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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 04/05/2024 @ 08:42:24, in Italia, visitato 613 volte)

Protocollo n. 06/08/pn - li 31/5/2008 Comunicato Stampa

Il sottosegretario, Alfredo Mantovano, di Alleanza Nazionale, in una intervista al quotidiano Il Tempo ha dichiarato: "Come dimostrano i numeri e la realtà sociologica i rom sono una etnia connessa con un certo tipo di reati. Furti, rapine, per arrivare, come nel caso di Ponticelli, anche al sequestro di persona". 

Il sottosegretario Alfredo Mantovano, in particolare per la sua funzione nel Governo dello Stato Italiano, dovrebbe conoscere che la responsabile penale è individuale e non collettiva o di etnia? 

Le dichiarazioni del sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano sono gravissime e violano la legge, norme e principi fondanti della legalità e dei diritti.

Sono un Rom e non ha mai rubato, né rapinato qualcuno, ne sequestrato alcuna cosa o persona, e come me moltissime persone Rom e Sinte non hanno mai commesso nessuno di tali reati, pertanto le dichiarazioni generalizzate all’etnia rom del sottosegretario SONO FALSE.

A nome personale quale appartenente alla minoranza Rom, e quale legale rappresentante della Federazione Rom e Sinti insieme, contesto con indignazione le dichiarazioni, impregnate di discriminazione razziale verso le minoranze Rom e Sinte, del sottosegretario dell’Interno Alfredo Mantovano al quotidiano Il Tempo.

A nome personale quale appartenente alla minoranza Rom, e quale legale rappresentante della Federazione Rom e Sinti insieme chiederò alle Istituzioni preposte la tutela delle minoranze Rom e Sinte nel rispetto delle leggi per le dichiarazioni del sottosegretario Alfredo Mantovano al quotidiano Il Tempo.

Nazzareno Guarnieri - Presidente federazione rom e sinti insieme

Federazione Rom e Sinti Insieme

Sede legale: Via Fanfulla da Lodi, n. 5 - 00167 Roma – C.F. 97510400589  

Cellulare: 3277393570 - email: federazioneromsinti@yahoo.it  

 
Di Fabrizio (del 04/05/2024 @ 08:42:24, in Italia, visitato 610 volte)

Protocollo n. 06/08/pn - li 31/5/2008 Comunicato Stampa

Il sottosegretario, Alfredo Mantovano, di Alleanza Nazionale, in una intervista al quotidiano Il Tempo ha dichiarato: "Come dimostrano i numeri e la realtà sociologica i rom sono una etnia connessa con un certo tipo di reati. Furti, rapine, per arrivare, come nel caso di Ponticelli, anche al sequestro di persona". 

Il sottosegretario Alfredo Mantovano, in particolare per la sua funzione nel Governo dello Stato Italiano, dovrebbe conoscere che la responsabile penale è individuale e non collettiva o di etnia? 

Le dichiarazioni del sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano sono gravissime e violano la legge, norme e principi fondanti della legalità e dei diritti.

Sono un Rom e non ha mai rubato, né rapinato qualcuno, ne sequestrato alcuna cosa o persona, e come me moltissime persone Rom e Sinte non hanno mai commesso nessuno di tali reati, pertanto le dichiarazioni generalizzate all’etnia rom del sottosegretario SONO FALSE.

A nome personale quale appartenente alla minoranza Rom, e quale legale rappresentante della Federazione Rom e Sinti insieme, contesto con indignazione le dichiarazioni, impregnate di discriminazione razziale verso le minoranze Rom e Sinte, del sottosegretario dell’Interno Alfredo Mantovano al quotidiano Il Tempo.

A nome personale quale appartenente alla minoranza Rom, e quale legale rappresentante della Federazione Rom e Sinti insieme chiederò alle Istituzioni preposte la tutela delle minoranze Rom e Sinte nel rispetto delle leggi per le dichiarazioni del sottosegretario Alfredo Mantovano al quotidiano Il Tempo.

