Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

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L'essere straniero per me non è altro che una via diretta al concetto di identità. In altre parole, l'identità non è qualcosa che già possiedi, devi invece passare attraverso le cose per ottenerla. Le cose devono farsi dubbie prima di potersi consolidare in maniera diversa.

Wim Wenders
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 09/12/2007 @ 09:32:17, in Italia, visitato 2233 volte)

La Rete Antirazzista Sud-Ovest Vi invita e Vi prega diffondere ai più l'iniziativa con dibattito sulla questione Rom,
Grazie in anticipo per quello che potrete fare.
Saluti

Irico Alberto
x conto Rete Antirazzista Sud-Ovest

Conoscere e comprendere

Giovedì 13 dicembre ore 20.30

Centro Polifunzionale Foscolo
Via Ugo Foscolo, 3 Corsico

Proiezione del documentario: ”OPERA GAGIA” di Antonio Bocola

Intervengono:
Claudio Mendicino - Rete Antirazzista Sud-Ovest - Dijana Pavlovic - Cittadina Italiana e Rom
Prof. Tommaso Vitale - Dipartimento di sociologia e Ricerca Sociale dellUniversità degli Studi Milano - Bicocca
Ernesto Ferrario - Assessore alla Pace, Gemellaggi e Cooperazione Internazionale Corsico
Mariangela Monga - Responsabile all’ Assessorato Provinciale ai Diritti del Cittadino e al Nomadismo

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Di Sucar Drom (del 10/12/2007 @ 08:41:25, in blog, visitato 1673 volte)

Romania, vittoria di Basescu alle elezioni per Strasburgo
I risultati ufficiali diffusi in Romania e relativi alle elezioni valide per l’elezione dei rappresentanti di Bucarest al Parlamento europeo, sono ormai pressoché definitivi e non hanno riservato grandi sorprese.
Vincitore è risultato il Presidente della Repubblica Traian Basescu il c...

Brescia, in Consiglio Comunale si prepara la cacciata dei Sinti Italiani
Torna a riunirsi il consiglio comunale di Brescia: la presidente Laura Castelletti ha convocato la seduta a Palazzo Loggia nella giornata di oggi, martedì 4 dicembre, alle ore venti. L'assemblea affronterà, in base a una specifica richiesta dei gruppi di minoranza del centrodestr...

Treviso, usiamo con gli immigrati i metodi delle SS
«Usare con gli immigrati lo stesso metodo delle SS: punirne dieci per ogni torto fatto a un nostro cittadino». Ha usato queste parole, a quanto scrive «La Tribuna», il consigliere leghista di Treviso Giorgio Bettio, intervenuto durante il consiglio comunale per dare il suo appoggio all'ordinanza anti-sbandati e chiedere metod...

La paura e il razzismo
Il 4 novembre Alessio Bacchi per sucardrom ha scritto: l’Italia si è persa, la bestia è scatenata. Molti hanno criticato il nostro intervento soprattutto per il parallelismo dell’oggi con la Germania nazista e l’Italia fascista. Il Ministro Amato continua ad arrabbiarsi con la stampa estera che sta martellando il nostro Paese per la svolta xenofoba che ha investito la politica e la società civile. Ancora ieri Amato è intervenuto al Senato affermando: «h...

Sindaci nordisti e immigrati paria
Dall’ordinanza contro i lavavetri del sindaco di Firenze, all’ordinanza antisbandati del sindaco di Cittadella, il passo era purtroppo fatale e prevedibile. Non poteva bastare a impedirlo, nei due mesi che le separano, il decreto governativo che autorizza i prefetti a espe...

Monsignor Montenegro, "anche l'indifferenza è violenza"
Monsignor Montenegro, o “Padre Franco” come più semplicemente ama chiamarlo chi gli è più vicino, sa sempre trovare le parole giuste. Il Vescovo ausiliare di Messina la Parola l'ha portata in giro per il mondo, l'ha fatta ascoltare a coloro che hanno sempre vissuto nella sofferenza, e alle parole ha sempre fatto seguire le azioni. Per questo oggi è presidente della Caritas Ita...

