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Di Fabrizio (del 06/11/2007 @ 08:46:59, in casa, visitato 2508 volte)

By Grattan Puxon

Richard Sheridan, portavoce di Dale Farm, questa settimana sarà a Bruxelles per ottenere supporto alla campagna per fermare le ruspe di Basildon contro la più grande comunità Viaggiante nel Regno Unito.

In compagnia di Joseph Jones, rappresentante dei Viaggianti, chiederà una moratoria di tutti gli sgomberi finché non siano disponibili aree di sosta in Gran Bretagna e nel resto d'Europa.

Ci si aspetta che il Parlamento Europeo adotti linee guida per l'inclusione sociale dei circa 10 milioni di Rom e Viaggianti che vivono nei 27 stati dell'Unione Europea.

"Siamo stati esclusi per secoli" ha detto Sheridan prima di partire. "Questa è la nostra chance di indicare un modello per un futuro migliore."

Ma aggiunge che il primo obiettivo è di portare l'attenzione su ciò che descrive come la politica di pulizia etnica del consiglio di Basildon. Il consiglio ha votato la spesa di circa 5 milioni di euro per ripulire il distretto da 150 cosiddette famiglie Viaggianti non autorizzate.

Il mese scorso, il consiglio ha partecipato nel perseguitare 25 famiglie Viaggianti che diverse volte tentarono di accamparsi nel territorio distrettuale. Furono sgomberati grazie alla notoria Sezione 61 del Criminal Justice Act, che effettivamente proibisce il modo di vita dei Viaggianti.

"La polizia ci ha sgomberato cinque volte in tre giorni," dice Patrick Gammell. "Dove possiamo vivere? L'anno scorso siamo stati cacciati dalla nostra terra e sinora siamo stati cacciati ovunque."

Dozzine di piazzole e terreni privati sono stati distrutti negli ultimi cinque anni dalle autorità locali. Molti hanno impiegato i servizi di Constant & Co, una compagnia nota per usare mano pesante.

Constant ha raso al suolo la comunità modello di Woodside nel Bedfordshire, cacciato i Viaggianti e dato alle fiamme le loro proprietà, su incarico del consiglio di Chelmsford. Il conto per questo lavoro è di oltre 25 milioni di euro all'anno.

La conferenza di Bruxelles è l'apice di un programma di cinque anni per incoraggiare la cooperazione tra gli stati membri nella lotta all'esclusione sociale dei Rom, come previsto nel trattato di Amsterdam del 2002.

Segue una dichiarazione del Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa ed il rapporto speciale ONU di ottobre che deplora gli sgomberi forzati e la marginalizzazione di Rom e Viaggianti, compreso la Bretagna.

Appoggiano la dichiarazione, un gruppo di importanti OnG, incluso European Roma Rights Centre e Greek Helsinki Watch, che portano l'attenzione sulla minaccia di sgombero a Dale Farm. Viene scritto che Basildon ha nuovamente rigettato l'appello per ottenere i permessi di sosta, e hanno già distrutto una dozzina di case nella vicina Hovefields.

Nel frattempo, i Viaggianti di Dale Farm rifiutano di fornire ogni ulteriore informazione personale sulle loro famiglie. Dicono che il consiglio di Basildon ha già infranto la legge britannica sulla protezione dei dati, mettendo alcuni dettagli sanitari e sociali personali in un sito web.

Attualmente, tre famiglie hanno citato il consiglio per danni. Se la loro azione avesse successo, altre famiglie seguirebbero il loro esempio, la tal cosa potrebbe costare ai contribuenti di Basildon un milione di euro.

I funzionari comunali sono in difficoltà per il boicottaggio delle informazioni, dato che hanno bisogno di nuovi dati per la riunione consigliare del mese prossimo, quando si dovrà rispondere al tribunale sul piano di sgombero ed essere ascoltai l'11 febbraio.

I procuratori legali hanno consigliato ai Viaggianti di non cooperare con lo staff consigliare. Puntualizzano che mentre l'ordine di applicazione contro le 86 case di Dale Farm sussiste tuttora, la raccolta dei dati sul welfare non porterebbe loro benefici.

