Rom e Sinti da tutto il mondo

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La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 14/10/2008 @ 09:25:33, in scuola, visitato 1566 volte)

Da British_Roma

Da EveshamJournal La diversità culturale difesa dalla scuola By Daniel Fawbert Mills

I poliziotti locali Julie De Paris e Julie Pardoe col contastorie romanì Richard O’Neill e gli scolari Shania Price, Sean Lunnon, e Charlie Smith

9 ottobre 2008 - La scuola primaria di Cleeve sta promuovendo il valore di differenti culture in un'unica esperienza narrativa per i più giovani.

La scuola ha aperto le proprie porte per accogliere il tradizionale narratore romanì Richard O’Neill che ha intrattenuto i bambini usando le tecniche tradizionali romanì, incluse la sua raccolta di bambole di legno.

E' stato raggiunto dall'ufficiale della polizia locale Julie De Paris e dall'ufficiale di supporto alla comunità Julie Pardoe, ed assieme hanno passato la mattina con i più giovani.

Pardoe ha detto "E' stata una grande opportunità per tutti scoprire di più sulle differenti culture in un momento di intrattenimento."

"Alcuni degli scolari provengono dalla comunità viaggiante, così questo evento è particolarmente speciale."

Il Commissariato di West Mercia ha lavorato a stretto contatto con O’Neill, lui stesso Romanì, che ha condotto due momenti formativi per loro.

Grazie a questo lavoro è in grado di offrire queste sezioni narrative uniche a diverse scuole del Worcestershire, inclusa la Blackminster Middle School di Evesham e la  Pebworth First School.

Ha detto O'Neill: "Intendiamo portare le storie a tanta più gente possibile, perché crediamo nel potere della narrazione di educare, informare, costruire ponti e divertire."

Si spera che la formazione specialistica che può fornire assista nel formare personale con una più ampia consapevolezza della cultura zingara, rom e viaggiante, come pure una migliore comprensione della negatività che alcune persone affrontano nella società.

Il consigliere per la diversità zingara e viaggiante, sergente Alistair Webster, ha detto: "Vorrei questo addestramento per focalizzarsi sul buon lavoro e le grandi opportunità che si ottengono dal comprendere meglio le differenze."

"Parimenti, gli eventi narrativi nelle scuole aiuteranno a trasportare questi stessi messaggi alle nostre generazioni più giovani."

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Di Fabrizio (del 15/10/2008 @ 08:51:34, in media, visitato 2382 volte)

Aspettando che esca in Italia il film di questo regista, da noi poco conosciuto, tenetelo a mente. Leggevo la recensione e lo paragonavo ai tanti film di Truffaut sull'infanzia (i Quattrocento colpi, in particolare), mentre per motivi etnici ricorda Toni Gatlif. Da Roma_Francais

Khamsa di Karim Dridi, nelle sale francesi da mercoledì [scorso] è un film senza fronzoli sull'infanzia delinquenziale di un eroe che ne traduce tutta l'emergenza. Intervista senza peli sulla lingua col cineasta franco-tunisino.

Mercoledì 8 ottobre 2008, par Falila Gbadamassi - Marco, alias Khamsa, è scappato dalla sua famiglia d'accoglienza per rendere visita a sua nonna malata. Ritrova il campo dei Gitani dove è nato, 11 anni fa a Marsiglia, e la banda dei suoi amici: il cugino Tony, nano ma fortemente protettivo, e Coyote. Se il primo ha deciso di guadagnarsi da vivere con i combattimenti dei galli, Coyote s'è specializzato nei piccoli furti che organizza con Rachitique, un piccol Arabo. Khamsa presto raggiunge il trio di piccoli delinquenti per ingannare la noia e la tristezza di un ragazzo che non ha più alcun riparo familiare. Lasciato a se stesso, Khamsa si da i mezzi per sopravvivere. In un vero campo di Gitani, Karim Dridi filma da vicino questa volontà incrollabile ma contrastata dalla precarietà. Lontani da essere vittime consenzienti, questi ragazzi che recitano quasi il loro essere personaggi, si battono con collera e frenesia contro il rullo compressore della delinquenza. Karim Dridi non edulcora mai la realtà, anche se ne sublima la proiezione filmando in campo d'azione. Il cineasta se ne fa eco. Consegna così una pellicola forte e avvincente su un aspetto, incarnato da un giovane Marc Cortes sottile ed ispirato, dell'infanzia in emergenza.

