Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

ASSETTO VARIABILE

E' sospeso sino a data da destinarsi.

Le puntate precedenti sono disponibili QUI


Volete collaborare ad ASSETTO VARIABILE?
Inviate una
mail
Sostieni il progetto MAHALLA
 
  
L'associazione
Home WikiMAHALLA Gli autori Il network Gli inizi Pirori La newsletter Calendario
La Tienda Il gruppo di discussione Rassegna internazionale La libreria Mediateca Documenti Mahalla EU Assetto Variabile
Inoltre: Scuola Fumetti Racconti Ristorante Ricette   Cont@tti
Siamo su:  
Notizie in italiano dai Rom, Sinti, Kalé, Pavees di tutto il mondo

La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 12/11/2005 @ 12:37:34, in Italia, visitato 1856 volte)
comunicato stampa

11 novembre '05 - Progetto Carcere

Emergency lancia un programma di attività umanitarie anche in Italia. Il 10 Novembre Emergency ha sottoscritto un Protocollo d’intesa con il Provveditorato per l’Amministrazione Penitenziaria del Lazio, che segna ufficialmente l’avvio del nostro Progetto Carcere.
Il Protocollo prevede, per un periodo sperimentale di un anno, la possibilità per Emergency di condurre propri volontari - specialisti medici e paramedici - all’interno dei due grandi Istituti della capitale, Rebibbia Nuovo Complesso. e Regina Coeli. La modalità degli interventi è affidata a intese dirette (sottoprotocolli) con la Direzione degli Istituti.
Cosa faremo? Oltre a fornire più ampia possibilità ed esecuzione più rapida per visite e interventi specialistici, potremo fornire farmaci, presidi speciali, protesi, facilitare ricoveri per interventi nelle strutture pubbliche esterne, sollecitandone la disponibilità o provvedendo alla ricerca di soluzioni alternative. E’ già pronto il sottoprotocollo con Rebibbia, discusso il 27 settembre in una prima riunione operativa con i medici interni. Ora, con la firma del documento, le procedure saranno presto avviate anche a Regina Coeli.
Nella realizzazione di questo programma Emergency fa tesoro, tra l’altro, di anni di esperienza accumulata in Afganistan (soprattutto a Kabul) e in altri Paesi, dove abbiamo aperto nostre cliniche nelle carceri e curato migliaia di pazienti detenuti.
Se tra un anno ci saranno valutazioni concordemente positive sul lavoro svolto, Progetto Carcere potrà essere allargato agli altri Istituti del Lazio. Il suo scopo immediato è per noi quello di eliminare sofferenze ingiuste e inaccettabili per qualsiasi essere umano. Emergency, ben consapevole che in una società civile il rispetto dei diritti di tutti debba essere sempre garantito, intende richiamare le Istituzioni ad assolvere il proprio dovere e il proprio compito e in nessun modo intende sostituirsi ad esse.
La necessità di una profonda ristrutturazione della Medicina Penitenziaria d’altra parte è avvertita da tempo: nel 1999 il governo in carica aveva adottato un decreto legislativo (n. 230/99) che trasferiva dal Ministero della Giustizia (Medicina Penitenziaria) a quello della Salute (Servizio Sanitario Nazionale) l’intera funzione sanitaria nel carcere. Dal 1 Gennaio 2000 il decreto aveva avuto una parziale attuazione, limitata ai soli settori della prevenzione e dell’assistenza ai detenuti tossicodipendenti. Poi, fino ad oggi, più nulla. Con conseguenze disastrose sulla qualità dell’assistenza, in progressivo e rapido deterioramento.
Progetto Carcere è il primo intervento umanitario programmato in Italia, dopo anni di lavoro per la cura e la riabilitazione delle vittime civili delle guerre. Dal 1994, anno della nascita di Emergency, ad oggi abbiamo portato il nostro impegno e le nostre risorse in vari Paesi del mondo, dall’Afganistan al Sudan, dalla Cambogia all’Iraq, alla Sierra Leone, senza dimenticare Angola, Ruanda, Eritrea, Palestina, costruendo ospedali e centri di riabilitazione e curando circa 1,4 milioni di persone.

Roma, 11 novembre 2005

Per ulteriori informazioni:
Nicola Milillo,
press@emergency.it
Tel. 02-86316.372,
Cell. 335-470.471
Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 12/11/2005 @ 10:09:18, in media, visitato 2579 volte)

I miei Balcani immaginari

11.11.2005   
Il 28 ottobre a Roma, si è riunita l'Assemblea parlamentare della Nato. Seminario dedicato al Kosovo, con la partecipazione di 16 delegazioni parlamentari e diplomatiche dell'Alleanza Atlantica e di tutte le comunità nazionali dell'area coinvolte nei conflitti balcanici. Fra i relatori, il giornalista Ennio Remondino, corrispondente estero della Rai per quell'area. Questa la trascrizione del suo intervento
Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 11/11/2005 @ 11:00:14, in blog, visitato 1926 volte)
Continua l'avventura dei tre valorosi, imbarcati nel gioco Clandestini a bordo.
Abbiamo il primo disperso (non mi era mai capitato!), chi sta ancora sfuggendo dal Kosovo in fiamme e chi è già in Italia - provando a capire, come Alice nel paese delle meraviglie, che gusto c'è.
Nel nostro piccolo stiamo preparando la scenografia (OPEN SOURCE ; - ) ) del Tempo dei Gitani II.
PS x i lettori più antichi: diciamo che le notizie che pubblico sono la teoria, Clandestini a bordo invece è un vero e proprio corso pratico per i solutori più che abili (o coraggiosi). Sono sempre aperte le iscrizioni.