[...] Dice Kathleen McCarthy, portavoce della Dale Farm Housing Association. "La richiesta di dati personali è un abuso della nostra privacy. Non è per il nostro bene."

Dale Farm è stata sotto assedio per sette anni. 500 Viaggianti a cui era stato garantito il permesso di sosta sul loro terreno, se lo son visti ritirare perché le loro case si trovano nella cintura verde.

Ma questo secondo Kathleen McCarthy è la ricerca di un capro espiatorio contro i Viaggianti che hanno comprato i terreni.

L'ex vice primo ministro John Prescot ha suggerito una soluzione attraverso l'individuazione di un'area alternativo nella vicina Pitsea. Ma il consiglio di Basildon ha rigettato un piano in questo senso, proposto dalle associazioni dei Viaggianti.

"Abbiamo fatto un centinaio di richieste di sosta e siamo passati attraverso cinque inchieste pubbliche," dice Richard Sheridan. "Dicono che siamo illegali, ma boicottano ogni nostro tentativo di ottenere i permessi."

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Di Fabrizio (del 05/11/2007 @ 23:34:31, in Regole, visitato 1607 volte)

Un appello pubblicato in inglese (e qui sotto tradotto in italiano) con possibilità di aderire online. http://www.romanetwork.org/protest2.htm

Onorevoli Primi Ministri e Rappresentanti delle Agenzie Intergovernative

Vi scrivo per unire la mia preoccupazione a quella espressa da altri sui recenti avvenimenti in Italia.

Prima di tutto sono preoccupato che, a seguito di una campagna portata avanti da prominenti media sin dai mesi estivi, incitando il panico sui crimini commessi presumibilmente da Rumeni - ed in particolare da Rom Rumeni - il governo italiano ha votato un decreto d'emergenza che facilita l'espulsione di cittadini rumeni, con solo una protezione procedurale limitata.

Il sentimento anti-Rom è stato una caratteristica dei media italiani e romeni almeno dalla fine degli anni '90 e non è mai stato adeguatamente controllato da nessuna autorità pubblica. Un'intensa campagna - apparentemente con lo scopo di mobilitare presupposti razzisti sugli "Zingari" nel pubblico italiano in odio attivo, al fine di spingere a diminuire l'immigrazione - è stata portata avanti dai media italiani dai mesi estivi del 2007, particolarmente seguendo le morti di diversi bambini Rom della Romania in un accampamento a Livorno. Le caratteristiche di questa campagna hanno incluso racconti altamente sensazionalizzati dei crimini in Italia, come pure l'imputazione della colpa ai "Rumeni" o "nomadi" per tutti i piccoli crimini violenti e non chiarificati in Italia.

Settimana scorsa, a seguito di un brutale omicidio a Roma, nel quale il primo sospettato è un Rom della Romania, il governo ha capitalizzato l'onda di odio adottando un decreto d'emergenza che dovrebbe permettere l'espulsione dei cittadini rumeni con solo una protezione procedurale limitata. Dichiarazioni dei rappresentanti del governo indicano che questo decreto è rivolto primariamente ai "delinquenti Rumeni". Il decreto sembra permettere violazioni sistematiche dello spirito e dello scritto della Convenzione Europea sui Dritti Umani che proibisce le espulsioni collettive degli stranieri.

A seguito della pubblicazione di questo decreto d'emergenza durante la settimana tra il 29 ottobre e il 2 novembre, è apparso chiaramente che, come è avvenuto nei comuni di Roma, Milano e altrove, questo decreto è interamente e predominatamente anti-Rom; interi accampamenti sono stati smantellati, e persone con aspetto simile a Rom sono stati soggetti a rigorosi controlli di documenti - apparentemente allo scopo di determinare se dovessero essere espulsi dall'Italia. Profilazioni razziali di questo tipo violano un numero di norme delle leggi italiane ed europee. Nei giorni recenti, non c'è stato tuttavia alcuno sforzo apparente delle autorità italiane per applicare le disposizioni relative all'anti-discriminazione verso la polizia alla ricerca di "zingari da espellere".