All'inizio, lei voleva fare un film sulla delinquenza. Come ha fatto questo progetto a scivolare verso la narrazione del quotidiano di Marco, questo ragazzo meticcio gitano-arabo che ritrova dopo una fuga il campo dei gitani dov'è nato?
Avevo voglia di parlare nel modo in cui la delinquenza si fabbrica, di come nasce. C'è gente nel nostro paese, non ne citerò il nome ma si riconosce, che pensa che la delinquenza è culturale, comportamentale, o genetica. Per queste persone, si nasce delinquenti all'età di 3 anni, si possono anche fare dei test per determinare se il bambino è delinquente o no. E' molto pericoloso. Questo tipo di asinerie non è lontano da altre, come quella di pensare che una razza è superiore all'altra. Questi pregiudizi sono fondamentalmente legati ad un pensiero coloniale che, malgrado tutto, oggi sopravvive ancora. Per tornare alla delinquenza, è fabbricata dal contesto socio-economico in cui vivono i bambini. Il mio film lo prova.

Perché ha fatto di Marco, soprannominato Khamsa nel film, un meticcio?
Nella mia testa è sempre stato un meticcio. Ma l'avevo pensato metà maghrebino e metà francese, come me. Non avevo affatto l'intenzione di fare un film sui gitani. E' stato il mio amico, Sofiane Mammeri, il mio giovane attore in Bye-Bye, che all'epoca aveva l'età di questi ragazzi che recitano in Khamsa, che mi ha parlato del campo dei Gitani. Poi, sono tornato a Marsiglia con l'intenzione di girare un film ed ho parlato del mio progetto a Sofiane, che mi ha detto: "ti voglio presentare dei ragazzi formidabili". Così ho incontrato Tony, il piccolo nano, e Coyote. Ero allucinato davanti alla loro energia, la loro lingua, la loro parlantina, la loro potenza visuale. Ma sono rimasto scioccato per il contesto sociale in cui vivevano. Mi dicevo che non era possibile nella seconda città più grande di Francia, in una delle più grandi città d'Europa, che ci fosse una miseria così nera subita da dei Francesi. Non sono degli esiliati, immigrati venuti dalla Romania o sans-papiers. Il film parla di cittadini francesi da almeno 400 anni. Il padre di Nicolas Sarkozy è Ungherese.

La sua ibridazione è tanto più simbolica perché i Gitani ed i "capretti", è così che i primi soprannominano gli Arabi, non si amano molto in questa parte della città?
I poveri si accapigliano spesso tra loro e gli altri aspettano che si massacrino.

Lo dice nel suo blog. Su Khamsa, la problematica di lavorare con ragazzi l'ha sfidata molto.
Mi hanno fatto osservare che in tutto il film o quasi, ci sono dei ragazzi. Dopo aver visto Los Olvidados di Luis Buñuel, Pixote: A Lei do Mais Fraco d'Hector Babenco, sono colpito dalla potenza cinematografica dei bambini. Un bambino, è l'innocenza, anche se gioca molto, non lo fa con i sentimenti e le sensazioni. Avevo voglia di lavorare con esseri molto puri, anche deboli, i più poveri di fronte alla vita. Khamsa è uscito dal ventre di sua madre da 11 anni e cerca il suo posto in una società che non lo vuole. E' drammatico, ma il dramma è il carburante dei film, dei romanzi, delle grandi opere. Ci sono due tipi di cinema. C'è chi ama quelli che divertono per dimenticare la loro condizione terrena e chi vuole scoprire un'altra realtà. Scoprire un'altra realtà, è quello che propone Khamsa. Alcuni giornalisti, non molti, mi hanno detto che il film non è ottimista. Confondono la realtà in cui vivono con la rappresentazione che guardano. La rappresentazione è una proposta, si presume descriva, testimoni una realtà il cui scopo è toccare lo spettatore. E' la funzione del cinema e dell'arte. In Francia, questa è la prima buona notizia, si possono girare dei film come Khamsa, finanziato un mese prima dell'elezione di Sarkozy. Spero che in futuro sia ancora possibile.

