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	 Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.     
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 11/07/2008 @ 10:38:46, in  blog, visitato 1700 volte)
		  
	 
    
		
      Da 
Puta a queer invader 
Il testo della mia lettera al giornale, pubblicata oggi da Il Domani di 
Bologna 
Oggi alle 17.00 in Piazza del Nettuno, la cittadinanza bolognese si 
ritrova per un appuntamento promosso dall'Arci e dall'Ufficio Stranieri della 
CGIL:
Prendete le impronte anche a noi!. L'obiettivo è protestare contro le 
schedature dei rom avviate dal Ministro degli Interni Roberto Maroni. Durante il 
Bologna Pride, gli organizzatori hanno sottolineato con
iniziative e dichiarazioni che questi provvedimenti prefigurano l'avvio di 
una politica discriminatoria su base etnica e che ricordano dolorosamente le 
leggi razziali. Leggi razziali che il fascismo approvò contro la popolazione 
ebraica e che portarono al confino e ai campi di concentramento anche molte 
persone omosessuali. La comunità gay e lesbica bolognese sarà in piazza 
a lasciare le sue impronte: se qualcuno dev'essere schedato, che lo siano tutti, 
allora. Zingari, froci, etero, donne, operai, casalinghe, impiegati, 
disoccupati. Tutti. Fabrizio De André cantava che gli zingari sono 
speciali perché sono la memoria vivente del nostro lontanissimo passato di 
nomadi e cacciatori. Che questi versi risuonino anche nelle stanze del Viminale: 
"Porto il nome di tutti i battesimi / ogni nome il sigillo di un lasciapassare / 
per un guado, una terra, una nuvola, un canto / un diamante nascosto nel pane / 
per un solo dolcissimo umore del sangue / per la stessa ragione del viaggio, 
viaggiare". 
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 11/07/2008 @ 12:49:25, in  Italia, visitato 2550 volte)
		  
	 
    
		
      Ricevo da Maria Grazia Dicati 
"Capire le differenze, valorizzare le diversità". Questo slogan con cui si apre 
oggi il Meeting di San Rossore, appuntamento annuale dedicato alla lotta al 
razzismo e ai tanti volti che può assumere. Nell’anniversario del manifesto 
della razza che fu firmato nel luglio del 1938 proprio in questa località 
toscana, l’incontro si inaugura con un appello per fermare la deriva che 
attraversa la nostra società. Tra i primi firmatari il premio Nobel Rita Levi 
Montalcini, Massimo Livi Bacci, Enrico Alleva, Guido Barbujani, Marcello Buiatti… 
I. Le razze umane non esistono. 
L'esistenza delle razze umane è un'astrazione derivante da una cattiva 
interpretazione di piccole differenze fisiche fra persone, percepite dai nostri 
sensi, erroneamente associate a differenze "psicologiche" e interpretate sulla 
base di pregiudizi secolari.  
Queste astratte suddivisioni, basate sull'idea che gli umani formino gruppi 
biologicamente ed ereditariamente ben distinti, sono pure invenzioni da sempre 
utilizzate per classificare arbitrariamente uomini e donne in "migliori"e 
"peggiori" e quindi discriminare questi ultimi (sempre i più deboli), dopo 
averli additati come la chiave di tutti i mali nei momenti di crisi.  
II. L'umanità, non è fatta di grandi e 
piccole razze. E' invece, prima di tutto, una rete di persone collegate. E' vero 
che gli esseri umani si aggregano in gruppi d'individui, comunità locali, etnie, 
nazioni, civiltà; ma questo non avviene in quanto hanno gli stessi geni ma 
perché condividono storie di vita, ideali e religioni, costumi e comportamenti, 
arti e stili di vita, ovvero culture. Le aggregazioni non sono mai rese stabili 
da DNA identici; al contrario, sono soggette a profondi mutamenti storici: si 
formano, si trasformano, si mescolano, si frammentano e dissolvono con una 
rapidità incompatibile con i tempi richiesti da processi di selezione genetica.
 
III. Nella specie umana il concetto di 
razza non ha significato biologico. L'analisi dei DNA umani ha dimostrato che la 
variabilità genetica nelle nostra specie, oltre che minore di quella dei nostri 
"cugini" scimpanzè, gorilla e orangutan, è rappresentata soprattutto da 
differenze fra persone della stessa popolazione, mentre le differenze fra 
popolazioni e fra continenti diversi sono piccole.  
I 
geni di due individui della stessa popolazione sono in media solo leggermente 
più simili fra loro di quelli di persone che vivono in continenti diversi. 
Proprio a causa di queste differenze ridotte fra popolazioni, neanche gli 
scienziati razzisti sono mai riusciti a definire di quante razze sia costituita 
la nostra specie, e hanno prodotto stime oscillanti fra le due e le duecento 
razze.  
IV. E' ormai più che assodato il carattere 
falso, costruito e pernicioso del mito nazista della identificazione con la 
"razza ariana", coincidente con l'immagine di un popolo bellicoso, vincitore, 
"puro" e "nobile", con buona parte dell'Europa, dell'India e dell'Asia centrale 
come patria, e una lingua in teoria alla base delle lingue indoeuropee. Sotto il 
profilo storico risulta estremamente difficile identificare gli Arii o Ariani 
come un popolo, e la nozione di famiglia linguistica indoeuropea deriva da una 
classificazione convenzionale. I dati archeologici moderni indicano, al 
contrario, che l'Europa è stata popolata nel Paleolitico da una popolazione di 
origine africana da cui tutti discendiamo, a cui nel Neolitico si sono 
sovrapposti altri immigranti provenienti dal Vicino Oriente. 
L'origine degli Italiani attuali risale agli stessi immigrati africani e 
mediorientali che costituiscono tuttora il tessuto perennemente vivo 
dell'Europa. Nonostante la drammatica originalità del razzismo fascista, si deve 
all'alleato nazista l'identificazione anche degli italiani con gli "ariani".
 