Questi fatti indicano una preoccupate china del ruolo della legge in Italia. Pure un certo numero di risposte delle autorità fuori Italia meritano un commento.

In Romania, anche se alcuni rappresentanti pubblici hanno condannato il decreto, ci sono state anche espressioni di odio verso i Rom ad un livello veramente alto. Per esempio Cioroianu, Ministro degli Esteri ha dichiarato in un'intervista del 4 novembre 2007 riguardo alla crisi attuale: "Mi domandavo se non potremmo comperare un pezzo di terra nel deserto egiziano, dove spedire queste persone, che ci rendono noi (Rumeni) una macchietta. E' chiaro che se vanno in Italia, lì stanno bene, il clima è dolce, sentono intorno a loro una lingua latina che in qualche modo comprendono in qualche mese..."

C'è una profonda preoccupazione che gli eventi delle recenti settimane portino a un drammatico collasso delle già fragili relazioni etniche tra Rom e non-Rom in Romania. Alla luce del fatto che pogroms mortali anti-Rom sono un passato molto recente, queste preoccupazioni non sono da prendere alla leggera.

Anche le risposte a livello europeo sono state estremamente inadeguate. Il 3 novembre 2007, il Commissario per la Giustizia e le Libertà Civili, Franco Frattini, lui stesso italiano e strettamente collegato ai partiti politici italiani, ha dichiarato: "Ciò che c'è da fare è semplice. Entrare in un campo nomadi a Roma per esempio, e chiedere loro: 'Sapete dirmi dove vivete?'  Se rispondono che non lo sanno, prendeteli e rimandateli in Romania. E' così che lavorano le direttive europee. E' semplice e sicuro. La Romania non può non riprenderli, perché questo fa parte dei suoi obblighi come stato membro della EU." Ha poi chiesto all'Italia di smobilitare i campi per prevenire il rientro dei Rumeni.

Le dichiarazioni di Frattini seguono a meno di due settimane dopo che Thomas Hammarberg, Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, notava, "Purtroppo le azioni di diverse autorità pubbliche... sono state acquiscenti in questa intensificazione dell'odio anti-Rom" e richiedeva con urgenza che "Gli standards europei legali e la legislazione anti-discriminazione devono essere rigorosamente rinforzate per assicurare una fine al trattamento arbitrario basato su un animo razziale contro i Rom".

Sono estremamente preoccupato dalla tollerante, persino compiacente attitudine dei governi italiano e rumeno e dell'Unione Europea (EU) in generale quando si tratta di anti-ziganismo, così come dell'assenza di una reazione EU alle dichiarazioni di alcuni politici rumeni ed italiani. E' inaccettabile che le autorità statli contribuiscano a colpevolizzare collettivamente cittadini rumeni ed abbiano un approccio docile mascherato da diplomazia verso le osservazioni xenofobe di alti funzionari.

Infine, come riportato da Le Monde il 4-5 novembre 2007,  sono preoccupato perché appare possibile l'adozione di una nuova Direttiva dell'Unione Europea che limiterebbe il diritto della libertà di movimento dei cittadini europei tra gli Stati Membri. Come osservato da Le Monde, l'attuale livello di protezione europeo tutela gli individui dalla minaccia di espulsioni forzate verso i paesi di origine, quando erompono episodi di razzismo di massa, come quelli visti nei giorni recenti in Italia. L'erosione di questi standards - ancora, come risultato dell'isteria anti-zigana - sarebbe, in poche parole, un evento sconvolgente.

La mobilitazione di uno stato per scopi esplicitamente razzisti è qualcosa, avevamo inteso, apparteneva al passato in Europa.