Marco porta molto bene questa ambivalenza - sofferenza e innocenza - sulla sua faccia adorabile. Cosa l'ha decisa a conferire questo ruolo a Marc Cortes, che non era la sua prima scelta?
Era un altro ragazzo che doveva interpretare Marco, ma commise una gran bestialità e il giudice gli ha impedito di partecipare al film. Dunque ho dovuto rivoluzionare il casting ed ho incontrato Marco. Gli piace il calcio e diverrà sicuramente un giocatore professionista, se non sceglierà di diventare attore. Ho anche scoperto che sapeva cantare il flamenco. Cantava a cappella ed ho avuto i brividi. Questo piccolo ragazzo è capace di interpretare la collera, la forza, la tenerezza, il dolore, le emozioni più varie. Si vede bene nel film. E' capace di una grande violenza come di tenerezza. E' quello di cui avevo bisogno. Marco è formidabile. Khamsa è stato la scoperta di un grande attore. L'altra buona notizia di questo film, è che si scopre che questi ragazzi che si ritiene perduti, con cui si pensa non ci sia niente da fare, sono capaci di consegnare una prestazione notevole ed notata, visto il numero d'interviste. Si assiste così all'emergere di un attore come Marco che viene dagli ambienti più svantaggiati di Francia. Se questo non è ottimismo, non so cosa sia.

Lei ha racconti su tutti questi ragazzi. Come si comportano e come reagiscono al film?
Marco si comporta bene. Ha la chance che manca al suo personaggio, cioè avere dei genitori ed una struttura familiare molto solida. Va a scuola, gioca a calcio in un club semi professionale. E' molto inquadrato. Gli altri sono sempre nel campo ed il guaio è che non c'è niente da fare.

Nella vita reale vivono di piccoli furti?
Quelli che vivono nel campo, no. Possono aver avuto esperienze simili nel passato. Ma oggi, come nel film, non hanno intenzione di farlo. Aspirano, come tutti, ad una vita normale.

Alla fine, questi giovani non recitano il loro personaggio, recitano un ruolo?
Per Marco, al 99% è un ruolo. La sola cosa che ha in comune con Khamsa, è l'essere gitano. Quello che interpreta Rachitique, Mehdi Laribi nella vita, l'ha già fatto. Anche Mehdi ha molto talento, ma vive in una città molto povera. La delinquenza è paragonabile ad un mulinello che ti aspira verso il fondo. La sola soluzione, è estrarre i ragazzi dal fiume e metterli altrove. Cosa che è molto difficile da fare.

Lei ha passato due anni a lavorare sulla delinquenza infantile per fare questo film. Cos'ha imparato?
A livello della delinquenza stessa, non ho imparato niente. Ho solo dimostrato quello che già sapevo con la mia arma, il cinema. Ma ho scoperto una minoranza, i Gitani, gli Zigani, i Rom, la Gens du voyage. Chiamateli come volete. Persone, che appartengono da diversi secoli alla nostra società francese, e che mettono in evidenza un problema che si pone a noi democratici europei. Siamo capaci di integrare queste minoranze senza disintegrarle? Voglio dire accettare l'altro con la sua cultura, accettare che queste minoranze integrino il tessuto repubblicano apportando un di più alla Francia. Quando vince la squadra francese, che è composta da Arabi, da Neri che vincono, tutta la Francia scende a festeggiare per strada. Questo dev'essere possibile anche quando si tratta di scienziati, cineasti, scrittori, sindaci. In Francia, si deve poter accettare l'altro quando vuol vivere sul suolo francese e si piega alle regole della Repubblica. "Tutti aspirano alla felicità" diceva Houellebecq. Vale per i Neri, gli Arabi ed i Gitani.

Perché le interessa tanto il problema dell'immigrazione?
Molto semplicemente perché sono meticcio franco-tunisino. Dopo Bye Bye, ho battuto sullo stesso discorso. Credo in una Francia meticcia e meticciata, che integra tutte le minoranze per fare un cemento repubblicano, democratico francese. E' l'opposto di una corrente di pensiero, non tanto vecchia, che stima la razza bianca superiore alla razza nera, per esempio. E' intollerabile. Ho in progetto di fare un film con dei protagonisti di origine africana, perché c'è un problema vero in Francia. Dove sono i Neri in Francia? Son passati 15 anni da quando ho girato Bye Bye e c'era lo stesso problema per i Magrebini. Oggi ci sono Sami Bouajila, Roschdy Zem... (attori franco-magrebini, per chi non vuole cercare su Google ndr). Lavorano e si ha l'impressione che il problema per i Magrebini sia a posto. Può essere. Per quanto riguarda i Neri, è molto difficile citare un film francese con attori neri. Questo vuol dire che non hanno il diritto di raccontare le loro storie? Molto semplicemente, il pensiero coloniale non esiste più nella vecchia maniera, ma esiste ancora.

