| Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
		
		
			Di Fabrizio  (del 03/05/2007 @ 09:53:19, in Italia , visitato 2321 volte)
		 
      Lettera inviata al quotidiano IL TIRRENO di Pisa.Ciao, Ago
 Vorrei dire la mia “sull’assedio” dei Rom al quartiere Cep di Pisa, così come 
ho avuto modo di leggere sulla stampa locale di questi giorni.
 Premetto che non conosco da vicino la vicenda; già basta questo a non 
autorizzarmi a formulare chissà quale soluzione per i Rom interessati, non 
ne ho la competenza perché il gruppo in questione è diverso dai gruppi Rom che 
conosco più da vicino.
 
 Ma è un dato di fatto; basta che all’orizzonte spunti la sagoma di un Rom, o una 
sua parvenza ecco che scattano automaticamente le stesse reazioni, le stesse 
paure, i medesimi pregiudizi…quelli di sempre e che trovano “stranamente” 
consensi trasversali alle varie forze politiche, sociali e religiose.
 
 I Rom sembra che hanno il destino (o il dono?) di unire e amalgamare realtà 
sociali e politiche diverse tra di loro, peccato che questo consenso quasi 
sempre si manifesti nel rifiuto, nell’aggressività, nella repressione.
 
 Ebbene, trovo vergognoso queste semplificazioni, la superficialità con cui si 
vuole risolvere il “problema Rom”, e non si vuole invece cercare di capire, di 
accompagnare con senso di umanità e nel rispetto delle legittime diversità, 
anche per individuare delle possibili soluzioni.
 
 Sono fermamente convinto che la convivenza, nonostante tutto non solo è 
possibile, ma sarà la garanzia del futuro.
 
 Non spetta certo a noi decidere con quale diversità convivere.
 
 E’ un dato di fatto che dobbiamo imparare a convivere, lo diciamo a iosa in 
tante sedi autorevoli, ma appena spunta un gruppo Rom intenzionato a fermarsi, 
ecco che scatta il solito ritornello: tocca alle Politiche Sociali far fronte 
alla “nuova minaccia”.
 
 Un dubbio che mi frulla nella testa in questi anni è quello di constatare che 
spesso l’azione delle politiche sociali (quando è abbandonata a se stessa),rischia 
proprio di impedire o rimandare a un domani indefinito il compito di imparare a 
convivere tra mondi diversi, dovere che tocca e coinvolge tutti quanti, Rom 
compresi!
 
 Distinti saluti,
 
 p.Agostino Rota Martir
 
 campo Rom di Coltano
 
 1 Maggio 2007
   
      Da
Roma_Daily_News 
http://www.geocitie s.com/romani_ life_society/ Una società per l'avanzamento del popolo Rom in Australia: eventi culturali, 
scambio di informazioni con le organizzazioni rom in Europa, USA e Canada, 
interazione con i Rom di tutto il mondo, integrazione per i Rom immigrati, 
presentazioni del popolo Rom in Australia, newsletter ed incontri sociali.
 Info: Yvonne Slee
   
		
		
			Di Fabrizio  (del 04/05/2007 @ 11:25:49, in scuola , visitato 3829 volte)
		 
      
 Rom, i precari fra i banchi Amano la scuola, ma le condizioni disagiate e la paura di essere  sgomberati da un giorno all'altro rendono difficile lo studio. E alle medie,  quando il peso della diversità si fa insopportabile, c'è il più alto tasso di  dispersione scolastica. Così l'integrazione, che passa attraverso l'istruzione,  diventa un miraggio  di Marianna  Russo  Pagano soprattutto le ragazze, costrette a indossare gonne lunghe mentre  le loro coetanee sfoggiano jeans a vita bassa e top sbarazzini. Senza  dimenticare il pregiudizio dei genitori italiani che non vogliono i rom in  classe con i propri figli: li considerano violenti e svogliati, un "freno" al  regolare svolgimento dei programmi scolastici
 Vivono in baracche di lamiera, tra fango e ratti. In condizioni igieniche al  limite della tolleranza, se si ammalano non hanno diritto all’assistenza  sanitaria. Ciononostante i bambini rom arrivati dalla Romania negli ultimi  anni, amano andare a scuola e studiare. Ma non è facile mantenere un buon  rendimento scolastico ed essere presenti in classe tutti i giorni, se a casa  devi dividere una capanna con altre dieci persone.
 
