Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

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L'essere straniero per me non è altro che una via diretta al concetto di identità. In altre parole, l'identità non è qualcosa che già possiedi, devi invece passare attraverso le cose per ottenerla. Le cose devono farsi dubbie prima di potersi consolidare in maniera diversa.

Wim Wenders
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 13/09/2005 @ 15:36:29, in scuola, visitato 10410 volte)

CLANDESTINI A BORDO

Molto schematicamente: la multiculturalità a scuola dovrebbe contribuire a far conoscere vita e cultura di altri popoli e renderli più vicini a noi e meno misteriosi. Altro compito, che è diventato primario negli ultimi anni, quello di favorire l'interazione tra studenti di diverse origini. Infine, dovrebbe far apprezzare i diversi retroterra culturali e valorizzarli nell'ambito delle competenze di un gruppo.

Il gioco qui proposto apparentemente smonta le premesse sulla multiculturalità, mischiando alcune caratteristiche tipiche del gioco di ruolo all'improvvisazione teatrale. Lo scopo è ricreare la sensazione che provano (o provavano) molti immigrati catapultati in un ambiente estraneo, dove la loro cultura, il loro passato, gli affetti e i ricordi vengono azzerati

Il tabellone (ma il gioco può essere ricostruito anche disponendo dell'intera aula) riproduce una qualunque città italiana: le piazze, le strade, il parco, il mercato, la stazione ferroviaria, la fabbrica...un comunissimo panorama urbano.

Il viaggio è dentro la propria testa:

cosa succederebbe se una mattina ci svegliassimo senza la lingua, senza lavoro, senza casa, magari con la pelle di un colore diverso? I luoghi che ci sono famigliari diventerebbero ignoti, dove perdersi o nascondersi...per fare un paragone: una via di mezzo tra Blade Runner e Pack Man. Il gioco è una specie di labirinto, e come un labirinto che si rispetti presenta trappole, occasioni, punti di ritrovo con gli altri giocatori che lo percorrono. All'inizio sembrerà che ogni scelta avvenga in massima libertà, solo dopo un po' di tempo ci si accorge che ogni mossa determina quella successiva.

Nella sua schematicità il gioco offre alcuni punti di riflessione:

a cosa serve il permesso di soggiorno

come dormire, come lavorare

perché si diventa fuorilegge

cosa si prova a vivere da braccati...

Indipendentemente dalle scelte personali, il giocatore sviluppa un processo di "empatia" verso l'immigrato e le sue scelte, spinto anche dal confronto con gli altri partecipanti, tende a ragionare sulle scelte che ne determinano i comportamenti. Tutte le attività che abbiamo proposto sinora non vogliono fornire scenari rassicuranti o conosciuti, ma "costringono" a calarsi nei panni sconosciuti di un altro modo di vivere e pensare; nelle speranze e aspettative, ma anche nei momenti di sconforto e impotenza di chi vive a diecimila chilometri di distanza o nella nostra città. Riassunto in altri termini: PRIMA DI GIUDICARE, BISOGNEREBBE PROVARE.

E' anche per questo che CLANDESTINI A BORDO viene proposto come gioco conclusivo: chi ha seguito le attività proposte precedentemente ha simulato di viaggiare, di conoscere...e quando arriva nella città-labirinto quanto ha fatto prima è come se fosse azzerato. Esattamente come un clandestino potrà essere un universitario, un brigante, un esule o un raccomandato, ma non per questo avrà mezzi di sopravvivenza diversi dagli altri. Compito dell'insegnante o del MASTER è sottolineare i passaggi più importanti, invitando i giocatori a drammatizzare e recitare le situazioni, a chiedere consigli, senza fornire lui le soluzioni.

Un'obiezione potrebbe essere quella che la realtà è troppo cruda e complessa per essere rappresentata in "giochi per ragazzi". Ma i ragazzi sono "diversi" dagli adulti, hanno meccanismi culturali di difesa che sono quasi innati: anche loro sono potenziali emigrati dall'infanzia che tenderanno a integrarsi e cambiare la società dove approderanno. L'importante è trovare il MEDIA, cioè il gioco che renda possibile trasferire la loro diversità di età a diversità etnica.


Interviste dopo una partita (effettuata in una festa di piazza - giugno 2004)

Passavo sotto i portici come al mio solito, x trovarmi con gli amici. Ho visto 2 tavoli, uno vendeva pantaloni e sull'altro c'era un gioco che era una via di mezzo tra Monopoli e il gioco dell'oca. Non c'era molto da fare e allora Fabrizio ha chiesto se volevamo giocare.

Io e altri 3 abbiamo iniziato, un quarto s'è aggiunto poi.

Il gioco è durato un'ora, ma la durata la decide chi gioca. Facevamo finta di essere dei kossovari che arrivavano in Italia. Il primo problema era arrivare in Italia per conto proprio oppure con chi ti faceva attraversare la frontiera senza rischi.

Non c'era fine. In pratica giravi in questa specie di città finché non ti fermava la polizia.

Capitava di essere coinvolti in rapine, oppure cercare lavoro, oppure si girava tentando di capire cosa fare.

Mi hanno blindato 5/6 volte: non ho neanche capito il perché, quella che ricordo bene è quando ho picchiato uno spacciatore, perché voleva vendermi la roba. Mi ha denunciato, l'infame. Per mia sfortuna, avevo appena ottenuto una licenza di commercio e ho perso tutto. E' stato a quel punto che ho cominciato a comportarmi da vero malfattore. Non avevo + niente da perdere e nessuno mi avrebbe + dato un visto regolare. Potevo solo tornare in Kossovo a fare la guerra.

Ti intrippa, non so spiegare perché.

Pier

Io invece non sono mai finita in questura, e stavo attenta a non trovarmi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il problema di arrivare in Italia senza lavoro, senza soldi e senza documenti: non sapevo quale era il mio scopo e tiravo a campare. Naturalmente nessuno mi diceva cosa dovevo fare e ho dovuto chiedere tante volte per capire che avrei dovuto andare alla casella della scuola e poi all'ufficio di collocamento. Così poi sono finita in fabbrica.

Eleonora


Note: giocare a scuola

"...GIOCHI PER L'APPRENDIMENTO?

Se nelle associazioni educative extra scolastiche le valenze formative del gioco sono fuori discussione, non si può negare che in Italia esso sia un elemento marginale nell'istituzione scolastica.

Valorizzato nella scuola dell'infanzia, già si riduce di molto nella scuola elementare, per scomparire poi definitivamente negli anni successivi. Pur riconoscendo al gioco un notevole ruolo nella strutturazione di abilità mentali necessarie a ogni successivo apprendimento, lo si circoscrive a un ambito predisciplinare, ritenendolo inutile per operazioni più complesse (...)

Certo non ha senso l'introduzione di giochi nella scuola quando si ha una concezione dell'insegnamento come mera e autoritaria trasmissione di nozioni. Molti insegnanti sono restii ad assumere una veste diversa dalla solita, come viene invece richiesto dai giochi di simulazione, temendo di avventurarsi su un sentiero dove essi non detengono più il possesso delle conoscenze da trasmettere.

