Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 25/07/2006 @ 10:16:26, in casa, visitato 1702 volte)

I consiglieri comunali ammettono: occorrono altri siti

20/07/06 - By Nicola Rider

IL POLIZIOTTO staziona davanti al Mole Valley District Council', in attesa che inizi la discussione su come creare più siti.

E' stato chiamato lì per paura delle proteste che potrebbero esserci durante la seduta.

Ma non ci sono segni di agitazione da parte dei residenti, alla possibilità di un nuovo sito a Barnett Wood Lane ed all'allargamento di quelli di Dorking e Mickleha, che sono le proposte comunali.

Ai consiglieri del comitato è stato chiesto di proporre tre allargamenti di siti preesistenti e di un nuovo sito, da presentare al consiglio martedì scorso. Soprattutto, il comitato consiliare ha accolto favorevolmente l'ipotesi di migliorare le aree di sosta a Mole Valley.

Il consigliere David Walker (Con. Bookham North) dice: "Ho pensato a lungo che la comunità viaggiante e nomadica sia sotto-servita di aree di sosta".

Aggiunge il consigliere Jean Pearson (Con. Capel, Leigh and Newdigate): "E' del tutto evidente che spetta al consiglio di provvedere a nuovi luoghi di sosta, dobbiamo identificarli e/o migliorarli".

Ma la consigliera Penny Hedgeland (Con. Leatherhead North) obbietta che i residenti di Barnett Wood non gradirebbero la scelta comunale.Dice "Condivido la scelta di individuare nuove aree, cosa di cui c'è bisogno da tempo. Ma tutte le proposte devono essere riviste singolarmente". "Ci sono ampie ragioni perché alcune scelte non siano approvate".

"La scelta di quel sito porterebbe svantaggi alla comunità".

"E' il Governo che ci incoraggia ad indicare le assegnazioni, per ovvii motivi di sanità, ed è questa la situazione a North Leatherhead. Se l'area viene sovraccaricata, questo può portare a ridurre le assegnazioni [...] "Le assegnazioni avvengono ai confini della città, e non sono un buon biglietto da visita". "Quante persone penseranno due volte prima di comprare una casa o avviare un'attività a Leatherhead? Tutto ciò sminuisce il potenziale economico dell'area."

Hedgeland termina dicendo che comunque l'area non sarebbe adatta alla sosta di Nomadi e Viaggianti. Dice "La qualità dell'aria è bassa, perché l'area è interessata da 14 linee di traffico pesante. E' pericolosa per chi va a piedi e per i bambini che giocano".

In alternativa, Hedgeland e Tim Hall (Con. Fetcham West) propongono di abbandonare l'idea di Barnett Wood e di optare per due siti a Salvation Place, nello stesso distretto.

Il comitato ha concordato sulla proposta della consigliera Margaret Cooksey (Lib Dem, Dorking South) di coinvolgere nella consultazione le comunità ed i residenti.

Ora il consiglio cercherà di valutare la possibilità di estendere i siti già esistenti a Conifer Park, Ranmore Road, Dorking; Brambledown, Coldharbour Lane, Dorking; Travellers Rest, Mickleham e Salvation Place, Leatherhead.

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Di Fabrizio (del 25/07/2006 @ 12:48:46, in Regole, visitato 1680 volte)

ASSOCIAZIONI CHIEDONO AL PREFETTO PUBBLICAZIONE DATI

È passato più di un anno dalla rivolta nel Cpt di Via Corelli a Milano. Nel frattempo è cambiato il governo ed è stato messo all’ordine del giorno il “superamento” dei Centri di Permanenza Temporanea, cioè di quei luoghi dove vengono imprigionati fino a 60 giorni i cittadini stranieri non in regola con il permesso di soggiorno. Eppure, il dibattito politico sui Cpt stenta a diventare intelligibile per la grande maggioranza dei cittadini e delle cittadine, principalmente perché quelle strutture continuano ad essere circondate dalla segretezza.

Già un anno fa avevamo aperto un confronto con la Prefettura, sfociato poi in una bozza di intesa che prevedeva l’accesso regolare al Cpt di via Corelli delle associazioni. Tuttavia, una volta inviata al Ministero degli Interni per il nulla osta, non se ne seppe più nulla e tornò a regnare il silenzio più assordante.

