Rom e Sinti da tutto il mondo

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\\ Mahalla : VAI : Italia (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 01/06/2008 @ 08:42:24, in Italia, visitato 1541 volte)

Protocollo n. 06/08/pn - li 31/5/2008 Comunicato Stampa

Il sottosegretario, Alfredo Mantovano, di Alleanza Nazionale, in una intervista al quotidiano Il Tempo ha dichiarato: "Come dimostrano i numeri e la realtà sociologica i rom sono una etnia connessa con un certo tipo di reati. Furti, rapine, per arrivare, come nel caso di Ponticelli, anche al sequestro di persona". 

Il sottosegretario Alfredo Mantovano, in particolare per la sua funzione nel Governo dello Stato Italiano, dovrebbe conoscere che la responsabile penale è individuale e non collettiva o di etnia? 

Le dichiarazioni del sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano sono gravissime e violano la legge, norme e principi fondanti della legalità e dei diritti.

Sono un Rom e non ha mai rubato, né rapinato qualcuno, ne sequestrato alcuna cosa o persona, e come me moltissime persone Rom e Sinte non hanno mai commesso nessuno di tali reati, pertanto le dichiarazioni generalizzate all’etnia rom del sottosegretario SONO FALSE.

A nome personale quale appartenente alla minoranza Rom, e quale legale rappresentante della Federazione Rom e Sinti insieme, contesto con indignazione le dichiarazioni, impregnate di discriminazione razziale verso le minoranze Rom e Sinte, del sottosegretario dell’Interno Alfredo Mantovano al quotidiano Il Tempo.

A nome personale quale appartenente alla minoranza Rom, e quale legale rappresentante della Federazione Rom e Sinti insieme chiederò alle Istituzioni preposte la tutela delle minoranze Rom e Sinte nel rispetto delle leggi per le dichiarazioni del sottosegretario Alfredo Mantovano al quotidiano Il Tempo.

Nazzareno Guarnieri - Presidente federazione rom e sinti insieme

Federazione Rom e Sinti Insieme

Sede legale: Via Fanfulla da Lodi, n. 5 - 00167 Roma – C.F. 97510400589  

Cellulare: 3277393570 - email: federazioneromsinti@yahoo.it  

 
Di Fabrizio (del 02/06/2008 @ 11:52:01, in Italia, visitato 2598 volte)

CONTRO LE RONDE DEI VIGLIACCHI E IL SILENZIO DEI FARISEI
UNA CAMPAGNA PER UNA COMUNITÀ CIVILE E ACCOGLIENTE

Il rogo dei campi rom a Napoli, le molotov contro i campi di Pavia, i raid contro attività commerciali di extracomunitari, le sprangate a un militante gay di Roma, la sassaiola contro una madre e una bambina sinte di Brescia, l’immigrato morto per mancanza di soccorso nel CPT di Torino, mentre le città d’Italia sono percorse da ronde di tutti i colori, sono solo alcune delle tante e diverse punte dello stesso mostruoso iceberg che avvelena il nostro Paese: l’insofferenza diffusa contro il diverso, l’immigrato, lo zingaro ha assunto i connotati espliciti della xenofobia e del razzismo.

Questo è il portato di campagne elettorali tutte all’insegna di una insicurezza costruita gridando a un lupo senza denti, che scarica sul più debole il malessere di una società percorsa da un disagio sociale e morale profondo, grande responsabilità del quale tocca a una politica che rinuncia al compito di educazione civile per seguire gli istinti peggiori in un perverso circuito vizioso: la politica, con il coro condiscendente dei media, alimenta la paura dei cittadini che premiano con il voto questa politica.

Questa nuova Italia che criminalizza per decreto la povertà, l’Italia della violenza contro gli ultimi, del pregiudizio elevato a verità (gli zingari rubano i bambini), della giustizia fai da te dovrebbe invece far riflettere sul lungo decorso della malattia della nostra società e sulle preoccupanti prospettive del suo futuro. Non si può non legare i Maso, le Eriche e gli Omar, che uccidono i genitori per denaro, ai ragazzini che violentano e uccidono una coetanea, al branco che uccide un diverso da loro a Verona, al bullismo nelle scuole, alla violenza praticata nelle famiglie.

