Rom e Sinti da tutto il mondo

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\\ Mahalla : VAI : Europa (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 19/01/2013 @ 09:02:30, in Europa, visitato 3061 volte)

Bakhtale ROMensa - di Serena Raggi

Ieri, 11 gennaio 2013, ho passato la giornata con Mariella Mehr, scrittrice e poetessa Jenisch, Svizzera.
Scriverò di seguito ciò di cui abbiamo parlato, della sua vita, il suo scrivere, la sua storia.
La Consapevolezza che ho acquisito dopo questo preziosissimo incontro, mi ha portata a farmi tante domande, domande difficili che mi hanno messa di fronte ad una in particolare:

"Cosa ha veramente senso in questa vita?" .

Ha senso conservare la Storia e la Memoria, ha senso Comprendere che si può essere italiani, svizzeri, spagnoli, rom, ebrei, ... ed essere una cosa sola: Umani.
Con una storia comune, La Storia.
Ha senso impegnarmi per fare in modo che Mariella Mehr e tutte le marielle mehr che hanno vissuto la Storia non vengano scordate ma assimilate per andare a completare la Nostra Identità. La mia e la tua. E starci male, ma sentirsi cresciuti, diversi, io così mi sento, ha senso assimilare tutto, Sapere e conservare, per essere Persone con una Identità forte, forti di quello che siamo.
Sapendo chi e cosa ci ha portati ad essere noi, oggi. Senza passare su questo mondo come dei vestiti vuoti.

La Storia ci insegna che ci sono dei grandi fardelli da portare, Mariella Mehr mi ha fatto partecipe del suo e io non voglio fare altro se non spartire questo peso, un immenso dono, dono e fardello, fattomi da questa donna incredibile.

Le mie ricerche su di lei sono iniziate qualche mese fa, quando quasi casualmente ho assistito ad uno spettacolo teatrale che parlava proprio della sua vita.
Da allora ho letto le sue poesie, ho deciso di fare la mia tesi su di lei e sono andata a conoscerla.
Mariella Mehr nei suoi libri denuncia ciò che è stato in Svizzera tra il 1926 e il 1974: fu vittima dell'"Opera di soccorso dei bambini di strada", della Pro Juventute, passando 24 anni della sua vita, dai 5 anni (quando fu strappata alla madre) in poi, in istituti psichiatrici, collegi, subendo elettroshock, esperimenti medici e psichiatrici, violenze e abusi, un figlio preso e fatto adottare da estranei e la sterilizzazione.
La Svizzera, neutrale alla guerra ma non all'eugenetica, ha cercato di estirpare le 'razze inferiori' e purificare il sangue della nazione, esattamente come altri paesi a tutti noti.
Mariella Mehr è sopravvissuta a tutto questo, è stata attivista politica e, da sempre, scrittrice.

''Spesso canta il lupo nel mio sangue
e allora l'anima mia si apre
in una lingua stranier
a.''

La figura del lupo torna molto spesso nelle poesie di Mariella Mehr. La simbologia del lupo, comunemente usata, è il pericolo, una visione funesta. Ma per Lei, cosa significa?
Il lupo è solo, è Solitudine, e tante solitudini fanno il suo branco e così io mi sento.
Sola e accomunata nella solitudine con altre persone sole.
Il lupo aggredisce se è attaccato e cosi faccio io... in Cecoslovacchia ho avuto degli incontri ravvicinati con questo animale e anche qui dove vivo adesso ci sono lupi... per gli uomini non sono un problema... al contrario gli uomini sono un guaio per loro... io ho paura della gente, ma di un lupo o delle bestie mai.

Questo sentire fa parte anche della sua 'diversità'? Come vive, oggi, la sua identità di Donna Jenisch?
La mia famiglia viene dalla Polonia, dopo la Pro Juventute ho fatto ricerche con uno storico per l'albero genealogico e i miei avi non si sa se siano Ebrei o Rom... sono un essere umano, parlo 6 lingue correntemente, tra le quali il Romanes. Ma mi considero semplicemente un essere umano.
Nel corso del 1800 entrò molta gente in Svizzera: Ebrei, Rom, Polacchi, Lovari, gente che voleva lavorare... questa gente è stata chiamata Jenisch dagli svizzeri, ed è una parola che deriva dal greco e vuole dire 'doppia faccia", come i doppiogiochisti e quindi anche questo è un termine dispregiativo e creato da altri (come il termine 'zingari'), entrato in uso comune per indicare 'lo straniero'.

A quei tempi, durante i pogrom contro gli Ebrei, questi hanno cambiato i documenti e comprato quelli dei Rom... viceversa i Rom hanno comprato documenti Ebrei per entrare in Svizzera, cambiando identità per sopravvivere, a seconda delle necessità del momento: questo è un piccolo esempio per far capire che tutte le genti si sono mescolate... e Jenisch quindi sono semplicemente PERSONE che hanno subito delle persecuzioni.
La cosa piu' grave dei Rom, che tengo molto a dire, è che sono suddivisi in clan e a volte si fanno addirittura la lotta tra di loro... e così facendo non sopravviveranno a lungo... bisogna essere uniti perché siamo tutte persone, e il nostro sangue si mescola continuamente. Questo per non categorizzare troppo, io parlo di PERSONE, di UMANI, che hanno subito queste cose che io denuncio e racconto nei miei libri.

Dopo l'uscita dei Suoi scritti, ha notato un maggiore interesse verso questi argomenti? La gente vuole sapere questa parte di Storia? oppure in Svizzera è come in Italia?
Nei libri di scuola ancora oggi, sia in Italia che in Svizzera, non è citato alcun Rom perseguitato né omosessuale né malato di mente. Perchè queste persone ancora oggi sono delle persone di serie B, persone che non si vogliono considerare. E i miei libri purtroppo sono serviti a poco.

Oltre a Lei, altre persone sopravvissute hanno saputo impegnarsi per l'informazione e la politica dei diritti?
Io ho subito a 5 anni elettroshock, a 9 cure di insulina, a 16 anni ancora elettroshock, a 18 carcere perché avevo fatto un bambino con un uomo mezzo Rom e mezzo Ebreo... non ho fatto mai niente di male per meritarmelo, ti giuro!
E gli altri che hanno subito queste cose sono praticamente tutti kaput, morti... i pochi ancora vivi sono alcolisti, o gente che non é più capace di vivere in questa società.
Bisogna sopravvivere sia fisicamente che mentalmente... per fortuna ho trovato la Letteratura e le parole giuste per iniziare a scrivere, e questo mi ha salvata.
A 15 anni ho scritto la mia prima poesia, "L"uccello blu", (parlava di un uccello che avevo avvistato, una specie che di solito vola sul mare e solo io lo avevo visto) in quel periodo, come la maggior parte della mia vita, ero in una casa psichiatrica.
Io ero un corpo per gli esperimenti, sai? non solo le menti erano soggette a queste cose ma anche i corpi: io sono praticamente ceca a seguito di 5 interventi sperimentali effettuati da un medico non riconosciuto... la Pro Juventute ha lasciato molte tracce.

Ma in quegli anni ('26-'74), in Svizzera, la gente comune sapeva? i cittadini erano a conoscenza di ciò che succedeva nelle loro città, nei vari istituti, eccetera?
Naturalmente la gente sapeva.
Ma era stata fatta una enorme propaganda, la gente VUOLE credere nel bene, e la Pro Juventute si vendeva come un'organizzazione che AIUTAVA i giovani... in Svizzera non era così evidente come il fascismo in Italia o il nazismo in Germania... ma la gente voleva credere nel bene e si autoconvinceva.