Pensiamo che sia inaccettabile e intollerabile che continuino il silenzio e la segretezza. Per questo, a inizio luglio, abbiamo richiesto formalmente al Prefetto di Milano un incontro e la pubblicazione di tutti i dati relativi al Cpt di via Corelli, dai costi di gestione e di quelli delle convenzioni con soggetti privati fino al numero di trattenuti che transitano nella struttura.

La nostra opinione è risaputa, cioè che i Cpt vadano chiusi insieme alla stagione della Bossi-Fini e delle politiche incentrate sulla repressione, la quale assorbe peraltro oltre il 70% delle risorse pubbliche in materia di immigrazione. Vanno chiusi perché inutili, inumani e in palese contrasto con le più elementari norme dello stato di diritto. E il fatto che i Cpt siano oggi in Italia una specie di buco nero dell’informazione pubblica non fa che renderli ancora più preoccupanti.

Non abbiamo mai preteso che la nostra opinione venga condivisa a “scatola chiusa”, ma pretendiamo che i cittadini vengano messi in condizione di sapere, di poter partecipare ad un dibattito pubblico e democratico. Non ci sono motivi di sicurezza che impediscano di poter sapere cosa succede nei Cpt e quali siano le convenzioni economiche che li riguardano. Auspichiamo dunque vivamente che il Prefetto di Milano e il Ministero degli Interni, dopo lunghi anni di oscurità e segretezza, decidano finalmente di consegnare ai cittadini di Milano un po’ di trasparenza.

 
CittàPerTutti - AceA Onlus - Arci Milano - Arciragazzi Milano – Attac - Bastaguerra - Berretti Bianchi Lombardia - Centro delle Culture - Coordinamento Lombardo Nord/Sud del Mondo - C.S. Leoncavallo -Direttivo del Comitato Intercomunale per la Pace ex magentino - Fillea Lombardia - Fiom Milano – Naga - Newletter Ecumenici – SinCobas - Todo Cambia - UISP Milano - Associazione Sinistra Rossoverde - Rifondazione Comunista Milano - Partito Umanista
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Di Fabrizio (del 26/07/2006 @ 10:37:48, in Italia, visitato 1583 volte)

24-07-2006
Tre segnali sull'immigrazione

di
Tito Boeri

Con le decisioni prese dall’ultimo Consiglio dei ministri in tema di immigrazione, il Governo ha voluto dare tre messaggi importanti. Il primo è rivolto agli italiani: è un impegno a farla finita con le ipocrisie, con la pretesa di far finta che non ci siano già in Italia migliaia di lavoratori immigrati, costretti da quote anacronistiche ad avere un lavoro irregolare, non potendo dunque versare i contributi che finanziano le pensioni degli italiani. Il secondo messaggio è indirizzato ai lavoratori dei nuovi Stati membri: invita la manodopera qualificata, che sta decidendo dove cercare un lavoro nell’Unione, a venire da noi. Il terzo è rivolto...

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Di Daniele (del 26/07/2006 @ 10:39:16, in casa, visitato 2305 volte)

Il 19 luglio 2006, l'organizzazione internazionale per i diritti umani, Centre on Housing Rights and Evictions (COHRE) e la European Roma Rights Centre (ERRC), hanno fatto un appello per bloccare lo sfratto pianificato dei rom di via Dobri Jelyazkov a Sofia, indirizzandolo al Presidente ed al Primo Ministro della Bulgaria.

Il 12 luglio 2006, l'autorità distrettuale ha mandato delle missive a sedici famiglie rom che abitano in via Dobri Jelyazkov, a Sofia, richiedendo loro di lasciare le loro case entro 10 giorni o il comune emmetterebbe un ordine di sfratto sommario, malgrado il fatto che le comunità hanno vissuto in questo terreno per molte generazioni. In mancanza di ragionevoli giustificazioni, adeguato preavviso, consultazione con le famiglie colpite, risarcimento e tutte le condizioni per un alloggio alternativo e supporto sociale per le famiglie, tale sfratto ammonterebbe a una grossa violazione degli obblighi della Bulgaria ai sensi della legge internazionale dei diritti umani.

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Di Sucar Drom (del 27/07/2006 @ 10:18:14, in lavoro, visitato 3832 volte)
Il 24 luglio 2006 è stato pubblicato dal quotidiano Abitare a Roma un articolo per presentare lo sportello lavoro aperto a Roma dall'Amministrazione Comunale, in collaborazione con l'Opera Nomadi del Lazio.