Veltroni non caccia in massa i Rom, li vessa...
''Le espulsioni di massa non sono previste dalla normativa europea. Se ne può parlare solo quando si è all'opposizione. Questa è una materia in cui la politica esercita uno dei suoi vizi peggiori, che si chiama demagogia''. Così il sindaco di Roma Walter Veltroni risponde all...

Alexian Group, il ritmo della musica rom e…
Volete organizzare una serata /concerto per il vostro festival, manifestazione, festa della birra, di piazza, comunale, religiosa, sagre, feste di paese, feste di quartiere, raduni, in locali… L’Alexian Group vi propone un viaggio ideale attraverso l'intimità di un’arte ass...

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Di Fabrizio (del 11/12/2007 @ 10:15:11, in sport, visitato 2019 volte)

Da Romanian_Roma

Il 7 dicembre 2007 Banel Nicolita, giocatore dello Steaua Bucarest e della nazionale rumena, è stato nominato Ambasciatore contro il razzismo e la violenza in Romania.

Banel Nicolita è al momento il terzo giocatore rumeno più popolare ed è anche Rom e questo riconoscimento è un grande successo. Non soltanto è il primo riconoscimento del razzismo in Romania contro i giocatori Rom, ma anche perché Banel ha riconosciuto pubblicamente la propria origine etnica. La cerimonia è stata trasmessa dalle principali stazioni TV con accenti molto positivi. [...] Alla nomina erano presenti diplomatici britannici, USA, francesi, olandesi e tedeschi e l'ambasciatore britannico ha tenuto un discorso. La notizia è stata in cima alle cronache sportive per 3 giorni. All'evento erano presenti un gran numero (circa 300) di bambini Rom che hanno ricevuto regali dalle mani di Banel Nicolita (offerti dai differenti sponsors). Altri due famosi giocatori di origine etnica mista hanno preso parte all'evento e sono stati molto contenti di aiutare a promuovere il messaggio.

Abbiamo ricevuto le felicitazioni sia dalla presidenza che dall'ufficio del primo ministro, entrambe le istituzioni hanno voluto essere coinvolte nel promuovere questa manifestazione nel paese e a fine gennaio parleremo di ciò con Ministero dell'Educazione, l'Agenzia Nazionale per gli Sport e la Federazione Calcio Rumena. Un settore della FIFA ha seguito l'evento e lo promuoverà con una campagna in preparazione per la Coppa Mondiale in Sud Africa.

[...]

Saluti
Valeriu Nicolae

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Di Fabrizio (del 12/12/2007 @ 09:30:37, in blog, visitato 1982 volte)
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto dell’11 dic. 2007 (pag. Milano)
 
L’iniziativa congiunta di associazioni e sindacati sulla questione rom a Milano, presentata ieri alla Camera del Lavoro, è una preziosa boccata d’ossigeno, specie in questo momento, in cui stanno per sbarcare anche a Milano le ordinanze xenofobe provenienti dai comuni di Cittadella e Caravaggio.
Finalmente una parte importante della società civile milanese ha deciso di rompere quell’assordante silenzio, che ha consegnato la città alla peggior demagogia e alimentato pericolosamente la “percezione di insicurezza” dei cittadini.
Pensiamo che sia giunto il momento che qualcuno chieda conto agli amministratori milanesi del loro operato nei confronti dei rom presenti sul nostro territorio. Il bilancio di oltre un anno di interventi repressivi e demolizioni è, infatti, pesantemente negativo e l’unico risultato concreto sta nell’aver introdotto a Milano il nomadismo coatto degli sgomberi.
Ma forse tutto questo fa comodo al centrodestra, più interessato a coccolare e coltivare le percezioni di insicurezza, piuttosto che a occuparsi dei problemi e delle macerie di 15 anni di abbandono delle periferie popolari. Dall’altra parte, ora che anche buona parte del Piddì veltroniano ha sposato la linea del “dagli addosso allo sfigato”, perché dovrebbero cambiare strada?
Ieri a Milano sono successe due cose: da una parte, un cartello di associazioni ha formulato delle proposte concrete e alternative alla psicosi securitaria e, dall’altra, la giunta Moratti sta pensando di riprodurre le misure anti-stranieri di Cittadella e Caravaggio. Due strade diverse e opposte, che rappresentano bene le scelte possibili da fare nella nostra città per il futuro.
Invitiamo pertanto tutte le forze di sinistra e democratiche della nostra città a sostenere l’iniziativa delle associazioni e a contrastare, senza ambiguità, la deriva xenofoba che le destre tentano di imporci.
 
