| Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
		
		
			Di Fabrizio  (del 21/02/2007 @ 10:04:14, in scuola , visitato 1744 volte)
		 
      Da
British_Roma www.cambridge- 
news.co.uk 
 Un TEENAGER della comunità zingara di Huntingdon ha giocato un ruolo chiave 
nell'aiutare a disegnare una nuova politica per i servizi infantili nello 
Cambridgeshire.
 Billy Smith, studente tredicenne della Hinchingbrooke School, ha dato 
suggerimenti per il piano progettato dal Cambridgeshire Children and Young 
People's Strategic Partnership, e i suoi appunti figurano anche nel documento 
finale. Il piano è formulato per migliorare la vita dei giovani e delle loro 
famiglie. Include misure per ridurre il numero di bambini feriti negli incidenti 
stradali, migliorare la stima di loro stessi, affrontare il bullismo, aumentare 
la partecipazione nello sport, presso le comunità viaggianti, del Bangladesh e 
del Pakistan [...] Billy, che è orgoglioso della sua origine Romani, dice di essersi divertito 
nel prendere parte al progetto, specialmente nel fornire il punto di vista della 
sua gente. Dice "Ho intervistato alcuni consiglieri comunali e fornito schizzi e disegni 
e lavorato al manuale - The Big Plan." Billy, che è nato nell'Essex e ha girato tutta la regione, da circa 10 anni 
abita in un appartamento. "In realtà, preferisco viaggiare, ma non puoi fermarti da nessuna parte, e 
quando lo fai [...] litighi con la gente, così devi spostarti," dice. "C'è del 
bene e del male in ognuno. I Viaggianti non sono tutti cattivi." Dice Coun Shona Johnstone membro dell'assessorato per l'infanzia e per i 
giovani del Cambridgeshire: "I bambini, i giovani e le loro famiglie sono nel cuore del piano che hanno 
prodotto. Quanto ci hanno detto è stato vitale nel pianificare le nostre 
priorità. Il contributo di Billy e della comunità viaggiante è stato di 
particolare valore" Coun Johnstone dice che il progetto consiste nell'assicurare ai bambini e 
alle loro famiglie di ricevere servizi più veloci e più effettivi, dove vivono e 
a scuola e col supporto del Governo. Il piano, indirizzato ai comuni, alla polizia, ai servizi primari, [...] alle 
scuole e alle organizzazioni di volontariato, è stato realizzato [...] grazie 
alla collaborazione attiva di 1850 giovani.   
		
		
			Di Fabrizio  (del 21/02/2007 @ 09:40:35, in Italia , visitato 1739 volte)
		 