L’angoscia che ci prende di fronte a questo scenario e al clima che ci riporta all’ancora recente passato della nascita, della vita e della morte apparente dei regimi fascista e nazista è dovuta anche al silenzio farisaico di chi sottovaluta questi processi o addirittura pensa che bisogna assecondarli per recuperare un consenso politico perduto per ben altre ragioni. Ma soprattutto ci pesa vedere il volto vile di un paese malato. Coloro che aizzano i cani, lanciano molotov e sassi, percorrono in ronde minacciose le città, i sindaci che annunciano nei cartelloni luminosi dei loro borghi che “i clandestini possono stuprare i tuoi figli” sono il volto vigliacco di chi non è capace di guardare al male che porta dentro di sé, di chi rifiuta di affrontare la camorra che a Napoli controlla i rifiuti e organizza i roghi dei campi rom, la mafia che controlla la vita e il voto dei siciliani, l’andrangheta che non solo è padrona del territorio calabrese ma di interi quartieri di città come Milano.

Noi riteniamo decisivo che qui, il territorio che con il rogo di Opera ha inaugurato la caccia al rom e la sua contropartita politica, ci sia una risposta di mobilitazione contro questa degenerazione. Una risposta che avvii il lungo e difficile lavoro per riportare nella città e nei quartieri il senso di una comunità che considera la legge uguale per tutti e protegge chi cerca accoglienza e dignità. Un percorso da costruire insieme con tutti coloro - forze politiche e sociali, cittadini, senza pregiudizi di schieramento - che ritengono necessario riportare il dialogo nelle realtà concrete del malessere, non lasciare soli gli ultimi della terra, confrontarsi con le radici del disagio sociale e insieme costruire le ragioni e i valori della cittadinanza per tutti.

Paolo Cagna Ninchi, Dijana Pavlovic

Per adesioni: dijana.pavlovic@fastwebnet.it

 
Di Fabrizio (del 03/06/2008 @ 12:39:35, in Italia, visitato 1626 volte)

Ricevo da Agostino Rota Martir

La notizia apparsa su “Il Tirreno” giorni fa e confermata anche ieri, mostra che la deriva del razzismo rischia di diventare ormai incontrollabile, sempre più esplicito e giustificato, anche in base a dei nostri capricci.

Il razzismo sembra dilagare senza trovare resistenze, rischiando di diventare ormai un dato di fatto, come fosse una normalità, un mostro con cui imparare convivere.

In un certo senso lo confermano anche i medici del reparto: “accade spessissimo e dunque non è una novità!”

Le giustificazioni del personale ospedaliero sono preoccupanti, anche perché sanno bene che il comportamento di qualcuno (non certo della maggioranza) nei confronti dei Rom ricoverati, a volte è stato di pregiudizio e di intolleranza verso quest’ultimi…questa mancanza di umanità colpisce e ferisce indistintamente tutti, ma verso i Rom spesso, anche nell’ospedale di Santa Chiara sembra trovare con troppa superficialità la sua giustificazione.

Il fatto che i Rom non hanno reagito all’intolleranza subita, sembra dare legittimità ad un atto discriminatorio: anzi ci si meraviglia della reazione di condanna e di sdegno.

Appare normale che un bimbo Rom già al suo primo giorno di vita, debba vivere separato dagli altri, messo a parte perché guardato come minaccia alla sicurezza di qualche isterica “mamma” o per soddisfare i loro capricci: salvo poi accusare i Rom della la loro incapacità o innata volontà di non integrarsi…non tocca a quelle “mamme” invece, dover intraprendere da subito un lungo ed efficace cammino di integrazione ?

Il fatto che sia avvenuto nel reparto di maternità, e come autrici dell’intolleranza siano state delle neo “mamme” deve far riflettere ancora di più la nostra società!

Dove stiamo andando?

Che vita stanno trasmettendo queste “mamme” ai loro figli appena generati?

Il virus del razzismo rischia proprio di contaminare anche il latte materno che donano ai loro figli!

Il momento della nascita è un evento gioioso e santo, che segna la vita di ogni famiglia, di ogni persona di qualsiasi nazionalità e religione di appartenenza, è inscritto nel cuore di ogni essere umano; per i credenti la nascita di un figlio è la benedizione di Dio sull’intera umanità!

