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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 12/10/2007 @ 09:14:08, in Italia, visitato 1628 volte)

Da ChiAmaMilano

Il pirata della strada di via Padova è una donna italiana, ma fa meno notizia del suo fidanzato Rom

Il 16 settembre in via Padova un’automobile travolgeva un pensionato di 71 anni e lo trascinava per cento metri uccidendolo. L’uomo si era aggrappato al cofano dell’auto e il pirata della strada piuttosto che fermarsi ha proseguito zigzagando per “scrollarsi” di dosso il malcapitato.
Per due settimane l’ennesima tragedia della strada registrata a Milano è stata condita da un solo elemento: la carcassa dell’auto, bruciata, fu rinvenuta il giorno dopo l’incidente nei pressi di un campo nomadi.
I titoli delle cronache locali, le pagine dei quotidiani nazionali, addirittura il telegiornale più seguito si concentrarono su quell’elemento e il campo rom vicino al quale era stata ritrovata l’auto pirata diventava la stimmate della colpevolezza. Come poteva essere altrimenti?
Nonostante l’indizio assai debole, il seme del sospetto era stato gettato su un terreno reso assai fertile da un’ormai interminabile campagna mediatica che vede nei nomadi l’alfa e l’omega del peggio che possa esserci nella società –ammesso che ne facciano parte–; la quintessenza dei barbari che temiamo alle porte e nei volti dei quali non vogliamo specchiarci.
Per due settimane in modo neppure tanto implicito il pregiudizio e il sospetto sono diventati una cosa sola.
Il 2 ottobre la svolta nelle indagini, come si usa dire nel gergo della cronaca nera. Al pirata della strada viene dato un nome e un volto: si tratta di un’italianissima pluripregiudicata ventiquattrenne che non ha mai preso la patente ma che era proprietaria dell’auto che ha ucciso in via Padova.
Il 3 ottobre la notizia dell’arresto della donna è data con minor rilievo rispetto a quella dell’investimento di due settimane prima. Nessun accenno nei titoli, nei sommari o negli occhielli all’italianità della donna, che però, come precisano i pochi articoli dedicati alla soluzione del caso, è fidanzata con un Rom. È evidente, in un modo o nell’altro, i nomadi c’entrano.
Così, per una di quelle coincidenze che spesso contribuiscono a dare forma allo zeitgeist che caratterizza l’informazione, i titoli principali della cronaca cittadina il 3 ottobre erano “Censimento rom: in 700 senza lavoro, vanno espulsi”, “Troppi romeni irregolari, intervenga il Prefetto”, “Al setaccio i campi nomadi, vanno espulsi 302 rom”, “Schedati gli zingari in 700 vanno espulsi”, “Campi, controlli a tappeto, 700 nomadi non in regola”, “Rom, censimento nei campi regolari: 302 identificati”, “In tre anni raddoppiati i romeni”.

Beniamino Piantieri

 
Di Fabrizio (del 11/10/2007 @ 09:07:42, in Italia, visitato 1966 volte)

Senza terra o tutta la terra

Da lunedì 15 a sabato 20 ottobre 2007, presso il Pub "Le Pecore" in Via Fiori Chiari 21, a Milano, si svolgerà una settimana dedicata alle comunità Rom presenti nel nostro Paese e in particolare nella Provincia di Milano.
Organizzata dalle Associazioni NAGA, Opera Nomadi, Aven Amenza, Sdl, Festa dei Popoli di Opera, Comitato Rom e Sinti insieme, Associazione Liberi e dalla Chiesa Evangelica Ministero Sabaoth.

