Naviglio PiccoloAssociazione culturale senza fini di lucro
Viale Monza 140 I Piano - MILANO
(M1 Gorla - Turro)
Giovedì 26 Marzo - ore 21.00
Conversazioni sul jazz e il suo futuro Django Reinhardt
e lo stile manouche
Jean Baptiste "Django" Reinhardt (Liberchies, 23 gennaio 1910 – 16 maggio 1953)
chitarrista belga, di etnia
sinti. Dopo un lungo girovagare in varie nazioni europee e nordafricane, la sua
carovana si fermò alla periferia di
Parigi, che Reinhardt ebbe come scenario per quasi tutta la sua carriera. Quando
aveva solo diciotto anni,
Reinhardt, il quale aveva già iniziato una carriera da apprezzato banjoista,
subì un grave incidente: un incendio
divampato di notte nella sua roulotte gli causò l'atrofizzazione dell'anulare e
del mignolo della mano sinistra.
Questo incidente era destinato a cambiare la sua vita e la storia stessa della
chitarra jazz. Infatti, a causa della
menomazione alla mano sinistra, Reinhardt dovette abbandonare il banjo e
cominciò a suonare una chitarra che
gli era stata regalata, meno pesante e meno ruvida. Nonostante le dita
atrofizzate, o forse proprio grazie a tale
limitazione, egli sviluppò una tecnica chitarristica rivoluzionaria e del tutto
particolare che ancora oggi lascia di
stucco e suscita ammirazione per la perizia virtuosistica, la vitalità e
l'originalità espressiva. In breve tempo era
già in attività con diverse orchestre che giravano la Francia. A metà degli anni
Trenta, Reinhardt e il violinista
Stéphane Grappelli formarono un quintetto di soli strumenti a corda che divenne
presto famoso, grazie anche
all'appoggio dell'Hot Club de France, una delle prime associazioni di promozione
del jazz in Europa. Sull'onda di
questo successo Reinhardt si rivelò come uno dei musicisti europei più
talentuosi nel jazz tradizionale. Subito
dopo la Seconda Guerra Mondiale, venne invitato negli Stati Uniti da Duke
Ellington, che lo presentò come ospite
in alcuni concerti, l'ultimo dei quali alla Carnegie Hall di New York. Con
l'avvento del bebop, Reinhardt diede
ulteriore prova di maturità ed originalità artistica incidendo dei brani
memorabili con la chitarra elettrica: la poesia
Manouche miscelata alle sonorità più moderne fanno di tali assoli una delle
pagine più originali del jazz
dell'epoca. Reinhardt rallentò sensibilmente la sua attività durante i suoi
ultimi anni, forse anche per le cattive
condizioni di salute; la sua decisione di non consultare medici, per paura delle
iniezioni, gli costò la vita. Reinhardt
è ricordato sia come un eccezionale virtuoso del proprio strumento, sia come
compositore fertilissimo. Inoltre,
numerose leggende nell'ambiente jazzistico ne descrivevano la particolarissima
forma mentis, in parte derivata
dalle sue origini zingaresche.
Fa da guida alla serata, Peppo Delconte con la collaborazione di Franco Baglietti.
Peppo Delconte, socio di Naviglio Piccolo, giornalista specializzato nel settore
musica e spettacolo, autore di
alcune pubblicazioni sul jazz e direttore responsabile della rivista culturale
Nostos. Inoltre è tra i fondatori del
Jumpin' Jazz Club di viale Monza 140.
Lunedì sera? ....Muzikanti!
Al circolo ARCI BELLEZZA (via Giovanni Bellezza 16, Milano) lunedì 23 marzo
serata culturale, culinaria e danzereccia
BORDER - Percorsi attraverso il concetto di confine
Parte la rassegna BORDER,
una rete che coinvolge più realtà del panorama artistico culturale milanese.
