Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 10/10/2006 @ 16:14:57, in blog, visitato 1689 volte)

Dopo Stefano, è il turno di nns, che se non ho capito male, è un amante dell'Italia e dell'avventura. Come si scopre, perdendosi nei meandri del suo blog

Non mi trovavo troppo male a Mitrovica, avevo una splendida baracca che faceva acqua, ero guardato a vista da uomini in divisa armati di mitra, il cibo faceva schifo e veniva distribuito quando pareva a loro, affondavo nel fango fino alle ginocchia, le grida degli altri profughi mi tenevano compagnia, anche a notte fonda.
Dopo aver visto con i miei occhi quanto erano ricchi gli italiani, il loro presidente infatti è il più ricco del mondo, mi sono detto che forse –nonostante l’amenità del campo profughi- era meglio andare a
farsi una bella villa in Costa Smeralda, così un giorno ho preso il mio cane e sono saltato su un’auto con targa serba per scappare verso l’Italia.
O meglio: per mettere le mie capacità al servizio di quella che sarebbe diventata la mia nuova patria.
Non so come riesco ad ottenere un lasciapassare ed arrivo al porto di Bar, dove vengo sopraffatto dalla mia solita esuberante generosità ed accetto di dare un passaggio ad una vecchia ed ai suoi due nipotini.
In realtà la vecchia è la madre del buon Ljubisa e così, quando arriviamo a Bari ed ho un momento di incomprensione con la locale Polizia (pare che in Italia la burocrazia sia almeno pari a quella balcanica, per noi persone normali è difficile stare dietro a tutte le regole), il carissimo Ljubisa riesce a chiarire tutta la cosa, con gran soddisfazione per tutti.
Quando lo stesso fraterno compagno mi chiede una mano ovviamente non mi tiro indietro, così monto in auto e mi dirigo verso Verona, dove bazzica un losco tipo di nome Piotr, che ha delle brutte intenzioni.
Sulla strada, in quel di Cesena, vengo arrestato dagli sbirri locali, gente assolutamente senza cuore che –in modo assolutamente irrazionale- sembra avere dei rancori nei confronti di Ljubisa. Fortunatamente lui è ben nascosto, con i miei figli adottivi, ed io mi guardo bene da dire qualcosa agli sbirri.
Alla fine mi lasciano andare, ovviamente, l’onesta vince sempre, però ho la sfortuna di avere attirato l’attenzione di Piotr, il maledetto cerca di farmi la pelle però i miei figliocci arrivano in tempo per
salvarmi, insieme al mio vecchio amico Stefano che non vedevo dai bei tempi di Mitrovica.
Scappiamo verso Campi Bisenzio, dove ci sono degli amici di Ljubisa, e poi i ragazzi hanno diritto ad un regalo, ci sono un sacco di playstation al centro commerciale.
L'Italia è un posto meraviglioso, ci sono un sacco di negozi pieni di cose bellissime, le donne sono tutte affascinanti, hanno le gambe lunghe e non sono pelose (un po' stronze però), i pulotti sono addirittura amabili, spesso prima di bastonarti ti chiedono "per favore" e poi ti trascinano in infermeria, bisogna solo stare attenti che non ti credano comunista perchè sennò si arrabbiano davvero.
Entro un anno diventerò milionario, oppure seguirò gli italiani più furbi: quelli che adesso se ne vanno in Spagna oppure in Gran Bretagna. Bisogna sempre migliorare ed è proprio questo che dirò ai miei parenti rimasti in Kossovo: venite in Italia, terra di sole e di mare, di pace e di amore.