Una settimana di musica, teatro, eventi per conoscere il popolo Rom.
Foto, documentari, favole, cucina, cultura e tradizioni.
Ospiti: Moni Ovadia, Dario Fo, Rapsodia Trio, Musicanti e tanti altri

Una settimana per conoscere meglio un popolo così lontano ma così vicino

Conferenza Stampa di presentazione
Venerdì 12 Ottobre 2007 ore 11.30
Le Pecore Pub, via fiori chiari 21
Milano

 
Di Fabrizio (del 10/10/2007 @ 09:05:33, in Italia, visitato 1699 volte)

Ricevo da Xoraxai

Giovedì 11 ottobre

presso csoa La Strada via Passino 24 - Garbatella

ore 18:30 "ROM TRA ESCLUSIONE E SICUREZZA" presentazione del libro "Chejà Celen, ragazze che ballano" scritto da Vania Mancini, edito da Sensibili alle foglie in collaborazione con ARCI solidarietà Lazio e Commissione delle Elette del comune di Roma

sono invitati:

Nicola Valentino Curatore del libro, Sensibili alle foglie
Renato Curcio Sensibili alle foglie
Paolo Perrini ARCI solidarietà Lazio
Adriana Spera Pres. Commissione delle Elette
Nicola Simoniello Pres. commissione sicurezza XIX Municipio
Paolo de Pascale Ufficio Cultura XII Municipio
Gianni Pizzuti Resp. settore volontariato Caritas
Tano d'Amico Fotografo
Umiza Halilovic Portavoce campo Lombroso
Andrea Camerini Nuove Tribù Zulu
modererà il dibattito Fabio Malinconico

ore 20:00 cena sociale e danze delle ragazze Chejà Celen

ore 22:00 DJ set a cura di Brusca (grooves, funk, jazz dancefloor)

 
Di Fabrizio (del 09/10/2007 @ 09:26:54, in Italia, visitato 2699 volte)

... di oggi, 8 ottobre 2007. Ma è proprio vero che le “comunità nomadi” condividono? Non è invece il caso di far sentire la vostra opinione in merito? Per e-mail al Corriere potete scrivere a 'redazione@corrieredilivorno.it'. Ciao. Isabella.

Cosimi: Mai più bimbi mendicanti - Presto gli assistenti sociali ai semafori

E le comunità nomadi condividono anche se chiedono "politiche di inserimento più adeguate"