Il progetto, come sanno molti di voi, è attivo da diverso tempo ma abbiamo colto questa occasione per intervistare Aleramo Virgili, operatore e referente di questa importante iniziativa.

Quando nasce il progetto?
Il servizio è nato a gennaio 2005, sostenuto dall'Opera Nomadi Sezione del Lazio e dal Comune di Roma (Dipartimento 14, Assessorato alle Periferie, per lo Sviluppo Locale e per il Lavoro).

Quante persone si sono rivolte al servizio?
Il servizio è rivolto ai Sinti, ai Rom e ai Camminanti della Capitale: sia italiani sia europei. Nel 2005 abbiamo avuto 830 primi contatti. Inoltre, abbiamo svolto un servizio di segretariato sociale e di accompagnamento per i Rom Europei appena arrivati in Italia e per quelli con il tesserino di temporaneamente presenti.

Quali sono le tipologie lavorative che hanno avuto più successo?
Il servizio si è molto impegnato nel sostenere il progetto dei mercatini, dove le famiglie vendono i propri manufatti artigianali e/o i materiali recuperati durante la settimana, ad esempio con gli sgomberi delle cantine. Abbiamo anche conosciuto tantissimi rom e romnì che lavorano come panettieri, badanti, muratori, elettricisti,... Naturalmente per lavorare non possono dichiarare di essere Rom perchè altrimenti perderebbero subito il lavoro. Abbiamo scoperto ed sostenuto tante e diverse realtà.

Quante richieste avete avuto da Rom e Sinti?
Nell'ultimo anno abbiamo ricevuto 965 richieste di lavoro, di cui 430 per nuove occupazioni. Abbiamo anche accompagnato 850 persone per la richiesta del permesso di soggiorno e 530 per il rinnovo del permesso.

Come giudichi il lavoro che state svolgendo?
Siamo molto soddisfatti perchè siamo riusciti a colpire i pregiudizi che esitevano nei confronti delle Minoranze Rom e Sinte. Siamo felici anche perchè stiamo riuscendo ad offrire speranza a tante persone che svolgono ancora alcune attività tradizionali, come lo spettacolo viaggiante o l'attività musicale. Siamo riusciti in tanti casi a valorizzare le diverse attività lavorative che già svolgevano le persone in una logica di sussistenza e così abbiamo anche contrastato alcuni fenomeni di devianza ma dobbiamo fare ancora tanto e gli ostacoli sono a volte insuperabili.

Qualche esperienza?
Molti dicono che bisogna lavorare sui bambini, attraverso la scuola perché con gli adulti non è possibile costruire molto ma ti faccio l’esempio di una donna rom rumena che, grazie al nostro servizio, ha iniziato a lavorare come sarta e oggi sua figlia frequenta il liceo classico.

Quali sono gli ostacoli che dovete affrontare?
Sicuramente sarebbe tutto molto più semplice se ai Sinti e ai Rom fosse riconosciuto lo status di Minoranze Nazionali, questo è un punto fondamentale. Inoltre, ogni giorno ci scontriamo con tanta burocrazia e tante regole assurde, ad esempio sulle regolarizzazioni dei Rom Europei: il Comune di Roma ritiene il container un alloggio idoneo e lo installa quale abitazione per molte famiglie, la Questura al contrario nega l’idoneità del container. Questo mette in difficoltà tante famiglie costrette a vivere nei cosiddetti “campi nomadi”.

Esistono dei settori economici dove può essere più utile insistere?
In tutto il settore del riciclaggio già operano moltissime famiglie: raccolgono i materiali ferrosi, gli ingombranti,… Sono bravissimi e già molto capaci nella divisione dei materiali, ad esempio in un attimo se hai un vecchio banco di scuola ti dividono la plastica, il ferro e il legno. In una società del consumo come la nostra che ha un estremo bisogno di riciclare, i Sinti e i Rom dovrebbero essere sostenuti con strumenti ad hoc, ad esempio facilitando l’acquisizione delle licenze.

Ritieni replicabile l’esperienza?
Si, sarebbe importante l’istituzione di uno sportello nazionale che sappia offrire a tutte le amministrazioni locali gli strumenti per sostenere le attività lavorative dei Sinti, dei Rom e dei Camminanti. Anche per promuovere la figura professionale del mediatore culturale perchè solo i Sinti e i Rom sono capaci di offrire strumenti di lettura e comprensione delle loro società e delle loro culture.