Ricordo ai lettori, che c'è anche a disposizione un'agenda per sapere cosa si organizza in Italia e nel mondo, e la possibilità di incontrarsi condividendo interessi comuni. O far sapere voi cosa state facendo e quando.
E avete anche una pagina per i vostri annunci (al momento, ce ne sono una cinquantina circa).
Fatevi vivi. Ciao
Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 11/11/2005 @ 07:49:45, in Europa, visitato 2229 volte)

cliccare sull'immagine per leggere l'articolo (testo in inglese)

9. 11. 2005: Un asteroide scoperto recentemente nella costellazione del Toro, sarà chiamato col nome del cantante bulgaro AZIS. Il corpo celeste, dal nome provvisorio di 2005 UT12, è stato scoperto da astronomi bulgari, con l'aiuto di scienziati belgi e britannici. Vogliamo dargli il nome di Azis, che da noi è un cantante molto conosciuto" ha spiegato un portavoce del gruppo scientifico...
Aziz
9. 11. 2005: L'Assemblea delle OnG bielorusse Pro-Democratic e il servizi online Chartija 97 informano che il Procuratore Generale della città di Minsk ha rivolto un ammonimento ufficiale agli attivisti di diverse minoranze nazionali e religiose. I gruppi hanno inviato lo scorso agosto un appello al Presidente Alexander Lukashenko, per proteggere Anzalika Borys, capo legittimo dell'Unione dei Polacchi di Bielorussia, organizzazione che le autorità non riconoscono...
Belngo
10. 11. 2005: Una strada separa il quartiere Ciglana di Sarajevo dall'insediamento rom di Gorica, ma in realtà tra i due agglomerati non c'è molta differenza. Su entrambe i lati, belle case. Non si vedono immondizie, fango o fognature a cielo aperto...
Link
10. 11. 2005: Jasmina ha 10 anni e non sa che il Ministro degli Interni della Herzegovina Occidentale ha lanciato l'Operazione Mendicante, una campagna volta ad eliminare il fenomeno dell'elemosina e del vagabondaggio. Ma la sua vita, divisa tra abusi domestici e accattonaggio nelle strade di Sarajevo, sarà comunque coinvolta da questa iniziativa. La bambina si avvicina alle macchine in attesa che il semaforo cambi, costretta a ripetere il gesto centinaia di volte al giorno...
mangipel

Sdruzeni Dzeno
V Tunich 11
120 00 Praha 2
----------------
+420 224 941 945
www.dzeno.cz / www.radiorota.cz

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 11/11/2005 @ 02:55:58, in blog, visitato 1833 volte)
In confronto a Il dubbio: questo sconosciuto, certamente.
Esiste un blog chiamato Zingarate, parla di viaggi low cost e mi son fatto l'idea che sia frequentato da giovani innocui e un po' mammoni, che sembrano usciti da una commedia di Pieraccioni.
Ma ecco il commento di un "utonto Esperto" apparso ieri: "granada non è grandissima, però è sempre un capoluogo. evita di andare al quartiere di Sacromonte da solo xchè è il quartiere degli zingari. in realtà gli zingari (anzi le zingare) evitale dappertutto, hanno la strana tendenza ad alleggerire il portafoglio dei turisti!..." Che aggiunge anche: "non dimenticare di fare una passeggiata all'albaycin, il quartiere ex gitano, tutto bianco... mooolto pittoresco!"
Insomma, a loro piace darsi arie da "Zingari", un po' come giocare a cowboys e indiani. O forse sognare i viaggi e la libertà, che però li condannano a mostrarsi per quello che sono, uguali un po' a tutti gli altri.
Quanto agli "Zingari", alla fine se Zingarate ha rubato quel nome da qualcuno, senza vergogna, eccoli pronti al passo successivo: i quartieri gitani sono belli, purché non ci siano i Gitani.
Ma, sono pronto a scommetterci, questi ragazzuoli sono convinti che la  doppia morale sia una caratteristica "degli zingari"!
Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 10/11/2005 @ 16:34:03, in Europa, visitato 2509 volte)

Il Ministro belga degli Interni, Patrick Dewael, in visita a Sofia, ha ammonito sull'intenzione del Belgio di restringere radicalmente le politiche migratorie sui richiedenti asilo dall'Europa dell'Est. [...] Ha chiarito che durante il vaglio delle domande, i richiedenti asilo verranno tenuti in centri detentivi e non riceveranno alcuna somma dallo stato. Dewael ha inoltre spiegato che la Bulgaria è prossima all'ingresso nell'Unione Europea e che i suoi residenti [perciò] non hanno più i presupposti per richiedere asilo a nome della Convenzione di Ginevra. Dewael aveva provato due settimane fa a variare in senso restrittivo la politica d'asilo, a fronte del gran numero di richieste provenienti dalla Slovacchia. [...] Ma la sua proposta dovrà essere vagliata dai gruppoi parlamentari che sostengono la maggioranza al governo.