Come iniziò a leggere, per poi scrivere?
Quando ero piccola, a 12 anni ero in un istituto... in questo istituto le suore avevano una enorme e fornitissima biblioteca ma era per loro, non per noi, e la tenevano chiusa a chiave.
Allora io un giorno ho rubato questa chiave e sono andata in città a farne una copia. E di notte andavo e prendevo una manciata di libri a caso, al buio, e invece di dormire stavo sotto le coperte con la lampada a leggere... Goethe, Sartre... .non ho capito niente, ero una bambina, ma tutto era stampato nella mia testa, ho memorizzato nella mia mente e capito anni dopo.
Così ho iniziato a leggere leggere leggere, avevo Fame di Letteratura, ed era più forte della fame normale. Questo mi ha fatto andare avanti, leggere. E poi iniziare a trovare le parole giuste per scrivere, e sopravvivere a tutta quella follìa.

A quei tempi, io non sapevo ancora CHI SONO, questo l'ho scoperto DOPO i trattamenti della Pro Juventute.
Quando questi mi hanno detto 'vai a lavorare', a 16 anni, io sono andata... 'o vai a lavorare o ti aspetta il carcere', mi hanno detto e mi hanno mandata in una città che io non conoscevo, a Lucerna, e girando in tutti gli alberghi e negozi, nessuno voleva darmi un lavoro, ero troppo piccola. Poi per caso davanti ad un bar ho incontrato un uomo che mi ha chiesto "Senti, ma che cerchi per strada?", "Cerco un lavoro" e io avevo una faccia da ragazzo, maschio, (che ogni tanto torna ancora oggi, quando sono arrabbiata), ho potuto lavorare come bar man ma prima il capo mi ha portata dal parrucchiere per fare un taglio da uomo, poi al negozio di vestiti mi ha comprato i pantaloni, il gilet, la camicia bianca da lavoro e il giacchetto nero, naturalmente.
Poi mi ha detto: "Così puoi lavorare nel mio bar e ti chiamerai Mario'.
Ho lavorato lì un anno, poi un giorno è entrato nel bar questo uomo di 30 anni più grande che mi ha chiesto un caffè ed è stato il primo uomo a guardarmi davvero.
Dopo poco mi ha riconosciuta in quanto ragazza e io, presa dal panico, ho iniziato a piangere, avevo paura che mi facesse perdere il lavoro, avevo paura di finire in carcere...
Dopo avere scoperto della Pro Juventute questo uomo mi ha aiutata molto ed è lui il padre del mio bambino... (è poi morto in un campo di concentramento tedesco, era mezzo Rom e mezzo Ebreo)... lui mi ha aiutata molto...mi ha trovato un altro lavoro, presso una famiglia, e insieme abbiamo deciso di fare un bambino.
Per la Pro Juventute se sei incinta sei un'adulta e libera di sposarti e fare una vita e avere diritto ai servizi degli ospedali per la gestazione e il parto, ma le autorità mi hanno segnalata e fatto una ricerca attraverso l'interpol (pensa te!) trattandomi come una fuggitiva...

Un giorno alle 5 del mattino mi hanno arrestata presso la famiglia dove lavoravo, mi hanno presa a Berna e messa in una cella con un cane lupo di guardia... il cane era piu' amabile delle persone, è venuto da me senza paura e aggressività e nel tempo del carcere è stato quel mezzo lupo a salvarmi la vita.
Io ero in carcere ma non sapevo perché...in tutta la mia infanzia io non ho mai saputo chi ero né il motivo per cui mi venivano fatte queste cose...al carcere le peggio criminali mi chiedevano perché ero lì ma io non lo sapevo..allora la mia testa ha prodotto una fantasia di un qualche crimine che avessi potuto commettere, per non impazzire..e senza passare per nessun giudice io finivo in galera.
Il padre del bambino mi cercava, ma i carcerieri non mi hanno dato nessuna sua notizia e impedivano a lui di avvicinarsi, inventando bugie.
Infine ho dato alla luce questo figlio in carcere.
Secondo la legge, avevo 3 anni di galera da scontare, ma un giorno mi hanno detto "se dai tuo figlio in adozione sei libera subito, altrimenti il figlio te lo prendiamo lo stesso ma tu resti qui fino a concludere i 3 anni di carcere".
Io ero disperata, amavo mio figlio ma non sopportavo più questo carcere, che era il peggiore carcere femminile della Svizzera. Così ho firmato e sono uscita.
A Berna ho trovato un altro lavoro, ho pensato che se lavoravo la Pro Juventute mi avrebbe restituito il figliolo, invece...così non è stato e la vita di questo figlio è rovinata quanto la mia.

Mia madre è stata una delle prime donne alla quale la Pro Juventute ha strappato i figli e a sua volta mio figlio è stato uno degli ultimi strappati alla madre...tutta questa storia è un ORRORE e una VERGOGNA alla quale non si vuole credere, quando io racconto queste cose la gente non crede, pensano che io sia una folle che nel suo delirio si inventa le cose.
Eppure dopo diverse lotte gli archivi con i documenti della Pro Juentute sono stati aperti, sono documenti visibili a tutti. Ma queste cose non si vogliono sapere.

Io mi sono battuta per i diritti miei e di tutta questa gente, i diritti, non i soldi, e l'aiuto per sopravvivere a tutto questo, ma gli Jenisch della Svizzera invece volevano il silenzio su questa vergogna, volevano solo soldi, per questo sono stata più volte aggredita, una delle quali sono stata gettata da un treno in corsa...
I giornalisti volveano la Verità, qualche attivista di sinistra, qualche gente di buon cuore, ma gli Jenisch no, pochissimi volevano che la Verità venisse fuori e di conseguenza i diritti per queste donne e uomini devastati da questi trattamenti.
Per 20 anni ho fatto politica, attivismo, ma è servito a poco se non a niente... ora la gente non sa nulla di questi orrori, anche se le conseguenze ci sono tutt'ora. Abbiamo ricevuto una cifra irrisoria come risarcimento morale, due soldi in croce per una vita COMPLETAMENTE rovinata... per 24 anni vissuti nell'orrore.
E' stata tutta una farsa enorme.

Poi abbiamo interrotto l'intervista e parlato d'altro, perché "altri cinque minuti a parlare della Pro Juventute e cado a terra svenuta, mi fa troppo Male".

Mariella Mehr ha partecipato a vari festival di letteratura in Europa, vincendo diversi premi e riconoscimenti, i suoi libri sono pubblicati in diverse lingue e reperibili tramite ordine in qualsiasi libreria.

BIBLIOGRAFIA DI MARIELLA MEHR (in Italiano):
- "Steinzeit"
- "La Bambina"
- "Il Marchio"
- "Notizie dall'Esilo"
- "Accusata"
- "San Colombano e l'attesa"

 
Di Fabrizio (del 29/01/2013 @ 09:05:29, in Europa, visitato 1911 volte)

Perché molti zingari si stanno ammazzando - by Jamie Clifton - Vice.com

Zingari e viaggianti a lungo sono stati un gruppo marginalizzato. Immagino sia un punto nero di una costante imposta per anni dalla società maggioritaria. Ma le recenti modifiche alla legislazione riguardo le comunità nomadi (nel senso che da parte del governo non ci sono più posti dove insediarsi) le ha rese ancora più segregate. Un rapporto mostra che viaggianti e zingari hanno la salute significativamente peggiore di altri residenti in GB, comprese le minoranze etniche di lingua inglese. Sono anche più predisposti a soffrire di aborti spontanei, mortalità infantile dovuta a limitato accesso alle cure sanitarie... - in quanto gruppo senza fissa dimora. Il tutto è ovviamente molto deprimente.

Un'altro fattore dirompente è l'esplosione, negli ultimi cinque anni, dei tassi di abuso di droghe da parte di entrambe le comunità, mentre i suicidi sono cresciuti di sei volte rispetto al resto della popolazione britannica. Tanto le comunità zingare che quelle dei viaggianti sono piuttosto chiuse, e immagino siano riluttanti a parlarne quando si tratti di propri familiari, così su questi fatti non esiste granché informazione. Per intuito, ho interpellato Shauna Leven, dell'associazione René Cassin.