Quali sono i progetti che abbondano nel suo spirito, che sembra in costante ebollizione?
Lavoro ad un progetto relativo all'esposizione coloniale del 1930, dove sono stati rinchiusi dei Kanachi. Amerei anche girare in Etiopia perché la musica etiopica mi tocca parecchio, ed è un paese dove l'Islam e la cristianità coesistono pacificamente. Non si sa per quanto tempo durerà ancora. Ugualmente lavoro a Le Dernier vol di Lancaster con Marion Cottillard e Guillaume Canet. L'azione del film si svilupperà nel Sahara del 1930.

L'immigrazione, i rapporti intercomunitari, conviene se diciamo che lei fa un cinema sociale?
No, perché è riduttivo. Ho fatto anche un blog con altri cineasti su questo tema. Bisogna fare attenzione con il termine "sociale". Quando Catherine Deneuve gira un film in 400 m2 sulla XVIe, non si dice che fa cinema sociale. Tuttavia, lo è. Film sociale significa film sui poveri? Preferisco che si dica che faccio film sui deboli, gli esclusi, i marginali. E' vero, sono soggetti che mi attirano. Lascio ad altri il compito di fare dei film sulla pena di essere ricchi: a ciascuno il suo sociale. L'ingiustizia è un motore artistico e drammatico molto forte per me.

I delinquenti, i borseggiatori, c'erano già in Pigalle. I suoi personaggi sono sempre su un filo.
Ho scritto una pellicola sui borseggiatori con Simon Abkarian, che incarna il padre di Marco in Khamsa. In Khamsa, va tutto liscio finché non gira male. Avrei voluto essere un funambolo o un musicista. Essere al limite di resistere o di cadere tra le spine, dalla bellezza alla vita. Nel contempo, va a finire male per tutti. La morte ci attende. La vita è una tragedia.

Qualche parola su di lei. Come cineasta lei è così precoce come i suoi personaggi?
Ho cominciato a filmare che avevo 12 anni, l'età di Marco. Avevo voglia di fare delle foto e mia madre m'ha offerto un apparecchio fotografico. Ho trovato che non si muovevano. Quindi mia madre a 12 anni m'ha regalato una cinepresa, da allora non ho smesso di fare film.

Khamsa de Karim Dridi
Avec Marc Cortes, Raymond Adam, Tony Fourmann, Mehdi Laribi
Durée : 1h 48min.

Le site du film

  alcune scene, con sottotitoli in inglese

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Di Fabrizio (del 15/10/2008 @ 09:02:55, in musica e parole, visitato 1341 volte)

Segnala Jorge Bernal su Mundo_Gitano la possibilità di scaricare da Internet la raccolta di racconti gitani Le Paramícha le Trayóske (Los cuentos de la vida), in versione bilingue rromanés e castigliano, nell'edizione curata dalla Comisión para la Preservación del Patrimonio Histórico Cultural de la Ciudad de Buenos Aires.

La raccolta completa (introduzione, testo e illustrazioni) in pdf, 148 pagine.

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Di Fabrizio (del 15/10/2008 @ 11:51:03, in scuola, visitato 1921 volte)

Da Rom Sinti @ Politica

Non c’è giorno che non venga diffuso un rapporto che denunci violenze e violazioni contro le minoranze Rom e Sinte, che riporti cifre spesso estranee alla realtà, che riferisce sulla drammaticità delle nostre condizioni di vita. Le denunce inoltrate alle autorità preposte da Rom e Sinti non producono gli effetti che la legge specifica, anzi spesso sono un premio per chi utilizza violenze e violazioni contro Rom e Sinti

Con cadenza quotidiana all’opinione pubblica viene somministrata in forma amplificata una dose di dichiarazioni pubbliche, contraddistinte dalla fierezza dell’ignoranza e dall’arroganza del potere, che incrementano l’odio contro Rom e Sinti e ne fanno i capi espiatori di tutti i mali della società, mentre passa quasi inosservato che un Prefetto chiede la decadenza di un'amministrazione comunale per infiltrazione della criminalità organizzata, come di recente nel comune di Fondi e qualche tempo fa nel comune di Nettuno della regione Lazio, che la stampa nazionale ed i salotti televisivi hanno quasi totalmente ignorato.

La politica è incapace di evitare le "vigliaccate" contro Rom e Sinti, forse perché è capace di fare solo "porcate"; una politica consapevole che le proteste e le denuncie dei Rom e dei Sinti produrranno una crescita del consenso elettorale personale e di partito.