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Di Fabrizio (del 11/10/2006 @ 10:06:38, in media, visitato 1640 volte)

Un video su di un gruppo di Rom rumeni, richiedenti asilo in Francia

QUI

Fonte: Roma (Gypsies) and Friends

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Di Fabrizio (del 12/10/2006 @ 10:36:18, in Kumpanija, visitato 1728 volte)

Nasce il Forum dei Rom di Colombia: Il Forum è un evento promosso dall'Istituto Distrettuale della Cultura e Turismo - IDCT -, il Municipio di Bogotà, con la collaborazione del Museo Nazionale e formato dal "proceso organizativo del pueblo Rom de Colombia" (PROROM) nel quadro dei "Progetti culturali del carnevale delle bambine e bambini 2006: come vorrei essere? da dove vengo? dove vado, come sono?".Questo evento fa parte di una strategia del processo organizzativo gitano in Colombia, tendente a promuovere e dare visibilità al popolo gitano a Bogotà.

Il popolo Rom è uno dei quattro popoli fondanti del paese: come lo sono i popoli indigeni, gli afrocolombiani e i mezzo-sangue. Siamo un popolo nomade, transumante e libertario, andiamo per tutta la nostra patria che è il mondo, l'orizzonte, l'ignoto, il nostro cuore. Noi Rom abbiamo una sola religione: la libertà, in cambio rinunciamo alla ricchezza, al potere, alla scienza, alla gloria, a tutto quanto limita la nostra passione.

La nostra forma di vivere la vita si traduce nel comprendere i tre tempi in uno solo... qui e adesso.

Parliamo poco di pace, perché ci piace viverla, nella nostra forma che mira alla soluzione dei conflitti, da un punto di vista civile e cosmopolita: la Kriss romaní.

Abbiamo portato alla società bogotana, colombiana e del mondo la nostra forma di regolare i conflitti e una diversa alternativa di sviluppo, nella letteratura, nella musica,, nell'esoterismo, nella psicologia, nella cucina, nellescienze sociali, tra le altre.

Nel contempo, siamo parte di questa nazione, in cui arrivammo quando era ancora una colonia, prima della repubblica, siamo parte della Colombia plurietnica e multiculturale e parte della diversitò di questo paese.

Chiarimento non richiesto: Uno dei limiti delle cronache di Mahalla è di focalizzarsi sull'Europa e un certo eccesso di razionalità. Ma i Rom sono veramente una grande famiglia presente in tutti gli angoli del globo, con caratteristiche proprie che mutano da un paese all'altro. Ad esempio, la numericamente piccola colonia presente in Sud America, a differenza dell'Europa dove si chiede un posto dove vivere, chiede il rispetto della loro condizione di nomadi, e una difesa di questa cultura. Temi abbastanza lontani da quelli europei, ma che fanno parte di un patrimonio culturale universale, ma non univoco. Per noi, la possibilità di ascoltare accenti diversi e lontani, meno razionali, che sono lo stesso cultura e tradizione.

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Di Sucar Drom (del 13/10/2006 @ 10:37:45, in blog, visitato 1522 volte)

Opera Nomadi, Assemblea Nazionale dei Soci (II parte)
Curatoli, sabato 1 ottobre, domanda ai Delegati di convocare domenica l’Assemblea in via di Porta Labicana, Sede del Nazionale, per non avere problemi di orario ma l’Assemblea si esprime in maniera contraria. Più tardi alla sera, durante la cena, c’è un momento conviviale con scambi reciproci di attenzioni dopo le forti tensioni del pomeriggio. Roberto Costa è assente.
Domenica 1 ottobre l’...

Mantova, Exils la festa su Tony Gatlif
L'Istituto di Cultura Sinta, in collaborazione con il Cinema del Carbone, invita tutti alla festa EXILS dal 20 al 23 ottobre 2006 a Mantova, una retrospettiva cinematografica sull’arte del cineasta Tony Gatlif. Durante la festa sarà possibile incontrare artigiani di strumenti musicali e ritrovarsi all’”Angolo del caffè Sinto”.
In maggio 2004 la giuria della cinquantasettesima edizione del F...

