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\\ Mahalla : VAI : musica e parole (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 15/03/2009 @ 09:19:13, in musica e parole, visitato 1421 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

In Catalogna ci sono rinomati spettacoli di danza conosciuti come "i Gitani", danze Zingare. Dovevano avere il compito di celebrare l'arrivo della primavera danzando con vestiti molto colorati. A causa dell'obbligo cattolico di tenere 40 giorni di penitenza dopo il Carnevale, gli spettacoli possono essersi spostati indietro nel periodo di Carnevale. Si sa che i Rom arrivarono in Spagna nel 1425. Chi rappresenta oggi questo tipo di danze sono gruppo folcloristici chiamati "Esbart" in catalano. A quanto ne so, i Rom non sono soliti a far parte di questi gruppi.

(il resto del messaggio è in catalano, spero di averlo tradotto giusto... o quasi, ndr)

Proprio come indica il proprio nome, qualche tribù di vagabondi gitani dovrebbe aver introdotto questa danza nella nostra terra, nella regione del Vallès. Nel ballo antico, quello tradizionale, tutto dimostra la sua origine: il vestiario, le forme d'interpretazione, la celebrazione delle ballate ed il carattere allegro e fantasioso che li circonda, ben differente dalla seriosa solennità che presiede la maggior parte delle danze catalane. Anche se è palpabile al discendenza gitana, la nostra gente accettò di ballarlo, convertendolo in folklore e, come sempre, è il popolo che decide cosa incorporare nel proprio repertorio perché segua ad essere popolare. Nel corso del tempo, sarà lo stesso popolo a dargli forme ben differenti fino a riformarlo notevolmente, sino ad arrivare a "i Gitani" che conosciamo attualmente.

"I Gitani" non è considerato propriamente come un ballo, ma come uno spettacolo tradizionale che si celebra annualmente nel periodo di Carnevale, in differenti posti del Vallès.

di Martin Voortman

 
Di Fabrizio (del 15/03/2009 @ 17:11:27, in musica e parole, visitato 1805 volte)

Milano 14 marzo 2009: una gradita segnalazione di Ivana K Roman

Dijana Pavlovic - Rom Cabaret, frammenti serata "Rom e Sinti: suoni e parole in movimento" - per cambiare musica! - Auditorio San Fedele, via Hoepli 3, Milano alla fisarmonica il maestro Jovica Jovic

 
Di Fabrizio (del 20/03/2009 @ 09:22:45, in musica e parole, visitato 1435 volte)

Ticinonline il portale della Svizzera Italiana

Gli zingari li rubano davvero i bambini? La risposta nello spettacolo "Ma ke razza di treno"

BELLINZONA - In occasione della Giornata Cantonale della memoria e della giornata mondiale contro il razzismo, andrà in scena sabato prossimo, alle 20.30 allo Spazio Aperto di Bellinzona, lo spettacolo "Ma ke razza di treno" con la compagnia Sugo d'inchiostro.



Nelle stazioni e nei treni nessuno é a casa. È tutto un brulicare di viaggiatori, ognuno con il proprio bagaglio di sogni e paure. Una massa informe dove tutti si sfiorano senza riconoscersi. Ma un giorno una musica misteriosa e una notizia di cronaca spingono tre viaggiatori a togliersi la maschera e a mettere a confronto le proprie storie nello scompartimento di un treno.
Qual'è il filo che lega la studentessa che vorrebbe viaggiare, l’uomo impegnato allergico agli stranieri e il clandestino rumeno col violino? E poi: gli zingari li rubano davvero i bambini?

Uno spettacolo che scava fra i pregiudizi e gli stereotipi della vita quotidiana, organizzato dalla Commissione Cantonale per l'integrazione degli stranieri e la lotta contro il razzismo, dalla Commissione Cantonale Nomadi e dall'Associazione Specchiati e Rifletti.

