società civile 
e responsabile del nostro comune che da anni , grazie anche all'intelligenza 
delle amministrazioni dei differenti colori politici che si sono susseguite, si 
batte per l'integrazione della comunità Sinti presente sul nostro territorio, ad 
oggi modello di integrazione preso ad esempio in Italia e non solo. Cogliamo 
inoltre l'occasione per ringraziare l'Associazione Apertamente che in questi 
anni, più di tutti, a Buccinasco si è battuta con forza, coraggio e dedizione 
per facilitare l'integrazione sociale e lavorativa della comunità dei Sinti con 
ammirevole successo. Invitiamo la nostra assessora ad occuparsi con maggiore 
attenzione dei reali problemi di sicurezza e legalità che affliggono l'Italia, 
cosi come Buccinasco".  
 
[...] .  
 
Al momento il Sindaco di Buccinasco non è ancora intervenuto sulla vicenda. 
 
Vittorio Aggio 
 
Sempre su
MI-Lorenteggio 
Il Primo cittadino commenta quanto avvenuto ieri 
(mi-lorenteggio.com) Buccinasco, 10 febbraio 2011 - Così il Sindaco di 
Buccinasco Loris Cereda commenta quanto riportato dalla stampa in merito alle 
dichiarazioni di Tiziana Maiolo sulla questione ROM: "Sicuramente quando si 
trattano questi temi bisogna evitare ogni possibile ' frase infelice'. Certo è 
che la frase incriminata 'è più facile educare un cane che un rom' Tiziana 
Maiolo nn l'ha mai detta. Come al solito il polverone mediatico supera la realtà 
dei fatti, e quando i fatti sono politici partono le strumentalizzazioni. 
Buccinasco è un esempio di lavoro serio nel campo dell'integrazione e la Giunta, 
di cui Maiolo fa parte, ha dato dimostrazioni di grande equilibrio e di evidenti 
successi sul tema. Concludo dicendo che, al fine di chiarire e chiudere ogni 
polemica, chiederò all'Assessore Maiolo di spiegare la vicenda in Consiglio 
Comunale". 
 
V.A. 
     
	
	  
	
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