Ma se si ritiene che l'apprendimento sia una e-ducazione, un tirar fuori insieme, piuttosto che un in-segnamento, dove solo uno (il docente) imprime un segno sugli altri allora anche nella scuola c'è posto per il gioco e per il sottile piacere della sfida intelligente che essa rappresenta.

Ma attenzione: si può imparare dal gioco solo se si è catturati nel "cerchio magico che si forma tra i partecipanti, coinvolti anche a livello emozionale. Tanto più si impara, quanto più si agisce, lasciandosi prendere dal meccanismo ludico. Bisognerà poi costringersi o essere stimolati da altri a riflettere su ciò che si è vissuto, per capire e assimilare profondamente le scoperte fatte. E questo sarà il compito dell'animatore del gioco, che dovrà essere capace di far emergere, nella discussione finale, tutte le domande utilizzabili ai fini della ricerca da svolgere successivamente con gli strumenti didattici più opportuni..."[Ferracin, Gioda, Loos, GIOCHI DI SIMULAZIONE per l'educazione allo sviluppo e alla mondialità - Editrice ELLE DI CI]

Alcune regole valgono tanto per la scuola che per il gioco: esistono momenti di apprendimento individuali ed altri collettivi. Nello studio tutti siamo portati a prediligere quelli individuali, per abitudine, perché è difficile rispondere a 20/30 teste, per tante ragioni.

Il gioco quindi, per forza di cose, si pone a metà tra qualcosa di sovversivo e una perdita di tempo, anche perché finisce sempre per cozzare con i programmi.

Parto quindi dalla vostra realtà di fatto: insegnanti di fronte a una o più classi, sempre in ritardo sulla programmazione. E vi invito a rovesciare il paradigma: se io fossi un consulente e dovessi illustrare una procedura complicata alle maestranze, come dovrei comportarmi per farmi ascoltare? Sospetto che la gran parte della tempo che si perde è dovuta alla scarsa collaborazione di chi ho di fronte: perché sono più vecchio, perché ho "l'autorità", perché adopero un codice linguistico diverso, perché c'è altro che distrae...

Ma se l'interlocutore collabora, non solo imparerà più in fretta, sarà invogliato a imparare. Se io prevedo spazi di simulazione nella didattica, non lo faccio per apparire "moderno", o per ingraziarmi un pubblico che non conosco: lo faccio con lo scopo di risparmiare tempo, e di aumentare la resa del mio tempo.

A maggior ragione il gioco entra a pieno titolo come media interculturale, perché è un linguaggio universale e perché, soprattutto tra i popoli Rom e Sinti, il bambino spesso utilizza il gioco per apprendere il mestiere di famiglia o il proprio ruolo nella famiglia allargata.


Interattività

Mi soffermo sulle caratteristiche dei giochi da tavolo, che chiaramente non sono gli unici giochi proponibili:

alcuni di loro... IL GIOCO DELL'OCA, ad esempio, nei secoli scorsi ha rappresentato il primo (forse l'unico) libro di geografia, quando la scuola obbligatoria e la televisione non esistevano e l'unica maniera per conoscere il mondo era andare emigranti oppure in guerra. Dal gioco dell'oca ne sono nati tanti altri, via via sempre più differenti, che hanno assolto alla funzione di far CONOSCERE e TRASPORTARE i giocatori in luoghi dove non sono mai stati e in periodi che non potranno vivere: dal FAR WEST alla conquista dello spazio. Hanno guadagnato anche nicchie nella didattica italiana: ad esempio i cosiddetti "business game" nelle scuole di manager (sarebbero mai esistiti senza il vecchio MONOPOLI?). Giochi di simulazione urbana, dove il meccanismo del GUERRIERO METROPOLITANO che vive in un ambiente totalmente alienato, viene rovesciato per far confrontare cittadini, studenti, amministratori e progettisti. "...le new towns intorno a Londra sono state realizzate utilizzando simulazioni in cui i cittadini erano chiamati a disegnare insieme agli amministratori la forma e le caratteristiche dei servizi necessari. Frequentemente la progettazione prevedeva condizioni realistiche, come un bilancio ridotto all'osso. Quindi obbligava a scelte dolorose, ma inevitabili..."[dalla stampa]

Fuori dall'ambiente scolastico, i WAR-GAMES hanno non solo raggiunto livelli di simulazione sempre più elaborati, ma hanno conquistato anche una fetta consolidata di mercato.

Giochi da tavolo, giochi di simulazione, come un VIAGGIO, come un insieme di regole da rispettare e di imprevisti da affrontare: una costrizione necessaria per passare da un mondo conosciuto e forse noioso, ad un altro tutto da esplorare, dove provare a sopravvivere e magari vincere.

Abbiamo già accennato al gioco come valido aiuto alla "strutturazione di abilità mentali", che presuppongono una maturazione, un coordinamento di occhi, cervello, mani. Un ragazzo, che ha imparato qualcosa di meccanica e di geometria anche giocando col Lego, arriva a prendere confidenza con l'elettronica e la fisica, anche coi VIDEO-GAMES. Nonostante la loro apparente freddezza, non solo i computer svolgono il ruolo di media tra gioco e vita reale (vita dei grandi), ma aprono nuovi spazi alla fantasia, alla rappresentazione simulata dei meccanismi eterni delle favole e dell'avventura. Con la fantasia il giocatore affronta situazioni irreali o pericolose: siano mostri, oppure pilotare macchine da corsa, un sogno ragionato dove il giocatore è protetto, non paga personalmente le conseguenze dei suoi comportamenti, anzi può ritrovare la stessa situazione e misurare una risposta diversa in tempi brevi.

I giochi che vogliamo proporre, rispetto ai video-games, danno l'opportunità di non doversi affidare all'istinto, di non dover obbedire alle scelte di una macchina per misurare i loro tempi di risposta - è possibile fornire scelte più ragionate. Inoltre i giochi al computer, come i cartoni animati visti alla televisione, si prestano a una fruizione assolutamente personale. Nei giochi da tavolo invece è basilare osservare il comportamento degli altri giocatori, confrontarsi con loro, intervenire e influenzare il loro gioco, vagliare come INTERAGIRE con persone in carne e ossa

- Cosa succede, cosa è successo durante il gioco?

- Esiste un rapporto tra il gioco e la realtà? familiare, scolastica, zonale, mondiale, (individuare precedentemente i livelli da affrontare)]

- Cosa è possibile fare?