Nazzareno Guarnieri - Presidente federazione rom e sinti insieme

Federazione Rom e Sinti Insieme

Sede legale: Via Fanfulla da Lodi, n. 5 - 00167 Roma – C.F. 97510400589  

Cellulare: 3277393570 - email: federazioneromsinti@yahoo.it  

 
Di Fabrizio (del 06/01/2008 @ 09:02:11, in Italia, visitato 2426 volte)

Ricevo da Marco Brazzoduro

Roma, 4 gennaio 2008. Ieri notte, intorno alle 22, un violento incendio è scoppiato all'interno dei due capannoni della ex Mira Lanza (ognuno di circa 500 metri quadrati), nel quartiere Marconi, all'interno del quale trovavano rifugio oltre 250 rrom, in condizioni difficilissime. Il rogo è divampato improvvisamente e si è diffuso con rapidità inaudita nei capannoni dello stabilimento fatiscente. Alcuni dei rrom hanno notato subito le fiamme e hanno dato l'allarme, consentendo a tutte le famiglie, di cui fanno parte oltre 100 bambini, di mettersi in salvo. L'incendio è di natura dolosa, perché è scoppiato contemporaneamente nei due capannoni, che distano decine di metri l'uno dall'altro. Non vi è possibilità che le fiamme divampate nel primo capannone possano aver attaccato il secondo. La velocità di diffusione del fuoco e l'altezza delle fiamme sono inoltre caratteristiche degli attentati con bombe molotov. I sopravvissuti al rogo hanno riferito alle autorità di un attacco incendiario. La stampa online non fa riferimento né all'evidenza di un rogo anomalo (doloso), sviluppatosi contemporaneamente in due sedi diverse e non attigue, né alle testimonianze in tal senso (eccettuato "Il Velino", diretto da Daniele Capezzone, che riporta con esattezza l'evento). La presenza di bombole del gas all'interno dei capannoni rivela che gli attentatori razziali avevano intenzione di provocare una strage. Le famiglie rrom sono state trasferite nei padiglioni della ex Fiera di Roma, da dove però - è già stato annunciato - saranno presto allontanate. Le indagini sono in corso, ma l'esperienza ci insegna che difficilmente faranno luce sulle cause - senza dubbio dolose - dell'incendio. Roberto Malini

Aggiungo : mi sono recato sul posto e ho interrogato i rom. Riferiscono di aver visto due individui su un motociclo avvicinarsi alla ex fabbrica e lanciare le molotov
Marco Brazzoduro

 
Di Fabrizio (del 10/01/2008 @ 09:35:53, in Italia, visitato 2184 volte)

Da Vita.it

di Sara De Carli (s.decarli@vita.it)

Si terrà a Roma, il 22 e il 23 gennaio, la prima conferenza internazionale sui Rom. Sarà promossa dal Ministero dell'Interno e si svolgerà presso la Scuola Superiore dell'Amministrazione dell'Interno, in via Veientiana. A riportarlo è il sito Amalipe Romano, Amicizia Rom.
La Conferenza è in gestazione da mesi, visto che già il primo ottobre il professore Alexian Santino Spinelli aveva riferito a Vita di un primo incontro organizzativo per questo evento, ed è poi stata annunciata ufficialmente da Amato il 6 novembre, al termine di un incontro col vice segretario generale del Consiglio d'Europa, Maud de Boer Buquicchio.

Alla Conferenza parteciperanno Thomas Hammarberg, commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa; Dana Varga, consigliera personale del primo ministro rumeno per la problematica dei Rom; Maud de Boer Buquicchio, Vice segretario generale del Consiglio d'Europa.
Claudio Marta, dell'Università Orientale di Napoli, farà una ricorstruzione storica della presenza di Rom e Sinti in Italia, mentre Renato Mannheimer presenterà una nuova ricerca. Nel pomeriggio del 22 ci sarà una tavaola rotonda con diversi politici locali (da Formigoni a Chiamparino, dal prefetto Mosca al prefetto Pansa), con Rosy Bindi e Marcella Lucidi.