 A Bologna sono circa un centinaio i bambini rom che frequentano le scuole, di  cui almeno 80 sono rumeni. La frequenza è abbastanza alta nella scuola  materna, regolare alle elementari e via via diminuisce nelle medie. «E' lì che  si incominciano a notare le differenze» spiega la professoressa Antonia Dattilo,  presidente dell'Opera Nomadi a Bologna. E'un'organizzazione nazionale che  si occupa di mediare tra le istituzioni e il mondo dei rom per garantire loro i  diritti fondamentali. «Alle scuole medie, i ragazzini iniziano la loro vita  sociale – continua la professoressa – si incontrano dopo la scuola, escono  insieme. A quel punto per i rom non è più facile integrarsi. Non possono  invitare i compagni a casa né tanto meno spendere i soldi per i divertimenti  adolescenziali. Inoltre i libri delle scuole medie sono tanti e costano.  Poi vengono cambiati ogni anno per cui non si possono comprare usati ne  passarseli tra fratello più grande e più piccolo. Poi si aggiunge un forte  problema culturale. Le ragazzine, con l'inizio della pubertà, sono  considerate donne e come tali hanno l’obbligo di vestirsi nella maniera  tradizionale rom: gonne lunghe, grossi orecchini pendenti, zeppe e capelli che  coprono la schiena. Con questo passaggio si sentono troppo diverse dalle loro  coetanee che indossano jeans a vita bassa e toppini striminziti. Sentendosi  inadeguate preferiscono lasciare la scuola».
 
 Ora l'Opera Nomadi a Bologna sta cercando di convincere la famiglie rom a far  portare alle ragazzine jeans e maglietta, in modo che possano almeno  completare la scuola dell'obbligo. Ma non è l'unico problema. Se un minimo si  riesce a fare per quelli alloggiati in campi nomadi autorizzati, dove ci sono  almeno i servizi essenziali, molto poco è possibile fare per quei bambini che  vivono nella baraccopoli sul Lungoreno o nei campi abusivi. Su loro pende la  spada di Damocle dello sgombero.
 
 «Prima di Natale - racconta la Dattilo – incontrai le famiglie che erano state  appena sgomberate dal Lungoreno. Mi colpì quanto i bambini fossero rammaricati  di lasciare la loro scuola. Nella fretta dello sgombero le loro mamme non erano  riuscite a salvare dalle ruspe i loro zainetti con quaderni e libri».
 
 Gli “abusivi” sono per lo più rumeni. Sono aumentati negli ultimi anni in  proporzione con l’aumento degli immigrati da questo Paese. In Romania erano  stanziali da generazioni, ma sempre odiati ed emarginati dalla società. Lì i  bambini erano abituati a frequentare la scuola. «Oltretutto la scuola rumena  è molto più severa di quella italiana.- dice ancora la professoressa - A loro  piace frequentare la scuola qui perché in confronto la trovano più semplice. Se  si riesce ad integrarli nelle classi, diventano degli allievi modello. Potrei  portarne molti esempi fra i miei studenti».
 
 Questo è un altro pregiudizio che l'Opera Nomadi si impegna ad abbattere. Dei 15  interventi di mediazione effettuati quest'anno nelle scuole bolognesi, quasi la  metà riguarda genitori italiani che non accettano la convivenza dei loro figli  con bambini rom nella scuola. Pensano che questi piccoli siano svogliati,  aggressivi e ladruncoli. E che la loro presenza possa danneggiare i loro figli  nell'apprendimento e rallentarli nello svolgimento del programma scolastico.
 
 «E' evidente che ci sono dei problemi di integrazione, ma non dipendono da loro.  Gli ultimi arrivati non parlano italiano e vivono in condizioni di abbrutimento  totale. Riusciamo a farli studiare il pomeriggio solo se c’è il tempo pieno.  Una volta che tornano a casa non è più possibile seguirli e non si può  pretendere che studino tra i topi e la spazzatura. E' già tanto se vengono a  scuola con una certa frequenza. Per loro anche una giornata di pioggia può  diventare un ostacolo insormontabile. Le baracche si riempiono d’acqua e non  possono venire a scuola con i vestiti inzuppati. I loro papà vivono di lavoro  nero nell’edilizia,senza tutele e ogni giorno possono rimanere senza lavoro e  quando succede a loro non resta l’alternativa che fare l’elemosina per poter  vivere».
 