V. E' una leggenda che i sessanta milioni 
di italiani di oggi discendano da famiglie che abitano l'Italia da almeno un 
millennio. Gli stessi Romani hanno costruito il loro impero inglobando persone 
di diverse provenienze e dando loro lo status di cives romani. I fenomeni di 
meticciamento culturale e sociale, che hanno caratterizzato l'intera storia 
della penisola, e a cui hanno partecipato non solo le popolazioni locali, ma 
anche greci, fenici, ebrei, africani, ispanici, oltre ai cosiddetti "barbari", 
hanno prodotto l'ibrido che chiamiamo cultura italiana.  
Per 
secoli gli italiani, anche se dispersi nel mondo e divisi in Italia in piccoli 
Stati, hanno continuato a identificarsi e ad essere identificati con questa 
cultura complessa e variegata, umanistica e scientifica. 
VI. Non esiste una razza italiana ma 
esiste un popolo italiano. L'Italia come Nazione si è unificata solo nel 1860 e 
ancora adesso diversi milioni di italiani, in passato emigrati e spesso 
concentrati in città e quartieri stranieri, si dicono e sono tali. Una delle 
nostre maggiori ricchezze, è quella di avere mescolato tanti popoli e avere 
scambiato con loro culture proprio "incrociandoci" fisicamente e culturalmente. 
Attribuire ad una inesistente "purezza del sangue" la "nobiltà" della "Nazione" 
significa ridurre alla omogeneità di una supposta componente biologica e agli 
abitanti dell'attuale territorio italiano, un patrimonio millenario ed esteso di 
culture.  
VII. Il razzismo è contemporaneamente 
omicida e suicida. Gli Imperi sono diventati tali grazie alla convivenza di 
popoli e culture diverse, ma sono improvvisamente collassati quando si sono 
frammentati.  
Così è avvenuto e avviene nelle Nazioni con le guerre civili e quando, per 
arginare crisi le minoranze sono state prese come capri espiatori. Il razzismo è 
suicida perché non colpisce solo gli appartenenti a popoli diversi ma gli stessi 
che lo praticano. La tendenza all'odio indiscriminato che lo alimenta, si 
estende per contagio ideale ad ogni alterità esterna o estranea rispetto ad una 
definizione sempre più ristretta della "normalità". Colpisce quelli che stanno 
"fuori dalle righe", i "folli", i "poveri di spirito", i gay e le lesbiche, i 
poeti, gli artisti, gli scrittori alternativi, tutti coloro che non sono 
omologabili a tipologie umane standard e che in realtà permettono all'umanità di 
cambiare continuamente e quindi di vivere. Qualsiasi sistema vivente resta tale, 
infatti, solo se è capace di cambiarsi e noi esseri umani cambiamo sempre meno 
con i geni e sempre più con le invenzioni dei nostri "benevolmente disordinati" 
cervelli.  
VIII. Il razzismo discrimina, nega i 
collegamenti, intravede minacce nei pensieri e nei comportamenti diversi. Per i 
difensori della razza italiana l'Africa appare come una paurosa minaccia e il 
Mediterraneo è il mare che nello stesso tempo separa e unisce. Per questo i 
razzisti sostengono che non esiste una "comune razza mediterranea". Per spingere 
più indietro l'Africa gli scienziati razzisti erigono una barriera contro 
"semiti" e "camiti",con cui più facilmente si può entrare in contatto. 
 
La 
scienza ha chiarito che non esiste una chiara distinzione genetica fra i 
Mediterranei d'Europa (Occidentali) da una parte gli Orientali e gli Africani 
dall'altra. Sono state assolutamente dimostrate, dal punto di vista 
paleontologico e da quello genetico, le teorie che sostengono l'origine africana 
dei popoli della terra e li comprendono tutti in un'unica razza.  
IX. Gli ebrei italiani sono 
contemporaneamente ebrei ed italiani. Gli ebrei, come tutti i popoli migranti 
(nessuno è migrante per libera scelta ma molti lo sono per necessità) sono 
sparsi per il Mondo ed hanno fatto parte di diverse culture pur mantenendo 
contemporaneamente una loro identità di popolo e di religione. Così è successo 
ad esempio con gli Armeni, con gli stessi italiani emigranti e così sta 
succedendo con i migranti di ora: africani, filippini, cinesi, arabi dei diversi 
Paesi , popoli appartenenti all'Est europeo o al Sud America ecc. Tutti questi 
popoli hanno avuto la dolorosa necessità di dover migrare ma anche la fortuna, 
nei casi migliori, di arricchirsi unendo la loro cultura a quella degli 
ospitanti, arricchendo anche loro, senza annullare, quando è stato possibile, né 
l'una né l'altra. 
 X.
L'ideologia razzista è basata sul timore della "alterazione" della propria 
razza eppure essere "bastardi" fa bene. E' quindi del tutto cieca rispetto al 
fatto che molte società riconoscono che sposarsi fuori, perfino con i propri 
nemici, è bene, perché sanno che le alleanze sono molto più preziose delle 
barriere. Del resto negli umani i caratteri fisici alterano più per effetto 
delle condizioni di vita che per selezione e i caratteri psicologici degli 
individui e dei popoli non stanno scritti nei loro geni.  
Il 
"meticciamento" culturale è la base fondante della speranza di progresso che 
deriva dalla costituzione dell'Unione Europea. Un'Italia razzista che si 
frammentasse in "etnie" separate come la ex-Jugoslavia sarebbe devastata e 
devastante ora e per il futuro.  
Le 
conseguenze del razzismo sono infatti epocali: significano perdita di cultura e 
di plasticità, omicidio e suicidio, frammentazione e implosione non 
controllabili perché originate dalla ripulsa indiscriminata per chiunque 
consideriamo "altro da noi". 
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 11/07/2008 @ 13:43:42, in  Italia, visitato 2006 volte)
		  
	 
    
		
      Da
ChiAmaMilano 
Voci e storie dei Sinti italiani che chiedono solo di essere trattati come 
tutti gli altri cittadini 
 