Relatore Speciale ONU in Italia
Il Relatore Speciale ONU sulle forme contemporanee di razzismo, Doudou Diène, è in visita ufficiale in Italia in questi giorni. Diversi gli incontri ufficiali con i rappresentanti del Governo italiano. Inoltre, è stato chiesto all'ENAR Italia di orgnizzare a Roma gli incontri con le ONG e le associazioni della società civile.
Il bravissimo Luciano Scagliotti dell'ENAR ha contattato le dive ...

Chiari (BS), una sconfitta!
All'inizio del mese di settembre 2006 vi abbiamo fatto conoscere la situazione che vivevano le famiglie sinte, residenti nel Comune di Chiari (BS). Dopo l'intervento delle Sezioni di Mantova e Brescia dell'Ente Morale Opera Nomadi, il Prefetto ha convocato un tavolo di concertazione tra l'Amministrazione Comunale e le stesse famiglie.
Dopo pochi giorni è però tutto naufragato, quando le st ...

Strasburgo, Romaphobia and Anti-Gypsyism
Il Forum dei Giovani Rom d'Europa ha deciso di organizzare una conferenza sul tema "Romaphobia and Anti-Gypsyism". La Conferenza si terrá a Strasburgo dal 17 al 22 di novembre 2006 con la collaborazione della Divisione Migrazioni e Rom del Consiglio d'Europa. Possono parteciparvi giovani Rom/Sinti e non, di un'etá compresa fra i 20 e i 35 anni.
Di seguito tutte le informazio...

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Di Fabrizio (del 14/10/2006 @ 10:46:46, in musica e parole, visitato 1785 volte)

Mercoledì 18/10/06 ore 21.00

PIAZZA 24 MAGGIO, 2 - Milano (c/o circolo arci Lato B)

LE DONNE VESTIVANO GONNE FIORITE

Visione: Le donne vestivano gonne fiorite (documentario). Sette donne rom di generazioni diverse si confrontano tra loro e con la società dei gagè, i non zingari. Regia Carlo Chiaramente – Prod. ARCI Lazio/Digital Desk
Interviene: Laura Di Martino – ARCI, Milano

E per concludere... la musica del gruppo rom
BANDA DEL VILLAGGIO SOLIDALE!

IL PROGRAMMA
Le donne vestivano gonne fiorite ci presenta storie di vita avvincenti e normali che scorrono sullo sfondo della periferia romana. Sette donne che si raccontano con ironia e spontaneità. Sette voci che intonano un canto intenso ed emozionante per mostrare la grande dignità delle donne rom alle prese con le difficoltà di tutti i giorni, il loro spirito d’iniziativa, la loro creatività, la loro tenacia.
La Banda del Villaggio Solidale: vorticose e coinvolgenti melodie gitane sprigionate dai violini, dalle fisarmoniche, dalle chitarre e dalle voci di otto musicisti rom.

GLI INTERVENTI
Laura Di Martino, del Circolo ARCI Blob di Arcore, collabora da tempo con la comunità rom di Trezzo sull’Adda.
Ciro Menale, dell’Associazione Identità Plurali, collabora con la Casa della Carità, dove segue la comunità rom di Via Capo Rizzuto ora ospite della Casa fondata da Don Virginio Colmegna, a seguito dello sgombero del campo. Si occupa in particolare delle attività della Banda del Villaggio Solidale.

Per contatti:
Marta Rubolini
Ufficio stampa Mondo Bongo – tel. 3332451580
marta.rubolini@gmail.com

Associazione Interculturale Todo Cambia
Piazza Ventiquattro maggio 2 - Milano - Italia
www.todocambia.org

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Di Fabrizio (del 15/10/2006 @ 10:16:34, in casa, visitato 1667 volte)

Sparirà tra due anni il blocco di case al margine di Letanovce, vicino a Spisska Nova Ves - Slovacchia orientale e quartiere simbolo della povertà dei Rom slovacchi. I suo abitanti verranno spostati in nuove abitazioni ha dettio il sindaco Peter Kacvinsky.