Questo è il contesto politico in Italia, "la descolarizzazione della società", che amplifica le disuguaglianze sociali e trasforma la massa delle persone in futuri "sudditi":

il 48,2% della popolazione italiana non ha un titolo superiore alla licenza media, gli analfabeti totali sono sei milioni,
il 25% dei ragazzi italiani che escono dalla terza media fanno fatica a leggere e scrivere,
21 milioni d’italiani sono in grosse difficoltà nel leggere un grande quotidiano.

1 ragazzo su 5 non consegue né diploma, né qualifica professionale; il 20,6% della popolazione scolastica "scompare" dopo essersi iscritti al primo anno della secondaria superiore. A questo si dovrebbe aggiungere i dati sull’insuccesso scolastico che è altissimo.

In questo contesto sociale, culturale e politico alle minoranze Rom e Sinte manca un prerequisito fondamentale: un progetto politico nazionale e una strategia organizzativa per realizzarla con il massimo della condivisione possibile.

Le "passerelle" del passato sono state solo espedienti per un becero personalismo e la strumentalizzazione di Rom e Sinti per auto accreditarsi come presunti esperti di una disastrosa politica di assistenzialismo culturale, per arrogarsi il diritto di sostituirsi a Rom e Sinti in tutte le sedi.

Per noi Rom e Sinti non è più il tempo di fare scelte senza gambe per camminare, ma dobbiamo andare al cuore delle questioni per definire il nostro futuro.

I vecchi metodi del passato non ci permetteranno di affrontare con la giusta razionalità la vera sfida che abbiamo di fronte, occorre cambiare metodo, cambiamento che deve coinvolgere anche noi.

Le iniziative a livello locale sono sacrosante, necessarie ed utili, ma non sufficienti se non contenute all’interno di un globale progetto politico nazionale per Rom e Sinti, perchè rischiano di essere il "nettare" di uno spregiudicato personalismo che tanti danni ha prodotto nel passato a noi Rom e Sinti.

La nostra condizione sociale e culturale non ci permette più:
- di tollerare che chi non ha competenze metta le mani sulle nostre vite
- di delegare altri per decidere del nostro futuro
- di rinunciare alla identità culturale collettiva
- di tollerare chi soffia sul fuoco della divisione

In particolare non ci permette più di rinviare la condivisione di un "progetto politico nazionale" per le nostre minoranze e una strategia organizzativa per realizzarlo.

Un progetto politico nazionale per Rom e Sinti capace di:
- mettere al centro la cultura Rom e Sinta,
- coinvolgere Rom e Sinti in un processo di interazione
- proporre soluzioni adeguate e collaborare per la realizzazione
- costruire un dialogo diretto con la società civile e la politica senza pregiudiziali


Se la partecipazione attiva di Rom e Sinti è la strategia fondamentale, la costruzione di un dialogo diretto con il Governo, le Istituzioni, la politica e la società civile è essenziale per un progetto politico nazionale CREDIBILE e REALIZZABILE.

Il dialogo diretto NON si realizza solo perché siamo Rom e Sinti, ma richiede un mix di condizioni; la scelta di un metodo comunicativo e relazionale, la credibilità partecipativa e professionale, la autorevolezza del progetto e della strategia organizzativa, sono i principali fattori per la costruzione di un dialogo diretto in grado di dare "valore" al progetto politico nazionale per Rom e Sinti, e "peso" mediatico e politico alla denuncia.

Nazzareno Guarnieri - presidente Federazione Rom e Sinti insieme

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Di Fabrizio (del 15/10/2008 @ 22:13:10, in media, visitato 1594 volte)

La prima mi arriva da Marco Brazzoduro:

*Domani la fine della schedatura nei campi rom a Radio Popolare Roma*

Domani giovedì 16 ottobre 2008 Radio Popolare Roma dedicherà la puntata settimanale della trasmissione /Interferenze rom/ alla conclusione del censimento nei campi della Capitale. Com'è andata la schedatura partita il 22 luglio scorso? Come la giudicano a cose fatte i rom che vivono nei campi "censiti"? Ma soprattutto: che succederà ora negli insediamenti abusivi - e non - della Capitale? Dalle 11.30 in studio e al telefono interverranno i portavoce delle comunità rom, la Croce Rossa, il Campidoglio, l'Arci, le associazioni e i movimenti che si battono per i diritti dei rom. Sarà possibile intervenire in diretta chiamando il
numero 06-82003666.

*La fine della schedatura su Radio Popolare Roma
Giovedì 16 ottobre 2008, alle 11.30
sui 103.3 FM oppure in streaming su www.radiopopolareroma.it

La seconda riguarda un video-concorso promosso dall'International Alliance of Inhabitants:

Videoconcorso Giornate Mondiali Sfratti Zero 2008!