Permettere che questo “santuario” venga sporcato con atteggiamenti così meschini e disumanizzanti, anche se commesso da “ neo mamme” o in attesa di diventarlo, significa smarrire il senso della vita.

Perché la nascita di un essere umano come la morte sono momenti unici, sono il passaggio verso qualcosa di nuovo, meritano il dovuto rispetto e considerazione, da parte di tutti.

Profanare questi momenti, come hanno fatto le “mamme” italiane verso la giovane mamma Rom offende la vita, non solo quella dei loro piccoli ma di tutti, e ostacola il faticoso e ricco cammino della convivenza e della civiltà.

Mi sarei aspettato dai responsabili del reparto e dal personale ospedaliero (che lavorano in una struttura pubblica e non privata) una coraggiosa presa di posizione e un chiaro rimprovero come segno di civiltà e di sana educazione, che sempre dovrebbero essere di casa anche in un ospedale!

Alla giovane mamma Rom e alla sua famiglia faccio i miei più sentiti Auguri e possa scendere la Benedizione di Dio, e attraverso voi raggiungere anche la vita di quelle “povere mamme” che non hanno saputo accogliere e gioire insieme per il dono della maternità.

“ Dio vi benedica e vi protegga,
Il Signore faccia brillare su di voi il suo volto e vi sia propizio.
Dio rivolga su di voi il suo volto e vi conceda la Pace…”
(Num. 6, 24-26)

Don Agostino Rota Martir
Campo Rom di Coltano
2 Giugno 2008 Festa della Repubblica Italiana

 
Di Fabrizio (del 05/06/2008 @ 09:04:23, in Italia, visitato 1781 volte)

CONTRIBUTO DI ALEXIAN SANTINO SPINELLI

C’è un silenzio assordante in questo momento in Italia. Un silenzio colpevole, delittuoso... Può portare a un genocidio culturale pericoloso che noi Rom conosciamo sulla nostra pelle col nome di Porrajmos (divoramento), è marchiato sulla nostra carne!! Un lancio di molotov su donne e bambini inermi non punito dalla magistratura, e se fosse stato un Rom o un immigrato a commettere un simile reato? Linciaggio o ergastolo? Anche questa è discriminazione. Certo che il singolo che delinque va punito secondo le leggi vigenti ma non si può colpevolizzare un popolo intero, è razzismo!!! Com’è possibile che la situazione italiana è chiarissima all’estero visto il monito del Parlamento Europeo al nostro governo mentre in Italia nessuno si accorge di nulla? Non una sola voce autorevole di esponenti politici o ecclesiastici o di intellettuali italiani s’elevata per condannare una simile barbarie!!! Silenzio, silenzio tuonante! Silenzio
connivente! Un capro espiatorio utile e necessario costruito ad hoc grazie ad un’informazione inquinata!!!!! Basta Pogrom!! Stop al razzismo!! No alla xenofobia!! Stop alle mistificazioni!!!!
Ci sono fondi europei destinati all’integrazione delle comunità Rom, cittadini europei, non utilizzati dai nostri governi facendo credere che l’integrazione dei Rom in Italia sia gravosa per tutti gli italiani! L’opinione pubblica è ignara ed inerme esposta a continui bombardamenti mediatici che intossicano di pregiudizi! Alcune trasmissioni televisive o servizi giornalistici andrebbero denunciati al Tribunale Internazionale dell’Aia per crimini contro l’umanità!!!!! Ma c’è silenzio, un lungo e prolungato silenzio fino a domenica 8 Giugno quando sfilerà un corteo antirazzista per le vie di Roma per gridare NO a nuovi genocidi!!!!!!! Chi tace acconsente!!!!!!!
Ecco alcune miei suggerimenti in 9 punti per migliorare la situazione dei Rom in Italia:

1) La sicurezza e la legalità vanno garantite a tutti. Rom e Sinti compresi. Lanciare molotov è reato e nessuno è stato perseguito per averlo fatto. Nessuna voce autorevole ha condannato realmente l’episodio. Solo all’estero si sono resi conto della gravità della situazione dei Rom e Sinti in Italia

2) Ristabilire la legalità riguardo la palese violazione dei più elementari diritti umani nei confronti delle diverse comunità romanès in Italia, costrette a vivere in condizioni disumane e fortemente discriminate in netto contrasto con la Costituzione Italiana, con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e con le normative europee ed internazionali.