Pubblicato su Bulgarian News Network

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 10/11/2005 @ 12:05:23, in media, visitato 1844 volte)

Leggo su la Padania online questa notizia
Una foto "invecchiata" per trovare Angela Celentano
ripresa nei giorni scorsi anche da diversi giornali

Nell'articolo (anonimo) ad un certo punto spunta la frase:
... Tante segnalazioni che hanno fatto imboccare agli inquirenti la pista di uno dei numerosi rapimenti di bambini compiuti da zingari. ... (cito testuale, mio il testo evidenziato)

Però, da fonti del Ministero degli Interni, tali rapimenti non risultano, ne tanti ne pochi.
Quindi non capisco se l'articolista ha per caso una sua gola profonda riservata (e in questo caso, o denuncia la cosa alle autorità, oppure è complice), o è un bugiardo. O semplicemente un dilettante, che in mancanza della notizia, la inventa secondo i gusti del suo pubblico.
Benzina sul fuoco? Campagna elettorale?
O più semplicemente, diffamazione mezzo stampa?

Se qualcuno vuole compiere una denuncia, è pregato di farmelo sapere. Grazie

Articolo Permalink Commenti Oppure (1)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Marco Nieli (del 10/11/2005 @ 10:24:17, in Italia, visitato 1741 volte)

Ciao, 
vi invio il programma di un'iniziativa che stiamo preparando sul concetto di muro, insieme alle Donne in Nero.
Venite numerosi.
Marco Nieli.


Donne in Nero di Napoli

 STOP THE WALL
ImmaginiMaterialiVisioniParole

contro i muri che dividono i popoli e le persone

MURI costruiti per separare ed escludere, per controllare e tenere in ostaggio intere comunità Palestinesi, Saharawi, Rom

VENERDI' 11 NOVEMBRE 2005

Proiezione non-stop dei film
"Route 181"  " Una storia Saharawi" “I figli del vento”
 ore 19.00- 22.00

Foto di Bruna Orlandi
Consultazione di documenti, mappe, cartine geografiche e altro materiale informativo 
 
 Dibattito a cura delle Donne in Nero

ore 20.30 CINEMA MODERNISSIMO, via Cisterna dell'Olio, Napoli

Spazio Videodrome

Ingresso libero

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 10/11/2005 @ 09:04:19, in Italia, visitato 2648 volte)

Intervista a Tommaso Vitale, Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale,
Università degli Studi di Milano – Bicocca (tommaso.vitale@unimib.it):

Per gentile concessione dell'autore. L'intervista è riportata in "Il Porrajmos dimenticato" Edizioni Opera Nomadi ed è scaricabile in formato pdf


Mi sono avvicinato alla questione dei Rom a Milano per motivi di ricerca scientifica molto distanti dai temi del multiculturalismo, a partire da una riflessione sui conflitti urbani. Nello specifico stavo conducendo una ricerca sulla “proprietà privata” e mi domandavo se, come e quando la pubblica amministrazione arroghi a sé la facoltà di sottrarre un bene privato. Una ricerca classica sugli strumenti dell’azione pubblica, distante perciò dai temi della povertà e dell’esclusione all’interno di cui abitualmente si parla dei nomadi.

Nel 1999 si avvertiva, in giro per l’Italia, quello che i sociologi definiscono “panico morale”: momenti di effervescenza in cui tutti identificano un nemico rispetto a un contesto locale. Un nemico interno, o più facilemente esterno. Un nemico che, moralmente, è identificato come cattivo. Precisamente, come dice Marcello Maneri riprendendo Stanley Cohen, il panico morale è dato da attivazioni mediatiche, ondate emotive nelle quali un episodio o un gruppo di persone viene definito come minaccia per i valori di una società; i mass media ne presentano la natura in modo stereotipico, commentatori, politici e altre autorità erigono barricate morali e si pronunciano in diagnosi e rimedi finché l’episodio scompare o ritorna ad occupare la posizione precedentemente ricoperta nelle preoccupazioni collettive. In quel periodo alcuni rom furono nuovamente identificati come cattivi e quindi nemici, e in conseguenza di ciò, in diverse città tra cui Milano, vennero eseguiti degli sgomberi punitivi, motivati da ragioni relative alla sicurezza della comunità.

Assistetti personalmente allo sgombero di via Barzaghi (una via di Milano, dietro il cimitero Maggiore) e rimasi colpito da due aspetti: innanzitutto erano state distrutte delle roulotte; in secondo luogo erano state distrutte le roulotte che non avevano ruote. Abitualmente è davvero difficile per l’amministrazione pubblica “attentare” alla proprietà privata, anche se questa è posta in una zona illegittima. Ad esempio, un Comune non può distruggere un’automobile, anche fosse molto malridotta. Può farla rimuovere, al limite, ma non distruggere. Gli è impedito in chiave amministrativa; è necessaria un’autorizzazione specifica, e la responsabilità del decisore politico. In via Barzaghi, invece, ho potuto constatare, e ne rimasi estremamente colpito, come certi effetti personali, ma sarebbe meglio dire effetti e affetti, venissero distrutti dalle ruspe senza alcuna prudenza. In altre parole, non mi colpiva tanto lo sgombero in sé, o il registro securitario all’interno di cui era inquadrato, ma il fatto che non vi fosse il rispetto delle proprietà dei Rom, e che dunque non vi fosse rispetto, in questo caso, per l’istituto giuridico della proprietà privata. Mi stupì che non si sia usato il repertorio della requisizione, o altri strumenti a disposizione dell’amministrazione, e che si utilizzasse invece il repertorio troppo immediato della distruzione.

