Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

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L'essere straniero per me non è altro che una via diretta al concetto di identità. In altre parole, l'identità non è qualcosa che già possiedi, devi invece passare attraverso le cose per ottenerla. Le cose devono farsi dubbie prima di potersi consolidare in maniera diversa.

Wim Wenders
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 04/07/2010 @ 09:47:19, in casa, visitato 2261 volte)

Da British_Roma

Roma Buzz Aggregator

30/06/2010 - I bulldozer sono al lavoro demolendo le case degli zingari anche se si avvicina il termine dato dall'ONU per la risposta che la Gran Bretagna deve fornire alla domanda fatta da Dale Farm (vedi QUI ndr) sullo sgombero di massa che allontanerebbe novanta famiglie dalla propria terra.

Ieri mattina sono entrati a Dale Farm una mezza dozzina di veicoli che portavano gli operai addetti alla demolizione, apparentemente per spaventare i residenti che saranno reindirizzati alla vicina Hovefields. Qui i Viaggianti hanno avuto un'ora per fare i bagagli prima dell'inizio della distruzione.

"Bambini piccoli giocavano attorno alla scavatrice," riporta Malcolm Tully, a membro della New Life Church. "Né gli ufficiali giudiziari, né la polizia hanno mostrato alcuna preoccupazione per la loro sicurezza. E' un chiaro infrangimento della legge."

Le denunce sono state immediatamente presentate all'UK Health and Safety Executive che ha iniziato un'indagine. Ma le demolizioni sono continuate ed alla fine della giornata diverse proprietà zingare, la maggior parte vacante, erano state rese inabitabili.

Ciononostante, gli avvocati hanno prevalso sul consiglio distrettuale di Basildon di sospendere la demolizione di Five Acres Farm, il cui proprietario è in un ospedale di Londra per cure cardiologiche. Sua moglie è tornato al sito, subito dopo l'arrivo degli ufficiali giudiziari, e ha trovato tagliate acqua ed elettricità.

Il giorno prima, la proprietaria romanì Sylvia Taylor aveva contattato Basildon e ricevuto assicurazione che non sarebbe stata presa nessuna azione senza un preavviso di 28 giorni. Nel caso ci fossero gravi e continuati danni nel vicinato, la sua proprietà verrebbe risparmiata dalla demolizione immediata grazie al ricorso del suo avvocato.

Un avvocato, che ha partecipato settimana scorsa ad un incontro ai massimi livelli con la polizia dell'Essex, ha espresso rammarico perché quanto ottenuto allora sembra ora messo in discussione. Ha dichiarato che qualsiasi richiesta motivata riguardo attività penali da parte di ufficiali giudiziari, in particolare le violazioni del diritto alla sicurezza dei bambini, deve dar luogo ad una denuncia formale.

Non vi è dubbio che questo sgombero stile cowboy sia il risultato di azioni pianificate da tempo. Questo si aggiunge al sospetto ventilato solo una settimana fa, che il consiglio distrettuale di Basildon, che ha assunto la compagnia privata Constant per allontanare i cosiddetti Zingari illegali dal distretto al costo di quattro milioni di euro, sia impegnato in quello che equivale ad una cospirazione criminale.

Nell'ambito della procedura di un'azione urgente, Anwar Kemal, presidente del Comitato ONU sull'Eliminazione della Discriminazione Razziale, ha richiesto alla Gran Bretagna di sospendere il previsto sgombero di Dale Farm ed invece di impegnarsi a dialogare con la comunità per arrivare a fornire adeguate sistemazioni alternative.

Aggiunge che secondo le informazioni ricevute, Constant & Co si è resa responsabile di sgomberi brutali di altre comunità romanì e viaggianti, durante i quali sono state distrutte proprietà private e sono avvenuti abusi razziali. La compagnia è stata criticata dall'Alta Corte.

"Se il  vostro governo decide comunque di procedere come previsto nello sgombero," scrive Kemal, "dev'essere effettuato d'accordo col diritto internazionale ed accompagnato da una rilocazione verso un sito destinato a sistemazione alternativa."

Il governo britannico ha tempo sino al 30 luglio per rispondere a questa richiesta.

