Rom e Sinti da tutto il mondo

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Conoscere non significa limitarsi ad accennare ai Rom e ai Sinti quando c'è di mezzo una disgrazia, ma accompagnarvi passo-passo alla scoperta della nostra cultura secolare. Senza nessuna indulgenza.

La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 04/05/2006 @ 10:35:22, in casa, visitato 1955 volte)

Da: Czech_Roma - 22/4/2006. Il problema dei ghetti rom è più serio di quanto le autorità vogliano ammettere. Oggi il giornale Lidove noviny (LN) che secondo una ricerca non ancora terminata, ce ne sono 330, ma le stime del governo ne contano qualche dozzina. La stima di 330 è del sociologo Ivan Gabal, autore di un'indagine per conto del Ministero del Lavoro. "I ghetti stanno crescendo. Il trend è negativo". dice Gabal. "Nessuno immaginava che il problema fosse tanto esteso" ha aggiunto Czeslaw Walek, segretario del consiglio governativo per gli affari rom. Secondo l'organizzazione Gente nel Bisogno, sono decine di migliaia i Rom che vivono in condizione di isolamento, le stime più pessimiste sino a un terzo dei 210.000 Rom della nazione. Una riunione governativa ha ammesso che il problema non è stato affrontato: "Assieme alla disoccupazione a lungo termine, quella dell'esclusione sociale è la questione più urgente," dice Walek. Walek dice poi che i comuni contribuiscono ad aggravare i problemi, spostando i Rom verso appartamenti o sistemazioni provvisorie lontano dalla città. Jan Cerny di Gente nel Bisogno afferma che le attività rivolte ai Rom mancano di coordinamento: "Il ministero non si confronta con le municipalità, tutto ciò produce caos e spreco di denaro." Gabal dice che il suo gruppo intende sottoporre delle soluzioni al governo, aggiungendo che non ne esistono di universali e ogni comune necessita di soluzioni differenti. La ricerca etichetta come ghetti tanto intere località, come la famigerata Chanov a Most, che strade o edifici isolati. Il fattore cruciale sono la povertà dei residenti o il fatto che vivano ai margini della società.

© Prague Daily Monitor http://www.praguemonitor.com

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Di Fabrizio (del 04/05/2006 @ 11:12:19, in Europa, visitato 2253 volte)

Premessa: all'inizio del mese scorso, in Belgio un adolescente è stato ucciso da un coetaneo per un motivo estremamente futile: rubargli il lettore mp3. L'omicidio aveva scosso il Belgio come non succedeva dallo scandalo Ducroux. Successive indagini hanno portato all'individuazione del colpevole in un giovane Rom, rifugiato polacco. Per una settimana ho cercato informazioni, senza trovarle, complice anche un convegno europeo che aveva coinvolto anche i corrispondenti dal Belgio di Roma network (e la scarsa attenzione che il fatto ha riportato tra i media italiani).

Questo mi è arrivato da: Opre Roma (la data è del 3 maggio, ma credo che sia stato scritto settimana scorsa) Pubblicato su: Roma_Benelux

La comunità Rom del Belgio è schoccata e sopraffatta dalla notizia che la polizia polacca ha arrestato il giovane killer del teenager belga.

Due settimane fa Adam G. (Rom, 17 anni) e il suo compagno Mariusz O. (anche lui di 17 anni) uccisero il coetaneo belga Joe van Holsbeek per rubargli il lettore MP3. I due colpevoli e altri due membri della famiglia che li aiutarono, sono in prigione, due in Belgio e due in Polonia.

I media in Belgio si stano focalizzando sull'etnia degli assassini. Dopo aver urlato per due settimane che i ragazzi erano nordafricani, ora sembra che siano rom.

Ieri, solo due ore dopo che era giunta la notizia che in Polonia la polizia aveva catturato il ragazzo in un "accampamento di zingari" nella città settentrionale di Suwalki, la radio belga mi richiedeva un'intervista. Le dichiarazioni stampa rilasciate dal mio ufficio ieri sera, in cui richiedevo di non focalizzarsi sull'etnia e di non stigmatizzare la comunità Rom, sono state menzionate nei bollettini TV di entrambe i canali fiamminghi.

Vorrei avere notizie dai nostri fratelli in Polonia e conoscere com'è lì la situazione, e quale sia l'atteggiamento della società verso i Rom, perché in questo momento in Belgio i lavoratori che arrivano dalla Polonia si trovano di fronte a reazioni negative e razziste. A loro volta, questi immigrati rispondono che i Rom non sono polacchi, sono stranieri arrivati da fuori e completamente differenti! Da quanto ne so, i Rom vivono in Polonia da oltre 500 anni.