Da questo episodio, dunque, ho cominciato a ragionare anche su altre modalità di trattamento amministrativo che interessano i Rom. E ho scoperto, ad esempio, che ci sono alcune amministrazioni, come il Comune di Milano, che quando approntano delle soluzioni, giuste o sbagliate che siano, per questa popolazione, lo fanno in una maniera sistematicamente "differenzialista”. È stato così quando hanno fatto il campo per i macedoni in via Novara nel 1998 o quando hanno istituito il campo di via Barzaghi/Triboniano nel 2001. Prescindendo dal problema se questi campi siano opportuni oppure no, è un dato di fatto che la amministrazione pubblica abbia dato vita a due strutture che non prevedono i requisiti minimi di abitabilità. Il fatto che, anche in presenza di un atto dell’autorità pubblica, questi assembramenti di persone non prevedano i requisiti minimi di abitabilità, prima di tutto gli allacciamenti elettrici e fognari, mi sembra indice di qualcosa di profondo, che non può essere trascurato. Intendiamoci, non stiamo parlando del fatto che non si voglia qualcuno, perché a quel punto lo si “caccia”, lo si espelle. Il fatto di cui sto parlando è profondamente diverso: nel caso dei campi di via Novara e di via Triboniano si sono disposte, da parte della pubblica amministrazione, due strutture per qualcuno che si è deciso lì dovesse abitare. Ma queste strutture pubbliche di accoglienza sono state costruite prive di impianti elettrici e di impianti fognari. Il punto che ci deve far riflettere è che questa prassi non è accettabile all’interno del nostro ordinamento giuridico poiché l’abitare in Italia è una condizione normata nel dettaglio. Eppure, nel caso dei Rom, la prassi di allestire dei campi senza requisiti minimi di abitabilità è esercitata sistematicamente, e non solo a Milano: in diverse città, spesso al di là del colore politico della giunta.

Su questo punto credo si debba essere precisi, e non fare troppi giri di parole. Se c’è qualcuno, un gruppo o un individuo per il quale è possibile costruire un habitat che non abbia energia elettrica e fognature, significa che quel qualcuno, gruppo o individuo, è considerato in maniera differenziale rispetto agli altri. Ci tengo molto a questa parola: “differenziale”. E’ un termine che emerge dal dibattito sull’Olocausto nella società moderna.

Se si costruiscono delle case popolari, queste per legge devono possedere i requisiti di abitabilità. Si possono costruire degli obbrobrii che vengono criticati a lungo: è una questione di merito sulla qualità e l’opportunità dell’intervento pubblico ed attiene alla sfera del un giudizio politico sulla politica sociale. Nel caso dei campi per i Rom, però, il problema non è se un campo è bello o brutto, se è funzionale o meno, se è collocato nel luogo più opportuno o meno, se è una forma di intelligenza o di stupidità sociale. Il problema è se questi campi rispettano i criteri minimi di abitabilità: reti elettriche e fognarie. Se non li rispettano, ciò mi pare un segnale molto grave, perché si presume che esista un gruppo sociale, degli esseri umani, che non appartengono alla ‘comune umanità’. ‘Comune umanità’ in questo caso, significa fruire di una condizione abitativa, bella o brutta che sia, che rispetti quei requisiti di abitabilità considerati propri e degni della condizione umana. Sono due, ripeto, questi requisiti minimi. L’espletamento delle funzioni superiori, la comunicazione e l’espressione delle attività intellettuali, e quello delle funzioni corporali. In questo senso oggi, nella nostra società, l’accesso all’energia elettrica è proprio della ‘comune umanità’: sfido chiunque a dire che non ci troviamo nella ‘società dell’informazione’ o nella ‘società delle reti’, alle cui basi c’è la risorsa energetica. Allo stesso tempo, è proprio della condizione umana l’espletamento e la gestione, per così dire organizzata e addomesticata, dei bisogni corporali. Non rispettare queste condizioni significa considerare le persone a cui gli habitat sono destinati, alla stregua di animali, estranei alla ‘comune umanità’. A queste persone sono implicitamente attribuiti dei requisiti che sono propri degli animali, dei quali si prevede che di giorno agiscano grazie alla luce del sole e che di notte si orientino al buio, ed espletino le funzioni corporali all’aria aperta. Per questo gli animali non hanno bisogno della rete elettrica e fognaria. I requisiti di animalità sono attribuiti di fatto dal trattamento amministrativo che spesso subiscono i Rom. Certo, si può obiettare che quegli habitat siano stati costruiti così in emergenza, e che poi “i Rom si sarebbero arrangiati”: ma l’arrangiarsi non rientra nella legalità, e un’amministrazione non può programmare una modalità di risoluzione illegale. È un’obiezione insostenibile. Evidentemente, nei confronti dei Rom, scatta un’idea differenzialista per la quale essi manifestano esigenze tutte diverse dalle nostre, intendendo per nostre le esigenze della ‘comune umanità’. Si potrebbe dire che l’amministrazione comunale a Milano non aveva i soldi per fare gli allacciamenti alla rete fognaria ed elettrica (per altro allacciamenti non particolarmente costosi). E che perciò ha preferito procedere per piccoli passi: “meglio poco che niente”. C’è ad esempio chi sostiene che ciò avviene ed è avvenuto perché le urgenze sono altre, ad esempio dare un tetto a chiunque ne abbia bisogno; e che di fondo, pur se ingiusto, elettricità e fogne non siano priorità. Ma le amministrazioni, lavorando in regimi di scarsità, funzionano sempre per priorità e non fanno mai più di quanto sono costrette a fare dal loro ruolo amministrativo. L’amministrazione più progressista, così come l’amministrazione più conservatrice, tenderà sempre a fare il minimo indispensabile a cui è costretta e vincolata da una scelta politica. Il problema è proprio quale è il livello minimale dell’intervento amministrativo. E soprattutto: per chi valgono i requisiti minimi e indispensabili delle necessità vincolanti fissati per l’abitabilità? Quando si tratta di esseri umani, però, vi sono delle condizioni sotto le quali non si può andare. In sede di diritto, le amministrazioni non possono spingersi a fare qualcosa che sia contrario a degli assunti fondamentali, anche di fronte a un’urgenza. La mia impressione è che in diversi schieramenti politici, anche di sinistra, così come in alcuni gruppi di volontariato sociale, si condivida l’idea che possano esserci delle abitazioni senza elettricità e fognature.