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Di Fabrizio (del 12/12/2007 @ 16:41:15, in media, visitato 1709 volte)

 A cura dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali - Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità ed ImmigrazioneOggi/videoweb.

vedi il video

Campagna contro il pregiudizio nei confronti dei Rom

Comunicato stampa del 12 dicembre 2007

Spot per la Campagna contro il pregiudizio nei confronti dei Rom: iniziativa congiunta UNAR- ImmigrazioneOggi.
La voce di una bambina che ripete "Papà dice che i Rom sanno solo rubare..." e, contemporaneamente, lo scorrere di immagini diverse da quelle a cui siamo abituati: donne rom che lavorano come sarte e confezionano vestiti secondo una tradizione millenaria, un ragazzo che studia al Conservatorio di
S. Cecilia, un altro che lavora come giardiniere, bambini rom che tornano da scuola.

E' lo spot realizzato da ImmigrazioneOggi in collaborazione con l'UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali - Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità) per la Campagna di sensibilizzazione contro il pregiudizio nei confronti dei Rom, tesa a contrastare ogni tipo di discriminazione nei confronti di questo popolo.

Lo spot, on line dal 12 dicembre su www.immigrazioneoggi.it e su http://www.pariopportunita.gov.it , è un breve viaggio tra spaccati di vita di rom che hanno avuto l'opportunità di realizzare un percorso d'integrazione, un viaggio che ci porta inevitabilmente a riflettere sulla fondatezza delle generalizzazioni e che, al contempo, ci fa sperare nella possibilità del raggiungimento di una pacifica convivenza.

Enti, associazioni e quanti altri desiderano contribuire alla divulgazione di questo spot possono inserire nei loro siti il banner scaricabile da http://www.immigrazioneoggi.it/rubriche/badge_spot_rom.html

Studio immigrazione sas
Ufficio stampa
Corso Italia, 74
01100 Viterbo
info@immigrazione.it

immigrazioneoggi@studioimmigrazione.it

 

 

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Di Fabrizio (del 13/12/2007 @ 09:07:23, in lavoro, visitato 1836 volte)

"E' nato "Imè Romnì", laboratorio artistico e sartoria, promosso dall'Opera Nomadi e gestito dalle donne rom del villaggio di Rho.
Questo che adesso è uno spazio di aggregazione e di incontro ha come obbiettivo di diventare una vera e propria attività lavorativa.
Al momento 10 donne sono impegnate nella creazione di borse, capi d’abbigliamento, collane, oggetti per la persona e per la casa.
I nostri primi lavori sono delle borse di yuta colorate e dei gioielli in rame e vetro che stanno riscuotendo già un grande successo!!!
I prodotti vengono realizzati in modo del tutto artigianale dalle donne del laboratorio.

Chiunque fosse interessato ad acquistare i nostri prodotti o sostenerci per venderli(negozi,botteghe,gas,mercati..) può contattarci :
Valentina (333 5747726) Erica(333 3503549)  valentina.lindi@virgilio.it
Valentina Lindi (Opera Nomadi Milano)

Imè Romnì (che in lingua Romanès significa “Io, donna Rom”) è il nome di un piccolo laboratorio artigianale,  frutto di un originale incontro tra tradizione e creatività.

Attivo all’interno del villaggio Rom di Rho (MI),il laboratorio è gestito dalle donne del campo che si ritrovano per cucire, ricamare, inventare e creare prodotti sartoriali ed accessori .

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Di Fabrizio (del 13/12/2007 @ 11:41:15, in Europa, visitato 2267 volte)

Da Ticinonews

Furono 590 i bambini della strada "sequestrati" da Pro Juventute
EDIT
11.12.07 16:25

Furono 590 i bambini jenisch tolti ai loro genitori fra il 1926 e il 1973 da Pro Juventute nell'ambito del programma "Bambini della strada". La metà di questi sequestri avvennero nel canton Grigioni, dove viveva la più importante comunità nomade. Le cifre sono pubblicate in uno studio del Fondo nazionale che si è chinato sulla storia delle popolazioni nomadi in Svizzera nel XIX. e XX secolo.