- personalmente

- collettivamente

- da parte delle organizzazioni

- da parte delle autorità


Dossier settembre:

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segnalazione di: Tommaso Vitale

Casa, lavoro, sanità, istruzione, sicurezza: diritti mancati per 3 milioni di europei appartenenti alle minoranze Rom, Sinti, Karakhané, Daxikhané, Manus, Gitani, Gypsies, Rudari, Travellers. L'analisi del Commissario Ue Gil-Robles



ROMA - Minoranza pan-europea, l'eterogeneo gruppo dei cosiddetti zingari, comprendente Rom, Sinti, Karakhané, Daxikhané, Manus, Gitani, Gypsies, Rudari, Travellers conta oggi circa 3milioni di persone nei Paesi europei, nomadi e, in misura maggiore, sedentari. La loro storia e la loro cultura è parte integrante della storia e della cultura dell'Europa, dal momento che la loro presenza nel continente è testimoniata sin dal 1100. Tuttavia queste popolazioni sono sempre state oggetto di discriminazioni, isolamento, ghettizzazione e violenze razziste, culminate nei 500.000 morti nei campi di concentramento nazisti. Ancora oggi queste minoranze sono tutt'altro che integrate nel tessuto sociale, economico, culturale e politico dell'Europa. In un "Rapporto preliminare sulla situazione dei diritti umani di Rom, Sinti e Nomadi in Europa", pubblicato il 4 maggio 2005, il Commissario Europeo per i diritti umani Alvaro Gil-Robles traccia un panorama delle violazioni dei diritti umani delle su indicate minoranze, che chiama rom, consapevole della semplificazione linguistica.
 
"Trovo inaccettabile che in un continente così prospero le risorse siano talmente mal distribuite che esistano ancora forme di tanto estrema povertà", ha commentato riferendosi alle "gravi" condizioni di molte comunità rom in Europa. Cinque i diritti che per Gil-Robles continuano ad essere violati in molti Paesi europei: diritto alla casa, al lavoro, alla salute, all'istruzione, alla sicurezza. Sul fronte abitativo il Rapporto denuncia le condizioni di molte comunità rom: case insalubri, isolate dai servizi e ghettizzate dalla città. "Vivere in una zona segregata - sottolinea Gil-Roberts - diminuisce significativamente le possibilità di prendere parte all'attività economica, sociale e politica della società", a partire dall'accesso all'istruzione, al mercato del lavoro e alle cure mediche. La situazione sanitaria delle minoranze rom è preoccupante, i tassi di mortalità infantile toccano in Bulgaria il 280‰ contro il 40‰ del resto della popolazione. Povertà, burocrazia e discriminazione escludono una parte consistente dei rom dai servizi sanitari in molti Paesi europei. Pesanti accuse sono state rivolte al Governo slovacco dal Commissario: dagli anni '90 ad oggi sono state operate nel Paese diverse sterilizzazioni, senza informato consenso, ai danni di donne e ragazze di origine rom. Le prime denunce risalgono agli anni Novanta, ma il governo non è mai intervenuto per perseguire i responsabili di questi crimini. "Inaccettabilmente alto" ed in continua crescita il tasso di non scolarizzazione tra i bambini Rom. Quando accettati nelle scuole, sono inseriti in classi speciali, isolati dal resto degli alunni, e con programmi ridotti.
 
Ma basta la mancanza di un documento d'identità come pretesto per escluderli dall'iscrizione. Contrari alla loro integrazione i genitori dei bambini non-rom. Aumentati negli ultimi dieci anni in Europa gli episodi di violenze razziste contro i Rom, in un diffuso clima di impunità, alimentato da media e autorità. Il caso di un rom bulgaro ucciso mentre era in custodia della polizia è finito davanti alla Corte europea per i diritti dell'uomo che ha stabilito:"bisogna distinguere tra l'uso eccessivo della forza e le uccisioni razziste". In Belgio il primo caso di asilo politico concesso ai familiari di una donna di origine rom rimasta uccisa in Slovacchia dopo un'aggressione di skinheads. Affinché le discriminazioni contro i rom in ogni ambito non appaia più tollerabile, ma sia percepita dal resto della popolazione come illegale, Gil-Robles si augura che il necessario cambiamento di mentalità sia preceduto da un cambiamento a livello legislativo, che sancisca leggi contro le discriminazioni razziste. In questo senso vale la pena ricordare la raccomandazione n°7 del 13 dicembre 2002 adottata dalla "Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza", che invita gli Stati membri a legiferare contro le forme dirette e indirette di discriminazione e razzismo, nonché la risoluzione 28/04/05 del Parlamento Europeo sulla situazione dei Rom in Europa. (Gabriele Del Grande)

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Di Fabrizio (del 12/09/2005 @ 19:36:55, in casa, visitato 2499 volte)

In questi giorni non ho scritto niente sul referendum a Rho sul campo nomadi, perché non conoscevo nessuno in loco che potesse raccontare qualcosa di più di quello che tutti potevamo sapere dai giornali.

Ho scoperto in ritardo questa persona, seguendo una interessante discussione su ONEMOREBLOG. Ne approfitto per riportare anche qui alcune riflessioni:

Al referendum ha partecipato il 40% degli aventi diritto, che per il 90% hanno votato contro la rilocazione del campo nomadi. Il risultato insomma ricalca gli esiti dei referendum di giugno scorso e conferma come l'attuale quorum del 50% è un grande limite all'uso del referendum come strumento di democrazia diretta. Però, come accade spesso quando non si capisce chi ha vinto, il risultato non scontenta nessuno:

Alle scorse elezioni comunali il centrosinistra vinse a Rho con un programma che prevedeva anche la risistemazione del campo (abusivo) dove i Rom risiedono da decenni. Il referendum proposto dalla Lega, senza l'appoggio delle altre forze del centrodestra, aveva il valore di rivalsa politica, e scontava una serie di limiti, tanto pratici che politici.

Prima di tutto nella sua formulazione: non era (come poteva sembrare) un referendum pro o contro i nomadi, perché avrebbe violato la legge Mancino. Leggo sulla Padania Online:

SE VINCE IL Sì
La variante urbanistica per l’area di via Sesia su cui dovrebbe sorgere il centro di integrazione per i Rom resta deliberativa. Parte l’iter del progetto, che durerà almeno un anno. Poi inizieranno i lavori. Lo stesso accade nel caso in cui non venga raggiunto il quorum.
SE VINCE IL NO
La variante urbanistica decade, con effetto immediato. La delibera dovrà passare poi in consiglio comunale, per la presa d’atto.

Quindi l'alternativa reale era tra risistemare i Rom in maniera più dignitosa (come proposto dalla maggioranza) o tenerli in un'area degradata, nella speranza che in Consiglio comunale passasse il voto (minoritario) di sgomberare l'area. Da tenere anche conto che la maggioranza non era vincolata al risultato referendario. Insomma, dal punto di vista tecnico e politico, un'operazione veramente macchinosa.

A parte le motivazioni politiche, secondo me la Lega ha perso per una questione più pratica. Se i Rom di Rho fossero stati cacciati da dove risiedono da tempo, senza avere un altro posto dove andare, credete che:

  1. sarebbero tornati in India?
  2. avrebbero girovagato nei dintorni in cerca di un altra area dove accamparsi?