Il 23 sarà dedicato al dialogo con la società civile, sulle tre aree fondamentali di Casa, Scuola, Lavoro. Ci saranno Opera Nomadi, Sant'Egidio, Aizo, Unirsi, Sucar Drom, Gruppo specialisti Rom, Comunità di Capodarco, Centro studi zingari, Caritas e Arci Nazionale. Dopo uno sguardo europeo, chiuderanno i lavori il ministro Ferrero e il ministro Amato.

 
Di Fabrizio (del 21/01/2008 @ 09:13:18, in Italia, visitato 2059 volte)

GIORNATA DELLA MEMORIA
LO STERMINIO NAZISTA DEL POPOLO ROM


Sabato 26/01 ore 21.00
Presso il circolo ArciBlob via Casati 31, Arcore
incontro con Dijana Pavlovic
attivista per i diritti del popolo rom
membro del comitato "Rom e Sinti insieme"
http://comitatoromsinti.blogspot.com//

ingresso con tessera Arci

lettura di testimonianze di rom e sinti sopravvissuti allo sterminio, video e mostra fotografica

info@arciblob.it
www.arciblob.it

 
Di Fabrizio (del 21/01/2008 @ 16:11:29, in Italia, visitato 1845 volte)

Da Vita

di Sara De Carli (s.decarli@vita.it)

21/01/2008

Apre domani a Roma la Conferenza europea sulla popolazione rom. Una "prima volta" per l'Italia, un evento di cui si parla dall'estate scorsa e che nel corso dei mesi si è caricato tanto di attese quanto dei toni dell'emergenza.

Cristina De Luca (sottosegretario alla Solidarietà sociale) la presenta come una Conferenza che avrà sì un focus sulla Romania, «ma che mira a tenere assieme tutti gli aspetti e a riunire tutti gli attori, perché non c'è sicurezza senza integrazione. Ci aspettiamo anche indicazioni concrete per capire dove investire più risorse». Marcella Lucidi (sottosegretario all'Interno) spiega che individuare rappresentanti rom non è facile, ma precisa che «la Conferenza è un'occasione per fare proposte. Speriamo che questa sia la Conferenza dei fatti, non delle polemiche».

Già, perché la Conferenza è nata sotto il segno delle polemiche. È critico Massimo Converso, presidente di Opera Nomadi: «La Conferenza è prematura, inutile e demagogica: sarebbe stato meglio aspettare i dati dell'indagine promossa dal tavolo interministeriale, che entro sei mesi farà la prima rilevazione nazionale della presenza di rom e sinti». Ma come, e la ricerca che presenterà il professor Mannheimer? «Quella è solo una ricerca sugli atteggiamenti razzisti degli italiani nei confronti dei rom, nulla che non sappiamo già». Critico era stato anche Carlo Berini, membro di Sucar Drom e del coordinamento Rom e sinti insieme: il punto più caldo era quello della scarsa partecipazione di rom e sinti. Sapete infatti quanti rom sono stati invitati? Cinque. Ci saranno Dana Varga, consigliere personale del primo ministro romeno per i rom; Rudko Kawczynski, presidente del Forum europeo rom e camminanti; Andrzej Mirga, dell'Osce; Alexian Santino Spinelli, docente universitario e musicista, che presenterà una mostra sul porrajmos e Ceija Stojka, reduce di Auschwitz. Certo, ci saranno i membri delle associazioni impegnate contro la discriminazione dei rom (sia rom che non), che parteciperanno ai panel su scuola, casa e diritti, ma interventi di rom da programma non sono previsti nelle tavole rotonde, dove il dibattito sarà più concreto: quella con governatori, sindaci e prefetti (con Gad Lerner) e quella di respiro europeo (con Gianni Riotta).