Ringraziamo Aleramo Virgili e l'Opera Nomadi del Lazio
Rif:.
pijats romanò

Per contatti diretti
ROM LAVORO, Sportello di Segretariato Sociale
per l’avviamento al lavoro delle Comunità Rom e Sinte
telefono 06 72671701, e-mail romlavoro@tiscali.it

Nella foto scattata a Brescia nel "campo nomadi" per Sinti Italiani uno dei tanti automezzi utilizzati per la raccolta dei materiali ferrosi.
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Di Daniele (del 27/07/2006 @ 10:56:13, in musica e parole, visitato 2394 volte)

Il remix gitano fa ballare gli europei

La musica gitana una passione d’altri tempi? Non più: parola di dj. Oggi tutta Europa balla al ritmo gitano-house.

Il gruppo "gypsy-punk" Gogol Bordello in concerto (Jeff Timesten)
A cosa pensate se si parla di musica gitana? A un vecchio signore che suona il solito, triste motivo al violino, ascoltato già milioni di volte in un metrò di una grande capitale europea? Niente a che vedere con un dj house? E invece qualcosa in comune ce l’hanno.
Se lo sapevate già siete di tendenza. Perché l’ultima moda che imperversa nel mondo è la musica gitana.

Una musica in cui credere
I dj house trasformano il gitano in tendenza? Sì, ma si resta fedeli alle sue origini, quelle di una musica suonata per secoli dai popoli Rom. Per poterla apprezzare veramente, è necessario comprendere qualcosa della loro storia.
Per secoli questi popoli sono stati perseguitati in Europa. E per ben 500 anni in Romania sono stati ridotti in schiavitù, raggiungendo la libertà dal punto di vista legale solo nel 1864. Il Ventesimo secolo ha portato nuove sofferenze: i nazisti uccisero tra 200.000 e 800.000 rom in quel tentativo di genocidio conosciuto come il Porajamos. Ma la comunità Rom fu oggetto di un'altra pulizia etnica, questa volta insieme a quella albanofona, in Kosovo nel 1999. Ciononostante questo popolo, grazie alla sua musica, è riuscito a non perdere la propria identità.
La musica è parte integrante della cultura Rom, specie nell’Europa centro-orientale e in Spagna. È piena di passione, eccitazione, tristezza e drammaticità. Nelle difficili circostanze in cui i Rom vivevano, la musica era spesso l’unico modo per guadagnare denaro. È una musica che si distingue per l’eccezionale virtuosismo dei solisti, lo “strano” modo di cantare e la tendenza a suonare dietro il ritmo, come nel blues.

Una musica da ballare
Le comunità Rom sono spesso e volentieri un crogiolo di ballerini e cantanti. E una di queste comunità era il minuscolo villaggio della Romania da cui provengono gli ormai famosi Taraf de Haïdouks. La loro musica? Una calda ed eccentrica miscela di motivi gitani tradizionali. Scoperti nel 1990, sottoscrissero un contratto per la Crammed Discs. E da allora hanno suonato in innumerevoli paesi, hanno preso parte ad un film (The Man Who Cried) ed il regista francese Guy Demoy li ha resi protagonisti di un documentario. Ma restano sconosciuti ai più nella Romania natale. E fino al 1990 non avevano neanche mai suonato fuori della loro regione. A partire dalla caduta del Muro di Berlino la musica gitana si è ampiamente diffusa ad occidente, e i Taraf de Haïdouks sono cresciuti con essa.
Oggi la musica gitana sta diventando sempre più popolare mentre molti gruppi stanno raggiungendo la notorietà.
Koçani Orkestar, Boban Markovic e Mahala Rai Banda sono rinomati in tutta Europa, mentre Fanfare Ciocarlia sono stati i vincitori europei del Bbc 3 World Music Award 2006 ed hanno raggiunto il primo posto delle classifiche europee della World Music nell’aprile del 2006. Remixando vecchi classici della tradizione.
Accanto a questi gruppi tradizional-popolari si collocano una lunga serie di band e dj che hanno scelto un approccio più sperimentale. Tra questi vi sono i gruppi gitani Balkan Beat Box e Kal, che producono la loro singolare miscela di musica tradizionale e elettronica, così come i gruppi gypsy punk come Gogol Bordello. La loro popolarità è dovuta soprattutto al fatto che la musica gitana ben si presta al remixaggio. Tradizionalmente essa consiste nell’armonizzare e ripercorrere e remixare vecchi classici.
L’ultima tendenza, iniziata cinque anni fa in Germania con dj Shantel, è il remix della musica gypsy fatto da Dj house. Il Dj Gaetano Fabri è tra questi ed è sicuro che nei prossimi due anni la scena gitana esploderà: «Non c’erano nuove direzioni da esplorare per la musica house e si era ormai ad un punto morto. Così la musica gitana è stata per me una tappa obbligata». Il dj lavora tra Parigi e Bruxelles e racconta il successo di questa musica in Germania, Inghilterra, Francia e Belgio. Pubblicherà una compilation con Crammed Discs per Le Divan du Monde con dj Louie e dj Tagada nel gennaio 2007 ed inciderà un pezzo per la prossima raccolta di Electric Gypsyland.
«Gli artisti gitani sembrano tutti apprezzare i remix» afferma Gaetano riferendosi al suo ultimo lavoro. «La gente ricorda la musica gitana sin dall’infanzia ed in maniera inconscia la ascolta in film e pubblicità. È questa la gioia di sentirla rivivere».
Con un seguito del genere, pare che l’anziano signore con il violino abbia un lungo futuro dinanzi a sé.