Cosa avranno pensato gli elettori leghisti che abitano distanti dall'insediamento attuale? Che l'ennesimo sgombero rischiava di portare quei Rom, nomadi per necessità, proprio sotto casa loro.

E come avranno reagito i leghisti dei comuni limitrofi, al rischio di vedere arrivare le solite carovane di sfollati?

Ho adoperato apposta il termine sfollati invece che di nomadi. Quindici anni di maggioranze di centrodestra a Milano e in Provincia, con i continui sgomberi senza trovare soluzioni rispettose della persona, non hanno affatto diminuito la presenza di Rom sfollati nel Nord Ovest del milanese, hanno solamente aumentato la loro mobilità forzata. La recente vicenda di via Capo Rizzuto, dimostra che anche la legge più rigida, come è la Bossi-Fini, non permette l'espulsione dello straniero con i documenti in regola, al limite concede lo sfizio alle Forze dell'Ordine di accanirsi sulle sue misere proprietà. C'è voluto un cambio di maggioranza in Provincia, per iniziare ad affrontare il problema a livello di area metropolitana.

Affrontare la questione con i referendum comunali, a questo punto, significa solo mettere i cittadini uno contro l'altro, e tutti contro i Rom e i Sinti. Che poi questo succeda tanto nei comuni a maggioranza di destra o sinistra, non cambia niente.

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Di Sucar Drom (del 12/09/2005 @ 13:42:13, in scuola, visitato 1584 volte)
PROTOCOLLO D'INTESA PER LA TUTELA DEI MINORI
SINTI, ROM E CAMMINANTI

TRA

MINISTERO ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ, RICERCA
DIREZIONE GENERALE PER LO STUDENTE

E

ENTE MORALE OPERA NOMADI


VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 26 marzo 1970, n. 347, che riconosce come Ente Morale l’Opera Nomadi;

VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 6 n
[...]

continua su Sucar Drom
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Di Fabrizio (del 12/09/2005 @ 11:13:49, in conflitti, visitato 1829 volte)

Da: Stop Deportations

Cari amici

Sinora abbiamo raccolto oltre 60 adesioni di organizzazioni e 600 di singoli cittadini, nel nostro appello contro la deportazione di Rom, Askali ed Egizi in Kossovo e per la loro inclusione nei colloqui sullo status della regione. Siamo particolarmente lieti di annunciare che hanno aderito in blocco tutte le aderenti al Romani Women Network, e che contiamo sull'adesione di TERF e IRU.

Purtroppo, sono andate perdute alcune delle vostre firme, e vi chiediamo di controllare se nell'elenco figura la vostra adesione, nel caso vi invitiamo a firmare nuovamente e a far conoscere il nostro appello ad altre organizzazioni e privati cittadini.

Anche se i processi di rimpatrio sono attualmente fermi, e secondo l'UNMIK solo qualche centinaia è stato rimpatriato a forza, questo non significa che il loro futuro non sia più a rischio. Al contrario, le autorità continuano con le pressioni verso i richiedenti asilo dal Kossovo perché "volontariamente" tornino nella provincia amministrata dall'ONU.

La situazione in tensione in Kossovo è dimostrata dall'aumentata presenza di forze militari internazionali e dalla uccisione di due giovani Serbi a Strpci nella sera dello scorso 27 agosto. Non esiste praticamente libertà di movimento per chi fa parte di una minoranza etnica. L'accesso alle scuole, ai servizi sociali e ai trattamenti medici avviene a rischio costante dell'incolumità personale. Scarse le possibilità di alloggio. La maggior parte delle case dei Rom sono state distrutte e mai ricostruite. Inoltre ogni iniziativa di rimpatrio su larga scala, causerebbe nuovi spostamenti nella popolazione locale.

In questi mesi si è conclusa la visita di Kai Eide, Ispettore dell'ONU. A breve sarà pubblicato il suo rapporto. Kai Eide si è mostrato critico soprattutto sulla situazione delle minoranze. L'impressione è che la "comunità internazionale" voglia concedere solo "un'indipendenza condizionata", e questo non incontra le aspettative della maggioranza albanese.

Come promotori della petizione, abbiamo concordato di renderla pubblica in concomitanza della presentazione del rapporto dell'Ispettore dell'ONU. Nel contempo, insistiamo nel richiedere la sospensione dei rimpatri di Rom, Askali, Egizi ed altre minoranze, che devono essere coinvolti nei negoziati del futuro del Kossovo.

Invitiamo nuovamente a firmare la petizione e a farla conoscere ai vostri contatti. Abbiamo bisogno di tutto il vostro supporto entro questo mese.

Asmet Elezovski

Karin Waringo

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Di Fabrizio (del 12/09/2005 @ 00:21:14, in scuola, visitato 4251 volte)
Una premessa necessaria. Quella che segue potrebbe essere giudicata a prima vista una "non notizia" o peggio, un modo per stornare fondi e risorse comuni con la "solita" scusa del rispetto dei diritti delle minoranze.
Chi legge queste cronache, almeno dai tempi di Pirori, saprà che nell'Europa Orientale (in particolare Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania) è politica comune "confinare" i bambini rom, soprattutto nei paesi medio/piccoli, nelle cosiddette "scuole per ritardati mentali". Uno scandalo, almeno seconda la nostra mentalità, che in determinate regioni coinvolge sino all'80% della popolazione scolastica rom.
Aggiungerei un'ultima considerazione: spesso quando ci si riferisce al razzismo, si equivoca sulla sua natura, pensando che sia una forma di pensiero o di azioni dettate dall'ignoranza e dalla mancanza di cultura. O anche, si cerca di giustificare il fenomeno come sottoprodotto dell'ideologia della destra.
Eppure questo razzismo, non solo è profondamente radicato in quelle società (la segregazione scolastica si è imposta già al tempo del comunismo reale), ma nasce in ambienti colti e istruiti, nei provveditorati o nei ministeri. Soprattutto, non è (purtroppo) un fenomeno residuale o del passato, chi avesse ancora dubbi, può rileggersi cosa diceva poco più di un anno fa, l'ambasciatore EU in Slovacchia.

Da: Beata Olahova su http://groups.yahoo.com/group/Slovak_Roma_News

Con settembre 2005, gli studenti Rom del comune di Trnava che sinora sono stati  ammessi nelle scuole per ritardati mentali, avranno la possibilità di accedere ad alcune scuole pubbliche.

L'iniziativa è stato fortemente sponsorizzata dalla Lega dei Giuristi per i Diritti Umani, e riguarderà circa 90 studenti tra i 6 e i 16 anni, che accederanno alle scuole pubbliche di Limbova e Gorky. L'integrazione avviene col consenso dei loro genitori o tutori legali.

Il progetto prevede anche la frequenza a lezioni supplementari, e servizi gratuiti come mensa, fornitura di materiale scolastico e scuola bus. In classe l'insegnante di ruolo sarà affiancato da assistenti assunti per lo scopo di seguire l'affrancamento scolastico e di tenere i rapporti con i genitori.