Per affrontare la situazione attuale, abbiamo bisogno di tutto l'aiuto dai nostri fratelli e sorelle all'estero. La comunità Rom in Belgio (circa 50.000) era già discriminata, vive in condizioni miserabili e l'antiziganismo è forte tra i media. Domenica scorsa oltre 80.000 hanno preso parte ad una manifestazione silenziosa per le strade di Bruxelles contro questo tipo di violenza; il governo ha annunciato nuove misure e costruirà nuovi riformatori; l'estrema destra se la prende contro gli immigrati irregolari... E' uno dei periodi più difficili dal tempo delle deportazioni collettive dei Rom nel 1999 (vedi 17/09/04 ndr).

In quei giorni, i media mi soprannominavano lo Zorro degli Zingari, la Roccia Rom, ora avrei bisogno di essere parte del movimento internazionale Rom, dove ci si aiuta l'un l'altro e unitariamente si protesta quando collettivamente si viene accusati di crimini individuali.

Spero che il mio appello non cada nel vuoto.
Nais tuke.


Wolf Staf Bruggen
Voorzitter-Chairman-Presidentos
Opré Roma ngo
opreromavzw@yahoo.com
Tel : ++32 (0)484.962.264.
Belgische afgevaardigde voor het European Roma and Travellers Forum
Belgian delegate to the European Roma and Travellers Forum
Delegato Belgia Europako Romengo thaj Travelerengo Forumo

Una segnalazione precedente:

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Di Fabrizio (del 05/05/2006 @ 08:56:42, in Kumpanija, visitato 3680 volte)

Da: Agenzia Aise

SABATO IL TRADIZIONALE RADUNO DEI ROM ALL’INCORONATA DI FOGGIA/ SGHAIER (ACSI): CONTRO LA DEGRADAZIONE DELLA CULTURA ZINGARA
ROMA\ aise\ - I Popoli Migranti, i cosiddetti Rom – Zingari, originari di Macedonia, Bulgaria, Romania, Slovenia, Serbia e Montenegro, Ungheria, Ucraina, Grecia, Turchia, e Armenia festeggeranno il Giurgevdan presso il Santuario dell’Incoronata di Foggia sabato prossimo, 6 maggio.
Come ogni anno, arriveranno Gitans dalla Francia, famiglie Rom, Sinti ed altri ancora da Malaga, Granata, Sevilla, Puertollano, Zaragoza. Si festeggerà la primavera, si scambiano doni, si prega la Madonna Nera, Patrona degli Zingari, si organizzano matrimoni, si offrono pecore in nome di Maria.
Il Giurgevdan, festa pagana, fu introdotta da Preti Ortodossi per contrastare il comunismo, la tirannia e proteggere i Popoli Zingari dallo sterminio etnico perpetrato per anni a danno di popoli pacifici, allegri e spensierati.
"Ancora oggi – scrive il Presidente della Associazione comunità straniere in Italia, Habib Sghaier - purtroppo, la situazione è molto grave. La questione zingara è sempre affrontata come questione etnica. La negazione dell’identità del Popolo Rom porta con sé la degradazione della cultura zingara a sottocultura marginale a cui è negata ogni dignità, la riduzione della lingua, il Romanès, a gergo, la lettura delle strutture sociali, educative, economiche come prodotti dell’emarginazione e del disagio".
È da quest’impostazione, si sottolinea ancora, che discendono politiche d’assimilazione tendenti all’omologazione, alla rimozione d’ogni specificità perché "se il Rom non è portatore di una cultura degna di questo nome, allora i suoi costumi sono solo un sintomo di sottosviluppo, ostacoli da rimuovere per dare luogo ad una compiuta integrazione".
"Non si può continuare ad accettare l’idea di vivere in una società di cittadini di serie a, b, c e d – scrive ancora Sghaier - basata su ghetti urbani (campi), sociali ed etnici, sulla discriminazione tra immigrati e italiani, tra immigrati regolari e irregolari (i cosiddetti clandestini), verso la popolazione Rom e Sinti e sull’improprio sillogismo irregolare=clandestinità=delinquenza. Il raduno dell’Incoronata – conclude - vuole attirare l’attenzione sui Popoli Migranti e per non dimenticare lo stermino di ieri e la ghettizzazione di oggi". (aise)

Rif: Maggio 2005
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Di Fabrizio (del 05/05/2006 @ 09:50:55, in scuola, visitato 2246 volte)
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Di Fabrizio (del 05/05/2006 @ 10:26:56, in media, visitato 1838 volte)
Su RomNews.de, un'animazione in flash che ricostruisce il percorso dei Rom dall'India in Europa. Il sito è ricco di informazioni, in inglese e tedesco.
(segnalato da roma_andfriends)
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Di Fabrizio (del 06/05/2006 @ 10:12:19, in Europa, visitato 1949 volte)

Budapest, 26 aprile (MTI) - Sono stati eletti tre Rom nel nuovo parlamento, uno in meno delle elezioni scorse, ha scritto mercoledì scorso il giornale Nepszabadsag.

