Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

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Conoscere non significa limitarsi ad accennare ai Rom e ai Sinti quando c'è di mezzo una disgrazia, ma accompagnarvi passo-passo alla scoperta della nostra cultura secolare. Senza nessuna indulgenza.

La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 11/03/2011 @ 09:18:37, in Italia, visitato 1902 volte)

Segnalazione di Giancarlo Ranaldi

In memoria di Eva, Danchiu, Mengji, Tutsa, Raul, Fernando, Sebastian, Patrizia e per Giulia che ancora vive.

Nella notte fra il 10 e l'11 agosto del 2007, quattro bambini, Eva (10 anni), Danchiu (8 anni) e Mengji (4 anni) e Lenuca "Tutsa" (6 anni), bruciarono vivi sotto un cavalcavia alla periferia di Livorno. Eva e Mengji erano sordomuti. Si disse mai più.

Domenica 6 febbraio 2011, quattro bambini, Raul (4 anni), Fernando (5 anni), Sebastian (11 anni) e Patrizia (8 anni), perdevano la vita nel tragico incendio di uno dei tanti "non luoghi" della periferia romana. Raul e Fernando erano sordomuti.

Sono molti i bambini Rom, presenti sul territorio italiano che, giorno dopo giorno, rischiano la vita per il freddo, gli incendi e le malattie, e rischiano il proprio futuro, come Giulia (6 anni), che ogni volta che vede un Vigile si fa la pipì addosso, che negli ultimi mesi a Milano ha subito 15 sgomberi, ed oggi vive "nascosta" ma non ha rinunciato alla Scuola, l'unico luogo che le consente di sentirsi "bambina".

Nell'Italia dei nostri giorni, la "disperazione" si è fatta "uomo", la "povertà" è divenuta "clandestina" e sopravvive nelle miserie dei campi Rom.

Tutto ciò premesso

IL CONSIGLIO PROVINCIALE

nel ricordare la tragica morte di Eva, Danchiu, Mengji, Tutsa, Raul, Fernando, Sebastian, Patrizia e per Giulia che ancora vive

DELIBERA

di dare mandato al Presidente della Provincia ed all'Assessore alle Politiche Sociali, Pace ed Immigrazione, affinché si rendano portavoce presso la Presidenza della Repubblica, del profondo sconcerto di questo Consiglio Provinciale;

- per sollecitare reali politiche di sostegno alla povertà, ripartendo dalle miserie dei campi Rom, dando voce e speranza a queste persone, che oggi non hanno rappresentanza;

- per l'attuazione di un Piano Nazionale, che superi gli egoismi locali, la cui gestione non potrà essere demandata alle sole Amministrazioni Comunali né, tantomeno, delegata al variegato mondo del "volontariato", ritrovando il sano protagonismo delle Istituzioni attraverso l'attivazione, su base provinciale, di strumenti di concertazione tra Università, Scuole di ogni ordine e grado, Presidi Sanitari, Consultori Familiari, Uffici del lavoro, al lato delle Famiglie, tutti insieme, per superare la triste logica dei "campi";

- per ricordare nella "Giornata della Memoria", istituita ai sensi della Legge 20 luglio 2000, n. 211, la persecuzione su base razziale, il Porrajmos (divoramento), subita dai Cittadini italiani e stranieri appartenenti alle minoranze Sinte e Rom;

- per sostenere l'inclusione della lingua "Sinta e Romanes", in tutte le sue accezioni, nel patrimonio di tutela delle minoranze linguistiche storiche ai sensi della Legge 15 dicembre 1999, n. 482;

- per riconoscere i diritti negati ai profughi dei Balcani e per dare cittadinanza alle migliaia di minori nati in Italia;

- per ridare luce alla nostra Costituzione, laddove riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo e stabilisce che, noi tutti, abbiamo pari dignità sociale senza distinzioni di sesso, religione o razza, nel caldo delle nostre case o al freddo di un accampamento Rom.

