Rom e Sinti da tutto il mondo

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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 28/11/2011 @ 09:30:06, in lavoro, visitato 1671 volte)

  VENERDI 2 DICEMBRE 2011 ORE 19.00
LA CITTA' DEL SOLE – VICO MAFFEI A SAN GREGORIO ARMENO, 18 – NAPOLI

per
LA KUMPANIA un anno di Percorsi Gastronomici Interculturali

Donne rom e italiane si incontrano in cucina e sperimentano percorsi di emancipazione personale e professionale, per valorizzare e diffondere i rispettivi patrimoni culturali e gastronomici.

Il progetto ha visto la partecipazione di 12 donne rom e italiane di Scampia in un percorso di ricerca azione al femminile costruito intorno al tema della cucina come strumento in grado di favorire le relazioni, l'incontro tra culture e sperimentare una forma di lavoro auto imprenditoriale.

Proiezioni di foto e video
Presentazione di un quaderno di racconti e ricette

CENA con le delizie gastronomiche rom e italiane a cura della Kumpania
a seguire
O' ROM IN CONCERTO

Vi aspettiamo!

Info e contatti
339.2784528 - 348.8842827
sito chiromechino.blogspot.com
lakumpania.wordpress.com
www.orom.it
http://www.facebook.com/oRomgypsyband

email chirom.e.chino@gmail.com
info.orom@gmail.com

 
Di Fabrizio (del 26/11/2011 @ 09:21:53, in lavoro, visitato 1665 volte)

2011/11/22

Il 2011 non è stato un buon anno "per il popolo Rom, grande protagonista del riutilizzo in Italia. Nonostante il grande servizio dato all'ambiente e le innovazioni normative, le amministrazioni non danno segnali per la regolarizzare del fenomeno": si apre così la sezione dedicata agli operatori Rom del settore dell'usato, contenuta nel "Rapporto sul Riutilizzo 2011" curato dal Centro di Ricerca Economico e Sociale di "Occhio del Riciclone", in collaborazione con il Ministero dell'Ambiente, presentato il 18 novembre scorso presso la Città dell'Altraeconomia a Roma.

Dal documento emerge che, grazie alla vendita di merci recuperate, circa il 10% di questa comunità riesce a vivere con un reddito onesto. Si tratta di frugatori, in parte sostituiti dalle nuove generazioni di bulgari e rumeni, stanziati ai margini dei mercati spontanei in ritrovi di fortuna e che, non sostenendo costi di trasporto e igienizzazione dei prodotti raccolti, hanno determinato il crollo dei prezzi in vendita. Insieme a quella dei ferraioli sono la categoria più colpita. "Una volta gettato nel cassonetto, il rifiuto diventa proprietà dell'A.m.a. e il suo approviggionamento viene considerato furto", spiega Silvia Paoluzzi, della Rete di Sostegno ai Mercati Rom. "Si rischia addirittura il sequestro del veicolo. Per questo ha preso piede il fenomeno dei ragazzi in bicicletta, che con cassette di plastica, trasportano ferro e metalli in piccole quantità". Poi ci sono i rigattieri e svuotacantine che, non trovando sbocchi nei mercati, sono costretti al conto terzi.

Sempre più ridotto lo spazio concesso nei mercati autorizzati. "Sono sotto attacco in tutta Italia", spiega Aleramo Virgili, portavoce della Rete O.n.u. Lazio (Rete Operatori nazionali dell'usato). "Dalle periferie romane al famoso mercato di Porta Portese; dal mercatino dello stadio San Nicola di Bari a quello di Bonola (Milano); dall'area del Porto antico di Genova o di Piazza Garibaldi a Napoli". Per oltre 10 anni, i "Romano Pijats", i mercati della Capitale, dietro il pagamento della Ta.Ri (tariffa rifiuti) e del suolo pubblico, hanno garantito un reddito ad oltre 500 capifamiglia Rom, consentendo di regolarizzare documenti. Da circa 3 anni la battuta d'arresto. Chi vuole lavorare è costretto ad aprire la partita Iva, che molti non possono permettersi, costringendo la maggior parte a tornare nell'informalità.

