Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 31/07/2008 @ 09:30:20, in media, visitato 2103 volte)

Da Romanian_Roma

Editoriale: Razzismo davanti al PC
OVIDIU NAHOI Vice Capo Redattore ovidiu.nahoi@adevarul.ro

Dobbiamo dare troppa importanza ai forum che accompagnano gli articoli delle nostre pubblicazioni online? Questi messaggi si sintonizzano con lo stato mentale dei lettori? Registriamo il fatto che i partiti ed i candidati spingono il lato virtuale delle loro campagne. E se i cittadini attivi passano dall'agorà ad internet, allora i forum dovrebbero avere la loro rilevanza sociologica.

E se è così, le reazioni agli articoli sulla situazione dei Rom sono preoccupanti. Entrambe i pezzi, sugli Italiani della spiaggia di Napoli, incuranti dei corpi  delle due ragazzine Rom annegate, e l'intervista del nostro giornale all'europarlamentare Rom Viktoria Mohacsi, hanno ricevuto soprattutto reazioni piene di cinismo ed intolleranza. Quando senti l'odio mormorare in migliaia e migliaia di messaggi, non ti aiuta immaginare che non si tratta di una copia di scervellati  che non pensa tanto alla Notte dei Cristalli, ma piuttosto ai Balcani? Quale percezione avrebbe qui un partito o un leader che facesse discorsi apertamente razzisti e xenofobi? Teniamocelo a mente, la Romania sta per essere invasa da lavoratori asiatici e non abbiamo indizi su cosa questa collisione di civilizzazioni ci porterà.

Un'altro dettaglio shoccante: parliamo di spazi di dibattito da pubblicazioni serie - come "Adevarul", "Evenimentul zilei", "Hotnews" e altri. Quindi, possiamo interrogarci se il razzismo e la tolleranza sono problemi di fondo della società. Sì, abbiamo un problema con l'integrazione dei Rom - noi Rumeni, e noi Europei. Ma dire, anche sottouno pseudonimo, che la soluzione è collegata alla "soluzione finale" è una testimonianza di arretratezza. Grazie al cielo, Hitler non è più civilizzato.

Ed ora, i nostri leader politici. Tranne poche eccezioni dall'Europarlamento, sono silenziosi come un topo. Hanno scelto un pericoloso compromesso tra i valori europei e la maggioranza in madrepatria. Per quanto continueranno così? Ed, cosa esattamente succederà con i flussi di odio ed intolleranza lasciati ad affogare o nuotare? Il dovere dei leader è di mettere avanti i valori in cui credono, proprio in momenti come questi, anche col rischio delle elezioni. Lo stesso per i doveri della stampa di tener conto della responsabilità, e non sono i grafici di vendita.

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Di Fabrizio (del 31/07/2008 @ 20:25:39, in Europa, visitato 2276 volte)

Ricevo da Union Romani

Manifestazione a Madrid il 7 agosto
E' ARRIVATA L'ORA DI REAGIRE

Alla fine abbiamo ottenuto tutti i permessi governativi per poter celebrare a Madrid, il prossimo GIOVEDI' 7 AGOSTO una manifestazione che terminerà davanti alla sede dell'Ambasciata d'Italia, in calle Lagasca.

Manifesteremo per denunciare pubblicamente la gravità degli attentati sofferti dai gitani europei residenti in Italia e per chiedere la solidarietà dei cittadini davanti alla violenza cieca dei razzisti.

A partire da adesso dobbiamo moltiplicarci. Noi, i gitani, dobbiamo avere la coscienza degli obblighi che abbiamo di partecipare, con sacrificio personale ed economici ad essere precisi, in una rivendicazione come questa.

E' una grande opportunità perché i gitani di Spagna dimostrino di essere disposti a dare qualcosa di noi stessi in difesa degli interessi di tutti. Per questo dico che dobbiamo mobilitarci perché le associazioni gitane, fondamentalmente, organizzino la trasferta a Madrid.

Sarebbe molto importante che la Spagna vedesse, e che l'Europa intera contemplasse, i gitani spagnoli disposti a mettere la faccia, con coraggio, in difesa dei Diritti Umani, in difesa della libertà di circolazione, in difesa della democrazia e contro qualsiasi forma di razzismo o xenofobia.

Il giorno 7 agosto si devono vedere a Madrid molte bandiere gitane e molte bandiere europee e, naturalmente, anche bandiere spagnole e dell'autonomia, anche se, ripeto, l'ideale sarebbe che predominassero le bandiere gitane e quelle europee.

A partire da qui occorre sollecitare l'accordo e l'adesione di quante più istituzioni possibili. Perciò, la nostra manifestazione non è contro nessuno (evidentemente sì contro i razzisti, sì contro i nazisti, sì contro i genocidi), ma a favore della libertà, della democrazia e per l'uguaglianza delle opportunità per tutti. Per questa ragione converrà che tutti si sentano a loro agio in questa manifestazione. Tanto la gente del PSOE come quella del PP, così come quella del resto delle formazioni politiche. I Sindacati devono essere al nostro lato. Questo giorno devono accompagnarci le associazioni del Terzo Settore di Azione Sociale. E perché questo avvenga, siamo noi che dobbiamo mobilitarci.