Non è stato confermato il candidato che era presente nel socialdemocratico MSZP che ha vinto le elezioni, mentre il partito di opposizione Fidesz manterrà i suoi tre parlamentari rom per i prossimi quattro anni. Confermati Florian Farkas, presidente di Lungo Drom e Jozsef Varga, mentre il seggio che era di Mihaly Lukacs è andato a  Istvan Racz, delegato del Partito degli Imprenditori ed eletto nella regione di Nograd.

Degli altri due partiti minori: il partito d'opposizione MDF non aveva candidati Rom, mentre il candidato del neonato SZDSZ (coalizione di governo), non è stato eletto.

Alle elezione ha preso parte anche il Partito dell'Alleanza Rom ((MCF), guidato da Orban Kolompar, che è riuscito a presentare la propria lista, ma il partito ha ottenuto scarso successo.

Da: Hungarian_Roma

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Di Fabrizio (del 06/05/2006 @ 11:07:08, in Europa, visitato 1527 volte)
AGE) BRUXELLES - Confronto internazionale Europa-Ocse sui Rom a Bucarest, dove ieri si e' aperta la due giorni della 'Conferenza sul miglioramento e l'armonizzazione delle politiche nazionali per i Rom, Sinti e camminanti' organizzata dal Consiglio d'Europa, dall'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti dell'uomo dell'Osce e dal Centro europeo contro il razzismo e la xenofobia. Al centro dei colloqui, presieduti dal ministro degli Affari Esteri rumeno Teodor Baconschi e ai quali partecipa anche il presidente di turno dell'Ue, il ministro degli Esteri austriaco, Walter Siegl, vi sono le misure concrete da adottare per gli stati membri per attuare le raccomandazioni del Consiglio d'Europa sui Rom, ma anche il Piano di Azione per migliorare la situazione delle popolazioni nomadi nelle zone Osce cosi' come la normativa Ue a riguardo. (AGE)


Data: 05/05/06 14:15
Autore: AUR
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Di Fabrizio (del 06/05/2006 @ 12:54:18, in media, visitato 1875 volte)

Doppia nomination del premio letterario Magnesia Litera 2006 per l'opera prima di Martin Smaus, intitolata "Ragazza, accendi un fuoco". L'autore di questa storia appassionante non sembra per niente uno scrittore e dice che la cosa più importante del libro sono i pensieri e le opinioni che ha tentato di trasmettere con quella storia. Sempre secondo il suo parere, non è importante che il protagonista sia un Rom - una parziale coincidenza parzialmente ispirata dalla sua esperienza e dal fascino subito dalla musica rom. Dice l'autore: "Per ilmomento, tutte le reazioni che arrivano dai lettori non-Rom sono positive. Inoltre, osservo come il libro ha cambiato le persone che incontro quotidianamente nella mia cittadina ed il loro punto di vista sui Rom. Funziona nel senso di una migliore comprensione. Fra Rom e non-Rom v'è un alta muraglia reciproca. Il muro è dentro tutti noi - anche dentro di me. Comprenderlo, è il primo passo verso la sua demolizione."

Fonte: www.aktualne.cz - ripreso da www.dzeno.cz

Rif: Slovacchia

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Di Fabrizio (del 07/05/2006 @ 10:09:58, in media, visitato 1916 volte)

Sulla lettera di Wolf Bruggen "L'assassino di un giovane belga risulta un rom polacco" pubblicata giovedì scorso, scrive Karin Waringo.

Come te sono shoccata dalle notizie secondo cui il presunto assassini del diciasettenne belga, ucciso alla Stazione Centrale di Bruxelels il 12 aprile per sottrargli il lettore MP3, sia uno "Zingaro polacco". Ma non è questo che mi sorprende - il fatto che un assassino possa essere un Rom - ma piuttosto come questo venga riportato dai media.

Come dici giustamente, inizialmente i media e le autorità si sono focalizzate sugli immigrati dal nord Africa, dato che il video registrato della scena del crimine sembrava indicare il presunto assassino come di pelle scura. Ma, due settimane più tardi, dopo aver ascoltato diverse testimonianze, la polizia belga arrestò un ragazzo polacco, con l'imputazione di concorso in omicidio.