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Di Fabrizio (del 10/03/2011 @ 09:31:37, in Italia, visitato 2103 volte)

A Milano, sono da tempo in corso i preparativi per la campagna elettorale. Anche stavolta proverò, assieme a pochi audaci, a cercare di coinvolgere i miei amici rom, che invece non ne vogliono sapere (finché qualche sgombero non li convince che anche loro sono parte in gioco della partita). Intanto ripesco un vecchio POST del 27 aprile 2004, che mi sembra ancora valido

Uno degli sport nazionali in Italia sono le campagne elettorali.
Durante questa specie di campionati interregionali, i giocatori delle varie squadre cercano argomenti per far presa sui loro elettori. Purtroppo x noi, un argomento che ha sempre molta presa sulla folla è la polemica contro gli zingari brutti, sporchi e ladri. Visto che l'Italia non è ancora il Kosovo (dove il problema zingari è stato risolto bombardandoli), non potendo parlare in campagna elettorale di "soluzione finale o altre amenità", la polemica si sposta spesso sul rendere impossibili gli insediamenti nomadi nel territorio. Quindi, Rom e Sinti hanno il diritto di vivere, ma il + lontano possibile.

Questa polemica anti-zingara è manifesta in ogni periodo dell'anno, così le elezioni svolgono la funzione di cassa di risonanza per questo e per tutta una serie di malcontenti presenti nel corpo elettorale; ciò è dovuto anche al fatto che gli stessi mezzi di informazione danno scarsissimo risalto alle comunicazioni che arrivano dai Rom e dalle loro organizzazioni. Per ovviare a questa mancanza di comunicazione, bisogna quindi utilizzare le varie occasioni di incontri politici per "saltare fuori dai nostri buchi".

COSA FARE:
Occorre preparare un calendario delle iniziative pubbliche in programma nella propria città, quartiere, provincia (privilegiare quelle con rinfresco – dopo vediamo il perché). Preparare e coinvolgere una squadra di intervento nei campi sosta (dalle 5 alle 10 persone), se possibile anche con minori. Studiare gli interventi possibili e documentarsi – individuare chi può fare gli interventi (consiglio di restringere il campo a 3/4 persone massimo).

OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE:
Per la comunità Rom e Sinta:
- capire che la partecipazione alla vita sociale può essere utile e divertente
- familiarizzare con le regole civili e i componenti attivi della società

Per la società gagé:
- è molto facile essere offensivi e razzisti verso chi è assente. Viceversa, se tra il pubblico (che di solito può anche porre domande) ci sono Rom, e sappiamo che è facile identificarli, allora i toni si ammorbidiscono, talvolta l'oratore pur guardandoci come bestie da circo, alla fine aggiunge qualche parola di circostanza sulle tristi condizioni degli zingari. L'importante è che lo faccia in un'occasione pubblica.
- il razzismo è sempre la maschera di altri problemi. Dietro un campo sosta che i cittadini non vogliono, c'è quasi sempre l'ennesimo centro commerciale, un grattacielo, un parcheggio da costruire, quasi mai quell'area sarà a disposizione della cittadinanza… informatevi sugli interessi immobiliari!
- i candidati si fanno belli coi soldi stanziati dagli altri (e pagati dai cittadini). Possono dire che sono stati spesi milioni di euro per i Rom (che quindi dovrebbero essere dei signori), o lamentarsi perché quei soldi sono stati spesi. Informatevi su quanti soldi effettivamente hanno visto i Rom, su quanto costa una fontanella o l'allaccio dell'acqua. Insomma, mostrarsi attenti e partecipi, come è necessario in ogni democrazia. Se queste spese apparissero gonfiate, proporre, nel quadro democratico, una regolare gara d'appalto, a cui poter partecipare anche come comunità destinataria dell'intervento, nel piano di una razionalizzazione degli investimenti. Dimostrare che in un campo vivono manovali, camionisti, muratori, senza lavoro, che potrebbero essere in grado di badare a se stessi.
- comprendere che se quei Rom, che sono lì a discutere, dovessero essere cacciati, dovrebbero ricominciare con gli stessi problemi da un'altra parte, mentre probabilmente nella stessa area o poco distante, arriveranno altre persone, anche di un'altra etnia, ugualmente disperate. Quindi, i problemi non cambierebbero, mentre c'è la possibilità di iniziare a risolverli. Se tra il pubblico c'è un aspirante Bruno Vespa, coinvolgerlo nel siglare un patto con gli elettori… non sarebbe il primo. In caso mancasse questo personaggio, servirà qualcuno che faccia la cronaca dell'incontro (e magari mi spedisca il riassunto [...])