Ex residenti di Dale Farm

Hi Shauna. Puoi smentire queste statistiche sui tassi di suicidio nelle comunità viaggianti e zingare, che sarebbero sei volte superiori al resto della popolazione britannica?...
Prima di tutto, devo dire che queste statistiche riguardano i Traveller, che siano scozzesi, gallesi o irlandesi, e non i Rom di più recente arrivo. Tuttavia, tutti soffrono dello stesso tipo di discriminazione in Europa. Sfortunatamente, è difficile scendere nello specifico, perché il SSN non raccoglie dati su questi gruppi etnici, come fa invece per gli altri.

Perché non raccoglie dati statistici?
Perché non fa parte della policy del SSN. Zingari e viaggianti sono riconosciuti come minoranza etnica ma, ad esempio, la discrepanza tra la loro aspettativa di vita e quella della popolazione maggioritaria, viene per lo più ignorata. Se si assistesse allo stesso tipo di cose nella comunità, ad esempio, musulmana, di sicuro si adotterebbero delle statistiche. La nostra prima indicazione per risolvere il problema è di muoversi e compiere delle ricerche, perché questo è il primo problema.

La prima questione è: quale sarebbero le cause?
In realtà la causa di tassi di suicidio così alti dipendono da una convergenza di fattori. Il razzismo contro zingari e viaggianti viene spesso definito come l'ultima forma accettabile di razzismo in GB. Persone istruite e socialmente coscienziose non esitano ad adoperare le parole "gyp", "pikey" o altre simili, e questa ovviamente è soltanto la punta dell'iceberg. Mostra il livello di esclusione sociale in cui i Traveller sono piombati automaticamente in quanto itineranti.



Da cosa ritieni dipenda però il picco attuale?
Zingari e viaggianti sono nomadi e, sino a qualche decennio fa, il governo forniva i siti per spostare le loro carovane. Da allora il governo ha rimesso la responsabilità di individuare e mantenere questi siti ai consigli locali - che, com'è normale, sono molto più sensibili alle pressioni dei residenti. Come risultato da tempo le comunità viaggianti e zingare non hanno più accesso ad una sistemazione sicure con strutture adeguate e non possono iscriversi al SSN come residenti permanenti, quindi... non hanno accesso alle cure per il cancro al seno e la salute mentale, tra le altre.

Quindi sono obbligati a spostarsi continuamente, invece di avere un punto stabile prima di decidere se muoversi o meno.
Sì, proprio così. Non è sotto il loro controllo, e penso sia una questione chiave comprendere l'ansia e la depressione nella comunità. Voglio dire, non sono una specialista mentale, ma chiunque capirebbe che lo stress costante di essere sgomberati, o che i tuoi figli vengano allontanati da scuola, o di subire discriminazioni dirette, non può che generare ansietà. Tuttavia, è importante capire che non esiste un'unica causa - è tutto il sistema di discriminazione ed esclusione che ci ha portato a questo punto.

Pensi allora che dipenda tutto da cause esterne? Non c'è qualcosa che accade internamente e che possa aver aumentato i tassi di suicidio?... Che so - gay che fanno outing o che vogliano condurre uno stile di vita più conformato, e siano emarginati dalla comunità? O qualcosa di simile?
Credo che - per la maggior parte - dipenda da fuori. Le comunità zingare e traveller hanno una cultura comunitaria molto forte, e questa è una delle ragioni pwer cui non avere una sistemazione sicura è così traumatico per loro: significa separare le famiglie. Per quanto ne sappia, non ci sono studi sul coming out di gay tra rom e traveller, che porterebbe ad un aumento dei tassi di suicidio, ma penso che si siano iniziate ad osservare le conseguenze delle rotture di matrimoni che portano ad autolesionismo e suicidi. E' un fenomeno molto recente per la comunità - la rottura del matrimonio - per cui si può capire come ciò possa portare a conseguenze simili.

Roseanna Doherty, star di una serie TV in GB sugli zingari, che recentemente ha tentato il suicidio

Pensi che il fatto che nelle comunità alcune coppie stiano iniziando a divorziare, possa avere a che fare con tutto ciò?
Sì, potrebbe essere un altro fattore. Ma personalmente ritengo che il fattore più importante sia che il loro essere socialmente esclusi, i problemi nel trovare lavoro, la discriminazione da parte della società e dei principali mezzi di comunicazione, e spesso le loro famiglie sono obbligate all'insicurezza. La mia organizzazione si è interessata a loro sulla base dell'esperienza storica ebraica, il passato di entrambe le comunità è abbastanza simile - gli zingari erano a fianco degli Ebrei nei campi di concentramento. Ma da allora gli Ebrei sono cresciuti e i nomadi sono scivolati in basso. Non c'è stato neanche alcun riconoscimento diffuso per gli zingari uccisi durante l'Olocausto.

E' così. E' stato messo sotto il tappeto.
Esatto. C'è un sito interessante: Jewify.org, dove si linka un articolo su zingari o traveller e le parole "zingaro", "traveller" o "rom" vengono sostituite con la parola "ebreo". E se guardi a come risuonano questi articoli - e potresti fare lo stesso con "persona di colore" o "musulmano" - lo trovo abbastanza inquietante. Questo fa capire come sia inaccettabile usare le parole nel modo che facciamo.

Campagna di protesta per la giustizia ai Rom

Bene. E sull'abuso di sostanze... - sai dirmi qualcosa? Perché anche in questo caso non mi sembra si stiano facendo molte ricerche.
Hai ragione. Sfortunatamente non ho nessuna statistica e neanche so se ne esistano. Ho sentito aneddoti sulle ragioni e sulle cause, le stesse ragioni dei tassi di suicidio: stress che deriva da tutti quei diversi fattori. Inoltre, molti non riescano a lavorare, iniziano così a passare il tempo con le droghe, diventandone poi dipendenti.

Che misure pensi si dovrebbero adottare per iniziare?
Tutto torna al punto della "discriminazione accettabile" nei confronti degli zingari e dei traveller in GB ed in tutta Europa. E' ancora ritenuto OK dire e fare cose discriminatorie, e la maggior parte della gente nemmeno si rende conto di quanto siano discriminatorie le nostre leggi sulla pianificazione; che il modo richiesto per iscrivere i bambini a scuola sia indirettamente discriminatorio, perché obbliga ad avere un indirizzo fisso, dicendo che si può così beneficiare degli aiuti statali. Ho visto in un sondaggio - scala da uno a dieci, dove dieci è estremamente confortevole e uno estremamente scomodo - dove avere un vicino disabile o omosessuale riceveva otto, mentre avere un Rom come vicino riceveva sei. E allora è così: non ce ne si rende conto, ma la discriminazione è piuttosto scioccante e massivamente radicata.

 
Di Fabrizio (del 07/02/2013 @ 09:08:09, in Europa, visitato 1340 volte)

Da Roma_und_Sinti

Klaus-Michael Bogdal © Suhrkamp Verlag - Stadt Leipzig (09.01.2013)

Il premio libro di Lipsia per la comprensione europea 2013 verrà assegnato allo studioso tedesco Klaus-Michael Bogdal per il libro "L'Europa ha inventato gli zingari. Una storia di fascino e disprezzo", edito da Suhrkamp nel 2011.