La Rete di Sostegno ai Mercatini Rom, nata lo scorso aprile durante gli "Stati Generali del Riciclo", ha raccolto l'eredità di questa esperienza e quella dello Sportello Popolare per i Migranti di via del Quarticciolo 18 a Roma, che dal 2008 ha svolto un servizio di ascolto e supporto legale gratuito fino a tre settimane fa, quando è stato chiuso "a causa di pesanti problemi d'intolleranza razziale da parte degli abitanti del quartiere, molti dei quali coinvolti nella malavita locale" racconta la Paoluzzi. "Il VII Municipio, pur riconoscendo l'importanza che il servizio gestito da volontari ha svolto per decine di famiglie Rom, migranti di origine araba, nordafricana e sud americana, ha preferito farlo chiudere, piuttosto che affrontare il problema. Segno di come la questione Rom sia ancora percepita dalle istituzioni come un problema di sicurezza". L'idea ora è quella di donare la sede ad altre cooperative e di trovare un'altra area dalla quale ripartire.

Al momento la Rete è impegnata a Napoli nei lavori della Prima Assemblea Nazionale degli Operatori dell'Usato, insieme alla Rete O.n.u. di cui fa parte: "Chiederemo mercati multietnici per migranti e la revisione della legge 205, per aprire spazi occupazionali e d'integrazione". E conclude: "In Campania sono stati proprio i Rom a dare il buon esempio durante l'emergenza rifiuti. Dalla ricerca dell'Isde (Associazione Medici per l'Ambiente) ‘Il valore della raccolta differenziata a Napoli', condotta con i dati di Asia e Ispra, risulta che i Rom abbiano contribuito per il 90% al corretto smaltimento di alluminio, rame e materiale ferroso. Fra i pochi quindi, a comprendere che è proprio la differenziazione dei rifiuti il vero ‘Oro di Napoli".

Loredana Menghi

 
Di Fabrizio (del 10/11/2011 @ 09:11:08, in lavoro, visitato 1393 volte)

Segnalazione di Maria Di Lucia

Sfilata di moda 'rom' Nuovi modelli ma anche stimolo alla tolleranza

(ANSA) - BUDAPEST, 6 NOV - Una sfilata di moda per combattere i pregiudizi e far conoscere la cultura e le tradizioni del popolo Rom: e' quanto avvenuto ieri sera nel cuore della capitale ungherese Budapest dove, al Museo delle Belle Arti, e' stata organizzata da Romani Design una sfilata con le nuove creazioni.

''Diminuire i pregiudizi contro i Rom, e limitare il piu' possibile il crescente numero di conflitti in seno alla societa' attraverso la moda'' e' stato l'obiettivo che Romani Design si e' proposto.


 Da youtube: Attivista per i diritti dei Rom e fondatrice del Romani Design Studio, Erika Varga organizza una sfilata di haute couture che spera contribuirà a abbattere i pregiudizi. Durata: 00:51

 
Di Fabrizio (del 25/10/2011 @ 09:38:26, in lavoro, visitato 1774 volte)

Piacenza - L'assessore Giovanna Palladini respinge le accuse mosse dai nomadi pronti a scendere in piazza contro il comune di Piacenza. È ingiustamente elevato, secondo i sinti piacentini, il conto di 20 mila euro che Palazzo Mercanti che presentato alle famiglie residenti nei due campi nomadi di via Torre della razza. La somma dovrebbe coprire la manutenzione, energia, acqua e occupazione delle piazzole.

La proposta avanzata dai nomadi è quella di farsi carico della gestione dei campi ricavando in questo modo gli introiti per saldare il debito. In particolare sostituendo gli operai comunali nello sfalcio dell'erba, nella manutenzione e nella conduzione degli scuolabus a servizio dei loro figli, oltre alla regolarizzazione del commercio del ferro, con il rilascio da parte del comune delle licenze da cenciaioli. Non manca la critica nei confronti del sindaco e dell'assessore Giovanna Palladini, accusati di aver interrotto da mesi il dialogo e di non essersi mai presentati per un sopralluogo del campo.

