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Di Fabrizio (del 14/08/2012 @ 09:13:27, in conflitti, visitato 1874 volte)

Da Hungarian_Roma

The Contrarian Hungarian "Abbiamo attaccato gli zingari e ne siamo fieri" Manifestazione dell'estrema destra a Devecser sfocia in violenza - 8 agosto 2012
Foto ufficiale della manifestazione, dell'Hungarian News Agency - fotografo Lajos Nagy.

C'è curiosamente poca o nessuna copertura sui media ungheresi riguardo al comportamento violento dei gruppi razzisti - alla luce del giorno e di fronte alle telecamere - in un villaggio ungherese il fine settimana scorso.

Quindi, la storia che seguirà non è soltanto su una manifestazione organizzata dal terzo più grande gruppo parlamentare in Ungheria, durante la quale, ancora una volta hanno reso lampante quanto siano vicini alle milizie di estrema destra che abitualmente incitano alla violenza razzista.

Però, è anche una storia sulla mancanza di copertura da parte dei mezzi di informazione, riguardo la più scandalosa agitazione dell'estrema destra ungherese, senza che nessuno di loro fosse personalmente presente a testimoniare la sconcertante crescita di audacia con cui questi gruppi politici rinfocolano i conflitti etnici nei villaggi del paese. Succede sempre più spesso che i media ungheresi rifuggano dal fornire rapporti corretti sul comportamento criminale dei politici di Jobbik e dei suoi alleati paramilitari. Da ciò ne deriva uno dei recenti sviluppi nella retorica dell'estrema destra: vale a dire la loro applicazione piuttosto liberale del concetto di "autodifesa" per giustificare il loro clima intimidatorio e razzista - ed in questo caso - i violenti attacchi alle minoranze. Nel contempo la polizia e gli apparati giuridici stanno a guardare.

Ma torniamo alla storia. La citta di Devecser aveva già ottenuto attenzione internazionale durante il disastro del fango rosso nel 2010 quando, assieme a Koontár, fu una delle diverse città sfortunate inondate dai rifiuti caustici dei materiali tossici conservati nell'impianto di alluminio di Ajka (vedi Wikipedia, ndr.).

Ora, due anni dopo, l'estrema destra si concentra sulla città non perché il risanamento ambientale resta incompiuto, ma perché vuole una dimostrazione di forza contro ciò che loro chiamano l'inazione della polizia contro i vicini rom. Le violenze sembrano aver seguito questo argomento, precipitando in un avvertimento, nella forma di una manifestazione dell'estrema destra, sponsorizzata da un partito, di forza collettiva contro tutti i residenti rom della città.

Jobbik, organizzatore ufficiale dell'evento, vi ha incluso conosciute organizzazioni estremiste e paramilitari violente. Assieme, hanno portato nella cittadina un numero considerevole di simpatizzanti di estrema destra: ne sono arrivati circa 1.000 in una città di 5.000 residenti. La Nuova Guardia Ungherese (Új Magyar Gárda), L'associazione Guardia Civile per un Futuro Migliore (Szebb Jövőért Polgárőr Egyesület), Movimento Giovanile 64 Contee (Hatvannégy Vármegye), Forza di Difesa (Véderő), Guardia Motociclistica (Gárda Motorosok) ed Esercito Fuorilegge (Betyársereg), ognuno con i suoi simpatizzanti (come è stato recentemente chiarito da un tribunale ungherese, dal punto di vista giuridico questo tipo di collaborazione è per loro la più vantaggiosa: assieme, non possono essere ritenuti responsabili di atti criminali specifici durante le proteste; tuttavia, è difficile stabilire responsabilità individuali, con così tanti gruppi presenti).

Jobbik era rappresentata da tre parlamentari: Gábor Ferenczi, Szilvia Bertha e Balázs Lenhardt.

Il rapporto più completo su quanto accaduto viene dalla testimonianza oculare di un collaboratore del blog ungherese Kettős Mérce (Doppio Standard):

Gábor Ferenczi di Jobbik ha iniziato i discorsi. Ha detto di volere pace, ordine e sicurezza a Devecser, e che questa manifestazione è sul diritto degli ungheresi all'autodifesa, perché gli ungheresi possano difendersi e gli zingari assumersi le loro responsabilità.