Su questo ho indagato a Milano; perché è questo il problema.

Viene detto che “comunque si deve tener conto di certe differenze culturali”. Alcuni gruppi politici, quelli più a destra, dicono che Rom e Sinti sono abituati a ‘vivere nel vento’, e dunque hanno una cultura peculiare: in sociologia chiamiamo questo atteggiamento ‘differenzialismo culturalista’. Un’accezione multiculturale talmente forte tale per cui due individui non condividono niente: ‘Io ho bisogno della fogna perché appartengo a una cultura, mentre tu che non ne fai parte non ne hai bisogno’. C’è poi un differenzialismo di tipo biologico, secondo cui vi sono persone, esseri umani, che non hanno requisiti di umanità severi come i nostri. Per “razza”, i Rom non avrebbero bisogno di energia elettrica e fogne.

Che si tratti di differenzialismo biologicista o culturalista, il problema non cambia.

Formalmente, nessuna amministrazione, da nessuna parte del mondo, potrebbe porsi il problema dell’adeguamento delle proprie regole e dei propri standard sulle strutture ed infrastrutture materiali alle esigenze, più o meno immaginate, di una minoranza culturale. Se in Italia arrivasse una minoranza che dice: io non ho bisogno delle fogne, quindi posso costruirmi delle case senza fognature. No: in Italia la legge prescrive l’obbligo delle fognature, e dunque un’abitazione non può non avere un allacciamento fognario. Se l’abitazione non ha le fogne, non ha i requisiti minimi di abitabilità. Punto e chiuso: dal punto dell’amministrazione pubblica dovrebbe essere irrilevante la presunta cultura del gruppo che abita una casa. Se quell’abitazione non può essere abitata, e se non può essere allacciata alla fognatura, va sgomberata. Punto e a capo, chiuso. Neppure una malga per le mucche, in montagna, può essere priva di fogne. Se anche Rom e Sinti facessero una richiesta del genere, e sono ben lungi dal farla, lo stato di diritto italiano non potrebbe accoglierla. Anzi, lo Stato nelle sue articolazioni territoriali dovrebbe rispondere: ‘No, dovete abitare in strutture che siano pertinenti rispetto ai requisiti minimi di abitualità, che sono comuni per tutti’. Prendiamo i centri di permanenza temporanea per clandestini, come quello di via Corelli a Milano: possiamo considerarli crudeli, possiamo essere contrari oppure favorevoli; mi risulta però che tali centri rientrino nei criteri minimi di abitabilità.

Per i Rom invece no, per i loro campi, spesso, questi criteri non sono previsti.

Come è possibile, mi chiedo, che siamo arrivati al punto di accettare, favorevoli o contrari alla loro presenza, condizioni di abitabilità che non rispondono ai parametri minimali di ciò che oggi è considerato comune all’umanità?

In sociologia, l’abitare è considerato una condizione di consistenza di una persona: la persona può essere individuo in pubblico soltanto se ha una sua consistenza nel privato, e tale consistenza è data dalla sfera domestica degli affetti, ed è evidente che questa, a sua volta, si caratterizza qualitativamente anche e soprattutto secondo i parametri di abitabilità degli spazi in cui si abita.

Ecco, a fronte di tutto ciò Milano, l’area metropolitana più ricca d’Europa, attrezzata di una rete elettrica e fognaria ineccepibile, di fronte a problemi che non sono emergenziali, se non nella loro tematizzazione pubblica, anziché elaborare risposte politiche, promuove modalità di intervento che non rispettano i criteri determinati e garantiti dal diritto.

I rom di via Barzaghi, hanno ricevuto un trattamento differenziale e l’azione nei loro confronti si è caratterizzata per la “legittimità differenziale” con cui è stata accettata. Per accettare che un trattamento differenziale sia legittimo occorre che emergano delle “convenzioni” capaci di espellere i rom dalla comune umanità, di considerarli cioè di natura differente rispetto a quella di tutti noi. Il concetto di legittimità differenziale è un ossimoro. La legittimità è un rapporto di riconoscimento che ha un carattere propriamente universalista: è legittimo ciò che è universalmente riconosciuto come tale. Le stesse eccezioni di legittimità sono pubbliche, hanno ugualmente un carattere di universalità - sebbene in un sottoinsieme dell’universo di riferimento -, e non sono caratterizzate da eccessiva ambiguità. Di conseguenza, parlare di legittimità differenziale implica il riferimento ad una logica di azione che presuppone la presenza di universi rigidamente distinti e paralleli. In questo senso, uso questo ossimoro per indicare come negli argomenti degli attori politici a Milano sia emerso un progressivo trattamento differenziale dell’umanità, cioè una distinzione fra quelli che comunemente sono considerati esseri umani; distinzione che ha portato all’espulsione di una parte di questi dalla comune umanità.

