Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

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-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 06/07/2005 @ 14:33:31, in Italia, visitato 4328 volte)

segnalazione di Marta Rabbiosi <martarab @ libero . it>

oggi su Repubblica:


L'assessore Manca: "L'emergenza umanitaria è da considerarsi finita" 
Il Comune: da lunedì stop all'assistenza ai nomadi 
La Caritas: dormiranno da noi 

Il presidente della Provincia Penati: via i delinquenti ma aiutiamo i disperati  - di ORIANA LISO

quella di Domenica sarà l'ultima notte che i 76 rom sgomberati dal campo nomadi via Capo Rizzuto potranno passare nella sede della protezione civile di via Barzaghi. A partire da quella data, il Comune si chiamerà fuori dalla gestione diretta dell'emergenza nomadi. A dirlo è l'assessore alla Sicurezza Guido Manca: «Dopo questa settimana l'emergenza umanitaria è da considerarsi finita e quindi vanno a cessare le responsabilità dell'amministrazione comunale».

Un annuncio che riapre l'emergenza tamponata provvisoriamente anche grazie alla Casa della carità, dove i rom vengono ospitati di giorno e da dove, ogni sera, vengono accompagnati in pullman in via Barzaghi. E proprio dalla struttura di don Colmegna arriva un'altra soluzione tampone, che però rimanda solo di pochi giorni il problema: «Li terremo a dormire da noi - dice don Massimo Mapelli della Caritas - perché per strada non li possiamo lasciare. Ma solo nell'attesa che le istituzioni trovino una soluzione: per far posto a loro abbiamo bloccato gli ingressi, ma settanta posti sono già occupati dai nostri ospiti».

Così, se alla protezione civile di via Barzaghi considerano chiuso il problema, dall'altra parte non si ferma il balletto di responsabilità e polemiche tra Comune, Provincia e Regione. Palazzo Marino ribadisce un no deciso alla possibilità di aprire altri campi in città e rifiuta anche l'idea di destinare ai rom il giardino dell'ex psichiatrico Paolo Pini: «Nessuno, nemmeno don Colmegna a cui siamo affezionati può chiedere a Milano di aprire altre strutture: la mano sul cuore se la mettano ora i sindaci dell'hinterland, Sesto, Rozzano, San Donato». Anche il prefetto Bruno Ferrante richiama le amministrazioni comunali a un maggior coinvolgimento su un problema «che non riguarda solo Milano». Il prefetto auspica anche l'arrivo della Regione al tavolo della sicurezza sui nomadi. Una presenza sempre sollecitata dal presidente della Provincia Filippo Penati: «I cittadini si aspettano che le istituzioni si mettano d'accordo per cacciare i delinquenti, aiutare i disperati e sostenere le associazioni che già lo stanno facendo: per questo bisogna rilanciare l'idea di un piano metropolitano che affronti il problema della presenza dei nomadi sul territorio».

Dal Pirellone arriva un'apertura a partecipare al tavolo tra le istituzioni. Ma la Lega, con l'assessore regionale Davide Boni, inchioda la maggioranza alla linea dura contro i campi nomadi: ribadisce il no a qualsiasi finanziamento regionale. Di più, rilancia: «Abroghiamo la legge regionale sui nomadi». Legge che invece per i Ds va ripensata, ma in tutt'altra direzione. «La Regione stanzi fondi per i Comuni e gli enti che promuovono interventi per l'integrazione e il miglioramento delle condizioni di vita dei nomadi - dice il segretario milanese Franco Mirabelli - e si realizzi una consulta regionale con le amministrazioni locali e esperti in materia».

Inoltre sull'inserto che Repubblica pubblica ogni mercoledì con articoli estratti dal New York Times (non disponibile on-line), oggi c'è un interessante articolo sulla politica rumena a proposito di infanzia dal 1966 ad oggi.


 

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Di Fabrizio (del 06/07/2005 @ 16:10:50, in Italia, visitato 1752 volte)

Ricevo da Luciano Muhlbauer <lucmu @ tin . it> e porto a conoscenza

ai firmatari dell'Appello alla Città



Cari/e tutti/e

ieri 5 luglio si è svolto l'incontro tra il Prefetto Ferrante e la delegazione dei firmatari dell'Appello alla Città. Oltre al Prefetto erano presenti il suo capogabinetto e il vicecapogabinetto, il responsabile della Croce Rossa di Corelli e il responsabile della C.R. provinciale. La nostra delegazione era costituita, come deciso alla riunione del 30 giugno: Patti (Arci), Parenti (Naga), Pasi (SinCobas), Volpato (CS Leoncavallo), Patta (Prc), Barraco (Verdi) Angella (P. Umanista), Maestri (cons. provinciale) e Muhlbauer (cons. regionale); Giudici (Fiom), parte della delegazione, non ha potuto partecipare per un'emergenza dell'ultimo minuto.