Interpreti: Simone Jaquet-Richardet, Marco Mottai, Francesco Mariotta

 
Di Fabrizio (del 21/03/2009 @ 09:45:51, in musica e parole, visitato 1791 volte)

Ricevo da Marta Pistocchi

Lunedì sera? ....Muzikanti!
Al circolo ARCI BELLEZZA (via Giovanni Bellezza 16, Milano) lunedì 23 marzo
serata culturale, culinaria e danzereccia

BORDER - Percorsi attraverso il concetto di confine

Parte la rassegna BORDER, una rete che coinvolge più realtà del panorama artistico culturale milanese. Prima serata al Bellezza proposta da Opera Nomadi

BORDER - PERCORSI ATTRAVERSO IL CONCETTO DI CONFINE
dal 20 marzo al 4 aprile - rassegna autoprodotta
programma completo con tutti gli artisti e le sedi coinvolte sul sito border.fotoup.com


23 marzo al Bellezza
dalle ore: 18.00
*OPERA NOMADI presenta “I ROM E L’AZIONE PUBBLICA”
libro a cura di G. Bezzecchi, M. Pagani, T. Vitale
* Romharmony
documentario di Mariano Leotta. Alla ricerca dell'armonia romanì.
*PROIEZIONE di filmati sulla cultura zingara a cura di OPERA NOMADI
www.operanomadimilano.org
*APERITIVO ETNICO
a cura della cooperativa Romano Drom (percorso zingaro)

ore: 21.30
*I MUZIKANTI
concerto di musiche balcaniche rom - JOVICA BALVAL JOVIC, MARTA PISTOCCHI, ALESSIO RUSSO

BORDER si propone come un progetto in divenire, una rete di persone, associazioni e luoghi, discipline e linguaggi che attraverso una serie di appuntamenti intende esplorare i significati del confine con l’obiettivo di ritrovare al suo epicentro la valorizzazione delle diversità, la socializzazione, la responsabilità sociale, lo scambio interculturale, le pratiche artigiane, altre pratiche del vivere e dell’abitare, la città come territorio di relazioni, e non ultimo, un punto di vista inedito che ribadisca che il confine non è una linea che separa bensì un territorio dove avvengono relazioni, scambi e contaminazioni in termini di arricchimento.
BORDER.FOTOUP.NET

 
Di Fabrizio (del 24/03/2009 @ 09:02:25, in musica e parole, visitato 2099 volte)

Naviglio Piccolo Associazione culturale senza fini di lucro
Viale Monza 140 I Piano - MILANO (M1 Gorla - Turro)

Giovedì 26 Marzo - ore 21.00

Conversazioni sul jazz e il suo futuro
Django Reinhardt e lo stile manouche

Jean Baptiste "Django" Reinhardt (Liberchies, 23 gennaio 1910 – 16 maggio 1953) chitarrista belga, di etnia sinti. Dopo un lungo girovagare in varie nazioni europee e nordafricane, la sua carovana si fermò alla periferia di Parigi, che Reinhardt ebbe come scenario per quasi tutta la sua carriera. Quando aveva solo diciotto anni, Reinhardt, il quale aveva già iniziato una carriera da apprezzato banjoista, subì un grave incidente: un incendio divampato di notte nella sua roulotte gli causò l'atrofizzazione dell'anulare e del mignolo della mano sinistra.

Questo incidente era destinato a cambiare la sua vita e la storia stessa della chitarra jazz. Infatti, a causa della menomazione alla mano sinistra, Reinhardt dovette abbandonare il banjo e cominciò a suonare una chitarra che gli era stata regalata, meno pesante e meno ruvida. Nonostante le dita atrofizzate, o forse proprio grazie a tale limitazione, egli sviluppò una tecnica chitarristica rivoluzionaria e del tutto particolare che ancora oggi lascia di stucco e suscita ammirazione per la perizia virtuosistica, la vitalità e l'originalità espressiva. In breve tempo era già in attività con diverse orchestre che giravano la Francia. A metà degli anni Trenta, Reinhardt e il violinista Stéphane Grappelli formarono un quintetto di soli strumenti a corda che divenne presto famoso, grazie anche all'appoggio dell'Hot Club de France, una delle prime associazioni di promozione del jazz in Europa. Sull'onda di questo successo Reinhardt si rivelò come uno dei musicisti europei più talentuosi nel jazz tradizionale. Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, venne invitato negli Stati Uniti da Duke Ellington, che lo presentò come ospite in alcuni concerti, l'ultimo dei quali alla Carnegie Hall di New York. Con l'avvento del bebop, Reinhardt diede ulteriore prova di maturità ed originalità artistica incidendo dei brani memorabili con la chitarra elettrica: la poesia Manouche miscelata alle sonorità più moderne fanno di tali assoli una delle pagine più originali del jazz dell'epoca. Reinhardt rallentò sensibilmente la sua attività durante i suoi ultimi anni, forse anche per le cattive condizioni di salute; la sua decisione di non consultare medici, per paura delle iniezioni, gli costò la vita. Reinhardt è ricordato sia come un eccezionale virtuoso del proprio strumento, sia come compositore fertilissimo. Inoltre, numerose leggende nell'ambiente jazzistico ne descrivevano la particolarissima forma mentis, in parte derivata dalle sue origini zingaresche.