Vi chiedo di intraprendere tutte le azioni possibili nei poteri derivati dai vostri uffizi, per porre termine a questi atti esplicitamente razzisti, e calmare gli infiammati pubblici di Italia e Romania.

http://www.romanetwork.org/protest2.htm

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Di Fabrizio (del 05/11/2007 @ 09:32:53, in Europa, visitato 1710 volte)

Da La voix des Rroms

Circa 400 Rroms della Romania ha manifestato ieri, 31 ottobre a Saint-Denis (93) per denunciare le recenti incursioni sul dipartimento ed il diritto di lavorare regolarmente in Francia. Una delegazione è stata ricevuta alla vice prefettura di Saint-Denis dal segretario generale, la signora Bartoli ed il sig. Mathieu, capo d'ufficio, che hanno preso nota, ma non hanno potuto rispondere alle rivendicazioni, cioè la sospensione delle espulsioni ed un diritto al lavoro effettivo per questi nuovi cittadini europei.

Dal 1 gennaio 2002, i cittadini rumeni e bulgari hanno acquisito il diritto di entrare e restare nello spazio Schengen, fra cui la Francia per meno di tre mesi, senza visto. In estate 2003, cioè un anno dopo quest'apertura, il ministero dell'interno riconosceva che c'erano in Francia circa 5000 Rroms della Romania nelle bidonvilles, e questa cifra non è sensibilmente cambiata dopo. Varie volte quest'estate, il sig. Brice de Hortefeux ha dichiarato che l'entrata della Romania e della Bulgaria complicava il conseguimento dell'obiettivo quantificato di 25.000 espulsioni di stranieri, poiché il 30% degli espulsi 2006 era costituito da rumeni o bulgari. Nei fatti, si tratta di Rroms di questi due paesi con alcune eccezioni, cosa che vuole dire che 8.000 Rroms rumeni e bulgari sarebbero stati espulsi nel 2006, mentre in tutto sono tra 5000 e 6000, e sempre in Francia. Infatti, dei Rroms sono stati espulsi 2, o 3 volte nel corso dell'anno, da cui la cifra di 8.000 espulsioni, che rappresenta così circa 80 milioni di euro per il contribuente francese se si prende in considerazione la media di 10.000 euro con espulsione. E tutto ciò per rinviare persone di cui si sa pertinentemente che ritorneranno alcuni giorni dopo, poiché hanno il diritto di farlo.

Con l'entrata dei loro paesi rispettivo all'Ue, una nuova tecnica è realizzata: il ritorno volontario forzato. La polizia arriva sul terreno, lo circonda bloccando la circolazione e proibendo l'accesso ad ogni persona esterna. Accompagnata dall'ANAEM, fa firmare gli obblighi di lasciare il territorio francese e la domanda d'aiuto al ritorno, cioè 153 euro per adulto e 46 euro per bambino, sotto la minaccia d'imprigionamento. Nel corso di una riunione giovedì scorso, il prefetto di Seine-Saint-Denis ha dichiarato che non tollererà più nessun "accampamento selvaggio" sul suo territorio.

È in questo contesto che i Rroms si sono mobilitati numerosi per dare l'allarme all'opinione pubblica su questi metodi che distruggono i loro progetti, sprecando il denaro pubblico, la totalità sacrificata all'altare dell'obiettivo sacrosanto di misure di distanza dalla macchina infernale delle espulsioni massicce. Obbligati ad ottenere un'autorizzazione preventiva per lavorare regolarmente hanno chiesto anche l'alleggerimento delle procedure, che rendono questo diritto inaccessibile: un contributo di 893 euro a carico del datore di lavoro ed una procedura che dura in media 3 mesi. Le insufficienze di forze di lavoro non giustificano tale procedura, nella misura in cui gli 80.000 euro sprecati nel 2006 avrebbero potuto in gran parte coprire le spese per assumere più personale che studierebbe le cartelle e che delibererebbe entro alcuni giorni.

In seguito alla riunione con i rappresentanti della vice prefettura, hanno comunicato che attendevano un seguito a questo scambio ed alla relazione che sarebbe stata consegnata alle autorità aventi un potere di decisione. Nessun termine è stato indicato per la risposta. Alla fine della riunione, la delegazione ha segnalato che i Rroms attenderebbe una risposta entro un termine ragionevole, e che manterrebbero e rafforzerebbero la loro mobilitazione.

