Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

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L'essere straniero per me non è altro che una via diretta al concetto di identità. In altre parole, l'identità non è qualcosa che già possiedi, devi invece passare attraverso le cose per ottenerla. Le cose devono farsi dubbie prima di potersi consolidare in maniera diversa.

Wim Wenders
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 12/05/2005 @ 01:14:40, in Europa, visitato 2751 volte)
Da: Roma Network
die Taz (Germania): Il Partito Socialdemocratico Tedesco si oppone alla deportazione in Kossovo

BERLINO taz. - La minaccia di rimpatriare forzatamente i rifugiati del Kossovo dalla Germania, non incontra solo il biasimo delle organizzazioni dei rifugiati. "Se la situazione della sicurezza continua a mantenersi fragile, sarebbe irresponsabile un rimpatrio di massa" ci racconta Dieter Wiefelspuetz (SPD), portavoce al Bundestag degli Affari Interni del suo partito, annunciando che chiederà al Ministro degli Interni rassicurazioni in merito.

Come è stato riportato, il Ministero degli Interni ha siglato un accordo con l'amministrazione ad interim dell'UNMIK il 26 aprile, in base alla quale membri delle minoranze Askali, Egizie e Rom sarebbero stati rimpatriati a partire da questo mese. [...] precisamente, 300 alla volta da maggio e 500 da luglio. Le organizzazioni dei rifugiati stimano in 10.000 i rifugiati coinvolti nell'accordo. Questi tipo di rimpatri forzati erano stati sospesi dopo i disordini di marzo 2004.

L'accordo è stato criticato anche da Marieluise Beck, del partito dei Verdi e rappresentatnte del Governo per le tematiche migratorie [...], che ha richiesto "un pronunciamento chiaro perché sia permesso [ai rifugiati] di rimanere in Germania". In una recente intervista, Beck ammoniva sull'alto rischio legato al loro rientro e sulle preoccupazioni per il loro futuro. Guenther Burkhardt, Direttore Esecutivo di Pro Asyl, ha indicato queste deportazioni come "una falla nella diga umanitaria".

Le previsioni sulla situazione in Kossovo sono difficili. Nel proprio rapporto di marzo, l'UNHCR definisce la situazione "fragile e poco chiara", nel contempo afferma di avere "preoccupazioni sulla sicurezza generale" per i rimpatriati. Nikolaus von Holtey di Pax Christi, ritiene che non dovrebbero verificarsi "veri atti di violenza", piuttosto una situazione generalizzata di intolleranza razzialie e di piccole violenze.

SASCHA TEGTMEIER taz 7.5.2005

Gruppo Roma_und_Sinti
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Di Fabrizio (del 12/05/2005 @ 01:35:05, in casa, visitato 1812 volte)
Un soggetto sempre attuale: LO SGOMBERO
Qui a Podgorica (già Titograd) in Montenegro.



Segnalazione da:
Vanja Calovic
Executive director
MANS
Tel/fax: + 381 81 656 050; 656 060
Mobile: + 381 69 446 094
E-mail: mans@cg.yu

Riferimenti Gruppo Roma_Yugoslavia

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Di Fabrizio (del 12/05/2005 @ 23:35:29, in lavoro, visitato 3769 volte)
... e filosofia, per i nostalgici del quiz
Un campo sosta si riconosce dall'odore: può essere il fumo della legna che ti rimane appiccicato ai vestiti, di animali da cortile e bambini piccoli, o di wc intasati e vestiti zuppi.
Fango e polvere.
Qui il fango era un ricordo, perché i vialetti interni erano asfaltati da anni. Da un paio di mesi sono in corso i lavori di ripavimentazione. Il campo è un cantiere unico, ma tra gli operai che lavorano non conosco nessuno, sono di un'impresa esterna. Gli uomini del campo sono seduti a fumare e a lamentarsi, i più giovani invece fanno a gara con gli operai: il tempo è ancora incerto e stanno riparando i tetti delle loro baracche. Le baracche sono abusive, ma nessuno dice niente, d'altronde qui c'è chi ci abita da 16 anni - e non conosco nessuno che a Milano vivrebbe tutto questo tempo in una roulotte.