      Dove abita  la convivenza? Diritti e cittadinanza per le popolazioni Rom e Sinti nel comune  di Milano e nella Provincia  Milano ha vissuto, negli ultimi mesi, l’ennesima drammatica storia di  esclusione; vittime principali ancora una volta alcuni cittadini stranieri (con  regolare permesso di soggiorno), ci riferiamo alla trentina di famiglie rumene,  circa 70 persone, di cui la metà bambini, sgomberati dal campo di via Ripamonti.  Anche in questo caso, come avvenne un anno fa per la vicenda dei rifugiati di  via Lecco, si è dimostrata l’incapacità della città di Milano ad affrontare con  intelligenza la questione dell’accoglienza e a governare l’emergenza con  previdenza e con politiche di largo respiro, trasferendo semplicemente “il  problema” sul vicino comune di Opera.  Molti errori sono stati commessi nella gestione di questa situazione: manca  prima di tutto un orizzonte culturale e politico di riferimento che consenta di  impostare delle politiche pubbliche di inclusione credibili ed efficaci.  Non si può rimandare oltre la questione della mancanza di strutture atte ad  affrontare l’emergenza, ma soprattutto ad evitarla; teniamo a sottolineare che  per fronteggiare queste situazioni non servono più risorse di quelle già a  disposizione, ma serve investirle meglio, evitando la dispersione e lo spreco di  denaro pubblico. In particolare le politiche dei “campi nomadi” e delle  soluzioni abitative separate hanno dimostrato negli anni non solo la loro  inefficacia, ma anche la sistematica violazione dei diritti umani dei loro  ospiti, con il conseguente doloroso avvilimento della loro dignità.  Ci preoccupa in generale, l’apparente scomparsa di un dovere pubblico alla  solidarietà, un diritto-dovere collettivo che appartiene alle Città e ai suoi  cittadini. Sempre più spesso viene a mancare una cultura propria  dell’accoglienza che sappia farsi carico anche delle contraddizioni esistenti,  ma che trovi appunto nella solidarietà, e non nella paura, la chiave di lettura  per la risoluzione di molte delle situazioni che si affrontano e si incontrano  nelle città e soprattutto nelle metropoli come la nostra.  E’ necessario pensare ad un ampio intervento culturale, che possa modificare gli  approcci delle amministrazioni, dei media, delle parti politiche e sociali di  una città, ma che per primo possa arrivare ai cittadini come rassicurante  percorso di conoscenza e approfondimento, capace di debellare luoghi comuni ed  etichette sociali con efficacia e forza.  Teniamo a ricordare che quelli che comunemente chiamiamo “zingari” o “nomadi”,  sono la minoranza etnico-culturale più discriminata d’Europa. Una  discriminazione che si manifesta nella vita di tutti i giorni, nella scuola, sul  lavoro, nella negazione del diritto ad un alloggio adeguato. Una discriminazione  che arriva fino al rifiuto di riconoscere a questo popolo lo status di minoranza  nazionale.  Di fronte al riconoscimento che gli uomini e le donne rom e sinti non sono più  nomadi da molte generazioni, che i “nuovi arrivi” hanno alle spalle lunghe  tradizioni di inserimenti abitativi tradizionali e che circa la metà della  popolazione presente sul territorio nazionale ha la cittadinanza italiana, la  nostra associazione invita il Comune, la Provincia di Milano, la Regione  Lombardia, le Associazioni e i Partiti ad una riflessione e ad una scelta  pubblica coraggiosa che vada verso il superamento della logica dei “campi  nomadi” e di ogni forma di soluzione abitativa separata.  L’accettazione di  un abitare inferiorizzato e di una condizione di cittadinanza separata e  imperfetta per qualunque gruppo sociale, svilisce la stessa idea di cittadinanza  e impedisce lo sviluppo di una nuova democrazia. A nessuna persona e a nessun  gruppo può essere destinata una condizione di abitare inferiore o di  ghettizzazione sulla base della sua provenienza, della sua cultura, della sua  religione, della sua lingua, della sua condizione sociale.  