"Ho incontrato i sinti più volte, fuori e dentro il campo" risponde l'assessore Palladini "Noto solo ora una volontà nuova e cioè quella di corrispondere a partire dalle utenze in corso e far fronte alle proprie responsabilità. L'amministrazione comunale è pronta a confrontarsi su questo tema sulla base di un dato reale, concreto, poi discuteremo del resto".

 
Di Fabrizio (del 24/10/2011 @ 09:29:04, in lavoro, visitato 2797 volte)

Segnalazione di Giovanna Bellotti

ANSA 19 ottobre, 17:36 di Luca Fiori

Dai campi nomadi all'atelier di alta moda, sfidando i cliche' sugli zingari e superando diffidenze e antiche ruggini legate alle diverse etnie

SASSARI - Dai campi nomadi all'atelier di alta moda, sfidando i cliche' sugli zingari e superando diffidenze e antiche ruggini legate alle diverse etnie. E' il sogno di nove ragazze Rom di etnia serba e bosniaca che vivono in campi separati alla periferia di Carbonia, nel Sud Sardegna, e che da alcuni mesi partecipano al progetto Zingaro', una formazione nel settore della moda che dopo un periodo di apprendistato consentira' alle partecipanti di entrare, con un ruolo da protagoniste, nel mondo del lavoro sartoriale.

L'iniziativa, finanziata dall'assessorato regionale delle Politiche sociali, e' una delle ottantacinque che fanno parte del progetto Ad Altiora, nato per il sostegno all'integrazione attraverso il lavoro e l'identita'. Zingaro' sara' il marchio della linea di moda che realizzeranno e commercializzeranno le prime sarte Rom della Sardegna, ma e' anche il nome di un documentario che raccontera' le loro storie, le aspettative e la realta' in cui vivono, a partire dalla vita quotidiana nei campi nomadi e nei luoghi di lavoro.

Il progetto, nato da un'idea dell'Enaip (Ente Nazionale Acli Istruzione Professionale), e' stato presentato stamattina a Sassari da Ottavio Sanna, presidente regionale delle Acli, e dallo stilista Gian Giuseppe Pisu, che ha insegnato alle nove future stiliste - dopo un difficile periodo iniziale ora amiche inseparabili - i segreti del mestiere e poi le ha ospitate per uno stage nel suo atelier di Ittiri. ''Inizialmente non e' stato semplice - spiega Sanna - convincere le nove ragazze, che hanno tra i 18 e i 35 anni, a lasciare il campo e a frequentare le lezioni nel nostro centro di formazione di Iglesias. Prima di capire che avevano davanti un'eccezionale occasione di affermazione personale e di autonomia economica, hanno dovuto vincere le resistenze dei mariti e dei componenti della comunita' Rom''.

Superato il periodo di formazione, le nove partecipanti hanno avviato una bottega all'interno della comunita' San Lorenzo di Iglesias e per cinque mesi, grazie al finanziamento regionale, avranno un piccolo rimborso mensile. Ma il loro obiettivo e' la creazione di un'impresa: un'attivita' giornaliera e stabile di sartoria per uomo, donna e bambino con il marchio autoironico Zingaro'. Gli abiti e gli accessori realizzati durante la formazione dalle nove aspiranti stiliste saranno presentati sabato 22 ottobre, alle 19, a Villa Mimosa, la sede sassarese di Confindustria. Entro Natale e' in programma una presentazione anche a Carbonia e magari, un giorno forse non lontano, anche nelle piu' importanti passerelle in Italia e in Europa.


ROM. Sardegna, prima sfilata di stiliste nomadi

Vita di Gabriella Meroni - 21 ottobre 2011

L'evento patrocinato da Enaip, si svolgerà sabato a Carbonia

Nove donne tra i 18 e 35 anni, tutte ospiti di alcuni campi rom di Carbonia (Ci), sono diventate stiliste grazie al progetto Zingarò dell'Enaip, l'Ente di formazione professionale delle Acli, e a un finanziamento della Regione Sardegna all'interno del bando "Ad altiora". Sabato 22 ottobre 2011 alle ore 19.00 a Villa Mimosa, via Alghero 49 a Sassari, le "stiliste"presenteranno le prime venti creazioni in una sfilata di moda. Un'altra sfilata è prevista per dicembre a Carbonia.