di Gabriele Masiero

"Siamo pronti a mettere in campo una task force di educatori per togliere dai semafori i bambini mendicanti". Il sindaco, Alessandro Cosimi, ha deciso di dichiarare guerra agli adulti, spesso rom, che usano i loro figli per chiedere l'elemosina agli angoli delle strade. ''Faremo solo rispettare la legge che già esiste - ha aggiunto Cosimi - e siamo pronti a fare intervenire il tribunale dei minorenni''. L'idea del primo cittadino livornese potrebbe essere un progetto-pilota in Italia, non fosse altro perché non segue la strada delle ordinanze, come avvenuto a Firenze con i lavavetri, ma intende rafforzare l'attività dei servizi sociali per stroncare il fenomeno dell'accattonaggio compiuto dai bambini. "Il messaggio che vogliamo dare - ha spiegato Cosimi - è chiaro: a Livorno non è consentito mandare i bambini a chiedere l'elemosina. E per farlo siamo disposti a impegnarci concretamente. Abbiamo già contatto un pool di psicologi e pedagogisti che ci aiuteranno in questo percorso. Proporremo al Tavolo del volontariato di collaborare con noi per trovare, oltre alle struture pubbliche, altre case famiglia dove inserire i bambini tolti ai genitori che li costringono a mendicare. Prima andremo sul posto ad avvertire questi adulti e se la loro condotta proseguirà informeremo il tribunale dei minorenni affinché decida sull'eventuale affidamento ad altri dei loro bambini". Infine, ha detto Cosimi, "vogliamo dimostrare che Livorno non dimentica quanto è accaduto due mesi fa sotto il ponte di Pian di Rota, quando morirono quattro bambini nell'incendio delle loro baracche". "Non siamo una città indifferente - ha concluso - e lo vogliamo dimostrare con i fatti. Per questo i nostri servizi sociali monitoreranno costantemente la città. Abbiamo già ricevuto segnalazioni in merito, in particolare per quanto riguarda il semaforo che si trova vicino all'istituto Nautico, interverremo su quelle e non tollereremo violazioni di legge". Ok al progetto del sindaco livornese anche dal comitato nazionale "Rom e Sinti insieme" che però auspica anche politiche sociali che favoriscano l'inclusione di interi nuclei sociali. "E' giusto applicare le norme - ha detto Nazzareno Guarnieri, portavoce del comitato - perché legalità e sicurezza sono principi irrinunciabili, ma allo stesso modo occorre garantire politiche sociali adeguate per consentire a tutti una vita dignitosa. Perché disagio e illegalità non nascono mai per caso". Al comitato fanno capo oltre 60 leader e 16 organizzazioni di categoria. "E' assolutamente vero - ha precisato il portavoce della comunità Sinti e Rom - i bambini non devono mendicare per strada né, tanto meno, dovrebbero vivere in campi nomadi, che andrebbero smantellati. Ma purtroppo è altrettanto vero che spesso non hanno dove andare e la discriminazione contro le minoranze Rom e Sinti in Italia è ancora estesa in tutti i campi, dal privato al pubblico". In Italia, secondo Guarnieri, "sono rare le realtà dove le comunità sinti e rom sono considerate protagoniste sociali pensanti e dove sono attuate politiche di integrazione, di partecipazione diretta e di mediazione culturale". "I Sinti e i Rom presenti in Italia - ha aggiunto - vedono in molti casi negato il diritto alla residenza, alla sanità, alla scuola e al lavoro". E' quindi necessario, ha spiegato Guarnieri, "superare la politica dell'assistenzialismo e dell'accompagnamento sociale ed evitare politiche simili con altra denominazione che contengono sempre i requisiti dell'assistenzialismo". "Insomma, chi di noi sbaglia, ruba e sfrutta i bambini deve pagare - ha concluso - ma lo stesso deve valere per chi non è in grado di garantire politiche sociali adeguate".

 
Di Fabrizio (del 08/10/2007 @ 22:08:33, in Italia, visitato 2017 volte)

Ricevo e porto a conoscenza:

Gentile Fabrizio,
ieri sera, alle ore 23.00 circa, Canale 5 ("Terra") ha parlato dei rumeni rrom di Pavia e Milano. Vorrei segnalare la posizione del vice-sindaco di Milano, che considera tutti i rrom malviventi e chiede, per la Romania, di reintrodurre i provvedimenti del trattato di Schengen.
E un discorso che deve essere conosciuto da tutti quanti visitano "Mahalla" .
Ti prego di inserire questa notizia .
Grazie,

Marcel Costache

 
Di Fabrizio (del 26/09/2007 @ 22:47:21, in Italia, visitato 3377 volte)

In questa città ricca, opulenta, ambiziosa, piove.

Se non fosse per l’incattivirsi del traffico, per un appesantirsi dell’abbigliamento che problema sarebbe? Le case, gli uffici, i bar, i ristoranti e i negozi della nostra città sono comunque caldi e accoglienti.

Ma non per tutti. C’è un popolo di reietti da questa città, marginali ed emarginati per i quali la pioggia diventa non un fastidio passeggero ma un problema di sopravvivenza. Tra questi ci sono gli oltre 500 rom sgomberati negli ultimi mesi: uomini, donne, bambini senza un ricovero, senza un riparo se non il telo di una tenda appoggiata per terra, terra che diventa fango ai margini di una discarica, di un terrapieno ferroviario.

Questi esseri umani, venuti da una terra infelice per cercare un brandello di felicità nel paese dei ricchi, sono oggi oggetto di una campagna violenta in cui si scarica l’egoismo e la solitudine di una città che sembra aver perso la propria identità e il senso di essere una comunità accogliente e fraterna soprattutto nei confronti dei più deboli e infelici.