Carlo Berini tuttavia, dopo l'intervista alla Lucidi pubblicata su Vita, ha ridimensionato i suoi dubbi, convinto anche dal fatto il Consiglio d'Europa – che in un primo momento voleva disertare l'evento – ha aderito nella persona di Alexander Vladychenko. Per don Massimo Mapelli, della Casa della Carità, la Conferenza sarà l'occasione «per uscire dalla logica dell'emergenza. Fondamentale in questo senso la presenza di personalità europee», mentre per Carla Osella, presidente di Aizo, bisognerà «evitare di focalizzarsi solo su rom romeni e sicurezza». Per lei l'obiettivo sono i nuovi fondi per i progetti promossi dal ministero della Solidarietà sociale (già stanziati 5 milioni di euro) e il riconoscimento dei rom come minoranza etnica. A rassicurare tutti sono i sottosegretari coinvolti. Entusiasti gli intellettuali rom e sinti: Eva Rizzin, di OsservAzione, dottore di ricerca in geopolitica e geostrategia e Alexian Santino Spinelli vedono nella Conferenza la prima occasione data dal Governo per una reale partecipazione dei rom e sinti. Resta critico invece Radames Gabrielli, presidente di Nevo Drom: «il Governo non ci interpella perché vuole trovare solamente dei Sinti e Rom che abbiano una laurea o un diploma. Rari da trovare per svariati motivi». Lui ha la quinta elementare, precisa, ma è presidente di un'associazione fatta dagli stessi rom e sinti. Perché lui a Roma non è stato invitato?

Segui il dibattito su Vita:
Conferenza sui rom: Marcella Lucidi risponde alle polemiche
Conferenza sui Rom: le associazioni ora promuovono il Governo
Conferenza su Rom: vengo anch'io, che ho la V elementare
Rom in Italia: un report critico spedito alle Nazioni Unite

 
Di Fabrizio (del 23/01/2008 @ 10:02:14, in Italia, visitato 2571 volte)

Ti inoltro questa iniziativa promossa da un’associazione della mia città, con preghiera di diffusione. Isabella.

In occasione della "Giornata della memoria", venerdì 25 gennaio, l'Associazione don Nesi/Corea in collaborazione con la Circoscrizione 1 del Comune di Livorno, promuove presso la sede in Largo Nesi 9 a Livorno, una serata per ricordare il "Porrajmos", lo sterminio subito dai rom nei lager nazisti durante la seconda guerra mondiale (500.000 le vittime), e per discutere e confrontarsi sulle condizioni di questo popolo oggi.
Rom, Sinti, Camminanti. Popoli perseguitati, osteggiati, dimenticati, demonizzati. Ieri ed oggi. Come dimostra anche la recente tragedia dell'11 agosto scorso a Livorno, quando 4 bambini hanno perso la vita. Un episodio che ci interroga sulla nostra capacità di accoglienza, ospitalità, accettazione ed incontro con l'altro, e sull'attualità di essere una città interculturale e multietnica in continuità con la nostra storia e tradizione.
Ma i dubbi e gli interrogativi riguardano tutta la nostra società, il nostro mondo e la nostra capacità di relazionarci e di costruire pratiche di vita quotidiana.
Riflettendo quanto siano in agguato i veleni di una antropologia del disprezzo e il rischio di una disumanizzazione di massa nei confronti dell'altro. Ed il rapporto con i rom ne è un sensibilissimo indicatore, è una sorta di cartina di tornasole del livello della nostra società e delle nostre relazioni disumane. E forse anche da questo rapporto misureremo il livello della nostra degradazione o della nostra residua umanità.

Il programma della serata sarà così articolato:
. alle 21,30 ci sarà la proiezione di video-documentari sulla persecuzione e sullo sterminio dei rom da parte del nazismo e le testimonianze di storici e sopravvissuti.
. alle 22,30 seguirà un incontro aperto, riflessioni e confronti sull'accoglienza oggi dei rom sul nostro territorio. Sono previsti interventi e testimonianze di alcuni operatori della Comunità di Sant'Egidio, della Caritas, dei Salesiani e di Sergio Bontempelli dell'Associazione Africa Insieme di Pisa.
Tutta la cittadinanza è invitata ed ogni contributo è gradito.