Per 47 anni i figli degli jenish, dei sinti e dei rom della Svizzera furono sistematicamente sottratti ai loro genitori e collocati presso genitori affidatari, istituti, cliniche psichiatriche e orfanotrofi. La formazione scolastica ricevuta dalla maggior parte di questi bambini fu rudimentale o addirittura inesistente, scrivono oggi in una nota i responsabili dello studio "Integrazione ed esclusione" (PNR51).

Più dell'80% di questi bambini non ebbero alcuna possibilità di scegliere un mestiere e più di un bambino su quattro fu dichiarato criminale e piazzato in un istituto chiuso. Le cifre esatte di questo oscuro capitolo della politica sociale svizzera hanno potuto essere ricostruite analizzando i dossier di Pro Juventute che sono conservati all'Archivio federale. Finora si parlava di circa 600 bambini sottratti ai loro genitori.

I ricercatori hanno analizzato l'impatto dei dossier realizzati nell'ambito del programma "Bambini della strada", arrivando alla conclusione che la stigmatizzazione e la discriminazione dei cosiddetti "vagabondi" era strettamente legata alla burocratizzazione dello Stato. I dossier non circolarono soltanto all'interno di Pro Juventute, ma furono utilizzati, con tutte le valutazione che contenevano, anche dalle autorità, dagli istituti e dalle cliniche a scopi di propaganda.


ATS

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Di Fabrizio (del 14/12/2007 @ 09:09:08, in Italia, visitato 1504 volte)

Da ChiAmaMilano

Dopo un anno di ossessioni securitarie un pezzo della città chiede un cambio di rotta sul capitolo nomadi

C’erano tutti o quasi –l’assenza della Casa della carità di Don Colmegna non è passata inosservata– e già questa è una notizia.
Dalla CGIL alla Comunità di Sant’Egidio, dal NAGA alla Caritas, dal Gruppo Abele all’Associazione Nocetum, dalle ACLI ai Padri Somaschi hanno deciso di dire basta alle politiche degli sgomberi, agli sfaceli dei campi, al pregiudizio usato come facile arma di consenso nei confronti di una cittadinanza sempre più irretita dalle campagne mediatiche nelle quali l’ossessione della sicurezza si riversa come un’onda di piena che spazza via gli ultimi e le loro povere cose.
Dopo un anno durante il quale l’approccio alla questione Rom è stato a tratti feroce e spesso strumentale, molte realtà sia laiche che cattoliche hanno deciso di dire basta e di riportare nell’alveo di una discussione razionale quanto era stato ormai relegato nel cono di un’aggressività troppe volte fomentata da chi avrebbe invece il compito di amministrare e quindi di risolvere i problemi piuttosto che esasperarli o semplicemente utilizzarli.
Il “Cartello” di associazioni che si è ufficialmente presentato il 10 dicembre e che ha illustrato le proprie proposte per costruire un percorso quanto meno di convivenza con i Rom costituisce una risposta assai significativa anche perché vede riunite molte realtà che in passato avevano avuto non poche divergenze su questo come su altri temi. Segno evidente che non si poteva attendere oltre nel delineare una strada alternativa, l’unica razionalmente e civilmente percorribile, sia per iniziare a tracciare le possibili soluzioni ad un problema complesso, sia per porre un argine ad uno slittamento per il quale ormai la povertà e l’emarginazione rischiano di diventare una colpa da scontare con un supplemento di sofferenza che prende la forma dell’intolleranza e degli sgomberi.

B.P.

Guarda il video

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Di Fabrizio (del 15/12/2007 @ 09:24:28, in Europa, visitato 2305 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

11 Dicembre 2007 - Secondo informazioni fornite dal Centro Rom ed Ashkali di Pristina, i Rom hanno iniziato a lasciare il Kosovo per timore di nuove violenze. Durante le loro visite sul campo nell'enclave serba di Gracanica nei pressi di Pristina, l'OnG ha trovato che sette famiglie su 38 sono già partite.

Preoccupazioni sulla sicurezza sono le principali ragioni che guidano i Rom via dal Kosovo. Secondo l'OnG i Rom hanno paura di diventare bersaglio di attacchi a seguito di una dichiarazione unilaterale di indipendenza. Sono anche preoccupati perché né le forze internazionali né le truppe locali offrirebbero loro protezione.