Il prossimo grande evento di musica gitana sarà il “weekend Tzigane”, il 21-23 settembre a Bulex, Bruxelles.
Louise Bongiovanni - Brussels - 24.7.2006 | Traduzione: Vega Iodice

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Di Fabrizio (del 28/07/2006 @ 10:14:02, in conflitti, visitato 2507 volte)

Apre a Brno una mostra sull'Olocausto Rom

Brno, 24. 7. 2006, 17:49 (CTK)

 

[...] Trattasi di 82 pannelli che illustrano il destino dei Rom nella II guerra mondiale, con alcuni pannelli dedicati all'attualità. Così i visitatori, ad esempio, possono seguire la storia del muro di via Maticni ad Usti nad Labem e i problemi della minoranza Rom in Slovacchia, Austria e Germania.

"La mostra si apre ad un capitolo sconosciuto della storia europea. Il termine Olocausto di solito è connesso allo sterminio di 6 milioni di Ebrei, ma contiene anche lo sterminio sistematico di 500.000 Rom e Sinti." ha detto alla cerimonia di apertura Silvio Peritore, del Centro Documentazione per i Sinti ed i Rom Tedeschi, creatore dell'esposizione già presentata con successo a Strasburgo e Praga.

Secondo Jana Horvathova (Museo di Brno sulla Cultura Romani) l'esposizione è un evento significativo. "Principalmente riguarda il passato, ma ci sono collegamenti col presente, dice, aggiungendo che le questioni del razzismo e della cancellazione dei Rom dall'Europa rimangono urgenti.

"Ci sono nella nostra società dimostrazioni di intolleranza, incapacità di coesistere e razzismo, anche se tendiamo a nascondere queste tendenze" ha detto l'ombusdam Otakar Motejl.

La mostra è stata finanziata dalla regione Sud Moravia, dopo il rifiuto del municipio di Brno. Il municipio non ha condiviso il contenuto del pannello sulla controversia di via Maticni. Il muro fu eretto negli anni '90, per dividere i residenti dalla comunità Rom. La sua costruzione fu criticata come razzista da molti politici della Repubblica Ceca ed esteri, e dalle OnG, alla fine il muro venne rimosso.

Durante la II guerra mondiale i Rom furono perseguitati e deportati nei campi di concentramento e di sterminio, nelle terre occupate dal Terzo Reich. I Rom della Repubblica Ceca e della Moravia condivisero i campi di Lety, vicino a Pisek, nella Boemia orientale e di Hodonin, nella Moravia del sud.

Secondo gli storici, furono 2690 i Rom mandati in quei campi di concentramento. Molti morirono o furono inviati ad Auschwitz. Secondo varie fonti, ad Auschwitz furono inviati tra i 5400 e 5600 Rom. Il primo treno partì da Brno il 7 marzo 1943.

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Di Fabrizio (del 28/07/2006 @ 12:37:15, in musica e parole, visitato 2406 volte)
Domenica dalle 21.00 alle 22.30, replica del concerto di Daniela Diakova a Milano. Su Radio Popolare, da Milano su 107.6, anche in streaming

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Di Fabrizio (del 29/07/2006 @ 10:19:34, in casa, visitato 2559 volte)

Questa è una LETTERA APERTA inviata da UK Association of Gypsy Women (UKAGW) allo Scottish Executive and Perth & Kinross Council per esprimere preoccupazione sul sito a Bobbin Mill Pitlochry.