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Di Fabrizio (del 03/07/2010 @ 09:29:06, in Italia, visitato 1892 volte)

Ricevo da Federica Kent Fazi - Una scuolina per crescere -ARPJ Tetto onlus

La mattina del 30 giugno agenti della polizia municipale dell'VIII Gruppo guidati dal comandante Antonio Di Maggio si sono recati presso l'insediamento non autorizzato di viale Alessandro Marchetti, in zona Muratella, per dare inizio ad operazioni di bonifica propedeutiche alla chiusura del campo prevista dal Piano Nomadi entro la fine del 2010. La bonifica, o meglio lo sgombero, è avvenuto a 9 giorni dall'incontro del sindaco di Roma Alemanno con gli abitanti del quartiere Muratella, incontro che ha portato alla promessa di sgombero definitivo del campo e dell'istituzione di un presidio di polizia, e dopo le polemiche tra il presidente della Commissione Sicurezza Urbana del Comune Fabrizio Santori che spinge per uno sgombero celere e l'assessore Belviso secondo la quale l'unica possibilità rapida sarebbe uno sgombero senza destinazione, eventualità non prevista dal Piano Nomadi. A dispetto delle dichiarazioni dei politici, l'operazione non ha riguardato l'insediamento principale, dove da anni risiedono decine di nuclei familiari, fra cui recentemente alcuni fuoriusciti da Casilino 900, ma quasi esclusivamente l'area sovrastante il parcheggio dove sorge il campo. Da diversi mesi infatti alcune famiglie hanno costruito le loro abitazioni circa 50 m più su, sulla collinetta appena sopra il parcheggio che rappresenta il cuore del campo e dove si concentrano la maggior parte delle famiglie.

Al momento del sopralluogo, che secondo gli abitanti del campo non era stato preannunciato, non tutti i residenti erano presenti ma ciò non ha fermato la forza delle ruspe che hanno distrutto indiscriminatamente tutto quello che hanno trovato sul loro cammino. Una roulotte "non in regola" (di cui si scrive su http://www.romatoday.it del 30 giugno 2010) è stata completamente smantellata mentre i proprietari, di fatto se anche non di norma, non erano al campo per cui non è stato dato loro modo di raccogliere i beni custoditi all'interno; anche i documenti personali dei componenti della famiglia sono stati recuperati a demolizione già avvenuta. Lo stesso destino è toccato a molte delle altre famiglie: hanno perso la loro "casa" senza alcun preavviso o notifica, senza nemmeno poter conservare i propri beni personali,violando quindi tutte le convenzioni internazionali sul diritto all'abitare.

Il paradosso di quest'operazione può essere ben compreso considerando che il capofamiglia proprietario/occupante della roulotte è in affidamento ai servizi sociali locali e sta beneficiando delle misure alternative alla detenzione per cui il suo domicilio, oggi distrutto, risulta essere presso il campo di viale Marchetti. L'urgenza di portare a termine il Piano Nomadi e di rispondere alle richieste di sicurezza dei cittadini finisce così per travolgere non solo le storie personali, ma addirittura gli interventi messi in atto da altri settori dell'amministrazione pubblica.

Al di là del singolo caso, è significativo che durante la distruzione delle baracche non fossero presenti assistenti sociali: l'operazione è stata infatti gestita esclusivamente dal personale competente per le bonifiche, ovvero gli addetti alle ruspe e il personale della polizia municipale.

Così, alle 15 del pomeriggio la situazione era la seguente: una decina di baracche abbattute e due dozzine di persone abbandonate sotto il sole estivo di una giornata afosa di fine giugno, senza acqua né un riparo per l'attesa, nessun albero sotto cui ripararsi. A confortarli soltanto la vaga promessa fatta ad alcuni degli sgomberati che sarebbe stata loro consegnata una nuova roulotte. Quattro famiglie, invece, hanno seguito spontaneamente gli agenti della municipale fino al campo di Castel Romano dove, secondo quanto affermato dai vigili, sarebbe stato loro assegnato un container. Verso le ore 16 tutte le famiglie sono tornate sul luogo dello sgombero accompagnati da quattro agenti.

Dalle dichiarazioni contraddittorie dei vigili risulterebbe che le famiglie, arrivate all'ingresso del campo autorizzato, si siano rifiutate di entrare. Diversa la versione dei rom, secondo i quali al loro arrivo i residenti del campo di Castel Romano non li avrebbero lasciati entrare perché non c'erano container liberi da assegnare e non volevano un ulteriore sovraffollamento.