Fa da guida alla serata, Peppo Delconte con la collaborazione di Franco Baglietti.
Peppo Delconte, socio di Naviglio Piccolo, giornalista specializzato nel settore musica e spettacolo, autore di alcune pubblicazioni sul jazz e direttore responsabile della rivista culturale Nostos. Inoltre è tra i fondatori del Jumpin' Jazz Club di viale Monza 140.

Quote di partecipazione ad ogni incontro:

  • Normale € 2,00.
  • Soci di Naviglio Piccolo € 1,00.
  • Per chi si associa al momento gratuita
  • Quota associativa a Naviglio Piccolo € 15,00

Informazioni: www.navigliopiccolo.it - email naviglio.piccolo@navigliopiccolo.it

 
Di Fabrizio (del 24/03/2009 @ 09:38:19, in musica e parole, visitato 1546 volte)

Da Roma_Francais

"Il Collettivo della Giornata Mondiale dei Rrom" organizza una Settimana della cultura rromanì attorno alla giornata dell'8 aprile, giorno che simbolizza l'emancipazione del popolo rrom. Quattro associazioni rrom hanno iniziato nel 2005 la celebrazione dell'8 aprile in Francia. Non solo, circondate ad ogni edizione da nuovi partner, continuano a fare di ogni 8 aprile un'occasione privilegiata di riconoscimento e di dichiarazione dell'identità rromanì come parte essenziale dell'eredità culturale europea e mondiale.

Per questa quinta edizione, il Collettivo organizza una Settimana della cultura rromanì dal 3 al 10 aprile (www.rromaniday.info), con iniziative a Parigi, Saint-Denis, La Courneuve et Montreuil. [...]

La voix des Rroms , Rromani Baxt, Ternikano Berno, Centre Aver contre le racisme

 
Di Fabrizio (del 27/03/2009 @ 08:59:30, in musica e parole, visitato 1788 volte)

Da Roma_ex_Jugoslavia

Belgrado - 19 marzo 2009 - Uno dei viali di Nis, la più grande città della Serbia meridionale, potrebbe presto avere il nome del leggendario interprete di musica rom Saban Bajramovic.

Secondo il giornale Blic è una proposta portata avanti dal comitato incaricato di nominare vie e piazze di Nis. La proposta verrà inoltrata al Ministero per la Pubblica Amministrazione e l'Auto Governo Locale dopo l'approvazione dell'Assemblea Cittadina di Nis.

Il presidente del comitato, Dragoljub Stamenkovic, ha detto a "Blic" di aspettarsi che la procedura si compia entro l'inizio di giugno, quando verrà commemorato il primo anniversario della morte di Bajramovic.

"E' molto che anche la moglie di Saban, Milica Bajramovic sia d'accordo, perché sarebbe sbagliato prendere una decisione senza l'accordo dei membri della sua famiglia. Il comitato ha considerato diversi suggerimenti e con voto a maggioranza, la proposta è stata accettata. Il viale non è ancora terminato, ma sarà una strada degna del grande cantante," dice Stamenkovic.

La proposta di dedicare una delle vie di Nis a Bajramovic viene dal Festival Jazz della Città di Nis.

Saban Bajramovic nacque a Nis ne 1936. A 19 anni disertò dall'esercito per correre dietro ad un ragazza di cui si era innamorato. Come disertore, venne condannato a tre anni di carcere nella famosa isola di Goli Otok, dove venivano mandati gli oppositori del Presidente Tito. Iniziò la sua carriera musicale nell'orchestra della prigione che suonava, tra le altre cose,jazz (soprattutto Louis Armstrong, Sinatra e talvolta John Coltrane), con pezzi spagnoli e messicani. Una volta lasciata Goli Otok,la sua carriera musicale decollò. La sua prima registrazione è del 1964, e da allora si ritiene che abbia composto 650 canzoni. Nel 1964 compose anche l'inno ufficiale del popolo rom "Djelem Djelem".