La giuria internazionale così ha motivato il proprio giudizio:

Parlando di una storia di fascino e disprezzo, vengono rivisti sei secoli di persecuzione ed esclusione dei popoli rom in Europa. Così Bogdal analizza la presenza di "Zigeuner", "Gipsies", "Bohémiens" e "Gitanos" nella letteratura e nell'arte dal tardo medioevo ad oggi, in un contesto globale europeo, descrivendo insieme la graduale realizzazione di un pregiudizio storico contro un collettivo immaginario, cioè la mancanza di una letteratura in materia di Rom, sono state prese per buone le interpretazioni, attribuzioni e proiezioni provenienti da altrove, senza alcuna critica o dubbio. Bogdal mostra come l'Europa faccia saldamente propria la sofisticazione della semplificazione dei Rom in tensione tra odio, autodifesa e folklore romanzato. Soprattutto alla luce di una nuova impennata dell'antiziganismo in Europa, Bogdals presenta uno studio epico attuale e polemico.

La consegna del premio segnerà il 13 marzo 2013 l'inaugurazione della fiera di Lipsia. Il premio sussiste dal 1994 e vale 15.000 euro, ed è tra i maggiori riconoscimenti letterari in Germania. La fondazione è costituita dal Libero Stato di Sassonia, la città di Lipsia, l'associazione degli editori tedeschi, l'associazione dei venditori librari e la Fiera di Lipsia.

Biografia

Klaus-Michael Bogdal, e nato nel 1948 a Gelsenkirchen, ha studiato germanistica, slavistica e filosofia alla Ruhr-Universität di Bochum, dove si è laureato nel 1976. E' stato poi professore di liceo e dal 1992 direttore tecnico a Dortmund. Dal 1996 al 2002, Bogdal ha insegnato letteratura alla Gerhard-Mercator-Universität di Duisburg, poi è stato professore di germanistica , specializzato in nuova letteratura, presso l'università di Bielefeld.

 
Di Martina Zuliani (del 12/02/2013 @ 09:04:47, in Europa, visitato 1406 volte)

Da Siol.net (con questa traduzione, Martina Zuliani inizia la collaborazione con Mahalla. BENVENUTA!)

Milena Tudija, presidentessa dell'associazione rom Romano Veseli

La cultura rom si perde in quella della popolazione maggioritaria
"Le romnia non cuciono e non indossano più gonne lunghe disegnate e grembiuli, caratteristiche in passato, ma preferiscono le tute."

Questo è quello che si è sentito durante la prima serata musicale e letteraria al Centro Culturale Janez Trdina, organizzata dall'associazione rom Romano Veseli, dalla bocca di Šarenka Hudorovac di Kerinov Grm, presidentessa dell'associazone rom Mosto e autrice di brevi documentari sui rom.

La vita di ogni giorno non è più rom
L'associazione rom Romano Veseli ha voluto avvertire, tramite le serate letterarie, che la cultura rom si sta perdendo sempre più dentro quella maggioritaria. La lingua romanes, secondo le parole della rappresentante rom di Novo Mesto Dušica Balažek, si sta perdendo. "Già da qualche anno stiamo notando che la cultura rom si impoverisce. I giovani d'oggi non vogliono più portare gli abiti che indossavano i rom di un tempo. Penso che sia l'effetto ritardato della socializzazione e dell'integrazione con la popolazione maggioritaria. Gli influssi sono più forti perché l'abbigliamento e il modo di vivere di ogni giorno non sono più rom come invece era anni fa. Vorrei che la lingua romanes si conservasse in qualche modo."

La signora Balažek ha già proposto che in uno dei villaggi rom locali si costruisca un paese rom organizzato che possa essere destinazione turistica dove mostrare la vita dei rom.

La presidentessa dell'associazione rom Romano Mosto Šarenka Hudorovac, la rappresentante rom di Novo Mesto Dušica Balažek, la presidentessa dell'associazione rom Romano veseli Milena Tudija, la professoressa in pensione Ana M. Kozlevčar

Per i rom l'istruzione è importante
La presidentessa dell'associazione rom Romano Veseli Milena Tudija ha dichiarato che la sua organizzazione ha redatto 18 articoli su questa tematica. Alla nostra domanda e se i rom rimanessero come quando fumavano molto, bevevano molto caffè e facevano molti figli, lei ha risposto che i tempi cambiano e che ora è importante che i rom frequentino la scuola.

Insegnante pensionata per lezioni bilingui
L'insegnante in pensione Ana Marija Kozlevčar, conosciuta per aver redatto un dizionario sloveno-romanes, ha detto che la cultura rom deve conservarsi e per far ciò si deve conservare la lingua romanes. Ha affermato: "Penso che sia raccomandabile che i bambini rom frequentino lezioni bilingui nei primi tre anni della scuola primaria oppure altre integrazioni scolastiche che non siano a carico degli insegnanti che non sanno il romanes."

La prima di cinque serate letterarie si è tenuta nel giorno internazionale della lingua romanes, il 5 novembre. I presenti hanno recitato soprattutto poesie del poeta rom Rajko Šajnovic e della poetessa rom Jelenka Kovačič.

 
Di Marylise Veillon (del 13/02/2013 @ 09:05:16, in Europa, visitato 1443 volte)

Midi Libre La Roulotte, per creare dei legami con gli tzigani.
Sébastien Guerdner sa anche mostrare fermezza con gli tzigani. (D.R)

Sébastien Guerdner, proveniente da una famiglia di viaggianti, ha fondato sette mesi fa, l'associazione "La Roulotte della solidarietà tzigana", la quale è un legame tra viaggianti e amministrazioni, associazioni, assistenti sociali, imprese, agenzie di credito...

Già "casco blu" in Bosnia, e una fedina penale pulita, a 37 anni, Sébastien Guerdner non risponde all'immagine di "ladro di galline" incollata alla comunità tzigana. Eppure, suo cugino altro non è che un uomo abbattuto da un gendarme nel 2008, a Draguignan.

Sébastien Guerdner non nega la criminalità esistente tra gli tzigani. "E' il caso in tutte le comunità, soprattutto quando le condizioni di vita diventano difficili".

Vuole però fare arrivare alle collettività e alla popolazione, le parole di coloro i quali tentano di vivere, a modo loro, ma nella legalità e nel rispetto degli uomini e dei territori che attraversano.

A casa di Sébastien Guerdner, "nessun orgoglio malriposto dei Gitani"
Proveniente da viaggianti, da una famiglia rispettata, l'uomo suscita meno diffidenza nei campi. Maggiormente abituato ad avere a che fare con le amministrazioni, non si lascia trascinare dal "orgoglio mal riposto dei Gitani".
Sette mesi fa, ha quindi fondato a Béziers, l'associazione "La Roulotte della solidarietà tzigana", in uno spirito di mediazione e tolleranza. Perché "il timore è presente da tutti e due i lati", afferma Sébastien Guerdner.
Vuole essere un legame tra gli aiuti esistenti a traverso associazioni, assistenti sociali, creazione d'imprese, persino l'accesso al credito.
In effetti, i due mondi non si costeggiano. "Eppure, la Francia è il paese che offre maggiormente agli tzigani".

"Molti gitani vogliono votare, ma pensano che ciò è loro vietato"
Ultimamente, si è occupato di una signora anziana di 77 anni, in causa con il comune di Pia. Ha venduto la sua roulotte per pagare il suo avocato, allorché poteva accedere al gratuito patrocinio.
"Ex giostraia, è una vita intera di lavoro che ha perduto, perché non era in grado di mettere insieme una serie di documenti amministrativi". In poche parole, "molti zigani vogliono votare, ma spesso pensano che ciò è loro vietato", afferma Sébastien Guerdner.
"Andare dall'assistente sociale, non fa parte della mentalità. Non credono di averne diritto. E quando la famiglia ha fame, effettivamente, si farà di tutto per mettere del latte nel frigo. Quindi rubare …"
Per esempio, se numerosi viaggianti guidano senza patente - suo cugino è stato arrestato sette volte per questo motivo - è perché spesso, non sanno come passare l'esame.
Questo può essere dovuto a un problema economico o difficoltà a leggere e scrivere, il che non permette di avvicinarsi al codice della strada.