Il progetto è stato presentato il 18 ottobre a Sassari, presso la sede della Federazione anziani pensionati delle Acli, da Ottavio Sanna, presidente delle Acli della Sardegna, e da Gian Giuseppe Pisuttu, titolare insieme ad Anna Maria Baldinu, dell'atelier "De Modè" di Ittiri. A gennaio 2011, quando era partito Zingarò, alcune ragazze non avevano mai usato ago e filo: ora, dopo cinque mesi trascorsi a nell'atelier di Pisuttu e altri cinque come tirocinanti pagate nella bottega S. Lorenzo di Iglesias, le donne hanno aperto una loro sartoria a Carbonia e vogliono lanciare un marchio, "Zingarò", che ricordi nei colori caldi e negli inserti in tessuto le origini nomadi.

Oltre al taglio e al cucito, il progetto prevedeva anche l'insegnamento di nozioni di matematica e di italiano per favorire l'integrazione di queste donne nella società. Ogni fase di Zingarò è stata filmata e sarà presentata in un documentario che da un lato fa conoscere la vita della comunità rom, dall'altro sottolinea gli aspetti più importanti del lavoro di sarta: dal disegno alla scelta delle stoffe alle prove che riducono, anche da un punto di vista fisico, la distanza tra clienti e mondo nomade.

È possibile vedere una piccola anteprima del documentario su: vimeo.com

 
Di Fabrizio (del 14/10/2011 @ 09:02:19, in lavoro, visitato 1788 volte)

11 ottobre, 17:19

Progetto pilota al via a Scampia e Secondigliano

(ANSA) - NAPOLI, 11 OTT - Non solo i napoletani, ma anche i rom faranno la raccolta differenziata. Con questa finalita' e' stato siglato oggi un protocollo d'intesa tra Prefettura, Comune e Provincia di Napoli. L'intesa prevede la realizzazione di un progetto pilota per avviare la raccolta differenziata all'interno dei campi nomadi di Cupa Perillo a Scampia e al Campo Nuovo di Secondigliano.

Elemento caratterizzante che la raccolta sara' affidata agli abitanti stessi dei campi. Due gli obiettivi a cui tende il progetto: l'opportunita' per i rom di partecipare a progetti formativi di lavoro e, allo stesso tempo, il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie degli insediamenti. (ANSA).


Raccolta differenziata al campo rom di Scampia
Noiconsumatori.org martedì 11 ottobre 2011 - 5:57:07 PM - Autore: Paola Di Matteo
Pisani: "Urgono interventi più approfonditi e mirati per l'igiene e la sicurezza. Fondamentale l'apertura dello svincolo

Siglato oggi il protocollo d'intesa tra Comune di Napoli, Provincia e Prefettura per avviare la raccolta differenziata nel campo rom di via Cupa Perillo a Scampia ed nel Campo Nuovo di Secondigliano. Un progetto pilota, questo, che si propone due obiettivi primari: il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie all'interno dei villaggi e l'occasione per i nomadi di partecipare a progetti formativi.

"E' un buona notizia per i residenti e per tutti quei nomadi che finora hanno vissuto nella mortificazione dei diritti umani – afferma l'avvocato Angelo Pisani, Presidente dell'VIII Municipalità -. Tuttavia per il quartiere di Scampia urgono interventi più approfonditi e mirati che noi da tempo invochiamo alle autorità. Oltre alla raccolta differenziata bisogna innanzitutto assicurare costantemente la pulizia e la sicurezza, nello specifico agire per una vera e propria bonifica di questi luoghi dalla sporcizia e dal rischio epidemie e ripristinare la legalità - spiega Pisani - delocalizzando i campi rom abusivi ed illegali, operazione che permetterebbe anche il recupero della funzionalità dello svincolo dell'Asse Mediano chiuso da oltre 25 anni e mai aperto proprio a causa delle baracche e dei rifiuti di ogni genere".