Riteniamo che una nuova idea di cittadinanza debba legarsi strettamente ad una  azione decisa contro ogni forma di segregazione e di subordinazione delle  popolazioni che abitano la città e il territorio. Ciò è possibile solo  attraverso la costruzione di percorsi di fuoriuscita dai campi e di inserimenti  abitativi, condivisi e partecipati con le comunità (italiane e rom), attraverso  un percorso che veda gli uomini e le donne rom partecipare attivamente alla  costruzione di progetti di convivenza e promozione dell’autonomia, e non come  soggetti passivi sottoposti ad una azione di tutela preventiva. Accanto a queste  azioni riteniamo che sia urgente garantire a tutti coloro che mantengono uno  stile di vita nomade, delle aree di transito provvisorie e temporanee attrezzate  per garantire la dignità e l’accesso ai servizi, seppure per un tempo limitato.  Nell’attuale situazione di Milano e Provincia mancano completamente politiche di  partecipazione dei cittadini (italiani e rom), che sappiano per tempo avviare  percorsi, attivare risorse e risposte “dal basso”, per far emergere risposte  collettive, pensate e mediate dal confronto e dallo scambio; in questo senso è  stata estremamente significativa la chiusura del "Tavolo programmatico per il  monitoraggio rom e ulteriori azioni" istituito dalla Provincia di Milano.  Con questa scelta, anziché promuovere un coinvolgimento delle associazioni che  operano con i Rom, nella speranza di allargare la rappresentanza alle stesse  comunità presenti sul territorio, si va nella direzione opposta, escludendo  l'associazionismo e il terzo settore dalla possibilità di partecipare alla  definizione delle politiche nei confronti delle popolazioni rom e sinti.  A  ciò si aggiunga che nelle politiche pubbliche i Rom e i Sinti sono quasi sempre  assenti, manca qualsiasi forma di coinvolgimento reale nelle decisioni che li  riguardano. Quello che accade, nella migliore delle ipotesi, sono parvenze di  partecipazione, mentre le decisioni vengono prese altrove, da altri referenti.  Nella peggiore, invece troviamo Rom e Sinti utilizzati come spauracchi o “capri  espiatori” per mobilitare elettorati benpensanti, paurosi e razzisti.  Teniamo a precisare che una politica inclusiva, rispetto a quella contrassegnata  da una logica di esclusione, non favorisce solamente chi in questa città è  “nuovo cittadino”, ma accresce la qualità generale dell’abitare urbano, compresa  la sicurezza di tutti i suoi cittadini; ciò è possibile soprattutto se si  sposta l’accento sulla partecipazione anche rispetto al tema delicato della  sicurezza, affinché questa non sia solo terreno di politiche poliziesche volte  al controllo e alla repressione.  Di fronte alle  discriminazioni subite da Rom e Sinti è lecito parlare di “razzismo  istituzionale”? Se con questo termine indichiamo sistemi sociali che non  riescono a confrontarsi adeguatamente con altri gruppi nazionali e / o etnico –  culturali e che non promuovono riforme per attuare, oltre all’uguaglianza  giuridica, l’uguaglianza di opportunità a parità di condizioni, allora ci  troviamo di fronte a pratiche diffuse e radicate di razzismo istituzionale. A  questo proposito ricordiamo che il Governo italiano è stato recentemente  (24/04/06) richiamato dall’Unione Europea per violazione della Carta sociale  europea revisionata in merito alle condizioni abitative di Rom e Sinti sul  territorio italiano.   Riteniamo pertanto urgente e necessario che le istituzioni e le forze politiche  del nostro territorio comincino una riflessione nei confronti delle minoranze  rom e sinti partendo dal tema dei DIRITTI, confrontandosi con le “buone  pratiche” sperimentate in passato dentro e fuori la Lombardia, con uno sguardo  anche alla dimensione europea del fenomeno.   
		