Noi li chiamiamo zingari, loro ci chiamano gagè: ma la parola ‘zingari’ include 
un insieme di comunità di diversa provenienza, religione e tradizioni che si 
riuniscono dando origine a un unico popolo, i rom. Un popolo che viene da 
lontano, dall’India del Nord, tra la valle dell’Indo e le pendici himalayane e 
parla una propria lingua traslitterata dal sanscrito chiamata "romanès".  
In questo gruppo ci sono anche i Sinti, i "rom" del Sind (oggi Pakistan): oggi i 
Sinti in Italia vivono in comunità sparse in tutta la penisola, costituite per 
lo più da piccoli gruppi parentali. Sono cittadini italiani e vivono sulla 
Penisola da oltre mezzo secolo. Le loro attività principali rimangono le 
giostre, anche nei parchi fissi, e il commercio ambulante. I Sinti che vivono in 
Italia sono cittadini italiani a tutti gli effetti, e per ribadire il loro 
diritto ad essere riconosciuti e non discriminati hanno manifestato lo scorso 
lunedì 7 luglio in piazza San Babila a Milano, contro i provvedimenti decisi dal 
governo che li vorrebbe sottoporre a censimento, insieme a tutto il popolo rom. 
Guarda il
video 
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 11/07/2008 @ 21:49:17, in  scuola, visitato 1689 volte)
		  
	 
    
		
      Ricevo da Michela 
La vergogna comincia dalla scuola -
circolopasolini@splinder.com  
Benché nessuno voglia parlare di scuola non avendo alcun appeal, ne parlo e 
scrivo. Quella che segue è una circolare dell'Ufficio scolastico di Milano per 
la "rilevazione" degli alunni Rom e Sinti, rilevazione su base etnica. Da molto 
tempo ormai nella scuola italiana il degrado morale e civile impera passando 
inosservato. E' un degrado dei comportamenti, dei principi, del linguaggio, 
della mentalità. E' da tempo che a ottobre arriva nelle aule una circolare che 
parla di sussidi "ad alunni lombardi" intendendo con questo quelli residenti in 
Lombardia. Ma il linguaggio rivela. In una scuola italiana si può lasciare 
appeso al muro per mesi di una classe prima il discorso che Mussolini fece in 
occasione del concordato, e nessuno, delle centinaia di persone che vi 
transitano, dica nulla. Solo quando sono messi di fronte alla minaccia di una 
denuncia per apologia di reato si disturbano a toglierla. E quante altre cose si 
potrebbero raccontare se solo trovassero orecchie ad ascoltare. Non ci stupiamo 
quindi se troviamo in questa circolare una scheda con la dizione: "Indicare se 
l’alunno è Nomade italiano o straniero". (ic) 
 
UFFICIO SCOLASTICO PROVINCIALE DI MILANO 
Formazione - Politiche giovanili e Sostegno alla persona 
 
Prot. n. 3058 
Milano, 11 Giugno 2007 
 
Ai Dirigenti Scolastici 
delle Scuole di Milano e provincia 
Loro Sedi 
 
Oggetto: rilevazione alunni ROM SINTI. 
Si informano le SS.LL. che l’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia ha 
promosso l’approfondimento della sezione delle ricerca sugli insediamenti delle 
famiglie rom e sinte in alcune città della Lombardia, con particolare riguardo 
agli aspetti educativi che coinvolgono i minori rom e sinti. 
 
A tale scopo - come sottolinea la lettera, prot. 11897 del 4/6/07 inviata dall’USRL 
a questo Ufficio- viene proposta la rilevazione in oggetto che ha come finalità 
una raccolta di dati quantitativi e qualitativi che permettano di leggere i 
seguenti aspetti: 
 
Caratteristiche dell’alunno 
Qualità della presenza in Italia 
Situazione abitativa di provenienza 
Iter scolastico pregresso 
Modalità inserimento nella classe 
Tipo di strutturazione delle scuole per accoglienza, inserimento, apprendimento 
Livello di frequenza/ motivazione del minore nomade 
Esiti scolastici 
Rapporti con la famiglia 
 
La tabulazione dei dati, che le SS.LL. vorranno cortesemente inviarci compilando 
l’allegata scheda, permetteranno non solo di avere un quadro dettagliato della 
realtà nelle scuole della nostra provincia , ma anche di utilizzare tali dati 
per una sempre migliore programmazione dell’offerta formativa sia della 
scuola sia di altri soggetti istituzionali e non, che sono interessati dalla 
problematica dell’inserimento sociale e scolastico dei minori “nomadi”. 
 
Si invitano , pertanto, le SS.LL. a far pervenire entro il 6 Luglio 2007 le 
schede contenenti i dati relativi ai propri alunni rom e sinti, 
inviandole all’indirizzo e mail intercultura.csa.mi@tiscali.it alla cortese 
attenzione della Prof.ssa R.Spadaro, oppure tramite consegna a mano, che dal 20 
Giugno 2007, data prevista per il trasloco, dovrà essere indirizzata a USP di 
Milano , Via Ripamonti 89 , piano 6° Area Intercultura Successo Formativo. 
 
Si ringrazia per la loro cortese collaborazione e si porgono distinti saluti. 
 
F.to Il Dirigente 
Antonio Zenga 
 
La scheda in allegato: 
http://www.milano.istruzione.lombardia.it/circ2007/all_30587_07.doc  
 
comprende le seguenti Voci 
 
Denominazione scuola 
Sigla Alunno 
Età 
Sesso 
Indicare se l’alunno è Nomade italiano o straniero 
Stato in cui è nato 
Se straniero, anno di arrivo in Italia 
Gruppo nomade di appartenenza (Es. Sinti , Rom , Abruzzesi….) 
Luogo di Abitazione (Campo, Appartamento, ….) 
Anno di arrivo nell’attuale scuola 
Classe in cui è inserito 
GRADO di scuola frequentata 
Inserimento in classi inferiori all’età (n. anni di ritardo) 
Inizio frequenza scolastica: se a settembre o in corso d’anno 
Tipo di frequenza (regolare, saltuaria, a periodi alterni ) 
Proveniente da quale scuola: la stessa, altra italiana , altra straniera 
Percorso scolastico pregresso: materna, elementare, media (indicare se in Italia 
o estero) 
Livello conoscenza lingua italiana orale, scritta: nessuna, elementare , 
sufficiente,buona,…) 
Esiti scolastici ottenuti Insuff. Scarsi Suff. Buoni 
Programmazione didattica diversificata (per lingua italiana – per discipline…) 
se Sì Come: 
Attività laboratoriali se Sì Quali,quando: 
Attività di supporto con extrascuola se Sì Dove,chi: 
Certificazione degli esiti: materiali di verifica “dedicati” se si Come, quali: 
Rapporti con la famiglia: se si Come e perché: 
Impiego di Mediatori Culturali: se Sì Quando: 
 