3) Smantellare i campi nomadi che sono pattumiere sociali degradanti e frustranti, centri di segregazione razziale permanente ed emblema della discriminazione. I Rom e Sinti non sono nomadi per cultura. La mobilità è sempre coatta e mai una scelta. Chi vive oggi nei campi nomadi ieri aveva le case in Romania o nella ex-Jugoslavia. Il 70% della popolazione romanì in Italia ha cittadinanza italiana e vive nelle case (l’arrivo risale al XV secolo)

4) Facilitare l’ accesso alle case popolari con pari opportunità o sviluppare insediamenti urbanistici non ghettizzanti facilitando anche l’utilizzo dei servizi pubblici. Favorire il più possibile l’accesso alla scolarizzazione, al lavoro e all’assistenza sanitaria alle famiglie di Rom e Sinti più disagiate

5) Arrestare il processo di demonizzazione e di criminalizzazione di un intero popolo. Sono i singoli che hanno un nome e cognome a sbagliare e che devono essere puniti e non l’etnia di appartenenza

6) Promuovere la conoscenza della storia, della cultura, dell’arte e della lingua dei Rom e Sinti per combattere gli stereotipi negativi e favorire l’integrazione. Attualmente si dà in 99% di spazio mediatico alla cronaca e l’ 1% di spazio agli eventi culturali che pur si organizzano sull’intero territorio nazionale (Festivals, concerti, mostre, esposizioni, convegni, rassegne cinematografiche, concorsi letterari, etc). E’ chiaro che questa disparità non può avere effetti positivi.

7) Prendere atto del palese fallimento dell’ assistenzialismo delle associazioni di volontariato che si sono arrogate il diritto di rappresentare il popolo Rom. Si sperperano annualmente centinaia di migliaia di Euro per progetti di scarso o nessun valore per i Rom e Sinti

8) Creare una consulta in Italia di intellettuali Rom e Sinti che abbiano una esperienza internazionale sulle problematiche concernenti la realtà delle comunità romanès che possa favorire la mediazione nella risoluzione dei problemi sociali e politici.

9) Favorire il più possibile il processo di integrazione a coloro i quali dimostrano una chiara volontà di partecipazione sociale evitando di porre sullo stesso piano chi merita e chi delinque. I modelli positivi devono essere esaltati per essere una valida attrattiva per combattere l’esclusione sociale e l’emarginazione
culturale

ALEXIAN SANTINO SPINELLI, MUSICISTA E DOCENTE DI LINGUA E CULTURA ROMANì presso le UNIVERSITA’ DI CHIETI E DI TRIESTE
Presidente dell’Associazione Nazionale Thèm Romano

email: spithrom@webzone.it
http://www.alexian.it

 
Di Fabrizio (del 05/06/2008 @ 09:33:18, in Italia, visitato 1570 volte)

I sinti: «Se ci sgomberano dai terreni dove andiamo?»

2008-06-04 di MAGDA BIGLIA - BRESCIA - UNA FAMIGLIA DI sinti italiani ha presentato denuncia ai carabinieri, perché la loro bambina nella scuola Montale è stata fatta oggetto di ingiurie pesanti dai compagni e nel parco, dove va a giocare con la mamma, è stata vittima di un lancio di sassi. «Non era mai accaduto prima», dice sgomento il padre parlando di nuovo clima di intolleranza. «Mia figlia è stata licenziata più di una volta non appena hanno scoperto che dopo il lavoro tornava in una roulotte», racconta un altro padre.

IL PASTORE evangelico, ministro di culto sinto, Renato Henic, ha chiesto inutilmente di poter sostare nei campi bresciani per portare la buona novella alla comunità sinti. «Non capite che è attraverso la parola di Gesù che si può migliorare il modo di rapportarsi alla società, si può instaurare un diverso rispetto delle regole?», egli sostiene.

I SINTI CHE hanno casa da 20, 30 anni sui terreni che si sono comprati pensano disperati, dopo l'annuncio di futuri sgomberi: «Dove andremo, non abbiamo i soldi per pagare gli affitti altissimi né per comprare un terreno edificabile». Ieri hanno avuto voce anche loro al convegno organizzato, con contributo Ue, dal Cssi, Centro studi e servizi per l'immigrazione presieduto da Riccardo Imberti. Si sono sentiti illustrare contrastati progetti sociali d’integrazione milanesi e veronesi, si è ascoltata la voce di Nazzareno Guarnieri, un rom abruzzese che si batte per il suo popolo.