Le istituzioni devono applicare e far rispettare le leggi e questo è il loro compito ma hanno anche la responsabilità del bene di una collettività più ampia che non può escludere, cancellare persone che sono nostri concittadini, nostri fratelli.

Ma oggi le istituzioni non si occupano di chi vive nel fango e non ha un tetto sotto il quale riparare i propri figli.

Per questo faccio un appello ai buoni di questa città, a quelli che non chiudono gli occhi di fronte a chi sta male perché si compia un gesto di semplice solidarietà umana. Non permettete di essere vittime di ipocrisia, a quella ci sta già pensando la politica. Non preoccupatevi dei bambini Rom solo quando li vedete nella metropolitana e sui telegiornali guadagnarsi qualche spicciolo per un panino suonando, elemosinando e anche rubando. Pensate al fatto che una volta finito il loro “lavoro” vanno a dormire nel fango e al freddo e che il loro benessere dipende dal benessere dei loro genitori. Per questo popolo che soffre, per il mio popolo, qualcuno trovi, adesso, un riparo, provvisorio ma sicuro che lo aiuti ad affrontare una stagione che può essere crudele per chi tra loro è più debole come le donne e i bambini.

Dijana Pavlovic, cittadina italiana e rom

 
Di Fabrizio (del 25/09/2007 @ 14:53:10, in Italia, visitato 2194 volte)

Segnalazione di Tommaso Vitale

di Sara De Carli (s.decarli@vita.it) 24/09/2007
Due anni e mezzo fa, stessa sorte per i rom di via Capo Rizzuto. E il 13 settembre l'assessore Corso aveva detto: "Mai più"

Dunque l'unica soluzione trovata, alla fine, è stata quella di parcheggiare i rom su un bus. 35 uomini per un mese vivranno su un autobus, separati dalle famiglie.
Don Virginio Colmegna è un getleman, e il comunicato della Casa della Carità non lo dice, ma già alla conferenza stampa del 13 settembre, la soluzione si era profilata all'orizzonte. Don Colmegna l'aveva buttato lì un po' come una battuta, il limite a cui era impensabile arrivare. "Non vorrei che alla fine tornassimo indietro a due anni e mezzo fa, al pulman dove abbiamo sistemato i rom sgomberati da via Capo Rizzuto".
E Francesca Corso, assessore della provincia di Milano per i diritti dei cittadini, nomadismo e diritti di asilo, diritti delle bambine e dei bambini, tutela dei consumatori, bilancio sociale, protezione civile, integrazione sociale per le persone in carcere o ristrette nelle libertà, aveva esclamato: “Ma in questi due anni e mezzo siamo cresicuti tutti. Se non fa nulla il Prefetto, lo facciamo noi".
Appunto.

 
Di Fabrizio (del 24/09/2007 @ 09:10:52, in Italia, visitato 1576 volte)

Nelle ultime settimane la provincia di Pavia è stata teatro di numerosi episodi violenti di stampo xenofobo e razzista che hanno colpito le famiglie Rom sgomberate dall’area ex-Snia. Questi fenomeni sono frutto non solo dell’intolleranza sempre più radicata in larghi strati della società, ma anche dell’incapacità delle istituzioni, sia locali che nazionali, di gestire le richieste di accoglienza e integrazione, forse troppo prese ad assecondare le mire di piccoli e grandi speculatori.

I migranti sono una risorsa, non un’emergenza. Per questo è necessario superare completamente le vecchie politiche sull’immigrazione rifiutando la logica del mero assistenzialismo, o peggio, dell’ordine pubblico, e attuando progetti d’integrazione a lungo termine che permettano ai cittadini migranti di avere un lavoro, una casa e una scuola per i bambini. Siamo convinti che questa sia l’unica via per garantire a tutti i migranti pari diritti, pari doveri e pari opportunità.

