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Campi nomadi a rischio. Bloccato da un anno il piano di risanamento
Di Fabrizio (del 11/02/2011 @ 09:45:03, in Italia, visitato 2236 volte)

Il Giornale di Vicenza L'EMERGENZA. Il Comune attende dal Ministero dell'Interno un finanziamento di 400 mila euro. Variati: «Tragedie come quella accaduta a Roma potrebbero ripetersi in altre aree, vogliamo creare condizioni di sicurezza»

Roulotte fatiscenti e bombole del gas: via Cricoli è fuori norma

08/02/2011 Vicenza. Una bomba a orologeria. Campi nomadi fuori norma, condizioni igieniche precarie, misure di sicurezza approssimative. Vicenza non fa eccezione: il rischio di una tragedia come quella che ha bruciato la vita dei quattro fratellini a Roma può materializzarsi dall'oggi a domani. Il sindaco Achille Variati lancia un appello al Viminale: sbloccate i fondi destinati alla riqualificazione e messa a norma dei campi comunali di via Cricoli e via Diaz, dove vivono 200 rom e sinti, quasi la metà minorenni.

IL PROGETTO. Nei cassetti comunali da un anno c'è un progetto che vale 400 mila euro, candidato al giro di finanziamenti messi in palio dal ministero degli Interni per intervenire nei campi nomadi ed eliminare alla radice le condizioni di pericolo che possono generare incidenti, degrado, distruzione, morte. Entrambi i campi sono del tutto fuori norma. Non rispettano le più elementari norme urbanistiche, igieniche e di sicurezza.

L'ALLUVIONE. In particolare in via Cricoli, sono concentrate decine di persone in pochi metri quadrati, lungo una arteria ipertrafficata, accanto a un fiume, l'Astichello, che proprio in quella zona è portato a esondare trovando sfogo nella campagna. A novembre l'alluvione ha costretto il Comune a evacuare il campo, minacciato dalla piena dell'Astichello, arrivato a mezzo metro dalle roulotte. Come se non bastasse, l'area è perimetrata da reti e muri di fortuna per separare sinti da rom. I servizi igienici sono pochi per molti utenti, sono fatiscenti e quando piove, a causa di impianti obsoleti, parte del campo si trasforma in una fogna a cielo aperto. Di qui la necessità di intervenire per creare piazzole adeguate e impianti a norma che non siano le numerose bombole che circolano tra i caravan.

LA PARALISI. Nonostante alcuni segnali positivi nella scorsa primavera, l'erogazione dei contributi ministeriali (che dovrebbero oscillare tra i 240 e i 400 mila euro) si è improvvisamente arrestata e arenata per un supplemento di analisi e approfondimenti. Nei giorni scorsi l'assessorato ai lavori pubblici ha inviato le ultime carte al prefetto di Venezia, commissario governativo per il caso nomadi nel Veneto. Non resta che attendere una risposta.

L'ICEBERG. Il sindaco Achille Variati sottopone la realizzazione del progetto di riqualificazione a una sorta di contratto sociale, che prevede il rispetto delle strutture e delle regole di comportamento, compresa la scolarizzazione dei minori e il pagamento delle bollette. «Fatti come quelli di Roma - avverte Variati - sono la punta dell'iceberg del grande tema dell'inclusione dei nomadi. Una tragedia che fa notizia per la sua atrocitá, ma che potrebbe accadere in tanti campi nomadi italiani. E questo non può e non deve essere accettato o tollerato. Perché la cura dei diritti dei bambini, in modo particolare, riguarda chi governa al di lá di ogni altra considerazione, prima di qualsiasi giudizio. Bene aveva fatto il ministro Roberto Maroni a stanziare fondi straordinari per mettere in sicurezza i campi nomadi. Noi, quando riceveremo i fondi statali per i quali avevamo fatto richiesta più di un anno fa, li useremo con un doppio obiettivo. Assicurare condizioni di vita decorose ai nomadi, pensando in particolare ai bambini, riqualificando i due campi vicentini. E avviare le comunità sinti e rom della nostra città a un percorso di rispetto dei doveri di cittadinanza: dando opportunità a chi accetta di integrarsi ai nostri codici di condotta, ma agendo con severità nei confronti di chi dovesse trasgredirli».

Gian Marco Mancassola