La comunità Rom di Gracanica è una delle più grandi comunità Rom rimanenti in Kosovo. Si stima vivano lì 4.000 Rom, molti dei quali ex residenti della distrutta Mahala Rom di Pristina.

Source: http://kosovoroma. wordpress. com/category/ news/

For further information please refer to the Roma and Ashkali Documentation Centre in Pristina: http://www.rad- center.org


Da Roma_ex_Yugoslavia

Berlino, 10 Dicembre 2007 - I Verdi tedeschi e l'organizzazione dei rifugiati Pro Asyl hanno chiesto una moratoria temporanea dei rimpatri forzati verso il Kosovo. La moratoria dovrebbe essere almeno di sei mesi.

La leader del partito Claudia Roth ha dichiarato che gli appartenenti alle minoranze etniche sono particolarmente toccate dalla mancanza di stabilità. Per questa ragione il direttore di Pro Asyl, Günther Burkardt, ha chiesto alle autorità tedesche  di garantire uno status stabile ai rifugiati in Kosovo.

Secondo la sua organizzazione, ci sono attualmente circa 23.000 Rom kosovari in Germania.

Source: Kosovo Roma Website


Da Roma_Daily_News

Nel contesto dell'attesa dichiarazione di indipendenza del Kosovo, Knut Vollebaek, Commissario OCSE per le Minoranze, ammonisce sulla possibilità di un nuovo esodo dei Rom dalla provincia meridionale Serba.

Ha detto ad Helsinki che la sua preoccupazione è che i rimanenti membri della minoranza Rom possano partire per le vicine Macedonia e Montenegro, se la loro sicurezza, in particolare nelle parti meridionali, non fosse garantita.

[...]

Il Commissario, in carica da sei mesi, dice di aver incontrato rappresentanti di tutte le comunità durante al sua visita in Kosovo a settembre.

Nel suo rapporto conclusivo ha chiesto tanto a Pristina che a Belgrado di non dimenticare l'integrazione "della probabilmente minoranza più vulnerabile" sullo sfondo del conflitto serbo-albanese.

"I Rom vivono in comunità molto piccole. Sono stati completamente dimenticati: non hanno partecipato ai negoziati. E' come se non esistessero."

http://kosovoroma.wordpress.com/

e-mail: kosovoroma@gmail.com

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Di Fabrizio (del 16/12/2007 @ 09:08:52, in media, visitato 2976 volte)

Da ErrepiNews

di Sanja Lucic

A quello che un sondaggio realizzato dal Roma Information and Documentation Center (RIDC) ha confermato, con un po' di intuito si può arrivare anche da soli: i rom sono molto più interessati ai media elettronici come radio e televisione che ai giornali, anche perché molti di loro non sanno leggere. In diversi paesi la radio si è dimostrata uno strumento molto congeniale alla cultura rom, assolvendo una funzione molto importante a diversi livelli: informare i rom nelle lingue che conoscono; insegnare e codificare la lingua rom; parlare dei problemi dei rom; far partecipare donne e bambini ai programmi; collegare le comunità rom di diverse parti d'Europa e del mondo e promuovere le diverse identità rom ma anche l'omogeneizzazione e la coesione del mondo rom. Ecco alcune significative esperienze di radio che operano come voce dei rom nell'est europeo, e che ci danno un'immagine dei rom assai più dinamica e moderna di quella che ci comunicano i pregiudizi che li circondano.

RADIO C
Unica radio rom in Ungheria, è nata nel 2001 a Budapest. La C del nome sta per cigani, "zingari": che in ungherese non ha connotazioni negative come in altre lingue. A due fermate di metropolitana da via Vaci, la zona pedonale, la sede della radio si trova nella via Lujza, in quello che i rom di Budapest chiamano il quartiere zigano. Per questa radio l'Ungheria ha ricevuto molte lodi dalle organizzazioni, ma in realtà lo stato non ha niente a che fare con l'emittente. Il commento del caporedattore Kerenyi Gyergy è che questa radio è una soluzione a buon mercato che fa "vetrina": è molto più facile concedere una frequenza per una radio del genere che costruire una seria strategia per migliorare la condizione dei rom nel paese.