In conclusione le famiglie sbaraccate 50 m più su sono state accompagnate dagli stessi agenti della polizia municipale 50 m più sotto e lì sono stati invitati a risistemarsi nell'attesa della ricollocazione definitiva dell'intera popolazione del campo. Per risolvere il problema abitativo sono state effettivamente promesse tre roulotte per il giorno successivo, ovviamente insufficienti ad ospitare tutte le famiglie sgomberate, ma certo sempre meglio di niente. Peccato che l'indomani questa ennesima promessa non sia stata mantenuta. Si tratterà sicuramente soltanto di un ritardo nella consegna, intanto le famiglie hanno trascorso la notte sotto uno stellato cielo di fine giugno.

Ndr: Come al solito, interessante il confronto con la stampa nazionale. Questa la versione de IL TEMPO.

E chiudo con una segnalazione di Marco Brazzoduro da Mosaico di Pace:

Dalle pagine locali di Roma de La Repubblica vengo a sapere che è stato presentato il progetto per il Museo della Shoah che sarà pronto entro il 2013. Costerà 13,4 milioni di euro e sorgerà nei pressi di Villa Torlonia (storica abitazione di Mussolini) sviluppandosi su otto piani. Opera imponente ma importante perché quella del memoricidio è pratica diffusa che va disinnescata. Nelle stesse pagine di Roma viene data notizia scarna (11 righe) anche dello sgombero avvenuto ieri del campo Rom della Muratella. Un'azione infame che il giornale definisce "bonifica" (le virgolette le ho aggiunte io). Dice di 10 baracche abbattute. Non si dice che quelle baracche erano abitate, che in quel campo vivono molti bambini e che l'amministrazione non ha provveduto al ricollocamento delle famiglie che sono rimaste senza "casa" (anche qui le virgolette sono mie). A Torino come a Milano e a Roma lo chiamano "Piano nomadi" quasi a legittimare che quelle persone possano restare senza abitazione. Che tanto è nella loro indole. È bene ricordare che nei campi di concentramento nazisti c'erano anche loro. Ma intanto è possibile che non ci si renda conto dell'ipocrisia grande quanto un monumento per cui si celebrano le vittime del passato e si discriminano quelle di oggi?

Tonio Dell'Olio

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Di Fabrizio (del 03/07/2010 @ 09:20:21, in musica e parole, visitato 1593 volte)


domenica 4 luglio 2010 alle ore 14.00
Circolo Arci Magnolia
- Circonvallazione Idroscalo 41, Segrate - Milano
Ingresso: gratuito

DOMENICA FINALMENTE
Lo strumento da portare sull’isola deserta: Il piano pesa troppo e con quell’umidità sarebbe sempre scordato. Meglio la fisarmonica, l’unico strumento che può raggiungerlo in completezza e malinconia. Già che ci siete, sull’isola portatevi pure Jovica Jovic, che la suona così bene da fare arrivare quelli delle isole deserte adiacenti.

CORPO DI MILLE BALERE

  • LOREDANA E FABIO (live)

dalle ore 21.30
DOMENICA FINALMENTE:

presentazione libro + dvd L'ISOLA DELLE ROSE con mostra fotografica a cura di Nda Press

  • BARBAGLABRO TRIO (live)
  • JOVICA JOVIC (live)

http://www.ndanet.it/

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Di Fabrizio (del 02/07/2010 @ 09:43:30, in media, visitato 1787 volte)