Lo ripetiamo ancora una volta. Facciamo questa manifestazione perché molti gitani lo hanno chiesto. Per questa ragione rinunciamo a qualsiasi protagonismo non necessario o di clan. Nonostante, dato che dev'esserci un'organizzazione convocante, crediamo che debba essere il CONSEJO ESTATAL DEL PUEBLO GITANO, massimo organo di rappresentazione dei gitani spagnoli, a mostrarsi. Gli altri, in un onorevole secondo piano, devono lavorare con il massimo sforzo ed efficace perché tutto venga il meglio possibile.

Aperti a ricevere qualsiasi suggerimento, contributo o rettifica a quanto qui manifestato, vi invio un forte abbraccio.

JUAN DE DIOS RAMÍREZ-HEREDIA

Per stabilire contatti, per formulare suggerimenti o coordinare azioni, chiediamo di mettersi in contatto con le seguenti persone:

ANTONIO VAZQUEZ SAAVEDRA
VicePresidente del Consejo Estatal del Pueblo gitano.
e-mail: info@fagex.org
Tel. 924.553825; móvil 620.867581

Movilizaciones:
MANUEL GARCIA RONDON
Secretario General de la Unión Romani
e.mail: u-romani@pangea.org
Tel. 954.285.533; móvil 607496202

Organización
ANTONIO TORRES FERNANDEZ
Vicepresidente de Unión Romaní
e.mail: u-romani@pangea.org
Tel. 954.285.533; móvil 670.777199

Apoyo
ISIDRO RODRIGUEZ
Director de la Fundación Secretariado Gitano
e.mail: fsg@gitanos.org
Tel. 91.422.09.60

FRANCISCO SANTIAGO MAYA
Coordinador
e.mail: u-romani@pangea.org
Tel. 639849575

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Di Fabrizio (del 01/08/2008 @ 00:33:38, in blog, visitato 1687 volte)

Da RomSinti@Politica

Signor Ministro Maroni,

vorrei mettervi a conoscenza di cosa siano veramente i "campi rom" e di come essi si siano sviluppati in Italia in modo da invalidare le idee diffuse dai cosiddetti "Esperti Rom" come il decennale presidente dell’Opera Nomadi, Massimo Converso, che non è né sinto né rom (e che purtroppo nessuno può mandare via perché molto "comodo" per le istituzioni che lui rimanga presidente a vita e "dittatore" del popolo Rom e Sinto in Italia).

Prima di tutto va fatta una differenza tra le baraccopoli e i campi nomadi.

Le prime sono state create da immigrati disperati, arrivati da tutto il mondo per scappare dalle guerre, attraversando il mare e rischiando persino di morire nel viaggio della "speranza".

Il popolo Rom e Sinto è stato invece costretto a vivere in quei ghetti chiamati Campi Nomadi. Originariamente queste popolazioni si stabilivano nei Campi Sosta per il tempo necessario allo svolgimento della loro attività lavorativa in una determinata città o anche in Micro Aree dove si stanziavano le famiglie allargate. Ma dopo la caduta del muro di Berlino gli stati cuscinetto dell’ex-Jugoslavia, che non erano alleati né con la Nato né con il Patto di Varsavia, sono stati condannati a sparire nel nome della democrazia.
Noi Rom abitanti di quelle terre, essendo assolutamente pacifisti, e trovandoci davanti al pericolo dei guerrieri Albanesi, Croati, Serbi, Macedoni e Bosniaci, i quali erano in lotta per formare i loro stati indipendenti, siamo stati costretti all’esodo dalla terra balcanica, finendo così nei Campi Sosta da allora trasformati, a causa dell’emergenza, in "Campi Nomadi" .

Da sempre i Rom e i Sinti sono scappati dalle guerre , non si sono mai contrapposti in maniera violenta a tutte le persecuzioni subite, non abbiamo mai combattuto per confiscare le terre a qualcuno e rivendicare un nostro stato.

Siamo l’unico popolo ad avere una bandiera senza avere una "Madre Terra".

Nei secoli sono stati tanti, quelli che hanno mostrato contro di noi la loro forza. I nazisti di Hitler ci hanno massacrati facendo finire nei lager e nelle camere a gas più di 800.000 Rom e Sinti .

Nei Balcani, quando si moriva, emergeva solo l’appartenenza al paese di nascita (si diceva: "Oggi è morto un Macedone") senza alcun riferimento all’appartenenza al popolo Rom e Sinto.

Adesso invece, con un meccanismo simile e opposto al tempo stesso, quando giungiamo in Italia, dopo aver passato tutti i pericoli di un lungo viaggio attraverso il mare o la terra e tanti confini e dogane, ci rendiamo conto di non venir più considerati come persone, ognuna con una propria identità, ma soltanto come Nomadi (parola usata per riferirsi a persone che vivono volontariamente spostandosi da un luogo all’altro) pur essendo da moltissimi anni assolutamente sedentari!