La base di questi ragionamenti è che anche a livello locale, non esistono problemi isolati, e ogni appiglio è buono tanto per presentare il "problema zingari" in chiave positiva o viceversa negativa. Solo che "gli zingari" (e anche il resto della popolazione) esistono indipendentemente dal fatto di essere un problema.

NOTE AGGIUNTIVE:
Scrivevo prima di privilegiare le riunioni con rinfresco. Ecco alcune ragioni:
- chiudere la giornata in attivo e mettere qualcosa nello stomaco.
- a tavola, con calma, siamo tutti meno aggressivi e più facili a socializzare. Quello che non si ottiene nel dibattito politico, può essere raggiunto buttandosi sulle patatine, e ci sarà sempre qualche gagio che alla fine vi avvicinerà e comincerà a parlarvi.
- attenzione al vino… se qualcuno non lo regge, può rovinare tutto il lavoro fatto. Viceversa, un bicchiere offerto all'oratore (se non è astemio) può renderlo loquace il sufficiente.
- nel caso l'iniziativa politica si svolga presso un'associazione "amica", è possibile accordarsi per portare qualcosa di tipico al rinfresco

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Di Fabrizio (del 10/03/2011 @ 09:18:29, in Europa, visitato 1451 volte)

Da Czech_Roma

Rappresentanti islamici ed ebrei si oppongono all'estrema destra in Europa - Czech Press Agency, translated by Gwendolyn Albert

Parigi, 8.3.2011 11:35, AFP riporta che i principali rappresentanti islamici ed ebrei hanno espresso la loro comune volontà di resistere alla crescita dei partiti di estrema destra in Europa. Durante un incontro oggi a Parigi, hanno adottato una dichiarazione in cui dicono essere inaccettabile banalizzare questi partiti razzisti e xenofobi, e mettono in guardia contro il crescente pericolo che pongono alle minoranze etniche e religiose nel continente.

Il consiglio di coordinamento dei leader islamici ed ebrei da Belgio, Gran Bretagna, Italia, Paesi Bassi, Stati Uniti ed altri paesi, hanno anche annunciato che lanceranno una serie di eventi pubblici nelle capitali europee, il 9 maggio in onore della Giornata d'Europa. Il consiglio ha tenuto il suo primo incontro nel dicembre 2010 a Bruxelles.

I partecipanti alla riunione odierna, tra i cui organizzatori figura il Congresso Mondiale Ebraico, hanno condannato il fatto che i partiti estremisti e xenofobi nei Paesi Bassi ed altrove, sono diventati partner di governo nelle coalizioni governative. Hanno inoltre espresso disagio sulle recenti affermazioni di alti rappresentanti di Gran Bretagna, Francia e Germania, per cui il multiculturalismo nei loro paesi ha dimostrato di essere un fallimento.

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Di Fabrizio (del 09/03/2011 @ 09:24:10, in musica e parole, visitato 1693 volte)

Dietro un anonimo cancello della periferia romana si apre un piccolo mondo colorato, pieno di bambini. Un piccolo mondo in cui si sono rifugiate alcune famiglie Rom espulse dai campi in cui stavano, espulse dal mondo esterno, quello che sta oltre il cancello. «Metropolis», così è stato battezzato lo spazio in cui vivono, occupato dopo anni di abbandono, è un'ex concessionaria di automobili, di fatto un grande capannone al cui interno è sorto un piccolo villaggio coperto, con casette costruite dai Rom stessi.