Il progetto, inoltre, prevede anche un sistema di videosorveglianza nei pressi del campo rom e nelle zone di raccolta, aspetto di cui il presidente Pisani si dice "soddisfatto e fiducioso per un'immediata installazione delle videocamere - un punto fondamentale su cui abbiamo insistito tanto - estremamente necessarie per controllare e prevenire gli sversamenti illegali".


Napoli, raccolta differenziata: progetto pilota nei campi Rom
DI REDAZIONE IL DENARO – MARTEDÌ 11 OTTOBRE 2011,

Un progetto pilota per la raccolta differenziata all'interno dei campi nomadi di Scampia e Secondigliano affidata agli stessi abitanti dei villaggi. Sottoscritto oggi un protocollo d'intesa tra l'ente di Piazza Matteotti, il Comune di Napoli e la Prefettura. Il progetto elaborato dalla Provincia di Napoli è finanziato dal Ministero dell'Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione – su proposta del Prefetto di Napoli, con la concessione di un contributo straordinario 200 mila euro nell'ambito di un più ampio disegno progettuale destinato a realizzare interventi a carattere assistenziale in favore delle popolazioni nomadi.

LE RISORSE
Una parte del finanziamento è stata già utilizzata in favore dei minori Rom con borse di studio e con progetti in ambito sportivo che hanno avuto UNA MASSICCIA adesione; oltre 110 mila euro saranno, invece, destinati al progetto della raccolta differenziata. Gli insediamenti nomadi sono generalmente caratterizzati da precarie condizioni igienico sanitarie e, molto spesso, sono ricettacolo di rifiuti di varia tipologia. L'iniziativa intende dunque rafforzare le attività di di inclusione sociale della comunità nomadi.

LA FORMAZIONE
Il progetto, che interessa due villaggi, sarà affidato per la realizzazione agli stessi Rom, che saranno preventivamente formati, a cura dell'amministrazione provinciale. Per le attività di raccolta è previsto l'utilizzo di sei operatori organizzati da un coordinatore con il compito di redigere un programma di raccolta, organizzare in turni il lavoro dei singoli operatori, verificare il raggiungimento degli obiettivi, gestire l'occorrente per le attività, mantenere i rapporti con le istituzioni e con le aziende coinvolte, redigere un rapporto mensile sull'andamento del progetto. Gli operatori avranno i compiti di ritirare i rifiuti a domicilio secondo le disposizioni del programma di raccolta, depositare quanto raccolto nella vicina isola ecologica o negli spazi che verranno indicati dall'Asia, fornire informazioni agli abitanti sulle modalità della raccolta differenziale, controllare il territorio per quanto attiene l'igiene ambientale. L'iniziativa presentata alla comunità nomade che ne ha condiviso i contenuti, ha carattere sperimentale per la durata di nove mesi. Se il risultato sarà positivo l'esperienza sarà estesa ad altri insediamenti. In costruzione, intanto, un nuovo villaggio a Scampia il cui progetto è finalmente arrivato alla fase esecutiva.


Napoli, la raccolta differenziata arriva al campo Rom

Ecodallecitta.it - mercoledì 12 ottobre 2011 18:46
Siglato un protocollo d'intesa tra Prefettura, Comune e Provincia di Napoli che prevede la realizzazione di un progetto pilota per avviare la raccolta differenziata all'interno dei campi Rom di Scampia e Secondigliano

L'11 ottobre il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, il prefetto di Napoli, Andrea De Martino, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, hanno firmato un accordo per la realizzazione di un progetto pilota per avviare la raccolta differenziata negli insediamenti Rom di Cupa Perillo a Scampia e al Campo Nuovo di Secondigliano.

Il progetto è stato elaborato dall’Amministrazione provinciale di Napoli e finanziato dal Ministero dell’Interno. La raccolta sarà affidata agli abitanti stessi dei campi. Due gli obiettivi a cui tende il progetto: l'opportunità per i rom di partecipare a progetti formativi di lavoro e, allo stesso tempo, il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie degli insediamenti.