Prima serata al Bellezza proposta da Opera Nomadi
BORDER - PERCORSI ATTRAVERSO IL CONCETTO DI CONFINE
dal 20 marzo al 4 aprile - rassegna autoprodotta
programma completo con tutti gli artisti e le sedi coinvolte sul sito
border.fotoup.com
23 marzo al Bellezza
dalle ore: 18.00
*OPERA NOMADI presenta “I ROM E L’AZIONE PUBBLICA”
libro a cura di G. Bezzecchi, M. Pagani, T. Vitale * Romharmony
documentario di Mariano Leotta. Alla ricerca dell'armonia romanì. *PROIEZIONE di filmati sulla cultura zingara a cura di OPERA NOMADI
www.operanomadimilano.org *APERITIVO ETNICO a cura della cooperativa Romano Drom (percorso zingaro)
ore: 21.30 *I MUZIKANTI
concerto di musiche balcaniche rom - JOVICA BALVAL JOVIC, MARTA PISTOCCHI,
ALESSIO RUSSO
BORDER si propone come un progetto in divenire, una rete di persone,
associazioni e luoghi, discipline e linguaggi che attraverso una serie di
appuntamenti intende esplorare i significati del confine con l’obiettivo di
ritrovare al suo epicentro la valorizzazione delle diversità, la
socializzazione, la responsabilità sociale, lo scambio interculturale, le
pratiche artigiane, altre pratiche del vivere e dell’abitare, la città come
territorio di relazioni, e non ultimo, un punto di vista inedito che ribadisca
che il confine non è una linea che separa bensì un territorio dove avvengono
relazioni, scambi e contaminazioni in termini di arricchimento. BORDER.FOTOUP.NET
Gli zingari li rubano davvero i bambini? La risposta nello spettacolo "Ma
ke razza di treno"
BELLINZONA - In occasione della Giornata Cantonale della memoria e della
giornata mondiale contro il razzismo, andrà in scena sabato prossimo, alle 20.30
allo Spazio Aperto di Bellinzona, lo spettacolo "Ma ke razza di treno" con la
compagnia Sugo d'inchiostro.
Nelle stazioni e nei treni nessuno é a casa. È tutto un brulicare di
viaggiatori, ognuno con il proprio bagaglio di sogni e paure. Una massa informe
dove tutti si sfiorano senza riconoscersi. Ma un giorno una musica
misteriosa e una notizia di cronaca spingono tre viaggiatori a togliersi la
maschera e a mettere a confronto le proprie storie nello scompartimento di un
treno.
Qual'è il filo che lega la studentessa che vorrebbe viaggiare, l’uomo impegnato
allergico agli stranieri e il clandestino rumeno col violino? E poi: gli zingari
li rubano davvero i bambini?
Uno spettacolo che scava fra i pregiudizi e gli stereotipi della vita
quotidiana, organizzato dalla Commissione Cantonale per l'integrazione degli
stranieri e la lotta contro il razzismo, dalla Commissione Cantonale Nomadi e
dall'Associazione Specchiati e Rifletti.
Interpreti: Simone Jaquet-Richardet, Marco Mottai, Francesco Mariotta
Milano 14 marzo 2009: una gradita segnalazione di Ivana K
Roman
Dijana Pavlovic - Rom Cabaret, frammenti serata "Rom e Sinti: suoni e parole
in movimento" - per cambiare musica! - Auditorio San Fedele, via Hoepli 3,
Milano alla fisarmonica il maestro Jovica Jovic
In Catalogna ci sono rinomati spettacoli di danza conosciuti come "i Gitani",
danze Zingare. Dovevano avere il compito di celebrare l'arrivo della primavera
danzando con vestiti molto colorati. A causa dell'obbligo cattolico di tenere 40
giorni di penitenza dopo il Carnevale, gli spettacoli possono essersi spostati
indietro nel periodo di Carnevale. Si sa che i Rom arrivarono in Spagna nel
1425. Chi rappresenta oggi questo tipo di danze sono gruppo folcloristici
chiamati "Esbart" in catalano. A quanto ne so, i Rom non sono soliti a far parte
di questi gruppi.
(il resto del messaggio è in catalano, spero di averlo tradotto
giusto... o quasi, ndr)
Proprio come indica il proprio nome, qualche tribù di vagabondi gitani
dovrebbe aver introdotto questa danza nella nostra terra, nella regione del Vallès.