Mi sembra, che lo shock della notizia stessa sia già violento di per sé, al di là delle notizie sull'omicida. A dire il vero, dopo aver spinto sulla pista nordafricana, idea che si sposava con l'aperto pregiudizio verso gli immigrati dal nord Africa; i media, le autorità, l'opinione pubblica si sono resi conto che l'assassino poteva essere europeo, o probabilmente di pelle chiara. L'attenzione si è immediatamente rivolta verso la comunità polacca in Belgio, che parimenti ne fu shoccata e incapace di capirne il perché.

Infine, mercoledì scorso i media hanno rilanciato: erano coinvolti "gli Zingari". Libre Belgique ha pubblicato un articolo sulla prima persona arrestata e l'ambiente dove viveva. La descrizione non avrebbe potuto essere meno allusiva per un pubblico bianco e cattolico: l'ambiente è descritto come abitato da gente proveniente da paesi baltici o mediterranei, "cosi come da alcuni Zingari" e da paesi non meglio specificati del nord Africa. L'articolo pubblicava anche frase di un giovane che ammoniva il giornalista a non fidarsi dei nomi sui campanelli, perché non necessariamente corrispondevano a chi vi abitava. Un vero labirinto.

Poi, si scriveva che M.O., queste le iniziali del primo arrestato, era descritto come un ragazzo a modo... fino a quando non era entrato in contatto con i vicini Rom. E di come fosse stato arrestato la prima volta, all'età di 12 anni, per furto, attività che i lettori collegano automaticamente a "zingaro".

La soluzione all'enigma era: quando un bianco uccide un altro bianco, ci sono di mezzo gli "Zingari"! Un sito internet lanciò trionfante: "Sono Zingari Polacchi i colpevoli del delitto MP3". Poche ore dopo, la notizia era rilanciata da un sito canadese. Non esistevano al momento ancora dati certi sull'origine etnica del presunto omicida.

L'arresto, il giovedì seguente, di un adolescente nel villaggio di Suwalki nella Polonia nord orientale, ha portato la conferma finale: "L'assassino è uno Zingaro"! Quindi, non un belga in qualsiasi caso, e nemmeno un polacco, come qualcuno diceva. Il giorno dopo, i giornali che avevano riempito le cronache sull'omicidio, con cronache giornaliere di pagine e pagine, spesso senza che venisse riportata nessuna novità, rilanciarono la notizia dell'arresto, con una descrizione accurata del villaggio dove era avvenuto l'arresto di Adam G., il il presunto assassino.

Ancora su Libre Belgique, il giornalista descriveva le ricche case dei Rom, inducendo come naturale, domande immediate, dove gli Zingari trovassero tutti quei soldi. Giovedì, Le Soir apriva con due pagine di intervista alla disperata famiglia del presunto omicida. L'articolo concludeva con queste parole: "L'arresto di Adam non contribuirà certo a cambiare la cattiva immagine che [i Rom] hanno da anni. Ne in Polonia ne altrove..."

Fa certamente impressione quando un ragazzo viene ammazzato nel pieno centro della città, in mezzo alla folla, per non aver voluto cedere il suo lettore MP3, ma i media e le autorità belghe dovrebbero ricordarsi un paio di nozioni basiche, di cui il cittadino medio non sempre è cosciente, specialmente in casi di interessi mediatici e politici: a) che un omicida non può essere definito tale finché non è stato provata la sua colpevolezza; b) i media, in particolare, non devono collegare l'origine etnica di un crimine, a meno che il contesto non lo richieda esplicitamente.

I media, che hanno ottenuto un notevole numero di vendite da questa storia incentrata su un Nero che uccide un Bianco, dovrebbero saperlo, hanno distorto una regola fondamentale del codice della stampa europea, Belgi incluso, facendo credere che applicando al presunto omicida i termini "Zingaro", piuttosto che "zigano" - non fosse un modo di indicare la comunità dei Rom. Le Soir, un quotidiano di qualità, ha chiarito venerdì che i media hanno indagato sul retroterra rom del presunto omicida, nonostante le stesse autorità di polizia polacche avessero negato di svolgere indagini particolari su persone di origine rom. [...]

Non penso sia necessario ribadire che l'assassino avrebbe potuto essere tanto di origine rom, che in qualche modo in contatto con loro, piuttosto che provenire dal nord Africa... o un belga di pelle bianca. Questo tipo di omicidi, rari in Belgio, avvengono come possono avvenire in altri paesi e sfortunatamente non è la prima volta che qualcuno viene ucciso perché proteggeva i suoi beni.