L'incontro è iniziato con una visita all'interno del Cpt. Probabilmente superfluo sottolineare che tutto era più pulito e più in ordine del solito. Il clima era quello di una visita guidata e dunque molto diverso dalle visite fatte in altri momenti da parlamentari e consiglieri...

Abbiamo potuto vedere anche il Centro di Identificazione per richiedenti asilo provvisiorio, in fase di ultimazione. Praticamente una ex-camerata del Cpt viene destinata a questo scopo e un ingresso separato dall'esterno sta per costruito. L'interno è dunque analogo alle camerate del Cpt in senso stretto. Sollecitato, il Prefetto ha dichiarato che la regola sarà quella della permanenza notturna dei richiedenti asilo, mentre di giorno possono entrare e uscire dal centro come credono. 
Con questa nuova situazione, i posti disponibili dentro il Cpt si riducono da 140 a 112, essendo appunto 28 destinati al Centro di identificazione.

I detenuti nel Cpt sono attualmente quasi tutti Rom (circa 80), provenienti in gran parte dal campo sgomberato di via Capo Rizzuto. Degli altri "ospiti" quasi la metà sono ex-carcertati, che come al solito si vedono aggiunti due mesi di galera extra dopo la fine pena. Tre di loro ci hanno chiesto colloquio, cosa che è avvenuto alla fine dell'incontro con il Prefetto.

L'incontro vero e proprio si è svolto in un clima sereno, nel senso che il Prefetto si è mostrato disponibile di fronte a tutte le nostre richieste, accogliendole. Abbiamo chiesto che quanto accordato venisse fissato nero su bianco e anche questo è stato accolto. La forma concreta è ancora da definire (dichiarazioni d'intenti, protocollo di intesa ecc.?), ma venerdì prossimo si terrà un incontro tecnico in Prefettura, dove si cercherà di tradurre il tutto in un testo scritto. Comunque sia, è stato raggiunto verbalmente un accordo sui seguenti punti:
1. visita periodica dentro il Cpt di carattere ispettivo e con colloqui con detenuti che lo desiderassero (tipo sportello)
2. possibilità visite fuori dalle scadenze periodiche, previa autorizzazione Prefettura
3. possibilità per parlamentari e consiglieri regionali di farsi accompagnare da collaboratori (applicando la regola vigente nelle carceri)
4. possibilità per "ospiti" di poter richiedere visita medica esterna, 
utilizzando il servizio medico messo a disposizione da noi. Le visite 
mediche indipendenti si svolgeranno nei locali dell'infermeria della Croce 
Rossa ed è salvaguardato il rapporto confidenziale medico-paziente.
5. dare pubblicità ai detenuti di tutto questo
6. informazione regolare da Prefettura a noi su presenze all'interno del Cpt (nazionalità, provenienza, numero ecc.)
Da aggiungere che su nostra domanda, il Prefetto ha dichiarato che intende autorizzare anche visite da parte di consiglieri provinciali e comunali di Milano, nonché del competente CdZ, qualora venissero richieste.

Va ribadito che tutto ciò va tradotto in testo scritto e forse ci saranno ancora dei problemi. Inoltre, sempre come deciso nella riunione del 30/6 scorso, al fine del funzionamento di questo meccanismo di monitoraggio ci siamo costituiti in Consulta Cittadina Corelli, intendendo compresi tutti i firmatari dell'appello.

In conclusione, la mobilitazione messa in atto in questi mesi e l'iniziativa dell'Appello ha prodotto dunque il risultato di aprire una "finestra" della società civile su Via Corelli. La Prefettura ha dunque riconosciuto quella parte della città che chiede la chiusura dei Cpt come un soggetto che può monitorare quanto avviene nel centro.

Ora sta a noi rendere operativo e produttivo il lavoro. Pertanto sarà necessario convocare una riunione di tutti i firmatari, dove definire gli impegni e le forze. La cosa migliore sarebbe settimana prossima, in orario accessibile ai più. Così, inoltre, conosciamo anche i risultati degli incontri di Bari del 10 (assemblea di movimento) e dell'11 (forum dei Presidenti di Regione).

un abbraccio
Luciano Muhlbauer

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Di Fabrizio (del 06/07/2005 @ 22:33:40, in Europa, visitato 3262 volte)

RPA

Durante lo scorso fine settimana, si è svolta a Svidnik (Slovacchia Orientale) una esibizione a cui hanno partecipato associazioni di volontariato del Pronto Soccorso di tutta Europa.