Nel ballo antico, quello tradizionale, tutto dimostra la sua origine: il
vestiario, le forme d'interpretazione, la celebrazione delle ballate ed il
carattere allegro e fantasioso che li circonda, ben differente dalla seriosa
solennità che presiede la maggior parte delle danze catalane. Anche se è
palpabile al discendenza gitana, la nostra gente accettò di ballarlo,
convertendolo in folklore e, come sempre, è il popolo che decide cosa
incorporare nel proprio repertorio perché segua ad essere popolare. Nel corso
del tempo, sarà lo stesso popolo a dargli forme ben differenti fino a riformarlo
notevolmente, sino ad arrivare a "i Gitani" che conosciamo attualmente.
"I Gitani" non è considerato propriamente come un ballo, ma come uno
spettacolo tradizionale che si celebra annualmente nel periodo di Carnevale, in
differenti posti del
Vallès.
Come ogni anno, l’ Istituto San Vincenzo de’ Paoli, in occasione della festa
della Fondatrice Santa Luisa de Marillac, Patrona di tutti coloro che operano
nel sociale,con il patrocinio del Comune di Bisceglie propone alcune iniziative
di solidarietà a favore di un bisogno concreto.
A questo scopo nell'ambito del progetto "Acqua" una goccia per la vita si
metterà in scena uno spettacolo di beneficenza dal titolo "Duj furatte mulo"
di e con Alexian Santino Spinelli (musiche e voce recitante), Di
Terlizzi Rossella (voce e danza), Arcieri Nico (pianoforte), il 15
marzo 2009 - alle ore 18.00 presso il Teatro Garibaldi di Bisceglie.
"Duj furatte mulo", è una cronaca toccante, un dramma che si ripete e continua a
ripetersi sul popolo Rom. E’ stato scritto in 2 lingue, in italiano e in lingua
romanì come due parti essenziali e inscindibili. Nella simbologia teatrale si
sono adoperati canti, danze e poesie originali romanès. Un malato racconta la
sua morte, un musicista racconta la sua vita, ma nello stesso tempo la vicenda
si trasforma. Nella malattia si scopre la persecuzione, la denuncia contro chi
non vuole capire. L’opera fa rivivere il conflitto fra società maggioritaria e
mondo romanò, come una riflessione sulla profondità dell’essere umano, per
allontanare lo spettro del razzismo.
Il rom muore 2 volte, ucciso dalla malattia e dalla società maggioritaria.
L’opera ha vinto il premio internazionale "Flaiano" di Pescara nel 1994.
L’opera viene eseguito in prima nazionale. A conclusione della lettura scenica "Duj
furatte mulo" i bambini della Scuola dell’Infanzia "San Vincenzo de Paoli" e il
coro dei "Piccoli Vincenziani", uniranno le loro voci per avvalorare il
messaggio interculturale proposto.
La raccolta fondi è rivolta alla costruzione di un pozzo d’acqua in Madagascar
precisamente a Manakara per:
- favorire l’accesso all’acqua potabile;
- migliorare le condizioni igienico-sanitarie nel villaggio;
- contrastare il processo di desertificazione;
- garantire condizioni per un’agricoltura che risponda al fabbisogno di comunità
umane in condizione di grande rischio.
A questo proposito la invitiamo a partecipare attivamente a questa iniziativa di
solidarietà.
Un gruppo di eccellenti artisti da Jodhpur, "Rhytm of Rajasthan", con la
famosa danzatrice Sua Devi Kalbeliya (dal film "Latcho Drom" di Tony Gatlif)...
sarà in tour in Europa a luglio e agosto 2009. E' davvero una buona notizia,
perché il loro lavoro è davvero notevole!
Hanno pochi giorni disponibili tra il 4 e il 12 agosto 2009 e sarebbe per
loro complicato tornare in India per 9 giorni e poi ancora indietro in Europa,
così vorrei aiutarli a trovare qualcuno che può ospitare la loro performance da
qualsiasi parte in Europa durante quel periodo.
Le buone notizie sono che saranno in Portogallo, senza che gli organizzatori
debbano pagare loro il viaggio dall'India e che il loro cachet per la
performance è realmente ragionevole!