		
			Di Fabrizio  (del 20/02/2007 @ 11:57:32, in Italia , visitato 1633 volte)
		 
      
 E' il 800.25.36.08 ed è gestito dal nucleo 
operativo ecologico dei Carabinieri 
	In molti campi nomadi si è diffusa l'abitudine di dar fuoco, ad ogni ora del 
	giorno e della notte, a rifiuti di vario genere tra cui anche vecchi 
	pneumatici.19/02/2007
 Per arginare tale fenomeno ed il conseguente inquinamento atmosferico è 
	possibile segnalare tali incendi al NUMERO 
	VERDE: 800.25.36.08, già operativo da oltre 5 anni, del 
	nucleo operativo ecologico dei Carabinieri che opera in sinergia con il 
	Ministero dell'Ambiente, e che interverrà tempestivamente.
 Il servizio è operativo oltre che a Roma anche su tutto il territorio 
	nazionale.
 
PS: Non per fare il guastafeste, ma a leggere il titolo 
avevo capito che si riferisse agli
incendi 
che purtroppo funestano gli accampamenti tutti gli inverni.   
		
		
			Di Fabrizio  (del 20/02/2007 @ 10:00:42, in Italia , visitato 1961 volte)
		 
      Ricevo da Mariagrazia Dicati:  Invio documentazione relativa alla manifestazione per la giornata della memoria  a Piove di Sacco (PD), riportato anche su:  www.coopofficina.blog.tiscali.it Riportiamo integralmente  l’intervento del Rom Loris Levak che insieme alle rappresentanze Istituzionali,  al Rabbino della comunità ebraico di Padova e insigni rappresentanti del Centro  Studi del Triveneto sulla Shoah, ha partecipato alla cerimonia commemorativa per  la giornata della memoria “ Ho partecipato più volte a  manifestazione per rievocare lo stermino dei Rom e dei Sinti, in particolare  voglio ricordare il 1997 a Padova dove ho prodotto il rilievo in rame messo nel  museo dell’Internato Ignoto che si conserva perfettamente nel tempo. Oggi 8 febbraio 2007 sono  orgoglioso di essere presente a Piove di Sacco insieme ai esponenti delle  Comunità Ebraiche, davanti ad un pubblico di ragazzi che rappresentano il  futuro. Voi avete già conosciuto mio  padre Mirko Levak che vi ha raccontato la sua prigionia nei campi di sterminio,  lui ha rappresentato il passato, io sono qui per assumermi l’impegno per il  futuro, per fare in modo che non vengano dimenticate le sue sofferenze e quelle  di migliaia di altri Rom e Sinti La giornata della memoria voluta  e  istituita dall’ex Presidente Ciampi  vuole ricordare tutte le vittime delle  sterminio, ma accanto allo sterminio degli ebrei, dobbiamo ricordare che ci sono  stermini minori, ma non per questo meno importanti. 500.000, o forse molti di più,  Rom e Sinti sono stati trucidati nei campi di sterminio e molti altri morirono  per mano degli ustascia. Questo stermino che noi abbiamo  chiamato “PORRAJMOS” perché nella nostra lingua significa divoramento,  distruzione, non ha ancora avuto un riconoscimento dalla storia. Per questo, a  nome  della comunità Rom e Sinta, di mio padre  MIRKO EMILIO LEVAK  ex  deportato sopravissuto ad Auschwitz, chiedo al Sindaco di Piove di  Sacco, Mario Crosta, rappresentante delle Istituzioni, al Rabbino della comunità  ebraica di Padova Adolfo Locci, ad Antonio Sorrenti, del Centro Studi Triveneto  sulla Shoah,di sostenere la nostra richiesta, chiedendo al Presidente della  Repubblica NAPOLITANO, che lo stermino dei Rom e dei Sinti, a carattere razziale  come quello degli Ebrei, abbia un riconoscimento anche nella legge per la  giornata della memoria”  Alla fine dell’intervento di  Loris Levak, Antonio Sorrenti, lo ha ringraziato per avergli dato l’opportunità  di ricordare ai ragazzi delle scuole alcune testimonianze proprio sulle  sofferenze dei Rom e dei Sinti, inoltre ha voluto sottolineare che nelle loro  ricerche hanno trovato documentazioni che si riferiscono proprio ai Rom e, alla  fine, lo stesso Antonio Sorrenti si è impegnato a portare avanti quanto era  stato richiesto da Levak. La cerimonia,  molto sentita e commovente si è conclusa con un gesto simbolico : allo scoccare  dei 12 tocchi delle campane, ora in cui vennero aperti i cancelli di  Auschwitz, il Sindaco, i rappresentanti delle Comunità Ebraiche e Rom,  hanno liberato i grappoli dei palloncini, mentre gli alunni e i ragazzi erano  invitati a fare una riflessione cercando di mettersi nei panni dei prigionieri  in quel lontano momento. AL PRESIDENTE DELLA  REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO Oggi 8 febbraio 2007, in  occasione della celebrazione della giornata della memoria per lo sterminio del  popolo ebraico e del popolo Rom e Sinto, nella città veneta di Piove di Sacco in  provincia di Padova, mi rivolgo al Sindaco  Mario Crosta, quale rappresentante  delle Istituzioni, al Rabbino della Comunità Ebraica di Padova Adolfo Locci, ad  Antonio Sorrenti, del Centro Studi Triveneto sulla Shoah affinché facciano  pervenire al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano la seguente  RICHIESTA  sull’estensione dell'intitolazione del "Giorno della Memoria" anche al popolo  dei Rom/Sinti, e a tutte le vittime del nazifascismo,  sottoponendo alla Sua attenzione quanto segue :  -          In considerazione anche del Decreto legislativo Mastella, che prevede  pene più severe per  chiunque commetta o inciti a  commettere atti discriminatori per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi  o compiuti a causa del personale orientamento sessuale o dell'identità di genere  -          In considerazione della Legge n. 211 del 20 luglio 2000 che ha istituito  il "Giorno della Memoria" in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del  popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti,  l'art. 1 della Legge riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento  dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione  italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la  prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi si  sono opposti al progetto di sterminio, ed al rischio della propria vita hanno  salvato altre vite  e protetto i perseguitati". Sia il popolo ebreo che le  popolazioni Rom e Sinti erano considerati rappresentanti di razze geneticamente  inferiori tanto da esservi per i nazisti anche una  Zigeunerfrage  (questione zingari) da risolvere con un'apposita legislazione discriminatoria  che venne emanata nei confronti di quelle popolazioni e che alcune norme della  stessa permasero in vigore in Germania fino alla fine degli anni settanta.  Nei campi di sterminio furono uccisi tra 5,6 e 6,1 milioni di ebrei e tra  500.000 e 800.000 Rom e Sinti, corrispondenti al 50/80% di quelle  popolazioni presenti nei territori occupati dai nazisti. La vicenda del  Porrajmos (sterminio del popolo dei Rom/Sinti) non ha avuto un  riconoscimento fino al 1994.  Con il  supporto di tutti questi elementi chiediamo si possa pervenire ad una  estensione dell'intitolazione del "giorno della Memoria" anche "al popolo dei  Rom/Sinti e a tutte le vittime del nazifascismo". Piove  di Sacco 8 febbraio  2007                                                                                                                                            In rappresentanza  della comunità Rom e Sinta                                          MIRKO EMILIO LEVAK                                     ex deportato sopravissuto ad Auschwitz   
		