L'evento, FACE 2005, si svolgeva per la prima volta nei sui 18 anni di storia, in territorio slovacco, organizzato dalla Croce Rossa nazionale e da quella locale.Vi hanno preso parte 900 partecipanti. Non ci sarebbe niente di male, se gli organizzatori non avessero previsto un contest che purtroppo riflette in pieno il razzismo della società slovacca.

Riporta la stampa (Korzár, 4 luglio): «Probabilmente è stata una prova difficile per molti concorrenti, ma è stata molto apprezzata la ricostruzione di un tipico matrimonio zingaro, che si teneva al suono della loro piacevole musica. Come succede abitualmente, gli invitati al matrimonio hanno cominciato a picchiarsi e due uomini si sono feriti gravemente. Uno aveva un coltello infilzato nello stomaco e l'altro in gola. Grazie all'abilità della truccatrice Maria Hoškova, le ferite erano ricostruite perfettamente. "Non è stato facile ricreare artificialmente ferite del genere. E' stato difficile ricreare gli intestini e ho dovuto lavorare con impegno e a lungo," ci ha detto. La troupe rumena è riuscita a separare quanti ballavano dai feriti, riuscendo a salvarli; i polacchi invece hanno fallito. Gli invitati li hanno coinvolti nel ballo, hanno rubato loro gli attrezzi medici, minacciati con i coltelli e bloccati dal portare soccorso ai feriti. Visto che la prova doveva svolgersi in soli dieci minuti, sono stati penalizzati con parecchi punti dalla giuria. Ma il pubblico si è divertito." Probabilmente non era intenzione degli organizzatori offrire un quadro così razzista della società slovacca, ma quale impressione possono aver riportato quei 900 partecipanti di tutta Europa?

La Croce Rossa Slovacca (SČK) si vanta di aiutare i sofferenti e i bisognosi... Perché non riesce a cogliere la differenza tra il cosiddetto divertimento e la diffamazione di un popolo? O vuole forse ingraziarsi l'opinione pubblica? Protestiamo contro il modo in cui la comunità Rom è stata raffigurata durante FACE 2005 e chiediamo scuse pubbliche non solo ai cittadini Rom che vivono in Slovacchia, ma anche a tutti i partecipanti a quella esibizione.

Vi chiediamo di inviare la vostra protesta a:

e alle altre organizzazioni che hanno preso parte a FACE 2005.

RPA©

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Di Fabrizio (del 07/07/2005 @ 12:45:13, in Italia, visitato 3669 volte)

Volente o nolente, mi occupo spesso di quanto fa la Lega.

Su quanto accaduto due giorni fa a Strasburgo, sposo in toto la dichiarazione di Borghezio riportata oggi dal Corriere: "...Si deve decidere: la Lega è anche questa". Ha ragione Snowdog quando parla di Pippo, Palla e Pertica, ma tra le tante cose che sono state scritte, voglio riportare un post su Politicablog (scusandomi con gli esclusi che magari hanno fatto ragionamenti simili):

Mi permetto una malevola interpretazione di quanto è accaduto ieri al parlamento europeo. Dal 2001 la Lega ha espresso in piazza e nelle sue forme sguaiate il Berlusconi pensiero. Anche questa volta, secondo me, c'è stato il solito gioco del "vai avanti tu che a me viene da ridere". Per vedere se a pensare male si commette peccato (ma spesso ci si azzecca), basterà attendere le linee guida della campagna elettorale di Forza Italia. Se sarà incentrata sull'euro e sull'ostilità malcelata verso l'Europa allora non saremo andati troppo lontani. Ieri, secondo me, è stata fatta una prova generale. I tre guastatori, di lungo corso e di nessuna credibilità, sono stati mandati allo sbaraglio per vedere le reazioni del paese. Se l'indignazione non sarà sufficientemente forte Berlusconi capirà di poter cavalcare lo scontento di quella parte di opinione pubblica più arretrata e meno in grado di capire quale disastro sarebbe per il paese lasciare il carro europeo e la moneta unica. Con spregevole cinismo Borghezio e soci questo non lo dicono. Ma quando l'ex tecnico di volo Speroni chiama il Presidente della Repubblica "il Ciampi" si ha l'impressione di trovarsi davanti ad una sceneggiatura scritta da altri. Più colti, più capaci e più spregevolmente cinici.
[...] 
15:02:17 di luca ajroldi

Scrive Stefano Folli su IL SOLE - 24 ORE di ieri:

"Borghezio una volta era un personaggio emarginato e folkloristico del movimento. Le sue posizioni di estrema destra lo avvicinavano a un Le Pen sguaiato e lo stesso Bossi preferiva tenerlo in disparte. Ma erano altri tempi. La Lega di oggi si sta sempre più estremizzando, la malattia del capo ha dato la stura a una rincorsa che non sappiamo dove porterà. [...] ... stupefacente che la gazzarra di Strasburgo sia avvenuta all'indomani di una cena ad Arcore, la prima dopo tanto tempo fra Bossi e il presidente del Consiglio [...]