Ferenczi si è rivolto in particolare al sindaco di Devecser, il quale aveva detto in precedenza alla stampa che la manifestazione di Jobbik non era necessaria. Ferenczi ha esortato il sindaco a non rivolgere le sue parole contro gli ungheresi "normali", invece di ergersi contro i "criminali". Ferenczi ha anche detto di non voler più sentire alcuna lamentela, specialmente nulla di più su furti e truffe degli zingari di Devecser. Se ci dovessero essere problemi di ogni sorta,ha detto di chiamare la Forza di Difesa [Véderő, gruppo paramilitare coinvolta anche nell'occupazione di Gyöngyöspata l'anno scorso]. Ha sottolineato che c'è bisogno della reintroduzione della pena capitale, e dicendo che se i problemi non cesseranno, ci saranno altre manifestazioni.

Dopo è stato il turno di László Toroczkai di 64 Contee [persona più volte accusata, ma mai condannata, di atti terroristici]. Ha iniziato il discorso dicendo che gli ungheresi hanno tre possibilità: immigrare, diventare schiavi "degli zingari" o rimanere e combattere; in questo caso chi fosse stato infastidito "dall'ungarità" doveva andarsene. Ha detto che ci sono zingari e criminalità zingara in tutto il paese e che "dovunque questo gruppo etnico sia presente, si mostrano distruzione e devastazione." Secondo lui, gli zingari vogliono sterminare gli ungheresi, e se vogliono combattere allora bisogna lottare contro di loro, non ci sono altre possibilità. Ha aggiunto anche che gli ungheresi o combattono o diventeranno vittime.

In seguito, è stato lasciato il microfono a  Attila László dell'associazione Guardia Civile per un Futuro Migliore [una manifestazione di questo gruppo ha segnato l'inizio di un lungo periodo di tensioni etniche a Gyöngyöspata l'anno scorso]. "Tutta i rifiuti devono essere spazzati fuori dal paese," ha detto nell'apertura.

Secondo lui, ci si deve ribellare e cacciare tutti i criminali, ed organizzarsi in ogni comunità - per questo, c'è bisogno di tutti gli "ungheresi militanti". In conclusione, ha definito l'autodifesa come "un istinto che arriva alla formulazione durante le emergenze e che viene poi seguito da un'azione cosciente."

Dopo i discorsi, ha avuto luogo il corteo: i manifestanti si sono recati alla casa della famiglia da proteggere per cui erano convenuti. Mentre il testimone arrivava alla casa della famiglia - probabilmente sostenitori di Jobbik o organizzatori locali del partito - i manifestanti cantavano:

"Siete nessuno!" "State per morire, zingari, state per morire qui!"

A questo punto, è iniziata una seconda serie di interventi, il primo di Zsolt Tyirityán (Esercito Fuorilegge - Betyársereg), che ha parlato di guerra razziale e pulizia etnica. "Gli zingari hanno la criminalità nel codice genetico," ha detto. Per rafforzare il concetto, ha aggiunto che sono i "sionisti" a dirigerli per andare contro la legge. "Mi considero un razzista," ha detto Tyirityán, "ed ho intenzione di ergermi per non lasciare spazio vitale ad un'ulteriore razza." "La spazzatura codificata geneticamente dev'essere sterminata dalla vita pubblica." "Stiamo per debellare questo fenomeno, dev'essere estirpato dalle nostre vite."

Successivamente, l'autore del blog ha proseguito verso una casa di amici.

La casa si trovava lungo il percorso dei manifestanti, che sono arrivati poco dopo. "Stavano gridando diversi slogan razzisti ed intimidatori, il mio braccio destro è stato colpito prima da una bottiglia d'acqua e pochi secondi dopo da un più grande pezzo di cemento. Mi sono fatto da parte prima di essere colpito alla testa... Siamo entrati nella casa attraverso il cortile. Nel frattempo, attorno a noi piovevano letteralmente altri pezzi di cemento e bottiglia d'acqua. Entrati in casa abbiamo dovuto chiudere le persiane, perché anche le finestre erano un obiettivo. In casa c'erano molti bambini.

"Una volta che se ne furono andati, ci siamo avventurati fuori dalla casa, scoprendo che avevano fatto lo stesso a molte case abitate dagli zingari." Anche Ferenczi, deputato Jobbik, era tra i feriti. "Davanti alle abitazioni c'era molta polizia, ma è successo lo stesso."