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Di Fabrizio (del 04/11/2007 @ 09:32:08, in Italia, visitato 2453 volte)

Ricevo da Maria Grazia Dicati

Sono tanti i rumeni che vivono in Italia, le cifre parlano da sole, più di 640.000 : é la comunità più numerosa che vive in Italia. Quello che è successo a Roma e’ veramente orribile.

Siamo sconvolti, sono il primo a dirlo come rumeno che vive in Italia da più di dieci anni.

Come rifugiato politico e in nome della LEGA PER LA PROTEZIONE DEI DIRITTI DELLE PERSONE COMUNITARIE EXTRACOMUNITARIE E DEI RIFUGIATI POLITICI sono vicino alla famiglia, vicino alla loro sofferenza.

Sono anni che stiamo cercando di tutelare le persone più deboli, sono anni che lavoriamo perchè i diritti e la legge siano rispettati, ci stiamo domandando perchè si è arrivati fin a questo punto di odio.

Quello che io posso dire, in base alla realtà che ho conosciuto, è che i rom rumeni in questi ultimi 60 anni hanno subito, nel loro Paese di provenienza, una situazione di emarginazione e di non inserimento dovuto in gran parte dalla volontà delle stesse autorità rumene, all'incapacità con cui queste autorità hanno affrontato il problema della minoranza rom, pur essendo i rom una minoranza rappresenta anche nel loro Parlamento.

C'è poi una questione sociale che spesso viene dimenticata:lo stipendio di un operaio rumeno è di circa 150 euro, a fronte di prezzi al consumo superano addirittura quelli italiani. Il governo chiede quindi enormi sacrifici al popolo rumeno, ma nel frattempo la maggior parte dei parlamentari rumeni sono ricchissimi e la corruzione è alle stelle,e se per un rumeno è difficile sopravvivere,ancora più difficile è la condizione per i rom di fronte ad una situazione di esclusione sociale (e parliamo di una minoranza di quasi due milioni di persone).

Un altro fatto molto importante è che, vigendo in Romania un codice penale che prevede pene mostruose per qualsiasi tipo di reato, i rom, che per la maggior parte non hanno una istruzione scolastica che permetta loro di accedere ad un lavoro scappano via e i reati li commettono in Europa.

Il governo rumeno deve allora ammettere le sue colpe,la superficialità con cui fino ad ora ha affrontato il problema rom. Quello che servirebbe è un cambiamento totale dell'atteggiamento nei loro confronti. Ma qui non si parla solo del governo rumeno, perché ora il problema riguarda anche quello italiano.

In un Paese civile come l'Italia non è possibile accettare una politica di pulizia etnica, e non è giusto che si torni agli anni trentotto quando Mussolini ha espulso gli ebrei.

Lo Stato deve garantire la sicurezza del cittadino ma non emanare delle leggi che mettono a rischio intere comunità. Per questi motivi chiediamo un incontro con i rappresentanti del governo rumeno, affinché si attivi velocemente un tavolo interistituzionale coinvolgendo tute le categorie che possano contribuire a risolvere al più presto questa problema.

Serve veramente un investimento umano da parte delle autorità rumene, per avviare programmi di inserimento, incentivi statali per l'inserimento lavorativo dei rom

Con il contributo di tutti noi possiamo superare e risolvere questo tipo di problemi che noi stessi abbiamo creati.

BASTA CON LA CACCIA AI ROM, AI RUMENI, AI MIGRANTI che sono una ricchezza per il paese. Respingiamo tutte le politiche di xenofobia e di odio razziale che hanno prodotto un decreto legge varato sull'onda dell'emotività e delle pressioni della destra, un decreto che non risolve i problemi della sicurezza. Pensare che demolendo le baracche dove vivono i disperati si risolve il problema della criminalità è sbagliato.
Le leggi servono per tutelare la cittadinanza e non per creare odio.
Per questo riteniamo sbagliatissimo l'intervento di Veltroni alla TV rumena e ancora più sbagliate le risposte del premier rumeno che nella sua ignoranza della situazione non ha fatto altro che consentire alla colpevolizzazione di un intero popolo

La stragrande maggioranza del popolo rumeno è un popolo di lavoratori, umili e rispettosi, ed è il caso di ricordare che è stata proprio una donna rumena a denunciare il rom ,ma tutto questo è
passato in secondo piano.