Qui è importante segnalare un passaggio fondamentale. Separare l’umanità in due o più universi separati, cioè far collassare le appartenenze sociali su distinzioni ontologiche fondate biologicamente, è proprio della tradizione eugenetica. L’eugenetica è infatti la sola dottrina politica che ha preteso di fondare un modello di giustizia su caratteristiche biologiche, espellendo della comune umanità particolari categorie di esseri (umani), istituendo pubblicamente forme di legittimità differenziale.

Il trattamento differenziale dei rom, come abbiamo visto, è una modalità dell’azione pubblica ed in quanto tale va letta in chiave istituzionale per coglierne la portata normativa nelle culture e nelle identità degli attori politici a Milano (siano essi della maggioranza o dell’opposizione, dei partiti o delle associazioni). L’assenza di fogne e di elettricità nei campi ha dato vita solo a qualche lamentela timida. Nessuno ha urlato contro la matrice eugenetica di questo trattamento amministrativo.

L’eugenetica ci pone problemi soltanto a nominarla, dopo l’olocausto compiuto nel corso della II guerra mondiale, e non ne parliamo più. Parliamo di xenofobia, parliamo di razzismo perché è più facile. Io sono razzista con qualcuno perché non apprezzo una sua caratteristica, associo a questo qualcuno tutti quelli che presentano la medesima caratteristica e, tendenzialmente, cerco di eliminarla. L’eugenetica è diversa, perché ha una sua collocazione e tradizione in seno alla filosofia politica e fa riferimento a un criterio di giustizia sociale, per quanto opinabile: migliorare la vita propria e soprattutto quella delle generazioni a seguire, mettendo in pratica meccanismi di miglioramento delle condizioni biologiche. Da Galton in avanti, l’eugenetica è “evoluta” anche in senso culturalista: pretende di migliorare la società nel suo insieme, modificando alcuni aspetti della cultura di chi ne fa parte. Nessuno degli eugenisti ha mai definito quali fossero le basi biologiche della diversità e dell’inferiorità, ma tutti hanno sempre parlato di come migliorare le condizioni complessive della società, partendo da una forma di violenza profonda sulle basi culturali e corporali di una qualche minoranza.

Ora, consideriamo il caso degli albanesi. Ho chiesto agli studenti del I anno di Sociologia quanti abitanti abbia l’Albania, metà di loro mi ha risposto che ha più di dieci milioni di abitanti (contro i reali 3.582.000), probabilmente accompagnando questo errore alla percezione, spaventata, che gli albanesi siano criminali. Qui siamo di fronte a un problema di xenofobia che, come tale può facilmente spostarsi su altre minoranze. Oggi, comprensibilmente, sono i mediorientali e i magrebini sotto l’occhio del ciclone, e gli albanesi se la cavano un po’ meglio. Il problema non è quello di guardare male il Rom perché attenta alle tue condizioni di vita rischiando di peggiorarle. Questa, per inciso, è l’istanza leghista della prima ora, nei confronti degli
extracomunitari: gli stranieri ci portano via la casa e il lavoro, si fanno pagare di meno, i nostri operai perdono potere contrattuale, ecc. Sui Rom, invece il problema è differente e specifico. Nei loro confronti le amministrazioni manifestano un’attitudine differenzialista: per molti amministratori non si tratta di persone che vanno cacciate in conseguenza di comportamenti criminali, assolutamente. I Rom, più semplicemente, non appartengono alla ‘comune umanità’ per cui togliendoli di mezzo si fa un favore a tutta la società. La questione è stata tematizzata dagli antropologi in relazione al tema della purezza. Il problema dell’eugenetica è quello di impedire a una razza inferiore di contaminare e sporcare la società. Ne consegue che, liberandosene, si agisca in favore della integrità di tutti.

Sentite cosa ha detto un assessore milanese: (Tiziana Maiolo, assessore alle politiche sociali di Milano, il 4 settembre 2001): “In via Barzaghi non è questione di linea dura o linea morbida, ma di semplice buon senso: saranno espulsi i clandestini e basta... Del resto, diciamolo chiaramente: voi sareste contenti di tenere in città tutti questi zingari che vengono in casa a rubare? Insomma è risaputo che gli zingari mandano i bambini a rubare nelle case: o no?”. E ai cronisti presenti, che le chiedevano se intendesse che ‘tutti gli zingari sono ladri’, ha risposto: “Non fareste questa domanda se anche voi aveste subìto un furto in casa, come è capitato a me tanti anni fa”. In un altro intervento, riguardo ai Rom, lo stesso assessore afferma anche che: “sono tornate malattie che sembravano estinte, come la Tisi e la Scabbia”. Quello che mi colpisce, da sociologo, nel primo caso, è il processo inferenziale: il fatto che l’assessore abbia subito un furto in casa non significa che uno sappia dire chi è stato a rubare. Negli anni Ottanta c’è stato panico morale nel centro italia rispetto alle violenze sessuali per cui si sentiva dire: “sono stata violentata da un branco di persone, e questo gruppo parlava l’italiano con accento stentato, le persone di quel gruppo erano zingare”. I processi inferenziali sono segnali abbastanza consueti nelle società, e sono indice di semplice, si fa per dire, razzismo. Il salto di qualità, però, è sulla questione della malattia; per un certo periodo qualcuno lo ha detto anche degli immigrati (“gli immigrati portano malattie”), anche se poi, per fortuna, nessuno è riuscito a sostenerlo. I rom come fonte di contaminazione invece è un motivo costante del discorso pubblico. La questione della malattia non è tematizzata mai per denunciare il trattamento differenziale dei rom che genera habitat privi di quei requisiti minimi abitabilità che oggi esigiamo per legge anche per le mucche. La malattia non deriverebbe dalle loro attuali e precarie condizioni igieniche, delle quali le amministrazioni sono responsabili. No: sono loro, i Rom, a portare la malattia. E questo, a mio giudizio, è segnale di una postura eugenetica, e la conseguenza diretta è quella di sbarazzarsi, di escludere i Rom dalla comune umanità, con l’obiettivo “di giustizia” di migliorare la società a venire. Sbarazzarsi dei Rom, non cambiare la politica sociale o la politica di accoglienza. La mia impressione di studioso è che questo atteggiamento nei confronti dei Rom persista da tantissimo tempo, ben prima dell’avvento del nazismo. Il Rom fa paura più degli immigrati, anche quando è italiano, anche quando ha un lavoro, conosce bene la lingua, non è indigente, ecc. Per avere delle condizioni minime di civiltà giuridica in Europa, pertanto, diventa necessario aggredire questo atteggiamento. Di fronte alla presenza di un trattamento amministrativo differenzialista dei rom, io ritengo fondamentale lo sforzo di metterne a fuoco le matrici eugenetiche. Le atrocità dell’eugenetica a mio parere vanno richiamate sempre, in particolare ai responsabili dell’amministrazione, essendo le istituzioni il nostro patrimonio più prezioso per convivere. Il trattamento differenziale che espelle i Rom dalla comune umanità, mi sembra debba essere capito a fondo, per potere essere riconosciuto e avversato da tutti.