Analogie inquietanti, se lascio le birre di Strasburgo per tornare ai più familiari campi nomadi nella provincia milanese. Ho la stessa sensazione che la Lega sia la testa d'ariete, ma di uno schieramento più composito e nascosto... Facile prendersela con i pacchi postali. Più difficile trovare soluzioni.

Ma se un partito, che qualche anno fa chiedeva l'ingresso della Padania nell'Euro (per salvare le imprese del Nord), oggi non trova di meglio che dare la colpa a Prodi, ecco che in Lombardia l'assessore (leghista) al territorio:

  • un anno fa chiedeva l'abolizione dei campi nomadi per farne aree di giochi (quantomeno singolare, visto che sono posti in aree lontano dalla città, spesso inondati o vicino a discariche)
  • oggi interviene nella polemica tra Comune e Provincia, chiedendo l'abolizione della Legge a tutela del nomadismo. Cioè l'unica legge che ha tentato di intervenire contro la proliferazione di quegli "insediamenti abusivi" che a parole TUTTI vogliono combattere.
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Di Fabrizio (del 07/07/2005 @ 17:28:16, in Kumpanija, visitato 3451 volte)

Giovedì 7 luglio, ore 21.00

presso il Centro sociale Garibaldi

via Garibaldi 89/b (MM Lanza) Milano

  • proiezione del film Zingari in Carrozza (sarà presente il regista e alcuni degli attori) in anteprima cittadina.
  • banchetto di presentazione del libro "CAMPIONI SENZA DIMORA. La favolosa storia di Multietnica, la squadra di immigrati campione del mondo" (sarà presente l'autore). E' un'occasione ideale per incontrare la squadra campione del mondo 2004 di calcetto a 5, prima della partenza per il campionato mondiale di Edimburgo, che inizierà il 18 luglio.
  • naturalmente, ci sarò anch'io, presente come il prezzemolo... : - P
trailer su vivimilano
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Di Fabrizio (del 08/07/2005 @ 01:26:00, in musica e parole, visitato 3144 volte)

Prima milanese di Zingari in carrozza. Alle spalle di una vecchia liuteria artigianale, sotto un pergolato fantastico cinema all'aperto per stare freschi una sera milanese, in ottima compagnia... ha piovuto tutta la serata : - (
Dedicato a chi c'era, a chi sino all'ultimo ha asciugato le sedie, montato e smontato lo schermo e litigato col proiettore, ha esaurito la carica del telefonino per il passaparola, e a chi non ce la fatta:

Continuiamo con la favola
...perché in fondo tutta la storia è una favola, bella e assurda, e sperando che qualche giorno si avveri, si tira avanti a forza di sogni e di ruspe.
Loredana su Corriere Milano
Leggevo proprio ieri sulle pagine cittadine del Corriere:

Loredana ha 12 anni e frequenta le medie. Il pomeriggio suona il violino sul metrò, linea rossa, insieme al fratello e al padre che tutti chiamano Director. Il primo incontro fortunato è stato quello con Claudio Bernieri, che l'ha scelta come protagonista del suo film "Zingari in carrozza". Nel remake di "Miracolo a Milano" Loredana interpreta se stessa. [...]

Nella vita reale Loredana vuole fare la ballerina. Come tutte le ragazze del suo popolo si muove con grazia. E' cresciuta ascoltando i ritmi zingari, un po' mediterranei e un po' orientali. Qualche sera fa il secondo incontro fortunato con Franca Roberta Cannavò,insegnante di danza alla Scala. Nella trasmissione di Canale Italia "Passeggiando per Milano" [...] ha visto ballare Loredana e ha deciso di regalarle un corso di flamenco, che si terrà a settembre. [...]

Alle nostre orecchie, un modo per farsi pubblicità, lo so. Ma accettate un consiglio (se volete, beninteso): capire il mondo dei Rom non è facile, ci sono l'ignoranza, la sporcizia, i furti, il Kossovo, le ruspe, la Lega... ma a volte per capirlo bisogna credere alle favole, come Loredana che ha pregato la Madunina di farla diventare una ballerina e forse ci ha persino creduto.

L'importante è non perdere tempo, perché di solito la fortuna dei Rom non dura: ieri sera, dopo la proiezione, Loredana raccontava che ha già cominciato a studiare con la signora Cannavò. Di flamenco non si parla ancora, per ora si sta applicando sulla sevillana. Passi che i nonni dei nonni dei suoi nonni portarono in Spagna. E suo padre, per adeguarsi, dopo i ritmi balcanici, ha ripreso a studiare musica. Flamenco, stavolta.