Quanti rumeni sono morti nei cantieri dove lavoravano,nell'indifferenza e nel silenzio di uomini politici e mass media?

Per quanto tempo giornali e mass media si occuperanno dei quattro rumeni massacrati a Tor bella monaca o di quelli costretti a fuggire per evitare linciaggi?


E’ tutto sbagliato. Chiediamo collaborazione e nello stesso tempo buon senso.
Sevastian Zlotea Rifugiato politico.

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Di Fabrizio (del 03/11/2007 @ 00:38:56, in Italia, visitato 1885 volte)

Ricevo da Dijana Pavlovic

Mercoledì 31 ottobre, al terzo giorno di digiuno, al presidio davanti a palazzo marino hanno portato la loro solidarietà Dario Fo e Franca Rame, i presidenti della Caritas, delle ACLI e dell'ARCI, la Camera del lavoro di Milano, su proposta della quale si terrà il 14 novembre una conferenza unitaria per una strategia comune. Alle 14, dopo nostra richiesta,la dottoressa Lucarelli, funzionario dell'assessorato alle politiche sociali, ci ha comunicato che l'assessore Moioli era disponibile a un incontro con una delegazione dei digiunanti. Abbiamo deciso quindi di far partecipare alla delegazione le mamme e i bambini espulsi da viale Ortles insieme con alcuni rappresentanti del campo di S. Dionigi. Al momento dell'incontro l'assessore, smentendo clamorosamente l'accordo fatto con il suo funzionario, ha dichiarato che avrebbe parlato solo con i rom presenti. A questo atteggiamento arrogante e pretestuoso anche i rom hanno risposto rifiutando di partecipare all'incontro e insieme abbiamo presidiato l'assessorato, mentre l'assessore se ne andava precipitosamente, fino all'arrivo della senatrice Franca Rame che messasi in collegamento con il sindaco Moratti otteneva il rientro dell'assessore per affrontare e risolvere il problema da noi posto. L'incontro, con la partecipazione dei rom, si concludeva con la dichiarazione della Moioli che le due donne espulse con i loro figli rientravano immediatamente in viale Ortles e con l'impegno a dare
una sistemazione definitiva agli sgomberati da S. Dionigi.
Alla luce di tutto ciò il presidio è stato sospeso mentre il digiuno di protesta prosegue a staffetta tra quanti vi hanno aderito per verificare il rispetto degli impegni presi.

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Di Fabrizio (del 02/11/2007 @ 09:03:45, in casa, visitato 2077 volte)

L'ANTIZIGANISMO IN EUROPA.
L'AZIONE DELLE ISTITUZIONI EUROPEE A TUTELA DELLE MINORANZE ROM E SINTE.

Interviene: Eva Rizzin
Introduce e coordina: Tommaso Vitale

Partecipano alla discussione: Giorgio Bezzecchi (Opera Nomadi Milano), Massimo Bricocoli (Politecnico di Milano), Laura Centemeri (Università di Milano), Simone Tosi (Università di Milano Bicocca).
Giovedì 8 novembre, h 10:00
dipartimento di sociologia e ricerca sociale
Aula Pagani
III piano, edificio U7
via bicocca degli arcimboldi 8
MIlano

Seminario mensile di studio e riflessione sulle politiche per le minoranze rom e sinte
Accesso: il seminario è liibero e ad accesso gratuito, rivolto a studenti, studiosi ed attivisti
Si prega di dare conferma della presenza per posta elettronica
E-mail: laura.boschetti@yahoo.it

Eva Rizzin:
- si è laureata in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Trieste con una tesi sulla cultura della comunità dei Sinti Gackane Eftawagaria;
- ha conseguito un Dottorato di ricerca in Geopolitica e Geostrategia presso l’Università degli Studi di Trieste sul f enomeno dell’Antiziganismo nell’Europa allargata;
- appartiene alla comunità dei Sinti; collabora con OsservAzione, centro di ricerca-azione contro la discriminazione di rom e sinti;
- è membro del comitato Rom e Sinti Insieme, il primo coordinamento nazionale di Sinti e Rom, che intende riunire intorno a sé tutte le comunità presenti in Italia.