L'associazione incoraggia la scolarizzazione dei bambini
Queste lacune scolari preoccupano Sébastien Guerdner. Anche se lui preferisce che i bambini siano educati nelle scuole pubbliche "per imparare a conoscersi", l'associazione incoraggia la scolarizzazione permanente.
Perfino nei confronti della "tradizione del bambino re". Del resto, a Brignoles nel Var, con il "Soccorso popolare di Béziers", la Roulotte ha offerto un computer, libri e giochi per un campo d'accoglienza.
Hanno anche trovato dei professori volontari, i quali garantiranno delle lezioni ai 40 alunni, troppo numerosi per essere ammessi a scuola.
L'associazione si occupa anche di prevenzione. "La pillola contraccettiva, le malattie sessualmente trasmissibili o l'aiuto psicologico, sono tabù, quando sappiamo che, secondo la tradizione, perfino un medico non può toccare una donna". Del resto, è sua cugina che parla con le donne.
La Roulotte agisce anche con fermezza nei confronti dei tzigani. "Quando ci si impegna presso delle collettività o dei proprietari, bisogna che i viaggianti rispettino la parola data, i luoghi, e la gente".
Sébastien Guerdner porta avanti anche una lotta contro la discriminazione nei confronti dei viaggianti.
"Non bisogna stigmatizzare le differenze tra rom, rumeni o altri. Non si può pretendere di essere rispettati dalle persone all'esterno, se non ci rispettiamo innanzitutto tra noi".

 
Di Fabrizio (del 15/02/2013 @ 09:04:23, in Europa, visitato 1171 volte)

EXBERLINER "Posso dirlo perche' sono ebreo. Dei Rom e dei Sinti non importa." by Ruth Schneider
(NdR. Una nascita tormentata: gennaio 2008, gennaio 2011, agosto 2011)

Dani Karavan e la cancelliera Angela Merkel alla cerimonia di inaugurazione del memoriale lo scorso 24 ottobre. Photo by Stephanie Drescher

Il 24 ottobre 2012, dopo 20 anni di controversie politiche e logistiche, il Memoriale per i Rom ed i Sinti Uccisi è stato finalmente svelato nel Tiergarten di fronte al Reichstag. Tra il pubblico, sopravvissuti ottuagenari, rappresentanti romanì e membri del governo tra cui la stessa cancelliera Merkel. Fine di ignoranza, pregiudizio e ostracismo?

Il Memoriale per i Rom ed i Sinti Uccisi, progettato da Dani Karavan. Photo by Marta Domínguez

    * Viene ancora discussa la vecchia cifra di 500.000 vittime. Mi chiedo se c'è un ordine del giorno. (Vedi la precedente intervista a Ian Hancock)

Mentre il 58% dei tedeschi, ancora nel XXI secolo rifiuta di avere "zingari" come vicini - e la Germania è attualmente impegnata nella deportazione di 10.000 Sinti e Rom (inclusi quelli nati e cresciuti in Germania) verso il Kosovo che lasciarono due decenni fa - il destino del popolo più perseguitato d'Europa non sembra preoccupare la nazione che, 70 anni fa, cercò di sterminarli.

In aggiunta, si susseguono cifre e dibattiti raccapriccianti, mentre i romanì lottano ancora per essere ascoltati come le "altre" vittime dell'Olocausto nazista.

Abbiamo chiesto a Dani Karavan, progettista del memoriale, di condividere le sue opinioni sull'argomento.

    * "Gli ho detto che si fosse trattato di Ebrei, avrebbero spostato la fermata del bus in una settimana. Ma di Sinti e Rom non si preoccupano."

Allo scultore israeliano Dani Karavan fu commissionato il memoriale nel 1992, su suggerimento personale di Germani Rose, capo del Consiglio Centrale Tedesco per i Rom e Sinti. L'artista conosciuto in tutto il mondo era autore di molti monumenti e memoriali simili in tutto il globo - da Israele al Giappone sino alla Francia. Molti di questi sono collegati ai diritti umani e si mescolano con gli elementi circostanti in un unico riflesso che interseca natura, storia e spazio. A 82 anni, l'artista sempre in viaggio per il mondo non ha perso il suo morso.

E' da parecchio che stavi lavorando a questo memoriale...

Ci sono abituato. Esistono i problemi politici, le elezioni... Ma, è vero, stavolta c'è voluto molto tempo perché, prima c'è stata una discussione durata otto anni tra l'amministrazione e il consiglio centrale dei Sinti e dei Rom. L'argomentare era che i primi volevano adoperare la parola Zingari, che i secondi trovavano denigratoria.

Davvero volevano usare quella parola?

Quello era il concetto del ministro alla cultura. Si diceva che nessun documento storico del nazismo avesse mai menzionato di uccidere Rom e Sinti ma solo gli Zigeneur. Questa era una discussione. L'altra riguardava quanti Rom e Sinti fossero stati uccisi. Il governo voleva indicarne 100.000, mentre Sinti e Rom dicevano che eraano almeno 500.000.

Ma 500.000 non è già una cifra al ribasso?

C'è chi pensa che sia una stima elevata, per motivi politici. Il comitato per i diritti di Sinti e Rom al Parlamento Europeo mi disse che sarebbero stati circa un milione. Così ho sostenuto l'idea che il memoriale dovesse assolutamente menzionare almeno mezzo milione. E fui criticato da un professore dell'università di Haifa in Israele, che diceva fossero molto meno! Durante tutta la discussione con l'amministrazione tedesca, ho preso le parti dei Sinti e Rom.

Qual è stata la tua relazione con l'amministrazione?

Sono stato obbligato a lavorare con gente del senato di Berlino, dipartimento pianificazione cittadina, che non era professionale. Quando vedi cosa è successo con l'aeroporto, con la Topografia del Terrore... sono cose fatte miseramente. Hanno trattato il mio progetto in modo tale che iniziai a credere che fosse una forma di razzismo. Non gli importava cosa veniva fatto, il materiale da adoperare, l'impresa che doveva incaricarsi del lavoro. Hanno agito come se fossi irrilevante, in maniera sgradevolmente aggressiva.

Come spieghi questa mancanza di professionalità?

Non so spiegarmelo. Ho fatto molti lavori nella mia vita. Mai avuto problemi simili. Sono stati anni d'inferno, e non sono un giovanotto. Ho iniziato che avevo 68 anni, ora ne ho 82. E' impossibile accettare cosa hanno fatto. Ho raccontato l'intera storia e nessuno crede che questo sia successo in Germania. I tedeschi dovrebbero chiedersi: chi ha sepeso questi soldi, perché c'è voluto tutto questo tempo? Secondo me è gente che dovrebbe essere portata in tribunale.

Il tuo budget era abbastanza limitato, vero? 2,8 milioni di euro?

Anche di meno, ma poi hanno dovuto spendere di più perché non potevano fare il lavoro correttamente. Hanno cambiato il concetto. L'ingresso doveva essere sul lato del Reichstag, ma lì c'era una fermata d'autobus. Per questo hanno cambiato la posizione dell'ingresso. Ti immagini, non poter spostare una fermata d'autobus per l'ingresso principale al memoriale dei Sinti e Rom?! Gli ho detto che se si fosse trattato di Ebrei, avrebbero spostato la fermata in una settimana. Posso dirlo perché sono Ebreo. Ma di Sinti e Rom non gliene importa.

Finché non è intervenuto il governo federale...

Sì... anche Wim Wenders ha detto che se non fosse cambiato, sarebbe stato un grande scandalo internazionale. Alla fine hanno passato la responsabilità dal senato di Berlino al ministero federale delle Costruzioni, con gente molto seria, che aveva rispetto per il progetto e per i Sinti e i Rom. Mi hanno rispettato e commissionato il progetto ad uno studio di architettura di Berlino. Dobbiamo ringraziare il ministro della cultura Bernd Naumann. Quando capì, tutto cambiò. Altrimenti, il memoriale non sarebbe mai stato terminato.