Sembra non aver tregua la campagna di distorsione della verità dei fatti che da tempo contraddistingue anche il quotidiano Il Tirreno di Pisa, non solo quando sono coinvolti direttamente dei Rom in episodi di criminalità o di cronaca locale... ma adesso il Tirreno li coinvolge esplicitamente anche quando i Rom (nomadi) non c'entrano per niente.
Ne è la prova l'episodio raccontato da Pierluigi Ara nella cronaca di Calci del 29 Giugno, relativo all'aggressione subita dal parroco Mons. Antonio Cecconi ad opera – secondo il quotidiano il
Tirreno- di un gruppetto Rom (nomadi).
"Nomadi si scatenano contro il parroco di Calci", così titolava l'articolo che raccontava il fatto in questione.
Lo stesso parroco ammette il fatto e l'aggressione verbale subita, ma dichiara anche che non si trattava di Rom, ma di cittadini immigrati! Una distinzione che sembra troppo difficile da cogliere per il giornalista autore della segnalazione, ed è una notizia troppo "ghiotta" per la redazione de Il Tirreno di Pisa da lasciar cadere, così senza un minino di verifica prima di pubblicarla ben in risalto..tanto diffamare i Rom fa sempre presa, è la logica che caratterizza anche Il Tirreno di Pisa, ciò che importa è continuare sbattere i Rom in faccia all'opinione pubblica presentandoli come arroganti e pericolosi..
"Nomadi scatenati o giornalisti scatenati?" non so proprio chi dobbiamo temere di più!
La mia vicinanza e solidarietà piena a don Antonio, ma senza dimenticare quei colpevoli-fantasmi Rom visti dall'occhio attento e indagatore del Tirreno.
Agostino Rota Martir


IL Tirreno – cronaca di Calci del 29 giugno 2010
Nomadi si scatenano contro il parroco di Calci di Pierluigi Ara

CALCI. Gazzarra inscenata da un gruppetto di nomadi all'indirizzo di monsignor Antonio Cecconi, parroco di Calci e vicario generale della diocesi di Pisa. Al centro del paese, mentre il sacerdote dalla pieve romanica si stava recando alla vicina canonica, è stato fatto bersaglio di parole pesanti.

Una aggressione verbale in piena regola. Alcuni individui, tra cui spiccavano due donne, hanno cominciato ad inveire nei confronti del sacerdote il quale, a loro dire, non li avrebbe aiutati abbastanza. Nella circostanza probabilmente non era nella condizione di dare i soldi che gli venivano richiesti. Da qui la protesta, scomposta e fuori luogo.

Si consideri che monsignor Cecconi quelle persone, come tante altre, le ha sempre aiutate anche a costo di sacrifici attingendo non di rado alle sue risorse personali. Non a caso, uomo di chiesa dalla parte degli ultimi della società, ha fatto della sua vita e dell'impegno di apostolato cristiano, la bussola di condotta quotidiana. Tutti conoscono e ricordano l'impulso dato alla Caritas della provincia di Pisa, di cui è stato massimo responsabile, e alla Caritas nazionale che lo ha visto vice direttore. Non c'è situazione di grave disagio sociale del singolo e della collettività, anche internazionale, nella quale lui non sia intervenuto o non si prodighi coinvolgendo gli altri con l'esempio di concreta generosità. Si pensi ai più poveri del mondo, ai terremotati, ai colpiti da calamità naturali, di recente anche a favore della popolazione di Haiti.

Il parroco calcesano si richiama a Lorenzo Milani, a Giorgio La Pira, ex sindaco di Firenze, a don Ciotti che proprio di recente ha invitato in Vallegraziosa.

Adesso questo episodio isolato e circoscritto di contestazione da parte di un esiguo numero di esagitati che comunque il sacerdote ha fronteggiato con estrema civiltà. Alcuni passanti sulla piazza e dal vicino circolo Acli "Giuseppe Fascetti" gli avventori, che avevano assistito alla scena, hanno subito preso le difese di monsignor Cecconi rivolgendo ai nomadi l'invito a smetterla e ad allontanarsi. Però solo la minaccia di chiamare i carabinieri ha posto fine alla gazzarra.

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Di Fabrizio (del 02/07/2010 @ 09:06:55, in Italia, visitato 1960 volte)

Rho, 29 giugno 2010. Zoran è morto, morte cerebrale, non qui a Rho, dove per quindici anni aveva vissuto con la sua famiglia, ma lontano, in Germania, dove aveva, infine, cercato rifugio. Quasi cieco, da molto tempo era sottoposto a dialisi, in cura presso l'Ospedale di Bollate fino a che, all'inizio di questo anno, venne espulso dal campo di Rho, privato della casa e degli affetti più intimi. Per mesi Zoran ha vagato senza una meta, spaventato e sempre più indebolito nella salute. Qualche giorno fa, dopo aver appreso la notizia che sua nuora e i due nipotini, anch'essi abitanti nel campo di Rho, erano stati trasportati dai Servizi Sociali in una Comunità, anziché provvedere agli interventi che nel tempo si erano resi necessari per aiutare una famiglia in difficoltà, ha avuto un tracollo. L'ultimo.