HA PARLATO della situazione dell'Abruzzo, di Pescara in particolare dove i nomadi, italiani e stranieri, vivono in case popolari, campi non ce ne sono. «Noi non vogliamo vivere nei campi, chi lo ha detto?». «Non ci conoscete», ha gridato Guarnieri accusando anche tutti coloro, associazioni, istituzioni, amministrazioni, che si muovono sulla questione dei nomadi di farlo con un grande assente, loro.

«CI SONO laureati, professionisti rom, perché si fanno solo progetti, buoni o cattivi, sulla nostra pelle?». Il 18 maggio si è formata una federazione nazionale di 19 associazioni, a cui aderiscono anche gruppi bresciani, rom e sinti, assieme una volta tanto. «Faremo azioni eclatanti, scioperi della fame, sit-in se non riusciremo a farci ascoltare».

DOVRANNO farsi ascoltare anche a Brescia, dove l'Amministrazione ha promesso la chiusura totale dei campi entro due anni. «Vedremo cosa potranno fare», commenta l'ex assessore Fabio Capra, non si possono usare i manganelli «ci vuole pazienza e accompagnamento».

 
Di Fabrizio (del 06/06/2008 @ 00:33:28, in Italia, visitato 2048 volte)

Prossimo intervento differenziale per cittadini Italiani (censimento fotografico e schedatura-Polizia), domani mattina (oggi ndr), presso il campo comunale di via Impastato a Milano (famiglie Bezzecchi).

Sono passati sessant'anni dalla promulgazione delle leggi razziali e dalla pubblicazione della rivista "La difesa della razza" di Guido Landra e dei primi rastrellamenti che sfociarono dopo un breve periodo di tempo in un ordine esplicito di "internamento degli zingari italiani" in campi di concentramento (Circ.Bocchini 27/04/41), quei "campi del Duce" di cui in Italia si è preferito perdere la memoria.

"RICORDARE PER NON DIMENTICARE"
Sono passati sessant'anni ,ma le preoccupazioni,la percezione del pericolo. I PROVVEDIMENTI PUBBLICI SONO GLI STESSI DI OGGI. E'agghiacciante quello che sta avvenendo oggi sotto i nostri occhi, a Milano. Rimanere in SILENZIO oggi vuol dire essere responsabili dei disastri di domani.

NESSUNA collaborazione di Enti o Associazioni è giustificata (VERGOGNA)... Mi appello alla società civile, chiedo un sostegno per le comunità di rom e sinti Milanesi... voci dal silenzio...
Ricordo che domani sarà schedato anche mio padre, CITTADINO ITALIANO, che ha patito la persecuzione nazifascista con l'internamento in campo concentrazionale italiano (Tossicia)... mio nonno deportato a Birkenau e uscito dal camino... VERGOGNA

MI VERGOGNO, IN QUESTO MOMENTO, DI ESSERE CITTADINO ITALIANO E CRISTIANO...
Chiedo in questo momento tragico per la democrazia e la cultura a Milano ed in Italia, di URLARE il proprio dissenso per questa politica razzista, incivile e becera.
RICORDO E NON DIMENTICO che oggi siamo noi e domani...

Milano, 05/06/2008
Rag. Giorgio Bezzecchi (Rom - medaglia d'oro al valor civico) - segreteria@operanomadimilano.org

 
Di Fabrizio (del 06/06/2008 @ 13:25:29, in Italia, visitato 2041 volte)

Ente Morale DPR n. 347 del 26 marzo 19670
Sezione di Milano
Sede Operativa - Via De Pretis n. 13
20141 Milano
02 84891841 - 3393684212

operanomadimilano@tiscali.it 
www.operanomadimilano.org 

COMUNICATO STAMPA

L’operazione di controllo di un insediamento rom, che ha preso il via questa mattina verso le ore 5,00 in Via Impastato 7 a Milano e che ha riguardato c.ca 35 persone, cittadini italiani residenti a Milano da oltre 4 decenni, ha dato il via a quella che era stato preannunciata nei giorni scorsi dal Commissario  Straordinario e Prefetto di Milano come un più vasto censimento di tutte le comunità rom e sinte presenti a Milano e nella Provincia.