Come ebreo israeliano, cosa è significato per te lavorare ad un monumento per le vittime dimenticate dell'Olocausto?

Credo che dovrebbe esserci stato un solo memoriale dell'Olocausto per tutti. Non divisi.

La comunità ebraica si è opposta...

Non mi importa. E' la mia opinione. Come Ebreo ho tutto il diritto di dir loro che dovrebbe essere per tutti Li hanno uccisi tutti assieme. Per questo sento che sono miei fratelli e sorelle. All'inaugurazione ho detto in ebraico che sento come se la mia famiglia sia stata uccisa e cremata con i Sinti e i Rom nelle medesime camere a gas e che le loro ceneri sono andate col vento nei campi. Così siamo assieme. E' il nostro destino.

Personalmente, quanto sei soddisfatto del risultato di tutti questi anni di infernale lavoro?

Sono stato colpito dalla reazione della gente. L'inaugurazione è stata davvero imponente, grazie alla cancelliera e al ministro della cultura. Storicamente, è stato un evento davvero importante. Tuttora ricevo commenti da parte di chi si è sentito toccato. Davvero, la mia sofferenza è valsa la pena!

Nel suo discorso, la cancelliera Merkel ha detto di essersi dedicata al benessere di Sinti e Rom. Nel contempo, la Germania sta deportando Romanì che hanno vissuto in Germania per 20 anni. Non è ipocrita? Immagineresti se la Germania deportasse oggi gli Ebrei?

Penso che tu abbia ragione. In un certo senso gli Ebrei sono privilegiati, perché dopo la guerra l'Olocausto è entrato nella loro cultura. Talvolta, è una mia opinione, alcuni ebrei lo adoperano in modo sbagliato. La loro influenza e posizione sono forti. Per questa ragione è stato così importante per me, Ebreo israeliano, fare meglio che potessi questo lavoro per i Sinti e i Rom.

Il memoriale nelle parole del suo creatore:

    "Ho avuto l'idea che il memoriale dovesse essere solo un fiore, ma per proteggere il fiore dovevo avere l'acqua. L'acqua è diventata parte integrale del memoriale. I riflessi scuri nell'acqua la rendono simile ad un buco nella terra. Riflette gli alberi e il Reichstag, e chi si avvicina all'acqua diviene parte del memoriale. Per me è molto importante. Il visitatore non solo osserva, ma ne è parte. Anche il fiore è molto importante, perché Sinti e Rom sono sepolti in enormi cimiteri, senza tombe, senza targhe, solo fiori. Non sappiamo dove. Forse solo le radici dei fiori lo sanno. Il fiore è un triangolo, che rappresenta il triangolo che portavano sul loro corpo. Nel momento in cui portavano quel segno, perdevano ogni diritto come esseri umani. Questo è il concetto." Dani Karavan
 
Di Marylise Veillon (del 17/02/2013 @ 09:01:57, in Europa, visitato 1247 volte)

La nouvelle Republique Viaggiatori: una nuova era "aiffricana" 09/02/2013 05:38


Il sito è stato inaugurato ieri a mezzogiorno da Geneviève Gaillard (al centro) insieme a numerose personalità.

Una nuova era si apre ad Aiffres per la gens du voyage, con l'area di accoglienza nuova fiammante di 20 posti, appena inaugurata.

Neanche un solo posto libero. "E' sempre pieno, afferma Serge Morin, Sindaco di Aiffres. Abbiamo perfino dovuto stabilire delle prenotazioni anticipate ad agosto, prima dell'apertura". A colpo sicuro, si tratta di un'era nuova che si apre per le persone della comunità dela gens du voyage ad Aiffres.

Ieri è stata inaugurata una nuova area, aperta a settembre. Un'area che comprende 10 zone (di 2 posti di 100mq ciascuno), ognuno equipaggiato con un blocco sanitario con doccia, WC e tettoia semi-chiusa a uso lavanderia/cucina.

1,1 milioni di euro
Una realizzazione che sarà costata 1,1 milioni di euro, in gran parte (851.000 €) finanziata dalla CAN, con diversi aiuti (213.000 € dallo Stato, 20.000 € dalla CAF e 15.000 € dal Dipartimento)

"Come tutti i cittadini della nostra città"
Gli eletti hanno l'uno dopo l'altro salutato questo progetto diventato realtà, con un pensiero verso Alain Mathieu "il quale vi era molto legato". "Possiamo oramai accogliere la gens du voyage come tutti i cittadini della nostra città, rispettando il loro stile di vita", si è rallegrato Serge Morin. La presidentessa della CAN ha ricordato quanto questo fascicolo "non fosse facile". E di spiegare: "Per alcuni concittadini, è sempre un problema, non vogliono avere queste popolazioni nei pressi di casa loro". Il presidente del Dipartimento Eric Gautier, così come il prefetto Pierre Lambert, hanno del resto ricordato i soprannomi sentiti in altri tempi, come "zingari" e "gitani". "Un modo di mettere una distanza, che non mostrava altro che una mancanza di conoscenza degli uni e degli altri". Questa area è la terza sul territorio della CAN, con quelle della Mineraie e di Noron a Niort. Non resta altro che realizzare quella di Chauray, per rispondere agli obblighi della legge Besson del 2000, la quale impone una area in ogni comune di più di 5.000 abitanti. "Spero che potremo realizzarla a breve scadenza", ha dichiarato la presidentessa.

 
Di Barbara Breyhan (del 21/02/2013 @ 09:04:45, in Europa, visitato 1714 volte)

Con questa traduzione, anche Barbara Breyhan inizia la collaborazione con Mahalla. Benvenuta!

DORTMUND - Lavoratori ridotti in miseria - di Sibylle Fuchs, 5 febbraio 2013

Due settimane fa il programma televisivo ARD_Monitor ha trasmesso un servizio sconvolgente, che ha mostrato con quale freddezza sociale e con quale disprezzo la città di Dortmund e le istituzioni ecclesiastiche in questa città, rispondano all'indigenza dei lavoratori emarginati dell'Europa sudorientale.

L'estrema povertà dei paesi, da cui questi lavoratori cercano di fuggire, è stata consapevolmente provocata dall'Unione Europea. La povertà serve da leva affinché anche in paesi ancora benestanti, come Germania o Francia, il tenore di vita della classe operaia si abbassi in maniera significativa.

I reporter Isabel Schayani ed Esat Mogul sono stati per una giornata insieme ad Ercan, un Rom della città bulgara di Plovdiv, che ha inutilmente tentato di trovare un lavoro malpagato tra quelli che vengono offerti nel cosiddetto "Arbeiterstrich" nella Mallincksrodttrasse della città di Dortmund ("Arbeiterstrich" viene chiamato in tedesco un incrocio stradale nel quale braccianti dell'Europa sudorientale ciondolano durante la giornata, aspettando che qualcuno passi e offra loro un lavoro, quasi sempre sottopagato, ndr). Da quando Ercan è arrivato, una settimana fa, è riuscito a trovare lavoro soltanto un'unica volta. Con i soldi che ha guadagnato per un trasloco è riuscito appena a ripagare i debiti contratti per il viaggio in autobus dalla sua città d'origine fino in Germania.

Da quando i loro paesi di provenienza sono paesi membri dell'UE, i lavoratori bulgari e rumeni che aspettano un lavoro sull'Arbeiterstrich soggiornano in maniera regolare in Germania, ma finora è loro impedito un altrettanto regolare lavoro. Nonostante ciò, soltanto nel 2011 sono arrivati in Germania 200.000 tra bulgari e rumeni per prestare servizio come lavoratori a giornata.