		
			Di Fabrizio  (del 20/02/2007 @ 09:42:31, in Italia , visitato 1617 volte)
		 
      
ANSA 2007-02-19 20:24 ZAGABRIA - Bustine di zucchero con l'immagine di Adolf Hitler e barzellette 
sull'Olocausto sono state trovate in alcuni bar della Croazia, provocando dure 
critiche da parte del Centro antinazismo Simon Wiesenthal, così come l'apertura 
di un'inchiesta. Lo ha annunciato l'ufficio della procura statale, 
precisando che è già stata aperta un'indagine sull'accaduto. 
 Gli impiegati della fabbrica di zucchero della compagnia Pinki, di Pozega - 
scrive d'altra parte il quotidiano croato Novi List - hanno confermato che le 
bustine di zucchero sono state effettivamente fabbricate nel loro stabilimento. 
L'incidente ha messo in imbarazzo il governo, che è impegnato nell'intento di 
minimizzare gli antichi legami del paese con il nazismo.
 
 Durante la seconda guerra mondiale, il regime croata degli ustascia si è 
schierata con la Germania nazista, applicando le leggi razziali, per le quali 
migliaia di serbi, ebrei, gitani e antifascisti croati sono stati uccisi nei 
campi di concentramento del paese tra il 1941 ed il 1945. Il direttore del 
Centro Wisenthal, Efraim Zuroff, ha espresso la sua "repulsione e disgusto" per 
il fatto che tali articoli possano essere prodotti e distribuiti nei nostri 
giorni in un paese "in cui non solo ha avuto luogo l'Olocausto ma è stato 
commesso per la maggior parte da collaboratori locali del nazismo".
 
 "Se non altro, questa è una disgustosa espressione della nostalgia per il terzo 
Reich e per un periodo dove gli ebrei, i serbi ed i gitani sono stati uccisi in 
massa in Croazia", ha aggiunto. Zuroff ha esortato la Croazia ad ordinare il 
sequestro immediato delle bustine di zucchero, in base alla legge contro le 
discriminazioni razziali, etniche o religiose.
 