 La scuola è per questi bambini l'unica salvezza per poter emanciparsi, ma non  possono farlo se non cambiano le loro condizioni di vita. Oggi inoltre i rumeni  come cittadini europei non possono essere ricacciati e sono ancora tanti quelli  che continuano ad arrivare accampandosi alla meglio nella speranza di una vita  migliore. Ma fin quando continuano a vivere nei campi nomadi è difficile.
 
 «Il campo nomade è un concetto superato.- dichiara ancora Antonia Dattilo  - Non sono nomadi da millenni. E’ ovvio che non si può dare una casa a tutti. Il  percorso in questo senso è ancora lungo. Intanto l’Emilia Romagna si è impegnata  a non costruirne più. In alternativa verranno costruite delle microaree per  singole famiglie dotate di casette in cemento e servizi essenziali. Non si può  garantire loro l’istruzione se non gli si da prima una vita più dignitosa»
 ARTICOLI COLLEGATI   Il  "prof" rom salvato da una maestra Santino Spinelli, 43 anni, ha ottenuto due  lauree a Bologna e oggi insegna lingua e letteratura romanì all'Università di  Trieste. Storia di un rom che è riuscito ad emanciparsi grazie alla scuola:  «Tanti amici fuggivano dai banchi, io ho avuto un'insegnante che mi ha fatto  amare lo studio»   La Saffi multietnica non piace La scuola media del quartiere San Donato ha  la più alta percentuale di stranieri: uno ogni due alunni. L'insegnamento,  assicura la preside Maria Amigoni, è rimasto di qualità. Ma gli italiani non si  fidano e cambiano istituto: «Lo scambio interculturale funziona poco»   La scheda: chi sono i rom   
		
		
			Di Fabrizio  (del 05/05/2007 @ 10:19:27, in scuola , visitato 2285 volte)
		 
      Da
Roma_Daily_News 
 "Romani Project" presso l'Università di Manchester è orgogliosa di annunciare 
l'uscita del DVD-ROM: "The Romani Languages - An Interactive Journey".  Il DVD segue la storia del linguaggio dalla antica India verso 
l'Europa, attraverso i vari dialetti e gli sforzi di standardizzazione. I 
test e le parti narrate sono in 18 lingue europee, incluso il romani. Sono 
accompagnati da giochi interattivi, mappe, illustrazioni e file video.
 Il  DVD-ROM è visibile online, e si può scaricare dal sito Romani Project:
http://www.llc.manchester.ac.uk/Research/Projects/romani/ seguendo le 
istruzioni presenti.
 Si possono anche richiedere diverse copie stampate del DVD-ROM, senza spese 
aggiuntive, tramite Romani Project. Batsa spedire una mail con soggetto 'DVD 
order' a 
romani@manchester.ac.uk aggiungendo il vostro indirizzo postale completo nel 
corpo del messaggio.
 Yaron Matras
   
		
		
			Di Sucar Drom  (del 06/05/2007 @ 09:52:01, in blog , visitato 2232 volte)
		 
      
San Donato Milanese, ronde contro i RomTorna alta la tensione contro i Rom: ronde e, da domani, presidio attorno ai 
campi. Questa volta succede a Poasco, piccola frazione di San Donato Milanese, 
ma a ridosso di una serie di campi in territorio di Milano, tra cui quello di 
Chiaravalle.
 Da giorni i furti sono in netto aumento, e la gente ne dà la responsabilità ai 
Rom. «Così - spiega il sindaco Achille Taverniti (centrosinistra)...
 
Schio (VI), una giornata di conoscenza con le minoranze sinteSabato 27 aprile a Schio si è tenuta la giornata "pringiarasmi, dialoghi di 
conoscenza con le minoranze sinte", organizzata dal Circolo Operaio Di 
Magre', Comitato Genitori Della Scuola Di Marano Vicentino, Cooperativa 
Culturale Cinema Campana, Consulta Dei Migranti Di Marano Vicentino, Giovani 
Comunisti Mararock,...
 
Bolzano, la Lega Nord contro la prima microarea per Sinti ItalianiRiceviamo da Radames Gabrielli, Presidente di Nevo Drom di Bolzano, l'immagine 
di una pagina del locale giornalino della Lega Nord. Questo il testo:
 "Per merito della Lega Nord che l'ha resa pubblica, la vicenda è ormai 
tristemente nota. Dopo aver occupato abusivament...
 