 
Di Fabrizio (del 24/01/2008 @ 09:15:47, in Italia, visitato 2731 volte)

Patrocinio del comune di Buccinasco

Associazione Nazionale Partigiani d’Italia -Sezione “Fulvio Formenti” – Buccinasco

In collaborazione con:
ANED - Associazione Nazionale ex Deportati Politici nei campi di sterminio

1 FEBBRAIO 2008 – ORE 21.00

LA DEPORTAZIONE

VISTA CON GLI OCCHI DELLE DONNE
Proiezione del documentario:
“LE ROSE DI RAVENSBRÜCK”

Interventi:
Giovanna Massariello (Consigliera A.N.E.D. e docente universitaria)

Nori Brambilla Pesce (Vicepresidente A.N.P.I. Milano e deportata)

Dijana Pavlovic (Mediatrice culturale Rom)


CASCINA ROBBIOLO - via Aldo Moro, 7

L’Assessore alla Cultura Mario Arrigoni

 Il Sindaco  Loris Cereda

www.comune.buccinasco.mi.it

 anpi.buccinasco@libero.it

 
Di Fabrizio (del 24/01/2008 @ 09:24:46, in Italia, visitato 2660 volte)

ANPI SEZIONI: LORENTEGGIO/GIAMBELLINO – BARONA - P.TA GENOVA - CORSICO

La Sinistra Zona 6
in collaborazione con tutte le associazioni democratiche
e le agenzie educative del territorio
26 gennaio 2007 ore 15,30
Giornata della memoria in zona 6

Il 27 gennaio, dal luglio del 2000, è la giornata della Memoria. Il nostro paese, mai come oggi, ha bisogno di ritrovare la sua memoria. L’Olocausto è stato, con la guerra, il più drammatico fatto del 1900. Ci ritroviamo per ricordare le donne e gli uomini mandati a centinaia di migliaia a morire in camere a gas con l’unica colpa di essere diversi dalla maggioranza al potere. La memoria serve a ricordare che la paura genera morte e sofferenza e che interi popoli non possono essere giudicati. Ai deportati, oltre il timbro tatuaggio, veniva assegnato un triangolo che ne identificava la categoria da eliminare. Uno dei triangoli meno conosciuti è:
-
IL TRIANGOLO MARRONE: deportati zingari
Porajmos: letteralmente devastazione. E’ questo il termine usato dalle genti rom per indicare il tentativo del regime nazista di sterminare gli zingari. In Italia gli
zingari chiamano se stessi con due nomi: ROM (centro e sud) e SINTI (nord), il cui significato è uomini contrapposto a GAGGIO’ i non-uomini, cioè gli stranieri, ma significa anche sempliciotti, paurosi. I Rom considerano i Sinti gagè perché il sistema di vita di questi ultimi è basato sul viaggiare e sullo spostarsi
continuamente, mentre i Rom sono più sedentari.
Perché non si ripetano gli orrori del passato, affrontiamo insieme i pericoli presenti.

Interventi:
Ernesto Rossi, ASS. AVEN AMENTZA – UNIONE ROM E SINTI
Maurizio Pagani e Giorgio Bezzecchi, OPERA NOMADI

Ci vediamo in via degli Anemoni 6
buffet, documenti e riviste

 
Di Fabrizio (del 31/01/2008 @ 20:48:44, in Italia, visitato 3089 volte)

Ricevo da Marco Brazzoduro:

Nei giorni 22 e 23 gennaio si è svolta la Conferenza Europea sulle Popolazioni rrom e sinte organizzata dai Ministri dell’Intermo e della Solidarietà Sociale. L’iniziativa ha registrato un successo superiore alle attesa in ragione della folta partecipazione di rrom e sinti di fronte a sindaci, governatori regionali, sottosegretari, ministri della repubblica, rappresentanti di istituzioni europee, ministri esteri. Si è trattato del primo incontro con respiro internazionale sul suolo italiano in cui ai rrom e sinti è stata offerta l’opportunità di prendere la parola ed esplicitare esigenze e attese rispetto a una situazione obiettiva che è una delle più degradate e emarginate d’Europa a causa della sistematica violazione di diritti primari e della negazione delle più elementari spettanze di cittadinanza sociale. I rrom hanno dimostrato in questa “solenne” occasione di sapersi autorappresentare dimostrando una forte volontà a proseguire nel processo di costituzione di propri organismi nazionali in grado d’interloquire con le autorità pubbliche.