In ogni caso Radio C rappresenta un grande passo avanti per l'emancipazione dei rom ungheresi. Statistiche del 2001 dicono che in Ungheria vivono 190 mila rom, ma molti ritengono che siano molti di più, 100 mila solo a Budapest. I giornalisti della radio si sentono investiti di una grande responsabilità e dicono che questa è più di una radio. L'80 per cento dei collaboratori dell'emittente sono rom; i giornalisti, una ventina, prima non facevano questo mestiere, ma si sono formati con corsi finanziati da organizzazioni francesi e britanniche.

La radio riceve molte visite di ascoltatori: a Radio C i rom si sentono come a casa, finalmente hanno qualcosa che è loro e per la quale provano un senso di appartenenza.

La maggior parte dei programmi è in ungherese perché l'80 per cento dei rom del paese parla solo ungherese. Radio C è un'organizzazione non profit: l'aspirazione è quella di mantenersi con la pubblicità, ma è una strada difficile, e per il momento la radio continua in gran parte a vivere di donazioni e sovvenzioni.

Il sito di Radio C: www.radioc.hu

RADIO KHRLO E ROMENGO (leggi l'intervista)
Radio Khrlo e Romengo, cioè "Radio voce dei rom", ha sede a Belgrado ed è il prodotto di Rrominterpress, una organizzazione informativa non governativa fondata nel 1995.

La nascita della radio non è stata immediata perché all'inizio non c'erano i fondi per realizzare una emittente di questo genere e le condizioni politiche non erano favorevoli.

La radio ha cominciato a trasmettere nel marzo del 2002. Bilingue - rom e serbo - propone notizie ogni ora, utilizzando in particolare le agenzie Beta e Fonet e molti corrispondenti di origine rom. La musica copre il 70 per cento della programmazione, con musica rom di tutte le parti del mondo ma anche musica non rom.

Tra gli scopi principali della radio l'apprendimento della lingua, visto che la maggior parte dei rom non parlano la loro lingua o la parlano male.

Un'attenzione speciale è riservata ai bambini, con musica indirizzata a loro e programmi educativi: oltre che con Romoloske Studije/Romologi Studies, una rivista che ha pubblicato una decina di numeri in rom, serbo e inglese, i programmi per i più piccoli sono realizzati in collaborazione con un giornale specializzato, Chavrikano Lil (Children's Newspaper), che è stato creato nell'85, e che, rilanciato dalla Rrominterpress, ha all'attivo più di cinquanta numeri.

Nel 2005 Khrlo e Romengo ha tentato anche l'esperimento di una televisione, che si è esaurito nel marzo scorso. Dall'ottobre di quest'anno la radio trasmette anche via satellite, Hotbird 12322 Mhz, symbol rate 27500 H. Il sito di Khrlo e Romengo: www.khrloeromengo.com

RADIO TOCAK
Radio Tocak, cioè "Radio Ruota" (una ruota rossa - la ruota che gira come i rom che da sempre girano il mondo - su uno sfondo verde e blu è la bandiera degli zingari), trasmette da Valjevo, città a circa 100 km da Belgrado.

L'emittente è proprietà di un rom, Dragan Jovanovic: l'idea che lo ha mosso è che il tempo degli zingari che si preoccupavano solo dell'oggi e di che cosa c'era da mangiare, e domani poi si vedrà, è ormai lontano, e che la prospettiva per i rom è l'istruzione dei bambini, in modo che imparino a non essere dipendenti da nessuno, e da nessun aiuto umanitario o della società.

Radio Tocak lavora quindi in questa direzione sapendo che l'8 per cento dei bambini rom non parla la lingua madre ma neanche il serbo, ma solo un misto di rom, serbo e turco.

Due volte alla settimana la radio manda in onda il programma E Romanca, che in precedenza era trasmesso da radio Valjevo: si tratta di un programma dedicato al contatto con gli ascoltatori, nel quale possono intervenire anche i bambini.

La radio non fa politica: parla dei problemi dei rom, anche se ha l'ambizione di non essere un ghetto per i rom.

La radio vuole essere inoltre un luogo di formazione, dove i giovani possono imparare il mestiere di giornalista, conduttore, tecnico del suono.