Brescia, appello contro gli sgomberi subiti dalle famiglie romRiceviamo l’appello di Luigi Beltrami, OsservAzione, sulla situazione di una 
famiglia di Rom Rumeni a Brescia. Invitiamo tutti a leggere l’intervista alla 
famiglia e a protestare direttamente con il Sindaco di Brescia (telefono 030 
2977205/6, fax 030 2400732, e-mail uffgab@comune.brescia.it).
 Pulizia etnica strisciante a Brescia ...
 
Roma, tavola rotonda sul rapporto ECRI: razzismo e xenofobia in ItaliaAl fine di discutere il terzo Rapporto sull’Italia, l’European Commission 
against Racism and Intolerance (ECRI) del Consiglio d’Europa organizza una 
tavola rotonda a Roma il 3 maggio 2007. La...
 
Mantova, lutto nelle comunità sinte e rom mantovaneQuesta mattina, 2 maggio 2007, è venuta a mancare dopo una lunga malattia 
Lijubica (Angela) Stojkovic, nel paese natale in Serbia. Angela, moglie del 
cantante / fisarmonicista Aleksandar Stojkovic, era una presenza costante al 
fianco del marito non vedente, conosciuta da moltissimi mantovani.
 Angela, insieme al marito, ha vissuto per due anni a Mantova in roulotte, fino a 
quando l’Assessore...
 
Roma, il Prefetto Serra sembra che incominci a ragionareIl 3 maggio a Roma si è tenuto l'incontro del Comitato per l'ordine e la 
sicurezza pubblica, in conocomitanza con la tavola rotonda dell'ECRI e con la 
presentazione dell'anno europeo per le pari opportunità per tutti.
 La situazione de...
 
Gallarate (VA), si può dire di no alla presenza di cittadini italiani?Tra i temi che più hanno scaldato l’ultimo consiglio comunale di Gallarate c’è 
senza dubbio quello che riguarda le famiglie sinte residenti di via De Magri. Lo 
ha sollevato Roberto Borgo, consigliere leghista, che nel corso del question 
time ha attaccato l’amministrazione: «Bisogna dire con forza che Gallarate non 
vuole i nomadi – ha detto - invece che stanziare fondi per una supposta nuova 
piatta...
     
		
		
			Di Sucar Drom  (del 08/05/2007 @ 10:10:30, in blog , visitato 1823 volte)
		 
      
Castelgoffredo (MN), dialoghi sulle pari opportunità per tuttiIl gruppo consiliare "Le-Ali Uniti per Castelgoffredo", in collaborazione con 
l’Istituto di Cultura Sinta, invita al dibattito pubblico "2007 Anno Europeo per 
le Pari Opportunità per Tutti" che si terrà giovedì 10 maggio, alle ore 21.00, 
nella Sala Civica (sopra la Biblioteca), in Piazza M...
 La via 
dell'interazione per contrastare l'integrazione e la separazioneCome affrontare la sfida della convivenza tra differenti culture? La soluzione 
può essere cercata in una coesistenza senza convivenza per evitare lo 
scontro tra realtà inconciliabili o l'integrazione, che però mira a una società 
omogenea e che, inevitabilmente, presuppone una cultura che integra e una che è 
integrata? La questione è stata affrontata, in uno degli appuntamenti dei Lunedì 
dell'Accad...
 
L'informazione razzista...Storia di ordinario razzismo informativo: un italiano spara e ammazza bambina 
polacca di cinque anni per futili motivi. Per la magistratura è "omicidio 
premeditato" ma La Repubblica è subito innocentista: "è stato un errore".
 A voler credere alla Repubblica voleva ammazzare il padre e ha ammazzato la 
bambina. Siccome è italiano dobbiamo credergli, lo sanno tutti: "italiani brava 
gente". Anz...
   
		
		
			Di Fabrizio  (del 09/05/2007 @ 09:13:14, in Regole , visitato 2271 volte)
		 
      Ricevo da Mauro Bulgarelli, senatore dei Verdi Cari amici,
 in allegato troverete la bozza di un disegno di legge da me presentato in senato 
- Norme in materia di soggiorno e cittadinanza dei componenti delle comunità 
nomadi - che sarei lieto potesse avere circolazione tra i vostri contatti. 
Abbiamo cercato di mettere a punto un testo volutamente coinciso, nella speranza 
che possa essere maggiormente incisivo e trovare referenti interessati in ambito 
parlamentare. Ovviamente, qualunque suggerimento che vogliate darci è ben 
accetto.
 