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Di Fabrizio (del 08/07/2005 @ 14:45:51, in Regole, visitato 1721 volte)

art. 6. La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

La legge di tutela toccò al neonato governo dell'Ulivo. Bisognava capire che cosa significava minoranza linguistica. A scanso di equivoci, la Lega mise avanti mani e piedi:
I Rom parleranno, i veneti no
Bilinguismo per pochi eletti, per tutti gli altri sarà il silenzio

(La Padania 23-5-98)

Difatti:
Legge 15 Dicembre 1999, n. 482
Art. 2. 
1. In attuazione dell'articolo 6 della Costituzione e in armonia con i princípi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali, la Repubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi, catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti il francese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e il sardo.
Art. 10. 
1. Nei comuni di cui all'articolo 3, in aggiunta ai toponimi ufficiali, i consigli comunali possono deliberare l'adozione di toponimi conformi alle tradizioni e agli usi locali.
Art. 16. 
1. Le regioni e le province possono provvedere, a carico delle proprie disponibilità di bilancio, alla creazione di appositi istituti per la tutela delle tradizioni linguistiche e culturali delle popolazioni considerate dalla presente legge, ovvero favoriscono la costituzione di sezioni autonome delle istituzioni culturali locali già esistenti.


L'articolo 3 non l'ho copiato perché troppo lungo, sapete come trovarlo.
Morale della favola: la più grande minoranza etnica europea non era considerata, in compenso se una regione o una provincia veneta erano stanche di finanziare Roma Ladrona, potevano finanziare corsi di lingua locale. La Lega votò la legge e il governo si salvò. In compenso a leggere i giornali, sembra tutto il contrario.

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Di Fabrizio (del 08/07/2005 @ 15:00:12, in sport, visitato 5560 volte)

Ieri ho finalmente letto il libro di Filippo Podestà, si divora d'un fiato.

Se volete saperne  di più, ecco un'intervista dall'archivio di Pirori (19 Agosto 2004)

Come andare in Svezia e vincere una coppa mondiale:

Intervista a Bogdan Kwappik e Barbara Gorgon

Come siete entrati in contatto con quella che poi sarebbe diventata l'associazione MULTIETNICA 2001?
Qualche anno fa, ad una manifestazione degli immigrati per la casa, era il periodo delle prime occupazioni e si chiedeva la chiusura del Centro di via Corelli.
Già allora si parlava della necessità di associazione e di organizzarsi. Ci siamo ritrovati coi Rom di via Barzaghi e i rapporti sono stati da subito molto intensi.

A questo punto entra in ballo il calcio...
Sino a quel momento era solo passione: (Bogdan) quando avevo 18 anni ero juniores in Polonia, ma durante un incontro mi hanno spaccato il ginocchio,ma lo spirito è rimasto.
Sì, il calcio è una parte del lavoro che abbiamo impostato. Dopo quattro mesi che ci si frequentava, si parlava di cosa fare in vista di uno dei soliti sgomberi. Io proponevo di ripulire noi l'area li attorno, per dimostrare noi per primi che potevamo fare qualcosa. L'idea non è stata accolta e molto nervoso sono tornato a casa e ho acceso la televisione: trasmettevano una di quelle "partite del cuore". Lì m'è venuta l'idea di organizzare un incontro simile: Rom contro i consiglieri comunali. Chi vinceva si teneva il campo. In due mesi abbiamo trovato dove disputare l'incontro (al Vigorelli) e l'Inter che ci ha fornito delle divise bianche. Abbiamo vinto e via Barzaghi (per quella volta) è rimasta a noi.

Come nasce e come resiste Multietnica 2001?
Non abbiamo mai pensato al calcio come qualcosa di fine a se stesso: sin dall'inizio 30/40 Rom hanno collaborato con entusiasmo, si discuteva e a volte si litigava se quest'associazione dovesse avere un direttore Italiano o Rom, per noi, o era Rom o niente.
Il calcio è stato la chiave di volta, per cementare un'associazione e un'idea: al Vigorelli la prima volta abbiamo battuto la squadra di La Russa, ma per noi era in ballo la permanenza in via Barzaghi. Subito dopo, partecipammo al torneo quadrangolare di amivìcizia dei Rom.
Lo sport può essere un ottimo mezzo di integrazione, anche per la casa e il soggiorno. E poi è un mezzo immediato per dimostrare dal vero chi sono i Rom, non ci sono le mediazioni di stampa e tv quando ti incontri sul campo.