Ciò è stata reso possibile dalla piena adesione del Ministero dell'Istruzione e dall'appoggio del consiglio comunale di Trnava. Il Ministero ha anche fornito il supporto finanziario al progetto, tramite i Fondi Sociali Europei. In futuro è possibile che l'iniziativa venga allargata ad altre scuole pubbliche cdittadine e della regione.

Columbus Igboanusi, PhD - Director League of Human Rights Advocates


Nota: Trnava si trova nella Slovacchia Occidentale, 45 Km. NE da Bratislava, lungo il fiume Trnávka sulla linea direttrice di traffico Bratislava-Žilina. E' capoluogo distrettuale. Nel suo centro storico sono diverse le chiese cattoliche, tanto da essere conosciuta anche come la "Roma della Slovacchia"

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Di Fabrizio (del 11/09/2005 @ 04:13:11, in Europa, visitato 3139 volte)

Una segnalazione rapida dal sito della :

Il deputato (conservatore) David Davies, venuto a conoscenza che nella regione dell'Hampshire si sta organizzando una lotteria per finanziare un museo e centro di documentazione sulla vita della comunità dei Nomadi e Viaggianti, ha scritto sul proprio sito web (l'articolo non indica il link, sorry) che si aspetta che un'iniziativa simile possa finanziare un museo - documentario sulla "vita della comunità sedentarizzata".

Dato che in Gran Bretagna i media sono meno addomesticati che in Italia, la sua idea è stata immediatamente bollata come una provocazione fine a se stessa, o un tentativo di prolungare campagna elettorale o alimentare le tensioni sociali (insomma: la sindrome del soldato giapponese perso nella giungla).

Sarà che mi sto rammollendo, ma non ho voglia di aggiungere polemiche. Anzi: fate finta che io sia un deputato conservatore, antipatico e suonato quanto volete, volevo chiedervi: Cosa mettereste mai in un "museo sulla vita dei sedentari"?

  • La nuova 500?
  • La coda al casello di Agrate?
  • La fabbrica o l'ufficio?
  • Le rate da pagare?
  • Il lettore DVD?

Insomma, ci sarà pure qualcosa di questa nostra civiltà che vorrete salvare per i posteri! Aspetto i vostri suggerimenti, sperando nel frattempo di trovare la mail del deputato, così gli mando qualche idea.

E viceversa, se volete farvi un'opinione di cosa potreste raccogliere sulle tradizioni dei Nomadi e Viaggianti, vi invito a una visita virtuale (per ora):

(questi anglosassoni! noi poveri italiani anche sulle tradizioni siamo bravi solo a parole)

Per la verità, un sito italiano lo conosco, ma ve lo indico solo se rispondete... : - )

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Di Fabrizio (del 10/09/2005 @ 00:31:30, in blog, visitato 1792 volte)

Se qualcuno bazzica per caso da quelle parti, capirà perché ho rispolverato un vecchio tormentone:

Sapete come cuocere un pollo a legna in un falò all'aperto? Si fa così: all'animale viene tolto tutto il sangue e le interiora e cotto nell'argilla. Non è necessario togliere le piume, a questo provvede l'argilla stessa durante la cottura. Il pollo nell'argilla viene posto in una piccola fossa nel terreno. Sopra viene acceso il fuoco e il pollo verrà cotto per circa un'ora. Alla fine si rimuove l'argilla, che va via assieme alle piume. Adesso – bon appetite! E' insolitamente saporito.
Provatelo!

Comunque, dopo gli ultimi sviluppi, trovo più divertente seguire gli aggiornamenti su Libero o la Padania, anche se ci sono più errori. : - D

PS: la stessa ricetta vale per il riccio arrosto.

 

Hun
 
Di Fabrizio (del 09/09/2005 @ 21:13:23, in Kumpanija, visitato 3471 volte)
Trascrizione (quasi esatta) dell’intervista di questo pomeriggio.
In qualche caso ho cambiato l’ordine di domande e risposte, per rendere il testo più comprensibile.

Django

Pubblicità : - )

Da venerdì 16 a domenica 18 settembre 2005, si terrà a Torino la 4a edizione del Festival Internazionale Jazz Manouche Django Reinhardt.

C'è qualcuno che passerà da lì?

 
Mahalla 15.11
Ciao! qui piove a dirotto!
 
Yuri Del Bar 15.11
è spuntato il sole a Mantova
 
Mahalla 15.11
a Vicenza piove?
 
Yuri Del Bar 15.12
non lo so, certo piovono gli sgomberi per le famiglie sinte
 
Mahalla 15.13
Dopo ne riparliamo, se vuoi. Volevo cominciare con la tua candidatura: com'è nata?
 
Yuri Del Bar 15.13
c'è qualcuno di Vicenza collegato? Battete un colpo!
 
Mahalla 15.14
Da parte del tuo partito che reazione c'è stata?
 
Yuri Del Bar 15.17
io non ero iscritto al partito della Rifondazione Comunista, in effetti sono stato eletto come indipendente. Carlo ha battuto tutti i partiti politici, l'unico a rispondere positivamente è stata Rifondazione
 
Mahalla 15.17
e gli altri, perché no?
 
Yuri Del Bar 15.19
evidentemente perché non credevano nel nostro sogno: un sinto in consiglio comunale
 
Mahalla 15.20
così sei risultato il secondo della lista per preferenze. Hanno buttato via parecchi voti!
 
Yuri Del Bar 15.21
si è stato un disastro! mi ha superato di quattro voti Fausto Banzi, attuale assessore ai servizi sociali della Provincia di Mantova. Molti sinti sono analfabeti e quindi non sono riusciti a scrivere il mio nome, altri hanno proprio sbagliato… comunque è stato bello, sia la campagna elettorale che l'attesa dei risultati
 
Mahalla 15.22
Sempre sullo stesso argomento: secondo te, perché questo è stato possibile proprio a Mantova?
 
Yuri Del Bar 15.23
probabilmente per il lavoro fatto insieme negli ultimi quindici anni. Il primo progetto di mediazione culturale, coinvolgendo direttamente Sinti, è partito all'inizio degli anni '90
 
Mahalla 15.24
è un'esperienza che si potrà fare in altre città? e quali?
 
Yuri Del Bar 15.25
speriamo e già ci stiamo lavorando. la prima scadenza è per le comunali a Bolzano. Speriamo di poter aiutare Radames Gabrielli a diventare il secondo consigliere comunale Sinto in Italia. Naturalmente ci stiamo preparando per le provinciali a Mentova: i socialisti sono interessati
 
Mahalla 15.26
mi sembra che proprio in Trentino un consigliere comunale (Lega) abbia rifiutato di sedersi accanto a un eletto "extracomunitario"
 
Yuri Del Bar 15.28
non lo sapevo, ma non mi stupisce. nella Lega ci sono diverse manifestazioni di discriminazione razziale. come a Piovene Rocchette, dove il sindaco leghista fa scavare i fossati anti-sinti. Tutto molto triste
 
Mahalla 15.27
Quali sono i tuoi rapporti con i colleghi di giunta?
 