Su:
http://www.milano.istruzione.lombardia.it/circ2007/cprot30587_07.html   
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 12/07/2008 @ 08:42:14, in  Italia, visitato 1838 volte)
		  
	 
    
		
      Ricevo da
Eleonora Casula 
In tutta Italia, giorno dopo giorno, i diritti umani e civili del popolo rom 
vengono violati dai nostri amministratori. Un popolo, quello dei Rom, tutelato 
sulla carta anche in Sardegna con leggi regionali ad hoc che "danno diritti" ai 
"nomadi" per "preservare la loro cultura", ma ciò poi non è praticato dai fatti, 
o quando si tenta di praticarlo i soldi stanziati dall'assemblea regionale non 
bastano mai. 
Nella realtà quotidiana, la pacifica vita del popolo rom, viene disturbata da 
raid autorizzati con ordinanze di sgombero immediato dove le loro abitazioni 
vengono distrutte, i beni frantumati, e le persone vengono lasciate sulla 
strada, ma soprattutto vengono puniti i più piccoli delle comunità, bambini e 
bambine che già vivono un difficile contesto di inclusione sociale. 
A volte ci capita di legger e notizie di sgombero nelle più svariate parti 
d'Italia, rimaniamo immobili, quasi siamo certi che qui, nella nostra terra, 
questo non potrebbe mai accadere. Invece accade... Qualche giorno fa, è stato 
sgombrato e raso al suolo un insediamento rom che sorgeva ai margini di 
Terralba, ed ora la piccola comunità, con 28 minori, è profuga per forza, o 
meglio lo sarebbe se non esistesse don Giovanni Usai e la comunità il 
Samaritano. 
L'apporto dato da Don Giovanni Usai che gli ospita nei terreni della comunità 
da lui gestita è sicuramente immenso e prezioso, accogliere e dare nuove 
certezze in particolare ai minori ha un grandissimo valore umano e sociale, 
dovrebbe essere l'esempio da seguire per tutti noi. 
Molti membri e militanti della nostra associazione si battono da anni, per il 
rispetto e la tutela di questo popolo e soprattutto per i diritti dei piccoli 
rom sempre oltremodo violati. 
Noi che abbiamo camminato con loro, che abbiamo pianto e festeggiato, 
sentiamo un profondo disagio quando leggiamo il battage politico sulla nostra 
stampa regionale, e, come tutt* quell* che da sempre si occupano di esseri umani 
in difficoltà leggere quotidianamente sulla stampa di amministratori e politici 
pro o contro ROM, come se non si trattasse di essere umani con i loro corpi, i 
loro sorrisi, le loro gioie, i loro amori e i loro dolori ci fa male. Non basta 
e non serve dire IO SONO UNO ZINGARO, IO SONO UN IRREGOLARE come te, non è 
utile, non risolve il problema, continua purtroppo a fomentare un'ulteriore 
bagarre, ora più che mai serve ora più che mai la SOLIDARIETA' CONCRETA. Per ora 
le famiglie rom, e per i loro bimbi, in età scolastica sono ben ospitati presso 
la comunità il SAMARITANO, serve tutto, ma soprattutto servono azioni concrete, 
come ci ha confermato lo stesso don Giovanni USAI, da lui in prima persona sono 
stati accolti umanamente, alloggiano in tende fornite dalla protezione civile, 
hanno acqua luce e quel che serve per TIRARE A CAMPARE. 
Però non basta, non basta perché lo sgombero del loro campo li ha lasciati 
inermi senza nulla. Ora è giunto il momento di dare una concreta mano di aiuto, 
perchè questo è quello che vi chiedono ed è quello che ci siamo resi conto che 
serve. Soltanto Don Giovanni e i suoi amici non possono bastare e noi ci 
troviamo in DOVERE, in DOVERE UMANO, di chiedere aiuto a tutta la popolazione 
sensibile a questo problema. Servono con urgenza BENI ALIMENTARI (pasta, sugo, 
zucchero, caffè....) ABITI e BIANCHERIA INTIMA, PANNOLINI, LATTE PER BAMBINI; 
Giocattoli per i bimbi, MEDICINE di primo soccorso, antinfiammatori, 
antistaminici e altro (forniamo la lista a chi la dovesse richiede) - chiediamo 
ai medici della provincia di Oristano e anche oltre di aiutarci nella raccolta. 
Necessita tutto il vostro aiuto, anche se non potete materialmente economico, 
la nostra associazione come sempre fatto fin ora pubblicherà tutto online, per 
questo mettiamo a disposizione il nostro conto corrente postale n 83660159 
intestato all'associazione EL GATO OBRERO o IBAN IT75 L076 0117 4000 0008 3660 
159 bonifici o conto paypal 
gatoobrero@yahoo.it con causale "per i bimbi rom di Terralba". 
E' necessario fare un'azione concreta, un gesto di solidarietà umana per 
ridare fiducia a chi oggi è sotto accusa proprio come se vi fosse in atto una 
pulizia etnica. Quello che sta succedendo in questo territorio oramai è 
diventato ridicolo. Prima un sindaco rade al suolo un campo per altro ben 
sistemato, poi un altro emana un'ordinanza di sgombero immediato, e l'emana non 
nei confronti dei Rom ma intima Don Giovanni. A noi sorge il dubbio che si 
preferisce vedere le kampine dei rom parcheggiate lungo le strade provinciali 
del nostro territorio. Non è più dignitoso e più sicuro per loro stessi e per i 
bimbi stare comunque, si accampati, ma accampati in un luogo sicuro e 
protetto???Noi siamo e sosteniamo Don Giovanni ma sopratutto stiamo dalla parte 
dei Rom, nostri fratelli. 
In questi giorni i nostri tanti amici portano avanti una raccolta di beni 
necessari e, saremmo come associazione in piazza ad Oristano per raccogliere il 
vostro contributo, comunicheremo al più breve ore e luoghi, ma nel frattempo 
restiamo a disposizione sulla nostra utenza 3397916117 o su mail
gatoobrero@yahoo.it affinché tutt* i 
cittadini che volessero contribuire con un gesto solidale possano farlo 
liberamente ed al più presto. 
ciao a tutti  
 
