Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 04/02/2007 @ 09:17:28, in casa, visitato 1962 volte)

Da Slovak_Roma

Attualmente i Rom in Slovacchia stanno sperimentando un'ondata di sgomberi forzati; secondo un rapporto di martedì 23 gennaio 2007 della Milan Simecka Foundation, Centre on Housing Rights and Evictions (COHRE) ed European Roma Rights Centre (ERRC).

Il rapporto, che mostra come una combinazione di vari fattori stia guidando i Rom dalle loro case verso aree più segregate, è stato lanciato in una speciale tavola rotonda con i rappresentanti dei Rom e delle organizzazioni della società civile ed i Ministeri delle Costruzioni e dello Sviluppo Regionali, Lavoro, Famiglia ed Affari Sociali, Giustizia, Affari Stranieri, l'Associazione per le Municipalità Locali e il Centro Nazionale Slovacco per i Diritti Umani, tra gli altri.

I partecipanti hanno discusso i principali fattori che sono emersi dai casi concreti del rapporto, incluso:

  • Emendamenti al Codice Civile del 2001, che indebolisce la posizione legale degli inquilini delle case municipali. Non è più richiesto il parere del tribunale per lo sgombero ed è stato significativamente ridotto l'obbligo della municipalità nel provvedere ad un alloggio alternativo.
  • Le riforme radicali al sistema dell'assistenza sociale nel 2004, che includevano una revisione fondamentale dei permessi abitativi e il diritto per i disoccupati, indeboliscono le capacità degli inquilini indigenti, i Rom in particolare, di pagare regolarmente l'affitto e le spese accessorie.
  • La storica negligenza nel problema di chi no paga l'affitto e la resistenza delle autorità locali nell'adoperare meccanismi per assistere i Rom nel pagamento dei debiti, ad esempio con l'istituzione di un fondo speciale.
  • La pratica ingiusta della fatturazione eccessiva degli inquilini Rom sui programmi di utilità, per i servizi quali acqua ed energia.
  • Le municipalità spostano i Rom dalle zone centrali, spesso con false pretese come la sicurezza degli edifici, e li piazzano in edifici nuovi ma segregati e di bassa qualità alle estreme periferie oppure in edifici poveri acquistati in piccoli villaggi. Questa pratica si applica anche a quei Rom che pagano regolarmente l'affitto e che hanno diritto, secondo la legge, ad una sistemazione alternativa di pari valore.

Gli oratori delle organizzazioni internazionali hanno espresso le loro preoccupazioni perché questi fattori violano i diritti umani sottoscritti dalla Slovacchia, quali quelli della casa, della sicurezza sociale, rispetto per l'uguaglianza. La tavola rotonda ha discusso particolarmente la proibizione internazionale degli sgomberi forzati. Ciò richiede che gli sgomberi siano attuati esclusivamente in "circostanze eccezionali". In particolare le leggi internazionali ed europee richiedono che debba esserci;

  1. una giustificazione molto forte per uno sgombero;
  2. la ricerca di alternative fattibili agli sgomberi che vedano la partecipazione degli interessati;
  3. un dovuto processo;
  4. una sistemazione alternativa adeguata allo sgombero;
  5. senza nessuna discriminazione in ognuno di questi passaggi.

D'altra parte, in molti dei casi riportati, mancano queste caratteristiche. Gli esempi includono:

Zilina

La municipalità. il cui sindaco è leader del partito di destra Nazionale Slovacco, ha annunciato il 6 novembre 2006 la sua intenzione di sgomberare abitanti, la maggior parte di loro sono Rom, da un appartamento in città alle "celle UNIMO" (cubiculi temporanei), costruite in un'altra località. Il loro edificio è in via di demolizione per far posto al parcheggio di un hotel. Solo gli inquilini con regolare contratto hanno il diritto ad un cubiculo, anche quando questo non corrisponda al valore dell'alloggio lasciato.