Perché accettare di accollarsi la responsabilità dell'omicidio e dell'assassino? C'è in questo qualcosa di ancestralmente rom? No, non direi; ma quello che vorrei è che i mezzi d'informazione potessero spiegare com'è possibile insistere per settimane su questo tragico evento, senza un minimo accenno di vergogna.

Due settimane fa, oltre 80.000 persone hanno dimostrato per le strade di Bruxelles, la più grande manifestazione dai tempi della "marcia bianca" del 1996, quando si protestò contro gli abusi e l'omicidio di di diverse giovani, assassinii di cui le autorità giudiziarie e di polizia furono ritenute corresponsabili.

Prima che fosse svolta qualsiasi analisi, i politici annunciarono misure repressive. Possiamo essere sicuri che le centinaia di immigrati senza documenti, i "sans papiers" che attualmente manifestano per ottenere una regolarizzazione, non si aspettano tanta generosità. Oggi in Belgio ogni immigrato illegale è considerato una potenziale minaccia alla società.

Se cammino per le strade di Bruxelles, sono contenta di non essere una giovane Marocchina, Turca o Rom. Si suppone che tutti siano uguale di fronte alla legge. Se l'assassino è Rom, deve essere giudicato per il suo crimine, ma non per essere un Rom!

Karin Waringo

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Di Fabrizio (del 07/05/2006 @ 10:49:57, in conflitti, visitato 2085 volte)

BUCAREST - Il governo rumeno ha approvato lo scorso 20 aprile il Programma di sviluppo comunitario nel villaggio di Hadareni (regione di Mures, Romania centrale - riferimenti precedenti ndr.) che si svilupperà nel periodo 2006-2008. Il programma include misure per sviluppare le relazioni tra i membri della locale comunità di Hadareni, per prevenire e combattere la discriminazione come pure per coinvolgere i cittadini di etnia rom nella vita sociale e culturale. E' rivolto a tutti gli abitanti di Hadareni - Rumeni, o di etnia Rom o Ungherese - come pure alle autorità locali e regionali.

"Il Programma si basa sul concetto di sviluppo comunitario. Le autorità intendono spronare gli abitanti a valutare tutte le misure necessarie per ristabilire le relazioni nella comunità", ha detto Mariea Ionescu, presidente dell'Agenzia Nazionale per l'Etnia Rom.

Il costo del programma per il 2006-2008 è stimato in 3,48 milioni di Lei (circa 1 milione di euro ndr.). Il Governo ha allocato 1 milione e mezzo per l'anno corrente. [...]

Nell'ambito del Programma, l'Agenzia Nazionale per l'Etnia Rom si occuperà di risolvere i problemi connessi ai documenti di identità, organizzare campagne sui diritti e doveri dei cittadini, sulle legislazioni per le minoranze, pratiche nel campo della non-discriminazione, stabilire ed organizzare una forza di polizia locale che veda la partecipazione e il coinvolgimento di rappresentanti delle tre etnie.

[...]


Da Alecs Iancu: Il governo ha stanziato per il Progetto Hadareni una somma superiore a quanto stabilito dalla Corte Europea per i Diritti Umani (ECHR), dato che le misure non riguardano soltanto la comunità rom nel villaggio, ma anche quelle rumena e ungherese, secondo quanto affermato da [...] Haller Istvan, capo dell'Ufficio Diritti Umani dell'organizzazione Pro Europe League.

A seguito di gravi incidenti interetnici del settembre 1993, ad Hadareni ci furono 3 morti, 18 feriti e una dozzina di case vennero date alle fiamme. Agli scontri seguì un violento conflitto tra la polizia e i Rom, che portarono a dodici arresti tra Rom e Rumeni, tramutati dal tribunale in pene che variavano da uno a sette anni per omicidio e altri crimini. Le vittimi e i loro parenti fecero ricorso all'ECHR, affermando che dopo la distruzione delle loro case, erano stati costretti per anni a vivere in case di fortuna, senza riscaldamento e sovraffollate.

La Corte Europea aveva ingiunto alla Romania di rifondere i danni per somme varianti tra 11.000 e 95.000 euro a sette dei richiedenti e ai loro parenti. In seguito, il governo aveva deciso di lanciare un proprio progetto che contribuisse a ricostruire i rapporti comunitari che erano stati distrutti dal conflitto.

[...]

In un commento di lunedì scorso, Cristian Radu Georgescu, senatore socialdemocratico della regione di Mures, ha detto che la decisione del governo è una "misura di discriminazione positiva che potrebbe generare nuovi conflitti."

Da: Romanian_Roma

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