 Cordiali saluti
 Mauro Bulgarelli, senatore dei
Verdi
 DISEGNO DI LEGGE
 di inziativa del Senatore Bulgarelli
 
 Norme in materia di soggiorno e cittadinanza dei componenti delle comunità 
nomadi
 Onorevoli Senatori. – La posizione giuridica delle 
popolazioni rom, sinte e caminanti non può essere ricondotta ed accomunata a 
quella degli immigrati, poiché, a differenza di questi ultimi, che provengono da 
una nazione che, almeno teoricamente, li esprime e li rappresenta, i primi sono 
popoli senza territorio, senza Stato. Per tali ragioni, il presente disegno di 
legge propone che le norme in materia di soggiorno e di cittadinanza tengano 
conto della specificità delle minoranze rom, sinte e caminanti rispetto agli 
immigrati e agli altri stranieri, e, in particolare, che siano previste 
agevolazioni per il riconoscimento della cittadinanza italiana per il minore 
nomade nato in Italia, rispetto alla disciplina vigente dettata in via generale 
per gli stranieri, nella cui nozione non rientrano i nomadi. I Rom, Sinti e 
Caminanti presenti in Italia sono circa 150 mila, segnando una concentrazione 
nettamente inferiore a quella di altri paesi europei. Di questi, meno della metà 
hanno già la cittadinanza italiana. I Rom provenienti dall'est europeo sono 
circa 80.000 e sono giunti in Italia prevalentemente dal 1967 in poi. Tra i Rom 
provenienti dai paesi dell'Est i rumeni sono particolarmente numerosi e la loro 
presenza è in crescita. I Rom, Sinti o Caminanti presenti nel nostro paese 
(spesso da decenni) ma senza cittadinanza italiana sono almeno 60.000, 
prevalentemente i Rom Khorakhanè e Rom Dasikhanè (o Rom serbi: cristiani e 
ortodossi) oltre ai già citati rumeni. Molti degli appartenenti a queste 
comunità ormai non sono più "nomadi" in senso stretto da diverse generazioni ed 
è quindi contraddittorio considerarli sbrigativamente - come di fatto fa la 
normativa italiana - semplici cittadini stranieri. Anche i nuovi arrivi, 
peraltro, hanno alle spalle lunghe tradizioni di inserimenti abitativi 
tradizionali. La mancanza della cittadinanza italiana crea molti problemi 
proprio nel percorso di inserimento sociale, soprattutto dei minori. I (pochi) 
Rom che hanno acquisito la cittadinanza italiana lo hanno fatto o perché da 
bambini sono stati riconosciuti come figli di un cittadino italiano o perché, 
raggiunti i 18 anni di età, hanno richiesto e ottenuto la cittadinanza. Oggi 
questa seconda strada si è fatta molto più difficile: non solo la cittadinanza 
va chiesta dopo i 18 anni e prima di compiere i 19 anni, ma perché vi sia il 
riconoscimento è necessario che essi dimostrino di essere nati in Italia, di non 
aver mai abbandonato il territorio nazionale, e che la loro residenza sia stata 
sempre legale ovvero, con una interpretazione piuttosto rigida, che i genitori 
abbiano sempre avuto il permesso di soggiorno. Il risultato di questa 
situazione, in relazione ai percorsi di scolarizzazione, è che quanti hanno 
fatto il tradizionale percorso scolastico, compiendo i 18 anni, rischiano, se 
non hanno cittadinanza o permesso di soggiorno, di non avere il riconoscimento 
dei titoli di studio e - se non hanno ancora portato a compimento il ciclo di 
studi - di considerare seriamente la prospettiva di un loro abbandono. Non 
mancano attualmente, anche a livello regionali, proposte ed iniziative per 
favorire l'accoglienza e integrazione di queste comunità, a partire dal 
riconoscimento al diritto sia alla stanzialità che al nomadismo. L'accesso 
all'istruzione e alla casa, l'inserimento nel mondo del mondo sono tutti aspetti 
fondamentali di un processo che deve essere condiviso e partecipato dai 
cittadini, dalle comunità nomadi e dalle istituzioni ma che rischiano di trovare 
ostacoli concreti e normativi. Per l'accesso ai bandi per l'edilizia popolare, 
ad esempio, si dà, doverosamente e giustamente, priorità agli sfrattati. Ma se 
un rom non ha la residenza non può risultare sfrattato. La creazione e il 
miglioramento di aree di sosta attrezzate può trovare ostacoli nelle comunità 
locali, trattandosi di permanenza, sul territorio, di cittadini stranieri in 
alcuni casi sprovvisti di permessi di soggiorno. Allo stesso modo, l'ammissione 
a corsi di formazione professionale trova un limite nell'assenza dei permessi di 
soggiorno. Nell'aprile 2006 l'Italia è stata richiamato dall’Unione Europea per 
violazione della Carta sociale europea revisionata in merito alle condizioni 
abitative di Rom e Sinti sul territorio italiano ma una politica inclusiva 
efficace, rispetto a quella contrassegnata da una logica di esclusione, non 
favorisce solamente chi è “nuovo cittadino”. Essa accresce la qualità generale 
della vita sociale, compresa la sicurezza di tutti i cittadini; ciò è possibile 
soprattutto se si sposta l’accento sulla partecipazione e, quindi, sulla 
cittadinanza, che al riconoscimento dei diritti connette anche il rispetto dei 
doveri sanciti dalle leggi. In vista della riforma della cittadinanza e delle 
norme che ne regolano l'acquisizione, il presente disegno di legge parte proprio 
da questi elementi di fondo su cui costruire le basi effettive su cui 
consolidare, di conseguenza, le azioni per una politica inclusiva efficace , nel 
rispetto delle differenze , verso le popolazioni rom, sinti e caminanti, per 
segnalare la specificità della loro identità culturale e la peculiarità dei 
problemi ad esse collegati. DISEGNO DI LEGGE
 Norme in materia di soggiorno e cittadinanza dei componenti delle comunità 
nomadi
 Art. 1
 1. Fatte salve le disposizioni generali di cui al decreto legislativo 25 luglio 
1998, n. 286, e successive modificazioni, gli appartenenti alle popolazioni rom 
, sinti e caminanti possono ottenere il permesso di soggiorno dopo due anni di 
permanenza documentata e regolare in Italia .
 