Cosa dicono i vostri compagni di lavoro?
Io (ancora Bogdan) avevo parecchie "grane" col mio datore, dato che ero anche responsabile della sicurezza. Allora: entro nel suo ufficio e gli dico che devo prendere ferie, per accompagnare la squadra in Svezia per un torneo a cui partecipavano squadre di tutto il mondo. Lui mi squadra e poi mi chiede "Ce l'avete lo sponsor". Non solo ho avuto le ferie, ma anche le divise... la ditta Carlo Gavazzi in fondo ha fatto bene i suoi conti, visto che le altre squadre portavano scritto Nyke, Vodafone ecc.
I miei colleghi, che dire... da anni provavano a fare sponsorizzare le loro iniziative. Vedi, dove lavoro siamo di 58 nazionalità differenti, e questi stranieri, spesso bistrattati, erano l'ossatura di una squadra che rappresentava l'Italia, credo l'abbiano sentita come una cosa anche loro. Al solito, invece, stampa e televisione hanno quasi oscurato la notizia.

Ci sarà anche una squadra pulcini?
A differenza di come fanno in molti, abbiamo cominciato con gli adulti, per rivolgerci poi ai bambini. C'è la possibilità, ma al solito mancano le strutture fisse, abbiamo gli allenatori, giocatori già "anziani" che hanno le capacità di allenare - sul centro sportivo ci stiamo lavorando, da anni. Adesso c'è più possibilità, siamo una realtà.

Dove giocate e in quanti siete?
Giochiamo presso l'Arci Olmi in zona Baggio. Siamo iscritti al CSI come squadra di calcio a 11, a 7 e a 5, quindi siamo 4 squadre in tutto - poi c'è la squadra di basket. Saremo... 100 persone, crediamo. Il fatto è che MULTIETNICA 2001 non è più soltanto la squadra dei Rom rumeni, potremmo essere anche di più, ma come associazione vogliamo rivolgerci a quanti vediamo più attivi ad esempio, nelle manifestazioni. Per esempio, la comunità Brasiliana è quella più calda, saranno 50/80 persone e due di loro sono consiglieri, poi l'Argentina, Santo Domingo per il basket, vale lo stesso discorso. Fatta l'associazione, a questo punto a settembre ormai sarà tempo di fare le tessere. Abbiamo sempre questa fissa dell'associazione, ci credi e non c'è niente che ti fermi.

Sul vostro sito (http://www.multietnica2001.org/) si parla anche di Comitato Immigrati in Italia. Non bastano i comitati che già ci sono in Italia?
Nasce due anni fa a Roma, sulla spinta di diverse associazioni, le principali da Milano, Roma, Firenze, Caserta, Brescia, Verona, Napoli...
Nasce dal tavolo dei Migranti Social Forum, con lo stesso discrimine con cui descrivevamo le nostre prime difficoltà: da una parte gli italiani, dall'altra gli emigrati che si sentivano emarginati e senza possibilità di parola. Ci ritroviamo nelle diverse città, l'ultima volta a MIlano nell'auditorium della Regione Lombardia, con balli cileni e musica Rom.
Alcune associzioni
- Multietnica 2001
- Todo Cambia
- Associzione Culturale Cilena
- Associazioni di El Salvador e delle Mauritius
- le comunità Rom di via Triboniano e via Novara

Ultima fatidica domanda: cosa volete, cosa cercate?
Vogliamo realizzare:
1 centro sportivo multietnico
1 campionato multietnico (prima di calcio e poi di altre discipline sportive)
1 federazione sportiva emigrati
Tutto no profit e aggiungendo che, con gli ultimi risultati sportivi, il rapporto col Comune di Milano non va male.
Diciamo meglio: il Comune è "stato costretto" a collaborare con noi, per la visibilità che ne ricava, per il risultato ottenuto, per altre ragioni ancora.
Abbiamo mostrato a tutti come i migranti sono andati in Svezia e hanno vinto, il ché ci ripaga dei nostri sforzi, ma è un fatto che dedichiamo a tutti quanti fanno la fila per il rinnovo del permesso di soggiorno ed il lavoro. Ed è una vittoria del progetto di far nascere e crescere l'associazione.
Quello che facciamo ora, è sfruttare la forza di tante associazioni diverse, anche per il rinnovo dei permessi di soggiorno.
Il nostro capocannoniere è stato buttato fuori casa, tramite noi adesso ha un posto dove vivere e, visto che è imbianchino, da migliorare.
Tutto questo non è solo calcio, e non sarebbe stato possibile senza Barbara, che non solo è infermiera e quindi è impegnata come tutti sul campo, ma anche la segretaria che appiana tutte le difficoltà, e poi c'è Wojciech che è il vice-presidente.