C.ca 50 agenti di Polizia di Stato, Polizia Locale e Carabinieri hanno fotografato i documenti d’identità di tutti gli appartenenti alla comunità (dati per altro già in possesso delle autorità comunali e dell’anagrafe di zona presso cui sono regolarmente iscritti), configurando così l’intera operazione come una vera e propria schedatura su base “etnica” di una parte di concittadini, in violazione dei più elementari diritti costituzionali delle persone.

L’operazione è avvenuta in assenza della stampa e di organismi autonomi di controllo, ragione per cui è ipotizzabile che gli interventi che seguiranno negli altri insediamenti, dove la consistenza numerica dei Rom e Sinti è assai maggiore e i problemi sociali più rilevanti, potrebbero dar luogo ad abusi d’autorità e procedure irregolari ancor più gravi per le persone che saranno identificate.

L’Opera Nomadi chiede che al più presto vengano quindi date effettive garanzie di tutela e rispetto dei diritti delle persone che saranno sottoposte ad operazioni di censimento del territorio e che queste avvengano nel pieno rispetto delle leggi vigenti, anziché configurarsi come iniziative discriminatorie su base etnica.

Per fare questo si chiede che alle operazioni venga autorizzata la presenza di un comitato di controllo indipendente sul modello di quelli previsti dall’OSCE.

Nelle ultime 24 ore sono giunte all’Opera Nomadi di Milano perché trasmettessero alle famiglie di via Impasto oltre 100 lettere di solidarietà da parte di autorità politiche, culturali e associative nonché di cittadini e di molti ex deportati nei campi di concentramento.

Tutti hanno ugualmente manifestato per iscritto la loro indignazione e profonda preoccupazione per quanto sta accadendo.

 
Di Fabrizio (del 07/06/2008 @ 16:28:55, in Italia, visitato 1899 volte)

La schedatura della famiglia Bezzecchi ci sembra segnare un salto di qualità nell'azione contro i cittadini rom che, dopo i tanti episodi di intolleranza e xenofobia, ora riguarda l'azione istituzionale, in questo caso del "commissario speciale per la questione rom".

Per rompere il silenzio e dare un senso ai molti appelli circolati, dopo uno scambio di opinioni con Corrado Mandreoli, Laura di Martino e Tommaso Vitale in occasione dell'iniziativa dell'ARCI di ieri, vi facciamo una proposta concreta di iniziative che aggreghi senza pregiudiziali se non quelle della tutela del diritto e dell'accoglienza solidale.

Una proposta che tenga anche conto del danno che procurerà l'iniziativa "antirazzista" del 13-14 in concomitanza con il raduno fascista in Triboniano. Proponiamo di indire un presidio per il 12 alle ore 12 davanti alla prefettura con conferenza stampa nella quale si denunciano il clima xenofobo prodotto di una campagna di intolleranza nei confronti dei migranti e dei rom, l'anticostituzionalità e la violazione dei diritti umani delle pratiche di schedature dei cittadini italiani di etnia rom, si chiede il divieto del raduno nazifascista e insieme si lancia la giornata del 21, proposta dall'ARCI come una pacifica occasione di confronto sulla questione della legalità e dei diritti dei rom e dei migranti e una festa partecipata. La conferenza stampa del 12, anticipando sulla stampa la manifestazione del 14, ci aiuta a far vedere che c'è chi lavora a fianco dei rom e dei loro diritti in modo pacifico e aggregante e a promuovere la partecipazione alla giornata del 21. Nell'uno e nell'altro caso fondamentale è la partecipazione dei rom e, anche, un lavoro di attenzione - noi, per quello che possiamo lo faremo nei prossimi giorni - tra i rom di Triboniano stando loro vicini per evitare gli effetti nefasti per loro dell'iniziative del 13-14.