eleonora 
 
blog: 
http://gatoobrero.blogspot.com 
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 12/07/2008 @ 08:52:38, in  Europa, visitato 1966 volte)
		  
	 
    
		
      Da
Roma_Daily_News 
Riporta La Repubblica nell'edizione online, che i cittadini Europei 
più infastiditi dalla presenza dei Rom sono gli Italiani, seguiti soltanto dai 
Cechi, secondo i dati rivelati da una ricerca di Euro-barometro condotta tra 
febbraio e marzo sull'argomento della discriminazione nell'Unione Europea. 
Approssimativamente il 47% degli intervistati Italiani dichiara di essere 
importunato dall'idea di avere un vicino Rom, comparato alla media EU del 24%. 
Questa è la più alta percentuale vista in Europa, ma l'Italia non è il 
solo paese in questa posizione, dato che anche il 47% dei Cechi è infastidito 
dalla prospettiva di vivere vicino ad una persona Rom. Segue la Slovacchia, col 
38%. Ma la situazione è differente in Francia, dove soltanto il 15% degli 
intervistati è infastidito dalla presenza dei Rom, mentre la percentuale in 
Germania è del25%. 
Attraverso la UE, il 24% degli Europei, vale a dire un quarto della 
popolazione, non vuole avere niente a che fare con gente di etnia Rom. Secondo i 
dati da Euro-barometro, la percentuale riguardo gli altri gruppi etnici scende 
in questo caso al 6%. 
D'altra parte, soltanto il 5% degli Italiani dichiara di avere amici Rom, la 
stessa percentuale è presente pure tra gli intervistati Tedeschi. Ma in 
Francia, questa percentuale è del 14%, la stessa della percentuale generale 
europea. 
I dati del sondaggio indicano che il 14% degli Italiani non si sente 
infastidito dai Rom, comparato con la media Europea del 36%. In Francia, questa 
percentuale è del 48%, comparato al 33% della Germania. 
Nel medesimo contesto, possiamo vedere che i tre quarti degli intervistati 
Polacchi considerano che la tematica Rom sparirebbe se avessero un lavoro. 
D'altra parte, l'avversione verso i Rom è minore in Polonia che in 
Ungheria, Slovacchia e Repubblica Ceca, scrive il giornale 
Gazeta Wyborcza.  
La maggioranza dei Polacchi (92%) considera che ogni bambino Rom ha il 
diritto di imparare nella stessa classe di altri bambini; soltanto il 4% la 
pensa differentemente. In confronto, i rapporti sono del 77% e del 18% in 
Slovacchia. 
Il Centro di Ricerca per l'Opinione Pubblica in Polonia (CBOS) puntualizza il 
fatto che nel loro paese, il numero dei Rom è inferiore di quello di altri paesi 
inclusi nella ricerca. Per questo, l'opinione dei Polacchi è, in larga misura, 
il risultato di stereotipi e non è basato sull'esperienza reale. Solo il 19% dei 
Polacchi dichiara di conoscere i Rom, mentre questa percentuale ammonta a circa 
l'80% negli altri paesi. 
Secondo altri studi di CBOS, i Rom causano ancora la più alta avversione tra 
tutti, ma questa decresce di anno in anno. Nel 1995, il 73% dei Polacchi 
dichiarò la propria avversione verso i Rom, mentre la percentuale scese al 59% 
nel 2007. 
DIVERS – www.divers.ro  
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 12/07/2008 @ 09:07:21, in  Europa, visitato 1580 volte)
		  
	 
    
		
      Da
rage against the world 
Sempre più dura la reazione dell'America latina alla direttiva Ue sulle 
espulsioni 
Dopo la minaccia di chiudere i rubinetti del petrolio, Hugo Chávez ha avvertito 
nuovamente l'Unione europea: se andrà avanti con la nuova direttiva 
sull'immigrazione, Caracas potrebbe rispondere con l'espulsione di capitali 
europei. L'Assemblea Nazionale (Parlamento) del Venezuela analizzerà 
prossimamente la proposta lanciata dal presidente: "Se i governi d"Europa 
applicano la direttiva per il ritorno degli immigrati illegali approvata 
recentemente dal Parlamento dell'Ue - ha detto la presidente dell'Assemblea 
Nazionale, Cilia Flores - si metterà in pratica il principio della reciprocità" 
e "si prenderanno delle misure rispetto ai capitali presenti nel nostro 
territorio". Il messaggio di Chávez è stato chiaro: "Se l"Europa inizia a 
oltraggiare il nostro popolo", allora "noi potremmo prendere in considerazione" 
una nuova norma, ovvero "una legge di ritorno dei capitali europei". 
L'avvertimento non poteva essere più esplicito: "Se ne vadano, tornino in 
Europa. Qui ci sono varie banche europee, potrebbero andarsene" come le 
"compagnie petrolifere". Chávez ha assicurato che le aziende e i cittadini del 
vecchio continente vengono accolti a braccia aperte nel paese sudamericano, ma 
ha avvisato: "Siamo disposti a far sì che ci rispettino in tutto il mondo". In 
Venezuela esistono importanti investimenti europei nel settore del greggio (da 
Total a Statoil) e nel campo finanziario (ad esempio i gruppi spagnoli Bbva o 
Santander). 
Non è la prima accesa reazione di Chávez contro la nuova politica migratoria 
approvata dai 27 membri dell'Unione. Qualche settimana fa il leader venezuelano 
annunciò la possibile sospensione delle vendite petrolifere ai paesi che 
applicheranno la direttiva. Si calcola che circa 1,8 milioni di latinoamericani 
senza documenti potrebbero essere interessati dalla nuova legge. 
Anche il vicepresidente del Parlamento venezuelano, Saúl Ortega, ha 
assicurato che l"Assemblea Nazionale discuterà la proposta di Chávez. Tutta 
l'America latina - secondo Ortega - dovrebbe rispondere contro questa nuova 
politica migratoria. Una delle condanne più dure, finora, è arrivata dai 
presidenti del Mercosur. 
     