Kosice

Il 16 ottobre 2006, una famiglia rom è stata sgomberata dall'appartamento comunale nonostante fosse lì regolarmente dal 1987 ed in regola coi pagamenti dell'affitto e delle spese. Un rappresentante del municipio ha comunicato che l'edificio non era sicuro e che la famiglia doveva spostarsi per un periodo limitato. Ha proposto un appartamento sostitutivo a Lunik IX (un ghetto Rom). La famiglia ha concordato con la rilocazione temporanea, ma non a Lunik IX. In seguito, il rappresentante a chiesto al capo-famiglia, che è analfabeta, di firmare un documento relativo al servizio dell'acqua corrente. Invece, era il contratto d'affitto per Lunik IX. Nonostante le proteste, la famiglia è stata sgomberata. Non ci sono stati altri sgomberi per gli altri inquilini non-Rom, e nessuno di loro ha avuto comunicazione di problemi di sicurezza.

Sabinov

Il comune ha costruito 24 appartamenti a basso standard nella località segregata di Telek, che è a 3 Km. dalla città e manca di servizi pubblici. Il sindaco ha dichiarato apertamente l'intenzione di segregare i Rom, "Questi nuovi edifici saranno sufficientemente lontani dalle case non-Rom". A giugno 2005, 24 famiglie rom sono state sgomberate dall'edificio comunale in piazza Libertà e sistemate a Telek. Tra loro c'erano famiglie che pagavano regolarmente l'affitto e avevano investito soldi per migliorare i loro appartamenti. Precedentemente queste famiglie avevano provato ad acquistare gli appartamenti dove vivevano, ma il comune non aveva risposto. Anche dei non-Rom sono stati trasferiti, ma a loro sono state fornite case di standard adeguato. Dopo lo sgombero le loro case sono state vendute ad alti funzionari comunali [...]

Un riassunto del rapporto in inglese può essere scaricato QUI

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Di Daniele (del 05/02/2007 @ 10:21:27, in Europa, visitato 1875 volte)

Il Gipsy king esiste. Ed è europeo

Intervista a Florin Cioaba dopo l'ingresso della Romania in Europa: "Spero nella Ue. Ma rispetti le tradizioni rom"
Florin Cioaba vive in un sobborgo di Sibiu, in Romania. Cioè in un Paese che, dal 1° gennaio, è entrato a far parte della grande famiglia europea. E proprio da quest'anno, l'Europa può contare circa 12 milioni di rom che adesso otterranno, anche a Bruxelles, più visibilità per i loro diritti.

Signor Cioaba, ci spieghi il motivo del titolo che detiene: “Re internazionale dei Rom”.
La famiglia Cioaba, ufficialmente riconosciuta, guida già da parecchie generazioni il popolo dei Rom. Negli anni Sessanta mio padre Ion Cioaba ha cercato di integrare i Rom nella società, sia a livello nazionale che internazionale. Agli inizi degli anni Novanta i Rom hanno voluto un re che li rappresentasse e che si battesse per i loro diritti e così mio padre da “Bulibascha”, che in lingua rom significa “capo”, è diventato re. Dopo la sua morte, nel 1997, ho ereditato io il titolo di re internazionale dei Rom.

Con l’entrata della Romania nell’Ue cosa potrebbe cambiare per il suo popolo?
Già dal 2000 l’Ue sta cambiando il destino dei Rom in Europa. Dal 2004 abbiamo il European Rom and Travellers Forum, una sorta di miniparlamento, di cui anch’io faccio parte in qualità di Vicepresidente dell’Unione dei Rom. Per me l’Ue rappresenta una nuova via e una nuova speranza.

In quali paesi il problema Rom è più impellente?
Nessun Paese europeo ha una legislazione che discrimina i Rom, però nella vita di tutti i giorni e anche nella politica locale veniamo discriminati. L’ultimo rapporto della Ue lo evidenzia, persino con una tendenza crescente. Sono preoccupato per questo, così come per le cure mediche e la situazione abitativa dei Rom. Bisogna intervenire con una certa urgenza.