Ci entriamo con Militant A, rapper di Assalti frontali che nel nuovo cd Profondo rosso (esce venerdì) racconta anche di loro, dell'occupazione di questo posto, della scuola dove incontra quotidianamente i bambini festanti che ci attorniano, compagni di scuola dei suoi figli. L'uscita del cd è quasi contemporanea al secondo sciopero dei migranti denominato Un giorno senza di noi che, dopo l'esordio dell'anno scorso, torna ad interrogarci sulle non-regole dell'economia liberista, che sfrutta manodopera a basso costo offrendo in cambio emarginazione e clandestinità. «Il primo Marzo - sottolinea Militant A - è un giorno di lotta per il diritto al lavoro, alla casa, alla scuola, che sono diritti di tutti e sono più che mai a rischio per tutti, non solo per gli immigrati».

L'emarginazione sociale è un mostro che divora le vite delle persone fregandosene del loro passaporto, ma una cosa è certa: colpisce sempre i più deboli e fra i più deboli Rom e immigrati ci sono sempre. «Queste persone - continua il rapper romano - sono umanamente ricche, riescono ad avere una forza per andare avanti che è incredibile rispetto alle condizioni in cui spesso sono costretti a vivere.

In loro possiamo ritrovare l'umanità che noi abbiamo perso». Sono Cool questi Rom è una canzone che Militant A ha dedicato a questa gente, a questa occupazione, nata per rispondere a un disagio ignorato dalle istituzioni: «Alemanno ha speso 30 milioni di euro in un anno e mezzo per non risolvere nulla, ha solo cacciato questa gente dai posti dove vivevano».

Anche rispetto alle poche forme di assistenza nei confronti dei Rom, Militant A ha qualcosa da dire: «L'assistenzialismo è un business per chi lo fa e che costa alla collettività 1.000 euro al mese per ogni famiglia Rom. Con quei soldi ci si potrebbe pagare l'affitto di una casa, ma lasciare il problema irrisolto è utile alla propaganda politica della destra e serve a mantenere l'affare dell'assistenza. Questa sistemazione invece non costa un euro a nessuno e recupera anche un luogo abbandonato al degrado da anni».

Profondo rosso è, come sempre quando si parla di Assalti frontali, un album pieno di realtà e di argomenti concreti, come nel caso di Lampedusa lo sa, dedicata ai migranti africani ma soprattutto alla gente dell'isola.

IL CONCERTO A LAMPEDUSA «Noi siamo stati a Lampedusa - ci racconta - per un concerto contro i Cie, che sono una vergogna in sé e in cui i migranti, grazie a una legge del governo, possono rimanere rinchiusi, senza aver commesso alcun reato, non più due ma sei mesi. Proprio allora ci fu l'episodio del mercantile turco Pinar che aveva salvato dei migranti dal mare e che venne bloccato da una corvetta militare italiana per quattro giorni. In quell'occasione morì una giovane emigrata incinta.

Noi siamo stati al funerale e c'erano tanti lampedusani, gente di grande dignità e umanità, che ben conosce e condivide il dramma dei disperati che approdano sulle coste dell'isola. Anche qui: se i miliardi di euro che si spendono per i Cie, per tenere in gabbia chi arriva sulle coste italiane in cerca di un futuro, venissero spesi per l'accoglienza, non sarebbe meglio per tutti?

Ma per cambiare le cose bisogna partire dal basso, da noi stessi, trovare i modi per unirsi e lottare per diritti che riguardano tutti nello stesso modo. Io con Assalti frontali racconto queste storie e le canzoni nascono spesso da esperienze concrete, come questa con i Rom o quella di Lampedusa, le manifestazioni degli studenti, etc.

Per me il Rap è raccontare quello che vivo ma anche comunicare un immaginario diverso da quello dominante, perché l'immaginario fa la differenza, è il punto di partenza per costruire una realtà diversa». 1 marzo 2011


Nel frattempo, con Jovica Jovic alla fisarmonica e Marta Pistocchi al violino...

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Di Fabrizio (del 09/03/2011 @ 09:19:25, in Italia, visitato 2659 volte)

7 marzo 2011 - Se avete letto che il campo rom di Via Idro è stato sgomberato, sappiate che non è vero!