 Nel paese infatti non esiste una legge che punisce coloro che negano 
l'Olocausto. I simboli ustasci sono stati tollerati durante il mandato del 
presidente Franjo Tudjman, che ha governato il paese dall'indipendenza nel 1991 
al 1999, inasprendo i rapporti con Israele. I parlamentari croati del governo 
successivo, che hanno avviato il paese ai negoziati per l'entrata nell'Unione 
Europea, hanno chiesto scusa per i crimini del regime ustascia
   
		
		
			Di Fabrizio  (del 19/02/2007 @ 10:22:46, in scuola , visitato 1725 volte)
		 
      Da
British_Roma The Times timesonline.co.uk 13 
febbraio 2007 [...] Michael Zimmermann è stato il primo storico tedesco ad accendere un 
riflettore feroce e da studioso sullo sterminio hitleriano dei Sinti e dei Rom 
nelle camere a gas e nei campi di concentramento. La sua attenzione non è mai 
diminuita da quando pubblicò nel 1996 il suo studio finale Rassenutopie Und 
Genozid: Die Nationalsozialistis che Lösung der Zigeuner Frage (Utopia 
Razziale e Genocidio: La Soluzione Nazionalsocialista della Questione Zingara). Nel scriverlo, Zimmerman ha dovuto ordinare montagne di dati delle SS e altri 
documenti ufficiali che erano rimasti intoccati dagli storici accademici per 
oltre mezzo secolo. Ed è grandemente dovuto al suo lavoro il fatto che il 
memoriale su quel genocidio sia ora in preparazione all'interno del Cancello di 
Brandeburgo a Berlino. Ha affrontato il soggetto quando, in una ricerca postdottorale da studente, 
divenne parte di un gruppo di studio all'Università di Heidelberg, guidato da 
tre professori che intendeva scavare nella storia della persecuzione dei Sinti e 
dei Rom, sino allora negata dagli accademici. Fu allora la partenza di una 
missione ventennale in cui Zimmerman ha messo la sua passione, la sua energia e 
il suo notevole talento di storico contemporaneo e gli diede una reputazione 
mondiale. Ma questo non fu l'unico campo in cui diede un segno durevole. Fu Renano per 
nascita e si interessò sulla spettacolare crescita dell'area della Ruhr come uno 
dei principali centri europei del carbone e delle miniere e patria di 
un'industria del ferro e dell'acciaio. Fu membro di un gruppo pioneristico che 
pubblicò il lavoro sulla rapida nascita delle industrie della Ruhr, Die 
Erfindung des Ruhrgebiets. Arbeit und Alltag um 1900 (L'Invenzione dell'Area 
della Ruhr, Lavoro e Vita Quotidiana attorno al 1900). Da solo o in 
collaborazione con altri pubblicò lavori sulla storia orale, principalmente 
raccolta negli anni del declino di quelle industrie, come anche una serie di 
studi sulla routine quotidiana e la qualità di vita dei minatori, dei lavoratori 
del ferro e dell'acciaio. Siccome il suo cuore apparteneva ai perseguitati, fece sua la storia della 
comunità ebraica di Essen, "capitale" della Ruhr, e per otto anni tenne un 
appuntamento unico come storico ufficiale presso la Vecchia Sinagoga della 
città. Con un così solido e pioneristico lavoro, la sorpresa sulla carriera di 
Zimmerman è forse che non sia riuscito ad atterrare in alcun importante 
appuntamento accademico. Per gli ultimi 12 anni della sua vita, la sua fonte di 
reddito principale era un impiego nella formazione e nel reparto culturale del 
consiglio della città di Essen. Vinse una qualificazione postdottorale, conosciuta come "Abilitazione" e 
limitata principalmente al mondo accademico di lingua tedesca, dall'antica 
università di Jena per il suo lavoro accademico sui Sinti e Rom. Per molti 
studenti, l'Abilitazione è il passaporto al professorato ma Zimmemrman era 
troppo individualista per un lavoro di squadra, e così si accontentò di un posto 
non-stipendiato di lettore nel dipartimento di storia moderna all'Università di 
Jena e nell'Università della Ruhr di Bochum. Dal 2003 era anche "professore 
ospite" all'Istituto di Storia Contemporanea di Vienna. Gli sopravvive la sua compagna da tempo, Yvonne. Michael Zimmermann, storico, nacque il 17 novembre 1951. A 55 anni, è 
morto di cancro il 20 gennaio 2007   
		