Quali sono concretamente le sue richieste?
Ogni Paese europeo segue una strategia. Anche in Romania ce n’è una, che in parte è stata realizzata: in alcune scuole elementari e in un’università di Bucarest viene insegnata la lingua rom, ma spesso i programmi offerti dalla Ue non vengono realizzati, perché non sono graditi alla maggior parte della popolazione.

La maggioranza dei rumeni si lamenta che le vostre tradizioni non sono compatibili con quelle di una Ue moderna, ad esempio per quanto riguarda i matrimoni combinati di minorenni.
Ma la nostra tradizione esiste già da millenni: e l’Unione Europea, a confronto, è molto giovane! Ora che viviamo nel nuovo millennio e che da poco facciamo anche parte della Ue, qualcosa naturalmente dovrà cambiare, sono assolutamente d’accordo.
Ma il cambiamento non deve avvenire bruscamente e con la polizia fuori dalla porta. Ultimamente ci sono state campagne informative sul tema dei matrimoni combinati di minorenni e molti hanno capito che non si possono far sposare i bambini.

Anche Lei ha dovuto presentarsi davanti al Parlamento Europeo quando ha fatto sposare sua figlia Ana Maria, appena 13enne.
Il mio caso era un pò più delicato. La Bbc aveva mentito, dicendo che mia figlia era stata costretta con botte e minacce a sposarsi. E l’intervento della signora Nicholson [Emma Nicholson, europarlamentare e referente per la Romania, ndr] è stato giusto. Era la sua funzione.
Ma quando le ho raccontato che una nostra tradizione vecchia di secoli richiede che nostra figlia si sposi già a quell’età, lei ha capito e anch’io ho capito qualcosa. Il fidanzamento è stato rotto e l’abbiamo fatta sposare a 15 anni: questo è permesso.

Come pensa di riuscire a conciliare tutti gli interessi delle diverse tribù del suo popolo?
Questa è la mia maggiore preoccupazione. Quando mio padre, subito dopo la rivoluzione, ha fondato l’Unione dei Rom, tutti hanno aderito. Ma già alcuni mesi più tardi alcuni si erano divisi e organizzati in altri partiti o unioni e oggi, 16 anni dopo, ci sono più di 250 organizzazioni Rom nel nostro Paese. Sto cercando di creare una rappresentanza unificata dei Rom. Ma so già che durerà al massimo fino alle prossime elezioni!

In Romania ci sono due diverse proposte sul metodo di integrazione dei Rom: alcuni sostengono il rafforzamento di questa minoranza etnica attraverso la creazione di proprie scuole, altri sperano che i Rom vengano trattati come i rumeni. Lei cosa ne pensa?
In confronto a prima i Rom sono già ben integrati nella società rumena. Abbiamo professori universitari, abbiamo i nostri giornali, i nostri rappresentanti al governo. I Rom non hanno bisogno di chissà quale programma di integrazione teorico o economico da parte dell’Unione Europea, ma di piani per l’occupazione. Mancano posti di lavoro che permettano ai Rom di dedicarsi ai loro antichi lavori secolari.

Brigitta Gabrin - Hermannstadt (Sibiu) - 2.2.2007 | Traduzione: Michela Del Mistro

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Di Fabrizio (del 05/02/2007 @ 10:26:38, in Europa, visitato 1484 volte)


E' uscito l'aggiornamento di gennaio 2007 di PICUM.org con le notizie e l'evoluzione politica riguardanti i diritti sociali fondamentali degli immigranti non documentati in Europa. Disponibile nel formato Word nelle seguenti lingue: inglese, tedesco, olandese, spagnolo, francese, italiano e portoghese.

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Di Fabrizio (del 06/02/2007 @ 09:07:00, in media, visitato 1831 volte)

ALL'ATTENZIONE DI TUTTI I MEDIA ROMANI

Spettabili

E' un mio grande onore invitarvi al 5° Rom Film Festival "Ruota d'Oro" che si terrà dal 6 all'8 aprile 2007 a Skopje, la capitale della Macedonia

Questo tradizionale Festival si organizza dal 2002. E' dedicato alla produzione sui Rom di tutto il mondo. Sono presentabili tutte le produzioni video (documentari, films e produzioni televisive) come pure programmi radiofonici, prodotti da Rom e non-Rom.