La polizia in assetto antisommossa (con vigili del fuoco, vigili urbani, ambulanze, ruspe, ecc.) è intervenuta giovedì 3 marzo 2011, di buon mattino, quando ancora i bambini si stavano preparando per andare a scuola e si sono talmente spaventati che i loro genitori hanno preferito tenerli a casa. Tutto questo solo per allontanare tre famiglie che vivevano fuori dal campo nomadi e con l'occasione è stata divelta anche la cabina della luce che ha lasciato il campo al buio ed al freddo.

In Via Idro abitano da 20 anni famiglie che hanno ottenuto una piazzola in uso dal Comune con regolare contratto di assegnazione. Sono cittadini milanesi.

CHIEDIAMO AL COMUNE

• Come intende risolvere e garantire sicurezza per tutti
, residenti della zona e del campo?

Ciò sarebbe possibile se il Comune avesse la volontà politica di predisporre un progetto che utilizzi i fondi del piano Maroni, già stanziati, ma non per un campo di transito come vuole la giunta Moratti. Non avevano detto zero campi? Come hanno gestito in questi anni i campi di transito? Hanno controllato gli ingressi e garantito sicurezza per tutti? No! noi non ci fidiamo della Moratti, della Lega Nord e delle loro promesse. La giunta Moratti e la Lega milanese spendono i nostri soldi solo per demolire. Chi rimane senza alloggio dove va? Di questo il Comune non si interessa! Anzi a loro interessa che vadano da altre parti per poter poi distruggere ancora le loro abitazioni e far passare in televisione e sui giornali il messaggio che combattono l'illegalità e sono dalla parte dei cittadini: alimentano solo la paura senza preoccuparsi di trovare soluzioni! E' questo il modo di governare una città?

• Di verificare con puntualità il corretto insediamento delle famiglie già censite nei controlli in questi ultimi due anni e tutelare le stesse famiglie da ingressi abusivi nel campo che mettano a repentaglio la legalità e la coesione sociale.

• Di fornire, una volta per tutte, la corrente elettrica ad ogni famiglia, attraverso la posa di contatori personalizzati che li ponga nelle condizioni di pagare le bollette o andare incontro alla sospensione della fornitura in caso di morosità in modo individuale e non collettivo. Come in tutti i condomini se una famiglia non paga le utenze, le stesse vengono sospese solo alla famiglia morosa e non a tutto il condominio.

Rispetto per tutti i cittadini!

Associazione VILLA PALLAVICINI - A.N.P.I. Crescenzago - Associazione "elementare.russo" - Comitato "Vivere in Zona 2" - Fondazione Casa della Carità - Legambiente Crescenzago - Comunità Rom via Idro 62 - Comitato Genitori Elementare S. Mamete - Partito Democratico-Zona 2 - Osservatorio sui razzismi - Sinistra Ecologia e Libertà-Zona 2 - Martesanadue

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Di Fabrizio (del 08/03/2011 @ 09:50:25, in media, visitato 1680 volte)

Da Roma_Francais

Coulisses-tv.fr

Lunedì 21 marzo alle 00.30, France 3 diffonderà nella programmazione di "La case de l'oncle doc" un documentario intitolato "Roms, premier peuple européen".

Sei secoli dopo il loro arrivo in Europa, i Rom, a seconda delle frontiere conosciuti come Manouches, Gitans, Sinti…continuano a vivere, tra carovane e bidonville, alle porte delle nostre società. Ma in Francia a luglio 2010, una semplice notizia riguardante un cittadino francese di origine gitana, dava fuoco alle polveri.