Il sito di Radio Tocak: www.radiotocak.co.yu


Khrlo, per tutti quelli che amano la musica di qualità
Vi riproponiamo un'intervista di Sanja Lucic a Dragilijub Ackovic, direttore di Radio Khrlo e Romengo, trasmessa da Radio Popolare nel 2006

La vostra radio si può sentire solo a Belgrado o in tutta la Serbia/Montenegro?

La radio si riceve nel raggio di cento chilometri intorno a Belgrado: abbiamo scelto questa zona perché la maggior parte dei rom si trova qua.

Che tipo di musica fate ascoltare? Solo musica zingara o anche musica pop, rock e musica delle ex repubbliche?

La musica che si può sentire da noi è molto varia, musica che arriva da tutta la ex Jugoslavia, ma dato che da noi siamo rom, naturalmente trasmettiamo molta musica zingara. La nostra specialità è la musica dal vivo: i nostri collaboratori vanno a concerti, matrimoni, ristoranti, registrano tutto e noi mandiamo in onda. Certo, queste cose sono le più ascoltate in assoluto, molto più di quelle che si possono trovare anche altrove. Per avere un'idea: nella nostra fonoteca abbiamo ventisettemila brani di musica rom.

Avete anche spazi informativi?

Non siamo solo una radio musicale, abbiamo un palinsesto ventiquattro ore su ventiquattro. Ci sono varie trasmissioni, della durata massima di quarantacinque minuti: il trenta per cento della nostra programmazione è legato all'informazione, abbiamo dei notiziari ogni ora, ci sono edizioni in lingua rom e in serbo, poi la rassegna stampa, con molta attenzione a tutto quello che riguardai rom, e poi abbiamo anche una decina di trasmissioni di carattere vario.

Chi sono i  vostri ascoltatori?

Tutti quelli che amano la musica di qualità, i musicisti rom, tutte le persone a cui questo tipo di programmi va bene.

La radio è presente in qualche attività per quanto riguarda la comunità rom?

Certo, la radio è molto attiva in tutte le cose che fa la comunità dei rom, non solo in Serbia, e questo è molto interessante, perché la nostra radio si occupa dei rom che stanno dovunque. Abbiamo informazioni da tutto il mondo: facciamo parte di una rete a cui partecipano tutti i media che hanno a che fare con i rom.

La musica zingara ha molto successo in occidente, magari perché è divertente e ha un ritmo vivace: lei come spiega questo successo?

Non è solo questione di ritmo vivace: la musica rappresenta l'anima. E gli ascoltatori, i critici, la gente che se ne intende, dicono che la musica zingara ha l'anima. Questo è il motivo per cui è così ascoltata: il ritmo è solo un aspetto.

E' la qualità che la fa apprezzare così tanto, non solo in occidente ma dovunque.

Quello che è interessante è che ci sono i nuovi generi nella musica zingara, non è più solo la musica di sempre, c'è di tutto, rap, jazz, pop, tutto quello che si ascolta e che la gente richiede: tra le 8 e le 10 abbiamo anche la musica per i bambini, musica nella lingua dei rom, una cosa molto carina, con le fiabe e tutto il resto.

Quali sono le musiche e le canzoni più richieste?

Molto ascoltati sono i cantanti giovani: uno per esempio è Shikizi, figlio di Shikiza, una cantante zingara famosissima, e molti altri.

Ma piacciono anche brani strumentali, musica di qualità: noi facciamo sentire tutti quelli che fanno cose veramente buone, non solo nella musica zingara, gente come Shaban Bairamovic, Vida Pavlovic, sono stati nostri ospiti molte volte.

Una cosa molto bella sono i programmi in diretta, dove facciamo venire intere orchestre e ci fanno sentire la musica dal vivo. Apriamo alle chiamate del pubblico e i nostri telefoni sono sempre occupati.

La situazione dei rom durante la guerra è stata molto difficile: è ancora così o c'è qualche miglioramento?

Sì, qualche miglioramenti sì, prima era molto dura: i rom sono a malapena sopravvissuti a tutte quelle cose orribili. Oggi molte cose vanno meglio, ma poco alla volta: i rom si stanno integrando nella vita sociale e nella politica. Le cose cambiano: ma, lo ripeto, lentamente.

Leggi anche: Onde zingare (pdf)

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