Quasi assieme al campo, era nata una cooperativa, formata dai Rom stessi, da volontari, da operatori della scuola e dei servizi sociali. Si era formata con lo scopo preciso di fornire occasioni di lavoro, di operare per la scolarizzazione dei bambini in età scolare, di indire manifestazioni che potessero presentare vari aspetti della cultura e del modo di vita dei Rom.
Non è così strano come sembra, immaginare questa cooperativa. Un Rom è abituato a trattare la durata prevista del lavoro e la ricompensa, poi a seconda dell'impegno e del premio coinvolgere altri parenti o conoscenti, oppure chiedere in prestito gli attrezzi necessari a qualche componente della sua famiglia allargata, se non ha attrezzi a disposizione; poi si divide. Come pure, è costume che vecchi e bambini, anche se non fan parte del proprio gruppo ristretto, vengano accuditi in comune quando non siano in grado di essere autosufficienti al proprio sostentamento.
Insomma: a parte qualche difficoltà con quote sociali, bilanci e consigli di amministrazione, per loro il concetto di cooperativa è molto più comprensibile che per noi.

Cos'è successo nel frattempo?
- a fine 1992, ci fu la prima manifestazione cittadina dei Rom a Milano, per chiedere che il campo venisse attrezzato dignitosamente, dopo 3 anni. La sera stessa, si finì in TV a Milano-Italia di Gad Lerner. Il campo venne sistemato;
- fu stipulata una convenzione per il trasporto degli alunni alla scuola dell'obbligo. I ragazzi iniziarono a frequentare la scuola media. La convenzione non è stata più rinnovata;
- attività para-scolastiche all'interno del campo: doposcuola, scolarizzazione per adulti. Animazione per ragazzi e sportiva. Nessuna convenzione viene rinnovata da due anni;
- vari corsi di formazione professionali: operatori del verde, lavorazione del rame, produzione tessuti batik; richieste varie di commercializzazione di quanto autoprodotto;
- installazione di serre all'interno del campo. In abbandono;
- corso di informatica e primo bollettino Rom con redazione interna. Non è più finanziato;
- affido di minori dall'istituto Beccaria, per reinserimento sociale e famigliare. Interrotta per mancanza di attività curricolari...
... perché a distanza di anni, l'unica convenzione rimasta "era" quella per il mantenimento del verde e la potatura delle piante in alcuni giardini comunali. Ci lavoravano 4/5 persone, 2 soli mesi all'anno. Da quest'anno, anche di quello non si sa più niente.

Ho capito: si fa prima a dire cosa è rimasto:
La vecchia e cara "ARTE DI ARRANGIARSI"
Un serbatoio di professionalità inespresse per:
- lavori di giardinaggio (compreso piantumazione, concimazione, abbattimenti, lavori da serra);
- squadre per lavori di traslochi, imbiancatura, muratura;
- pulizie civili e industriali;
- e poi ci sono idraulici, piastrellisti, saldatori, portinai...

meglio che niente!
Contattatemi!

Domanda: ma come è potuto succedere?
Magari dipende dalle persone, o dalla politica... se ne parla da tempo e forse ho perso il filo del discorso.
Questa gloriosa cooperativa, ha avuto secondo me un grande difetto: legarsi a un grande, unico cliente. Finendo per dipendere dai suoi "mal di pancia".
Questo cliente è il Comune di Milano, che ha fatto (sicuramente) cose buone e altre meno. Ad esempio, ha "usato" la cooperativa per incentivare la presenza dell'obbligo, o ha dato lavoro agli adulti. Ma nel contempo, l'ha "usata" anche per avere servizi di buon livello a prezzi stracciati, scaricandola quando trovava qualcuno a cui subappaltare questi servizi che fosse ancora più disperato, o quando il ragionamento era di mera opportunità politica. Quando ne parlo al campo, insisto: "Cercate altri committenti, offritevi al privato!". La risposta è che loro per primi non credono che i privati si fidino di loro.
Il peggio (è sempre la mia opinione) è che si siano abituati ad avere qualche contentino a poco prezzo, e la maggior parte degli adulti in età di lavoro abbia perso la capacità tipica del nomade, del sapersi adattare a seconda delle circostanze e inventarsi il lavoro.
Non è la disperazione della recente lettera dal Canada. Per questi Rom, cittadini italiani a tutti gli effetti, forse è peggio: una vita ad aspettare, in un lager carino fuori dalla città, senza memoria di cosa siano e senza voglia per cambiare.