		
			Di Fabrizio  (del 18/02/2007 @ 09:57:49, in media , visitato 1662 volte)
		 
      Da  Roma_Daily_News 
 Il 15 febbraio ERRC (European Roma Rights Centre) ha spedito una lettera di  protesta a Boris Sorkin, direttore delll'agenzia di informazione "REGNUM",  esprimendo la propria preoccupazione per il continuo collegamento dei Rom al  crimine nei lanci dell'agenzia e notando che questo contribuisce ad un clima  di intolleranza verso i Rom. La lettera si riferisce a numerosi articoli  pubblicati dai giornali e raccolti da ERRC nel 2006 e nel 3007, che  esplicitamente legano i Rom al traffico di droga e alla criminalità. Nella  lettera [...] ERRC chiede urgentemente all'agenzia di informazione di prendere  una ferma posizione contro i discorsi incitanti all'odio e di rinunciare al  linguaggio contro i Rom. Il testo completo (in inglese) è disponibile sul sito  internet di ERRC  http://www.errc. org/cikk. php?cikk= 2722. [...]   
		
		
			Di Sucar Drom  (del 17/02/2007 @ 09:40:27, in blog , visitato 1770 volte)
		 
      Chiari 
(BS), presidio contro lo smantellamento dell'area per i SintiIl Gruppo Donne per la Pace insieme ai Volontari Caritas di Chiari organizzano 
un presidio con volantinaggio contro l’azione di demolizione, voluta 
dall’Amministrazione Comunale, delle strutture nell’area per Sinti Italiani. Gli 
organizzatori invitano tutti giovedì 15 febbraio in piazza Zanardelli a Chiari, 
dalle ore 9.30 alle ore 12.00.
 Di seguito la lettera scritta dal Gruppo di Donne pe...
 Opera 
(MI), i Rom se ne vannoSiamo il gruppo di persone, uomini, donne, bambini che da mesi vivono nelle 
tende ad Opera in una situazione d’emergenza, con un presidio di gente che 
non ci vuole, con la polizia che è sempre all’entrata del campo.
 Non ce la facciamo più. Soprattutto i nostri bambini hanno paura. Per questo non 
vogliamo più stare neanche un’ora in più perché siamo stanchi. Ci sentiamo e 
siamo offesi conti...
 
Pistoia, ...che il seme germogli, intervista alla maestra Clara DeiUn seme che germoglia e che racconta la nascita e la crescita dell’integrazione. 
Una storia semplice, come quella di un seme che cresce, fino a fiorire, una 
storia che racconta l’esperienza vissuta da un’insegnate elementare all’interno 
del "campo nomadi" di Pistoia e l’inserimento dei bambini rom nelle scuole 
pistoiesi.
 Un viaggio all’interno delle storie e delle vite delle popo...
 Opera 
(MI), si continua ad indagare contro gli incendiari e i fomentatoriUn Commando organizzato. Chi ha ideato, chi ha istigato la manovalanza, chi ha 
eseguito. Sono almeno dieci gli incendiari che il 21 dicembre, mentre era in 
corso un infuocato consiglio comunale, sono passati dalla parole ai fatti. E 
sono stati identificati: con i loro ruoli diversificati.
 Con la loro provenienza, per così dire, persino politica: frange da stadio, 
ultrà dediti all’intollera ...
 Rom e 
Sinti scrivono al Governo ItalianoRomSinti@Politica ha promosso un'iniziativa pubblica a cui stanno aderendo molti 
Sinti e Rom professionalmente impegnati in ambito sociale ed culturale nel 
nostro Paese. Di seguito la lettera aperta, con le prime firme di adesione, 
inviata al Ministro dell'Interno, al Ministro delle Politiche Sociali e al 
Ministro della Pubblica Istruz...
 