Per identificare questa popolazione si usa la parola Zingari che, originariamente, in greco significava "non toccabili" e che oggi è invece diventata sinonimo di ladro, sporco, elemento pericoloso per la società in cui vive.

Ciò ha comportato per noi l’esclusione da qualsiasi intervento di prima accoglienza e l’impossibilità di essere accolti come profughi: per un uomo e una donna rom ottenere un permesso per asilo politico è diventato soltanto un’ utopia.

Nei campi nomadi vivono Rom e Sinti di varia provenienza, Macedonia, Serbia , Bosnia e Monte Negro. A loro si sono aggiunti di recente i Rom provenienti dalla Romania, già perseguitati nel loro paese dal vecchio dittatore Ceausescu e non meglio trattati dall’attuale governo che li ha relegati sotto i ponti pur essendo anche essi cittadini europei.

Una cosa che ci tocca particolarmente è che in Italia, la politica e i media hanno riesumato la vecchia favola degli ZINGARI CHE RUBANO I BAMBINI e rispetto a quest’ipotesi sono state fatte migliaia di indagini che non hanno però portato a nessuna condanna negli ultimi venti, trent’anni.

Ma in fondo mi chiedo: "chi sono davvero i ladri di bambini?", i rom o quel sistema che attraverso i provvedimenti dei tribunali toglie, a volte con troppa leggerezza, i figli alle proprie famiglie, procedendo all’affidamento o persino all’adozione a famiglie italiane?

Inoltre, per quanto riguarda il ricongiungimento familiare, rileviamo il fatto che il provvedimento per il riscontro del DNA. si applicherà solo agli ZINGARI (per assicurarsi che i bambini non siano "rubati"). Come mai questo provvedimento non si applica a tutti gli immigrati? Non è forse, questa, vera e propria discriminazione nei confronti del popolo Rom e Sinti?

Sig. Ministro, la sua più recente dichiarazione, secondo la quale i genitori Rom e Sinti sono soliti abbandonare i loro figli, non ha alcun fondamento reale e con affermazioni del genere ci sentiamo presi in giro. L’impressione che ricaviamo da tutto questo è che certe teorie servano più che altro a giustificare provvedimenti e dichiarazioni condannati persino dal Parlamento Europeo (che ha accusato l’Italia di attuare discriminazioni razziali).

Ribadisco che pur vivendo in Italia ormai dieci anni non ho mai sentito parlare di casi reali di rapimento di minori italiani o di abbandono generalizzato dei nostri figli.

Forse certe immagini che avete di noi provengono da storie che risalgono alla vostra infanzia e anche lei, Sig. Ministro, chissà che certe sue affermazioni non derivino dalle storie che sua nonna (Allahrahmetulah, Dio le dia pace) le raccontava da piccolo a proposito degli zingari che rubano i bambini quando non si comportano bene.

Oggi i giornali raccontano storie ancora più spaventose sugli zingari, storie altrettanto fantastiche e false e che creano la stessa paura sulla popolazione italiana delle storie che le nonne raccontavano ai nipoti per tenerli buoni.

La mia esperienza lavorativa nel progetto "Le Città Sottili" a Pisa mi ha mostrato la possibilità di aiutare i bambini e le bambine rom e sinte senza alcun bisogno di prendere le loro impronte digitali. Sono arrivato a Pisa nel 1998 e mi sono stabilito in un "campo nomadi ", a quel tempo tantissimi bambini slavi chiedevano l’elemosina ai semafori della città e la frequenza scolastica era scarsa. Nel campo operava una cooperativa di gagè (non Rom) che si era assunta l’incarico di fornire il trasporto per i pochi bambini rom che allora frequentavano le scuole e che, tra l’altro, promuoveva la nostra cultura festeggiando le "feste Rom", pur non avendo idea ad esempio della festa dell’8 Aprile, Giornata Mondiale dei Rom e dei Sinti (1971, a Londra nasce l’International Romani Union).

Nel corso di dieci anni, dal 1998 al 2008, siamo riusciti a portare avanti un percorso di scolarizzazione che attualmente vede quasi tutti i bambini in età d’obbligo formativo iscritti nelle scuole (con una frequenza giornaliera dell’85%) e seguiti attraverso attività pomeridiane di doposcuola .

Ad oggi abbiamo tutti i dati relativi alla popolazione dei "campi" e molti tra i bimbi seguiti già dal 1998 sono adesso maggiorenni: per loro sarebbe ora necessario e importante occuparsi piuttosto dell’ottenimento della cittadinanza, essendo persone nate in Italia. Purtroppo con molti di loro risulta impossibile intraprendere un percorso di questo tipo poiché un requisito richiesto per ottenere la cittadinanza è la residenza in Italia, il problema è che non viene riconosciuta la residenza nei "campi nomadi", dove alcune famiglie abitano ormai da decine d’anni.