Un ultimo ricordo dalla Svezia: sapevamo che per questa edizione era stati investita il doppio dela somma dell'anno precedente. Eppure ci siamo trovati alloggiati in una sistemazione di fortuna, col cibo che era quasi immangiabile. Abbiamo fatto conoscenza con un grupppo di italiani residenti lì, emigranti come noi. All'inizio con un po' di timidezza, poi alla fine hanno ovviato al cibo ed erano presenti alle partite a tifare per l'Italia.

Adesso, siamo stanchi morti, soddisfatti, orgogliosi, spaventati dalle somme che ancora dobbiamo pagare. La strada è ancora lunga, nel frattempo questo è un link per percorrerla assieme:
http://www.multietnica2001.org/sostienici.html

PS chi fosse interessato, può richiedere in redazione la rassegna stampa dell'evento - le foto sono di Filippo Podestà

Multietnica 20001, burocrazia e passaporti permettendo, sta preparando le valigie per Edimburgo 2005.

Ultimi appuntamenti per i milanesi:

In attesa che la squadra parta per Edimburgo per la terza edizione del mondiale di streetsoccer alla "Homeless World Cup 2005", la AS.MultiEtnica2001 organizza una iniziativa per presentare la squadra che difenderà il titolo mondiale.
Dalle h18.00 alle h20.00 si disputerà un quadrangolare di calcio che vedrà i Campioni del mondo della MultiEtnica sfidare tre squadre di Comunità Nuova.
alle h21.00 presso il Barrio's Cafè, in via Barona angolo via Boffalora, ci sarà la presentazione del libro "Campioni senza dimora" di Filippo Podestà. Sarà presenta l'autore e i giocatori. alle h22.00, sempre al Barrio's cafè è previsto il concerto di Nazca con musica dal Perù.
Info: Bogdan 347 8638372

Inoltre: I CAMPIONI INVITANO A DONARE IL SANGUE!
La MultiEtnica 2001, prima della partenza per i mondiali di Street Soccer a Edimburgo invita tutti/e il 10 luglio dalle 8.00 alle 11.00 a donare il sangue.

La donazione è prevista presso l'ospedale San Paolo di Milano. Al termine sarà indetta una conferenza stampa per la presentazione della squadra nazionale italiana che difenderà il titolo ai mondiali di Edimburgo previsti dal 20 al 24 luglio.

L’incontro sarà anche l’occasione per rinnovare l’invito al tesseramento e presentare il libro “Campioni senza dimora” (Ed Terre di mezzo/10 Euro).

Requisiti: un documenti d'indentità valido (anche il Passaporto)
Perchè donare non è un dovere, ma vivere è un diritto di tutti!

responsabile donazioni del sangue: Ilaria (cell. 328 1827765)

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Di Fabrizio (del 08/07/2005 @ 15:11:48, in conflitti, visitato 3622 volte)

London Underground
Ieri mattina la prima reazione è stata di rivedere i blog di chi so sta a Londra. Qualcuno mi ha tranquillizzato via Skype.
Poi, mi sono quasi vergognato per la mia reazione tipo DEJA VU. Non so voi, ma è successo l'11 settembre e poi Madrid, ed è come se lo spavento, il dolore, la sorpresa che ho provato allora, stessero diventando NORMALI. A ripensarci, in molti han fatto l'abitudine agli eccidi in Medio Oriente, a Beslan, in qualsiasi punto della periferia del nostro mondo. L'impatto di New York, con i serissimi discorsi “mai più, noi non cederemo” che volevano dire: “mai più QUI, noi continueremo ad essere la FACCIA FORTUNATA, e i massacri sono altrove”.
Ci illudiamo di anestetizzarci, ma la fortezza che dovrebbe ripararci, non tiene. “Non cambieranno il nostro sistema di vita e i nostri valori”, dice un Blair affranto e stanco. Chi si illude di poterlo fare con gli altri, con la ragione o con le bombe non fa differenza, sappia che CAMBIERA' IL SUO SISTEMA DI VITA E I SUOI VALORI. Che lo voglia o no.


“Quasi” periferia del mondo:

Da: Haller Istvan

Cari amici,

Nel settembre 1993 nel villaggio di Hadareni si consumò un violento attacco razzista contro la comunità Rom.

La Liga PRO EUROPA (associazione rumena dei diritti umani) offrì immediatamente aiuto alle vittime. Disgraziatamente, le indagini su quanto accadde partirono solo nel 1997 e il processo penale si chiuse nel 1999 con pochi degli imputati condannati, mentre quello civile è terminato nel 2005.

Nel 1997, abbiamo aiutato le vittime a ricorrere alla Corte Europea dei Diritti Umani e nel 2000 abbiamo supportato l'European Roma Rights Center (che forniva assistenza legale) in un ulteriore appello al Tribunale Europeo.