Tema: Le violazioni del diritto alla casa (in particolare gli sfratti)
Durata:
Sezione A (tecnica libera): massimo 3 minuti (con qualsiasi tecnica)
Sezione B (documentari): massimo 8 minuti (nel caso di documentari o storie con interviste)
Le durate sono intese COMPRESI titoli di testa e di coda
Sezione Extra (fuori formato): video più lunghi. E' possibile mandare anche un video pertinente al tema, anche se non ricade nelle categorie A e B. In questo caso non è previsto l'inserimento nel sito, né la pubblicazione in DVD. E' tuttavia possibile mandare un trailer che ricada nelle categorie temporali ammesse.
Leggi attentamente le linee guida!
Grazie in solidarietà!

La International Alliance of Inhabitants è una rete globale di associazioni e movimenti sociali di abitanti, inquilini, centri sociali, cooperative, senzatetto.
L'obbiettivo è la costruzione di un altro mondo possibile partendo dal diritto alla casa e alla città senza frontiere.

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Di Fabrizio (del 16/10/2008 @ 09:10:01, in Italia, visitato 1847 volte)

Da SpoletoOnLine

Venerdì dalle 9.30 l'incontro per 'contrastare ogni forma di discriminazione e rispettare e tutelare l'uguaglianza e la dignità di tutte gli essere umani'

Nell'ambito della campagna nazionale "Io non discrimino", promossa da Amnesty International, si tiene a Spoleto venerdì 17 ottobre alla Sala Monterosso di Villa Redenta (dalle ore 9.30 alle 12.30 e poi dalle 16.30 alle 19.30) un convengo partecipativo dal titolo "Io non discrimino - Di razzismo si muore: è ora di reagire".

L'appuntamento di Spoleto, che si inserisce in una serie di iniziative in ambito nazionale per raccogliere adesioni con l'impegno a "contrastare ogni forma di discriminazione e rispettare e tutelare l'uguaglianza la dignità di tutte gli essere umani", è organizzato dal Centro Culturale "Città Nuova" con il patrocinio della Regione Umbria, della Provincia di Perugia e del Comune di Spoleto.

Il convengo di apre con i saluti di Damiano Stufara, Assessore alle Politiche Sociali della Regione dell'Umbria; di Giuliano Granocchia, Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Perugia e di Patrizia Cristofori, Assessore alla Formazione del Comune di Spoleto.

I relatori sono Tommaso Vitale, ricercatore di Sociologia Generale dell'Università Statale Bicocca - Milano, Demir Mustafa, vicepresidente Nazionale della "Federazione Rom e Sinti Insieme" e Luigino Ciotti, Coordinamento Tavola della Pace di Perugia.

Previsti gli interventi di Rosella Benedetti Del Rio, rappresentante della Comunità Buddista Soka Gakkai; Gianfranco Formenton, Assistente Scout Spoleto 1 Parroco di S. Martino e S. Angelo; Giampaolo Loreti, Presidente A.N.P.I. - Spoleto; Filomeno Lopes, giornalista Guinea Bissau; Fausto Manasse Referente "Associazione Italia-Israele"; Abdel Qader, Imam di Perugia; Lindita Ura, Comunità Albanese di Spoleto. Presiede Luigi Sammarco, Presidente del Centro Culturale "Città Nuova".

La campagna IO NON DISCRIMINO intende denunciare le varie forme di discriminazione per motivi di origine etnica o nazionale, status sociale o economico, colore, genere, orientamento sessuale, lingua, religione, cultura, opinione politica che annullano o mettono a rischio i diritti e la dignità di milioni di esseri umani nel mondo.

"L'articolo 1 della Dichiarazione Universale dei diritti umani afferma solennemente che tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Ma la realtà di ogni giorno è che non tutti gli esseri umani sono eguali in dignità e diritti" - ha dichiarato Marco Bertotto, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International, in occasione della presentazione della campagna dell'associazione sul tema della discriminazione.
 

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Di Fabrizio (del 16/10/2008 @ 09:25:08, in Europa, visitato 1385 volte)

Da Romano Them

11 ottobre 2008 - I membri delle minoranze etniche del Kosovo che vivono in Svizzera possono essere rispediti in patria, l'ha detto venerdì l'Ufficio Federale Migrazione.

I Rom e gli Slavi musulmani ancora erano discriminati all'inizio dell'anno, ma ora la situazione è cambiata, ha detto alla televisione della Svizzera tedesca Roman Cantieni, portavoce dell'Ufficio Migrazione.