Denunciamo inoltre il lassismo di chi avrebbe dovuto vigilare per evitare che episodi come quelli avvenuti a Pieve Porto Morone potessero ripetersi per più giorni nella totale impunità.

Esigiamo che venga applicata la Legge Mancino per impedire il radicarsi, attraverso l’apertura di sedi e l’organizzazione di manifestazioni razziste, di movimenti dichiaratamente fascisti e xenofobo come Forza Nuova.


Non è più possibile rimanere a guardare,
fermiamo ora la caccia alle streghe!


MANIFESTAZIONE REGIONALE ANTIRAZZISTA
PER I DIRITTI DEI MIGRANTI ED IN SOLIDARIETA’
ALLE FAMIGLIE ROM

SABATO 29 SETTEMBRE
h.14 – PIAZZA DELLA STAZIONE –PAVIA


per adesioni e/o info:

29settembrepv@gmail.com tel.3393759156

Prime adesioni:
Italia dei Valori – segreteria provinciale Pavia
Partito dei Comunisti Italiani – Comitato Regionale Lombardo e Federazione di Pavia
Partito della Rifondazione Comunista - Comitato Regionale Lombardo e Federazione di Pavia
Federazione Giovanile Comunisti Italiani – coord. regionale e federazione Pavia
Giovani Comunisti/e- coord.regionale e federazione di Pavia
C.s.a. Barattolo –Pavia
Comitato in Difesa della Scuola Pubblica- Pavia
Cicolofficina popolare “I ciclopi” –Pavia
Kronstadt
Officina Multimediale Pavese

 
Di Fabrizio (del 23/09/2007 @ 09:28:05, in Italia, visitato 1841 volte)

 COMUNICATO STAMPA da  Adriana Spera*, 21 settembre 2007

Le aggressioni contro i Rom sono gesti criminali, l'espressione più evidente dell'imbarbarimento delle forme del vivere civile. A Roma è necessario rivedere il progetto dei cosiddetti "villaggi della solidarietà", veri e propri lager per le comunità di Rom, Sinti e Camminati

Ancora un attacco, è il secondo in due giorni, a Ponte Mammolo nell'insediamento abitato da una cinquantina di persone, sotto il cavalcavia della Tiburtina, ancora razzismo, intolleranza ed aggressioni, nella nostra città, è uno stillicidio continuo, un susseguirsi triste di roghi, atti di squadrismo, ronde, assalti.
Questi fatti non parlano di disagio e difficile convivenza, ma sono ormai evidenti, chiari ed incontrovertibili atti criminali, azioni violente che hanno il preciso intento di danneggiare, ferire e all'occorrenza uccidere, in spregio a qualsiasi tipo di considerazione civile, giuridica, sociale, politica, persone il cui unico torto è di essere quel che sono, comunità di Rom, Sinti, Camminanti. Nomadi solitamente associati a fenomeni di delinquenza e parassitismo. La realtà storica invece ricorda e testimonia che queste comunità sono state laboriose e l'avvento dell'industria avanzata ha messo in profonda crisi le modalità del loro lavoro tradizionale.

Voglio ricordare che il Parlamento europeo, con 301 voti favorevoli, 161 contrari e 102 astensioni, ha adottato, il 14 giugno 2006, una risoluzione comune che condanna fermamente tutte le aggressioni di stampo razzista, considerando che il razzismo, la xenofobia, l'antisemitismo, l'omofobia e l'avversione agli Zingari, sono fenomeni dalle motivazioni irrazionali, a volte legati all'emarginazione, all'esclusione sociale e alla disoccupazione, nonché derivanti dal rifiuto di concepire la diversità presente nelle nostre società come una fonte di ricchezza.

Voglio per questo richiamare l'attenzione del prefetto Mosca per ribadire il nostro no ai quattro «villaggi della solidarietà» che dovrebbero sorgere alle porte di Roma. Quattro nuovi maxi-insediamenti previsti dal Piano firmato lo scorso 18 maggio dal sindaco Veltroni e dal ministro dell'Interno, Giuliano Amato, che sarebbero dei nuovi lager.