Tranquilli: qualcuno ce la fa sempre - è provato dalle statistiche!
Per esempio la casa: piano piano, senza che nessuno se ne accorga, le famiglie dai campi finiscono nelle case popolari. I miei amici della PadaniaOnLine rivendicano di essere stati i primi a chiedere la chiusura dei campi. Posso dirgli bravi? ...se insieme all'onore si accollano anche gli oneri. Un conto è avere qualche famiglia che fa domanda di casa popolare, un altro "chiudere i campi". Lo scrivo, pensando a noi sedentari: che senso avrà dare la casa a chi non può mantenerla, se non si progettano politiche di supporto? Tanto i problemi, resteranno in quelle periferie già avvelenate dalla convivenza nella miseria.

Sì, lo so, sono il solito ipercritico. E voi invece sarete pazienti, perché manca ancora un pezzo a questo puzzle, che chiameremo Ziganopoli.
Ziganopoli, non è solo il campo, è tutta l'industria che ci gira attorno. Ziganopoli, è dare lo spazio dove vivere e togliere poco per volta la possibilità di essere autonomi, per finire nel girone di quel purgatorio che è l'assistenza, ad aspettare qualcuno che risolva i problemi. E' anche isolamento forzato, in maniera fisica rimbalzando tra campi e periferie già a rischio di loro.
Ma... non è tutto. L'isolamento può anche essere mediatico: cosa c'è di + adatto di un popolo tenuto isolato e temuto, per costruirci la PICCOLA INDUSTRIA dell'esperto che parla di loro? Oppure dei quintali di libri e film scritti NON da loro? La stampa, la pubblicità legate a questi eventi. I dibattiti sui Rom e Sinti a cui loro non vengono invitati? (a meno che non siano persone eccezionali o abbiano assistito a fatti eccezionali). A cui non vengono chiamati neanche per montare/smontare le strutture o occuparsi del catering?
Pensate a quanti sociologhi, scrittori, filmaker disoccupati, se solo ci fosse un sociologo, uno scrittore, un regista Rom. Magari, basterebbero solo qualche imbianchino e qualche giardiniere in +, per fermare questa "esposizione della povertà altrui"!

Io ipercritico? Fate i bravi e ripensate alla scena iniziale. Vi rioffro la mia piccola soluzione:
LAVORO CERCASI!
- lavori di giardinaggio (compreso piantumazione, concimazione, abbattimenti, lavori da serra);
- squadre per lavori di traslochi, imbiancatura, muratura;
- pulizie civili e industriali;
- e poi ci sono idraulici, piastrellisti, saldatori, portinai...

(with a little help by my friends)
Contattatemi!
Dimenticavo: a buon rendere!!

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Di Fabrizio (del 13/05/2005 @ 12:25:58, in Italia, visitato 3836 volte)
da Tommaso Vitale

12 maggio 2005 - Un agente in borghese accusa la ragazza di resistenza e oltraggio

Dopo i gravi fatti accaduti venerdì 29 maggio nei pressi della stazione di Padova, denunciati attraverso i microfoni di Radio Sherwood da una giovane studentessa che aveva assistito alla scena, oggi si è svolta la prima udienza del procedimento giudiziario che vede imputata Elena, la donna rom vittima di abuso da parte di alcuni agenti delle forze dell'ordine. Infatti, uno di loro, la accusa di averlo aggredito.

In aula Elena, difesa dall’avvocato Aurora D’Agostino, ha coraggiosamente affermato la sua versione dei fatti, raccontando di essere stata violentemente strattonata e bloccata fisicamente dagli agenti, di essersi ritrovata improvvisamente nuda senza la camicia e di avere perso le forze, accasciandosi per terra. I testimoni presenti (tre su otto) hanno confermato questa versione dei fatti.
L’agente, invece, si è più volte contraddetto: ha dichiarato di essere stato colpito dalla ragazza a terra, mentre Elena era in piedi; prima ha detto che era la ragazza a terra ad essersi spogliata, poi ha dichiarato che entrambe si erano tolte i vestiti. Alla fine ha dichiarato che la confusione era tale che non era in grado di ricostruire esattamente la sequenza dei fatti.