Discorsi sicuritari infiammati, amalgama tra delinquenza e "gens du voyage", regna la confusione, e designa un capro espiatorio per l'insicurezza del momento: i Rom. Tra i 10 e i 12 milioni di suoi cittadini vivono ai margini dei diritti più fondamentali, dalla sanità all'istruzione. Tra i 10 e i 12 milioni di uomini, donne, bambini marginalizzati che vogliamo tenere a debita distanza, ma a quale distanza, visto che sono europei? Lo stigma, per non dire il rifiuto di "Gitani, Zigani, Manouches..." è ancestrale. Evidente la loro paura dell'integrazione o dell'assimilazione. Il loro posto in un'Europa ufficialmente senza frontiere interne, ma che resta un'Europa delle Nazione, è difficile da definire. A meno che i Rom stessi non aprano una prima breccia. A marzo 2011, Romania e Bulgaria, membri dell'Unione Europea entreranno nello spazio Schengen garantendo la libera circolazione a tutti i loro membri.

Questo film ci fa viaggiare, da Montreuil dove si espellono i Rom rumeni o bulgari, a Budapest dove le milizie nazionaliste incendiano le case delle famiglie rom. Un itinerario di paria abbandonati dai loro stati e che convergono verso Strasburgo e Bruxelles, capitali legislativa e amministrativa dell'Unione Europea, dove giovani studenti rom tentano di far intendere la voce dei 10-12 milioni di cittadini europei che non vogliono più vivere rifiutati e marginalizzati. Un viaggio per raccontare la lunga e difficile gestazione di una nazione senza territorio nazionale. Una prima tappa verso un'Europa dei popoli? Forse no, ma una questione centrale: quale status perché 10-12 milioni di cittadini europei non siano più rigettati ai margini dei diritti fondamentali?

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Di Fabrizio (del 08/03/2011 @ 09:14:32, in Kumpanija, visitato 1908 volte)

Segnalazione di Susanna Calti

Terra generatrice di vita, terra in cartapesta che contiene vita in varie forme, e testi su pergamena in lingua romanes, rumena, serbo-croata e italiana, realizzata dal gruppo di lavoro dei bambini di origine culturale rom residenti all’interno del Villaggio Attrezzato di via di Salone a Roma, insieme alle educatrici della Cooperativa Ermes Gessima Besson e Serena Stazi. BELLO!

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Di Fabrizio (del 07/03/2011 @ 09:49:37, in blog, visitato 1688 volte)

TGCOM

... si perdono nella leggenda. I Tarocchi sono un tipo di carte in apparenza da gioco, originatosi tra la fine del Medioevo ed il Rinascimento nelle corti signorili di Bologna, Ferrara e Milano. Secondo alcuni studiosi gli zingari, i soli detentori della cartomanzia nel Medioevo, li avrebbero portati in Europa dall'Egitto; per altri li avrebbero portati in Europa i Templari da Israele; altri ancora, collocano la loro nascita in India o in Cina. Con sicurezza i primi documenti che si riferiscono ai Tarocchi risalgono al tardo Medioevo, quando i potenti iniziarono ad interessarsi a questo gioco. Tuttavia, non è chiaro se sin dall'inizio si utilizzassero mazzi completi di 78 carte o solo in un secondo tempo fossero messi insieme i 22 Arcani Maggiori e i 56 Arcani Minori. La maggior parte degli studiosi considera i 22 Arcani una creazione italiana, mentre i 56 Arcani Minori sembrano derivare da mazzi arabi importati in Europa nel Medioevo; la fusione dei due mazzi risale probabilmente alla seconda metà del XIV secolo. Con l'aiuto di strumenti quali l'incisione su stampi di legno o di rame, i giochi di carte si diffusero molto rapidamente. Già nel XVI secolo un gioco di Tarocchi modificato, conosciuto con il nome "Tarocco di Marsiglia" divenne molto popolare. Ancora oggi in alcune zone europee il Tarocco viene usato per giocare. Alessio Delfino (classe 1976) attraverso accattivanti scatti fotografici, ripropone in chiave contemporanea i 22 Arcani Maggiori che ricrea ed immortala in set curati nei minimi dettagli. Quando si osservano le carte dei Tarocchi nel loro complesso simbolismo ci si accorge che gli archetipi raffigurati sono universali. Ad esempio la Ruota (Arcano X) è presente nelle mitologie e cosmogonie di tutti i popoli (mondo greco, egiziano, azteco, cinese ecc.). Tuttavia è indubbio che nei 22 Arcani sono ravvisabili i simboli del Cristianesimo esoterico, si pensi solo all'Arcano XX, il Giudizio. In tal modo veniva garantita sia la segretezza che la continuità di tale conoscenza. I Tarocchi hanno da sempre accompagnato la storia umana nei secoli, resistendo nei secoli ad un'univoca decifrazione e interpretazione, conservando una parte mistico-esoterica che li rende affascinanti ancora oggi ed aperti ad infinite interpretazioni che partono direttamente dal nostro Io, toccando quella parte oscura che ognuno di noi possiede ma che la cultura occidentale ha soffocato dimenticando la nostra parte irrazionale e magica che li ha creati e che,ancora, li anima, conquistandoci.