Dall'entrata di bulgari e rumeni nell'UE nel 2007, anche a Dortmund ne sono arrivati a migliaia. Giorno dopo giorno si mettono per strada e sperano che un automobilista si fermi e li prenda con sé. Nei loro paesi di origine hanno perso il lavoro con la liquidazione delle imprese statali ed hanno perso qualsiasi speranza di lavoro. Se sono fortunati, sull'Arbeiterstrich viene offerto loro un lavoro pesante per una paga misera. Questo estremo sfruttamento dei lavoratori rom fa parte dell'intensificazione sistematica dello sfruttamento della classe operaia in tutta l'Unione Europea.

Molti rom o non hanno un alloggio o sono costretti a vegetare in alloggi indegni in abitazioni malandate, note a Dortmund come "Ekelhäuser" (case che fanno ribrezzo, ndr.). O si tratta di abitazioni occupate, dalle quali possono essere cacciati in qualsiasi momento, oppure sono costretti a pagare 30 euro a notte ai proprietari di casa per un posto-letto, spesso solo dei lager con dei materassi in appartamenti sovraffollati. Gli impianti sanitari e le cucine o sono guasti o del tutto insufficienti per la moltitudine di persone stipate nelle case.

Il sovraffollamento delle abitazioni porta in breve tempo a sporcizia e condizioni igieniche insostenibili. Di regola i proprietari di casa ordinano dei contenitori per rifiuti troppo piccoli per l'immondizia creata dal gran numero di inquilini. Si dice che in una casa fosse presente soltanto un servizio igienico per 19 appartamenti e che fosse privo di acqua corrente.

Ercan ha lavorato per 22 anni come scaricatore in un'azienda, ma poi, come accade per la maggior parte dei rom, è stato licenziato.

Ercan è a Dortmund da una settimana. Non ha nemmeno i soldi per telefonare a sua moglie. Quando è arrivato qua, ha trovato un posto letto in una casa. Un rumeno gli disse di essere il portiere e che avrebbe potuto pernottare nella casa per quattro o cinque giorni. Ma quando la sera è rientrato per pernottare, ha trovato porta e finestre sbarrate. Le sue cose sono rimaste dentro. Adesso gli sono rimasti soltanto gli abiti che porta addosso.

Per via delle temperature sottozero ha bisogno di un posto dove farsi la doccia e dove stare al caldo. La troupe televisiva lo accompagna, con telecamera nascosta, alla Diaconia, l'ente assistenziale della chiesa evangelica. Viene respinto. Un uomo gli mostra un foglio con scritto: "I bulgari qui non possono farsi la doccia".

"Ma loro lo sanno benissimo", dice l'uomo, "ma ritornano sempre! E a me tocca sempre mostrare di nuovo questo foglio! Sanno leggere? E' la loro lingua! Niente doccia!".

Reporter: "Niente doccia. Allora, qui bulgari e rumeni non possono farsi la doccia. Tutti gli altri sì?". Uomo: "Sì".

Da una responsabile dell'Diakonischen Werks Dortmund und Lünen i reporter hanno ricevuto la spiegazione che, in effetti, esisterebbe presso il pronto soccorso un servizio apposito per le emergenze per chi ha bisogno di farsi la doccia, ma che al momento la Diaconia sarebbe equipaggiata in maniera molto ristretta per quanto riguarda la disponibilità delle docce.

La troupe televisiva ed Ercan vengono quindi semplicemente rimandati all'ufficio Consulenza Migrazione, aperto al pubblico alle ore 13:00 per un'ora. Alla domanda della reporter sul perché Ercan non possa farsi la doccia si ha il seguente dialogo.

Uomo: "Infatti, farsi la doccia assolutamente no". Reporter: "Perché no? Allora chi può farsi la doccia?". Uomo: "Soltanto tedeschi, gli immigrati no".

Ci sarebbe un posto in cui anche agli immigrati è permesso farsi la doccia, ma soltanto tre volte la settimana.

Mentre fuori ci sono temperature gelide, Ercan incontra gli stessi problemi per il pernottamento. Accompagnato dai reporter, tenta di chiedere la possibilità di pernottamento presso gli alloggi di fortuna dell'ufficio dell'assistenza sociale per uomini. Anche qui è ospite indesiderato.

Uomo: "Bulgaro? Rumeno?". Ercan: "Bulgaro". Uomo: "Oh! No sleep here! Solo Dortmund, only Germany". Reporter: "Perché?". Uomo: "E' solo per tedeschi, solo per abitanti di Dortmund. Non per bulgari o rumeni. Purtroppo è così: non possiamo permetterlo". Reporter: "Per questo esiste una spiegazione?". Uomo: "E' così purtroppo. Queste sono le regole che ci arrivano dall'ufficio dell'assistenza sociale della città di Dortmund".

L'unica cosa che l'uomo propone ad Ercan è di tornare alle ore 23:30: "A quell'ora il collegio ed io decideremo se potremo lasciarlo dormire qui. A quel punto, però, rappresenterebbe un'eccezione per questo singolo caso, se proprio fuori dovesse fare troppo freddo. Okay? Di più non posso fare".

Ercan passa la notte in un internet café. La mattina seguente decide di ritornare nel suo paese di origine. I reporter gli hanno dato il denaro sufficiente.

Questo non è stato il primo servizio televisivo sulla condizione dei rom a Dortmund. Due anni fa un altro caso ricevette l'attenzione della stampa. Una giovane rom, che voleva provvedere al mantenimento della sua famiglia con il suo lavoro di prostituta,venne lanciata fuori falla finestra da un suo brutale cliente. Sopravvisse, ma restò invalida. Il corrispondente televisivo prese il suo caso come occasione per richiamare l'attenzione sulle orribili condizioni di vita dei rom. Mostrò anche la loro disperata situazione nei paesi di origine. Molti dei rom arrivati a Dortmund con gli autobus provengono dal quartiere Stolipinovo di Plovdiv. E' uno dei più grandi ghetti rom dei Balcani. Vi abitano 45.000 rom - che parlano soprattutto turco - in edifici prefabbricati senza corrente elettrica né acqua.

Le loro condizioni di vita sono notevolmente peggiorate dal crollo dei regimi stalinisti nell'Europa dell'Est, perché essi, per prima cosa, hanno perso il lavoro.

Per poter restare in Germania per più di tre mesi, un bulgaro o un rumeno deve poter presentare un contratto d'affitto, il permesso di soggiorno per cittadini comunitari e un'assicurazione sanitaria. La maggior parte di coloro che arrivano qua non hanno la più pallida idea di come ottenerli. Per i cittadini di questi paesi, la totale libertà di circolazione e la garanzia legale di poter trovare un lavoro varranno soltanto a partire dal 2014. Per ora possono trovare lavoro soltanto in proprio. Alcuni tentano di lavorare come commercianti di rottami metallici, ricavati da autovetture o vecchie pattumiere. Altri non trovano di meglio che chiedere l'elemosina o essere introdotti nella criminalità.

Addirittura alle mense la maggior parte di loro non può ricevere niente, in quanto va esibita una tessera con cui dimostrano di ricevere contributi sociali.

Molte donne hanno trovato di che vivere lavorando come prostitute. In passato più di 700 donne avevano denunciato la loro attività lavorativa come prostitute; nel Strassenstrich ("marciapiede", "quartiere a luci rosse" - in cui, in Germania, è consentito esercitare la prostituzione, ndr.) della Ravensbergersrasse, pensato originariamente per 50 donne, arrivavano a lavorare contemporaneamente fino a 120 prostitute. Con i soldi guadagnati erano in grado di assicurare un'esistenza dignitosa alle loro famiglie in Romania o Bulgaria.

Lo Strassenstrich è stato tuttavia chiuso nel 2011 e la prostituzione è stata vietata su tutto il territorio della città di Dortmund. Il provvedimento avrebbe dovuto scoraggiare un afflusso più ampio di immigrati dalla Bulgaria. Il prefetto di Dortmund, Ingo Moldenhauer, spiegava: "Deve arrivare fino in Bulgaria il segnale che qui non si può più guadagnarsi da vivere con la prostituzione".