Yuri Del Bar 15.28
io non sono in giunta. Rifondazione è in minoranza anche se stiamo lavorando per entrare nella maggioranza
 
Mahalla 15.29
intendo, di consiglio
 
Yuri Del Bar 15.30
buoni anche se un consigliere della lega non voleva, all'inizio salutarmi. ora è meglio. Sono comunque tutti contenti della mia elezione. sindaco compreso.
 
Mahalla 15.30
Come si è svolta la tua campagna elettorale?
 
Yuri Del Bar 15.31
naturalmente ci siamo accordati con Rifondazione. anche se all'inizio qualcuno aveva del mal di pancia sulla mia candidatura. Abbiamo formato un comitato elettorale che mi ha supportato per tutta la campagna elettorale. Eravamo una ventina: lo slogan era “un sinto in consiglio comunale è ricchezza per tutti”
 
Mahalla 15.32
mal di pancia "partitici" o degli elettori?
 
Yuri Del Bar 15.33
mal di pancia partitici, in particolare i giovani comunisti. gli elettori incontrati in piazza erano tutti curiosi e contenti. Non sarei stato eletto con il solo voto dei sinti, visto che moltissimi hanno sbagliato a votare
 
Mahalla 15.35
Dobbiamo sempre farci riconoscere ; - )
 
Yuri Del Bar 15.36
Al conteggio il 50% dei voti sono sinti e l'altro 50% di appartenenti alla cultura maggioritaria
 
Mahalla 15.36
Hai rapporti con altri Rom e Sinti eletti in Europa?
 
Yuri Del Bar 15.36
No, non conosco nessuno
 
Mahalla 15.37
Veniamo ai temi che un consigliere affronta: Casa: sta cambiando qualcosa?
 
Yuri Del Bar 15.39
per i sinti sì. stiamo già lavorando con la nuova giunta per far chiudere il campo nomadi, luogo di segregazione. e realizzare piccole microaree. inoltre, stiamo discutendo per realizzare una'area di transito ed eliminare i divieti di sosta ai "nomadi"
 
Mahalla 15.41
Ti riporto di seguito un commento, che ho trovato in un blog che aveva ripreso la notizia sul camping austriaco (che avete riscritto anche su Sucardrom): “Esistono norme precise che regolano l'accesso a luoghi pubblici (come un campeggio, un bar, un ristorante, etc.). Nessuno può dire tu sì, tu no; lo posso fare a casa mia, ma trattasi di luogo privato.Invece che sbraitare, chiamare i carabinieri e denunciare. Non è indignandosi che si toglie il razzismo dalla testa della gente, quello c'è sempre stato e sempre ci sarà.” Cosa risponderesti?
 
Yuri Del Bar 15.45
Sicuramente abbiamo sbagliato in questi anni a non denunciare certe situazioni, ma è pur vero che in Italia non avevamo una legislazione precisa fino al 1999. In secondo luogo la legislazione è molto blanda e non prevede il penale per la discriminazione razziale. il penale è solo per incitamento alla discriminazione razziale. è per questo che a Verona abbiamo denunciato i sei leghisti, condannati in primo grado. Terzo: chi crede che il razzismo rimarrà è un'inguaribile pessimista. io credo che non bastino le denuncie. ma azioni concrete per poter costruire una cultura della pace
 
Mahalla 15.46
La vertenza in Veneto mi sembra molto estesa territorialmente…
 
Yuri Del Bar 15.47
Considera che in Veneto le associazioni di sinti e rom sono inesistenti. l'Opera Nomadi è a Padova e basta.
 
Mahalla 15.48
Secondo te, quello che state facendo a Mantova per la casa, può servire come progetto-pilota?
 
Yuri Del Bar 15.50
Sì, lo speriamo. Da quello che sappiamo per le micro-aree c'è la sola esperienza della Fondazione Michelucci insieme alla nostra. a Guastalla (RE) stiamo realizzando la nostra prima micro-area. Considera che c'è molta confusione in giro su cosa è una micro-area: per alcuni è solo un piccolo campo nomadi…
 
Mahalla 15.51
Approfittane per spiegarlo: come intendi una micro-area?
 
Xpisp 15.51
ma è strutturato con tutti i servizi necessari?
 
Yuri Del Bar 15.53
Una micro-area è costituita da unità abitative singole per ogni nucleo familiare. al massimo sei nuclei famigliari tutti legati da stretti vincoli di parentela o affinità. Inoltre, la micro-area deve essere progettata insieme alle famiglie che l'abiteranno in un percorso guidato dalla mediazione culturale
 
Mahalla 15.53
Chi provvede al mantenimento dell'area?
 
Yuri Del Bar 15.55
La manutenzione ordinaria è a carico delle famiglie, la straordinaria al comune se resta proprietario. pensiamo anche a percorsi dove le famiglie acquistano le stesse micro-aree. In ogni spazio famigliare deve esserci un'unità abitativa, una casa, pensata per la famiglia che ci abiterà e uno spazio, almeno 500mq, per l'arrivo di parenti. Inoltre nello studio preliminare è da considerare la proiezione demografica per i successivi quindici anni. Naturalmente a questi progetti vanno affiancati altri sui temi del lavoro e della scuola
 
Mahalla 15.57
In Inghilterra un progetto simile sta cadendo, perché non si trovano accordi sull'individuazione delle aree
 
Yuri Del Bar 15.58
Perché nessuno vuole un "campo nomadi" di fianco alla propria abitazione. Ciò che succede in Inghilterra è causato da una politica abitativa solitaria. ovvero non supportata da un lavoro di mediazione culturale
 
Mahalla 16.00
questo non saprei, in Inghilterra sono attivi da anni da questi temi
 
Xpisp 15.59
scusa 500 mq per famiglia???? Forse sarebbe meglio chiarire la dimensione di una famiglia, altrimenti potrebbe nascere un po’ d'invidia leggendo solo queste parole
 
Yuri Del Bar 16.01
Certo che ci sarà invidia. vedi Xpisp nelle culture sinte la famiglia è il valore primario per questo i figli non lasciano i genitori ed è per questo che abbiamo bisogno di più spazio. Una famiglia sinta in mezzo a tanti "gagi" avrebbe paura e piuttosto andrebbe in un "campo nomadi". Devi anche pensare che durante il nazismo ci avete mandato allo sterminio e ancora oggi ci rinchiudete nei campi nomadi. forse bisogna ribilanciare la situazione. Non pensi Xpisp?
 
Xpisp 16.03
leggendo la tua risposta ho pensato ad una persona ignorante come me che ritiene la famiglia quella tipo di 3-5 persone, quindi ne nascerebbe un equivoco. Ho chiesto solo un chiarimento per capire cosa si intendesse per famiglia.
Scusa ma io non ho mandato nessuno allo sterminio, se fare domande per capire mi fa paragonare a ciò che dici....
 