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 09/11/2005 @ 11:05:45, in musica e parole, visitato 2150 volte)
Daily Yomiuri
 
Zinga(l)i e orgogliosi di esserlo
Paul Jackson / Daily Yomiuri Staff Writer

L'ultimo paio di settimane ci hanno offerto un numero di performances esaltanti delle cosiddette bande Zingare, che variano dal sound neo-gypsy della Mahala Rai Band agli ottoni della Fanfare Ciocarlia - i cui suoni ipnotici hanno ammaliato il pubblico nei recenti concerti tenuti al Quattro gig di Shibuya, Tokyo.

Ma forse il piatto forte deve ancora arrivare, con le prossime esibizioni dei Taraf de Haidouks. L'esuberante "banda degli onorati banditi" proverà a collegarsi con lo spirito degli spettatori giappobnesi durante il programmato tour Time of Gypsies Vol. 2.

Ma è corretto tutto questo parlare di Zingari e musica zingara? Di sicuro, questi gruppi musicali non vogliono essere etichettati così, se non per il loro legame a un movimento più vasto.

Michael Winter, manager dei Taraf de Haidouks e di Mahala Rai Band:

"[L'interpretazione] dipende da cosa è corretto politicamente o non lo è" ci dice durante un'intervista telefonica dal Belgio, dove ha la sede. "Per anni, anni e anni, li hanno chiamati dappertutto Zingari, in Francia, Inghilterra, Germania... e questo all'inizio aveva chiaramente un significato peggiorativo. Poi improvvisamente da un po' di tempo la gente ha iniziato a dire 'Oh no, non è corretto, chiamiamoli Rom' Ma se gli Zingari si chiamano tra loro Zingari, questo è solo un problema dei non-Zingari. Non è un insulto, dipende tutto da come lo si dice.

E' un dibattito davvero sterile. Non interessa a nessuno, a parte quelli che vogliono un mondo troppo pulito, piatto e senza montagne."

Winter insiste di nion essere un etnomusicologo, ma è stata la sua ricerca di musicisti in Romania che ha portato alla nascita dei Taraf de Haidouks nel 1990. Da allora, i musici da Clejani, Romania, hanno iniziato a suonare nei locali, tre giorni e tre notti durante i matrimoni, girando il mondo e apparendo nei film, incluso il giapponese Il vento piangente (titolo giapponese: Fuon). Hanno registrato quattro album e stanno già lavorando per il prossimo CD, mentre in Giappone dovrebbe uscire a breve il DVD che ripercorre la loro carriera.

Johnny Depp, che è apparso nel film The Man Who Cried assieme ai Taraf de de Haidouks, li descrive come il suo gruppo preferito e li scarrozza nei party privati a Los Angeles, mentre il designer-stilista Yoji Yamamoto li ama talmente che oltre a averli presentati alla sua collezione di Parigi, se potesse li avrebbe fatti sfilare in passerella

Winter ritorna sull'argomento della Gypsy music.

"In molti la chiamano così solo perché è semplice, ed è vero che ciò non vero" dice adoperando questa improvvisata allocuzione per indicare che non esiste di per sé la musica zingara.

"La musica dei Taraf de Haidouks, o della Fanfare Ciocarlia - agli inizi, perché ora è un po' diversa - penso dovremmo chiamarla musica rumena suonata alla maniera zingara."

Con questo, Winter intende la libertà stilistica dei musicisti zingari, comparata a come si intende la musica folclorica nei termini di armonia, ritmo e improvvisazione.

Sottolinea inoltre che non esiste un repertorio tanto vasto di musica zigana tra le varie comunità sparse in Europa. Invece, sono molto varie le radici interpretative. Si può paragonare, chiede, a musica degli Zingari rumeni con quella degli ungheresi, o alla tradizione flamenca in Spagna? A parte un ristretto numero di "its" come "Gelem Gelem", i musicisti tendono ad adattarsi alla musica del paese dove vivono, spiega. 