Tuttavia questo evento positivo, che si spera non rimanga un bel gesto isolato ma preluda a un cambiamento di rotta, rimane in aperta e patente contraddizione con l’incapacità da parte delle istituzioni di offrire un riconoscimento giuridico a rrom stranieri in Italia da decenni, e pertanto di fatto appartenenti alla nostra comunità, cui non solo non è riconosciuto l’accesso alla cittadinanza ma è rifiutato anche il permesso di soggiorno. I rrom e i sinti italiani d’altra parte, alcuni dei quali (kalderasha e sinti giostrai) sono gli unici a praticare sia pure parzialmente il nomadismo, vengono sottoposti a pressioni e vessazioni di ogni tipo nonostante il riconoscimento legislativo del diritto al nomadismo (cfr. legge Corona sullo spettacolo viaggiante).

Le autorità presenti all’incontro hanno manifestato una apprezzabile convergenza nell’ammettere il ritardo dello Stato italiano nel predisporre adeguate politiche sociali e di partecipazione delle comunità rrom e sinte.

Il risultato complessivo e il clima instauratosi lasciava sperare che la questione dei rrom non si configurasse più come solo un mero problema di ordine pubblico e malintesa sicurezza, come è avvenuto durante il corso del 2007 con sgomberi indiscriminati sia di miserabili insediamenti informali sia di veri e propri campi attrezzati.

A meno di una settimana dalla conferenza, il 29 gennaio alle 7.00 del mattino si è presentato un massiccio numero di agenti di PS nel campo sosta di Saxa Rubra, dove era stata indirizzata dalle autorità comunali la comunità dei rrom kalderasha proveniente dall’area dell’ex Foro Boario in cui si era stabilita fin dal 1993. L’allontanamento forzato dall’area è avvenuto senza alcun preavviso e senza alcuna delle giustificazioni avanzate a fondamento degli sgomberi degli insediamenti dei rrom stranieri. I kalderasha sono tutti cittadini italiani per cui nei loro confronti non vale l’accusa di essere clandestini. Inoltre l’area era stata occupata non indebitamente in quanto suggerita dalla stessa amministrazione comunale. Anche l’eventuale accusa di degrado non avrebbe senso alcuno dal momento che i campi e le roulottes dei kalderasha sono universalmente conosciute per il lindore, la pulizia, l’ordine con cui sono amorevolmente curate. Inoltre non era possibile neppure avanzare il pretesto della crescita incontrollata dell’insediamento in quanto il numero delle roulottes si era nel tempo ridotto.

I rrom kalderasha quando si trovavano al Foro Boario erano perfettamente integrati non solo con gli abitanti del territorio, ma anche con i numerosi soggetti che nel tempo erano stati ospitati in quello spazio che è stato uno dei laboratori sociali più importanti d’Europa degli ultimi decenni. Il centro sociale “Villaggio globale”, la radio “Spazio Aperto”, l’associazione “Stalker-Osservatorio nomade”, l’associazione “Senza Confine” nella quale aveva militato Dino Frisullo, al quale hanno intitolato il piazzale, mostrando però di non tenere in alcun conto la sua testimonianza di solidarietà con migranti e rrom. Sin dal 2003 l’Assessorato alle politiche sociali (Franco Alvaro, Enrico Serpieri) aveva promesso di trovare un’area nella quale potessero essere adeguatamente ospitate le 40 famiglie nel caso di dover lasciare l’area per le trasformazioni in progetto che riguardavano anche l’università di Roma Tre. Il portavoce della comunità si era impegnato per lungo tempo a trovare aree adatte ed ogni volta a comunicarle al Comune, ma sempre senza successo. Nel frattempo l’impresa “Altra Economia” era riuscita a portare avanti lavori importanti nell’area del Mattatoio restringendo lo spazio occupato dalle roulotte. Tutto si era svolto senza alcun disagio per loro. Nel marzo 2007 s’ingiunse ai Kalderash di lasciare l’area con l’indicazione di trasferirsi nel parcheggio di Saxa Rubra dove già sostavano alcuni Kalderash. Per cercare di lenire lo sradicamento imposto l’Assessorato si era impegnato a dare contributi economici per il servizio scolastico, buoni benzina per le famiglie ed un contributo di 2.000 euro a famiglia una tantum (tutte promesse mai mantenute).