Durante la mattinata le associazioni Razzismo Stop e Opera Nomadi di Padova assieme alle realtà che hanno seguito fin dall’inizio questa vicenda, erano presenti fuori dal Tribunale con dei cartelli per denunciare pubblicamente quanto è avvenuto. Soprattutto a fronte del fatto che i media locali hanno ignorato l’accaduto, nonostante siano stati più volte contattati, limitandosi a riportare la versione fornita dagli agenti.
Presenti anche numerosi immigrati dell’associazione Razzismo Stop, che hanno voluto portare personalmente la propria solidarietà alla giovane donna Rom.

L’udienza è stata rinviata al 25 maggio, poiché sia il PM che il Giudice hanno ritenuto opportuno sentire la testimonianza degli altri agenti presenti durante l'operazione di polizia e il fermo successivo di Elena.

Collegandosi alla pagina, è possibile scaricare in mp3:
* L’intervista con l’avv. Aurora D’Agostino
* Il commento di Luca Bertolino
* Il commento di Francesca Zanotto

segnalazione precedente
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Di Fabrizio (del 14/05/2005 @ 01:27:22, in Europa, visitato 1777 volte)
Da: Simó Endre

Domenica prossima si terrà una manifestazione di solidarietà e contro il razzismo a Budapest, dopo che un giovane Rom di 15 anni è stato ferito su un autobus da sei aggressori armati di spada da samurai. Il ragazzo è ora ricoverato in ospedale, in gravissime condizioni. Gli aggressori, nonostante la accurate descrizioni fornite, non sono ancora stati catturati.

Il gruppo era vestito con abiti paramilitari. Nessuno dei passeggeri è intervenuto in difesa del ragazzo, che è stato letteralmente trapassato dalla lama della spada. La manifestazione è stata indetta dall'Associazione Ungherese Antifascista e per la Resistenza e dalle associazioni Rom, che hanno richiesto la presenza anche delle altre organizzazioni che compongono il Social Forum Ungherese.
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Di Fabrizio (del 14/05/2005 @ 23:14:43, in blog, visitato 1762 volte)
Due interessanti segnalazioni da MediaEducation.bo:
- The winner is...
- Immagini dall'Africa, intervista a Daniele Mezzana

e una da beppegrillo.it:
- Venerdì 13: requiem per l’informazione
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Di Fabrizio (del 15/05/2005 @ 21:45:48, in media, visitato 1690 volte)
Il gruppo 'Stranieri in Italia', con l'omonimo sito, lancia il primo notiziario radiofonico di informazione dedicato agli immigrati. Il notiziario, di 15 minuti a cadenza settimanale, è in onda da fine aprile su 10 radio: Radio Base, Radio Meneghina, Radio Lodi, Radio Torino Popolare, Radio Flash, Radio Tau, Radio Città Futura, Contatto Radio, Punto Radio, Novaradio. I contenuti riprendono la formula del sito www.stranieriinitalia.it: notizie sull'immigrazione e sulle norme che la regolano, sulle procedure burocratiche, sui grandi eventi che coinvolgono le comunità.
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Di Fabrizio (del 17/05/2005 @ 02:38:02, in Europa, visitato 3918 volte)
su Osservatorio sui Balcani
di
Risto Karajkov



"Nei prossimi 10 anni i rom riusciranno a migliorare le loro condizioni di vita? Il governo è ottimista e si dice certo che la Macedonia sarà modello per altri Paesi dell'Europa centro-orientale. Altri lo sono meno"


Il 73% dei ragazzini rom che si iscrivono alla scuola primaria non la portano a termine. Questo è quanto emerge dalle statistiche. Nel 1993 erano solo 3 i rom iscritti in Macedonia all'università. Ora, anche grazie all'istituzione di una quota a favore di questa comunità nelle università per favorire la loro educazione di alto livello e grazie all'istituzione di numerose università private, gli studenti universitari rom sono saliti a 150. Ciononostante molti di loro non si laureeranno mai.

Queste nude cifre non danno però una buona descrizione della realtà. Le statistiche sono spesso cieche, e quella in merito agli studenti universitari rom lo sono in particolar modo. Spesso infatti studenti si dichiarano appartenenti alla comunità rom per godere dei vantaggi garantiti a quest'ultima.