Adesso la prostituzione viene esercitata illegalmente in case-bordello. Le assistenti sociali, che prima si occupavano delle prostitute aiutandole ad ottenere mezzi contraccettivi o organizzando corsi di lingua tedesca, ora non hanno più alcuna possibilità di aiutarle. Nel frattempo adesso si rincorrono voci che potrebbe essere di nuovo autorizzato lo Strassenstrich.

Le terribili condizioni abitative negli "Ekelhäuser" hanno fornito un pretesto per politici populisti e di destra per campagne sobillatrici contro immigrati sia sulla stampa locale che sul web, campagne che nella terminologia ricordano la propaganda nazionalsocialista.

Il telegiornale del 2 aprile 2011, in un servizio, così descriveva un gruppo di inquilini rom: "Rubano, irrompono nelle case, lasciano danni da riparare e confermano concretamente i pregiudizi esistenti su di loro." Hubert Scheuer, ex sindacalista, è dell'opinione che chi non si difende, soccombe.

Invece di chiedere ai proprietari delle case di assumersi le proprie responsabilità e di combattere contro lo strozzinaggio degli affitti esorbitanti, si preferisce insultare i rom che vivono in condizioni disumane.

Alcuni rom che abitavano nelle "case problematiche" sono stati nel frattempo sfrattati tramite le forze dell'ordine. L'impresa comunale della città di Dortmund, la DOGEWO, ha comprato 7 case e sta risanando 65 alloggi. Ne seguiranno altri. I rom senzatetto dell'Arbeiterstrich non saranno in grado di pagare i prezzi d'affitto di questi alloggi.

Dortmund non è un caso unico. In molte grandi città della Germania accade la stessa cosa. Nelle stesse condizioni vivono anche i rom a Duisburg, dall'altro lato del territorio della Ruhr: più di 6000 rom, provenienti dalla Bulgaria e dalla Romania, nelle stesse condizioni disumane.

I politici borghesi e i mezzi d'informazione rappresentano come responsabile essa stessa, per la propria grave situazione, questa parte più povera della popolazione che lavora e ne promuovono la deportazione. La campagna sobillatrice razzista contro i rom viene fomentata consapevolmente dalla borghesia allo scopo di dividere la classe operaia e di ostacolare la solidarietà di classe. I lavoratori europei non lo devono permettere. Solo una difesa anche delle parti più oppresse della classe operaia può impedire che questi attacchi non vengano poi estesi a tutti gli altri e diano spazio a forze di destra e fasciste.

 
Di Fabrizio (del 22/02/2013 @ 09:09:21, in Europa, visitato 1638 volte)

Il consiglio che spese 7 milioni di sterline per sgomberare i traveller da Dale Farm, vorrebbe costruire il nuovo campo a meno di 800 metri - By JAMES RUSH - PUBLISHED: 15:22 GMT, 11 February 2013

  • Il consiglio di Basildon diceva di non voler premiare le azioni illegali
  • Dal 2001 le autorità sono state coinvolte in 10 anni di battaglie legali
  • A ottobre 2011 spesi 7 milioni di sterline per sgomberare il sito di Dale Farm

Il consiglio che ha speso oltre 7 milioni di sterline per sgomberare il campo traveller di Dale Farm, finisce nel mirino per aver dato via libera ad un nuovo sito posto sul lato opposto della strada.

Il consiglio di Basildon si è trovato coinvolto in una battaglia legale decennale dal 2001, dopo che ai traveller venne consentito di espandersi illegalmente in un ex discarica a Crays Hill, Essex.

    (Oltre alle spese per lo sgombero, la battaglia legale su Dale Farm è costata alla comunità di Basildon ben 18 milioni di sterline, lievitati ad oltre 20 dopo lo sgombero di ottobre. Sulle tante questioni legali del terreno occupato e della sua destinazione d'uso, vedi questi articoli precedenti: Uno, Due, Tre, Quattro, Cinque, Sei. ndr.)

Ma dopo aver speso milioni in un durissimo sgombero ad ottobre 2011, i consiglieri hanno ora approvato un nuovo sito di sosta, situato a neanche 800 metri di distanza.

Progetto: il consiglio di Basildon Council ha approvato un nuovo sito per travweller (cerchiato in rosso) ad appena 800 metri da Dale Farm  (perimetrato in blu)

Sfrattati: I traveller continuano a vivere in un viottolo che conduce ai sei acri del sito di Dale Farm, a oltre 15 mesi dallo sgombero

Scontri hanno infiammato gli animi durante lo sgombero di ottobre 2011

Le autorità hanno difeso la loro azione odierna, negando che i traveller siano stati premiati per la loro illegalità.

Len Gridley, 53 anni - da oltre dieci vive accanto a Dale Farm, è sbottato:

"I conti non tornano! Si parla di costruire un mini-sito, quando tutti sanno che ci sono oltre 20 carovane sistemate sulla strada che porta a Dale Farm o da quelle parti. Il consiglio sta spostando il problema senza volerlo risolvere. Non accettano di aver affrontato in maniera pessima il problema con lo sgombero, ed ora stanno nascondendo i loro risultati sotto il tappeto."

Costoso: Lo sgombero di ottobre 2011 è costato al consiglio di Basildon 7 milioni di sterline

Violenze: lo sgombero ha visto oltre 300 poliziotti in tenuta antisommossa e centinaia di ufficiali giudiziari impegnati nell'ex discarica in un operazione di prima mattina, che ha portato a scontri sanguinosi e violenti

Revisione: E' atteso per fine mese un rapporto dell'Agenzia per l'Ambiente sui contaminanti pericolosi a Dale Farm

"Dale Farm è in condizioni peggiori di quando ci vivevano illegalmente i traveller."

I traveller continuano a vivere illegalmente in una strada chiusa accanto a Dale Farm, ad oltre 15 mesi dallo sgombero.

Nei prossimi mesi è atteso un rapporto dell'Agenzia per l'Ambiente sui contaminanti pericolosi - inclusi amianti e olii industriali.

Vista aerea del sito di Dale Farm, prima dello sgombero di ottobre 2011. L'area illegale abbandonata è marcata in rosso

I progetti approvati per il nuovo sito includono 15 piazzole per carovane doppie, in una proprietà governativa su terreno incolto ad appena mezzo miglio di distanza, a Gardiners Lane South, Basildon.

Il piano, approvato giovedì dalla maggioranza del consiglio, potrebbe ospitare non oltre 80 traveller, che attualmente vivono in carovane all'ingresso del sito illegale.

Vista aerea di Dale Farm, per cui il consiglio di Basildon ha spento 7 milioni di sterline per sgomberare i traveller ad ottobre 2011

Toni Ball, leader del consiglio di Basildon, ha detto:

"Vorrei ripetere che questo sito non è una soluzione alla questione di Oak Lane, dove i traveller stanno tuttora vivendo illegalmente, mentre i posti verranno assegnati in base alle esigenze locali. Non siamo qui a premiare chi si è comportato illegalmente. Da sempre siamo impegnati a lavorare con le comunità zingare e traveller, per trovare luoghi adatti dove possano vivere, come ogni altro settore della comunità. E' importante aver lavorato in accordo con la Home and Communities Agency (HCA) e gli sviluppatori, per essere sicuri che questo sito sia avviato correttamente e che le piazzole siano assegnate sulla base delle necessità. Vogliamo prendere il terreno in affitto dalla HCA e subaffittarla poi alla Home Space Sustainable Accommodation (HSSA), per mantenere il controllo del sito."

Il piano approvato include 15 piazzole per due carovane ognuna, su un terreno governativo incolto

 
Di Sucar Drom (del 23/02/2013 @ 09:00:38, in Europa, visitato 1316 volte)
 

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