Dunque, ragazzi nati e cresciuti in Italia non possono godere della possibilità di ottenere la cittadinanza italiana. Spesso non hanno la cittadinanza neppure nei paesi di provenienza dei genitori e spesso non ne conoscono la lingua. Eppure anche per loro si parla di espatrio. Dove pensate di mandarli, carissimo Ministro?

Per aiutarli davvero, come dice di voler fare il vostro governo, sarebbe piuttosto opportuno metterne in regola i genitori dando loro la possibilità di avere un permesso di soggiorno di almeno un anno per poter lavorare e dimostrare la propria volontà di "INTEGRAZIONE" fino ad arrivare alla convivenza pacifica con i cittadini italiani, in una condizione di pari opportunità, uguaglianza e intercultura.

Infine le ricordo che la presenza di molti Rom a Pisa risale anche a trent’anni fa.

Volete davvero bene ai bambini "zingarelli"? Allora fate loro davvero del bene perché l’impressione che la nostra comunità ha avuto dai vostri interventi è invece quella dell’unica volontà di censire.

Dopo l’episodio recentissimo delle molotov lanciate su uno dei "campi nomadi" a Roma e dopo il gravissimo episodio di Napoli, che a tutti ha evocato i tragici eventi dei pogrom, cosa intende fare il vostro governo per "difendere la sicurezza degli zingari" dalla rabbia e dalla paura degli italiani? Pogrom a Napoli ieri, Roma oggi…e domani? In quei campi nomadi vivono anche Rom e Sinti cittadini italiani, presenti in Italia dal 12°, 13° secolo.

La federazione dei Rom e dei Sinti è pronta a collaborare con il governo Berlusconi nell’idea che dovremo essere noi i protagonisti del nostro futuro, non vogliamo i gagè, furbi e cosiddetti "esperti Rom e Sinti" a decidere per noi.

Per questo dico BASTA! ,"DOSTA!" con le manipolazioni e la falsa benevolenza nei nostri confronti.

"Dosta!", Basta! con questa invenzione ridicola dell’abbandono dei bambini Rom e Sinti da parte dei propri genitori e con la propagandistica offerta di cittadinanza per i minori "abbandonati".

"Dosta!", Basta! con il razzismo e con la persecuzione del nostro popolo .

Ci sono Rom e Sinti capaci di essere l’avanguardia del nostro popolo. Fuori i falsi esperti, vogliamo la cittadinanza europea e la libertà di vivere con dignità!

Per quanto scritto mi assumo personalmente ogni responsabilità.

Etem Dzevat - Presidente A.C.E.R.
Consulente Nazionale della Federazione Rom e Sinti insieme

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Di Fabrizio (del 01/08/2008 @ 09:04:39, in Italia, visitato 2026 volte)

Ricevo da Roberto Malini

Sei un antirazzista? Compra un disegno di Rebecca Covaciu. Partecipa alla Resistenza solidale

... e aiutami a far circolare questa "colletta per un'Italia migliore"...

Si parla e si scrive di Rebecca Covaciu a ogni latitudine. La vicenda umana e artistica della giovanissima pittrice Rom è ormai nota in tutto il mondo. Ha abbandonato la Romania con i suoi cari, con il proposito di sfuggire la miseria, per trovarsi in Italia, al centro di un mondo ostile. La persecuzione razziale l'ha seguita lungo tutta la penisola, dalla Milano dei pogrom nei campi alla Napoli dei roghi. Tutto contro i Rom. Quante volte ha sentito la minaccia "Andatevene via, zingari!"? Troppe volte. Rebecca però, ha sempre sperato in un'Italia migliore, più umana, solidale e accogliente. Crede nonostante tutto all'intima bontà dell'uomo, come Anna Frank. A Genova, ha vinto il Premio UNICEF per l'Arte legata all'Intercultura ("Porto sempre con me la medaglia!"). A Milano, è stata picchiata e ha visto i suoi fratelli presi a schiaffi, insultati e spinti al suolo "come succedeva agli zingari quando c'era Hitler..." commenta la ragazzina prodigio. Sempre nel capoluogo lombardo, suo papà, Stelian, l'uomo più buono e pacifico del mondo è stato pestato selvaggiamente da agenti di polizia. Rebecca disegna spesso le loro divise e, nelle sue opere, le creature che indossano quelle divise sembrano - a lei che è nata nella Transilvania del Conte Dracula - demoni, vampiri. Adesso Rebecca e la sua famiglia vivono in un paesino agricolo del Sud Italia. Papà e mamma stanno cercando un lavoro, aiutati da Giancarlo, il loro angelo custode.