Le aggressioni e gli atti di squadrismo perbenista contro i Rom sono gesti criminali, l'espressione più evidente dell'imbarbarimento delle forme del vivere civile. Atti di squadrismo che si accompagnano alle sempre più frequenti aggressioni fasciste a Roma.
Queste azioni sono molto di rado evitate, e ancor meno spesso punite in maniera esemplare, come si dovrebbe fare in un paese civile. Ma dato che il nostro non è un paese civile, e il razzismo, il populismo e la xenofobia sono mercanzia elettorale pregiata, le violenze si ripetono con regolarità e frequenza allarmanti.
Chi agita a senso unico la questione della sicurezza come una clava, rifletta, poiché questi episodi sono un campanello di allarme, possibile prodromo di eventi ben più gravi.

*capogruppo al Comune di Roma del Prc - Sinistra Europea

 
Di Fabrizio (del 19/09/2007 @ 23:06:48, in Italia, visitato 1480 volte)

Da Cittàpertutti

Comunicato stampa: Dopo i neofascisti di F.N. ora arrivano Borghezio e gli incendiari di Opera
Dichiarazione di Luciano Muhlbauer (consigliere regionale Prc- Se)

L’inverno scorso, nella città di Opera, alle porte di Milano, si consumò qualcosa di inquietante. Un gruppo di cittadini inferociti per la presenza temporanea di alcune famiglie rom e abilmente strumentalizzati da esponenti leghisti e di estrema destra, prima diede fuoco alle tende della protezione civile, poi sostenne un prolungato assedio al campo e, infine, riuscì ad averla vinta. In altre parole, le istituzioni e la civiltà si arresero e i professionisti dell’odio e della xenofobia incassarono in piena impunità una vittoria politica senza precedenti.

Quanti segnalarono che quella vicenda non rappresentava una parentesi, ma rischiava di trasformarsi concretamente in un modello da emulare, furono accusati di allarmismo, se non apertamente derisi. Eppure, a distanza di soli sei mesi, il seme nefasto del rogo di Opera sta dando i suoi frutti avvelenati, a partire da quanto sta accadendo nella provincia pavese, in particolare a Pieve Porto Morone. E se qualcuno avesse ancora dei dubbi, ecco arrivare il suggello formale: oggi il Comitato “Opera Sicura”, creatura dei settori più retrivi della Lega, annuncia che venerdì prossimo scenderà a Pieve, portandosi il solito razzista a tempo pieno, cioè Borghezio, evidentemente ansioso di recuperare visibilità dopo il lancio del maiale-day ad opera di Calderoli.

Ormai i pochi rom rimasti a Pieve, tra cui molti bambini, sono diventati carne da cannone nella feroce competizione tra i neofascisti e gli xenofobi della Lega Nord. E così alcuni giorni dopo la parata delle teste rasate di Forza Nuova, la Lega rilancia nel modo peggiore. La sindaca-sceriffo di Pavia può essere propria fiera del suo operato!

Noi crediamo fermamente che la misura sia definitivamente colma e che non possa essere tollerata una seconda Opera. E non è una questione che riguarda soltanto la sinistra o qualche “sociologo d’accatto”. No, riguarda in primis le istituzioni e la tenuta del tessuto democratico.

Ecco perché chiediamo ai responsabili istituzionali, a tutti i livelli, di mettere finalmente un freno e porre fine alla tolleranza. Un discorso è l’incazzatura di cittadini, anche se sfociata in un’isteria reazionaria, altro è quello della crescente attività organizzata di neofascisti e razzisti.

Ai cittadini democratici e antifascisti lombardi chiediamo di fare la loro parte e di partecipare alla mobilitazione che le associazioni di Pavia stanno preparando per il 29 settembre.

Milano, 19 settembre 2007

 

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