"Ci sentiamo discriminati dall'abuso che si fa del sistema delle quote e delle false dichiarazioni di studenti che si dichiarano rom pur non essendolo" afferma Redzep Ali Cupi, studente rom. Redzep suggerisce che al momento di iscrizione all'università l'appartenenza alla comunità rom dev'essere documentata in base ai dati in possesso delle scuole superiori piuttosto che basarsi su un'auto dichiarazione.

"Ho fatto 4 anni di scuola e poi non avevo la possibilità di procurarmi i libri di testo" racconta invece Rafiz, bambino che vive nelle strade nel centro di Skopje. Suo fratello Sali, che lavora con lui, la scuola non l'ha mai neppure iniziata. Il loro lavoro quotidiano è mendicare. In due guadagnano 5 euro al giorno.

"Il problema maggiore è che spesso i ragazzini rom vengono iscritti a scuola con molto ritardo ed alcuni genitori non li iscrivono affatto. A questo si aggiunge un tasso altissimo di abbandono", afferma Dragan Nedeljkovic, membro di un'istituzione statale che si occupa dell'istruzione delle minoranze.

"Può capitare che vi siano 3 o 4 bambini in ciascuna famiglia in età scolare. I libri ed il materiale scolastico sono molto costosi. E' impossibile per i genitori sostenere queste spese", ricorda Saip Iseni, preside di una scuola elementare situata a Suto Orizari, municipalità del distretto di Skopje, dove risiede la più ampia comunità rom della Macedonia.

Vi sono numerosi progetti e organizzazioni che lavorano sul tema dell'educazione dei bambini rom. Ciononostante rompere il circolo vizioso è arduo. Ciascuno studente universitario rom ha a disposizione 60 dollari al mese ed un tutor. Sono risorse messe a disposizione da USAID, struttura paragovernativa di aiuti allo sviluppo USA, per combattere l'abbandono universitario.

Vi sono 54.000 rom in Macedonia, anche se anche questo dato può essere discutibile anche perché la dichiarazione etnica che ne è alla base è quantomeno ambigua. Di questi 17.000 sono senza lavoro e 14.000 non riescono a soddisfare le proprie necessità primarie. Un altro dato statistico dice che l'85% dei rom usufruisce di sussidi sociali.

La famiglia di Raim Haim è costituita da dieci persone, che vivono in una stanza di dieci metri quadrati nel sobborgo rom più povero di Skopje, Topana. Raim li mantiene tutti suonando per strada l'armonica. Nessun altro percepisce un reddito. Raim può guadagnare sino a 5 euro nei giorni migliori. Nessuno di loro gode dell'assistenza sociale.

"Non sappiamo dove chiedere per ottenere l'assistenza sociale. Servono molti documenti. Non li abbiamo e non sappiamo dove richiederli. E' una vera miseria non avere alcuna educazione", dice Raim.

Le occupazioni più comuni tra i rom sono il piccolo commercio, il riciclaggio di rifiuti, mendicare. Le donne lavorano tradizionalmente nelle pulizie domestiche.

Recentemente il governo, nell'occasione della giornata internazionale per i rom, l'8 aprile scorso, ha reso nota una Strategia nazionale per i rom. Quest'ultima è stata sviluppata in seguito agli impegni presi dalla Macedonia, assieme ad altri 9 Paesi dell'Europa centro-orientale, nel programma "Decennio per l'inclusione dei Rom" promosso dalla Banca Mondiale , dalla Fondazione Soros e dai governi di Ungheria e Bulgaria. La strategia macedone ha quattro priorità: il problema della casa, l'istruzione, l'occupazione e la salute.

"I rom della Macedonia si trovano ad affrontare numerosi problemi, tutti connessi alla povertà, alla mancanza di istruzione e ad una vita passata in condizioni pessime" ha affermato il primo ministro Vlado Buckovski al lancio della strategia nazionale. "Dovremmo collaborare tutti assieme per favorire la loro integrazione nella società".

Inoltre, secondo Bickovski, "la Macedonia sarà senza dubbio da esempio nella regione per i suoi successi nell'integrazione dei rom".