Mentre aspettano la buona notizia, un posto da operaio per papà, da badante per mamma... è prezioso ogni aiuto, perché - nonostante tutto il mondo parli della piccola artista Rom - i Covaciu sono poveri. Agli amici che aiuteranno la sua famiglia, anche con somme piccolissime (da inviare a Stelian con il servizio Western Union), Rebecca regalerà un disegno della serie "I topi e le stelle": "Siamo tutti stelle, ma alcuni di noi sono costretti a vivere come topi" dice Rebecca, spiegando il titolo della serie. Aiutare Rebecca significa contribuire alla sconfitta della forma più odiosa di razzismo, perché un giorno Rebecca aiuterà il suo popolo, con l'arte e con la sua vivissima intelligenza: se potrà crescere serena e studiare... non vi saranno limiti, davanti a lei. Ricevere un disegno di Rebecca, inoltre, significa acquisire un'opera d'arte che un giorno potrebbe avere un valore inestimabile, perché Rebecca è una giovane artista di talento che diventerà una grande pittrice e la sua arte non sarà dimenticata. Chi desidera aiutare Rebecca e la sua famiglia, mi scriva e gli invierò il numero di telefono di Stelian Covaciu, a cui potrà mandare direttamente il contributo.

Roberto Malini - roberto.malini@annesdoor.com

www.annesdoor.com

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Di Fabrizio (del 01/08/2008 @ 09:05:17, in casa, visitato 1962 volte)

Da Roma_Daily_News

23 luglio 2008, ISTANBUL - Turkish Daily News

Secondo un recente rapporto, c'è bisogno di un'azione urgente per prevenire infortuni dovuti alle macerie lasciate dalle demolizioni nel quartiere di Istanbul di Sulukule. Nel rapporto, la Camera di Commercio di Istanbul (ITO), chiede alle istituzioni interessate di prendere immediatamente le misure necessarie a combattere il rischio di infezioni ed infortuni nel quartiere, largamente popolato da Rom.

"Il quartiere ha molti problemi che lo rendono rischioso per la salute", ha detto ieri in una conferenza stampa il dottor Hüseyin Demirdizen, segretario generale dell'ITO. Il quartiere ha bisogno di un'azione immediata, ha detto Demirdizen nella conferenza stampa, organizzata dalla Piattaforma per un Futuro Sano e Sicuro per Tutti.

Sulukule, che è stata per secoli dimora della popolazione Rom, ha affrontato cambiamenti culturali, strutturali ed economici da quando il Municipio di Fatih ha iniziato a demolire le case dopo il lancio di un progetto di trasformazione urbana.

"Le macerie dovrebbero essere rimosse, le case devono avere acqua pulita, le infrastrutture dovrebbero essere rinforzate, dovrebbe essere riparata la fognatura e ricostruite, e dovrebbe essere raccolta la spazzatura", ha detto Demirdizen, che è anche membro del sotto-comitato per i diritti umani dell'Ufficio del Governatore di Istanbul.

Le macerie, lasciate dopo che le case sono state demolite, non sono state rimosse e, al contrario, secondo un recente rapporto ITO, a Sulukule sono state create nuove macerie. Un bambino si è ferito mentre giocava tra le macerie, proprio mentre una petizione veniva rivolta alla municipalità. Demirdizen ha detto che la camera ha sottoposto il rapporto sui problemi urgenti di Sulukule all'Ufficio del Governatore di Istanbul, alla Municipalità Metropolitana di Istanbul (IBB), al Comune di Fatih e al Dipartimento Provinciale di Istanbul sulla Sanità. Demirdizen ha detto al Turkish Daily News che la camera non ha avuto risposte positive alle sue prime richieste di fermare le demolizioni a Sulukule.

Una clinica sanitaria permanente dovrebbe operare per i residenti nelle insalubri condizioni di Sulukule ed i bambini andrebbero vaccinati contro le infezioni, espone il rapporto. Alcune case non hanno ancora accesso all'acqua pulita, anche se hanno chiesto aiuto alla municipalità, dice il rapporto.

Il rapporto rivela anche che circa 80 case sono state demolite e che alcune famiglie residenti nell'area hanno cominciato a vivere nelle case dei parenti, il ché rende la loro vita più difficile ed insalubre.

Mücella Yapıcı, un membro della Camera degli Architetti di Turchia, chiede ai giudici di prendere le giuste decisioni sul futuro di Sulukule "così da non essere obbligati ad appellarci ai tribunali internazionali". Ha aggiunto che la gente di Sulukule viene obbligata ad abbandonare il quartiere, dove la maggior parte delle famiglie ha risieduto per molti anni e questo causa traumi sociali.

Dato che alcuni residenti vendono le loro case, gli affittuari si spostano in un'altra casa e di solito in un altro quartiere. "Mia sorella ha dovuto lasciare Sulukule dopo che il proprietario ha venduto la sua casa", ha detto Mehmet Asım Hallaç, un residente che ha una drogheria nel quartiere.

© 2005 Dogan Daily News Inc. www.turkishdailynews.com.tr

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Di Fabrizio (del 02/08/2008 @ 09:12:42, in Europa, visitato 1847 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

Dichiarazione di Refik Jajic

BELGRADO - 26 luglio 2008 Nella sessione informativa del Media center dell'Unione Europea, i rappresentanti della Commissione Europea nella Repubblica di Serbia hanno annunciato che l'Unione Europea destinerà 9 milioni di EURO per progetti assegnati al recupero di soluzioni durevoli per i rifugiati e per il miglioramento delle condizioni di vita dei dispersi interni, come pure per la creazione di un reddito per i rifugiati, i dispersi ed i poveri in condizioni di emergenza.