Yuri Del Bar 16.06
Un nucleo familiare è formato da cinque sei persone in media. poi quando i figli si sposano devono rimanere per alcuni anni con i genitori. sei mesi dai genitori della moglie, sei mesi dai genitori del marito. solo dopo alcuni anni le famiglie diventano autonome.
Mi dispiace che tu ti senta offeso. ma vedi in Italia ancora non è stata fatta un'elaborazione del lutto su quanto successo durante il fascismo. e quindi, se noi siamo ancora rinchiusi nei campi nomadi chi ne ha colpa?
 
Mahalla 16.09
Se volete discutere del fascismo, cause e concause, non se ne esce +. Preferirei rimanere al discorso del lavoro che si può fare oggi. Eventualmente, riprendere il discorso storico in un altro incontro.
 
Xpisp 16.10
Non mi sono offeso, solo non darmi responsabilità che non ho, conto così poco che non ho influenza, continuate sui discorsi precedenti che sono interessanti, grazie a tutti
 
Yuri Del Bar 16.11
Vedete il vero problema è che in Italia si ha un complesso di colpa per quanto successo agli ebrei. Al contrario per noi sinti si pensa, in larga maggioranza, che se siamo finiti nei camini è perché ce lo meritavamo. Siamo ladri, no?
 
Mahalla 16.13
Se tutti i ladri dovessero finire ai camini, avremmo risolto il problema energetico! Volevo magari capire meglio se queste mini aree sono da intendere come una riparazione per la storia o invece una possibilità di ovviare anche ai problemi di devianza. A Milano, ad esempio, nei grandi campi è impossibile vivere anche per un Rom o un Sinto!
 
Yuri Del Bar 16.14
E in effetti c'è qualcuno, vedi il blog della sucar drom, che ancora oggi ci invita a finire nei termovalorizzatori. E siamo nel 2005!
No, le micro-aree non sono una riparazione alla storia ci vorrà ben altro. ma è un primo passo per un riconoscimento della nostra cultura, della nostra società... di noi come persone!
Penso che nei grandi campi sia impossibile vivere, sia per i sinti/rom sia per qualsiasi altra 'persona. Provare per credere
 
Mahalla 16.17
Ho letto con interesse, a proposito del riconoscimento come persone, il post Mengro Labatarpe… volevo capire, oggi, come può evolvere la situazione lavorativa
 
Xpisp 16.17
chiarimento: ma 500 mq è la casa o la casa + lo spazio intorno???
 
Yuri Del Bar 16.18
casa + lo spazio intorno. per meglio capire sarò lieto di averti come mio ospite a gennaio quando inauguriamo la micro-area a Guastalla. Insomma è come una villetta: il progetto lavoro nasce da un'esigenza: valorizzare il lavoro che svolgono le famiglie sinte e rom a Mantova.
In effetti si pensa che noi non lavoriamo. Sbagliato, lavoriamo tutti. E’ che abbiamo una struttura sociale diversa e quindi non abbiamo divisione del lavoro come avete voi. In altre parole tutti i Sinti in Italia fanno lo stesso lavoro.
 
Xpisp 16.22
Una sola curiosità, qual'è questo lavoro?
 
Yuri Del Bar 16.23
il furto… scherzo!
 
Xpisp 16.23
dai non scherzare
 
Yuri Del Bar 16.24
Gli uomini fanno la raccolta dei materiali ferrosi, anche se alcuni hanno ancora lo spettacolo viaggiante. Le donne vedono calze, fazzoletti, centrini... porta a porta.
 
Xpisp 16.25
Scusa la domanda ignorante, ma dopo aver raccolto materiale ferroso...cosa ne fanno???
 
Mahalla 16.25
La mia domanda, sottintendeva: c'è ancora spazio per queste attività, o c'è da investire in formazione professionale verso nuovi lavori?
 
Yuri Del Bar 16.25
Il progetto quindi vuole valorizzare le potenzialità presenti nelle diverse famiglie. Questo è un buon momento: più il petrolio cresce e più il prezzo dei materiali ferrosi si alza, e basta con i corsi per giardinieri... non se ne può più!
Bisogna cercare di far coincidere le potenzialità, le aspirazioni e gli spazi presenti sul mercato, naturalmente senza mediazione culturale si torna a fare i corsi per giardinieri: vedi quello che sta succedendo in Emilia Romagna con due milioni di euro dell'Unione Europea
 
Mahalla 16.28
e con la mediazione culturale?
 
Xpisp 16.29
Personalmente ritengo che abbiate una grossa forza, la famiglia, con questa forza conosco molti immigrati nord-africani che sono riusciti ad aprire attività e ad avere un notevole successo, non penso che abbiano avuto bisogno di mediazioni culturali, anche se non guasterebbero.
 
Yuri Del Bar 16.30
certo perché altrimenti l'operatore della formazione professionale se ne va per i campi a prendere parole o sorrisetti ironici e lo pseudo corso diventa un modo per tirare avanti, con le borse di studio, per qualche mese, poi nulla.
I nord africani sono venuti e hanno accettato la cultura capitalistica; il discorso è molto complesso...
 
Mahalla 16.32
Ti chiedo un commento a questo esempio: Reggio Emilia corso per panettieri, diplomati una cinquantina (credo) di Rom stranieri. La giunta vanta questo risultato, Forza Italia dice che solo 50 non valgono i soldi spesi
 
Yuri Del Bar 16.33
in effetti non sono cinquanta e in secondo luogo avere cinquanta panettieri qualificati e nessuno assunto non è un buon risultato... o no?
 
Mahalla 16.33
E che ne so? Il commento lo lasciavo a te : - D
Yuri Del Bar 16.34
e io ho commentato... non offenderti anche tu : - )
 
Mahalla 16.34
Io????
 
Yuri Del Bar 16.34
un po di humor… altrimenti la vita è triste
 
Mahalla 16.35
Io faccio il bravo presentatore : - P
 
Xpisp 16.35
forse ora sarebbe il caso di finanziare l'apertura di una panetteria
 
Yuri Del Bar 16.35
ti immagini la massaia emiliana che va a comprare il pane nella panetteria rom... grande idea… e tu sei bravissimo
 
Xpisp 16.36
vedo quella brianzola che compra la carne dal mussulmano...non bisogna fare il razzismo al contrario
 
Yuri Del Bar 16.36
e in effetti è una grande idea, cosa ho detto di male?
 
Xpisp 16.37
Mi sembrava un po’ ironica...chiedo scusa!!! ho toppato!!!!
 
Mahalla 16.37
Sempre a fare gli offesi! L La situazione scolastica a Mantova com'é?
 
Yuri Del Bar 16.38
Era a doppio senso... è che qui ci stiamo divertendo.
Buona, se i bambini non vanno a scuola... pessima se ci vanno.. e ci vanno tutti... un dramma.
Torniamo seri.
 