Ne filmato seguente viene ripreso l'incidente all'esterno della casa dove vive la famiglia rom. Lunedì sono stato in grado di vedere un versione più lunga del filmato, preparata da una delle derivazioni di estrema destra - ma quel video (della lunghezza di circa 6') sembra essere stato rimosso da internet. Tuttavia, grazie al blog Egyenlítő si possono ancora guardare su internet i 25 secondi riguardo all'incidente:

Quanto sopra è stato confermato in seguito da un mezzo d'informazione di estrema destra.  Quanto registrato effettivamente non comprende alcune delle citazioni peggiori. Se si dovesse presentare una causa penale per istigazione al conflitto etnico, si dovrebbe far valere questa interazione, disponibile sul video realizzato da ATV. Anche se non si riesce a rendersi conto della dimensione reale della folla, a partire dal minuto 1.08 il discorso si traduce così:

"Che ne pensate, secondo voi ci sono segni di una guerra razziale in questo paese?" - chiede l'oratore alla folla (Zsolt Tyirityánof di Esercito Fuorilegge).
"Sì!" urla la folla dietro di lui.
"Secondo voi, ci sarà un'escalation del conflitto in base alla razzia o all'etnia?"
"Sì!"
"Allora mandiamogli un messaggio!"

Ed i fatti contestati non riguardano, difatti, i partecipanti alla manifestazione! Sono orgogliosi del "successo" della loro protesta unificata. Come scrivono nel titolo di un loro rapporto: "Siamo stati noi ad attaccare gli zingari, e ne siamo fieri."

Questo è quanto è avvenuto a Devecser, nelle parole dell'estrema destra:

"La marcia era guidata dai selvaggi combattenti di Betyársereg, che non conoscono paura, con le loro impressionanti bandiere nere, che non mancano mai di incutere paura al nemico. Dietro di loro seguivano le file disciplinate delle [64] Contee. Il corpo principale era composto da civili e membri di Jobbik, mentre il corteo terminava con Migliore Futuro e le Guardie. Gli ungheresi hanno fatto scappare gli zingari più volte. Prima, presso la casa dove è avvenuto lo scontro [si parla di fine luglio]. C'era un cordone di poliziotti a tutela della strada degli zingari e, dietro di loro, 5-6 zingari erano fermi ad osservare gli ungheresi, ma quando i Fuorilegge hanno caricato - passando attraverso il cordone poliziesco- gli zingari sono fuggiti. I mezzi della polizia hanno bloccato gli ungheresi penetrati nella via degli zingari. Il corteo è proseguito, ma in un'altra strada con molti zingari, ci sono stati ulteriori scontri."

"Gli [epiteto razziale] facevano capolino da dietro il recinto di pietra di una casa abitata da zingari. Stavano registrando lo svolgimento del corteo con una cinepresa rubata chissà dove. E' seguita una discussione tra loro e i manifestanti. Infine, è stata lanciata una bottiglia d'acqua, che ha colpito uno [epiteto razziale] in testa, dopodiché da dietro il recinto hanno lanciato una pietra contro la folla. Ne è seguita una tempesta di pezzi di mattoni, pietre e cemento, che hanno cacciato gli zingari dentro casa. Gábor Ferenczi, membro del parlamento per Jobbik, è stato ferito durante l'incidente - probabilmente colpito alla testa da uno zingaro (ha richiesto le cure nel vicino ospedale di Ajka).

"La polizia non era sul posto, è arrivata dopo, non sono riusciti a gestire la situazione, molti di loro avevano paura. Se il pogrom non c'è stato, non è dipeso da loro. Al momento, gli ungheresi erano assolutamente superiori."

La questione dell'autodifesa e della ferita a Ferenczi è importante per i media: in quanto parlamentare, richiama sufficientemente l'attenzione delle redazioni (con la sua testa ferita, è l'immagine perfetta per un rapporto accattivante). Secondo l'estrema destra, è stato ferito da una bottiglia d'acqua. Sempre secondo la ricostruzione dell'estrema destra, c'è stata una pietra lanciata dalla casa dove si erano prima rifugiati gli abitanti, quando il recinto era stato assalito. Osservando il video, prima che sparisse da internet - tranne il frammento riportato, dall'interno non sono state lanciate pietre. Ma l'incidente, tutto sommato, è un atto di autodifesa: un atto istintivo che si è tradotto in un'azione cosciente e coordinata. Difesa: dalla criminalità codificata geneticamente degli zingari, naturalmente. Cercando un buco in questo solido argomento.

Si potrebbe pensare che quanto sopra potrebbe far riflettere qualsiasi organizzazione attenta al rispetto delle notizie. Tuttavia la storia termina con le tristi note degli eventi che hanno avuto luogo il 5 agosto a Devecser, nell'interpretazione dei principali giornali, tanto governativi che di opposizione.

Quanto segue, ora, è la traduzione parola per parola del rapporto completo su questo "incidente" pubblicato dal più diffuso quotidiano di sinistra in Ungheria:

Il deputato Gábor Ferenczi, rappresentante Jobbik per il distretto di Veszprém, ha chiesto il ripristino della pena capitale, durante un evento organizzato domenica dal suo partito a Devecser dove, secondo le stime del deputato, erano presenti un migliaio di persone.