L'organizzatore del Festival, TV BTR National, durante i giorni dello svolgimento, attraverso la presentazione dei programmi, organizzerà laboratori per i partecipanti. Durante questi seminari si potranno discutere e criticare i lavori presentati, scambiarsi esperienze, commentare le realizzazioni e la situazione della produzione mediatica Rom, come pure cooperare tra i produttori ecc.

Il Festival intende incoraggiare i produttori Rom nel lanciare e sviluppare i loro lavori, ed avere un ruolo più attivo nelle sfere della cinematografia a livello mondiale. Inoltre, TV BTR National organizzerà piccole conferenze di lavoro durante il Festival, che contribuiranno all'Associazione delle Case Produttrici di Programmi Rom, lavorando congiuntamente alle differenti produzioni.

ALCUNE NOTE: La vostra partecipazione potrà essere molto utile alla vostra auto-presentazione, ad un ruolo attivo nella tavola rotonda, ma anche a tutti noi, che ci riuniamo su questa nuova idea. Di fatto, intendiamo rafforzare il Network dei Rom, trovare metodi e sistemi di sostentamento, attraverso lo scambio di esperienze e materiali, così da raggiungere un più alto livello di qualità dei media rom.

TV BTR National si aspetta la partecipazione di importanti produttori Rom e non. Inoltre vogliamo informarvi che stiamo aspettando notizie dai nostri mecenati riguardo il supporto finanziario e la partecipazione alle conferenze.

Zoran Dimov-Director General TV BTR National

tvbtr@tvbtr. com.mk

P.S. Vi ricordiamo che possiamo assicurare la vostra sistemazione ed i pasti, ma i costi del viaggio sono a vostro carico.

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Di Fabrizio (del 06/02/2007 @ 09:58:43, in blog, visitato 1692 volte)

Bolzano, osservAzione interviene nella polemica tra Ipes e Provincia
La polemica sulle famiglie sinte insediate nei nuovi condomini dell’Ipes a Firmian diventa un caso nazionale. L’associazione OsservAzione ha segnalato le dichiarazioni dell’assessore Cigolla e del presidente dell’Ipes Pürgstaller all’Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali (Unar) presso la presidenza del consiglio dei ministri...

Brescia, comunicato stampa delle famiglie sinte
Le famiglie appartenenti alla Minoranza dei Sinti Lombardi, residenti a Brescia nel cosiddetto “campo nomadi” di via Orzinuovi n. 108 chiedono all’Amministrazione Comunale di trovare una soluzione abitativa per cinque nuclei famigliari che, per ragioni di spazio, non possono trasferirsi nella piazzola di sosta temporanea, sita all’interno del parco Mella. Le famiglie chiedono l’allargamento della...

Roma, i mercatini Rom e Sinti
Appuntamento settimanale con oltre 150 espositori organizzato dall'Ente Morale Opera Nomadi di Roma e dalla Cooperativa Phralipè-Fraternità. Lavorare il rame e il ferro, decorare bottiglie e coltivare bonsai. Tutto questo e molto altro ancora sono i 'Romano Pijats', ovvero i mercatini romani dei Rom e dei Sinti.
Una realta' che si ritrova tutte le domeniche, dalle 8 alle 12, in via Collati ...

Foggia, il Presidente Vendola al battesimo di dieci bambini rom
"Da Foggia non possono sempre giungere soltanto segnali negativi come quello che abbiamo conosciuto, che parlano di momenti di lacerazione, quando si sfrutta fino allo schiavismo gente che arriva qui per rivendicare il diritto alla vita. Da Foggia arrivano anche manifestazioni importanti, come questa, di cultura dell’accoglienza".
Lo ha dichiarato il presidente della Regione Nichi Vendola...

