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Serbia
Di Fabrizio (del 01/03/2009 @ 09:19:27, in musica e parole, visitato 2206 volte)

Da Virgilio notizie

Sold out concerto per Black Panthers, mitico locale gitano. Si raccoglievano fondi per riaprirlo dopo incendio in dicembre - postato 15 ore fa da APCOM

Belgrado, 27 feb. (Apcom-Nuova Europa) - Belgrado difende la sua anima zingara. "Sold out" ieri sera al concerto per la raccolta fondi da destinare alla riapertura del luogo simbolo della musica gitana nella capitale serba: il mitico Black Panthers, il locale-barcone sulle rive di Ada ziganlia, l'isola 'zingara' sul fiume Sava.

Lo scorso dicembre un corto circuito dell'impianto elettrico ha ridotto in cenere il Black Panthers che prende il nome dal gruppo di musicisti zingari che lo fondarono nel 1990. Da allora il Panther non è rimasto zitto una sola notte: nel 1999, i belgradesi vi si rifugiavano a soffocare il rumore delle bombe con quello squillante di fisarmoniche, chitarre e violini incessanti all'unisono fino al chiaro del mattino. Sera dopo sera fino a diventare un mito, un simbolo: non c'è una guida turistica di Belgrado che non lo segnali e un visitatore che non lo stipi nei suoi ricordi della Serbia.

Non avevano minima idea dell'esistenza del movimento rivoluzionario afroamericano quando trent'anni fa (molto prima di aprire il locale) si battezzarono Pantere nere: "il nome ci piaceva, suonava bene non so nemmeno perché lo abbiamo scelto" ci racconta Toma, uno dei due soli componenti rimasti in vita della formazione originaria del gruppo.

Toma e Bronson, il bassista, ieri sera si sono esibiti "come il primo giorno" sul palco dell'Orchestra filarmonica di Belgrado, che ha fornito i locali per il concerto: i leggii di ordinanza degli orchestrali avanzano per chi la musica degli spartiti non la conosce e suona a orecchio da tutta la vita.

Di generazione in generazione la stirpe di nipoti e pronipoti si avvicenda ad accompagnare il duetto: il resto lo fa l'immancabile bicchierino di rakija (tipica grappa balcanica) che fa il suo ingresso inaspettato persino sull'austero palcoscenico.

"Del nostro locale - prosegue la voce storica dei Panthers - vive tutta la nostra famiglia". Un rapido conto mentale: "Circa 150 persone".

In attesa di riaprire "il sei maggio, il giorno di San Giorgio (nel calendario ortodosso, ndr.), il protettore di noi zingari", il Black Panthers ha traslocato in una zattera vicina. Ma i belgradesi rivogliono quella stessa, precisa, storica, barca.