Bobbin Mill è stato il risultato del "Tinker Experiment Programme", sviluppato negli ultimi 60 anni. [...]

I residenti del sito vivono oggi in condizioni peggiori di quando inizio il Programma Sperimentale nel 1947. Miss Rosanna McPhee (di UKAGW) risiede lì ed opera instancabilmente per segnalare le inumane condizioni dei residenti.

Perth & Kinross Council è a conoscenza della storia di Bobbin Mill. L'Esperimento consta, se così si può dire, in capanne di 60 piedi per 18 (circa 18 metri per 5,5 metri ndr.) da trasformare in 4 dimore. La struttura è stata costruita e gestita con appalti al risparmio. Nota: la documentazione portata mostra come le strutture non corrispondano ai criteri minimi di legge per l'abitabilità.

La crescita delle famiglie ha obbligato a risiedere in nuove baracche e roulottes, poste dalle stesse famiglie. Acqua, sistema fognario, elettricità, le stesse vie interne di comunicazione, sono inadeguate, ma non sono state più prese in considerazione dal Programma Sperimentale. Le famiglie coinvolte nel Programma Sperimentale vi risiedono in qualità di inquilini dell'autorità locale. Riteniamo detta autorità come negligente verso il proprio dovere di curare i residenti del Programma.

Miss Rosanna McPhee e Mr Shamus McPhee hanno ricevuto entrambe una notificazione dal Consiglio di Perth & Kinross per "Non pagamento della Tassa Consigliare". I McPhee sono disoccupati da anni a causa di malattie contratte nelle condizioni di vita a Bobbin Mill.

Per questa ragione hanno da tempo presentato un'ampia documentazione che sancisce la loro invalidità, e di conseguenza per poter usufruire dei benefici di legge. Purtroppo l'impressione è che questa documentazione sia andata persa.

UKAGW si appella affinché la documentazione venga presa in considerazione dagli enti preposti e che venga ritirata la richiesta di pagamento.

Siamo assolutamente preoccupati che la gente possa essere trattata in maniera così inumana dai loro cosiddetti soci e sia obbligata a pagare servizi che non hanno mai potuto utilizzare. E' quello che si dice aggiungere il danno alla beffa.

Mr McPhee Senior è stato un eroe nella II guerra mondiale, servendo Lord Mountbattan nella Royal Navy. Al ritorno con tutta la sua famiglia, si è visto rinchiudere in un "Tinker Experiment Programme" che replicava aspetti della strategia del III Reich.

Quel Programma e la sua natura discriminatoria proseguono sino ad oggi. Crediamo, senza pregiudizio alcuno, sia nostro dovere sottolineare e portare all'attenzione il trattamento di Nomadi e Viaggianti in Scozia.

UKAGW richiede una missione esplorativa dei propri partners USA a Pitlochry, per realizzare un rapporto da inviare al Ministro Ruth Kelly, Yvette Cooper vice Ministro, alle istituzioni locali, all'UK Federation Romany Gypsies & Irish Travellers, alle Nazioni Unite, al Consiglio Europeo, all'European Roma Traveller Forum di Strasburgo, a International Roma Women’s Network di Strasburgo, alCentre on Housing Rights & Evictions di Ginevra, all'European Union Monitoring Centre di Vienna, all'Advocacy Project Washington DC USA.

Potete aderire alla petizione, comunicandolo via mail a Jack McConnell, Malcolm Chisholm e Bernadette Malone del governo locale, e facendocelo conoscere:

UK Association of Gypsy Women

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Di Fabrizio (del 30/07/2006 @ 09:07:45, in Kumpanija, visitato 2296 volte)
Ricevo e porto a conoscenza (dato che si tratta di invito ad un forum di discussione, il testo rimane in lingua originale, insomma: per chi mastica inglese):

Dear All
those among you who are willing to discuss the issues related to the Roma Youth, please, feel free to join the discussion forum on http://www.idebate.org/discussion/view_topic.php?id=554&forum_id=54.
The registration for the site is free and open to everyone. And if you have any questions related to subscribing, please, do not hesitate to ask me at nov_val@zahav.net.il.

Kind regards,
Mr. Valery Novoselsky.
Editor of Roma Virtual Network.

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