Claudio Composti

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Di Fabrizio (del 07/03/2011 @ 09:31:29, in media, visitato 1443 volte)

Affaritaliani.libero.it Venerdí 04.03.2011 15:51

"Diversità urbana" è il primo concorso fotografico lanciato dall’Unar - Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali - presso il Dipartimento per le Pari Opportunità della presidenza del Consiglio dei Ministri. L'intento è quello di far emergere a livello nazionale ogni iniziativa di conoscenza reciproca, che a partire dalla rimozione degli stereotipi che favoriscono la conflittualità, favorisca il dialogo e l'inclusione sociale nei contesti urbani tra cittadini italiani, stranieri, rom, sinti e di altre minoranze etnico-linguistiche e di altre religioni, tra persone disabili, tra giovani ed anziani e tra persone con diverso orientamento sessuale ed identità di genere.

Il concorso, a cui si potrà partecipare fino al 15 aprile 2011, è rivolto ai giovani dai 18 ai 35 anni e premierà, con mille euro ciascuna, le migliori 6 foto ritenute vincitrici ex-equo dalla Commissione giudicatrice formata da esperti dell’Unar e dal National Working Group contro le discriminazioni. Inoltre, le migliori foto (vincitrici e non) saranno selezionate e diffuse nell’ambito di campagne informative e di sensibilizzazione elaborate dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, oltre ad essere pubblicate in un libro fotografico e usate per mostre fotografiche di rilievo nazionale.

Il concorso si articola sui seguenti temi: diversità razziale; diversità etnica con particolare riferimento alle comunità rom, sinti e camminanti; diversa abilità; diversità religiosa; diversità di età; diversità di orientamento sessuale ed identità di genere. Ogni autore può partecipare con un massimo di quattro foto rappresentative di almeno due temi oggetto di concorso. Tutte le fotografie devono essere inedite. La domanda di partecipazione si può scaricare dal sito dal sito www.unar.it e dal sito www.pariopportunita.gov.it e deve pervenire entro il 15 aprile 2011.

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Di Fabrizio (del 06/03/2011 @ 09:38:56, in Italia, visitato 1576 volte)

Una donna rom con le sue cose salvate dalla demolizione della baracca - Repubblica.it

Sono arrivati alle 6.30 e hanno abbattuto baracche e roulotte. L'Arci, che nel campo porta avanti un progetto di scolarizzazione: "Molti bambini, sul pullman che li portava a scuola, ci chiedevano se al ritorno avrebbero ritrovato le loro madri. Ma la metà di loro non sono venuti perché spaventati"

Sono arrivati all'alba, poco dopo le 6.30, e con ruspe e camion hanno abbattuto alcune baracche e roulotte abusive all'interno del campo nomadi di Tor de Cenci: sotto gli occhi di alcuni giornalisti e delle loro telecamere, l'azione di circa 70 agenti della municipale dell'VIII gruppo e del coordinamento operativo per l'emergenza nomadi, guidati da Antonio Di Maggio, ha portato all'individuazione di una cinquantina di persone non censite nel campo. Alcune di esse, 18 donne e 2 uomini, sono state condotte all'ufficio stranieri della questura per il fotosegnalamento.