Sua Devi Kalbeliya e suo marito sono conosciuti in tutto il mondo per il loro
straordinario lavoro, come Nitin Harsh per i suoi eccellenti film sulla cultura rajasthani.
Promuovere la cultura rajasthani è un modo per promuovere la cultura romanì e
dovremmo lavorare assieme su questo!
Simona Jovic
President of Humanitarian and Cultural Organization "Roma of the World"
Dancer, singer and performer - Dances of the Roma www.simonajovic.com
Presa coscienza dell'affinità elettiva nata tra il Cicco e la muzika dei
Muzikanti, una miscela esplosiva che combina serate magiche ed ottima compagnia,
siamo lieti di invitarvi al concerto che si terrà SABATO SERA, dalle 22 circa,
al circolo arci Cicco Simonetta (via cicco simonetta 16 -
mappa)
Muzikanti di Balval in trio
Jovica Balval Jovic -fisarmonica
Marta Pistocchi -violino
Alessio Russo -batteria (assente e non rimpianta, la "macchina del tempo")
per chi ancora non è venuto ottima è l'occasione di venirci a trovare, ed invece
chi ci è già stato, sa già perchè tornare!
Canale di divulgazione video, musica cultura e notizie sul popolo ROMANI'
La playlist "jivaben" contiene video sul popolo Rrom e Sinto, non la musica, ma
ciò che accade nel mondo in particolare in Italia... discriminazioni,
manifestazioni, sgomberi, solidarietà e brevi lezioni sulla lingua Romanes...
Sold out concerto per Black Panthers, mitico locale gitano. Si
raccoglievano fondi per riaprirlo dopo incendio in dicembre - postato 15 ore
fa da APCOM
Belgrado, 27 feb. (Apcom-Nuova Europa) - Belgrado difende la sua anima zingara.
"Sold out" ieri sera al concerto per la raccolta fondi da destinare alla
riapertura del luogo simbolo della musica gitana nella capitale serba: il mitico
Black Panthers, il locale-barcone sulle rive di Ada ziganlia, l'isola 'zingara'
sul fiume Sava.
Lo scorso dicembre un corto circuito dell'impianto elettrico ha ridotto in
cenere il Black Panthers che prende il nome dal gruppo di musicisti zingari
che lo fondarono nel 1990. Da allora il Panther non è rimasto zitto una sola
notte: nel 1999, i belgradesi vi si rifugiavano a soffocare il rumore delle
bombe con quello squillante di fisarmoniche, chitarre e violini incessanti
all'unisono fino al chiaro del mattino. Sera dopo sera fino a diventare un mito,
un simbolo: non c'è una guida turistica di Belgrado che non lo segnali e un
visitatore che non lo stipi nei suoi ricordi della Serbia.
Non avevano minima idea dell'esistenza del movimento rivoluzionario
afroamericano quando trent'anni fa (molto prima di aprire il locale) si
battezzarono Pantere nere: "il nome ci piaceva, suonava bene non so nemmeno
perché lo abbiamo scelto" ci racconta Toma, uno dei due soli componenti rimasti
in vita della formazione originaria del gruppo.
Toma e Bronson, il bassista, ieri sera si sono esibiti "come il primo giorno"
sul palco dell'Orchestra filarmonica di Belgrado, che ha fornito i locali per il
concerto: i leggii di ordinanza degli orchestrali avanzano per chi la musica
degli spartiti non la conosce e suona a orecchio da tutta la vita.
Di generazione in generazione la stirpe di nipoti e pronipoti si avvicenda ad
accompagnare il duetto: il resto lo fa l'immancabile bicchierino di rakija
(tipica grappa balcanica) che fa il suo ingresso inaspettato persino
sull'austero palcoscenico.
"Del nostro locale - prosegue la voce storica dei Panthers - vive tutta la
nostra famiglia". Un rapido conto mentale: "Circa 150 persone".
In attesa di riaprire "il sei maggio, il giorno di San Giorgio (nel calendario
ortodosso, ndr.), il protettore di noi zingari", il Black Panthers ha traslocato
in una zattera vicina. Ma i belgradesi rivogliono quella stessa, precisa,
storica, barca.
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo
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