Ricevo da
Demir Mustafa
FIRENZE -
Teatro Puccini
mercoledì 8 aprile
h. 17-21 Foyer del Teatro Puccini
	Mostre Fotografiche sul popolo Rom - Progetto Rom Toscana e Ko 
	Phiripè Vaktesa In Cammino Nel Tempo
h. 17 Ridotto Teatro Puccini
Presentazione GIORNATA INTERNAZIONALE
	- Demir Mustafa - Coordinatore Ass.ne Amalipe Romano
- Lucia De Siervo - Assessore all'Accoglienza del Comune di Firenze
- Martin Demirovski - Political advisor to Member of European 
	Parliament Previously working for the OSCE mission to Bosnia and Herzegovina, 
	ODIHR and European Roma Rights Center
- Nazzareno Guarnieri - Presidente Federazione Rom e Sinti
- Vincenzo Striano - Presidente Arci Regionale Toscana
- Laura Grazzini - Responsabile Immigrazione Arci Firenze
- Daniele Lamuraglia - Compagnia teatrale Teatro del Legame
- Piero Colacicchi - Ass.ne OsserVazione
h. 19 Foyer del Teatro Puccini
	Aperitivi rom e sinti
h. 21.15 Sala Teatrale
	Prima dello Spettacolo del Teatro del Legame
	LE DANZE DI BILLY E DIJANA
	Testo e regia di Daniele Lamuraglia con Dijana Pavlovic e Arben Mustafà 
	(Billy)
giovedì 9 aprile
ore 21.15 Sala Teatrale
	Replica dello spettacolo
	LE DANZE DI BILLY E DIJANA
	Testo e regia di Daniele Lamuraglia con Dijana Pavlovic e Arben Mustafà 
	(Billy)
38° giornata internazionale del Popolo Rom e Sinti: 8 - 9 aprile 2009 
Da quanti anni dura la persecuzione e la segregazione dei rom e dei Sinti? 
Se torniamo a ritroso nel tempo, anche non molto lontano, vedremmo che la paura 
dello sterminio (porraimos, divoramento, eliminazione nazista) non è stata 
cancellata, i continui sgomberi, le cacciate da una città all’altra che si 
susseguano, hanno lasciato tracce indelebili nel profondo dell’anima. 
La creazione di leggi discriminatorie specifiche contro il nostro popolo, sulla 
base di percezioni distorte e di un diverso modo di essere e di vivere, di 
pensare, di agire, fanno si che oggi questa paura cresca lentamente sulla base 
di preconcetti, cattiva informazione (nel silenzio di verità o indifferenza), 
che negli ultimi anni, ha creato un clima di panico morale nei confronti di Rom 
e Sinti. 
Il Popolo romanò è antico, è vero che la nostra presenza nei territori alcune 
volte è diminuita, mentre altre volte è cresciuta, ma è sempre stata una 
presenza costante.
Siamo un popolo di pace e di libertà! 
Romano Dives (Giornata Internazionale del Popolo Rom e Sinti)
Oggi 8 aprile è il Romano Dives, la Giornata Internazionale delle popolazioni 
rom, sinte, kalé ("gitani" della penisola iberica), manouche (sinti francesi) e 
Romanichals (inglesi). L'8 aprile 1971 a Londra si riunì il primo Congresso 
dell'International Romani Union, riconosciuta dall'ONU nel 1979 come 
associazione mondiale non governativa. Promotori di tale incontro furono Grattan 
Puxon e Donald Kenrick dall'Inghilterra, Jarko Jovanovič dalla Jugoslavia, Matéo 
Maximoff dalla Francia, e molti altri. Durante il Congresso si scelse l'inno, il 
"djelem djelem" scritto nel 1969 da Žarko Jovanovič e la bandiera a due colori 
Verde e blu (in foto). In quel giorno Rishi, noto studioso indiano di cultura 
Rom, disse: "i Rom si riconoscono come nazione". Nel 2002, a Varsavia, nel corso 
del quarto congresso internazionale, l'8 aprile è diventato Romano Dives, dove 
Rom, Sinti, Kalò, Manouche e Romanichals portano fiori e candele (lumini) lungo 
le rive dei fiumi del mondo: dalle sorgenti del fiume Indo, sull'altipiano del 
Sindh, al Mississippi e al Rio delle Amazzoni, passando per il Danubio, il Po, 
l'Arno, la Senna e il Tamigi. La tradizione vuole che ogni famiglia rom, sinta, 
kalé, manouche e romanichals al tramonto si incammini lungo il fiume più vicino 
alla propria abitazione che rappresenta la via percorsa durante le lunghe 
migrazioni. Ogni membro della famiglia porgerà al fiume fiori e petali di fiore 
che rappresentano le anime dei defunti e candele (lumini) che rappresentano la 
luce che viaggia con loro. In foto la bandiera presentata a Londra nel 1971 ma 
sarebbe stata usata per la prima volta nel 1959 con i colori invertiti, basata 
su una precedente, senza ruota, alzata a Bucarest nell'ottobre del 1933. La 
ruota di carro e i colori del cielo e della terra, azzurro e verde, sono simboli 
evidenti della dispersione delle popolazioni rom, sinte, kalé, manouche e 
romanichals sulla terra. I sedici raggi della ruota alludono alle molteplici 
diversità, presenti in queste popolazioni…