	
	  
	
		
		
			Di  Fabrizio (del 12/07/2008 @ 11:35:51, in  Italia, visitato 2260 volte)
		  
	 
    
		
      VAKRIBEN* ! 
Giornata Rom all'insegna del dialogo interculturale in Europa 
Università La Sapienza, P.le Aldo Moro, Roma – 17 Luglio 2008 
 
17.30 TAVOLA ROTONDA Rom, sinti e camminanti: dall'esclusione all'integrazione 
europea  
[Aula Amaldi, Dipartimento di Fisica]  
Saluti:  
Renato GUARINI, Rettore Università La Sapienza  
Pier Virgilio DASTOLI, Direttore Rappresentanza in Italia della 
Commissione europea  
 
Introduzioni:  
Commissione europea: Joachim OTT, Unità Azioni contro le 
Discriminazioni, DG Occupazione, affari sociali e pari opportunità 
 
Parlamento europeo: Roberta ANGELILLI (UEN), Marco CAPPATO 
(ALDE), Monica FRASSONI (VERDI), Viktoria MOHACSI (ALDE)  
Onu: Marta GUGLIELMETTI, Referente Italia Campagna del Millennio  
 
Testimonianze:  
Roberta CIPOLLINI, Docente Facoltà di Sociologia, Università La Sapienza
 
Umiza HALILOVIC, Portavoce Villaggio Rom di Monte Mario  
Mirko GRGA, Gruppo di lavoro CILAP/EAPN Italia partecipazione persone e 
povertà  
Alexian Santino SPINELLI, Rappresentante per l'Italia dello European Roma 
and Travellers' Forum e Docente di Lingua e Cultura Romanì all'Università di 
Trieste 
Pino PETRUZZELLI, Regista e attore, autore del libro "Non chiamarmi 
zingaro"  
Sergio GIOVAGNOLI, Presidente ARCI Solidarietà Lazio ONLUS  
Carlo DE ANGELIS, Presidente Coordinamento Nazionale Comunità di 
Accoglienza (CNCA) Lazio  
 
Modera il dibattito Angela MANGANARO, Giornalista Sole 24Ore  
 
19.30 Buffet  
 
21.00 Serata di cinema, musica e poesie  
[Piazzale della Minerva, Università La Sapienza]  
 
Proiezione del cortometraggio: "Treni strettamente riservati", realizzato 
da Fandango Film per l'Ufficio per l'Italia del Parlamento europeo. Presenterà 
il cortometraggio l'autore e regista Emanuele Scaringi 
 
HOT CLUB DE ZAZZ, formazione musicale dedicata al musicista jazz Django 
Reinhardt  
Lettura poesie Romanì da Alexian Santino SPINELLI  
MUSICANTI RUDARI musica tradizionale e moderna di area balcanica  
ALEXIAN GROUP musica romanì di diverse regioni del mondo  
 
Una delegazione della Commissione europea e del Parlamento europeo visiterà 
venerdì 18 i campi Rom Salone, Casilino 900, Candoni e Martora  
 
In collaborazione con:  
Sapienza – Università di Roma – Parlamento europeo Ufficio per l'Italia – 
EAPN Arci Solidarietà – Ermes Cooperativa sociale Onlus -CNCA 
 
Per ulteriori informazioni, contattare: Elena Montani,
Elena.Montani@ec.europa.eu – 
06.69999215  
 
* Vakriben significa dialogo in lingua romanì  
 
Rosella Conticchio Schirò  
Commissione europea  
Rappresentanza in Italia  
Via IV Novembre, 149  
00187 Roma  
tel. + 39 06 69999 204  
fax + 39 06 679 16 58  
e-mail: 
Rosella.Conticchio-Schiro@ec.europa.eu  
http://ec.europa.eu/italia
      
	
	  
	
    
		
      Da
Bulgarian_Roma 
Blowing the Blues Away by Vesselin Dimitrov 
I giovani Rom trovano nelle offerte musicali una via di fuga dagli slum 
bulgari 
 
2 luglio 2008 SOFIA | Angel Tichaliev sembrava vecchio e stanco mentre aspetta 
alla stazione nella sua città di Sliven, Bulgaria. Era già primavera, ma quel 
famoso trombettista aveva indosso il cappotto. Tossiva. 
Sino all'anno scorso, Tichaliev e la sua banda, la
Karandila Gypsy Brass 
Orchestra, suonava ogni estate sui palchi dei più grandi festival di musica 
europei. Ma i problemi di asma del leader della banda peggioravano e i Karandila 
dovettero tagliare le loro esibizioni. 
Benché la carriera del Tichaliev abbia cominciato a calare, egli è molto fiero. 
  Angel Tichaliev 
insegna a giovani musicisti pieni di speranza. L'anno scorso, Tichaliev ha 
aperto una scuola di musica per ragazzi nel quartiere-ghetto dove vive. Foto di Nadezhda Chipeva. 
 