Ha detto che la loro posizione dovrebbe essere riesaminata.

Il Kosovo, la cui popolazione è ora oltre il 90% albanese, a febbraio ha dichiarato unilateralmente la propria indipendenza dalla Serbia.

Il Consiglio Svizzero per i Rifugiati ritengono che qualsiasi cambio sia prematuro. Il portavoce Yann Golay ha detto che la vita per le minoranze in Kosovo è tuttora difficile.

Source: swissinfo.ch

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Di Fabrizio (del 16/10/2008 @ 09:27:49, in musica e parole, visitato 2304 volte)

Ricevo da Marco Brazzoduro

IALS presenta:

WORKSHOP INTENSIVO SU CANTO ZIGANO DANZA, CULTURA ROM
e la sua espressione nella voce e nel corpo

"A VOCE LIBERA"
è condotto da
CRISTINA BARZI e MARIAN BALOG

Venerdì 7/11 h: 10.00 – 13.00 sala 2
Sabato 8/11 h: 10.00 – 13.00 sala 2
Domenica 9/11 h: 12. 30 – 15.30 sala 7

Cristina Barzi, cantante e membro della band "Officina Nomade". Attrice di teatro, mimo/clown, tv fiction, docente d’espressione corpo/voce presso l’Accademia Corrado Pani di Roma
Marian Balog, regista, drammaturgo, cantante, attore e danzatore, membro del Romathan Theatre di Kosice, (Slovakia) e del trio vocale Rom "Kali Cerchen".

Rivolto in particolare a: cantanti, danzatori, attori. Studenti e non professionisti interessati all’argomento

* espressione della voce: esercizi di respirazione ed emissione della voce. Libero uso della voce cantata e parlata, finalizzato all’espressività vocale individuale. Tecnica vocale.
* studio di canti della tradizione zigana rom e montaggio di un breve repertorio
* studi sulla danza Rom e montaggio di una piccola coreografia
* storia della cultura e del popolo Rom
* espressione voce/corpo: espressione corporea, esercizi individuali e di gruppo ed improvvisazione su musica, finalizzati allo sviluppo delle potenzialità espressive. Ascolto della voce istintiva e della spontanea gestualità che questa voce provoca al corpo in movimento.

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA con versamento di un anticipo sulla quota di partecipazione ENTRO IL 31 OTTOBRE ’08 da versare presso SEGRETERIA IALS via C. Fracassini, 60 – 00196 Roma Tel 06 3236396 – 06 3611926 – promozione@ials.info

PER MAGGIORI INFO: cristinabarzi@tiscali.it tel.+39 392 5013087 www.myspace.com/gypsyliana, www.gypsyliana.com oppure IALS

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Di Sucar Drom (del 16/10/2008 @ 12:41:22, in blog, visitato 1587 volte)

Goodbye Mr “Tripla Piroetta” Togni
Un volo. Un sorriso. Un numero equestre. Una sacchetto di popcorn. Un lecca-lecca. Un momento diverso. L’ingresso dentro una tenda che pare una porta di un nuovo mondo. E non si sa in che modo si tornerà indietro...

Albania, l'attenzione dell'Unicef anche sulle condizioni dei Rom
Il Direttore Generale dell’Unicef, Ann M. Veneman (in foto), in occasione della visita di due giorni in Albania , ha visitato una comunità Rom dove circa 100 famiglie vivono in un campo vicino ad una grande discarica ...

Moncalieri (TO), una brutta storia
Vorrei andare a scuola ma mia mamma non vuole, mi fa mendicare. Queste le parole, secondo La Stampa, di una bimba rom di circa 10 anni, Debora, fermata a Moncalieri da due vigilesse. Sempre nell’articolo del quotidiano torinese si afferma...

Roma, il vertice Italia-Romania
Si è tenuto a Villa Madama il vertice intergovernativo italo-romeno, primo degli incontri periodici decisi lo scorso giugno nell'ambito di un progetto di cooperazione fra i due paesi. L'obiettivo del vertice era di favorire un rinsaldamento dei rapporti economico-commerciali tra Italia e Romania e...

Denuncia Gentilini se ti sei sentito offeso dalle sue dichiarazioni
Piero Colacicchi, Presidente di OsservAzione, invita associazioni e singoli che si siano sentiti offesi dalle parole pronunciate da Gentilini, a depositare una denuncia...

Brescia, il Vice Sindaco brinda sulle macerie delle case distrutte ai Rom
Alcuni giorni fa sono state abbattute dall’amministrazione comunale le abitazioni di alcune famiglie rom a Brescia. Queste famiglie quattordici anni fa avevano acquistato un piccolo terreno agricolo e avevano sistemato delle strutture abitative non...