Il comune con l'aiuto della Unione Europea sta costruendo 24 case con 96 appartamenti per i circa 700 abitanti del quartiere.

Ogni appartamento sarà di 60 mq con acqua potabile e impianto elettrico. Per il riscaldamento si ricorrerà alla legna.

I Rom otterranno l'appartamento contribuendo al 20% del suo valore. In molti vanno spesso al cantiere, ma Ladislav Mirga, direttore dei lavori, si lamenta per la mancanza di muratori esperti.

Il progetto è stato accompagnato da problemi dall'inizio poiché la gente dai comuni vicini non desiderava i Rom di Letanovce come vicini. Hanno anche scritto una petizione e da quando sono iniziati i lavori sono arrivate anche lettere minacciose al sindaco e a parecchia altra gente. Ora i problemi sono cessati e il progetto continua, dice Kacvinsky.

L'allora presidente della Cecoslovacchia, Vaclav Havel, nel 1990 visitò l'insediamento di Letanovce, definendolo una vergogna per tutta la nazione.

Secondo le stime, sono 400.000 i Rom tra i cinque milioni della Slovacchia. Le loro condizioni di vita sono al limite nella Slovacchia orientale.

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Di Sucar Drom (del 15/10/2006 @ 10:40:35, in blog, visitato 1458 volte)

Vicenza, i bambini ai servizi sociali e gli adulti in albergo
A Vicenza da sei anni è in atto un braccio di ferro tra l'Amministrazione Comunale e la famiglia Halilovic che vive su un terreno di proprietà in via Nicolosi. L'Amministrazione ha prima fatto abbattere tutte le case, costruite dalle famiglie rom e ora li caccia perchè non è possibile che dei minori possano vivere in una precaria situazione igienica-sanitaria.
La soluzione prospettata dal V...

Mantova, presentato il progetto formativo "pringiarasmi"
Ieri mattina i ricercatori dell'Istituto di Cultura Sinta hanno presentato il progetto pringiarasmi (conosciamoci, in lingua sinta). Alla conferenza stampa, tenuta nella Sala dei Corazzieri a Palazzo di Bagno, è intervenuto l'Assessore Fausto Banzi che sostiene la complessiva progettualità.
L’Istituto di Cultura Sinta, formato dall’Associazione Sucar Drom e dall’Ente Morale Opera No...

Un Rom in Consiglio Comunale a Pescara? Forse...
Pubblichiamo un articolo apparso ieri su RomSinti@Politica perchè a Pescara si sta decidendo una cosa importante: "un Rom in Consiglio Comunale a Pescara? Forse...". Come molti di voi sanno Mantova è stata la prima, con l'elezione di ...

Il Ministro Amato e le Minoranze Sinte e Rom
Alcuni giorni fa è stata pubblicata una breve intervista al Ministro Amato sul quotidiano Il Corriere della Sera, a firma di Marco Cianca. L'intervista inizia sulla questione Rom e il Ministro esplica appieno il suo pensiero. Pubblichiamo parte dell'intervista, lasciando ai lettori il compito di c ...

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Di Fabrizio (del 16/10/2006 @ 10:55:51, in conflitti, visitato 1934 volte)

Una segnalazione da Andrea Zanardo

Forward, la più importante rivista ebraica americana, ha dedicato un articolo allo sterminio dei Rom e alla battaglia dei Rom rumeni per i risarcimenti

L'Olocausto Zingaro
Gli altri Nomadi iniziano a ricordare
Nathaniel Popper | Fri. Oct 13, 2006

Come appartenente ad una delle preminenti famiglie Zingare, Luminita Cioaba avrebbe facilmente dovuto seguire le tracce degli antenati nomadi. Ma non erano le sue.