La manifestazione, dal nome "Vivi e lascia vivere: manifestazione per la legittima autodifesa ungherese," si è tenuta con la partecipazione di Jobbik e di numerose organizzazioni della destra radicale. E' partita dalla piazza di fronte alla chiesa cattolica, dopodiché i manifestanti hanno marciato per le strade in cui pensavano vivessero gli zingari.

A Devecser, città diventata famosa durante il disastro dei fanghi rossi e che conta 5.000 abitanti, Gábor Ferenczi ha dichiarato che il loro obiettivo non è la discriminazione su base etnica, quello che vogliono a Devecser è pace, ordine e sicurezza. "Vivi e lascia vivere in questo comune: è quanto chiediamo ai nostri compatrioti zingari."

Il deputato ha chiesto il rafforzamento della stazione di polizia a Devecser, dopodiché ha sottolineato che nel paese avvengono sempre più brutali atti criminali. Ha dichiarato di chiedere il ripristino della pena di morte, "come deterrente per respingere e prevenire questi crimini."

László Toroczkai, presidente del Movimento Giovanile 64 Contee, ha richiamato i partecipanti a non lasciare il paese ed il loro suolo natale, e non farsi cacciare.

Sfilando dopo il comizio i partecipanti sono sfilati davanti alla casa dove alla fine di luglio avevano avuto luogo una discussione e una rissa, che hanno fornito il motivo della manifestazione.

La polizia ha messo in sicurezza la manifestazione con un cordone, che i dimostranti hanno cercato più volte di rompere. In un'occasione, hanno ingaggiato un lancio di oggetti con i locali, in questo frangente Gábor Ferenczi è stato ferito ad una tempia. Imre Orbán, vicepresidente di Jobbik per il distretto di Veszprém, ha informato l'Agenzia Ungherese delle Notizie che la ferita di Gábor Ferenczi è stata medicata nel locale ospedale di Ajka; la pietra che l'avrebbe colpito, secondo la loro versione, sarebbe stata lanciata dal cortile di una delle case."

Il giornale di sinistra ha preso la storia dal lancio di agenzia: non un giornalista è stato assegnato alla storia (questa sembra sempre più la strategia della stampa ungherese: seguire quanto pubblicato dall'Agenzia Ungherese delle Notizie). Parola su parola, il rapporto sopra riportato si ritrova altrove su diversi media.

Con l'eccezione di alcuni giornali pro-governativi, che fanno affidamento sulla controversa segnalazione di Hir TV. Nel suo resoconto, il canale televisivo conservatore afferma che la testa di Ferenczi è stata colpita da "fuoco amico": la bottiglia d'acqua che l'ha colpito proveniva dai suoi. Ma dato che ciò ha scatenato un grande chiasso da parte dei portali di estrema destra, hanno ritrattato la dichiarazione originale. Questa la versione stampata alla fine, nella sua interezza:

La manifestazione tenuta da Jobbik e dalle organizzazioni di estrema destra vicine, si è conclusa senza gravi incidenti. Due persone durante il corteo sono svenute per il caldo.

La folla ha marciato verso la casa dove nelle scorse settimane c'era stata una rissa tra due famiglie, una ungherese e l'altra zingara, legate tra loro da una lunga faida. Alcuni hanno gettato bottiglie d'acqua contro la casa, da cui sono usciti alcuni rom per strada, ma la polizia ha posto velocemente fine a questo. Gábor Ferenczi di Jobbik è stato colpito con un pezzo di cemento. Precedentemente, il parlamentare aveva tenuto un discorso, in cui dichiarava di essere venuto con intenzioni pacifiche, ma che se nel comune non fosse migliorata la sicurezza, sarebbero tornati. Il politico ha chiesto un rafforzamento della stazione di polizia nella città già colpita dalla catastrofe dei fanghi rossi. Le autorità hanno controllato l'evento con un significativo spiegamento di forze.

Andrebbe oltre lo scopo di questo post già troppo lungo, purtroppo, commentare la questione a portata di mano: quanto è avvenuto a Devecser è incitamento alla guerra etnica e razziale.

Il punto è esattamente sul come e perché l'estrema destra ungherese sta guadagnando terreno in Ungheria. Dalla sola lettura di media e giornali questa storia non esisterebbe quasi. Quando se ne fa menzione, viene distorta nel profondo: distante dalla furia liberata di gruppi razzisti in una lontana città ungherese, si racconta di un raduno con "intenzioni pacifiche".

Il compito appare difficile: non si tratta soltanto della lotta legale, politica e sociale contro l'estremismo, ma anche contro il silenzio e la disinformazione.

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