Ma le politiche razziste della Giunta Zucchetti non si fermano, anzi, si intensificano. Nei giorni scorsi è stata recapitata al musicista Jovica Jovic e ad altre famiglie del campo comunale di via Sesia una lettera in cui li si invita ad abbandonare le proprie abitazioni entro 30 giorni, perché al posto delle loro case il Comune deve mettere una discarica. Non contenti di chiudere il campo, senza offrire alcuna alternativa alle famiglie che vi abitano, l'amministrazione comunale ha voluto sottolineare che i Rom di via Sesia valgono meno della spazzatura, calpestando la loro dignità. Come hanno ricordato anche Elio e le Storie Tese sabato sera dal palco del Rho Alive, invitati dalla stessa amministrazione rhodense, "siamo vicini alla pulizia etnica". Per queste ragioni questa sera abbiamo fatto irruzione in Consiglio Comunale, portando dei sacchi della spazzatura con i nomi dei Rom che vivono in via Sesia, considerati dal Sindaco Ciellino dei rifiuti sociali.

Ma il Consiglio Comunale non si è soffermato a riflettere sulla morte di un uomo che per loro non vale nulla perché Rom. Non si è fermato a riflettere sul fatto che la dignità di cittadini in carne ed ossa e di un popolo viene calpestata. Ha preferito discutere, dopo che abbiamo abbandonato l'aula, della violenza della nostra azione, in quanto entrando in Comune avremmo inavvertitamente danneggiato una porta e della necessità di sgomberare il Centro Sociale Fornace.

Contro la violenza di un'istituzione che sta sistematicamente commettendo violazioni dei diritti umani, nelle prossime settimane proseguiremo e intensificheremo la campagna per fermare lo sgombero del campo e perché siano riconosciuti i diritti di Jovica e di tutti gli altri abitanti di via Sesia.

SOS FORNACE
sosfornace@inventati.org
www.sosfornace.org
www.myspace.com/sosfornace

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Di Fabrizio (del 01/07/2010 @ 09:42:11, in media, visitato 1656 volte)

Da Roma_Daily_News

RadioExpert.org

Domanda
Può un network di stazioni radio FM posseduto e gestito da comunità rom formare le basi di una nuova soluzione del problema rom in Europa? Se è così, come dovrebbe funzionare e quale forma prendere?

1

La questione
La marginalizzazione delle minoranze romanì nell'Europa Centrale/Orientale rimane tra i problemi più difficili da affrontare per l'Europa di oggi. La ricerca di soluzioni deve includere la responsabilizzazione del popolo rom attraverso l'istruzione e l'accesso alle strutture di supporto. Video seguente in inglese:

Inoltre un parere di Ian Hancock QUI (sempre in inglese ndr)

1

Appello all'azione
Durante il Summit Rom UE, il Presidente della Commissione Europea Jose Manuel Barroso ha invitato l'Europa tutta: "Dobbiamo usare tutti i mezzi possibili per migliorare l'inclusione dei Rom. Se non ci saranno cambiamenti fondamentali, milioni di giovani rom non avranno alternativa ad una vita di esclusione sociale e marginalizzazione. Se la speranza non entrerà nei quartieri rom, prevarrà la disperazione. Le principali società devono offrire ai Rom una possibilità reale, pratica, di migliorare le loro prospettive." Ha poi continuato: "Dovremmo incoraggiare i Rom nel diventare soggetti attivi del loro destino e prendere le responsabilità delle loro vite. Ma dobbiamo offrire loro reali opportunità. Si diventa cittadini, solo se si ha l'opportunità di farlo."

La nostra soluzione
La Comunità di Radio possedute e gestite da gruppi rom possono fornire strumenti efficaci per l'alfabetizzazione mediatica, collaborazione, inclusione, accesso, sviluppo di capacità per l'impiego e coesione sociale. Il Progetto Radio Rom è un'iniziativa pluriennale (2009-2012) per stabilire e mantenere una rete sostenibile di radio FM gestite dalle minoranze rom in Europa. L'obiettivo è di creare un ambiente che consenta lo sviluppo di Radio Rom nelle società civili, e sviluppare organizzazioni sostenibili di Radio Rom. Il progetto si basa su un piano strategico sviluppato da Henry Loeser all'Università Masaryk che impiegherà consulenza e formazione.