Quando suo padre - che è conosciuto come Re degli Zingari - stava programmando il suo matrimonio di ragazza, lei era occupata in biblioteca, ad imparare a leggere e scrivere il rumeno: una minaccia al "circolo della vita Romani". Poi, quando le sue coetanee partorivano, Luminita era a Bucarest, cercando una rivista che pubblicasse le sue poesie.

Ora, Luminita sta rompendo con un'altra tradizione, occupandosi del fato del suo popolo durante l'Olocausto. Alcune centinaia di migliaia di Rom furono uccisi dai nazisti e dai loro alleati durante la II Guerra Mondiale, ma contrariamente alle preoccupazioni ebraiche su quel periodo, i leaders Rom dell'Europa dell'Est - dove si stima vivano 5 milioni di Rom - sono rimasti relativamente silenziosi sulle sofferenze del loro popolo durante l'Olocausto.

Nel tentativo di cambiare, Luminita ha impiegato gli ultimi due anni collezionando testimonianze orali dagli anziani che furono deportati nella regione ucraina della Transnistria dal governo rumeno alleato dei nazisti. I frutti del suo lavoro sono stati presentati settimana scorsa ad una conferenza a Sibiu, la città dove vive con suo fratello. Durante la conferenza, a cui hanno presa parte attivisti romanì di tutta Europa, ha distribuito un libro contenente le testimonianze raccolte e presentando il film "Frattura Romani", da lei realizzato sulla tragedia del suo popolo.

"Ho cominciato da sola, e attualmente lo sono ancora o quasi," ha detto durante una pausa della conferenza, intitolata "I Sopravvissuti Rom in Cerca della Verità."

In passato, una manciata di studiosi si era occupato dell'Olocausto Romani, ma quello di Cioba dovrebbe essere la prima [conferenza] organizzata da e per i Rom, ed appare evidente che un altro passo è stato compiuto, vedendo i superstiti alternarsi sul palco ad attivisti e uomini d'affari di origine Rom. Sessantacinque anni dopo l'Olocausto la conferenza ha anche sottolineato che i Rom, in molte aree - popolo eternamente degradato e senza stato - hanno molto difficoltà in queste prime fasi di memorizzazione della tragedia. [...] Una relativa apatia da parte dei governi europei - il governo rumeno non ha mandato alcun rappresentante ufficiale, nonostante fosse stato invitato. Si aggiunga la natura composita della comunità romani, come pure la mancanza di istituzioni culturali romani.

"C'è una sorta di negazionismo da parte dei leaders romani," dice Dana Varga, consulente della presidenza per gli affari rom, lei stessa rom. "I nostri problemi sociali sono così seri ed urgenti, che le questioni storiche non diventeranno mai argomenti di discussione."

Data la relativa mancanza di ricerche, i dati sulla situazione dei Rom durante la II guerra mondiale non sono lontanamente paragonabili col materiale elaborato sull'Olocausto ebraico. Gli storici ritengono che una cifra tra 100.000 e un milione di Rom furono uccisi nell'epoca nazista, con differenti metodi in differenti parti d'Europa.

Il fato dei Rom di Romania è stato illustrato nella conferenza di settimana scorsa da Jean Ancel, un ricercatore israeliano. Ha detto che nell'ottobre 1942 il regime rumeno sequestrò i Rom sedentari -che non vivevano in carovane nomadiche - per deportarli in Transnistria, una regione dell'Ucraina occidentale dove furono deportati anche gli Ebrei. Ancel stima che 26.000 Rom rumeni furono deportati adoperando i loro stessi cavalli e carri, che furon poi sequestrati una volta attraversato il fiume Dniester. Nei due anni successivi i Rom vennero tenuti in fattorie collettive a lavorare forzatamente e morire, similarmente agli Ebrei della regione.

"L'intenzione era di vedere morire entrambe, per purificare la nazione rumena," dice Ancel.

