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Attentato razzista a Roma: 250 rrom hanno rischiato di essere bruciati vivi
Di Fabrizio (del 06/01/2008 @ 09:02:11, in Italia, visitato 2415 volte)

Ricevo da Marco Brazzoduro

Roma, 4 gennaio 2008. Ieri notte, intorno alle 22, un violento incendio è scoppiato all'interno dei due capannoni della ex Mira Lanza (ognuno di circa 500 metri quadrati), nel quartiere Marconi, all'interno del quale trovavano rifugio oltre 250 rrom, in condizioni difficilissime. Il rogo è divampato improvvisamente e si è diffuso con rapidità inaudita nei capannoni dello stabilimento fatiscente. Alcuni dei rrom hanno notato subito le fiamme e hanno dato l'allarme, consentendo a tutte le famiglie, di cui fanno parte oltre 100 bambini, di mettersi in salvo. L'incendio è di natura dolosa, perché è scoppiato contemporaneamente nei due capannoni, che distano decine di metri l'uno dall'altro. Non vi è possibilità che le fiamme divampate nel primo capannone possano aver attaccato il secondo. La velocità di diffusione del fuoco e l'altezza delle fiamme sono inoltre caratteristiche degli attentati con bombe molotov. I sopravvissuti al rogo hanno riferito alle autorità di un attacco incendiario. La stampa online non fa riferimento né all'evidenza di un rogo anomalo (doloso), sviluppatosi contemporaneamente in due sedi diverse e non attigue, né alle testimonianze in tal senso (eccettuato "Il Velino", diretto da Daniele Capezzone, che riporta con esattezza l'evento). La presenza di bombole del gas all'interno dei capannoni rivela che gli attentatori razziali avevano intenzione di provocare una strage. Le famiglie rrom sono state trasferite nei padiglioni della ex Fiera di Roma, da dove però - è già stato annunciato - saranno presto allontanate. Le indagini sono in corso, ma l'esperienza ci insegna che difficilmente faranno luce sulle cause - senza dubbio dolose - dell'incendio. Roberto Malini

Aggiungo : mi sono recato sul posto e ho interrogato i rom. Riferiscono di aver visto due individui su un motociclo avvicinarsi alla ex fabbrica e lanciare le molotov
Marco Brazzoduro