Ma... perchè i bambini sinti e rom non vanno a scuola?
Ecco un breve stralcio dell'intervento di Maria Grazia Dicati, insegnante padovana che da anni si occupa di pedagogia interculturale, pubblicato oggi su RomSinti@Politica. Invitiamo tutti a leggere l'interessante intervento su un tema molto dibatutto ma poco approfondito.
La scuola, con l’arrivo di bambini stranieri, si è tr...

Opera (MI), progrom o solidarietà verso i Rom?
Segnaliamo l'intervento dell'Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Opera, Matteo Armelloni, pubblicato il tre febbraio scorso da Liberazione e ripreso in alcuni spazi web. L'intervento è molto interessante e offrirà sicuramente spunti di riflessione.
I fatti sono ormai noti: l’amministrazione Comunale decide di ospitare per l’inverno entro i propri confini un gruppo di trenta...

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Di Fabrizio (del 07/02/2007 @ 10:07:00, in Regole, visitato 1967 volte)

Da Roma_Daily_News

DECISIONE FINALE DELLA GIUSTIZIA RUMENA SUL CASO HADARENI

TIRGU-MURES - Si è finalmente chiuso il caso Hadareni a circa 14 anni da quei tragici eventi. Il tribunale di Mures si è espresso venerdì 19 gennaio sul caso, rigettando la richiesta di alcuni Rom che chiedevano una pene maggiori per gli abitanti del villaggio di Hadareni. Il conflitto nel paese della Romania centrale, era esploso la sera del 20 settembre 1993, a seguito di una disputa tra diversi Rumeni e Rom, culminato con Lacatus Ripa Lupian che aveva colpito Craciun Chetan, in seguito deceduto. La polizia aveva provato ad intervenire, ma Lacatus ed uno dei suoi fratelli avevano rifiutato di consegnarsi e si erano barricati in casa minacciando di uccidere chi avesse tentato di farli uscire.

Gli abitanti avevano circondato la casa e iniziato a lanciare pietre contro di essa. Due persone nella folla avevano gettato un pezzo di carta acceso dentro la casa, che aveva preso fuoco. Lacatus Ripa Lupian aveva tentato di scappare ma era stato raggiunto e colpito dalla folla. Il conflitto si era esteso; alla fine erano morte quattro persone e 14 case erano state date alle fiamme e parzialmente distrutte.

Erano seguiti processi tanto penali che civili. Il processo penale si era concluso a novembre 1999 e cinque persone erano state condannate per omicidio. Il processo civile si era concluso il 27 febbraio 2004, con la sentenza della corte d'appello di Tirgu Mures. I Rom avevano accusato la Romania di aver infranto diversi articoli della Convenzione Europea sui Diritti Umani.

PRO EUROPA League aveva fatto ricorso contro la decisione del tribunale di Mures, perché infrangeva i diritti di protezione e proprietà. Haller Istvan, capo dell'Ufficio sui Diritti Umani [...] aveva affermato che "PRO EUROPA League aveva monitorato il caso Hadareni da quando era scoppiato il conflitto, e concluso che c'erano serie violazioni dei diritti umani. [...] Le persone che avevano appiccato il fuoco a 14 case del villaggio non avevano passato un solo giorno in prigione e nessuno di loro aveva dovuto rifondere i danni causati. Anzi, erano stati premiati per le loro azioni, dato che avevano aperto una sottoscrizione a loro favore per il "dramma" da loro patito, sottoscrizione che aveva raccolto considerevoli somme."

DIVERS - http://www.divers.ro

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Di Fabrizio (del 07/02/2007 @ 11:10:06, in Regole, visitato 3010 volte)

ROM: CONTRO IL PATTO DI LEGALITÀ PER LA CITTADINANZA COMPIUTA Per adesioni: nopattodilegalita@fastwebnet.it

"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana". (Costituzione italiana art. 3)

"Davanti alla legge tutti sono uguali ma qualcuno è più uguale degli altri" (George Orwell, La fattoria degli animali).

A Milano si è celebrato il ricordo dello sterminio dei campi di concentramento nazisti. Raramente si ricorda che in quei lager vennero uccisi anche più di mezzo milione di zingari, giudicati dal nazismo criminali e asociali per definizione.