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Come funziona?
Il piano è di lavorare in parallelo a macro e micro livello. Poiché gli ambienti della società civile sono resi più favorevolei per le radio comunitarie, così anche quelli radio dovrebbero essere sufficientemente sviluppati: prima come OnG solo per Internet, quindi la migrazione a FM per diventare organizzazioni comunitarie autosufficienti. In primo luogo, tutti i soggetti interessati dovranno essere coinvolti attraverso una serie di conferenze, laboratori, consulenze e sessioni di formazione per il settore e le organizzazioni per costruire le capacità necessarie. Poi, realizzata e misurata tramite il coordinamento costante, supporto, e consultazione progressiva. Si tratta di un esercizio di costruzione comunitaria con la radio al centro della collaborazione delle parti interessate.

L'attivazione degli ambienti
Comunità - Individuare e informare le comunità rom
Interessi organizzati - coordinare ed eseguire conferenze OnG
Fattibilità - ricerca di macro sociali, economiche e questioni tecniche
Politica - chiamare alla partecipazione di agenzie governative
Legislazione / Regolamenti - sviluppo e definizione della legislazione apposita
Supporto - sollecitare il sostegno finanziario per assicurare la sostenibilità

Organizzazioni sostenibili delle Radio
Comunità / Consiglio di Amministrazione - identificare e sviluppare i gruppi interessati
Fattibilità - micro ricerca sociale, economica e questioni tecnici
Strategia / Piano / Bilancio - sviluppare le basi da cui partire per costruire
Management - assumere, e costruire una squadra responsabile
Tecniche - acquisire e installare lo studio e le strutture della trasmissione
Programmazione - formare gli addetti radio rom per creare la loro presentazione in onda
Sviluppo - attuazione del piano, le persone, e sistemi per assicurare la sostenibilità

Il Progetto Radio Rom contribuirebbe ad accrescere la tolleranza e la mutua comprensione fornendo mezzi di comunicazione ai Rom per comprendere meglio il loro ruolo e responsabilità nella società UE, ed anche per chi non è Rom nell'apprendere sulla loro cultura, valori e richieste, riducendo quindi il razzismo e l'intolleranza attraverso la comprensione. Dovrebbe promuovere l'occupazione attraverso il trasferimento di know-how e capacità di costruire competenze. Le Radio Rom di successo saranno quindi un mezzo per lo sviluppo sostenibile dei gruppi associati, incoraggiando anche la coesione sociale definendo le Radio Rom stesse come efficaci organizzazioni della sociale civile.

Risultato
Per ottenere i desiderati risultati di sostenibili radio rom in FM, abbiamo bisogno della vostra partecipazione e appoggio. Contattate quindi da oggi radioexpert e continuiamo a costruire un futuro migliore per le comunità romanì e tutta la società europea.

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Di Fabrizio (del 01/07/2010 @ 09:19:44, in Europa, visitato 1261 volte)

Segnalazione di Veronica Mognoni

 Il link per chi legge da Facebook

C'e' davvero un'emergenza ROM in Europa? Un viaggio verso l'EST alla ricerca delle storie che nessuno racconta: dai bambini bruciati vivi agli esempi di integrazione.

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Di Sucar Drom (del 30/06/2010 @ 09:10:13, in blog, visitato 1878 volte)

Roma, presentazione della Campagna DOSTA!
Si chiama 'Dosta!' la campagna nazionale di sensibilizzazione per combattere i pregiudizi e gli stereotipi nei confronti dei Rom e dei Sinti, che sarà presentata lunedì 7 giugno 2010 alle 10,30, a Roma, presso la sala monumentale della presidenza del consiglio dei...

Lanciata la campagna DOSTA!
Il vicesegretario generale del Consiglio d'Europa, Maud de Boer-Buquicchio e Fanny Ardant, attrice e regista, hanno lanciato il 7 giugno a Roma la campagna in difesa dei diritti dei Rom de dei Sinti "Dosta!" parola che in lingua rom significa "Basta!". La campagna - iniziata da anni in tutta Europa e...