Ancel dice che anche se il numero degli Ebrei uccisi in Transnistria fu molto più alto, in un certo senso la condizione dei Rom era peggiore, perché non avevano alle spalle nessuna organizzazione che curasse i loro interessi. I casi di cannibalismo e di violenza sistematica di cui è venuto a conoscenza attraverso le testimonianze dei sopravvissuti non erano dissimili a quanto incontrato nella sua ricerca sugli Ebrei.

Il contributo di Ancel è di per se stesso testimonianza della mancanza di collegamento con la storia della comunità Rom. Ancel dice che non ha mai incontrato uno storico romani impegnato sull'argomento e che la sua relazione nasce come collaterale al suo lavoro sull'Olocausto Ebreo.

Dice "Sono contento che mi abbiano chiamato qui, ma è un loro dovere [quello di studiarlo]. Sinora c'è stata una rimozione completa di questa tragedia."

La presentazione dell'Olocausto dei Rom ha sollevato anche tensioni e frustrazioni: "Non so niente della mia storia, e adesso devo sentirla da gente estranea -saranno anche professionisti, ma non sono Rom," dice Zoran Dimv, giornalista romani dalla Macedonia. "E' come se non sapessi chi sono. Come posso raccontare la nostra propria storia?"

Per le strade di Turnisor, il quartiere romani di Sibiu, emerge la mancanza della coscienza storica durante le interviste agli abitanti più giovani. Per le sporche strade del quartiere, i giovani bighellonano dicendo che non sanno niente su quello che successe ai Rom durante la II guerra mondiale.

"Solo gli anziani si siedono assieme e parlano del passato," dice Dorin Mihai, diciasettenne durante una pausa di una partita a calcio. Lui non ha mai studiato la storia del suo popolo a scuola.

"Sono giovane, ho da fare," continua. "Non ho il tempo di parlare con i più vecchi."

Poco distante, all'hotel Imperatore Romano, c'è solo una persona sotto i trent'anni sta seguendo la conferenza. Si chiama Florin Priboi, coordinatore del dipartimento giovani del Centro Romani di Bucarest. Ha 20 anni  e dice che la sola ragione per cui è venuto a conoscenza dell'Olocausto dei Rom, è stata perché la sua famiglia scelse di vivere distante dalla cultura Romani, dove le pressioni sociali sono differenti.

"I giovani hanno la responsabilità di sapere, ma hanno altre priorità: il lavoro, sposarsi da giovani, ecc." dice Priboi, studente all'Università di Bucarest. "Io non sono della stessa opinione."

Ci sono segnali che qualcosa inizia a cambiare. Oltre il lavoro di Cioaba, gli ultimi mesi hanno visto un fiorire di iniziative sull'Olocausto Romani. Il mercoledì precedente la conferenza di Sibiu, attivisti Rom tedeschi annunciarono a New York i progetti per costruire un memoriale sull'Olocausto dei Rom entro il prossimo gennaio. Sempre quest'anno, le organizzazioni dei diritti dei Rom in Romania, hanno introdotto una legislazione che spinga all'inclusione dell'Olocausto dei Rom nei programmi scolastici.

Michelle Kelso, che insegna sociologia all'Università del Michigan e che ha girato un film sull'Olocausto dei Rom, dice che quando iniziò dieci anni fa, non incontrò alcun interesse da parte dei leaders romani. "Erano impegnati con troppe altre questioni, come gli abusi della polizia," racconta. Ma, aggiunge, la situazione è cambiata negli ultimi anni e il suo lavoro ha trovato una audience più ricettiva.

Durante la conferenza, è stato chiaro che una ragione di interesse è stata l'ovvia frustrazione per i miliardi di dollari destinati alla riparazione dell'Olocausto ebraico, mentre niente o quasi è andato ai sopravissuti Rom. Un giudice americano ha stimato in $ 60 miliardi destinati all'Olocausto e alle riparazione della II guerra mondiale, solo $ 35 milioni sono andati ai Rom.

