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Roma_Daily_News
Iangreen.org - I rom vivono in povertà
Ci sono quasi 2,2 milioni di persone rom che vivono in Romania, il 75% 
dei quali vive in povertà. Poiché l'UE dichiara il 2010 come l'anno per 
combattere la povertà e l'esclusione sociale, la fondazione Proton inizia ad 
esplorare nuove opportunità di trasformare la vita per la comunità rom.
È ampiamente accettato che c'è un grande bisogno, tra i rom, d'istruzione, 
alloggio, assistenza sanitaria e identità. Senza un miglioramento di queste 
quattro grandi aree di necessità, il ciclico problema della povertà non può 
essere superato. Nel dicembre 2009 il dipartimento della commissione europea per 
l'occupazione, affari sociali e pari opportunità, ha pubblicato
il seguente video ed articolo sul proprio sito web.
"I rom hanno i stessi sogni e speranze per il futuro come tutti gli europei: 
ad esempio, avere una buona educazione ed una carriera appagante e d'integrarsi 
nella società. Sebbene la discriminazione contro i membri di questa importante 
minoranza è ancora diffusa, ci sono esempi che i rom possono realizzare i propri 
sogni. Gli stati membri della UE insieme con le istituzioni della Comunità 
Europea, promuovono l'inclusione sociale dei rom e danno loro supporto per 
accedere all'istruzione, per trovare un lavoro e per partecipare alla vita 
pubblica. Questo cortometraggio si concentra sul caso dell'Ungheria e mostra 
esempi di iniziative che aiutano i rom a partecipare attivamente al 
miglioramento delle loro vite."
La fondazione Proton ha lavorato da diversi anni al fianco della
King's Contruction, una 
società di sviluppo immobiliare che mette a disposizione una terra ed alloggi a 
prezzi accessibili nella zona di Costanza. Usando questa conoscenza ed 
attraverso la sua rete, la fondazione Proton ha recentemente iniziato a 
dialogare con i potenziali partner e con le organizzazioni per esplorare modi di 
lavorare insieme per fornire una risposta ai bisogni del popolo rom che vive in 
Romania.
Nel gennaio 2010 Amnesty 
International ha pubblicato il seguente rapporto nel proprio sito web:
"Ci sono quasi 2,2 milioni di rom in Romania – che costituiscono circa il 10% 
della popolazione totale. Come conseguenza di una diffusa discriminazione, il 
75% dei rom vive in povertà, rispetto al 24% dei romeni e al 20% degli 
ungheresi, la più grande minoranza in Romania. I livelli di salute fisica e 
delle condizioni di vita dei rom, sono tra i peggiori del paese.
Anche se alcuni rom vivono in strutture permanenti con diritto di locazione, 
molte altre abitazioni di vecchia data rom, sono considerate dal governo come 
"temporanee" e non ufficiali ed i loro abitanti non hanno nessuna prova di 
locazione, il che aumenta la loro vulnerabilità allo sfratto.
Gli sgombri forzati violano gli standard legali regionali ed internazionali 
della Romania come quelli contenuti nella Convenzione internazionale sui diritti 
economici, sociali e culturali e la Convenzione europea sui diritti dell'uomo 
che esige che tutte le persone debbano avere un livello minimo di sicurezza nel 
diritto di proprietà, garantendo loro la tutela legale nei confronti degli 
sfratti, delle molestie e di altre minacce.
"Siamo zingari ed è per questo che non ci ascoltano" - Monika, maggio 
2009.
Più di cento persone rom - incluso famiglie con bambini – vivono in baracche di 
metallo vicino ad una fabbrica di depurazione in Romania, dopo che sono stati 
sfrattati con la forza dalle loro case, secondo un nuovo rapporto di oggi di 
Amnesty.
Il rapporto, Trattati come rifiuti: case dei rom distrutte e salute a rischio 
in Romania, racconta come il popolo rom è stato sfrattato con la forza dalle 
autorità comunali da un edificio nel centro di Miercurea Ciuc – il capoluogo 
della provincia di Harhita nel centro della Romania. La maggior parte sono stati 
riaccolti dalle autorità in capanne di metallo alla periferia della città, 
dietro un impianto di depurazione. Alcuni hanno deciso di trasferirsi in una 
discarica vicino, piuttosto che vivere vicino al depuratore.
Erszebet, che vive accanto agli impianti di depurazione con il marito e nove 
figli, ha riferito ad Amnesty International com'è la vita in una capanna di 
metallo: "E' stretta, quando tutta la famiglia va a dormire non ci entriamo. Non 
possiamo fare il bagno, non ci possiamo lavare. E' troppo piccola. Non vogliamo 
che le ragazze più adulte fanno il bagno davanti al loro padre."
Le capanne di metallo temporanee e le baracche sono vicine al depuratore, nei 
300 metri di protezione stabiliti dalla legge romena per separare le case da 
potenziali rischi di tossicità. La mancata tutela del diritto alla salute è 
un'altra violazione degli obblighi nazionali ed internazionali della Romania. 
Ilana ha raccontato ad Amnesty International: "Le case si riempiono di 
quell'odore. Di notte... i bambini si coprono la faccia con i cuscini. Non 
vogliamo mangiare quando sentiamo l'odore... ho avuto un altro bimbo che è morto 
a quattro mesi... non voglio perdere gli altri miei figli."
Le autorità romene devono fermare lo sgombero forzato delle famiglie rom e 
riposizionare immediatamente quelli che vivono da anni in condizioni pericolose 
vicino a discariche di rifiuti, impianti di depurazione o aree industriali alla 
periferia della città, ha dichiarato Amnesty International. L'organizzazione 
chiede al governo della Romania di riformare la propria legislazione sugli 
alloggi per incorporare gli standard internazionali sui diritti umani e con 
particolare attenzione agli alloggi.
Halya Gowan, Direttore del programma europeo di
Amnesty International, 
ha dichiarato: "In tutto il paese le famiglie rom sono state sfrattate dalle 
loro case contro la loro volontà. Quando questo accade, non solo perdono le loro 
case, perdono i loro averi, i loro rapporti sociali, i loro accessi al lavoro ed 
ai servizi dello stato.
"Questo modello di sgomberi forzati, senza un'adeguata consultazione, 
comunicazione o sistemazione alternativa, perpetua la segregazione razziale e 
viola gli obblighi internazionali della Romania. Il calvario delle famiglie rom 
è proseguito per sei anni, ora è il momento per le autorità locali di fornire 
loro un alloggio adeguato vicino a servizi e strutture e in un luogo sicuro e 
sano. Qualcosa deve accadere adesso. Un esempio dev'essere impostato – gli 
sgomberi forzati devono essere fermati ed il diritto alla casa dev'essere 
garantito. E questo può e dovrebbe essere fatto dalle autorità di Miercurea Ciuc".