Roma, "Campus Rom, c’era una volta Savorengo Ker"
L’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia (IDEA) / Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari di piazza Marconi n. 8, ospita l’evento "Campus Rom, c’era una volta Savorengo Ker", mostra multimediale che racconta due es...

Chiesa Battista: bisogna vincere il pregiudizio, la paura e l'indifferenza
"Un'occasione d'incontro per vincere il pregiudizio, la paura e l'indifferenza". Così la pastora Anna Maffei (in foto), presidente dell'Unione cristiana evangelica battista d'Italia (UCEBI) ha presentato oggi a Roma, in una conferenza stampa, il "Camper dell'amicizia con il popolo Rom e Sint...

Ginevra, l'Italia passa l'esame ma non riconosce i Sinti e i Rom
L'Italia ha accettato oggi a Ginevra la stragrande maggioranza delle 92 raccomandazioni formulate dall'Onu in febbraio dopo il primo esame della situazione dei diritti umani nel Paese, ma ne ha respinte dodici, tra cui quelle che chiedevano il riconoscimento dello status di minoranze dei Sinti e dei Rom...

Rom e Sinti, intervento del Presidente della Repubblica
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del Convegno internazionale su "La condizione giuridica di Rom e Sinti in Italia", promosso dall'Università degli studi Milano - Bicocca, ha inviato il 16 giugno...

Gallarate (VA), il giudice ferma lo sfratto dei Sinti
A pochi giorni dalla data prevista, i giudici del tribunale di Gallarate danno lo stop allo sfratto alle famiglie del campo sinti di Caiello: i diciassette nuclei famigliari gallaratesi di cultura sinti potranno rimanere nell'area...

Milano, continua la politica razzista e demagogica degli sgomberi
Il 26 giugno mattina alle h. 8.00 è stato sgomberato per l’11esima volta il campo rom di V.le Forlanini. Erano presenti una decina di persone, delle 25 circa che lo abitano (donne incinte, bambini – il più piccolo di tre mesi – e anzian...

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Di Fabrizio (del 30/06/2010 @ 09:06:54, in musica e parole, visitato 1651 volte)

Segnalazione di Alessandra Meloni

Giovedì 1 luglio h. 19.30 a Nocetum (Via San Dionigi Milano) MM Corvetto

Eduard lo straordinario giovane violinista Rom si esibisce in un concerto. Il ricavato è per aiutare suo padre ad acquistare un furgoncino per la sua attività.

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Di Fabrizio (del 29/06/2010 @ 09:52:48, in Europa, visitato 2171 volte)

Da Czech_Roma: Sabato e domenica scorsi la CNN ha trasmesso una puntata sul caso della piccola Natálka e sulla situazione dei Rom nella Repubblica Ceca. Sul suo sito, oltre all'articolo che traduco, potete vedere anche foto e video in inglese - By Andrew Tkach, CNN

Natálka prima dell'attentato e durante il ricovero - foto tratta da Blesk.cz

Vitkov, Repubblica Ceca (CNN) - Natálka Kudrikova è una bambina di tre anni dagli occhi vivaci, ricoverata per gravi ustioni quando estremisti di destra lanciarono una molotov dentro casa sua.

La sua famiglia e le autorità dicono che venne presa a bersaglio perché rom, zingara. Natálka ha perso l'80% della pelle, due dita (una terza è stata amputata in seguito) e ha passato mesi giacendo in un coma indotto, dopo l'attacco dell'anno scorso a Vitkov [...]. Sta tuttora recuperando dopo 14 operazioni.

A maggio Natálka è tornata nell'ospedale di Ostrava per le sessioni riabilitatorie, così che un giorno sia capace di muoversi da sola. "Preferirei non riportarla in ospedale," dice sua madre, Anna Sivakova, "ma se deve tornare, il mio sogno è che impari a camminare senza nessun aiuto."

Proprio il giorno dopo, contro quattro giovani accusati dell'assalto, detenuti dal tribunale distrettuale di Ostrava venivano formalmente accusati di attentato a sfondo razziale e tentato omicidio.