Il film girato da Michelle Kelsooffre qualche spiegazione su questa disparità Mentre le famiglie ebree spesso possedevano un inventario delle loro proprietà prima della guerra, pochi Rom avevano una documentazione simile. Anche chi ne era in possesso, raramente sapeva leggere e scrivere, o cavarsela con i complicati moduli per la compensazione.

Una dei Rom superstiti, Rozalia Iacob - 79 anni, racconta che per sette anni ha cercato di ottenere una compensazione dal governo tedesco per i due anni passati in Transnistria, dove vide sua sorella fucilata. Rozalia Iacob in un sacchetto stracciato di plastica gialla porta tutti i documenti spediti e ricevuti dal governo tedesco. Per pagare i documenti inviati, continua, dovette vendere i suoi maiali, ma lo stesso non ottenne risposta. Sembra che la sua richiesta sia stata rigettata perché il cognome indicato negli atti fosse differente da quello da sposata.

"Era tutto in ordine. Avevo le prove materiali che ero stata là - che era successo a me - e mi hanno ignorata," dice Rozalia Iacob, che vive nei dintorni di Sibiu. "Cosa posso farci?"

Nella sessione finale della conferenza, un giornalista ha letto un elenco di risoluzioni da adottare. Tra queste la richiesta di sforzi legali perché i sopravvissuti  ottengano un compenso. Ma la lista è stata dominata da preoccupazioni più terra terra, come individuare il numero preciso degli uccisi e la ricerca di documenti che possano testimoniare il destino dei Rom. Anche per i sopravvissuti come Iacob, c'è incertezza su cosa avvenne precisamente oltre mezzo secolo fa.

"Ho sentito storie sulla difficile vita degli altri Rom in altri paesi - ma in realtànon so niente di loro," dice Iacob. "La gente racconta - ma io non so cosa accadde."

Nathaniel Popper traveled to Romania on a World Affairs Journalism Fellowship administered by the International Center for Journalists. The Fellowship is funded by the Ethics and Excellence in Journalism Foundation.
 

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Di Fabrizio (del 16/10/2006 @ 11:06:33, in Regole, visitato 1814 volte)

European Roma Information Office (ERIO) esprime le proprie preoccupazioni sulle dichiarazione del Ministro alla Sanità Radoslav Gaydarski, che sta considerando una legge mirata per porre freno al tasso di natalità fra i gruppi di minoranza, in particolare tra i Rom. Secondo il giornale "Sega", lunedì scorso Gaydarski ha detto ai giornalisti che se non si limitano le nascite tra i Rom, il tasso di mortalità in Bulgaria rimarrà tra i più alti d'Europa, dato che molti di quei bambini non arrivano all'età adulta. Gaydarski  suggerisce anche un incontro con i suoi colleghi di Ungheria, Romania e Slovacchia - i paesi con il più alto tasso di Rom - per affrontare congiuntamente la questione.

ERIO trova che questa proposta violi i diritti umani basici [...].  I nazionalisti fanno dichiarazioni come "Tra 50 anni i Rom saranno in maggioranza in Bulgaria, a causa degli alti  tassi di nascita", soffiando sui risentimenti anti-Rom. La "minaccia" della cosiddetta crisi demografica ricorre anche nelle dichiarazioni di quadri statali ed accademici.

Le dichiarazioni del Ministro suonano come inappropriate dai legislatori e dalle autorità sanitarie. Il Presidente della Commissione Parlamentare sulla Sanità, Dr. Borislav Kitov dice: "Una legge in questo senso non può entrare in Parlamento, e se anche lo facesse andrebbe direttamente alla Corte Costituzionale. Non possiamo incriminare qualcosa che è fisiologico, altrimenti sarebbe genocidio!" Secondo il Ministro la gravidanza sotto i 16 anni andrebbe proibita per legge. Naturalmente, la legge riguarderebbe principalmente la comunità Rom [...] Ma la domanda è cosa le autorità vogliono fare con le ragazze incinte sotto i 16 anni.