"Se a Napoli la raccolta differenziata la faranno i rom, che per i nostri costumi oggettivamente vivono in condizioni precarie e disagiate, allora non vedo chi possa più esimersi da questo dovere civico" ha dichiarato il presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro. "La valenza di questo progetto, voluto dalla mia amministrazione e portato avanti con successo dall’assessore Marilù Galdieri - ha aggiunto Cesaro - è duplice: innanzitutto è portatore di messaggi di integrazione, visto che gli attori ed i realizzatori dello stesso saranno proprio le comunità nomadi; in secondo luogo perché, grazie a questa iniziativa, si potranno contrastare fenomeni quanto mai frequenti quali roghi di rifiuti e suppellettili spesso individuati proprio presso i campi nomadi. Tale progetto, inoltre, si inserisce nel solco della piena collaborazione con l’amministrazione comunale di Napoli, perché ribadisco - ha concluso Cesaro - che solo con la sinergia delle varie istituzioni il territorio potrà puntare ad un suo effettivo rilancio".

"Oggi in prefettura - ha detto poi l’assessore provinciale al lavoro ed alle risorse umane, Marilù Galdieri - ho parlato con Nino, rom in rappresentanza della comunità di Secondigliano e di Scampia. Credono fermamente in questa che vedono anche come un’ opportunità di migliorare la vita all’interno dei campi e di formazione spendibile anche in un futuro lavorativo. Mi piacerebbe, ad esempio, che proprio qualche rom, un domani, possa spiegare a noi napoletani come effettuare correttamente la raccolta differenziata".

 
Di Fabrizio (del 30/09/2011 @ 09:51:01, in lavoro, visitato 1416 volte)

...che abbiano lavorato in Italia per almeno due anni consecutivi dalla data dell’11 gennaio 2008. Lo può richiedere anche un datore di lavoro diverso.

23 settembre 2011: Lo ha chiarito il Ministero dell’interno con la circolare n. 6914 del 12 settembre 2011.

Il 22 marzo scorso ha preso il via la procedura on line, attiva fino al 31 dicembre 2011, per la presentazione delle domande di nulla osta per lavoro stagionale prevista dal DPCM del 17 febbraio 2011 che consente l'ingresso in Italia di 60.000 lavoratori extracomunitari stagionali. Novità di quest’anno la possibilità di richiedere un nulla osta pluriennale per quei lavoratori, cittadini dei Paesi indicati nel decreto, che siano già entrati in Italia per prestare lavoro subordinato stagionale per almeno due anni consecutivi. Una grande semplificazione per i datori di lavoro che, consapevoli di avere bisogno del lavoratore anche per le stagioni future, il prossimo anno potranno confermare l’assunzione del lavoratore indipendentemente dal decreto flussi stagionale. Ma i due anni consecutivi devono essere immediatamente antecedenti la data di presentazione della domanda? Può presentare la domanda un datore di lavoro diverso da quello per cui si è già lavorato? A queste domande, poste dalle Questure, ha risposto il Ministero dell’interno attraverso la circolare n. 6914 del 12 settembre 2011. Per quanto riguarda "i due anni consecutivi", chiarisce il Ministero, si intendono due anni a partire dall’11 gennaio 2008, data in cui è entrato in vigore il sistema di rilevazione delle comunicazioni obbligatorie di assunzione "indispensabile per verificare l’effettiva sussistenza dei due pregressi rapporti di lavoro stagionali" mentre, per quanto riguarda il secondo quesito "si ritiene che il datore che presenti, per la prima volta, l’istanza di rilascio del nulla osta pluriennale possa essere anche persona diversa da quella delle due precedenti annualità".

(Maria Rita Porceddu)

 
Di Fabrizio (del 28/09/2011 @ 09:49:07, in lavoro, visitato 2026 volte)

Da Coopofficina

In Abruzzo nel mese di maggio 2011 è stato avviato il progetto Fattoria sociale bravalipè per dare occupazione ai giovani, in particolare giovani rom. L'iniziativa è stata promossa da una partership composta da associazione RomSinti@ politica, Centro studi e ricerche CILICLO', Azienda agricola Ciattoni.
Obiettivo ambizioso dell'iniziativa è di avviare due fattoria sociali in provincia di Chieti e di Pescara per dare occupazione a 15 giovani.