Abruzzo, diamo un segno concreto sostenendo un progetto romL'Ente Morale Opera Nomadi Sezione Abruzzo ha promosso una lotteria per 
sostenere le attività del progetto "l'eufonia della differenza", interventi a 
favore dei minori rom e delle loro famiglie.
 La Sezione Abruzzo mette in palio una stupenda autovettura Kia Picanto Fresh, 
vedi la foto (benzina, cilindrata cc...
 Milano, 
l'Opera Nomadi è per il confrontoPubblichiamo la lettera aperta invita a Gad Lerner dalla Sezione di Milano 
dell'Ente Morale Opera Nomadi sulla situazione di via Triboniano e in 
particolare sul patto di socialità e legalità.
 Caro Lerner,
 condividiamo pienamente la necessità di tornare ad interrogarci a Milano sul 
significato di “solidarietà” e, nell ...
   
		
		
			Di Fabrizio  (del 16/02/2007 @ 09:14:35, in Europa , visitato 2174 volte)
		 
      Da
Kosovo_Roma Strasburgo, 15 febbraio 2007: Dopo le rinnovate violenze nel Kosovo, che sono 
culminate in due morti, il presidente del Forum Europeo dei Rom e Viaggianti, 
Rudko Kawczynski, ha ammonito i Rom a non percorrere la provincia. A quanti sono 
rimasti ha raccomandato di prepararsi ad un'eventuale evacuazione e 
richiesto alla presenza internazionale di sicurezza ad adempire al suo compito e 
garantire la sicurezza dei Rom. "Dopo circa otto anni dalla fine della guerra, la comunità internazionale ha 
fallito nel ricostruire un Kosovo multietnico" ha detto Kawczynski, aggiungendo 
che a seguito della proposta dell'inviato ONU Martti Ahtisaari per una 
condizionata indipendenza del Kosovo e degli ultimi eventi nel fine settimana, 
ci si aspettano ulteriori violenze.
 Il presidente del Forum Europeo dei Rom e Viaggianti ha ricordato che 150.000 
Rom sono stati etnicamente allontanati dai nazionalisti albanesi dalla fine 
della guerra e che la pulizia etnica sia avvenuta con il chiaro intento di 
ottenere un Kosovo indipendente e multietnico. Ha annunciato l'organizzazione di 
una conferenza internazionale sulla sicurezza sulla persecuzione dei Rom in 
Kosovo.
 Il Kosovo accoglieva circa 200.000 Rom che qui avevano vissuto per quasi 600 
anni. Molti sono stati vittime della pulizia etnica dell'estate 1999, quando la 
comunità internazionale osservò quanto avveniva senza intervenire. Il Forum Europeo dei Rom e Viaggianti è un corpo di interesse internazionale 
che riunisce le principali organizzazioni Rom internazionali ed oltre 1.500 
membri di organizzazioni dei paesi membri del Consiglio d'Europa. Nel dicembre 
2004 ha siglato un accordo col Consiglio d'Europa che fornisce relazioni 
speciali tra le due organizzazioni.
 European Roma and Travellers Forum
 c/o Council of Europe
 F – 67 075 Strasbourg
 
 Tel.: 00 33 3 90 21 43 31
 Email: ertf@coe.int
   
		
		
			Di Fabrizio  (del 15/02/2007 @ 10:14:35, in blog , visitato 1637 volte)
		 
      Ricevo e porto a conoscenza, col permesso dell'interessata sono una studentessa di lingua e letteratura ungherese presso l'università di 
Torino. Devo preparare la mia tesi di laurea che avrà come argomento 
l'integrazione dei rom nella società ungherese.Non riesco a trovare materiale per sviluppare questo tema, lei avrebbe qualche 
informazione oppure qualche persona con cui mettermi in contatto?
 GRAZIE
 contattate 
MIRNA REALE se potete aiutarla   |