 2. Nelle more della revisione delle norme sulla cittadinanza di cui alla legge 5 
febbraio 1992, n. 91, gli appartenenti alle popolazioni rom , sinti e caminanti 
residenti in Italia da almeno dieci anni ed in possesso della carta di soggiorno 
rilasciata ai sensi dell’articolo 9 del citato testo unico di cui al decreto 
legislativo 25 luglio 1998, n. 286, possono richiedere la cittadinanza italiana.
 
 3. I minori rom, sinti e caminanti nati in Italia acquistano automaticamente la 
cittadinanza italiana ai sensi della lettera b-bis) del comma 1 dell'articolo 1, 
della legge 5 febbraio 1992, n. 91, introdotta dal comma 4 del presente 
articolo.
 
 4. Dopo la lettera b) del comma 1 dell'articolo 1 della legge 5 febbraio 1992, 
n. 91, è aggiunta la seguente: "b-bis) chi è nato nel territorio della 
Repubblica da genitori appartenenti alle minoranze rom, sinte e caminanti ed in 
possesso di carta di soggiorno".
   
		
		
			Di Fabrizio  (del 10/05/2007 @ 11:55:15, in Italia , visitato 1940 volte)
		 
      Molti blog hanno riportato e commentato una lettera apparsa su
La Repubblica. Ho ritrovato un vecchio post, con le riflessioni di chi è 
razzista e tenta di capire. 
	Io odio i neri, gli zingari (e un po’ anche i gialli): non mi sento + 
	sicuro di girare in città. Sono Italiano e me ne vanto. 
 Me ne vanto di meno quando...
 
	
	continua   
		
		
			Di Fabrizio  (del 11/05/2007 @ 10:33:41, in Europa , visitato 2562 volte)
		 