Giorgio Bezzecchi, Dijana Pavlovic, Paolo Cagna Ninchi

 
Di Fabrizio (del 09/06/2008 @ 10:11:45, in Italia, visitato 1974 volte)

Ricevo da Maria Grazia Dicati - RomSinti@Politica

DOCUMENTO Napoli, 8 giugno 2008: Il "Comitato Campano con i rom", nato tre anni fa, riunisce associazioni laiche e religiose, gruppi italiani e rom e rappresentanti della societa' civile. Il comitato e' nato da un profondo senso di indignazione per l'assenza di politiche accoglienti e soluzioni concrete ai diritti dei popoli rom. I comitato si pone come luogo di aggregazione e di riflessione sui problemi che i rom in mezzo a noi devono affrontare, svolgendo al contempo una forte azione di pressione sociale e culturale nei confronti delle istituzioni e della societa' civile. Purtroppo in questi ultimi vent'anni, in Italia e in Campania, non si e' andato oltre soluzioni emergenziali e ghettizzanti per le comunita' rom, togliendo cosi' a loro la possibilita' di costruire percorsi di cittadinanza.

Alla luce degli atroci avvenimenti di Ponticelli e del decreto-sicurezza del ministro Maroni:  

il Comitato condanna:

  • Quanto avvenuto a Ponticelli e chiede che sia fatta piena luce sui rapporti tra il piano di riqualifica dell'aria di Ponticelli, gli interessi della camorra e della politica. Inoltre l'episodio del tentato rapimento della bambina napoletana da parte della ragazza rom deve essere chiarito in ogni dettaglio, visto che tutti i casi di rapimento da parte dei rom emersi sui giornali in questi anni si sono sempre rivelati delle menzogne. Mai nella storia della repubblica un rom e' stato condannato per sequestro di minore. Questo, se fosse vero, sarebbe il primo caso.
  • Ogni atteggiamento razzista e xenofobo e coloro i quali (giornali, politici e cittadini), per propri interessi, soffiano sul fuoco dell'intolleranza.
  • La scelta di voler affrontare le problematiche sociali con il ricorso a soluzioni di commissariamento.
  • La scelta del governo di inserire nel nostro ordinamento giuridico il reato di immigrazione clandestina. Questo reato, come gia' il Vaticano e l'ONU hanno dichiarato, e' inaccettabile in quanto discrimina le persone in base al luogo di nascita in evidente contrasto con la Costituzione italiana, la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e i trattati internazionali. La legge deve essere uguale per tutti indipendentemente dalla nascita e provenienza.
  • Gli sgomberi dei campi rom, senza l'individuazione di soluzioni alternative, in violazione del diritto alla casa e conseguentemente alla salute, allo studio, alla vita familiare ecc., come previsto dalla convenzione europea dei diritti umani e dalle altre norme di diritto interno e internazionale.
  • Le politiche emergenziali e ghettizzanti che non risolvono il problema dell'integrazione.

il Comitato chiede:

  • La regolarizzazione per tutti i rom che da anni vivono con noi sul nostro territorio.
  • La cancellazione dal decreto del ministro Maroni del reato di immigrazione clandestina e delle aggravanti per chi non e' regolare.
  • L'adozione di politiche non ghettizzanti o discriminanti per i popoli rom.
  • Il coinvolgimento dei rom nei tavoli in cui si decide dei loro futuro in un  processo di partecipazione dal basso.
  • Un tavolo di lavoro tra commissario per l'emergenza sicurezza e le associazioni, i comitati e i rom per progettare insieme una strategia verso una reale soluzione dei problemi che noi riteniamo essere un problema, non di sicurezza, ma di rispetto dei diritti umani.
  • Il riconoscimento e la tutela da parte dell'Italia e della UE del romanesh coma lingua antichissima da considerarsi patrimonio dell'umanita'.
  • Il risarcimento ai rom per le persecuzioni millenarie culminate nello sterminio nazista.

            Il Comitato campano con i rom - Rete Lilliput: Romanen Asunen, Sassi  Fiore,  Le donne in nero, Chi rom e chi no, Missionarie comboniane (Torre Annunziata),  Marco  Nieli-Opera nomadi, Mani Tese-Napoli, Felicetta Parisi, Annamaria di Stefano, Padri  Alex  Zanotelli, Domenico Pizzuti, Giovanni Fantola, Acli (Arenella), Consiglia  Gianniello, Raffaella La Cava. 
 