Refik Jajic, presidente del Tavolo per i dispersi interni del Consiglio Nazionale della minoranza Romani, ha ricordato in una dichiarazione alla TANJUG che i Rom dopo 9 anni di abbandono delle loro case vivono ancora come dispersi. Dopo che hanno lasciato tutti i loro averi e passato dietro di loro, sono per la maggioranza privi di fonti di reddito, e dipendono dall'economia informale, ad es. del lavoro irregolare, senza assicurazione ed integrazione.

Ha avvertito che chiudere i centri collettivi in cui i Rom dispersi dal Kosovo e Metohija risiedono, rappresenta una nuova sfida, perché il pagamento di un alloggio privato ostacola significativamente chi ha budget scarsi per la casa e a cui bisogna coprire le spese basiche.

Le persone disperse internamente tanto in Serbia e Montenegro, che in Macedonia, dove hanno lo status di rifugiati, oggi non sono realmente nella possibilità di realizzare i loro diritti civili, cosa che peggiora la loro dispersione. In confronto ai cittadini locali, non sono individuati adeguatamente nelle liste degli utenti degli aiuti sociali (programma di aiuto materiale alle famiglie). Molti Rom dispersi non hanno abitazioni durevoli, e sono in difficoltà nel risolvere il problema della sistemazione e, per questo, ritiene che il Progetto dell'Unione Europea sull'integrazione dei dispersi interni troverà una soluzione durevole per i rifugiati ed i dispersi interni, e migliorerà le loro condizioni di vita nella loro madrepatria. A causa dell'importanza estrema del progetto dell'Unione Europea sui dispersi interni qualificati come Romani, il Consiglio Nazionale della minoranza Romani parteciperà all'offerta - ha concluso Refik Jajic.

Bajram HALITI - PR of National Council of Romany national minority in Serbia.

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Di Fabrizio (del 02/08/2008 @ 09:28:36, in Europa, visitato 2047 volte)

Da Roma_Daily_News

Reuters 29 luglio 2008 - L'Italia è stata criticata per i severi provvedimenti contro la sua minoranza Rom. Di seguito alcuni dettagli sui Rom in Europa:

* UNIONE EUROPEA:

- L'esecutivo UE ha fatto pressione sugli stati membri perché offrano migliori condizioni di vita ai Rom, che soffrono di discriminazione.

- La Commissione ha pubblicato uno studio che dice che spesso ai Rom non vengono date pari opportunità per avanzare socialmente in UE, anche se esistono leggi antidiscriminatorie riguardo l'accesso al lavoro, i sistemi di sicurezza sociale, i servizi e la casa.

* RAPPORTO UNICEF:

- Un rapporto UNICEF del 2005 dice che l'84% dei Rom in Bulgaria, l'88% in Romania e il 91% in Ungheria viveva sotto la linea di povertà.

- Ci sono circa 3,7 milioni di Rom nei cinque paesi coperti dal rapporto - Bulgaria, Macedonia, Montenegro, Romania e Serbia - 1,7 dei quali sono bambini.

- Secondo quanto riportato il 53% dei Rom aveva sofferto la fame nei mesi precedenti, contro il 9% della popolazione non-rom.

* DECENNIO DELL'INCLUSIONE ROM 2005-2015:

- L'idea del decennio emerse dalla prima conferenza regionale ad alto livello sui Rom tenutasi in Ungheria nel 2003.

- La decade è un impegno dei governi nell'Europa centrale e del sud-est a migliorare lo stato socio-economico e l'inclusione sociale dei Rom. Vi prendono parte nove paesi, tutti hanno significative minoranze Rom.

- All'inizio del 2008, Albania, Bosnia ed Herzegovina, e Spagna hanno dichiarato la loro intenzione di unirsi alla decade.

* I ROM NELL'EUROPA:

UNGHERIA - Vivono in Ungheria oltre 600.000 Rom, la maggior parte nel nord-est, formando la più grande minoranza etnica su una popolazione totale di 10 milioni.

- La distinzione è diffusa. L'UE ha indicato il paese tra quelli più difettosi in termini di segregazione dell'alloggio.

ITALIA - Vivono in Italia tra i 130.000 e i 150.000 Rom, dove vengono incolpati per crimini ed insicurezza.

- L'Italia ha programmato di prendere le impronte digitali ai Rom che vivono nei campi, come pure la chiusura dei campi non autorizzati ed il rimpatrio di chi è illegalmente in Italia. La decisione è stata condannata dal Parlamento Europeo, dalla Romania - da cui provengono molti Rom - e da gruppi religiosi.

- A seguito delle proteste, un comitato parlamentare ha convenuto che le impronte verranno prese a tutti i cittadini per le carte di identità. La misura deve ancora passare attraverso il Parlamento.

- Lo scorso maggio, diversi campi Rom sono stati dati alle fiamme, accendendo un incidente diplomatico tra Roma e Bucarest.

MACEDONIA - Sono tra i 150.000 e i 250.000, o circa il 10,5% della popolazione.