      Cinque magistrati del Tribunale Costituzionale negano la pensione d'anzianità 
ad una gitana, anche se suo marito ha usufruito della sicurezza sociale per 
vent'anni. Unión Romaní denuncerà questa violazione al Tribunale Europeo dei Diritti 
Umani come pure davanti al Tribunale della Giustizia dell'Unione Europea. Ugualmente si rivolgerà al Presidente del Governo ed al resto dei leaders 
parlamentari per affrettare una riforma legislativa che renda possibile il 
riconoscimento del matrimonio celebrato secondo le tradizioni gitane. Oggi è un giorno particolarmente triste per la comunità gitana spagnola, 
perché cinque Magistrati del Tribunale Costituzionale hanno rifiutato il ricorso 
di Amparo perché potesse essere girata a María Luisa Muñoz Díaz  la 
pensione d'anzianità che le era negata dalla Sicurezza Sociale. Di fronte a 
questa triste e deludente sentenza un altro Magistrato, tra i sei che integrano 
l'Alto Tribunale, ha votato a favore di Maria Luisa, con un tipo di voto 
particolare che costituisce un testo di gran valore per tutti noi.
 Al fine di ricordare quanto è avvenuto nella storia della marginalizzazione 
gitana, ricordiamo i Magistrati che hanno lasciato questa povera gitana senza 
pensione: don Pablo Pérez Tremps, che è stato l'autore materiale di questa 
disgraziata sentenza. Assieme a lui hanno votato contro gli interessi di Maria 
Luisa e dei suoi figli, doña María Emilia Casas Baamonde, don Javier Delgado 
Barrio, don Roberto García-Calvo y Montiel, e don Manuel Aragón Reyes.
 Chi si è opposto alla Sentenza è stato il Magistrato don Jorge 
Rodríguez-Zapata Pérez, - che Dio doni alla sua famiglia salute e libertà - che 
da oggi occuperà un luogo di affetto e rispetto tra tutti i gitani spagnoli e 
del mondo. La Commissione Permanente della Unión Romaní, riunita con carattere di 
urgenza, ha ritenuto di rendere pubblico il proprio dolore e malessere per 
quello che considera un peso ingiusto e non necessario, realizzato da quanti 
dovrebbero manifestare un maggior grado di sensibilità per la legittima difesa 
degli interessi dei più deboli. La Camera Alta del Tribunale Costituzionale non 
è stata all'altezza dei tempi correnti e la Sentenza si iscriverà tra i testi 
più riprorevoli contro il nostro popolo. Osserviamo, come non potremmo fare altrimenti, questa infame Sentenza, 
sapendo che oggi i nostri figli e domani i nostri nipoti, studieranno questo 
testo e lo situeranno tra le pratiche che durante i secoli hanno impedito la 
piena incorporazione del nostro popolo nel resto della società. 500 anni fa le 
autorità di allora ci condannavano alla galera, cercando il nostro sterminio. 
Oggi, cinque Magistrati del Tribunale Costituzionale hanno condannato a morire 
di fame una povera vedova gitana perché essendosi sposata con rito gitano, non 
ha diritto alla pensione d'anzianità. [...] Noi, membri della Giunta Direttiva di Unión Romaní, facciamo nostro il voto 
del Magistrato don Jorge Rodríguez-Zapata Pérez, di cui vogliamo sottolineare 
alcuni passaggi: 
	RIASSUNTO del voto del Magistrato don JORGE RODRÍGUEZ-ZAPATA PÉREZ, 
	sentenza del 16 aprile 2007, ricorso di amparo n. 7084/2002 interposto da 
	doña María Luisa Muñoz Díaz Questa è la realtà 1.- Doña María Luisa Muñoz Díaz è di nazionalità spagnola, però appartiene 
all'etnia gitana. Reclama la pensione d'anzianità del suo defunto sposo, don 
Mariano Dual Jiménez, con cui si sposò in territorio spagnolo con rito 
ancestrale gitano nel novembre 1971. Don Mariano era muratore e lavorò per conto 
terzi sino alla sua morte nel dicembre 2000. Usufruì della Sicurezza Sociale per 
19 anni, tre mesi e otto anni, che corrisponderebbero per doña María Luisa a 
903,29 € mensili di pensione, riconosciuti da Sentenza, poi revocata, dal 
Giudicato Sociale nº 12 di Madrid. Doña María Luisa e don Mariano erano titolari 
di un Libretto Familiare dall'11 agosto 1983, che constatava la nascita dei loro 
sei figli nati nei quasi trent'anni della loro relazione coniugale; ad ottobre 
venne loro riconosciuto il titolo di famiglia numerosa nº 28/2220/8 della 
categoria 1ª. Don Mariano era titolare della cartella della Sicurezza Sociale nº 
28/2098958/66, da cui figurano senza dubbio come beneficiari tanto doña María 
Luisa come i loro sei figli.   |