A Milano e Opera ai rom e ai sinti, che a tutt’oggi continuano troppo spesso a essere considerati delinquenti per vocazione, è stato imposto uno speciale “patto di legalità” per poter avere diritto a un ricovero in un container o in una tenda.

C’è una legge per tutti, ma per questi uomini, per queste donne c’è una legge in più, un trattamento differenziale, sintetizzato con queste parole: «Dovete comportarvi bene perché il primo che picchia, che ruba, che sporca, insomma, il primo che sgarra al regolamento, viene sbattuto fuori».

Un patto che rende questi cittadini, europei a tutti gli effetti, diversi dagli altri: ancora una volta ufficialmente proclamati portatori di "asocialità" e "criminalità", chiusi in ghetti, nei quali loro stessi per poter entrare devono esibire un “pass”.

E’ preoccupante che questa nostra città diventi una città di ghetti.

La recinzione fisica invocata dai cittadini “benpensanti” e applicata dalle istituzioni è indegna quanto i muri che ci sono già nel linguaggio, nei gesti, nei pre-giudizi: quasi archetipi culturali verso i Rom, barriere insormontabili e lugubri quanto se non di più di una recinzione.

E’ preoccupante che i Rom siano costretti a firmare questo patto come il male minore.

Come cittadini di serie B che non hanno un’alternativa. Rassegnati a subire il rapporto del più forte viene loro sottratta la capacità di autogoverno, si rendono soggetti passivi di interventi assistenzialistici e di ordine pubblico.

E’ preoccupante soprattutto che questo patto, frutto di un accordo istituzionale tra Provincia e Comune di Milano, non abbia sollevato molte obiezioni nella politica e nella società milanese più sensibile.

Eppure questo patto è un mostro giuridico perché viola tutti i principi di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, non affronta i nodi strutturali dell’emergenza abitativa, impone una politica “emergenziale” che produce solo nuovi ghetti sociali e infine, se le istituzioni usano la discriminazione e l’umiliazione, puntando il dito contro quelli che non sono criminali ma comunque considerati di fatto potenziali delinquenti, si istiga all’odio razziale e si legittima conseguentemente coloro che bruciano le tende, buttano molotov tra le roulotte. Fatto − questo sì evidentemente illegale − che, peraltro, non ha provocato la riprovazione politica e la censura pubblica che avrebbe meritato.

Con questo appello rifiutiamo un patto che attribuisce ai rom una “cittadinanza imperfetta” e ci impegniamo perché il rapporto tra la nostra società e quella rom venga portato nell’ambito di una dialettica sociale che riconosca e rispetti i valori culturali e umani di ciascuno.

I “campi nomadi” per il solo fatto di esistere producono malattia, disoccupazione, devianza, induzione alla criminalità, conflitti sociali: effetti tipici del disagio sociale diffuso. Nati negli anni settanta del secolo scorso, da contenitori di umanità per l’emergenza si sono trasformati in campi di concentramento istituzionali, nuovi “Zigeunerlager” dove non c’è bisogno di “soluzione finale” perché i Rom e Sinti vi muoiono lentamente di diritti negati, di esclusione continua dal lavoro, dalla casa, dalle cure sanitarie, dall’istruzione, di induzione alla devianza ed alla criminalità. Va quindi assunta la prospettiva di smantellarli sostituendoli con soluzioni abitative idonee alla cultura rom.

In più: ciò che oggi si vuole applicare a Rom e sinti rischia di diventare un pericoloso precedente applicabile un domani a chiunque venga predefinito pericoloso per il potere costituito.

Lo smantellamento dei "campi" è la conquista di libertà e giustizia nell’eguaglianza dei diritti e dei doveri per una cittadinanza compiuta almeno a livello europeo se non mondiale.