- I Rom hanno ottenuto un'uguaglianza costituzionale unica in Macedonia derivata da un accordo di pace fra il governo e la più grande minoranza, l'etnia albanese.

SLOVACCHIA - I 108.000 Rom slovacchi hanno di solito accesso limitato al lavoro e all'istruzione e spesso vivono in squallide condizioni senza i servizi pubblici basici.

* TURCHIA - I Rom in Turchia non sono riconosciuti come gruppo di minoranza. Tentativi di organizzarsi politicamente o anche culturalmente possono essere visti come atti contro la stato, punibili per legge. Vivono in Turchia tra i 300.000 e i 500.000 Rom.

-I Rom riportano di frequenti sgomberi forzati.

Fonti: Reuters/Economist/ World Bank/www.rroma.org/ www.romadecade.org/

Writing by David Cutler and Jijo Jacob, London Editorial Reference Unit

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Di Sucar Drom (del 02/08/2008 @ 12:41:57, in blog, visitato 1566 volte)

Gallarate (VA), Comune e Sinti: tutto bene
E’ passato (quasi) un anno dal trasferimento dei sinti gallaratesi da via De Magri alla periferica area di sosta di via Lazzaretto. E a distanza di quasi un anno, la soluzione provvisoria adottata – e che scadrà ai primi di settembre - sembra accontentare tanto l’am...

Oggi è meglio non dirsi rom per sottrarsi al disprezzo
Questo capita in vari tempi, in diversi Paesi. Non si sa con esattezza quanti siano i Rom residenti in ciascuno Stato. Sappiamo, però, che in alcuni sono numerosi, soprattutto nei Balcani orientali. Ma un numero anco...

Traian Basescu: "voglio che voi sappiate che non esiste l'idea di abbandonarvi"
"Voglio che voi sappiate che non esiste l'idea di abbandonarvi. Capiamo anche parte delle misure prese dal governo italiano ma non possiamo essere d'accordo con un trattamento che sia al di fuori delle leggi europee". Lo ha detto il presidente romeno Traian Basescu ai Rom Rumeni...

Berlusconi difende le impronte
Non c’è «nessuna discriminazione» verso il popolo romeno, anzi c’è «un’attività continuativa di collaborazione tra i due Paesi e tra le rispettive forze dell’ordine». Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi durante una...

Basescu contraddice Berlusconi: "sui Rom non siamo d'accordo"
"E' lontano dalla verità che ci sia un comportamento negativo da parte del governo e del popolo italiano nei confronti della comunità romena in Italia". Silvio Berlusconi, conclude così l'incontro con il presidente romeno, Traian Basescu. Lo fa, cercando di rassicurare il leader di Bucarest, che in Italia non è in atto una discriminazione verso la su...

Giornalisti contro il razzismo
La campagna «Giornalisti contro il razzismo», che nelle scorse settimane ha lanciato l’appello «I media rispettino il popolo rom», continua la propria battaglia per un’informazione rispettosa e deontologicamente corretta. La tappa successiva è la richiesta di adesione ad un glossario che, appunto, ridefinisce le parole più in voga e, secondo i promotori della campa...

Ma che fine ha fatto il ministro Carfagna?
Questa domanda siamo in molti a porcela. Il neo ministro per le pari opportunità in due mesi e mezzo è stata completamente assente sulla questione sinta e rom e non solo. Mentre tutto il mondo ci tacciava di razzismo, la ministra ha determinato una svolta evid...

Palermo, una giornata al mare
Sembrava non aspettassero altro. Ieri mattina si sono svegliati all´alba e hanno atteso pazientemente l´arrivo dell´autobus seduti sulla panchina del parco alle porte della Favorita. Settanta bambini rom, dai cinque ai tredici anni, quasi tutti provenienti dalla ex-Jugoslavia, hanno accolto con entusiasmo le attività della c...

Ancona, Festival Internazionale Adriatico Mediterraneo
Dopo il successo del 2007 torna ad Ancona, dal 30 agosto al 7 settembre 2008, il Festival Internazionale Adriatico Mediterraneo che includerà anche il Festival di musica Klezmer...

Un Ferrara carico di stereotipi
Ci mancava solo Giuliano Ferrara a dipingere con uno sproloquio il rapporto di Thomas Hammarberg, Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa. Ferrara ammette di non conoscere il commissario ma sorprendentemente dopo poche righe afferma il c...

Impronte, il Governo si ferma
Le iniziative che in tutta l’Italia si sono susseguite in queste settimane per contrastare le iniziative del Governo italiano hanno avuto, in parte, successo. Il documento, reso noto dal Ministero dell’Interno, “Linee guida per l'attuazio...

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Di Fabrizio (del 02/08/2008 @ 16:30:44, in Europa, visitato 1677 volte)

Da Roma_und_Sinti

DW WORLD.D - DEUTSCHE WELL

I Sinti e i Rom sopravvissuti all'Olocausto ed i loro nipoti questa settimana stanno visitando il campo di sterminio di Auschwitz, come parte di un viaggio educativo progettato per sollevare la consapevolezza storica tra le giovani generazioni

E' la prima volta che giovani ed anziani assieme prendono parte ad un evento di questo tipo in Germania. Trentacinque sopravvissuti all'Olocausto e 20 giovani tra i 16 e i 30 anni viaggeranno verso la Polonia.