La stessa università di Roma Tre ancora una volta aveva contribuito a compiere un sopruso nei confronti dei rrom. Infatti già si era adoperata a far deportare a Castel Romano i Rom di Vicolo Savini, troppo prossimi ad alcuni edifici acquistati dall’Ateneo, lo stesso che tra i suoi master ne vanta uno sull’intercultura. In pieno anno scolastico i minori di vicolo Savini, inseriti nelle scuole da anni, furono sradicati fuori dal raccordo anulare e ricoverati in tende in attesa di realizzare container, il massimo a cui può aspirare un rrom. Lo stesso è dunque avvenuto per i bambini dei Kalderash, ma avevamo comunque accettato il trasferimento confidando nelle molte promesse che erano state fatte loro.

L’anno 2007 sarà ricordato come l’anno degli sgomberi forzati perpetrati nei confronti di miserabili insediamenti informali sui greti dei fiumi o anche ai danni di veri e propri campi attrezzati che l’incuria delle istituzioni aveva abbandonato in mano della devianza anche se praticata solo una parte delle persone dei campi. I rrom romeni, ultimo flusso consistente dall’Europa dell’est, sono state soprattutto le vittime di questi sgomberi, sostenuti da una campagna mediatica, senza precedenti per ampiezza, allarmismo ingiustificato e deformazione dei fatti, sulla sicurezza. Purtroppo le amministrazioni di sinistra sono state in molti casi le promotrici di questi pogrom indiscriminati contro lavavetri e mendicanti.

13 delle 40 famiglie non accettarono lo spostamento a Saxa Rubra e restarono accampate nei pressi del Foro Boario, dimostrandosi lungimiranti rispetto a quanti avevano creduto alle promesse comunali.

Gli sgomberati da Saxa Rubra (14 roulotte, 30 adulti, 10 tra neonati e bimbi nella primissima ionfanzia, 8 minori che lo choc dello sradicamento dalle scuole di Testaccio già li aveva portati ad un disagio pronunciato nelle nuove scuole, 6 anziani malati ed una disabile, un ricoverato in gravi condizioni al Policlinico Gemelli, sono stati costretti a trovare rifugio temporaneo presso il terreno di un privato che però ha preteso la promessa a non restare che per qualche giorno.

Tutto ciò viola i principi espressi chiaramente nelle stesse leggi regionali, nelle quali si riconosce il diritto al nomadismo, ma senza la precisa garanzia di aree di sosta e di transito di fatto s’impedisce la possibilità di ogni tradizionale attività economica come quella dei Kalderah o quella dei Sinti giostrai. Solo con aree di sosta non precarie è possibile conciliare nomadismo e diritti alla salute e allo studio.

Aldo Hudorovic, rrom Kalderash, vice presidente dell’associazione UNIRSI (Unione nazionale e internazionale Rom-Sinti in Italia)
Bruno Nicolini (Centro Studi Zingari)
Marco Brazzoduro (docente di “Politiche sociali”, Università di Roma “La Sapienza”)
Roberto De Angelis (docente di “Sociologia urbana”, Università di Roma “La Sapienza)

Al Commissario Europeo per i Diritti Umani, Thomas Hammarberg

Al Ministro degli Affari Interni, Giuliano Amato

Al Ministro della Salute, Livia Turco

Al Ministro per le Politiche della Famiglia, Rosy Bindi

Al Ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero

Al Presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo

Al Presidente della Provincia di Roma, Enrico Gasbarra

Al Sindaco di Roma, Walter Veltroni

All’Assessore alle Politiche Sociali e Sanitarie, Raffaella Milano

Al Prefetto di Roma, Carlo Mosca

Al membro italiano del Comitato di Esperti su Rom e Viaggianti del Consiglio d’Europa, Claudio Marta

 

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