Dopo un periodo di preparazione dell'iniziativa dal 22 agosto 2011 sono iniziate le assunzioni di giovani e dai primi di settembre QUATTRO giovani rom sono stati regolarmente assunti e svolgono le attività agricole della fattoria.
Nelle prossime settimane saranno assunti altri giovani rom e non rom e nel mese di Marzo 2012 le assunzioni di dovrebbero completare con 15 giovani che lavorano.

I promotori dell'iniziativa in queste settimane stanno valutando la possibilità di apertura di punti vendita dei prodotti della fattoria sociale in alcune città, iniziativa che potrebbe dare occupazione ad alcune ragazze.

Portiamo a conoscenza che da ogni regione italiana è possibile acquistare i prodotti della fattoria sociale, attualmente i prodotti disponibili per la spedizione sono: miele ed olio extravergine di oliva biologico.

Nelle prossime settimane ci sarà una conferenza stampa dei promotori dell'iniziativa e dei giovani che già lavorano nella fattoria per informare l'opinione pubblica, i media, gli enti locali e le istituzioni dell'iniziativa, per sfatare il pregiudizio che " i rom non vogliono lavorare" , ma anche per far conoscere che i progetti destinati alla popolazione romanì devono essere adeguati ai bisogni della persona rom coinvolta nell'ottica della "normalità" e con il rifiuto di ogni forma di assistenzialismo.

Dott. Nazzareno Guarnieri

 
Di Fabrizio (del 26/09/2011 @ 09:05:51, in lavoro, visitato 1653 volte)

Cingeneyiz.org 15/09/2011: I raccoglitori di rifiuti solidi chiedono una ricicleria

I rappresentanti di gruppi di cittadini principalmente di origine zingara che campano con la raccolta di cartoni e rottami, si sono recati nell'ufficio di Hakan Tütüncü, sindaco del quartiere di Kepez nella regione di Antalia (città sul Mediterraneo). I rappresentanti hanno chiesto l'appoggio di Hakan Tütüncü nel costruire un centro di riciclaggio per la raccolta e la rivendita dei rifiuti solidi.

Hakan Gezer - presidente dell'associazione rom Muratpaşa, Ferhat Uçakdağ - presidente dell'associazione Cultura, Cooperazione, Solidarietà Sociale dei Rom di Antalia, Doğan Arkın - presidente della Federazione Rom di Aydin, [...] hanno spiegato le loro richieste al sindaco. Tütüncü a sua volta ha risposto che non ci sono spazi liberi per realizzare il centro di riciclaggio e che chiederà alle fondazioni pubbliche di trovare una zona adatta in Antalia.

La raccolta di cartoni e rottami è una delle più comuni forme di sussistenza tra i cittadini di diversi gruppi zingari: Rom in Tracia, Marmara e nella regione dell'Egeo, Abdali nell'Anatolia centrale ed orientale, Dom nel sud-est della Turchia, per lo più campano di queste raccolte in difficili condizioni.

Source: CHA

Documentario (del 2005, durata 8'24", in turco) su chi raccoglie cartoni e rottami

 
Di Marylise Veillon (del 21/09/2011 @ 09:14:24, in lavoro, visitato 1420 volte)

GoogleNews

In Romania, gli artigiani si adeguano alle tendenze della "moda". Di Mihaela RODINA (AFP) – 3 sept. 2011

MIRONEASA - "Sono fiero del mio lavoro e felice che i miei prodotti siano apprezzati", dice Vasile Anusca, cestaio come suo padre e i suoi avi. Come lui, centinaia di rom rumeni beneficiano di un progetto che tenta di adattare alle odierne mode, i loro mestieri tradizionali.

Davanti alla sua casa di "torchis" (misto di argilla e fibre vegetali su struttura di legno) di Mironeasa (nord-est della Romania), con intorno alcuni dei suoi tredici figli, prepara con cura i ramoscelli di vimini che saranno trasformati con destrezza in cesti per la frutta, da uno dei suoi nipoti.