Momenti di preoccupazione e di tensione nel campo soprattutto da parte dei figli delle donne condotte in questura, spaventati al momento dell'abbattimento delle roulotte: molti di loro oggi non sono andati a scuola. A raccontare la situazione del campo e la reazione delle persone che vi abitano è Paolo Perrini, coordinatore del progetto scolarizzazione dell'Arci, 15 anni di esperienza nel campo a Tor de Cenci. Perrini parla della paura di una parte dei bambini del campo durante l'azione di stamane e l'abbattimento delle abitazioni, con alcuni di loro che hanno preferito correre a "rifugiarsi" negli altri container del campo. In particolare, molto preoccupati si sono mostrati appunto i figli delle donne condotte in questura: "Sul pullman che li portava a scuola questa mattina ci domandavano quando avrebbero rivisto le loro madri e se le avrebbero trovate al loro ritorno", dice Perrini che segnala il fatto che una delle conseguenze dirette dell'azione è stata quella di far perdere un giorno di scuola ai ragazzi. "Di solito- dice- ne accompagniamo a scuola circa 115, ma oggi non erano più di 60".

Il coordinatore del progetto scolarizzazione dell'Arci spiega anche che fra i cosiddetti "abusivi" individuati nel corso dell'azione ci sono anche figli e nipoti degli abitanti "regolari", cioè le nuove generazioni nate nel corso degli undici anni che sono trascorsi dal momento in cui furono assegnati i container: "Nel 2000 le famiglie che ottennero i container avevano al loro interno molti ragazzi fra i 10 e i 14 anni, che nel frattempo hanno a loro volta formato un proprio nucleo familiare". Ci sono dunque almeno tre generazioni: i nonni che hanno il container assegnato, i padri che li hanno lasciati al momento di costruire la loro nuova famiglia, e i figli, che vivono con i loro genitori a poca distanza dai container dei nonni.

Il campo di Tor de Cenci è uno dei campi tollerati in attesa di ricollocamento e non fa parte dunque del gruppo di villaggi attrezzati: il Comune non vi ha insediato un presidio sociale o socio-sanitario, non vi sono telecamere e non c'è servizio di guardia, mentre la pulizia all'interno del campo è stata affidata proprio a una cooperativa rom. "Gli abitanti del campo - riferisce Perrini- hanno stabilito degli ottimi rapporti con il territorio" e vivono fondamentalmente con la raccolta dei metalli e l'attività dei mercatini: "La gran parte dei rom- dice- viene chiamata nel quartiere (e non solo) per lavori di pulizia, di svuotamento di cantine e simili: il materiale che raccolgono viene portato nel campo, dove viene effettuata una cernita per individuare l'alluminio, il rame o il ferro".

"Quello che per noi sembra immondizia - spiega - per loro è vita, perché ricavano il materiale per vivere, e per vivere onestamente: oltre ai metalli, gli oggetti ancora utili vengono poi venduti nei mercatini organizzati il sabato e la domenica". Si tratta di attività ancora informali, nonostante da tempo si sia manifestata, fra le comunità rom, la necessità e la disponibilità a regolamentarle: ogni tentativo attuato finora, però, non ha avuto successo. Dall'Ama, sul versante del riciclaggio del metallo, finora ad esempio non è arrivata nessuna apertura. Eppure, fra metallo e mercatini "si tratta di un lavoro onesto: perché non li mettiamo nelle condizioni di farlo alla luce del sole? Facciamoli campare!".

E del resto le alternative sono davvero poche: non sono mancati i tentativi, nel corso del tempo, per provare ad inserire i giovani nel mercato del lavoro locale. Risultati? "Con progetti di formazione lavoro abbiamo formato giovani parrucchieri o giovani baristi, ma dopo i sei mesi di tirocinio, al momento della formalizzazione del rapporto di lavoro, essa è sempre stata rifiutata: quando il datore di lavoro legge sul permesso di soggiorno che il ragazzo abita al campo rom di Tor de Cenci s'inventa qualsiasi cosa pur di non assumere". E così molti abitanti del campo lavorano come ambulanti, spesso con partita iva: attività che consente loro di avere un reddito dignitoso, ma sempre nell'informalità e nella precarietà.

(04 marzo 2011)

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