Dopo anni di vita dura e intensa, la notorietà svanì e nel 2008 si trovava a vivere un'esistenza impoverita a Nis, con serie complicazioni di salute e senza poter più camminare. Il governo della Serbia è intervenuto per fornirgli alcuni fondi. È morto nel Nis l'8 giugno 2008, per un attacco di cuore.

 
Di Fabrizio (del 27/03/2009 @ 11:06:33, in musica e parole, visitato 1640 volte)

Voci da un corteo, per i diritti di tutti. Cena, documentario e musica per capire di più chi sono, da dove vengono e perché sono stati perseguitati attraverso i secoli I Figli del Vento.

Presso Officina Multimediale - Centro Autogestito ETEROTOPIA via Risorgimento 21 San Giuliano Milanese
domenica 29 marzo 2009 alle ore 18.00
E-mail: etero@ecn.org

Regia: Manuela Costa, Maurizio ‘gibo’ Gibertini
Paese di produzione: Italia
Anno di produzione: 2008
Genere: documentario
Durata (in minuti): 45’50”
Cromaticità: colore/bn
Soggetto: Antun Blazevic (Toni Zingaro), Manuela Costa, Maurizio ‘gibo’ Gibertini
Fotografia: Maurizio ‘gibo’ Gibertini
Montaggio: Manuela Costa, Maurizio ‘gibo’ Gibertini
Suono: Manuela Costa, Maurizio ‘gibo’ Gibertini,
Ricerca Storica/Documentazione: Antun Blazevic (Toni Zingaro)
Ufficio Stampa: Officina Multimediale
Musica: Nuove Tribù Zulu
Produzione: M’ArtE_Officina Multimediale
Distribuzione: /

CARATTERISTICHE TECNICHE
Formato delle riprese: HDV PAL 720x576 (768x576); 16-bit stereo 48,000 Khz
Formato della copia (proiezione): BETACAM / DVCAM / MiniDv / DVD–R (zona “2”)
Lingua dei dialoghi: Italiano
Lingua dei sottotitoli: Italiano

SINOSSI
«…viviamo tra voi da secoli, molti di noi sono cittadini italiani, altri sono qui da diversi decenni. Abbiamo seppellito qui i nostri padri e qui sono nati i nostri figli.»
«…siamo finiti nei campi perché nulla di meglio ci è stato offerto. Ma i rifiuti che ci assediano non sono nostri. »
«…soli nei nostri campi di miseria, nella nostra emarginazione, nei nostri ghetti. »
«…non siamo nomadi, non siamo zingari, siamo rom. La nostra è una storia di persecuzioni, lutti e dolori. Abbiamo una cultura millenaria ed una lingua antica.»
«…in questi giorni sentiamo la paura che ci circonda la notte più del giorno, quando rimaniamo soli nelle nostre baracche e non sappiamo se arriverà anche da noi una bomba incendiaria, una folla inferocita o un controllo della polizia.»
«…non tutti tra noi sono in regola. Siamo avvolti in una spirale infernale. Non abbiamo lavoro e non otteniamo il permesso di soggiorno. Senza permesso di soggiorno nessuno da lavoro ad un rom. Non resta che arrangiarsi e sperare che domani sia meglio di oggi.»
«…qualcuno di noi non si comporta bene è vero, come è vero che nei quartieri dove riusciamo a vivere in pace con voi sono sempre nate amicizie. Oggi qualcuno ha deciso che dobbiamo essere dipinti come la causa principale di tutti i mali dell’Italia. »
«…alcuni giornali non fanno altro che parlare dei nostri furti e un incidente provocato da un rom ubriaco diviene un fatto di cronaca di cui si parla per mesi. Anche le forze politiche che si sono riconciliate con gli ebrei a noi non hanno mai chiesto scusa anzi ci additano con il peggiore dei mali. »

Soprattutto: «…Non essere qui oggi è come non esistere.» Voci. Da un corteo.