Aderiscono:

  • G.I.M. (Giovani Impegno Missionario)-Napoli

 

 
Di Fabrizio (del 10/06/2008 @ 12:07:45, in Italia, visitato 1924 volte)

COMUNICATO STAMPA

12 GIUGNO ORE 12. LE ASSOCIAZIONI ROM PROMUOVONO UN PRESIDIO CON CONFERENZA STAMPA DAVANTI ALLA PREFETTURA DI MILANO CONTRO I PROVVEDIMENTI DISCRIMINATORI VERSO ROM E STRANIERI

L’avvio, nei giorni scorsi, della schedatura su base etnica della popolazione rom e sinta insediata nei campi nomadi comunali e nelle aree private di Milano e Provincia da parte della Prefettura, e non di un normale e utile censimento conoscitivo, è stato accompagnato dall’indignazione e dalla protesta di numerosissimi concittadini che hanno fatto pervenire e continuano ad inviare centinaia di lettere e attestati di solidarietà e condanna.

In questo momento di grande incertezza ed apprensione per l’operato delle Istituzioni, su moltissimi cittadini si stanno infatti scaricando anche gli effetti di una profonda crisi sociale ed economica che ha allargato il divario tra ricchezza, povertà e disuguaglianze, dirottando le paure irrazionali e i problemi reali verso quei soggetti socialmente più deboli, in primis zingari e immigrati, che vengono avvertiti anche come potenziali competitori nella spartizione delle poche risorse ancora disponibili.

Eppure, il rogo dei campi rom a Napoli, le molotov contro le abitazioni dei Sinti di Pavia, i raid contro attività commerciali di extracomunitari, le sprangate a un militante gay di Roma, la sassaiola contro una madre e una bambina sinte di Brescia, l’aggressione a Rimini di una donna incinta al settimo mese, l’immigrato morto per mancanza di soccorso nel CPT di Torino, mentre le città d’Italia sono percorse da ronde di tutti i colori, sono alcune delle tante e diverse punte dello stesso violento iceberg che avvelena il nostro Paese: l’insofferenza diffusa contro il diverso, l’immigrato, lo zingaro ha assunto i connotati espliciti della xenofobia e della discriminazione razziale.

Questa nuova Italia che criminalizza per decreto la povertà, l’Italia della violenza contro gli ultimi, del pregiudizio elevato a verità (gli zingari rubano i bambini), della giustizia fai da te dovrebbe invece far riflettere sul lungo decorso della malattia della nostra società e sulle preoccupanti prospettive del suo futuro.

Il silenzio verso le ingiustizie però, può facilmente rendersi complice di chi inneggia quotidianamente, anche all’interno delle sedi istituzionali, all’odio etnico o persegue il fine di considerare e trattare con strumenti e regole eccezionali e umilianti particolari “categorie” di cittadini.

Contro tutto questo vi è stata una pronta e composta reazione civile che comprende persone di ogni età e condizione sociale, forse inaspettata, certamente non scontata.

L’angoscia che ci prende di fronte a questo scenario ci riporta, come tante delle persone che ci hanno scritto, alla memoria del passato, ma soprattutto ci pesa vedere il volto vile di un paese profondamente malato.

Coloro che aizzano i cani, lanciano molotov e sassi, percorrono in ronde minacciose le città, i sindaci che annunciano nei cartelloni luminosi dei loro borghi che “i clandestini possono stuprare i tuoi figli” sono il volto più vile di chi non è capace di guardare al male che porta dentro di sé, di chi rifiuta di affrontare la camorra che a Napoli controlla i rifiuti e organizza i roghi dei campi rom, la mafia che controlla la vita e il voto dei siciliani, la'ndrangheta che non solo è padrona del territorio calabrese ma di interi quartieri di città come Milano.

Noi riteniamo indispensabile che nel territorio milanese e della provincia, che con il rogo delle tende di Opera ha inaugurato la caccia al rom e la sua contropartita politica, ci sia una risposta di mobilitazione contro questa degenerazione.

Un percorso da costruire insieme con tutti coloro - forze politiche e sociali, cittadini, senza pregiudizi di schieramento - che ritengono necessario riportare il dialogo nelle realtà concrete del malessere, non lasciare soli gli esclusi, confrontarsi con le radici del disagio sociale e insieme costruire le ragioni e i valori di una cittadinanza per tutti che considera la legge uguale per tutti e protegge chi cerca accoglienza e dignità.

Opera Nomadi, OsservAzione, Comitato rom e Sinti insieme, Romanodrom

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