Quindi, cosa distingue i Taraf de Haidouks dagli altri gruppi?

Ad una prima impressione, risulta evidente che la differenza tra Taraf de Haidouks e Fanfare Ciocarlia è che il suono dei Taraf si basa su violini e strumenti a corda, a differenza dei fiati che spingono la Ciocarlia.

Winter concorda, ma va oltre.

"Ciocarlia viene dalla Moldavia [in Romania] e la tradizione lì e dei fiati, anche i toni sono completamente differenti" dice Winter. "Capisco che è difficile per gente di altri paesi intendere la Romania come un posto con molte culture differenti, ma è così. Ci sono la Moldavia, e poi la Transilvania. Oltenia, Valacchia, dove Taraf de Haidouks e il resto [del paese] ha una tradizione e un modo di vita completamente differente". 

Mentre la musica dei Balcani è di solito molto veloce, Taraf de Haidouks non carica il coro con la stess intensità della Ciocarlia.

"La musica della Valacchia è più esemplare di cosa sappiamo della Romania e degli Zingari, dell'immagine di violini e fisarmoniche che accostiamo ai musicisti zingari." dice Winters.

La strumentazione tipica della regione include violini e cimbali - strumenti dolci, il cui suono [Winter] paragona al tocco di un pianoforte, quando percuote le corde con i martelletti.

In questo tour, i Taraf de Haidouks schiereranno due violini, un cimbalo, due fisarmoniche, un fiato e tre cantanti, uno dei quali sarà aggiungerà un violino al palcoscenico.

La descrizione di Winter rende l'impressione di un'entità piuttosto anarchica. Dice che la band non ha mai avuto un leader. Compreso Nicolae Neascu, l'ultimo violinista settantenne che è stato un simbolo - ma non un leader - della banda, prima di morire due anni fa. Viceversa, ogni solista si trasforma in leader - finché dura l'assolo.

Ma questo non è tanto un riflesso d come si intende la tipica banda zingara, dice. E' più un riflesso dello stile deiTaraf de Haidouks e del loro approccio vitale e istintivo. 

Comunque, rassicura Winter, il pubblico giapponese sarà immediatamente catturato dal loro entusiasmo.

"Quello che attrae i giapponesi è quel tipo di pazzia e di libertà che la banda sprigiona sul palco" termina Winter, cosciente del colpo che i componenti hanno fatto sul pubblico di Chicago. "Tutti pensano che la società giapponese sia estremamente ordinata e organizzata, ma so che a loro piace festeggiare e divertirsi come pazzi. Così, con i Taraf possono [lasciarsi andare] e neanche noi sappiamo più stare al [loro passo]." scherza.

[...]

(Nov. 3, 2005)

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587

Titolo
Quest'anno ci saranno le elezioni europee. Ti senti coinvolto:

 Per niente
 Poco
 Normalmente
 Abbastanza
 Molto

 

Titolo
La Newsletter della Mahalla
Indica per favore nome ed email:
Nome:
Email:
Subscribe Unsubscribe

 

********************

WIKI

Le produzioni di Mahalla:

Dicono di noi:

Bollettino dei naviganti:

********************


Disclaimer - agg. 17/8/04
Potete riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo il link:
www.sivola.net/dblog.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. In caso di utilizzo commerciale, contattare l'autore e richiedere l'autorizzazione.
Ulteriori informazioni sono disponibili QUI

La redazione e gli autori non sono responsabili per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ai post.
Molte foto riportate sono state prese da Internet, quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non hanno che da segnalarlo, scrivendo a info@sivola.net

Filo diretto
sivola59
per Messenger Yahoo, Hotmail e Skype


Outsourcing
Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare.
Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti:

Il gruppo di discussione

Area approfondimenti e documenti da scaricare.

Appuntamenti segnalati da voi (e anche da me)

La Tienda con i vostri annunci

Il baule con i libri Support independent publishing: Buy this e-book on Lulu.


Informazioni e agenzie:

MAHALLA international

Romea.cz

European Roma Information Office

Union Romani'

European Roma Rights Center

Naga Rom

Osservazione


Titolo
blog (2)
Europa (7)
Italia (6)
Kumpanija (2)
media (2)
musica e parole (4)

Le fotografie più cliccate


19/03/2024 @ 04:44:58
script eseguito in 174 ms

 

Immagine
 Dale Farm: The Big Weekend... di Fabrizio



Cerca per parola chiave
 

 
 

Circa 5272 persone collegate


InChat: per non essere solo un numero scrivete /n  e poi il vostro nome/nick

< marzo 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
    
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
             
Titolo
blog (506)
casa (438)
conflitti (226)
Europa (986)
Italia (1410)
Kumpanija (377)
lavoro (204)
media (491)
musica e parole (445)
Regole (348)
scuola (335)
sport (97)

Catalogati per mese:
Maggio 2005
Giugno 2005
Luglio 2005
Agosto 2005
Settembre 2005
Ottobre 2005
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024

Gli interventi più cliccati

Ultimi commenti:
BuongiornoE-mail: giovannidinatale1954@gmail.comOf...
28/12/2021 @ 11:20:35
Di giovannidinatale
Hi we are all time best when it come to Binary Opt...
27/11/2021 @ 12:21:23
Di Clear Hinton
 

Locations of visitors to this page

Contatore precedente 160.457 visite eliminato il 16/08/08 per i dialer di Specialstat

 Home page © Copyright 2003 - 2024 Tutti i diritti riservati.

powered by dBlog CMS ® Open Source