Insieme, vecchi e giovani hanno ricordato il 2 agosto 1944 - la data in cui le SS uccisero i 2.900 reduci Rom e Sinti ad Auschwitz. Questo è l'anniversario in cui la comunità commemora i loro morti nell'Olocausto.

I sopravvissuti forniranno anche ai partecipanti la loro guida personale nel giro del campo di Auschwitz-Birkenau durante il viaggio di cinque giorni, che è stato organizzato dal Centro Culturale e di Documentazione dei Rom e Sinti Tedeschi assieme alla Federazione per la Democrazia e la Tolleranza (BfDT).

Collegamento tra passato e presente

"Volevamo dare alle generazioni più giovani l'opportunità di collegarsi alla storia," ha detto Romani Rose, presidente del Consiglio Centrale dei Sinti e Rom.

Andreas Pflock del centro di Heidelberg ha sottolineato l'importanza della dimensione personale.

"I sopravvissuti all'Olocausto passeranno la loro esperienza," ha detto. "Molti della precedente generazione che ha vissuto Auschwitz stanno sparendo, non vogliamo che questa esperienza vada persa."

"E' importante per la generazione più giovane conoscere cosa hanno passato i membri della propria famiglia perché interessa la percezione della loro storia. E' anche un'importante fondamenta per il loro futuro," ha aggiunto.

Pflock ha detto che il viaggio includerà anche un incontro con i componenti dei Rom e Sinti Polacchi, coinvolgendoli nelle discussioni sul loro attuale lavoro politico.

Si stima che circa un milione di Sinti e Rom siano stati uccisi durante il regime nazista. Oggi vivono in Germania tra i 70.000 e gli 80.000 membri della minoranza.

DW staff (jg)

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Di Fabrizio (del 03/08/2008 @ 09:21:49, in Europa, visitato 2567 volte)

Da Czech_Roma

Opinione del Redattore: La motivazione del rimpatrio dei Rom in India è una questione interna alle comunità Rom.
Qualsiasi apporto alla realizzazione di questa meta deve arrivare da quanti sono positivi versoi Rom, ma non da quanti ci vedono come la loro sfortuna e sono contenti di cancellare ogni segno della nostra vita in Europa o altrove

Valery Novoselsky,
Redattore di Roma Virtual Network.

L'estrema destra vuole rilocare i Rom in India By ČTK

Praga, 30 luglio (CTK) - Lidove noviny (LN) ha riportato mercoledì che il Partito Nazionale Ceco vuole riuscire nelle elezioni generali del 2010 con la radicale retorica anti-Romani, formulata in 150 pagine dello studio "La Soluzione Finale al Tema Zingaro nelle Terre Ceche" che sarà presentato tra un mese.

Il nome evoca la Germania nazista e la sua soluzione finale alla questione ebrea, ma i nazionalisti rispondono che non vogliono uccidere i Romani, ma vogliono comprare della terra in India per rilocare lì i Romani, scrive LN.

Il gruppo degli autori dello studio è guidato dal membro di partito Jiri Gaudin e ne fa parte anche la presidentessa Petra Edelmannova, secondo Pavel Sedlacek portavoce del partito, scrive LN.

Scrive sempre LN che si presume che il gruppo sia stato assistito da alcuni esperti dell'"ambiente accademico", che tuttavia hanno richiesto l'anonimato.

Ivan Vesely, presidente dell'associazione Romani Dzeno, ha detto a LN che i Romani "hanno vissuto qui per 500 anni e ancora siamo considerati stranieri".

Sedlacek ha detto a LN che lo studio guarda alla questione Romani in "in maniera completa - dove si è originata e perché nessuno l'ha ancora risolta".

Ha detto che lo studio conclude che il rimpatrio è la sola soluzione possibile dopo che tutti i tentativi di far fronte alla questione sono falliti.

"Dev'essere risolta su basi europee, occorre comprare terra in India e dev'essere data l'opportunità di vivere sulla loro terra seguendo le loro idee" cita LN dallo studio.

Sedlcek ha detto che la parola "finale" collegata allo studio non significa che il partito vorrebbe sterminare i Romani, ma perché la questione dev'essere finalmente affrontata.

Miroslav Mares, esperto di estremismi, ha detto a LN di pensare che i nazionalisti perderanno le elezioni.

"La tematica Romani non è così forte. Secondo i sondaggi non esistono nella società forti pregiudizi anti-Romani, ma (Miroslav) Sladek, che basò la sua campagna elettorale nel 1998 sulla retorica anti-Romani, perse," ha detto Mares.

Sladek era allora presidente dell'estremista Associazione per la Repubblica- Partito Repubblicano di Cecoslovacchia (SPR-RSC).

This story is from the Czech News Agency (ČTK).

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