Buckovskli ha poi ribadito gli sviluppi positivi che a suo avviso si sono verificati in questi anni, sviluppi che non si stanca mai di ripetere: sono riconosciuti come popolo costituente nella costituzione, in Macedonia vi è l'unico sindaco rom d'Europa, vi è un parlamentare rom ed un vice-primo ministro rom. Vi sono inoltre molti canali televisivi privati gestiti da rom e molte ONG rom che collaborano regolarmente con il governo.

Ciononostante, secondo Ramandan Pilji, appartenente ad una delle principali ONG rom, "Mesecina", "il governo sino ad ora non ha fatto molto per i rom". "Non siamo certamente soddisfatti" aggiunge "ma siamo ottimisti e vogliamo essere fiduciosi. Dovremo lavorare molto duramente nei prossimi dieci anni".

Vi sono molte critiche rivolte alle stesse ONG rom accusate spesso di non essere responsabili nei confronti della propria comunità, di essere corrotte e gestite da una manciata di individui che favoriscono i propri interessi privati piuttosto che i bisogni di una popolazione che affermano di aiutare, sfruttando l'interesse che la comunità internazionale ha dimostrato, seppur con colpevole ritardo, nei confronti di questa minoranza.

Recentemente la rappresentante della Banca Mondiale in Macedonia, Sandra Blumencamp, ha designato il Paese come leader regionale nell'inclusione dei rom. Anche da un recente rapporto di parlamentari europei sulla situazione dei rom nel Paese sono emerse note positive.

Ma molto scorre sotto la superficie. Spesso viene posta una domanda retorica: i rom vengono discriminati perché poveri o sono state le discriminazioni a causare la loro indigenza?

I macedoni risponderanno che i rom non vengono discriminate nella società macedone. Come potrebbero esserlo se godono di tutti i diritti? Ciononostante non vedi frequentare i rom gli stessi bar dei macedoni.

Ma l'eguaglianza è una questione di teoria o legata ai fatti? I rom devono percorrere ancora una strada molto lunga per avvicinarsi a quest'ultima. Su questo tutti concordano.

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Di Fabrizio (del 17/05/2005 @ 20:24:35, in Italia, visitato 3600 volte)
da Marta Rabbiosi

I medici che volontariamente svolgono servizio di ambulatorio in un container presso i campi nomadi di via Triboniano, costituitisi nell'associazione Fuoriluogo, organizzano una serata di raccolta fondi sabato 21 maggio alle 22 presso Colore-via Moncucco 29 Milano (zona Famagosta)

Associazione Colore
 
Di Fabrizio (del 18/05/2005 @ 04:43:05, in Europa, visitato 1611 volte)
Da: Simó Endre
Domenica prossima si terrà una manifestazione di solidarietà e contro il razzismo a Budapest...

Alla manifestazione [...] hanno partecipato circa 500/600 persone, tra cui il Segretario per gli Affari Etnici e il capogruppo parlamentare del Partito Socialista Ungherese. Invece erano assenti tanto i rappresentanti del governo che quelli dell'opposizione, che sinora non hanno ancora espresso solidarietà alla famiglia del ragazzo ferito.

Il ragazzo è tuttora in gravi condizioni, ma è fuori pericolo. Accanto a lui era seduto un amico di 13 anni, che è riuscito a comprimere con le mani la ferita della spada, salvandolo dal dissanguamento. Nessun altro dei passeggeri ha reagito, neanche l'autista dell'autobus.

Alla manifestazione gli oratori hanno definito quest'atto come "fascista", che discende dal clima di odio che caratterizza il dibattito socio-politico in Ungheria, e dall'indifferenza delle autorità verso la violenza dei gruppi di destra estrema, che godono anche dell'omertà e della passività della popolazione, come dimostra l'atteggiamento dei passeggeri dell'autobus. Gli autori del ferimento sono ancora latitanti, nonostante le accurate testimonianze fornite alla polizia.

La manifestazione ha ricevuto notevole eco sulla stampa. Potete contattare il Coordinamento del Gruppo di Lavoro del Social Forum Ungherese al mio indirizzo email [in inglese NDR] per informazioni, aggiornamenti e prese di posizione, a livello locale o internazionale.

Gruppo Hungarian_Roma
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