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Di Sucar Drom (del 01/11/2007 @ 09:40:23, in blog, visitato 1578 volte)

Cassazione, la giustizia è uguale per tutti ma per i Rom immigrati...
Linea dura della Cassazione nei confronti dei Rom immigrati che forniscono false generalità e hanno precedenti penali. La Suprema Corte ha deciso che non possono patteggiare la pena ottenendo, così, la sospensione condizionale della condanna in forza della scelta d...

Biennale di Venezia, ultimi giorni per visitare il padiglione rom "paradise lost"
Ultimi giorni per visitare Paradise Lost, il padiglione d’arte contemporanea rom allestito alla 52° Edizione della Biennale di Venezia. Fino al 21 novembre potrete visitare il padiglione, presso il Palazzo Pisani, dove troverete dipinti, video e installazioni realizzati da quindi...

Prato, non siamo razzisti ma...
Le ragioni addotte dall'assessore ai servizi sociali sulla opportunità di trasformare il campo nomadi di via Pollative in un villaggio nomadi spiegano all'opinione pubblica soltanto una parte del problema e cioè quella di garantire servizi essenziali e dignità a perso...

La via italiana per una scuola interculturale
Presentate le linee guida del ministero della Pubblica Istruzione. Corsi di italiano come seconda lingua, formazione per insegnanti e dirigenti, accordi sul territorio per evitare scuole-ghetto. Con oltre mezzo milione di bambini e ragazzi stranieri tra i banchi, la scuola italiana si attrezza per accoglierli al meglio, con una "via italiana all'intercultura", come si chiama il documento preparato da...

Lamezia Terme (CZ), regolarizzare la raccolta dei materiali ferrosi
È una delle poche attività dei Rom: raccogliere ferro vecchio e rivenderlo a peso. Un'opera di riciclaggio che aiuta l'ambiente. Loro però hanno un problema e ieri l'hanno esternato al vicesindaco Elvira Falvo che ha anche la delega per i problemi dei Rom: le "Apine" a tre ruote (in foto) con cui raccolgono i rifiuti ferrosi non hanno l'autori...

Riforme, serve un clima politico di forte responsabilità
"Per affrontare una stagione di riforme occorre un clima politico di grande e forte responsabilità, trasversale agli schieramenti politici". Lo ha evidenziato il deputato Roberto Nicco (gruppo Minoranze linguistiche), intervenendo oggi in aula sulla riforma costituzionale. Nel suo intervento il deputato valdostano, dopo aver sottolineato "come da ormai troppi anni si discuta in Italia di riforme co...

Emilia Romagna, la legge 47/1988 determina le politiche
"Le politiche della Regione Emilia-Romagna sui nomadi sono volte all'inclusione sociale di una minoranza di persone legalmente residenti nei Comuni della nostra Regione". Così l'assessore alle Politiche sociali e immigrazione della Regione, Annamaria Dapporto, risp...

Bologna, romancero gitano
Proprio a Bologna dove è partita due anni fa la caccia al Rom rumeno è stato presentato, in prima nazionale, ''Romancero gitano'', l'ultimo lavoro della danzatrice-coreografa Cristina Hoyos, alla direzione del Ballet Flamenco de Andalusia, ad inaugurare il 25 ottobre, la stagione teatrale 2007/2008 dell'Arena del Sole - Teatro Stabile di ...

Padova, i Sinti chiedono di non essere cacciati
Dovevano essere sgomberati alcuni giorni fa ma i servizi sociali hanno concesso loro una proroga di altri dieci giorni. Si tratta delle famiglie di sinti veneti, Basso e Udorovich, che da un paio di mesi stazionano con quattro roulotte vicino al campo nomadi di via Tassinari laterale di corso Australia. «Nella nostra famiglia - ha affermato Gaetana Basso - abbiamo tre bambini e un altro nascerà a dicembre. Il Comune vuole che andiamo via, ma noi non sappiamo dove. Di cer...

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