Primi firmatari (aggiornato 10 febbraio): AceA onlus, Maria Grazia Amorose Molteni, Associazione culturale Punto rosso, Associazione liberi, Associazione Unaltralombardia, Associazione Todo Cambia, Associazione Afroitaliani/e, Angela Teichner Accardi, Arianna Ballotta, Piergiulio Branca, Gabriella Benedetti, Edda Boletti, Paolo Cagna Ninchi, Francesco “baro” Barilli, Flora Capelluti,Umberto Ceriani, Fabrizio Casavola, Grazia Casagrande, Alex Corlazzoli, Comitato per le libertà e i diritti sociali, Sergio Cusani, Sandra Cangemi, Claudia De Cesaris, Bianca Dacomo Annoni, José Luiz Del Roio, Nunzio Ferrante, Enrico Fletzer, Antonella Fachin, Dario Fo, Grazia Paola Fortis, Mario Gaeta, Nazzareno Guarnirei, Massimo Gentili, Patrizio Gonnella, Adriana Leonardo, Marina Mariani, Elisabetta Masciadri, Maria Grazia Meriggi, Luciano Muhlbauer, Luisa Motta, Adriano Martellosio, Elena Murdaca, Alessandra Maiocchi, Mario Napoleoni,  Giuseppe Natale, Naga, Giorgio Nobili, Opera Nomadi, Officina società cooperativa, Michele Papagna, Dijana Pavlovic, Patrizio Ponti, Roberto Prina, Alessandro Rizzo, Basilio Rizzo, SdL Intercategoriale, Biagio Santoro, Sergio Segio, Sabina Siniscalchi, Anita Sonego, Gabriella Sacchetti, Roberto Traverso, Angelo Valdameri, Roberto Veneziani,

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Di Fabrizio (del 08/02/2007 @ 09:44:39, in Europa, visitato 2007 volte)

Da Roma_Daily_News

[...]

COMUNICATO STAMPA: Questa mattina (30 gennaio ndr) Yiannis Sgouros, Prefetto di Atene assieme ad un gruppo di ispettori della salute pubblica ha visitato due insediamenti rom nell'area di Votanikos, in seguito al fallimento del municipio di Atene e della Polizia nel prendere adeguate misure, nonostante le numerose lettere dei Servizi Sanitari sulle inaccettabili condizioni sanitarie dell'area.

Il primo insediamento si trova in via Aghios Polykarpos 81-83 e il secondo al margine di via Orfeos.

I successivi documenti inviati dai servizi sanitari prefettizi nell'ultimo anno e mezzo puntualizzano che i Rom di questi insediamenti non hanno acqua corrente e fognature e i residenti vivono in mezzo a roditori ed insetti.

Queste condizioni comportano rischi sanitari, soprattutto per i bambini - si stima vivano 300 bambini nell'area - senza tuttavia dimenticare i rischi similari per gli adulti e i residenti permanenti.

Yiannis Sgouros, Prefetto di Atene, intervistato ha affermato:

"Un'immagine vale mille parole. Siamo soltanto ad un chilometro dal cuore della capitale [...] e questa situazione non fa onore a nessuno. Nell'occasione della visita odierna, voglio portare l'attenzione a questo problema, dato che la corrispondenza tra vari settori sembra portare da nessuna parte. Ho preso l'iniziativa di contattare il Consiglio Prefettizio e i competenti Ministeri della Salute e degli Interni e della Sanità. perché la sola Prefettura non può affrontare da sola il problema. Inoltre intendo chiedere al Sindaco, con cui siamo in buoni rapporti, di intraprendere le azioni necessarie. In altre parole, rimuovere dall'insediamento le tonnellate di rifiuti e trovare uno spazio adeguato dove rilocare queste persone in condizioni più vivibili, con acqua corrente e servizi sanitari. Dobbiamo agire come già si è fatto in altri casi di insediamenti rom e di rifugiati Curdi e non permettere il perpetrarsi di questa situazione."