"Questo mestiere non ci rapporta molto, ma almeno ci permette di nutrire la famiglia", interviene suo fratello Viorel Anusca, 51 anni, lui stesso padre di undici figli.

Tempo fa, chi con un enorme sacco riempito di cucchiai di legno, chi di un mucchio di cesti per raccogliere le pannocchie, i fratelli Anusca attraversavano di parte in parte la regione per barattare i loro prodotti con patate o fagioli.

Ormai, grazie al progetto "Romano Cher" (La Casa dei Rom) messo in opera da una società di consulenza, la KCMC, gli oggetti di legno o di vimini di numerosi artigiani Rom possono essere venduti, tra l'altro anche via internet (http://www.mestesukar.ro), a tutte le latitudini del mondo.

Già l'inverno scorso, dei "kit pupazzo di neve" (comprendendo naso, occhi, bottoni di legno e scopa) fabbricati da rom di Peris (sud) sono stati venduti con molta facilità a Bruxelles.

Inoltre, un vestito fatto di piccole placchette di alluminio forate, creato da orafi del sud del paese, sarà presentato prossimamente durante sfilate di moda a Bucarest e a Parigi.

Gli Anusca hanno usufruito di una formazione di tre mesi per imparare nuove tecniche e fabbricano oggi giocattoli e vassoi di legno, e mobili in vimini.

Questo villaggio incollato contro una collina verdeggiante, conta circa tremila abitanti, la maggiore parte dei quali si consacra all'agricoltura di sussistenza o lavora come braccianti. Una trentina di rom hanno raggiunto questo programma, sperando che il loro saper fare gli aiuterà a scampare dalla povertà che caratterizza la loro comunità.

Solo il 27% dei rom rumeni in età lavorativa hanno un impiego stabile, secondo uno studio realizzato per conto della fondazione Soros.

L'anello mancante.
"Si tratta di un progetto di economia sociale, il quale mira ad assicurare entrate costanti alle persone che vi partecipano, ma anche ad migliorare la vita della comunità, creando per esempio delle scuole materne", dichiara all'AFP Luis Turcitu, responsabile locale del "Romano Cher".

Una seconda parte del progetto prevede l'organizzazione di laboratori itineranti, per permettere al pubblico di vedere gli artigiani Rom al lavoro e perfino di provare a creare un braccialetto o un ferro da cavallo. Come Cristina, madre di due bambine che si accingono a intrecciare un cesto in una tenda montata a Vama Veche, stazione balnearia sulle rive del mar Nero, la quale osserva: "E' bello questo laboratorio, perché scopriamo un lato della popolazione rom che contrasta con l'immagine negativa riflessa abitualmente dai media".

Beneficiando di cinque milioni di euro di fondi strutturali dall'Unione Europea, questo progetto "mira alla creazione di un anello mancante tra l'abilità dei rom e la richiesta di mercato" spiega Mircea Nanca, direttore delle comunicazioni del KCMC.

E aggiunge: mentre altri progetti mettono in evidenza la riconversione come mezzo d'inserimento sociale, "Romano Cher vuole invece integrare i rom valorizzando nuovamente le loro occupazioni tradizionali", insistendo sul "legame stretto tra mestiere e identità culturale" osservato in questa comunità.

E' così che i Rom sono cestai, ramai, maniscalchi, falegnami o musicisti di padre in figlio. Inoltre i membri dei differenti gruppi si mescolano molto raramente.

Secondo il Sig. Nanca, una trentina di "cooperative artigianali" saranno avviate per tutto il paese a partire dal 2013 e un migliaio di rom seguiranno corsi per perfezionare le loro capacità.

"Questo progetto sarà una riuscita se, al di là delle parole, la gente con la quale lavoriamo sentirà che la sua vita è migliorata e se la percezione dei rumeni riguardo ai mestieri e alla cultura dei rom cambierà un pochino", afferma il Sig. Nanca.

La minoranza rom di Romania conta ufficialmente cinquecentotrentacinque mila membri, ma secondo le ONG, sarebbero di fatto un paio di milioni in un paese di ventidue milioni di abitanti.

 
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