Comprendiamo che questa confusa idea d l'iniziativa anti-Rom di Gaydarski sia il risultato di una "umana" preoccupazione di ridurre la mortalità infantile dovuta alle gravidanze precoci, ma ciò deve realizzarsi in altra maniera, non con una legge incostituzionale che è considerata una interferenza brutale nei diritti delle donne e delle famiglie.

ERIO chiede all'Unione Europea di prendere misure per prevenire l'adozione di una legge simile, che sarebbe in conflitto con le politiche europee sui diritti umani e i valori democratici.

Ivan Ivanov, Executive Director,

European Roma Information Office.
Av. Eduard Lacomble 17
Brussels 1040, Belgium
Phone: 0032-2-733-3462
Fax: 0032-2-733-3875

Fonte Bulgarian_Roma - Un altro punto di vista

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Di Fabrizio (del 17/10/2006 @ 09:59:10, in casa, visitato 1468 volte)

In tutta la nazione mancano 4500 posti per gli Zingari

By Martin Hilditch

Published: 13 October 2006

Migliaia di nomadi e viaggianti mancano di una sistemazione adeguata perché i consigli comunali non sono stati in grado di provvedere alla richiesta di nuovi siti -anche quando le concessioni erano disponibili, questa è quanto abbiamo appreso.

Secondo i nostri calcoli, sono 4.500 i posti mancanti, anche se gli studi di settore questo numero è sottostimato.

I consigli comunali possono fare domanda per fornire nuovi siti. Ma la maggior parte ha scelto di impegnarsi nel risistemare i siti esistente. In qualche caso il basso numero di richieste significa che l'autorità distrettuale non è stata in grado di assegnare le somme dovute.

Le contee dello Yorkshire e di Humber stanno considerando di assumere una linea più dura con i comuni.

Rob Warm, che presiede il settore alloggio e comunità nell'assemblea regionale, nutre forti preoccupazioni su questo tema. Una ricerca mostra che le due contee avrebbero bisogno di 257 posti ulteriori. Warm scrive in un rapporto: "C'è disappunto perché negli anni 2005/06 si è preferito risistemare aree preesistenti, che attrezzarne di nuove."

Le prime indicazioni mostrerebbero che la piena sistemazione di nomadi e viaggianti, non sarà possibile negli anni 2006/07.

Andy Haigh, responsabile del progetto, dice che le preoccupazioni politiche sull'impatto del piano, sono in parte responsabili della situazione. "Ci sono una o due autorità che rifiutano di fare previsioni per nomadi e viaggianti," dice. "Probabilmente quello che passa nelle teste delle autorità locali è 'Abbiamo bisogno di prove che è una dura decisione da prendere'," dice.

Emma Nuttall, responsabile del gruppo Amici, Famiglia e Viaggianti, [...] trova che la mancanza di siti avrà un "impatto terribile". "Sto lavorando con una famiglia che nel corso di un anno si è dovuta spostare 50 volte. Vive una situazione di sgombero continuo."

Dominick Veasey, pianificatore regionale nell'assemblea regionale del sud est, conferma che la maggior parte dei piani riguardano la risistemazione dell'esistente.

Un portavoce del Dipartimento per le Comunità e il Governo Locale, spera che quando i consigli comunali avranno completato le loro richieste, potrebbe esserci più equilibrio tra risistemazioni e nuovi impianti. "E' una cosa di cui siamo coscienti e stiamo facendo pressione in questo senso," conclude.

Nomadi e viaggianti: richieste non soddisfatte
South West: 1,100 posti
East Midlands: 274 posti
Yorkshire & Humberside: 257 posti
West Midlands: 820 posti
South East: 786 caravans
North East: 48 caravans
London: 102 caravans
North West: 200 caravans
East: 999 caravans
Totale: 4,586

Sources: DCLG 2006 caravan count and regions’ updated assessment of need

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