Finalmente, il 6 luglio 2005 il Tribunale si è espresso, riconoscendo i danni patiti durante quell'assalto.

Haller Istvan

Program Director - PRO EUROPA League

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Cari amici,

Vorrei darvi alcuni chiarimenti su quanto scritto da Istvan Haller della Liga ProEurope Romania, suk caso di Hadareni, settembre 1993, quando contro la comunità Rom ci fu un verio e proprio pogrom e non un semplice "assalto a sfondo razziale".

Tre Rom furono uccisi dopo essere stati torturati e un gajio (chi non è Rom ndr) morì, colpito da una coltellata infertagli da mio fratello nel tentativo di difendersi.

Siccome mi sembra che le autorità, le istituzioni o le organizzazione dei diritti umani abbiano dimenticato la realtà scioccante di quanto successe, ma SOPRATTUTTO, che abbiano dimenticato i loro compiti e doveri, mi permetto di ricordare:

Quella notte che non dimenticherò, furono uccisi due miei fratelli, dopo svariate torture. Mio fratelllo di 21 anni ebbe tutte le osse rotte con tutti gli attrezzi da giardiniere immaginabili. Implorò gli assalitori e i poliziotti di smettere, senza che mostrassero alcuna pietà.

L'altro mio fratello di 19 anni, ricevette 81 coltellate prima di morire, dopo che due poliziotti lo avevano rassicurato di poter tornare al villaggio senza timore, messo poi in manette e consegnato ai suoi aguzzini con la promessa che non sarebbero stati perseguiti.

Altri tre arrivarono ancora vivi all'ospedale per farsi curare, morirono lì perché nessuno fece niente...

Mio marito di 31 anni morì soffocato dal fumo dell'incendio di casa nostra. Ma prima i suoi assassini gli tagliarono le braccia e la gambe e lo buttarono vivo nel fuoco. Lo so, perché ritrovai le sue braccia e le gambe in un posto totalmente differente. Nonostante le nostre testimonianze sinora nessuno, istituzioni, associazionie la stessa ERRC, ha voluto FAR LUCE SU QUEL CHE SUCCESSE. Per loro, mio marito perì semplicemente nell'incendio...

Oggi, come allora, ci sono organizzazioni Rom e no, che vogliono mostrare quanto ci aiutano. Disgraziatemente, CI RAPPRESENTANO A DIVERSI LIVELLI, FANNO PROGETTI PER NOI, SULLE NOSTRE CARRIERE E SUI NOSTRI SALARI, CI COPRONO LE SPESE DI VIAGGIO E DI COORDINAMENTO, MA DI NOI A LORO IMPORTA POCO. Non ci hanno mai chiesto, governo e istituzioni, se avevamo da mangiare o dove dormire. Ci hanno usato, ma nessuno ha mai portato un pezzo di pane o cioccolato ai nostri bambini. Nessuno ha fatto pressione sul governo perché ci fosse assicurata almeno l'esistenza...

Infine, oggi... Istvan Haller ci informa sulla decisione di Strasburgo e su quanto la sua organizzazione sisia adoperata per questo risulltato. NON E' COSI'. Si sono impegnati per ottenere visibilità e un compromesso. Se secondo lui il fatto che il governo rumeno abbia dato dei soldi ai parenti dei sopravvissuti è un suo successo, VOGLIO GRIDARE CHE QUESTO NON E' SUCCESSO E NON E' GIUSTIZIA!!

Istvan Haller sostiene che la sua organizzazione ha fornito aiuto immediato alle vittime. Vorrei capire cosa intende per aiuto. Fare domande ai sopravvissuti? Scrivere rapporti? Presenziare alle conferenze?

Dal mio modesto punto di vista e per la mia esperienza, la risposta è NO. [...] E, per favore, non vorrei più sentire nominare in futuro gli avvocati [di ERRC NDR], perché sono tra i peggiori che hoincontrato in tutta la mia vita.

Io non mi sono accorta tuttora che il governo rumeno si sia preso nessuna responsabilità per quanto accadde.Non hanno riconosciuto le loro colpe e quanto sia corrotta la giustizia in Romania. Dicono solo che a loro "dispiace, bla, bla, bla". Tutto ciò che vedo è una dichiarazione di facciata su impegni da rispettare in futuro.

Spero che il futuro possa vedere altre decisioni più obiettive... ma come fare ad averne la certezza?

Florina Zoltan - London, UK

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Di Fabrizio (del 08/07/2005 @ 19:59:51, in conflitti, visitato 1994 volte)

Google: ore 18.30

Nipote, non sta bene bere da soli!

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