Secondo il procuratore, l'attacco venne pianificato per il 120° anniversario della nascita di Adolf Hitler. Gli esperti del tribunale confermano di aver trovato svastiche ed altri cimeli nazisti nelle case degli accusati.

In tribunale, Ivo Muller e Vaclav Cojocaru hanno descritto il loro attacco coordinato con le molotov. Come unica scusa - dicono che pensavano si trattasse di un magazzino vuoto usato per merci rubate.

Negli interrogatori incrociati, Muller e Cojocaru hanno ammesso di aver preso parte a manifestazioni anti-Rom organizzate da estremisti di estrema destra.

Gli altri accusati, Jaromir Lukes e David Vaculik, non hanno testimoniato. Lukes è accusato di essere l'istigatore, accusa che il suo difensore nega decisamente, anche se concede che sia stato proprio Lukes a condurre l'automobile sul luogo. Il suo avvocato inoltre nega con veemenza qualsiasi motivazione razziale all'assalto.

Un sito antifascista ha pubblicato una foto di Lukes che cammina accanto al leader del Partito dei Lavoratori di estrema destra. Un'altra foto mostra Vaculik che indossa il bracciale del Partito dei Lavoratori, la faccia pubblica dell'estrema destra ceca.

Il leader dell'ora bandito Partito dei Lavoratori, Tomas Vandas, ha negato qualsiasi coinvolgimento.

"Sì, forse possiamo aver usato quella gente come organizzatori dei nostri incontri pubblici, ma come avremmo potuto sapere che volevano commettere un crimine?" ha detto Vandas. "Spero che Natálka migliori presto," ha aggiunto.

Miroslav Mares, dell'università Masaryk di Brno, è un esperto sui gruppi estremisti cechi.

Dice che è improbabile che il Partito dei Lavoratori sia direttamente coinvolto nell'attacco incendiario, ma che sono stati responsabili "per aver infiammato i sentimenti anti-Rom."

Dice: "Forse alcuni tra i più giovani nella scena neonazista si sono detti, -Se tutta la popolazione è contro i Rom, siamo giustificati a portare avanti simili attacchi.-"

E le indagini mostrano che il sentimento anti-Rom è diffuso. Il sito EURoma dell'Unione Europea dice che tra i Rom cechi resistono tassi di disoccupazione estremamente alti, bassi standard scolastici, isolamento ed i pregiudizi della popolazione maggioritaria.

Dice Marek: "Nelle regioni con alta disoccupazione e povere condizioni sociali, l'ascesa dell'estremismo è popolare tra i giovani disoccupati maschi, ma possiamo vedere sempre più donne nella scena neonazista."

Lucie Slegrova, 20 anni, è una convinta militante dell'ora rinominato Partito della Giustizia Sociale dei Lavoratori. Nega che il suo partito si sia ispirato all'ideologia nazista di Hitler.

Invece, dice, seguono le loro idee nazionaliste. Dice, "La Repubblica Ceca dovrebbe essere per gente che sa come comportarsi. Se gli zingari non vogliono seguire le regole, sono liberi di andarsene."

Solo l'1% dei votanti ha scelto il Partito della Giustizia Sociale dei Lavoratori alle ultime elezioni, ma il Primo Ministro, Jan Fischer, si preoccupa del fatto che il 7% degli studenti cechi ha votato per i partiti dell'estrema destra, secondo un ufficioso sondaggio nazionale.

"Molta gente è stufa dei politici, ed ha problemi per la crisi e la recessione," dice Fischer, "il mio messaggio a loro è: per favore riflettete e non credete a questi cattivi profeti."

Il movimento di estrema destra ha ottenuto i maggiori successi nella vicina Ungheria, dove il 17% dei votanti ha scelto il partito Jobbik alle ultime elezioni.

Anche la violenza è cresciuta. Negli ultimi due anni, secondo European Roma Rights Centre (ERRC), in Ungheria sono stai uccisi nove Rom durante attacchi notturni.

Gli assalti ai Rom sono diventati un tema anche nella campagna elettorale slovacca. Il locale Partito Nazionale ha commissionato dei manifesti che mostravano un uomo tatuato e dalla pelle scura con un messaggio provocatorio: "Votate SNS così non dovremo nutrire chi non vuole lavorare."

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