Trattoria dell'ozio
http://www.sudmilano.org/?q=event/2009/03/29/day

Link utili:
http://www.officinamultimediale.eu/index.html
http://www.officinamultimediale.eu/audiovideo/indexav.html
http://profile.myspace.com/index.cfm?fuseaction=user.viewprofile&friendid=333919609

 
Di Fabrizio (del 03/04/2009 @ 09:59:02, in musica e parole, visitato 1504 volte)

Da uni-service.it

Prefazione di Moni Ovadia

* Antun Blazevic (Tonizingaro)

"Caro fratello mio,
Ti scrivo questa lettera con le mie mani e tu sicuramente sarai sorpreso perché quando sono andato via da casa, non sapevo quasi né leggere né scrivere, ma, ringraziando la scolarizzazione che qui funziona a meraviglia, sono riuscito a frequentare corsi serali di lingua italiana e adesso eccomi qui che scrivo e leggo pure in italiano, è bellissimo
...
Adesso i miei figli Alessandra e Gianfranco vanno a quella grande “Università” che è gratis e di tutto questo devo ringraziare gli insegnanti che si sono occupati di loro anno per anno...
Gli altri miei cinque figli vanno in diverse scuole: Daniela, Umberto e Mario vanno alle superiori, Silvio invece sta alle medie.
L'ultimo, Roberto, luce dei miei occhi, va alle elementari e tutti gli insegnanti sono molto contenti di lui. Sicuramente sarai sorpreso perché ho dato tutti nomi italiani ai miei figli. C'è una spiegazione molto facile. Qui in Italia tutti gli italiani danno ai loro figli i nomi dei santi protettori. Siccome io sono qui da tanti anni ho deciso di dare ai miei figli i nomi delle persone che proteggono i nostri diritti qui in Italia."


Tristezza ironica, gioia di vivere, speranza: sono i fili conduttori che accompagneranno il lettore in questo viaggio.
Racconti e poesie si alternano con vivace ritmicità e sono lì a testimoniare la quotidianità di questo popolo, i Rom ("per gli italiani zingari"), con la speranza di sconfiggere l’ignoranza e l’in­tolleranza.

aprile 2009 - pagine 72, 10.50 EUR

 
Di Fabrizio (del 04/04/2009 @ 09:18:45, in musica e parole, visitato 1591 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

Il primo musical Rom Sloveno!
Spettacolo musicale-teatrale per segnare l'occasione del Giorno Mondiale dei Rom

Mercoledì 8 aprile 2009, alle 20.30, presso la Sala Linhart di Cankarjev dom, Lubiana

"Mela di Vetro" è un musical in lingua romanì e slovena sul destino del popolo rom, le loro incertezze e libertà, gioie ed aspirazioni ad una vita migliore. Al centro della storia c'è l'amore nato all'unione di due mondi - romanì e sloveno. La ragazza arriva da una rispettabile famiglia slovena ed il ragazzo è figlio di rom immigrati. Nonostante le attitudini liberali, i genitori della ragazza non approvano questo amore; ed anche i genitori del ragazzo rimangono rigidamente fedeli alla loro tradizione.

La tragica storia, riflettendo pregiudizi comuni e spostando stereotipi, è accompagnata da un ricca musica vocale e strumentale sotto la guida di Imer Traja Brizani. Il cast degli attori e cantanti è incoronato dal soprano Nataša Tasić e  da una della più grandi cantanti croata, Zdenka Kovačiček.

Idea e musica: Imer Traja Brizani
Ospiti speciali: Zdenka Kovačiček (Croazia), Nataša Tasić (Serbia), Jackie Marshall (Australia), Amal (Slovenia), Lasanthi Manaranjanie Kalinga Dona (Sri Lanka)
Musica: Imer Traja Brizani & Amal
Cantanti: Imer Traja Brizani, Jackie Marshall, Edita Garčević Koželj, Miha Vanič, Jovica Vučković, Alberto Haliti, Roberto Haliti, Igor Trajković, Severdžan Nuhi
Cast: Violeta Tomič, Jernej Kuntner, Nina Ivanič, Sebastjan Starič, Ana Hribar, Mojca Rakipov Nursel, Jan Bučar
Diretto da: Violeta Tomič
Scenario: Ljatif Demir
Traduzione: Miha Vanič
Fotografia digitale: Ivan Kmoh

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