Materiale fotografico: www.studiokominis. com

THE PRESS OFFICE Tel 210 – 69 93 404, 210 - 69 91 206, Fax: 210 – 69 93 110, 210 – 69 29 775, Ε-mail: nomath10@otenet. gr

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Di Fabrizio (del 08/02/2007 @ 10:11:38, in Europa, visitato 1476 volte)

Da Roma_Benelux

Brussels, Feb 5, IRNA - http://www.irna. ir/en/news/ view/line- 20/0702058347191 851.htm

Mediamente un mendicante in Belgio porta a casa mensilmente 900 €uro, mentre i Rom che mendicano nelle strade di Bruxelles hanno un'entrata media mensile di 350 €uro.

E' quanto si rivela da uno studio del Sint-Aloysius Economic Polytechnic di Bruxelles e ripreso dal canale VRT TV. Due terzi dei mendicanti nella capitale belga sono Rom. Il rimanente terzo è composto da un vasto gruppo di mendicanti belgi ed un gruppo più piccolo di mendicanti stranieri di vari paesi. Nelle vie di Bruxelles operano regolarmente 265 mendicanti.

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Di Fabrizio (del 09/02/2007 @ 09:41:49, in Italia, visitato 1785 volte)

- Roma 10 e 11 febbraio 2007 – "I Rom/Sinti e le Metropoli"

10 febbraio
§ Gruppi di lavoro (vedi indirizzi pagina successiva) (ore 09:30-19:30)
§ II° Concorso Musicisti di Strada Rom/Sinti (ore 21.30-24:00)
(presso Sala Teatro Municipio 3 Comune di Roma, via dei Sabelli 119)

11 febbraio
§ Conclusioni (ore 09:30-13:00)
(presso Sala Teatro Municipio 3 Comune di Roma, via dei Sabelli 119)

INTERVENGONO
On.le Marcella Lucidi - Sottosegretario Ministero dell’Interno -
On.le Raffaela Milano - Assessore Politiche Sociali Comune di Roma-

Organizzazione dei 5 Gruppi di lavoro
§ GRUPPO DI LAVORO N. I "HABITAT": "La cultura dell'Abitare"
presso via dei Ramni, 4 (nei pressi della Stazione Termini)
Conduttore di gruppo: Massimo Converso (Presidente Nazionale Opera Nomadi)

§ GRUPPO DI LAVORO N. 2 “SCUOLA”
presso Sala Teatro Municipio 3 Comune di Roma, via dei Sabelli 119
Conduttori di Gruppo: Dr. Matteo Tallo (Dirigente MPI), Prof.ssa Renata Paolucci (Responsabile Settore SCUOLA Opera Nomadi Nazionale)

§ GRUPPO Dl LAVORO N. 3 "DIRITTI/MEDIATORI"
presso Comune di Roma – Gruppo Consiliare P.R.C. via delle Vergini, 18
Conduttori di Gruppo: Rag. Giorgio Bezzecchi (Mediatore Rom COMUNE di MILANO),
Prof.ssa Bianca Mori La Penna (Responsabili Settore DIRITTI Opera Nomadi Nazionale)
Introduce Maurizio Pagani (Vice-Presidente Opera Nomadi Milano)

§ GRUPPO DI LAVORO N. 4 "SANITA’"
presso Caritas Diocesana - Sala Riunioni - via Marsala, 103 (Stazione Termini)
Conduttore di Gruppo: Dr. Salvatore Geraci (Responsabile Nazionale Area Sanità – CARITAS)

§ GRUPPO DI LAVORO N. 5 "LAVORO"
ORE 9.30 presso Assessorato per il Lavoro Comune di Roma, via Lungotevere de’ Cenci, 5 - Sala Blu - Dalle ore 14:00 i lavori proseguiranno presso la sede del gruppo “HABITAT” in via dei Ramni, 4
Conduttore di Gruppo: Aleramo Virgili (Responsabile Sportello Lavoro Rom/Sinti Comune di Roma)
All’interno del gruppo:
illustrazione del progetto EQUAL “ In carovana. Sulla via delle stelle.”
Bruno Trenta (coordinatore del progetto)

Per qualsiasi informazione ed iscrizione ai diversi gruppi rivolgersi alla
Segreteria Tecnica Nazionale
Tel. 06/44704749
Fax. 06/49388168
operanomadinazionale@ virgilio.it

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