Mahalla 16.39
Con gli stranieri come procede? (a me va bene anche di scherzare)
 
Xpisp 16.40
Chiedo venia ma devo tornare a lavorare (avendo anch'io accettato la cultura capitalista), peccato perché stavo avendo delle risposte interessanti. Un saluto a tutti, ci vediamo da sucar. Ciao da Xpisp
 
Yuri Del Bar 16.41
La scuola è uno strumento della cultura maggioritaria. L'intento è di far conoscere la scuola ai genitori in modo tale che possano fare richieste formative. E' a quel punto che il bambino troverà nella scuola tracce del suo mondo concreto
Mi dispiace Xpisp, un saluto a te. Carlo deve risponderti sul blog. Non disperare.
 
Xpisp 16.42
un abbraccio a tutti
 
Mahalla 16.43
Un attimo, prima di perdere il filo sulla scuola...
 
Yuri Del Bar 16.43
ti sei perso Fabrizio...
 
Mahalla 16.43
Sinora si è parlato di Sinti (italiani) volevo sapere la situazione dei Rom stranieri nel vostro comprensorio
 
Yuri Del Bar 16.44
Sinti lombardi. A Mantova ci sono rom rudara, arljia e rumeni: sono in casa e hanno diversi lavori, uno lavora come autista degli autobus pubblici
 
Mahalla 16.45
Integrazione scolastica?
 
Yuri Del Bar 16.45
Interazione! niente integrazione, è una brutta parola
 
Mahalla 16.46
Se uso frequenza? Insomma, come procedono i rapporti?
 
Yuri Del Bar 16.47
La scuola è buona per i rom rumeni e arlija. diverso il discorso per i rudara... o meglio la famiglia è ursara. I rom rumeni vanno a scuola e pretendono il rispetto culturale. E lo ottengono. I rudara si nascondono, sono più vicini a noi sinti.
 
Mahalla 16.48
Potresti darmi delle cifre per capire di quanta gente si tratta?
 
Yuri Del Bar 16.49
A Mantova abbiamo 45 minori sinti, nove rudara, quattro rumeni, 3 arljia. Parlo del comune di Mantova, in provincia i sinti sono un centinaio e i rom una trentina. I gruppi etnici sono una decina tra sinti e rom.
 
Mahalla 16.52
Ho l'impressione che in una città come Mantova, le cose si vivano e si affrontino differentemente da una metropoli. Cosa ne pensi? (lo so che è banale, non mi veniva meglio)
 
Yuri Del Bar 16.53
Certo, ma comunque fa un rapporto tra le popolazioni e vedrai che a Mantova ci sono molti ma molti più sinti e rom che a Milano. Mantova ha quarantamila abitanti
Ci dovrebbero essere due tre associazioni per quartiere per lavorare bene.
 
Mahalla 16.56
Io a questo punto, se sei d'accordo farei uno stop. Riscriverò tutto e poi lo rimetto online (tra stasera e inizio settimana prossima). Se sei d'accordo, possiamo stabilire anche altri appuntamenti simili in futuro
 
Yuri Del Bar 16.57
Adesso che abbiamo tredici persone collegate...
 
Mahalla 17.02
Credo che il contatore ogni tanto vada per i fatti suoi, ma se qualcuno ha domande o vuole salutarti, ha tutto lo spazio a disposizione.
Un ringraziamento a te e alla squadra mantovana
 
Yuri Del Bar 17.03
Io rimango collegato a disposizione per nuove domande. ciao Fabrizio
 
Xpisp 17.22
ciao, breve rientro (ho lasciato aperto per rileggervi quando potevo) non era riferito a te il pigiar male, era riferito a Fabrizio, parlare con te è stato un piacere...ma sei tu che mi rispondi in sucar? grazie comunque per le risposte.
 
Yuri Del Bar 17.25
le risposte in sucar le scrivono diverse persone. di solito ti risponde Carlo
Sono io che ringrazio te. se non c'eri era un dialogo a due con Fabrizio. bello il tuo blog...
 
Xpisp 17.33
Ti ringrazio del complimento anche se immeritato, non riesco ad esprimere chiaramente i miei pensieri come Fabrizio o NNS, inoltre non ho spesso il tempo per scrivere quello che mi passa per la testa. Ad esempio spesso nel farvi le domande temo di passare per arrogante o fazioso, indubbiamente non sono privo di esperienze negative che mi hanno influenzato, ma credo che conoscendosi (deve essere reciproco) si possano capire molte cose che ci rendono ostili e forse migliorarsi reciprocamente
 
Yuri Del Bar 17.42
Devi fare tutte le domande che ti passano per la testa, nessuno giudica nessuno. Concordo, la conoscenza reciproca può portare alla costruzione di un mondo dove ognuno di noi si possa sentire a casa propria.
Un saluto a tutti gli amici e un nuovo ringraziamento a Fabrizio per l'occasione data.
Sunaimi sigo (ci sentiamo presto, traduzione dal sinto lombardo)
 
Mahalla 18.01
Sastipé, but, baxt!
(salute, lavoro e fortuna)
Richieste e approfondimenti:(oppure tramite commento)
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Di Fabrizio (del 09/09/2005 @ 18:56:42, in conflitti, visitato 2788 volte)

Di seguito alcuni (confusi) aggiornamenti:

Continua la raccolta di firme a livello europeo contro i rimpatri forzati, mentre dalla Germania arrivano notizie di fermi immotivati e senza possibilità di assistenza legale. Situazione simile in Italia per Rom bosniaci e rumeni.

Intanto come procede la situazione in Kossovo? L'inviato speciale dell'ONU, il norvegese Kai Eide, di ritorno da un sopralluogo di quattro giorni, definisce così la situazione: "Comprendo che la gente non si senta al sicuro". Circa dieci giorni fa, l'assassinio di due appartenenti all'etnia serba è stato un segnale d'allarme per quanti ritenevano, in buona o mala fede, che la regione fosse "pacificata".

Nonostante una campagna di stampa che da ormai un anno ha toccato vari media internazionali, i Rom profughi a Mitrovica continuano ad essere tenuti in una ex discarica di rifiuti tossici. Il loro "spostamento" in un'area dove non muoiano per avvelenamento da piombo e mercurio, doveva iniziare tra settembre e dicembre 2005, ma tuttora non è stata individuata nessuna area alternativa. In questa situazione, destano preoccupazione e sconcerto le dichiarazioni di Soeren Jessen-Petersen -rappresentante ONU per il Kossovo, che ha definito i profughi di Mitrovica (e forse i Rom più in generale, non è chiaro dal contesto generale) come "un gruppo particolarmente difficile".

E' possibile che di questi profughi non importi niente a nessuno? O che le crescenti tensioni etniche scoraggino la ricerca di nuove aree per i rifugiati? O ancora, che il business in Kossovo, sia quello del rientro dei rifugiati e della ricostruzione? LA MIA PERSONALE RISPOSTA E': SI', tutte queste cose sono possibili e allontano ogni ipotetica soluzione.

L'ultima segnalazione, allora è per ERRC, che ha presentato una causa contro l'UNMIK (il contingente militare ONU) per la sua gestione quanto meno complice dell'emergenza rifugiati.

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