Nonostante l'occasionale ostilità che la banda incontra, i Karandila hanno 
superato la scena della musica locale e sono diventati un hit internazionale. 
Tichaliev, 53 anni, suona da quando era un bambino ma non fu conosciuto finché 
non si unì ai Karandila. Nel suo paese, la musica ha aiutato Tichaliev e gli 
altri membri del complesso nell'integrarsi nella società bulgara. 
"Tutti qui ci conoscono - anche i topi," dice il trombettista. 
E' questo amore per la musica che Tichaliev spera cambierà la vita dei 
giovani Rom che affrontano difficoltà simili. Recentemente, il musicista ha 
deciso di creare una scuola per la gioventù svantaggiata di Nadezhda, il 
quartiere Romani di Sliven. 
"Ho avuto questo sogno," ha detto Tichaliev. "Aiutare i bambini, perché anche 
se vanno a scuola, non sono ben istruiti. Ho deciso di fare qualcosa per loro." 
Gli occhi di Tichaliev si illuminano quando parla dello studio, dove insegna a 
15 ragazzi tra gli 8 e i 14 anni. "Alcuni di loro frequentano il sesto grado ma 
non saprebbero calcolare tre volte sei. La musica è la loro unica possibilità." 
LA STRADA PER LA FAMA 
I Karandila iniziarono a Sliven il 10 luglio 1994. Quella fu una data storica 
per la Bulgaria, perché la nazionale di calcio batté la Germania nei quarti di 
finale del Campionato Mondiale negli Stati Uniti. Yordan Letchkov, nato a Sliven, 
segnò il gol vincente ed quel gruppo di musicisti da matrimonio improvvisò 
un'aria chiamata "Letchkov Kocheck", suonando in città tutta la notte. 
Letchkov gradì ed appoggiò i musicisti, aiutandoli a trovare ingaggi ed anche 
a registrare il loro primo album, Estate Zingara, nel 1999. 
Nel contempo i Karandila iniziarono a suonare nei festival in Bulgaria. Lo 
stile proprio della banda - un mix distinto di ritmi balcanici e zigani e di 
ottoni americani - fece presa e presto vennero notati dagli scout della musica 
internazionale. La banda da allora ha condiviso i palchi con star della 
world-music come Orchestre Baobab e Fanfare Ciocarlia. 
 La carriera della banda raggiunse il culmine nel 2002 quando furono invitati 
al Vienna Volksoper per sostenere alcune speciali performance dell'operetta 
Contessa Maritza di Emmerich Kalman. La direttrice Vera Nemirova, figlia di 
immigrati Bulgari, aveva ascoltato i Karandila a Sofia e fu così impressionata 
da cambiare la partitura di "Contessa Maritza" perché i musicisti Romani 
potessero suonare con l'orchestra classica. 
 I Karandila suonarono con i propri tempi e stile e secondo i media locali il 
pubblico ne fu entusiasta. Il giornale viennese Kurier giudicò lo 
spettacolo un trionfo. Una banda di ottoni Zingari salì sul palco ed 
"improvvisamente un sound mai ascoltato in una prima guidò il Teatro 
dell'Opera," scrisse il giornale.  
 
VIVERE ROMANI 
 Alla luce del loro successo musicale, può sembrare sorprendente che tutti i 
12 membri del gruppo continuino a vivere a Nadezhda, un povero quartiere 
adiacente lo scalo merci di Sliven. 
 Circa un quarto dei 100.000 abitanti di Sliven sono Rom, e la maggior parte 
vive tra le mura di Nadezhda. Il muro, ricorda Tichaliev, fu costruito alla metà 
degli anni '80, per fermare i furti dei treni che da Sliven passavano verso 
l'URSS. 
 Tichaliev ci ha raccontato questa storia mentre attraversavamo il muro ed 
entravamo in quello che tutti qui chiamano "il ghetto" in una strada fangosa. 
Era difficile vedere perché i lampioni erano rotti. Non c'era nessuno per 
strada, a parte pochi ragazzi che fumavano tranquillamente al buio. 
 Nonostante l'atmosfera oppressiva, una recente indagine dell'istituto 
bulgaro di ricerca GfK cita Nadezhda come esempio di tolleranza verso la 
minoranza Romani. In nessun'altra città bulgara i Rom sono accettati meglio che 
qui, riporta l'indagine, puntualizzando che gli indicatori del tasso di 
disoccupazione dei Rom della città è del 40%, molto meno della stima nazionale 
del 70%. Un investimento nell'istruzione già dal 1977 ha aiutato i Rom ad 
integrarsi ed ha promosso "lo sviluppo di sani rapporti sociali tra differenti 
gruppi etnici di Sliven" ha detto Dimirar Kostov, capo del Dipartimento 
Integrazione di Sliven. 
 In generale, d'altra parte, "l'intero gruppo etnico è discriminato dalla 
società [Bulgara]" asserisce la ricerca. 
 Tichaliev ha detto di aver provato la discriminazione solo una volta nella 
vita, ma il suo manager, Viktor Lilov, potrebbe raccontare un'altra storia. 
Lilov, fondatore della 
Messechina Music, ha promosso i Karandila dal 2005. 
 "Durante uno dei nostri primi tour con i Karandila, stavamo aspettando 
nell'aeroporto di Sofia, quando un ufficiale della dogana mi si è avvicinato," 
racconta Lilov. L'ufficiale chiese a Lilov cosa facessero "quegli Zingari" 
nell'aeroporto. Lilov rispose che erano musicisti che rappresentavano la cultura 
Bulgara attraverso l'Europa. 
 "Quelli sono Zingari, non Bulgari," rispose l'ufficiale. 
 Lilov ammette di non avere difficoltà ad organizzare concerti all'estero, ma 
quando vengono in Bulgaria, suonano meno spesso. "E' quasi impossibile trovare 
il supporto finanziario per gli spettacoli," dice Lilov, la cui compagnia dirige 
musicisti e produce musica. "Quando gli sponsor sentono il termine 'musica 
Zingara' perdono interesse. 
 RIDARE INDIETRO 
 La banda appare occasionalmente in patria, ed è attesa per suonare in due 
festival Bulgari a luglio. Un concerto a Sofia lo scorso maggio potrebbe aver 
indicato un nuovo inizio, non per il suo successo - c'erano solo 300 persone, si 
lamenta Lilov - ma perché ha visto il debutto dei "Karandila Junior", una banda 
dei ragazzi che stanno studiando con Tichaliev. 
 Quando la salute del trombettista peggiorò nel 2007, decise di investire 
tempo e denaro per sviluppare i successori della sua banda. Costruì una stanza 
per le ripetizioni accanto alla sua casa a Nadezhda, e poi iniziò a cercare 
giovani talenti. 
 Cominciò invitando il figlio del musicista più anziano della banda, ma poi 
la voce girò nel ghetto ed i ragazzi iniziarono ad arrivare ogni giorno per le 
audizioni. Tichaliev spiega che prima cercò di ottenere un'impressione sul senso 
del ritmo dei ragazzi. Poi, misurò quanto i ragazzi erano seri sulla musica come 
carriera. Nell'ottobre 2007, aveva già 10 studenti. 
 Diversi mesi dopo che aveva iniziato ad insegnare ai ragazzi, Tichaliev aprì 
una porta e mi guidò in una stanza stretta, ricoperta di manifesti dei 
differenti festival in cui avevano suonato i Karandila senior. 
 Uno dopo un altro, i ragazzi di Karandila hanno rivelato come iniziano le 
lezioni giornaliere. Di solito, si parte alle sei e si prosegue per due ore, ma 
erano tutti in ritardo con l'eccezione di un ragazzo magro in giacca di  
cuoio. "Non posso aspettare di venire qua tutte le sere. E' molto più 
interessante della scuola", dice Hasan, il ragazzo. 
 Tichaliev è un insegnante paziente. Lascia suonare i ragazzi , fermandoli di 
volta in volta per dare istruzioni. La lavagna sul muro è ricoperta delle sue 
note musicali scribacchiate. "Devono imparare la struttura della musica, i tempi 
dell'improvvisazione è finito", dice. 
 Benché sia il principale insegnante, Tichaliev chiama spesso insegnanti 
professionali dalla vicina città di Kotel - dove si trova una delle due scuole 
superiori di musica in Bulgaria - per aiutarlo. 
 "Aspettate e vedrete, in pochi anni la piccola Karandila sarà di classe 
mondiale," ha detto il manager Ivaylo Ivanov, alla prima dei ragazzi a Sofia. 
 Ivanov ripetè in seguito le stesse parole, quando Tichaliev scese dal palco. 
Ivanov ha detto che i suoi piani sono di lavorare con questo gruppo di ragazzi e 
non aggiungere per il momento nuovi musicisti. 
 