Sinti e Rom, incontro al Ministero degli interni
I delegati della federazione Rom e Sinti Insieme, Nazzareno Guarnieri di Pescara, Graziano Halillovic di Roma, Sergio Suffer di Brescia e Janovic Nihad di Napoli, il 9 ottobre hanno incontrato il Capo segreteria del Ministro dell’Interno Roberto...

Brescia, Agnoletto risponde al Vice Sindaco Fabio Rolfi
L'europarlamentare di Rifondazione Vittorio Agnoletto replica alle parole che il vicesindaco e assessore alla sicurezza Fabio Rolfi aveva inviato ieri alla stampa locale. «L’assessore segnala che le persone che vivevan...

Bussolengo (VR), una battaglia persa
Questa mattina si è svolta la quarta udienza del processo per direttissima contro Sonia Campos (rilasciata il 23 settembre scorso), il marito Angelo Campos e Denis Rossetto (detenuti in attesa di giudizio). Il processo è iniziato sabato 6 settembre e si è concluso oggi, 10 ottobre, con un patteggiamento...

La leggenda degli "zingari" mafiosi
Non è una barzelletta e neanche un paradosso: il mese scorso "qualcuno" ha avviato la più improbabile delle campagne di propaganda anti-Rom. Si è cercato di far credere ai media e al popolo italiano che il traf...

Torino, si annunciano patti di legalità e di socialità
Sei euro l'anno a metro quadro se vuoi vivere all'interno di un “campo nomadi”. Ma l'ingresso è vietato a chi ha un alloggio di proprietà o una casa popolare assegnata dal Comune. Il nuovo regolamento presentato ieri in una riunione di maggioranza dalla giunta comunale guidata da Sergio...

Razzismo, più atti discriminazione e gli esperti criticano la politica
Mentre il centrosinistra accusa il governo di centrodestra di trascurare un'ondata di aggressioni contro immigrati, e il ministro dell'Interno risponde che non c'è una "emergenza razzismo", i dati di un rapporto governativo ancora non pubblicato p...

Messina, la Chiesa in Campo
Giovedì 16 ottobre, alle ore 18.00, a Messina presso l’Auditorium “Mons. Fasola” (via S. Filippo Bianchi, 28) si terrà una conferenza dal titolo “La CHIESA in CAMPO: la Pastorale tra i Rom e Sinti”, organizzata dalla Caritas e dall’Ufficio Migrantes dell’Arcidiocesi di Messina Li...

Il clima razzista travolge anche la nazionale di calcio
La violenza negli stadi unita a cori razzisti e al saluto romano diventa un marchio di fabbrica italiano e viene esportato all’estero. La politica del governo di destra Berlusconi inizia così a dare i suoi frutti anche oltre i confini nazionali. Gli ultras italiani hanno così fatto la loro comparsa anche ...

Napoli, il Prefetto non trova duemila Rom...
Si è chiuso il censimento del commissario Alessandro Pansa sui “campi nomadi” in regione. Per la comunicazione ufficiale si attendono le ultime rilevazioni di Caserta, ma già dalle prime notizie informali, emerge un dato importante: solo a Napoli mancano...

Oggi finisce il "censimento"
E' oggi il termine ultimo per la conclusione del censimento dei “campi nomadi” in Italia ed il ministro dell'Interno, Roberto Maroni vedrà, già la prossima settimana, i tre Commissari straordinari per “eleborare i dati raccolti”...

Ue, stop ai rimpatri dei Cittadini comunitari e stop al reato di immigrazione clandestina
Amaro dietrofront per il ministro dell’Interno, il leghista Bobo Maroni. Non potrà più rimandare a casa i rom e i romeni perché c’è un veto dell’Europa. E non potrà nemmeno minacciare il carcere per i clandes...

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Di Fabrizio (del 16/10/2008 @ 13:30:01, in Italia, visitato 1828 volte)

Dal programma dei 3 giorni di Forum

Sabato 18 ottobre h. 11,00 - "La forza del dialogo: prove di convivenza nella civiltà planetaria."
presso Università degli studi di Milano - Bicocca, U6, aula 33

Oratori confermati:
Dijana Pavlovic, artista e scrittrice comunità Rom
Mouelhi Mohsen, rappresentante Sufi
Lucia Sechi, portavoce Centro delle Culture
Gianni Lin, coordinatore Nord Italia di Associna

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