Ivanov repeated the same words soon afterwards, as Tichaliev came down from the 
stage. Ivanov said his plans are to work with this group of boys and not add any 
new musicians for the time being. e non aggiungere qualsiasi nuovi musicisti per 
il momento. 
 Tichaliev ha sospirato. "Bene, farò qualsiasi cosa che posso per loro, 
qualsiasi cosa…" 
 
Vesselin Dimitrov is a TOL correspondent in Sofia. 
     
	
	  
	
    
		
      Da
Roma_Francais 
La Provence Gli evangelici non vogliono più essere mostrati a dito 
Occupano tre siti ad Istres ma dicono di rispettare la legge. Quando ci 
sono le aree 
  Espulsi da un altro terreno proprio prima di arrivare ad Istres, 
questo gruppo della missione "Vie et Lumière" s'è installato da più di una 
settimana su di un terreno privato delle Tartugues. Foto J.R. 
Pubblicato lunedì 7 luglio 2008 alle 07H55 - Come distinguere a colpo sicuro 
gli evangelici dal resto della gens du voyage?
Facile. Appena installati, rivestono un capitello che serve loro da tempio, la 
loro "cattedrale di tela". 
Questo perché la religione è al centro del loro accampamento come lo è al 
cuore del loro modo di vita. E la Bibbia accompagna spesso le tavole del 
camping. Tre gruppi - è il termine consacrato - della missione "Vie et 
lumière" si sono installati nei giorni scorsi a Istres, su dei terreni 
appartenenti alla SAN, alla Città e ad un privato.  
Si tratta senza dubbio di occupazioni illegali - che hanno d'altronde dato 
luogo a procedure per direttissima per gli accampamenti di Deven e dello stadio
Audibert - gli evangelici non vogliono più passare per "ladri di polli, ladri 
di bambini, mangiatori di ricci che vivono in mezzo ai rifiuti" dice il 
portavoce del gruppo installato alle Tartugues, per gli altri pastori. 
Per provarlo, ricorda che chiunque è il benvenuto, cristiano o no, perché "Vie et 
Lumière" è prima di tutto una missione evangelica aperta al dialogo, con statuto 
di associazione culturale e membro della federazione protestante di Francia. 
"Occorre vedere che l'evangelo ha portato enormemente al nostro popolo e 
ci comanda di vivere nel dritto cammino, di avere un lavoro, prosegue il 
pastore. Occorre osservare da vicino prima di esprimere un giudizio. Noi 
siamo zigani ma siamo tutti francesi e soprattutto, lavoriamo. Io, impaglio le 
sedie, molti sono commercianti e fanno i mercati, ecc. Ma è vero che in "Vie et 
Lumière", come dappertutto, può esserci chi non rispetta la legge, esistono pure 
dei gendarmi che sono ladri la notte!". 
A capo di qualche settimana - meno a d' essere sloggiati prima - "Vie et
Lumière" finisce sempre col levare il campo. La prossima tappa di questo 
viaggio ininterrotto potrebbe essere la convenzione annuale, che sarà 
organizzata in un luogo ed una data ancora sconosciuti. 
E' lo Stato che ogni anno decide dove si svolgerà questo grande incontro, che 
riunisce in agosto dozzine di migliaia di evangelici.  
Le carovane hanno lasciato Audibert 
Ieri pomeriggio tardi, le carovane che occupavano lo stadio Audibert da più 
di una settimana hanno impacchettato i bagagli ed lasciato il luogo, in 
convoglio, poco dopo le 18.00. Questa riunione evangelica s'era installata di 
forza sul prato dello stadio e non sul parcheggio, perturbando le colture e 
causando danni all'erba. 
Par Joël Rumello (jrumello@laprovence-presse.fr) 
     
	
	  
	
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